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Voto sfavorevole per l'Election day


Max Dorian

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Respinto di strettissima misura alla Camera le mozioni dell'opposizione sull'accorpamento tra elezioni amministrative e referendum. Maggioranza sotto su emendamenti del Pd alla legge che istituisce il Garante per l'infanzia, approvata poi con voto bipartisan. Decisive le assenze fra i banchi della maggioranza. Il Pd: "Sono 69 volte che battiamo la maggioranza"

 

L'Election Day non passa per un soffio Il governo si salva per un solo voto L'Aula della Camera

ROMA - Alla Camera non passano le tre mozioni delle opposizioni che chiedevano l'accorpamento del primo turno delle elezioni amministrative con i referendum. Il cosiddetto Election Day, su cui si era detto contrario il governo. Ma è stata una vittoria davvero al fotofinish: nelle tre votazioni la maggioranza ha prevalso per un solo voto: quello del radicale Marco Beltrandi. Scelta, quella di Beltrandi, che affossa l'opposizione e fa infuriare Rosy Bindi: "Gravissima, in casi così importanti la disciplina di gruppo va osservata". In Aula hanno votato solo due deputati del Pid, la formazione di Saverio Romano nell'ambito del gruppo Iniziativa Responsabile: Pippo Gianni e Michele Pisacane.

 

Marco Beltrandi ha spiegato le ragioni del voto con cui ha affossato la mozione del Pd per accorpare amministrative e referendum in un unico giorno. "Ho votato in dissenso dal Pd perchè sono contrario al quorum e perchè penso che l'election day sia un sotterfugio per aggirare la legge", ha spiegato il deputato radicale. "I miei compagni radicali lo sanno: io sono ferocemente contrario all'abbinamento amministrative e referendum. Lo ritengo un escamotage per raggiungere il quorum", ha insistito: "Il mio dissenso è politico, figuriamoci se voglio passare in maggioranza". Non solo. "C'erano molti assenti anche tra i Democratici.

Inoltre il gruppo ha perso 22 deputati e non ho mai visto questa reazione", ha ricordato.

 

Ad acuire la tensione, il fatto che prima di affrontare alla Camera questo voto, il governo era stato battuto per due volte su emendamenti del Pd alla legge che istituisce il Garante per l'Infanzia, su cui l'esecutivo aveva espresso parere contrario. In entrambi i casi sono state decisive le assenze nei banchi della maggioranza. Il primo emendamento è passato con 262 no e 271 sì e un astenuto. Il secondo con 268 sì, 262 no e due astenuti. Poi l'Aula ha approvato la proposta di legge in modo bipartizan: 467 voti a favore, 2 astenuti e nessun contrario. Ora il testo passa all'esame del Senato.

 

Gli emendamenti del Pd conferiscono al Garante per l'infanzia il potere di segnalare, in caso di emergenza, alle autorità giudiziarie competenti, la presenza di minori in stato di abbandono al fine di una loro presa in carico.

Poco prima il governo aveva rischiato di essere battuto su un altro emendamento, questa volta dell'Idv, su cui c'era il parere contrario. In quel caso, però, l'emendamento era risultato bocciato in quanto c'era stata parità tra i favorevoli e i contrari (260 a 260).

 

(16 marzo 2011

 

http://www.repubblica.it/politica/2011/03/16/news/garante_per_l_infanzia_governo_battuto_due_volte-13674122/?ref=HRER2-1

 

 

Vorrei porre la vostra attenzione su questa frase, a proposito dei referendum in questione: "io sono ferocemente contrario all'abbinamento amministrative e referendum. Lo ritengo un escamotage per raggiungere il quorum".

Ora, con quale coraggio, e con quale onestà intellettuale, si può parlare di escamotage per raggiungere il quorum? Il raggiungimento del quorum, soprattutto per referendum così importanti, non dovrebbe forse essere l'obiettivo principale di un governo responsabile impegnato nella sensibilizzazione politica di tutto l'elettorato? Non dovrebbe forse cercare di limitare l'astensionismo? Invece qui si parla di escamotage per raggiungere il quorum, come se fosse un crimine morale... :cry:

Io penso che sarebbe dovere della classe politica cercare di facilitare il voto, quando il popolo è chiamato ad esprimersi in merito a questioni di una certa importanza. Invece abbiamo dei governanti che, per paura forse di un risultanto a loro sfavorevole, cercano di complicare la questione (visto anche il periodo del voto in questione, non certo favorevole...). A cosa ci siamo ridotti, se una parte della classe politica è costretta a ricorrere ad "sotterfugi per raggiungere il quorum", quando dovrebbe essere la norma? Paura delle libere opinioni? E' per questo che si cerca di ostacolare l'espressione delle stesse?

Ci sono, tra l'altro, anche questioni economiche. 300 milioni di € sprecati, soltanto per organizzare separatamente amministrative e referendum. Questa mi sembra una grave mancanza di responsabilità, per usare un eufemismo. E non riesco proprio a non vederci la disonestà intellettuale.

E voi? Credete che il governo stia realmente cercando di complicare il voto in merito a questioni che lo riguardano direttamente, sfavorendo il raggiungimento del quorum? Oppure è possibile giustificare in altro modo questo risultato?

A voi la parola.

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Il governo cerca sicuramente di non far raggiungere il quorum perchè si vota per abrogare 4 leggi volute dal centrodestra.

 

Quello che sorprende è il voto di Beltrandi, radicale. Quasi inspiegabile. Credo sia favorevole ai quesiti, tutti i suoi compagni radicali hanno votato a favore dell'election day, fa parte di un gruppo (il PD) che ha promosso la mozione in questione e in più viene da un partito che ha praticamente introdotto l'uso del referendum in Italia! Aveva voglia di rompere le palle...

 

Creare un precedente che anche in futuro farebbe raggiungere il quorum al referendum (la giustificazione con cui ha votato contro), è invece per me la cosa più saggia che si possa fare, dopo l'abolizione del quorum.

 

Lo strumento del quorum è stato istituito quando alle elezioni votava il 90 % degli elettori ed era un modo per evitare che pochi potessero abrogare una legge votata dai rappresentanti di tutti. E' chiaro che oggi invece viene abusato da chi è contrario ai quesiti, che invece che votare no, si "allea" con l'astensione per far saltare tutto. Sarebbe da cambiare la norma costituzionale ma in alternativa anche accorpare le elezioni dovrebbe andar bene. Oggi c'era l'occasione di farlo ma l'opposizione è riuscita a perdere pur essendo in aula in maggioranza...

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A maggior ragione, finché c'è il quorum da raggiungere, non si spiega il voto di Beltrandi (non si spiega neanche l'ostinazione della maggioranza a non accorpare i voti, ma questa è un'altra storia... :rolleyes: ).

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Già da parecchio la lontananza tra cittadini e politica si è acuita, e le mosse del Governo tendono solamente ad accrescere questo processo. Fa comodo, ovviamente, avere cittadini poco consapevoli, che magari non votano, e non votando si interessano meno a questioni che invece riguardano tutti.

Quanto al discorso economico, certamente è da pazzi, ma almeno è coerente con una linea politica che da anni sperpera soldi per cose inutili, o magari finanzia le scuole private invece che quelle pubbliche(ma qui rischio di andare fuori tema).

Spero che si raggiunga il quorum, che il popolo sia presente a questo referendum; non resta che aspettare e vedere i risultati.

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