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Garcia Marquez, "Cent'anni di solitudine"


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argh che libro.......inizia molto bene, sembra un libro simpatico ma poi si trasforma in un piattume senza senso...personaggio con nomi uguali che copulano e si moltiplicano senza un minimo controllo narrativo...sono arrivato a metà e non ce la faccio più a continuare XD anche perchè ho iniziato un moravia che mi sta prendendo un sacco :ok:

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https://www.gay-forum.it/topic/1699-garcia-marquez-centanni-di-solitudine/
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  • 9 months later...

Quando mi costrinsero a leggerlo - seconda media, troppo presto - lo odiai (salvo forse per una parte che mi suscitò certe fantasie... ), lo trovai noioso, sconclusionato e infine deprimente. :sisi:A riprenderlo in mano ora probabilmente riuscirei anche ad apprezzarlo, a tratti... ma solo all'idea mi vengono in mente almeno dieci libri che rileggerei più volentieri.

  • 3 weeks later...

E' un libro straordinario, incredibilmente affascinante. Spesso i libri diventati così popolari, deludono perché adatti ad un pubblico dai gusti più semplici. Infatti mi ci sono avvicinato con un bel po' di pregiudizi, quella volta che lo lessi. Ma era un "classico" che mi mancava, ed ho fatto il sacrificio.E proprio di sacrificio s'è trattato, dato che la vicenda dell'immensa famiglia Buendia, si perde tra le strade di Macondo, e non si capisce più nulla. Storie e nomi s'accavallano in un caso che sembra statico, un limbo, con parenti rapiti o decollati come i santi, sullo sfondo di una guerra civile che non racconta mai abbastanza di sè e che non si sa definire.le pagine si susseguono svelte, e la matassa non si dipana, solo smette di ingarbugliarsi perchè non si ricordano più i nomi, i fatti, si confondono tra loro. Fino alle ultime venti pagine. Che ho riletto più volte, e che mi hanno causato sempre la pelledoca.Vi invito a leggerlo, tutto, senza saltare una riga. E' il solo modo di essere ampiamente appagati quando leggerete la parola fine. Vi auguro di emozionarvi come è successo a me.nexo

Uno dei miei romanzi preferiti, di quelli che rileggo sempre volentieri e che non mi stancano davvero mai. Una galleria di ritratti spesso struggenti, di personaggi forse poco realistici ma strepitosi, incarnazioni di virtù e nefandezze. Il tutto ambientato nell'atmosfera onirica ma febbrile di Macondo, in Sud America, tra foreste e paludi, tra calura e zanzare. Lo stile - una prosa torrenziale, libera, diretta – è originalissimo e decisamente sudamericano. Si procede con i tempi sfocati e sospesi del sogno, ben lontani da una precisa successione temporale, da un plot lineare e definito. I cent'anni della famiglia Buendía sono un riscrivere ciclicamente e faticosamente gli stessi momenti. Ogni tentativo di cambiare le cose, d'impedire il verificarsi d'orrori futuri, si rivela – come nell'Edipo Re - la via perché invece si realizzino ed abbiano effettivamente luogo: non è un caso, dunque, che Macondo nasca e muoia nella paura di un bambino con la coda di maiale. Il genere è quello del "realismo magico". Di magia, a ben vedere, non si parla mai in modo esplicito, eppure si percepisce distintamente. Si avverte nel dono della chiaroveggenza del colonnello Aureliano Buendía; nel misterioso dialogare tra lo spettro di Prudencio Aguilar e José Arcadio Buendía, segno di come la morte, a Macondo, non escluda la vita, ma anzi la compenetri e la pervada; nelle profezie delle pergamene di Melquíades, magnifico zingaro che ricorda in modo inquietante Gandalf il Grigio e che, come lo stregone, illumina e domina l'intera vicenda.L'unico neo di "Cent'anni di solitudine" è, a dirla tutta, una delle figure più detestabili, odiose e stomachevoli che abbia mai incrociato sulle pagine di un libro: Remedios la Bella. Assunta in cielo, troppo santa, troppo ingenua e sicuramente troppo bella perché io la potessi amare. È la voce fuori dal coro, l'unica della famiglia a salvarsi, forse proprio perché così insulsa nella sua perfezione. Un vago cenno alla (in)giustizia divina?

  • 5 months later...

Ripesco il topic :gha:

Sono un garnde fan di Gabriel Garcia-Marquez, di lui ho letto "Cent'anni di solitudine", "L'amore ai tempi del colera", "Cronaca di una morte annunciata", "La incredibile e triste storia della candida Erèndira e della sua nonna snaturata" e "l'autunno del patriarca". Che dire, nessuno mi appassiona tanto alla lettura come questo autore, che riesce incredibilmente a mescolare la cruda realtà dell'America Latina caraibica, con i suoi paesaggi, i suoi problemi e la sua gente, insieme ad un pizzico di fantasia, passando continuamente da situazioni realistiche al massimo, a situazioni al limite del surreale, il tutto condido con la sua incredibile capacità nela sapere descrivere ambientazioni e personaggi. Il mio preferito è stato sicuramente "L'amore ai tempi del colera", di cui tra poco uscirà ache il film, che consiglio a tutti di vedere  :)

Oggi ne ho comprato un altro "Dell'amore e di altri demoni", e non vedo l'ora di iniziare a leggerlo!!!

  • 2 years later...

Un capolavoro. Alle superiori l'insegnante di spagnolo ce lo fece leggere e fui quasi l'unico a finirlo.

Uno dei migliori romanzi del '900. Forse il migliore di tutta la letteratura spagnola per quel che ho letto e studiato.

 

Non l'ho mai riletto e forse non lo farò mai. La magia svanirebbe ad ogni riga e voglio conservarmelo com'è ora nella memoria; non un libro, un esperienza di vita.

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