Bea Posted April 5, 2011 Share Posted April 5, 2011 Io, adesso Camminare tra lacrime calde nella Roma invernale è quanto di meglio potessi desiderare in questa notte gelida. Sento il desiderio di non fermarmi, di sentirmi parte viva di questa città. Ho un baratro nella mente che aspetta di riempirsi di qualunque cosa, purché aiuti a non pensare. I volti di San Lorenzo mi sospendono tra le chine, cerco di trarne schizzi volanti nel disperato tentativo di distrarmi. Questi volti che si rincorrono hanno un fuoco comune, me. Mi guardano piangere, sentono urla profonde e mi si fanno incontro. Una donna dal petto generoso mi accoglie nella sua culla, la nenia placa i miei nervi, poi un ragazzo mi carezza il volto, asciuga le lacrime con un sorriso caritatevole; anche il netturbino vuole la sua parte, mi offre un denso abbraccio a cui la mia mente si ribella, riportandomi al marciapiede su cui procedo. Non c’è molto di bello in questa notte, tranne l’appagante senso di libertà che mi protegge. La libertà, ciò a cui ho sempre mirato negli ultimi venti anni senza mai rendermi conto che in realtà ciò che volevo davvero era solo un po’ di emancipazione. Adesso, mentre lascio il diaframma a fare il suo lavoro, mi concedo al motivo del mio pianto. La fuga è sempre stata la via da me preferita per interpretare le batoste della vita, il mio personalissimo modo di risolvere i problemi. E’ l’evasione che mi permette di ritrovarmi nei momenti più bui, quelli in cui perdo la forza di reagire platealmente oppure mi sento troppo incazzata per essere retta. Godo spesso delle reazioni che suscito in questi momenti, non mi vergogno ad ammetterlo. Oggi ho avuto davvero un’ottima ragione per “emanciparmi”. L’arrivo del postino Non ho alcuna voglia di studiare, l’esame di storia può attendere un giorno in più, e poi è domenica e ieri non ho messo la testa fuori di casa neanche per un caffè. Roberta è ancora sul letto a dormire ed io mi rilasso, sorseggiando tè equo e pensando a Peppe; scrivo un po’ di lui nei miei pensieri, anche se non vorrei. So di essere sul punto di lasciarlo ma non riesco ad arrendermi a questa evidenza, in verità faccio perversamente finta di amarlo ancora. E’ su queste note che scelgo di tagliare il torpore, ho davvero voglia di un bell’espresso caldo, comodo e carico. Peccato non essere a Napoli, lì il caffè è vera musica. Solamente al mio ritorno noto che la cassetta della posta è in stato interessante, il postino è arrivato ed è impossibile non notare la lettera, la sua scrittura è inconfondibile. La lettera Ciao amore E’ bello pendere dalle labbra di una persona, cercare qualcuno che ti guidi, che ti dia un consiglio, anche se pensiamo sempre che siamo in grado di ragionare con la nostra testa. Vedi, anche quando ti scrivo, adesso, in questo momento, tratto sempre gli altri con un atteggiamento di superiorità, seguo il mio infallibile schema mentale, razionalmente, inesorabilmente, e riesco a confutare tutto e tutti perché ho quella sicurezza di cui mi parlavi sabato, quella che mi rende felice perché mi fa sentire “maturo”. Ma è tutto sbagliato. Poi arrivi tu, e quando parlo con te mi accade il contrario. Quella logica precisa e quella sicurezza se ne vanno al diavolo!Non riesco a mettere assieme due parole, un discorso sensato, e quei TI AMO o TI VOGLIO BENE buttati lì, così, rendono la cosa ancora più ridicola. Anche quanto sto scrivendo adesso risulterà per lo più frutto della mente di un pazzo o, ancora peggio, di uno che non capisce niente; l’insieme di quattro parole che non hanno alcun significato. Al contrario, quello che (spero) mi risponderai sarà perfetto, ineguagliabile, verità assoluta. E questo non è plausibile, perché anche se siamo insieme da 6 anni abbiamo ancora molto da darci… e in fondo anche tu non mi capirai mai. Devo smetterla di trattarti come un Dio, come un angelo, perché sei solo una persona, forse più matura, forse meno di altre. Non puoi capire come mi sento io dopo aver pensato una giornata intera a come renderti felice: una rosa, una frase, un regalo, un sms… ma sono consapevole che basterebbe solo una di queste cose fatta quando ne hai davvero bisogno per appagarti. E invece mi sento uno straccio, consapevole di non essere mai stato sulla tua lunghezza d’onda, specialmente quando sei tu a farmelo notare, come stasera. E’ difficile farmi capire, ma è come se dentro me ci fossero differenti personalità, 3 Peppe. Due di loro sono sempre in conflitto tra loro. Parlano, parlano, ma non concludono mai niente e si annullano a vicenda nel pensare continuamente al giusto e allo sbagliato, creando vuoto inutile che si traduce nelle cazzate che faccio. Poi c’è il terzo, quello che pensa, che scrive adesso, è quello che guardi negli occhi quando mi baci, quello che si maledice per gli altri due. Il problema è che due contro uno la lotta è impari… e anche se non vuoi ammetterlo, sono sicuro che dentro te è lo stesso,anche se tu forse non ne prenderai mai coscienza. Vuoi che ti dica un modo per uscire da questo casino? Non posso esserti utile, prima dovrei lasciarti. Ed è come quando nei cartoon si vede apparire un angioletto su una spalla e un diavoletto sull’altra… io non so ancora quale dei due tu abbia disposto su di me. Di una cosa sono in ogni caso certo: _ _ _ _ _! Io, dopo la lettura Io, dopo la lettura e quindi dopo la lettera, ho preso coscienza di ciò che mi sarebbe spettato stanotte, ovvero l’emancipazione. Ho aperto la porta di casa, considerando che non ero ancora rientrata, ed ho appoggiato lo zaino sul letto. Quindi sono uscita. Era ora che qualcuno mi mettesse di fronte alla realtà, visto che non ne ho mai avuto il coraggio. Mi spiace solo che a farlo sia stato proprio Peppe, mi spiace che abbia capito prima di me. Mi spiace soprattutto sapere già dove mi porterà questa notte d’ascolto, in altre parole lontano da lui. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Silverselfer Posted April 27, 2011 Share Posted April 27, 2011 Mi piacciono questi flash di realtà, una sorta di micro nuclei narrativi zen che fotografano l'istante emotivo del protagonista in una realtà sceneggiata. La lettere, invece, non è molto bella. Di difficile comprensione, specie se relazionata alla fantomatica emancipazione che scatenerebbe. Domanda: ma è diventato un reato spiegare le cose che stanno accadendo al lettore? Concludendo voglio sottolineare che è bello leggere finalmente su questo link del forum dedicato agli scritti, qualcosa di "letterario". Grazie Bea. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Bea Posted April 27, 2011 Author Share Posted April 27, 2011 Ebbene. Ti ringrazio per la tua critica, come sempre costruttiva. La tua domanda trova ampio spazio nel percorso che sto facendo, proprio negli ultimi tempi. Può sembrare una scelta di comodo, quella di lasciare il lettore sospeso in una trama costruita solo in parte, priva di una totale coerenza. In realtà mi ha sempre affascinata questa modalità, seppur ultimamente stia cambiando la costruzione dei miei racconti. Questo Ragggio di curvatura ha ormai sei anni, l'ho postato con la stessa emozione che provo nel mostrare una mia foto da bambina ad una persona cara. PS: Spero di conoscere presto qualche tua nuova creatura. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francy87 Posted May 8, 2011 Share Posted May 8, 2011 mi è piaciuto molto, davvero tanto. mi ricorda un po' il mio modo di scrivere, asciutto e sintetico, focalizzato più sui particolari che sul fatto in sè. spero di leggere dell'altro :) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Bea Posted May 11, 2011 Author Share Posted May 11, 2011 Grazie skanda87! Spero di leggere qualcosa di tuo a breve! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francy87 Posted May 11, 2011 Share Posted May 11, 2011 Grazie skanda87! Spero di leggere qualcosa di tuo a breve! forse riaprirò a breve il mio terzo blog... se sarà così, posterò l'indirizzo Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ahimsa Posted May 11, 2011 Share Posted May 11, 2011 Cos'è per voi scrivere? un passatempo, uno sfogo, un piacere, una necessità, un mestiere, il mestiere desiderato??... indipendentemente da questo, mi ha fatto piacere Bea leggere il tuo racconto... che potrebbe benissimo essere considerato come una pagina strappata dal tuo diario. ... e altra curiosità, scrivete solo racconti brevi, oppure vi cimentate anche in lavori tecnicamente più elaborati? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francy87 Posted May 11, 2011 Share Posted May 11, 2011 Cos'è per voi scrivere? un passatempo, uno sfogo, un piacere, una necessità, un mestiere, il mestiere desiderato??... indipendentemente da questo, mi ha fatto piacere Bea leggere il tuo racconto... che potrebbe benissimo essere considerato come una pagina strappata dal tuo diario. ... e altra curiosità, scrivete solo racconti brevi, oppure vi cimentate anche in lavori tecnicamente più elaborati? come ho già detto, io scrivo da sempre. scrivo prevalentemente per me, infatti l'ipotesi di aprire un blog l'ho presa solo da quando ho messo internet (pochi anni fa). ho dei quaderni che scrivo dal 24 maggio 2004, ci scrivo di tutto, ciò che mi capita quotidianamente, ciò che penso, ciò che provo e desidero. solitamente ci scrivo cose negative perchè quando sono felice faccio altro: esco ad esempio. non ho mai preso in considerazione l'idea di fare la scrittrice, non ho molta fantasia ed inventiva. ragion per cui non ho mai scritto racconti, nè semplici nè elaborati. mi fanno sentire troppo legata al filo logico, io invece voglio essere libera di scrivere ciò che voglio. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ahimsa Posted May 11, 2011 Share Posted May 11, 2011 In effetti fare la scrittrice è solo in piccola percentuale invenzione e sentimento... il resto è molta fatica e tecnica! Scrivere di getto è bello, ma è un privilegio che uno scrittore professionista non si può concedere perchè tutto va riletto e rifatto almeno venti volte! Comunque credo che sia normale che nei nostri scritti ci sia sempre la parte più cupa, perchè è così: quando uno sta bene esce di casa e si diverte e non ha voglia di stare a contare i suoi pensieri! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francy87 Posted May 11, 2011 Share Posted May 11, 2011 no ma ascolta. scrivere è catarsi, a parer mio. quando scrivi tiri fuori il peggio di te e lo scopo è proprio quello. in tal modo, si estirpa il marcio, o almeno si prova a farlo. io rileggendo certi miei scritti ho l'impressione di trovarmi di fronte alle memorie di una psicopatica però se non avessi qualcosa da dire, nel vero senso della parola, non scriverei nemmeno no? infatti a volte scrivo a ritmi serrati, un post al giorno, altre volte invece lascio dei buchi temporali molto larghi. poi io sono un tipo molto introverso, con l'inchiostro dico cose molto più intime che con la voce. viene fuori la vera "me". e sono anche un'appassionata di lettere: ho scritto tantissime lettere in vita mia, alle amiche come alle mie cotte di gioventù. ho potuto dire cose che la voce non mi avrebbe mai permesso e avrebbe anche sminuito. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Bea Posted May 11, 2011 Author Share Posted May 11, 2011 Cosa è per me scrivere? E' un bisogno, una ricerca, una sfida continua. E' l'evoluzione viscerale della mia immaginazione. E' egocentrismo. Mi sto cimentando nella stesura di un romanzo da circa due anni. Non so se riuscirò mai a finirlo, alterno periodi in cui aggiungo nuovi elementi e ne rimaneggio la struttura, ad altri in cui lo metto in punizione, abbandonandolo in una cartella del pc. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ahimsa Posted May 12, 2011 Share Posted May 12, 2011 Skanda, io credo solo che sia nei momenti di sconforto, quando subisci delle perdite, quando senti delle mancanze, quando insomma stai un pò in bilico che ci si butta con maggiore convinzione sulla scrittura: uno perchè è in una situazione precaria che nasce il bisogno di farsi tante domande e anche di provare come dici tu a estirpare quella sensazione di male, fisico o mentale. e secondo perchè di certo si è più creativi quando si è perturbati da un senso di inadeguatezza. questo quello che credo e che posso constatare anche in molti scrittori letti e studiati. Poi, come è giusto che sia, ognuno trova nella scrittura una motivazione differente e non è che sia necessario essere degli scrittori... a volte è confrontarsi con se stessi. Tenere dei diari o scrivere su fogli volanti a volte è terapeutico, e non ha nessun fine velleitario. Sicuramente è un mezzo, come ce ne sono poi tanti, per trovare un momento per sè. Oppure scrivere racconti può essere un'elaborazione di un punto di vista. Comunque, indipendentemente dalla motivazione per cui una persona è portata a scrivere, credo che per tutti ci sia un fattore comune, ossia che ci fa stare meglio. Bea, non lo punire troppo quel tuo romanzo!! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francy87 Posted May 12, 2011 Share Posted May 12, 2011 uno perchè è in una situazione precaria che nasce il bisogno di farsi tante domande e anche di provare come dici tu a estirpare quella sensazione di male, fisico o mentale. e secondo perchè di certo si è più creativi quando si è perturbati da un senso di inadeguatezza. sai, con la frase finale sono poco d'accordo, anzi più che altro voglio precisare cosa accade a me. io quando ho qualche problema in testa o sono turbata, non faccio null'altro: dormo male, non dialogo con nessuno, mangio l'essenziale, sto ore e ore a fissare un muro cercando delle risposte. l'unica cosa che faccio è scrivere. ma per il resto assomiglio a un vegetale. quindi "creatività" ma molto limitata, altrimenti farei un mucchio di altre cose. per quanto riguarda gli scrittori: oggi forse la vera essenza della cosa s'è un po' persa. gli scrittori odierni, a parte il primo libro, poi in genere scrivono perchè il pubblico lo richiede, sono costretti a pubblicare un sacco di cavolate (vedi la rowling e quell'altra che ha la presunzione di definirsi scrittrice, cioè la meyer) per dar seguito alle loro saghe. non lo trovo giusto, non scrivono per il gusto di farlo ma perchè si mercificano, si vendono. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
ahimsa Posted May 12, 2011 Share Posted May 12, 2011 E' vero, oramai le case editrici fanno a botte per scovare un esordiente, più giovane è e meglio è e cercano di caricarlo attraverso la pubblicità, il marketing ecc...ecc... ma l'editoria fa il suo mestiere: ok che deve "smerciare" cultura (più o meno) o intrattenimento, ma alla fine deve portare i soldi in tasca altrimenti si chiude. Io però dico che in mezzo a tanti fenomeni da un libro e basta, e da quelli che campano con i vampiri e maghetti e roba simile, ci sono una quantità incredibile di scrittori che non si piegano in modo così spudorato al mercato, e certo il loro è un mestiere e hanno dei contratti da rispettare, però non deludono e non scriveno porcherie. Questo significa essere fedeli al proprio sentire. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Francy87 Posted May 13, 2011 Share Posted May 13, 2011 ma sono davvero pochi. su due piedi a me non viene nessuno in mente che si sia mantenuto su questa linea che tu dici. amo molto stephen king e i suoi scritti mi piacciono un sacco, però io intravedo in lui sempre uno stesso filo conduttore, come se il pubblico si aspettasse da lui sempre una determinata cosa, un determinato libro, una determinata storia. giusto per fare un esempio. ma siamo passate dal parlare di noi ai grandi scrittori... manie di grandezza Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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