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Questo fa di me un represso?


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Da alcuni giorni sto pensando a questa cosa: sento spesso nominare gli omosessuali repressi, chi prova compassione, chi leggermente dell'astio.

E mi chiedevo, ma io, che generalmente provo compassione, non è che posso essere considerato tale?

Per rispondere a questa domanda ho considerato varie cose (ma non mi sono dato ancora una risposta):

- Le uniche persone a cui l'ho detto sono i miei familiari tranne mia sorella (che da un recente commento che ha fatto non so proprio se dirglielo) e a 5 amici.

- Quando sono con etero (cioè sempre) non li illudo mai riguardo la mia eterosessualità, ma non sono neanche del tutto sincero (esempio: "hai la ragazza?", "no" che è una mezza verità, ma non una mezza bugia).

 

Sulla base di queste due considerazioni ne nascono altre, cioè i miei dubbi sul coming out. Anche a non voler sbandierare di essere gay e tutto quanto, anche perché ci sono situazioni in cui potrebbe non essere opportuno fare tanta pubblicità, ma quanto può davvero rimanere nascosta una cosa del genere?

Cioè, quando e se avrò un ragazzo, come potrei tenerlo nascosto? siamo d'accordo nel dire che l'intenzione di tenere nascosto una cosa che fa parte della propria vita sessuale farebbe di me un omosessuale represso, giusto? ecco, e io ho sempre pensato che se avessi un ragazzo vorrei portarlo alle cene di famiglia come mia sorella fa col suo, e fare tutte le cose che fanno le altre coppie, quindi non ho proprio intenzione di nascondermi e vivere una relazione come dovrebbe essere vissuta.

Però pensavo: ok, e fino ad allora? faccio finta di niente? in verità io spesso e volentieri faccio battute ambigue (con amici che non hanno niente a che fare con quei 5 che ho detto prima), un po' per tastare il terreno e un po' per prepararlo, nel senso, fare battute ambigue mi aiuta a percepire quanto sono predisposti gli altri all'argomento ed eventualmente prepararli alla notizia. Spesso alcuni mi hanno detto più o meno scherzosamente che secondo loro sono gay, secondo me è una cosa buona perché la volta che vorrò dirgli come stanno le cose non sarà un fulmine al ciel sereno, anzi, confido che mi potrebbero rispondere che se l'aspettavano.

Però questo è per quanto riguarda le persone che frequento solitamente, ma la gente di paese? familiari? Una volta andai insieme ad una mia amica all'università (una che non ha problemi riguardo l'omosessualità, ma a cui non l'ho detto) e mentre aspettava di entrare passa un tizio che fa un corso con lei e mi dice che è gay.

Io ci sono rimasto molto male, mi chiedevo perché avesse avuto bisogno di dirmi quella cosa, cosa me ne sarebbe potuto importare? e analogalmente pensai: è la stessa cosa che succederà a me, cioè che verrò marchiato a fuoco, e sinceramente non so cos'è che mi da noia di questa faccenda, forse il non avere scampo, avere già un biglietto da visita, oltretutto un biglietto da visita che non tutti manderebbero giù.

Sto facendo qualche serata come cameriere in un ristorante di una mia vecchia compagna di scuola e credo di aver fatto simpatia ad un tizio che ci lavora ufficialmente, infatti si è proposto di aiutarmi a cercare un lavoro ed in generale è molto disponibile. Cosa scopro la sera stessa? che tutti hanno un nomignolo nel ristorante, il suo è "l'omofobo", prima che possiate pensare che sia represso vi dico che ha una ragazza con cui sta 10 anni che sarebbe la sorella della mia amica, insomma represso non è sicuramente, quello che mi ha colpito è che la sua disponibilità potrebbe cambiare radicalmente nei miei confronti se sapesse che sono gay e questa cosa mi ha fatto piangere per tutto il viaggio di ritorno in macchina.

Poi ci s'è messo anche mio padre, quando gli ho detto di essere gay l'ha pesa bene, dopo un mese o due che ne riparliamo mi dice, con qualche giro di parole, che sarebbe meglio per me non farlo sapere in giro.

E io non so che fare, io non voglio nascondermi, non credo di essere represso, ma che posso fare? ho 19 anni, non ho un lavoro e vivo coi miei, e già rivelare di essere omosessuale potrebbe compromettere di trovarne uno, e potrebbe non essere il primo caso. Se anche facessi coming out con chi voglio io, queste parlerebbero di sicuro, e la voce si spargerebbe, quindi non avrebbe molto senso decidere chi sì e chi no.

Il non essere repressi vorrebbe dire non nasconderlo mai e in nessuna situazione, ma mi viene da fare un passo indietro quando poi vivo delle situazioni come quelle al ristorante.

 

Scusate per il wall of text e per eventuali errori grammaticali o di sintassi, ma non ho tempo per rileggerlo.

Non so neanche se quello che ho scritto ha un senso e se ho scordato delle cose.

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https://www.gay-forum.it/topic/17140-questo-fa-di-me-un-represso/
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Tu sei semplicemente impaurito da quello che ti aspetta rivelando a tutti la tua omosessualità. L'hai detto alle persone di cui ti fidavi di più, ed è logicamente la via migliore per iniziare, piano piano, a dichiararsi.

Il mondo purtroppo la stragrande maggioranza delle volte è crudele, e non serve molto affinché una persona di cui credevi di avere la totale fiducia sia in grado di voltarti le spalle come se non fossi mai esistito. Questo però non fa di te un represso, l'avere paura è normale, credo, vivendo in una società così chiusa.

Un represso è uno che cerca a tutti i costi di nascondere e celare, anche a sè stesso, la propria omosessualità perché odia l'idea di essere additato negativamente o di essere costantemente denigrato dagli omofobi. Sviluppa così una vita seguendo l'eterosessualità, ma conserverà dentro di sè sempre la propria omosessualità che spesse volte non gli consente di essere felice, perchè non può essere sprigionata come dovrebbe.

Tu però non neghi te stesso, tu devi solo trovare la fiducia e dire a te stesso che non sei diverso da nessuno e che meriti la stessa felicità di tutti gli altri. Credo e spero di aver centrato il punto della discussione :D Saluti.

ma non confondiamo represso con non dichiarato, sono due cose diverse.

i repressi sono sostanzialmente quelli che mentono a se stessi prima che agli altri, spesso illudendosi di essere etero o bisex senza esserlo e che fanno una profonda questione morale sulla propria sessualità finendo per non vivere una parte importante di se.

guarda sincera tutta un po represso( di prima acchitta INHA) sei!!!! ma è normale!!! se ti dico che devi accettare la tua femminilità tutti gli altri mi danno addossa perchè sono i primi ad non accettarla!!! non so quanti anni hai spero non che tu sei appena maggiorenne perchè non voglio turbarti come mi hanno accusato con krypto...avrei bisogno di sapere piu cose su di te per dari un consiglio valido io ti posso dire solo sii te stesso!!!! (eventualmente scisa se uso la maschile):salut:

Veramente la cultura gay non impone niente a nessuno.

 

Il CO è un gesto affermativo, di autoaffermazione di sè

non significa "sbandierare", non significa obbligo di CO

permanente e universale. Si può ipotizzare al più un obbligo

etico e politico di difendere gli omosessuali e l'omosessualità

in presenza di comportamenti e discorsi omofobi, da parte di etero.

Ma è un discorso diverso.

 

Se trasformate il CO in altro è perchè siete preda di un'ansia

di accettazione da parte degli etero, che al 90% dipende da

una certa fobia sociale ( ovvero il contrario dell'autoaffermazione )

No, non sei represso, però sei ansioso.

 

Chiedetevi quindi come mai capita che uno strumento elaborato

dalla cultura gay da usare come strumento di autoaffermazione

viene trasformato in un evidente sintomo di subalternità psicologica.

cambiapelle

ti quoto in pieno caro.

non sarei riuscito ad esprimermi meglio.

il C.O. e' uno strumento importantissimo Dell auto affermazione di se ed e' indispensabile per condurre una vita senza menzogne . lascerei stare per un attimo il sociale e i diritti gay .. e' proprio per un fatto di tranquillità personale. ovvio non e' un obbligo! c' e' gente che adora avere una doppia vita , ma il piu delle volte non e' cosi. nel mio piccolo ( chi non lo sapesse ho un negozio di animale da un anno ) ho Gia 4 cilenti gay e lesbiche nascosti con finte ragazze e ragazzi di convegnenza e Che non se la passano affatto bene.

Bè, forse ho inteso represso nei confronti di altri gay che mi potrebbero giudicare tale. Credo che il punto l'abbiate centrato un po' tutti.

Io con me stesso sono a posto, non ho mai cercato controfigure. Più che impaurito sono amareggiato, che una cosa del genere possa incidere sulla mia ricerca del lavoro, sulle persone da frequentare, o su discriminazioni per via alterne. Mi immagino spesso questa situazione, io che l'ho detto (leggasi anche: è saltato fuori l'argomento) a un po' di persone, quelle che frequento maggiormente; a cose normali non esiste che tutti la prendano allo stesso modo, qualcuno lo sbandiererà per me e finirò come quel ragazzo all'università marchiato a fuoco da tutti indistintamente. Andrò dal macellaio e qualcuno glielo avrà detto per me, non sarò "il signor tal de tali", ma "il frocio".

Il frocio è venuto a comprare la carne, il frocio è qui, il frocio è là. Io sarò frocio per persone che non conoscerò neanche, e, una cosa che mi accapponare la pelle, può incidere nel relazionarmi ad esse prima ancora di aver effettivamente relazionato (con delle conseguenze che potrebbero essere negative).

Se questo tipo con cui lavoro lo sapesse molto probabilmente lavorare saltuariamente lì sarebbe un inferno, non si sarebbe mai proposto di aiutarmi col lavoro, magari mi avrebbe sputato nella pizza. Capite cosa intendo?

Mi viene uno sconforto incredibile e molta rabbia.

Io sinceramente non penso che questo faccia di te un represso. In fondo hai detto di te e l'hai detto anche ai tuoi genitori, cosa che penso sia il passo più difficile in assoluto!!!

Inoltre, come hai sottolineato tu, non hai un ragazzo... quando l'avrai magari agirai in modo differente e vivrai la tua storia alla luce del sole. Poi dato che i tuoi lo sanno e solo tua sorella non lo sa ancora quando l'avrai nulla toglie che tu possa invitarlo a casa a cena quando sarà il momento!

Per quanto riguarda il ragazzo che ti sta dando una mano a cercare lavoro... bè ma siete proprio amici? Perchè sinceramente non siete amici perchè dovresti dirglielo? Tu come sai che è etero? Dal fatto che ha una relazione da 10 anni con una ragazza... tu non hai una storia al momento quindi perchè dovresti parlargliene se non te la senti? In futuro vedrai tu...!

Ovviamente è vero che potresti essere "marchiato", ma in fondo è una cosa tanto negativa? Insomma, succede con tutti quelli che hanno una differenza rispetto allo standard (di qualunque tipo la differenza sia)....e magari non è che la tua amica ha fatto l'osservazione sul ragazzo perchè pensa che tu sia gay e voleva darti il la o suggerirti una conoscenza? Magari no, l'ha detto soltanto così per dire... ma se la cosa non è stata accompagnata da un commento omofobo, chi se ne frega!! Poi considera che se si saprà di te in questo modo...bè avrai la certezza che chi poi si avvicina e ti conosce non ha problemi con la cosa ;)! Cerchiamo di vedere il positivo :)

Quando avrai il ragazzo, non ti importerà più :)

 

Immagina di essere etero e di stare con una ragazza africana.

Probabilmente il tuo macellaio dirà: "E' venuto quello che sta con la negra"

E la tua rabbia sarà solo verso il suo razzismo.

Saresti anzi orgoglioso di poter vivere il tuo amore

nonostante la cattiveria e la stupidità della gente.

Andrò dal macellaio e qualcuno glielo avrà detto per me, non sarò "il signor tal de tali", ma "il frocio".

 

Si è una possibilità, ma "nomignoli" si avranno sempre nella parte di mondo che frequentiamo. Se non è "il frocio" sarà sicuramente qualcos'altro, per esempio se fossi etero e sciupafemmine saresti il "farfallone" o "quello che non riesce a mettere la testa a posto", per non usare termini più volgari o.o

Cosa voglio dire con questo? Che la gente, giudica, affibbia nomignoli, si fa idee solo sul sentito dire e chi di noi non l'ha mai fatto magari sbagliando clamorosamente? C'è chi usa maggiore cattiveria, c'è chi invece lo fa bonariamente.

 

La cosa migliore da fare è prendere coscienza di questo e vivere liberamente, in questo caso, la tua sessualità. E per liberamente non intendo necessariamente prendere una bandiera arcobaleno avvolgertela attorno al collo e camminare per strada al ritmo si "born this way" ma viverla nel modo che tu preferisci, ma VIVERLA (niente serate chiuso a casa a flagellarsi i polsi davanti a un film VM18 e l'indomani andare a lavoro e dire "ah si! vorrei proprio farmi tale tizia")

 

Sopratutto in Italia, dichiarare la propria omosessualità durante un colloquio di lavoro è esattamente come professare la propria fede politica nella medesima situazione. Hai un 30% di possibilità che al tizio davanti a te non freghi nulla, un 30% di possibilità che pensi "ah che coraggioso" un 35% che ti veda come un diverso e un 5% che ti dia il proprio numero per uscire insieme la notte successiva per andare al bar "la banana rotolante" sotto casa.

 

E per rispondere alla domanda del titolo, no non sei represso sei nella fase della paura di quello che ti aspetta fuori. Ci siamo passati tutti, lentamente troverai la tua dimensione e il tuo mondo andrà a posto da solo. Il mio consiglio da esperienza personale, fa solo in modo che sia tu a gestire il fatto che ti piacciono i maschietti e non che sia il fatto che ti piacciono i maschietti a gestire te.

Tu sei sempre e cmq prima Alessio che ha due occhi un naso, che lavora al ristorante, che è omosessuale, che ha la patente e che indossa la maglietta a righe.

 

Insomma, spero di essere stato utile XD

Dreamer88, non siamo amici, ma per il discorso che facevo prima, se il fatto che sia gay si spargesse a macchia d'olio, lui lo saprebbe prima ancora di avere a che fare con me, è questo quello che intendevo.

Comunque per adesso cercherò di diventare più autonomo poi deciderò il da farsi.

Hinzelmann, ho riletto meglio il tuo post e mi sono accorto di non aver capito bene l'ultima parte, cosa intendi dire?

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