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Se esistesse una "cura" per l'omosessualità la usereste?


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Hinzelmann

Onestamente faccio fatica ad immaginarmi come Giovanardi

o su posizioni del genere, non solo perchè ovviamente un

po' mi ripugna, ma per una serie di riferimenti autobiografici

e ambientali ( famiglia, città etc. )che credo mi autorizzino

ad escluderlo.

 

Posso ipotizzare un me stesso etero, che simpatizza con i gay

ma esasperato da Berlusconi è molto più ben disposto ad un

governo di unità nazionale guidato da "MontePrezzemolo", di

quanto io non possa, come gay ( alleanza con l'UDC etc. )o

forse avverserei lo stesso questa ipotesi ma per motivi diversi.

 

Penso cioè, che leggendo i giornali e seguendo il dibattito

sui DiCo una percezione della questione omosessuale l'avrei,

ed una mia opinione si sarebbe formata. Nel senso che bene o

male la questione omosessuale oramai è diventata pubblica ed

in genere io sono una persona abbastanza informata di politica.

 

Sarebbe la stessa cosa? Penso di no Almadel...ci sarei arrivato

molto dopo, guardando la questione dall'esterno, con un diverso

ordine di priorità ed uno sguardo necessariamente diverso. Il fatto

di solidarizzare coi gay come con gli immigrati, non basta a definire

la qualità ed il significato della militanza gay di un gay.

 

Poi magari politicamente non sarei su posizioni rovesciate rispetto

alle attuali, nè certamente mi fa piacere immaginarmi come omofobo.

In tutta onestà non mi riesce a trovare una forma teorica per esprimere

ciò che vorrei dire...ma Almadel il tuo discorso in generale ( anche spogliato

dai riferimenti a Dall'Orto o Calvin2010 sicuramente da ritirare ) non mi torna.

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Certo che c'è una differenza tra un militante e un simpatizzante

ed è più o meno la differenza che passa tra l'essere un gay progressista

e l'essere un progressista etero. Immagino che Dall'Orto questo intendesse, no?

E' vero che nel 2011 non è possibile non avere una posizione sui gay

e l'ignoranza sul tema diventa sempre meno una scusante.

 

Ma - per esempio - su quanti gay la scoperta della loro omosessualità

ha influenzato il loro abbandono della Chiesa Cattolica?

E - in generale - quanto pesa la propria omosessualità

nel rifiutare scenari politici (Montezemolo con l'UDC, per esempio)

e compagnie di amici o ha influenzato il rapporto con la famiglia?

 

Per alcuni avrà avuto un peso più significativo che per altri, no?

L'idea è solo quella di capire come saremmo se non fossimo stati gay;

pensare a quali punti di vista abbiamo cambiato grazie a questa scoperta

e immaginare cosa saremmo diventati se non li avessimo mutati.

 

 

questo pensiero lo condivido. E' una domanda che gira in testa anche a me da anni sapere in che misura il mio essere omosessuale abbia influenzato la mia visione del mondo, la mia sensibilità verso alcuni temi piuttosto che verso altri. Mi piace pensare che sia in un certo senso marginale e che abbia semplicemente portato un diverso "coraggio" nell'esprimere delle idee che magari se fossi stato eterosessuale avrei portato avanti con minore convinzione, forse per via del fatto che non sarei probabilmente riuscito a comprenderle appieno. E magari sarei stato meno "selettivo" sulla scelta delle persone da avere intorno

Chissà!

 

 

Tornando al discorso meramente prosaico sulla pillola, posso dire con assoluta certezza che non la prenderei, sia perchè ho conosciuto l'altra "metà del cielo" e so che non guadagnerei o perderei nulla a stare con una donna, sia perchè <momento gayinlove on> non vorrei lasciare la persona che sta al mio fianco </off>

 

 

per quanto mi riguarda, prenderei le medicine se fossi malato.

 

poichè malato non sono, non prendo un cavolo.

 

no, non la prenderei.

 

io sto benone con me stesso.

Mattia.

 

sono d'accordo con Mattia. Nemmeno io la prenderei, non c'è nulla da curare!

FreakyFred

Di solito se uno è omofobo vuol dire che è gay, o comunque che ha qualche tendenza omosessuale significativa repressa. Su uno è perfettamente etero di solito è al massimo indifferentte alla questione omosessuale, ma non ostile.

Hinzelmann

Certo che c'è una differenza tra un militante e un simpatizzante

ed è più o meno la differenza che passa tra l'essere un gay progressista

e l'essere un progressista etero. Immagino che Dall'Orto questo intendesse, no?

E' vero che nel 2011 non è possibile non avere una posizione sui gay

e l'ignoranza sul tema diventa sempre meno una scusante.

 

Ma - per esempio - su quanti gay la scoperta della loro omosessualità

ha influenzato il loro abbandono della Chiesa Cattolica?

E - in generale - quanto pesa la propria omosessualità

nel rifiutare scenari politici (Montezemolo con l'UDC, per esempio)

e compagnie di amici o ha influenzato il rapporto con la famiglia?

 

Per alcuni avrà avuto un peso più significativo che per altri, no?

 

Stabilito che l'omosessualità non è solo una condizione da abbracciare

in quanto immutabile, ma omosessuali si diventa, nel senso che per un gay

moderno ( io dico moderno, non progressista ) l'omosessualità è formativa:

li ipotizzerei proprio come due momenti-movimenti... ( "stabilito", nel senso

che fisso i presupposti del mio ragionamento )

 

Che quindi la risposta istintiva di molti ( prendere la pillola sarebbe un

tradimento ) è vera e "giusta" nella misura in cui corrisponde a questo secondo

movimento ( tipico dell'età e dell'esperienza di molti utenti che rispondono )

secondo me necessario.

 

E quindi in questa fase la pillola dell'eterosessualità costituisce una implicita

violenza, per il solo fatto di esserci.

 

Stabilito questo quadro di riferimento, rispetto al quale io ipotizzo un terzo

momento: la reazione psicologica di chi essendosi costruito come gay e come gay

militante può vedere emergere una "fatica" psicologica ( io la posizione di Calvin

me la sono spiegata così e ne vedo conferma laddove parla di "armatura ideologica"

dandogli la connotazione di contrario a logica )rispetto alla condizione di minoranza.

 

Ma anche in questo caso, come obietto a Mina, 'sta benedetta pillola dovrebbe

essere temporanea, durare una settimana ( biunivoca non serve a niente perchè

gli etero non la prenderebbero mai ) e sarebbe controindicata per i "pansessuali"

per poter essere non implicitamente violenta ( a Mina io non la prescriverei... :angel: )

 

Stabilito questo mio quadro di riferimento, è chiaro poi che nella fase diciamo

formativa ogni gay seguirà un suo percorso.

 

Io direi che per molti ciò che pesa in questa fase sia la tentazione di "adattarsi"

all'ambiente, che può avere una giustificazione anche politica ( sono di destra, sono

cattolico ) ma non necessariamente unilaterale( in passato poteva funzionare benissimo:

sono marxista oggi molto meno perchè la sinistra è meno marxista i giovani non conoscono

il marxismo etc. )e non solo politica in senso stretto.

 

Forse si potrebbe dire che gioverebbe a molti un momento di ribellione ( in questo senso

potrei trattenere la parte del tuo intervento in cui parli, riferendoti a te stesso, di

"temperamento" politico )

Di solito se uno è omofobo vuol dire che è gay, o comunque che ha qualche tendenza omosessuale significativa repressa. Su uno è perfettamente etero di solito è al massimo indifferentte alla questione omosessuale, ma non ostile.

 

non sono d'accordo.

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