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Eterosessualità auto-indotta: esiste?


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Ma stiamo scherzando, Freaky? Chi vorrebbe mai levarti il diritto ad avere un nome? In realtà è almadel che cerca di levare questo diritto ai queer, quando sostiene che essere queer è solo una pratica teorica e dalle sue parti non esistono persone queer :)

 

Come tu hai il diritto ad avere un nome, io ho il diritto di rifiutare un'etichetta sessuale. Semplicemente perché la mia singolarità non si adatta a questa reductio.

Personalmente non ci vedo nessuna onnipotenza. E' semplicemente un atteggiamento nei confronti della sessualità. Non mi ritengo affatto speciale per questo.

E' troppo poco preservare la propria singolarità per cercare di essere speciali.

 

Alcuni di voi dànno l'impressione di pensare che la Qr th sia stata inventata da un etero malvagio per nascondere la sua omosessualità repressa e convincere i gay che possono ritornare ad essere etero :)

 

Se costoro si informassero, scoprirebbero di esssere totalmente fuori strada. La Qr th è quanto di meglio abbia prodotto il pensiero glbtq.

Foucault, Derrida, Kristeva sono nomi importanti in ambito speculativo contemporaneo. I teorici queer si ispirano fondamentalmente a loro.

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Alcuni di voi dànno l'impressione di pensare che la Qr th sia stata inventata da un etero malvagio per nascondere la sua omosessualità

repressa e convincere i gay che possono ritornare ad essere etero :)

 

 

 

Non è questo: alcuni di loro pensano che la QTh sia stata accolta dai gay che non si accettano compiutamente per mimetizzarsi, e per

liberarsi di un'identità gay, che non riescono ad assumersi, ed è troppo pesante per loro.

per fortuna sono stato a Roma

e ho partecipato al mio (ennesimo) convegno sulla QTh

che mi ha fatto dimenticare che Soledamore esiste

e che le persone reali che si definiscono queer

stanno ancora sul punto e ci lavorano ancora bene.

La Qr th non è questione di convegni. Secondo l'ipotesi di Freaky (quella del test di Turing...) tu, almadel, non sei nemmeno una persona reale,

avresti voglia di sbatterti ai gay pride, come sostieni!

Più probabile che tu sia una macchina (secondo Freaky)... se fosse vera questa ipotesi, io ti definirei la "macchina gaysta perfetta" :)

 

Certamente la tua partecipazione al gay pride o all'ennesimo convegno queer ad esso legato, dal punto di vista della filosofia, significa poco o niente.

 

@ Isher, caschi male: io, persona queer, accetto senza se e senza ma il mio comportamento omosessuale. Non ho bisogno di mimetizzarmi in un gay pride.

E se partecipo al gay pride, non ho altri fini che quello di affermare la mia diversità.

Per me, nel godimento anale, non c'è nulla di pesante, anzi! Forse, per voi non è così:banana:

Ovviamente il discorso, dopo l'off topic di Freaky, di cui non posso non seguire la scia - a questo punto -

si sposta sulle macchine desideranti.

 

La mia affermazione è questa: teoricamente, una macchina desiderante, ha la capacità di realizzare un'eterosessualità auto-indotta.

Il problema è: come si pone il corpo senza organi rispetto a questa capacità?

 

Dobbiamo ritornare tutti all' anti Edipo, non c'è scelta!

Ogni discorso innovativo è un punto di fuga dalla triangolazione edipica.

Bisogna superare gli stessi limiti della Qth.

Volevo dimostrare solo ciò.

Uhm, che accusa complessa e inconsistente :)

 

Prima una generalizzazione negativa sui gay

e poi la definizione di queer per sfilarsi.

 

Di solito avviene il contrario: si definiscono queer

gli eterosessuali che vogliono assumersi la nostra soggettività.

 

Non si era mai sentito l'uso reazionario del termine queer;

almeno non nelle situazioni reali.

Di solito si usa il semplice "omosessuale"

da contrapporre a "gaysta"

 

Schopenhauer diceva che l'uomo può fare quello che vuole, ma non può volere quello che non vuole.

 

FreakyFred, non penso si possa dire meglio.

E quale sarebbe la generalizzazione negativa sui gay?

Il concetto di macchina desiderante riguarda tutti, a prescindere dall'orientamento sessuale.

 

"La definizione di queer per sfilarsi"? "Uso reazionario del termine queer"? "Gli etero che dicono di essere queer per non ammettere di essere omosessuali"?

Vedo che il convegno al quale hai partecipato ti ha confuso ancora di più le idee, almadel :)

In genere un convegno queer, in Italia, non è che un fare il punto su idee espresse d'autori d'oltreoceano o di altre nazioni.

In un clima di sostanziale rifiuto (conscio e inconscio) di stimoli culturali che sono troppo post moderni,

diciamo la verità, per essere recepiti da certe categorie di intellettuali reazionari (spesso sono anche di sinistra, non solo di destra o cattolici - siamo obiettivi).

Per questo dico che la teoria queer in Italia non è questione di convegni, se contribuisci fattivamente ad essa.

 

Io credo che tu non abbia idea, in realtà, di cosa sia la Q th, caro almadel!

Come già dimostrato in altri post, gli etero non c'entrano niente, non c'entra la teoria riparativa, non c'entra niente Nicolosi.

Sei rimasto ancora al palo: la teoria queer, nella tua proiezione, sarebbe un'invenzione degli etero malvagi

che reprimono la loro omosessualità, in modo da poter accusare i gay di praticarla.:)

 

Non credo che questi tuoi fraintendimenti siano in buona fede, peraltro, perché sei recidivo.

Sarebbe stato meglio, per la tua falsa coscienza (in senso hegeliano), che la teoria queer non fosse mai stata elaborata,

mi rendo condo. Purtoppo (per te) esiste ed è inutile denigrarla con argomentazioni di questo livello.

Ti conviene studiarla e assumerne i concetti fondamentali, potrebbero giovarti!

 

 

 

@attenzione a citare Schopenauer sul discorso del non volere - eglu teorizzò anche il concetto di nolontà, forse non ne siete a conoscenza :)

E quale sarebbe la generalizzazione negativa sui gay?

Devo ripeterle?

Fallocentrismo, promiscuità, "contro-natura"...

Hai detto dei gay quasi tutto il repertorio degli omofobi

eccetto il "vizio borghese" e il fatto che non danno figli alla Patria.

 

Per questo dico che la teoria queer in Italia non è questione di convegni, se contribuisci fattivamente ad essa.

 

Tessere le lodi della monogamia è la cosa meno queer che io abbia mai sentito.

La monogamia è la classica "norma" da decostruire.

Un queer può essere monogamo in due casi:

1) se lo è senza identificarsi in questo

2) se lo è in un rapporto BDSM, come atto consapevole di perdita di libertà e non come convenzione sociale

Ma è solo un esempio su cui non mi dilungherei.

Scrivi pure due righe a caso e ti dirò perché non sembri queer a nessuno.

Sei rimasto ancora al palo: la teoria queer, nella tua proiezione, sarebbe un'invenzione degli etero malvagi

che reprimono la loro omosessualità, in modo da poter accusare i gay di praticarla.:)

 

Questa non l'ho proprio capita, sono sincero.

Il grosso della teoria queer l'hanno scritta le lesbiche

per decostruire il rapporto tra il femminile e il maschile;

il resto è praticamente un lungo commento a Foucault.

 

Oggi "teoria queer" significa essenzialmente

rifiutare l'approccio integrazionista del Movimento Gay

e volere - non tanto che i gay siano come gli etero -

quanto piuttosto che gli etero siano come i gay

(esportando pratiche sessuali e relazionali).

 

E poi c'è il rischio (che tu incarni)

che essa venga usata dai reazionari

per prendere le distanze dal Movimento Gay

evitando di fare coming out.

Premetto che la Qth non c'entra niente o quasi con i concetti di cui parletò ora.

 

 

 

Cominciamo dal concetto di Fallocentrismo: non si tratta di una generalizzazione negativa,

ma di una distorsione della vita sessuale che deriva dall'ordine simbolico stesso e dallla

disposizione dei vari segni che soggiacciono al significante dispotico.

Prendere consapevolezza del Fallocentrismo significa avere un'omoaffettività qualitativamente più elevata

e una vita gay probabilmente anche più appagante dal punto di vista sessuale.

 

Sul concetto di promiscuità e contro-naturalità il mio è un discorso politico strategico,

influenzato forse dal mio essere cattolico, ma in senso positivo, non negativo, e che può essere condivisibile o meno:

io credo che l'omogenitorialità sarà ottenita quando le coppie gay raggiungeranno una serie di requisiti quali:

affidabilità, durata del rapporto, impegno, senso di responsabilità etc.

Poi magari ci sono gay a cui dell'omogenitorialità non frega niente

e si trovano a proprio agio nel fallocentrismo - sarà la storia del movimento

a decidere quale delle due componenti prevarrà.

 

Per quanto riguarda la monogamia, sul concetto ho una visione cattolica, non queer.

Una visione che è funzionale al riconoscimento della mia omoaffettività da parte della Chiesa Cattolica.

Del resto non è che se sei cattolico, non puoi essere queer. Questo è un tipico pregiudizio gaysta.

Inoltre, lo ripeto ancora una volta, non aspiro ad essere il teorico ufficiale del pensiero queer in Italia.

Riconosco l'importanza fondamentale della teoria queer, ma essa, insieme alla fede e ad altre esperienze filosofiche

dell'età contemporanea, è solo uno degli elementi che compongono il mio discorso terorico.

 

 

Parliamo ora di Qth.

 

 

Per quanto riguarda lo svuluppo storico e i contenuti teorici della Q th,

la tua valutazione è molto riduzionista.

Finalmente hai preso consapevolezza che la Qth è in origine un'elaborazione delle femministe

E già questo ci rimanda a un sostrato filosofico comunemente definito "pensiero della differenza".

Poi sicuramente c'è Foucault, ma non come "lungo commento". Foucault ha ispirato semplicemente

alcuni teorici, ma non è mai stato un pensatore Qth da commentare.

E oltre a Foucault c'è la Kristeva e poi c'è il decostruzionismo (corrente filosofica

che parte da Heidegger, passa per Derrida con la su critica del logocentrismo e arriva alla nuova critica americana

diventando discussione letteraria più che filosofica). Inoltre c'è anche qualche elemento di postmodernismo.

 

Se ritieni che oggi la Qth abbia la funzione di far sì "che gli etero siano come i gay",

credo che la visione sia un po' distorta ed oggettivamente reazionaria.

La funzione della Qth è tutt'ora quella di introdurre differenze molteplici

nel tessuto del movimento glbtq allo scopo di rafforzarne l'identità e la differenza rispetto

ad ogni sistema normativo, non solo sessuale, ma anche politico e culturale.

 

Un "reazionario" che non voglia fare C.O. non ha bisogno della Qth e in genere non sa nemmeno cosa sia,

e se lo sapesse non gli interesserebbe minimamente, perché la Qth è rivoluzionaria.

 

Inoltre fare il C.O. non significa necessariamente iscriversi all'Arcigay, ma dichiarare semplicemente il proprio orientamento

(o il proprio rifiuto del concetto tradizionale di orientamento, che non implica affatto l'ammissione di essere etero,

come a tutti i costi vuoi far credere tu, per rifiutare l'omosessualità).

 

Sul concetto di promiscuità e contro-naturalità il mio è un discorso politico strategico,

influenzato forse dal mio essere cattolico, ma in senso positivo, non negativo, e che può essere condivisibile o meno:

io credo che l'omogenitorialità sarà ottenita quando le coppie gay raggiungeranno una serie di requisiti quali:

affidabilità, durata del rapporto, impegno, senso di responsabilità etc.

Poi magari ci sono gay a cui dell'omogenitorialità non frega niente

e si trovano a proprio agio nel fallocentrismo - sarà la storia del movimento

a decidere quale delle due componenti prevarrà.

 

 

Fammi capire, le coppie omosessuali allo stato attuale non sarebbero ne affidabili, ne stabili ne impegnate ne tantomeno responsabili?

Non accetto una risposta del tipo "Ho generalizzato,sicuramente ci sono coppie che hanno i requisiti" (requisiti? ma ti sei bevuto il cervello?), perchè per un'affermazione del genere, si presuppone tu abbia le conoscenze.

Anche perchè, in quanto quotato sopra, ammetti che possano esistere gay a cui l'omogenitorialità non interessi, ma hai deliberatamente escluso chi invece sente l'omogenitorialità una realtà possibile, perchè ovviamente (per te) non è una realtà attuabile.

Io a questo punto voglio dati, esigo dei fatti che dimostrino quanto le coppie eterosessuali siano piu' meritevoli di quelle omosessuali, non solo perche' c'e' il connubio cazzo/fica.

Perchè, e probabilmente ti inalbererai nuovamente per il mio linguaggio scurrile, (e privo di contenuti, ovviamente) queste 7 righe che ho quotato, sono 7 righe cariche di ulteriori stronzate che confermano semplicemente il disprezzo che tu provi per ciò che sei.

Non posso fare altro che dirti che mi dispiace per te, e confermarti che sei estremamente fuori luogo qui (e per quanto mi riguarda, nel mondo :peanut: )

 

p.s- si, sono un fottuto razzista anche io.

Quoto Mina, ma il problema sta a monte.

 

"Le coppie gay" sono una generalizzazione totalmente astratta.

Un giudice dei minori deve valutare il singolo caso.

L'idea che un giudice possa negare a una coppia gay idonea un'adozione

solo perché esistono - da qualche parte - delle coppie gay non idonee

è una cosa totalmente assurda.

 

Sarebbe come se mi rifiutassero il porto d'armi

perché i miei vicini di casa sono ex galeotti

o perché ci sono persone schizofreniche con la erre moscia

o perché molti altri "Enrico" sono risultati non idonei...

Ovviamente non mi prenderò la briga di rispondere a colui/colei

(non conosco l'identità sessuale)

che mi ha gratificato dei soliti insulti volgari e gratuiti.

Per fare un discorso filosofico o politico occorrono calma e serenità,

le reazioni isteriche esacerbano solo gli animi e non portano a nulla di costruttivo.

 

@Freaky, lasciamo perdere il superamento nicciano di Schopenauer, ci porterebbe molto lontano.

E non trovo la filosofia nicciana molto politically correct, anche per un discorso glbtq

 

@Almadel, il discorso dell'omogenitorialetà è molto complesso.

Coinvolge un terzo, il minore, che è il soggetto più debole e più bisognoso di tutela.

Spesso si ha l'impressione che alcuni gay considerino il bambino

o l'utero necessario a generarlo, puramente accessori.

 

Anche sull'omogenitorialità il mio discorso non è normativo, ovviamente.

Come potrebbe esserlo? Non sono un politico, né un religioso.

Io parto dalla semplice constatazione che le maggiori resistenze all'omogenitorialità

sono determinate dalla generale considerazione etero della "non affidabilità della coppia gay".

E da quell'altra sulla complementarità e differenza delle figure genitoriali (che dovrebbero avere

due sessi diversi per la sanita crescita del bambino.

Credo che solo la realizzazione di quante più coppie monogamiche chiuse omo

possa sfatare questo luogo comune. Punto. E scusate l'OT.

Ragazzi, stiamo andando paurosamente OT.

 

La discussione verteva sulla possibilità dell’eterosessualità autoindotta

 

e si è trasformata in un processo alle mie idee religiose, alle mie idee politiche e alla Qth.

 

Talvolta questo è anche il pretesto per subissarmi di attacchi volgari quanto inconsistenti.

 

Quindi riparto dal primo post, e rispondo a Casper: io non credo che un omosessuale abbia

 

“per ISTINTO attrazione per individui del suo stesso sesso”.

 

Non credo che il comportamento omosessuale o eterosessuale sia un istinto.

 

Esso è semplice comportamento. Molti gay su questo comportamento tendono a costruire uno status.

 

Talvolta anche con nobili fini: ad esempio, l’affermazione politica.

 

Sfortunatamente il gene dell’omosessualità non è stato mai individuato.

 

Ogni tanto è oggetto di chiacchericcio pseudoscientifico allo scopo di vendere giornali.

 

O di suggerire capziosamente la possibilità di una cura. Che non esiste, per il semplice fatto che l’omosessualità non è una malattia.

 

Quindi attenzione a parlare di geni o istinti dell’omosessualità: il triangolino rosa di chi ci vorrebbe come cavie per il progresso della (pseudo)scienza, è sempre nel cassetto del nazista.

 

Io vivo la mia sessualità in senso nomadico. La mia eventuale eterosessualità non è autoindotta, come spesso accade nella bisessualità adolescenziale. Semplicemente, il superamento della repressione omofobica non è avvenuto in me rimuovendo le naturali tendenze eterosessuali. Né ho dovuto differenziarmi dagli etero per sentirmi “speciale” solo in base al fatto che il mio partner condividesse la mia stessa identità sessuale. Non credo di essere l’unico, credo che questo sia il caso anche di molti bisex.

 

Ma il mio essere queer è differente dall’essere bisessuale, perché comprende la bisessualità e non coincide con essa. Accanto alla bisessualità c’è la nozione di transito, ma questa non ha nulla a che fare con l’identità di genere. L’ eventuale autoginefilia non è correlata alla soddisfazione di un desiderio, ma semplicemente ad una polarizzazione sul rosa anziché sull’azzurro (prendendo come riferimento il mio avatar). Magari allo scopo di sedurre un etero che mi intriga. Eppure non rientro nella definizione di androgino, perché la mia identità sessuale biologica resta maschile, nei suoi cartteri primari e secondari e non mi sognerei mai di modificarla, anche solo con gli ormoni. Al massimo posso depilarmi :)

Il godimento anale non m’impedisce di assumere un ruolo attivo, anche con una donna etero. Viceversa il ruolo attivo, con un gay o una donna etero, non mi preclude il godimento anale. Le altre parafilie (beninteso, quelle che riguardano adulti consenzienti, ovviamente) sono un modo ludico per aumentare la percezione ( e le possibilità d godimento) mie e degli altri. Beh, insomma, un po' particolare lo sono...ma più per altre cose che per i miei comportamenti sessuali, credo.

Non credo che il comportamento omosessuale o eterosessuale sia un istinto.

Esso è semplice comportamento.

 

Urgono degli esempi sulla differenza tra "istinto" e "comportamento".

Un comportamento può essere modificato (come "fumare sigarette" o "fare sport" o "scrivere su un forum");

mentre un istinto può essere espresso (e dar luogo a un comportamento) o represso (e dar luogo - suppongo - a una nevrosi)

La fame è un istinto e "mangiare carne" è un comportamento.

Essere attratti da individui dello stesso sesso è un istinto; farci del sesso è un comportamento.

Molti gay su questo comportamento tendono a costruire uno status.

Talvolta anche con nobili fini: ad esempio, l’affermazione politica.

Sfortunatamente il gene dell’omosessualità non è stato mai individuato.

 

Per la "affermazione politica" non è affatto detto

che sia necessaria l'individuazione di un gene.

Anche i Cattolici o i Comunisti cercano la "affermazione politica"

e fanno uno "status" di un loro convincimento personale.

D'altronde si ignora quali possano essere i "fini ignobili"

del dichiararsi gay (o cattolici o comunisti...)

"Ignobili" possono semmai essere i comportamenti

e - fino a che non vedrò un gay perseguitare un etero -

non mi immaginerò neppure quali "comportamenti ignobili"

possano mai far seguito all'omosessualità.

 

Per me essere gay è come amare il pesce e odiare il formaggio

e abitare in una malga...

Nessuno "sceglie" i propri gusti culinari;

costretti dalla circostanze alcuni si adattano

altri lo faranno di nascosto, altri si lasceranno morire di fame...

 

Io vivo la mia sessualità in senso nomadico. La mia eventuale eterosessualità non è autoindotta, come spesso accade nella bisessualità adolescenziale. Semplicemente, il superamento della repressione omofobica non è avvenuto in me rimuovendo le naturali tendenze eterosessuali. Né ho dovuto differenziarmi dagli etero per sentirmi “speciale” solo in base al fatto che il mio partner condividesse la mia stessa identità sessuale. Non credo di essere l’unico, credo che questo sia il caso anche di molti bisex.

 

Se ancora hai un comportamento eterosessuale

questa si chiama - appunto - bisessualità.

Normalmente i gay sublimano la loro componente etero

(Mina, Madonna, Lady Gaga...) come gli etero fanno con quella omo

(Totti, Vasco e Valentino Rossi...); anche se non possiamo distinguere

dove cominci l'identificazione e termini la sublimazione.

Il limite della bisessualità è principalmente sentimentale:

quando si ama un uomo le donne sono escluse dal nostro orizzonte sentimentale

e così avviene quando si ama un uomo verso le donne...

l'esperienza romantica tarperà - col tempo - una delle due possibilità.

 

Io vivo la mia sessualità in senso nomadico. La mia eventuale eterosessualità non è autoindotta, come spesso accade nella bisessualità adolescenziale. Semplicemente, il superamento della repressione omofobica non è avvenuto in me rimuovendo le naturali tendenze eterosessuali. Né ho dovuto differenziarmi dagli etero per sentirmi “speciale” solo in base al fatto che il mio partner condividesse la mia stessa identità sessuale. Non credo di essere l’unico, credo che questo sia il caso anche di molti bisex.

 

Ma il mio essere queer è differente dall’essere bisessuale, perché comprende la bisessualità e non coincide con essa. Accanto alla bisessualità c’è la nozione di transito, ma questa non ha nulla a che fare con l’identità di genere. L’ eventuale autoginefilia non è correlata alla soddisfazione di un desiderio, ma semplicemente ad una polarizzazione sul rosa anziché sull’azzurro (prendendo come riferimento il mio avatar). Magari allo scopo di sedurre un etero che mi intriga. Eppure non rientro nella definizione di androgino, perché la mia identità sessuale biologica resta maschile, nei suoi cartteri primari e secondari e non mi sognerei mai di modificarla, anche solo con gli ormoni. Al massimo posso depilarmi :)

Il godimento anale non m’impedisce di assumere un ruolo attivo, anche con una donna etero. Viceversa il ruolo attivo, con un gay o una donna etero, non mi preclude il godimento anale. Le altre parafilie (beninteso, quelle che riguardano adulti consenzienti, ovviamente) sono un modo ludico per aumentare la percezione ( e le possibilità d godimento) mie e degli altri. Beh, insomma, un po' particolare lo sono...ma più per altre cose che per i miei comportamenti sessuali, credo.

 

Zio bon, dire che sei confuso è dire poco.

Nella "bisessualità adolescenziale" non esiste l'eterosessualità autoindotta, perchè se è indotta,significa che non è naturale.

Ed in un periodo di definizione sessuale,come l'adolescenza,sia anch'esso tendente alla bisessualità più "pura", non ci sono costrizioni,si va dove "tira".

Dal momento in cui una persona si induce ad essere eterosessuale, quindi fa uno sforzo, significa che non è ne etero ne bisessuale.

Inoltre nessun gay ha "dovuto" differenziarsi dagli etero.

Lo si fa,chi per comodità, chi per gridare "al mondo" che è fiero di essere diverso...e ci sono molti, moltissimi, che proprio non lo fanno.

 

Poi, una persona androgina puo' esserlo in modo sia artefatto, sia naturale.

Ci sono maschi con tratti femminei che sono cosi di natura (e donne con tratti mascolini) ovvero ci sono nati, ed altre persone che invece esasperano (sempre per scelta) i tratti del sesso a cui non appartengono.

Un androgino non ha necessità di ricorrere agli ormoni.

Il godimento anale non impedisce a _nessuno_ di assumere un ruolo attivo, e se vogliamo metterci in mezzo le donne, mettiamole perchè è pieno il mondo di gay che trombano con donne, senza problemi di erezione.

 

Semplicemente alla fine di tutto sto bordello, grazie a dio le persone arrivano a farsi 2 conti in tasca e a fare delle scelte, che non devono essere perforza definitive, ma che a grandi linee seguirà per il resto della vita.

Io in quanto gay, se single, se noto una tipina universalmente riconosciuta come "carina" che mi fa il filo, ci vado, per divertimento, per soddisfazione personale, o anche perche' dall'altra parte c'e' moria di cazzo.

Allo stesso modo, nella mia relazione attuale sono "costretto" ad essere passivo, in quanto il mio compagno predilige, anzi,direi che pratica solo, il ruolo di attivo (quelle poche volte che abbiamo rapporti completi)ed io mi adatto, per amore, perche' il godimento anale esiste e altre ragioni.

Ma stai sicuro che il giorno che il mio compagno mi dirà "penetrami", sarà a 90 in tempo zero.

In definitiva, sei una persona estremamente normale, in quanto omosessuale.

Quindi riparto dal primo post, e rispondo a Casper: io non credo che un omosessuale abbia

 

“per ISTINTO attrazione per individui del suo stesso sesso”.

 

Non credo che il comportamento omosessuale o eterosessuale sia un istinto.

 

Esso è semplice comportamento. Molti gay su questo comportamento tendono a costruire uno status.

Dovresti aver capito ormai che hai davanti uno che è molto vicino al funzionalismo come visione della persona, dunque trovo il distinguo che fai fra essere e comportarsi del tutto capzioso.

Dove cominciamo? Ma da @almadel, dài!

 

Che dimostra di non conoscere nemmeno la differenza fra istinto e comportamento :)

 

L’istinto è Natura. Istinto=procreare.

 

Fortunatamente, gli umani, a differenza degli animali, hanno scoperto che l’umanità

 

non può ridursi a Natura. Umanità e civiltà sono sempre contro Natura.

 

Così, nasce l’omosessualità. Se essere attratti dallo stesso sesso fosse un istinto,

 

l’umanità non sarebbe mai nata. I Bonobo non hanno mai prodotto civiltà.

 

Sono un fenomeno zoologico che noi umani osserviamo e studiamo.

 

Identificarsi con loro significa porsi al livello delle bestie. Punto.

 

Almadel confonde l'abitudine, che deriva dal comportamento reiterato, con l'istinto.

Un errore così marchiano che una persona non stupida può fare solo in malafede

(ti sto facendo un complimento, mio malgrado!)

 

Un fine ignobile nel dichiararsi gay (o altro) sarebbe quello di usare la dichiarazione

 

esclusivamente a fini personali. Magari per costruirvi sopra una carriera politica.

 

Ad esempio: mi dichiaro leghista, della Padania non me ne frega niente perché so

 

che è una grandissima strXXXata, però so che facendo il leghista acquisirò vantaggi politici, ovvero Potere.

 

Questa è la famosa microfisica del potere individuata da Foucault.

 

Vale per la maggioranza dei leghisti, per certi settori della gerarchia ecclesiastica,

 

per molti gay, soprattutto quelli che credono che il bollino gay lo rilasci solo l’Arci

 

(se ti iscrivi, pagando, ovviamente)...

 

…sono politically correct o no? Da cattolico che sono

 

critico persino la Chiesa! E datemene atto in nome di Dio!

 

Contraddizione fondamentale di almadel: “Per me essere gay è come amare il pesce e odiare il formaggio

 

e abitare in una malga” :)

 

: ESSERE GAY NON E’ UN GUSTO. NON PUOI BANALIZZARE LA REALTA’ DELL’OMOSESSUALITA’ E DELLE PARAFILIE ASSIMILANDOLA ALLA GASTRONOMIA.

 

 

Essere gay non significa essere un topo (o una zoxxola, come si dice altrove – cartesianità gay: amo il formaggio quindi scopo).

 

Rifiutare un rapporto omosessuale, per un qualsiasi motivo, non equivale a morire di fame!

 

Io penso che tutti, tranne te, concordino su questa realtà – se sono sinceri

 

(ovviamente dopo la tempesta ormonale dell’adolescenza…presumo sempre che il mio interlocutore sia adulto, se non lo è avvertitemi, vi prego!).

 

E scusami se mi calo nella tua prospettiva materialistica e quindi volgare. La sega è gratis!

 

Non sei costretto a sborsare denaro se la tua voglia prevale sulla fame e deve essere soddisfatta immediatamente. L’orgasmo non si vende, ma se lo compri hai fatto una scelta. L’orgasmo di una persona adulta è sempre autoindotto. Non è commercializzabile. Cresci!

 

Basta, la smetto con almadel altrimenti sorgono i soliti retropensieri.

 

Passiamo a @Mina , che finalmente si degna di uno straccio di argomentazione, dopo i suoi

 

insulti rituali. Mina, sono all’oscuro della tua identità di genere e del tuo orientamento.

 

Per me potresti essere lesbica, gay, transeunte…certamente non sei queer.

 

Già dal tuo nick si evince che con una donna etero puoi scambiare solo affettuosità, al limite.

 

E’ quello che mi dice il mio gay radar, magari mi sbaglio. Ma pucciare con una frociarola

 

non equivale ad avere un rapporto etero!

 

Il fatto che tu sia teoricamente disposto/a a far godere REALMENTE una donna etero

 

solo perché gli altri ti hanno detto che è appetibile e non ci sono altre possibilità, come hai scritto nel tuo post,

 

è davvero una gaia illusione :)

La donna etero quando non ci sono possibilità si compra un escort

 

o cornifica il compagno/marito/etc.

 

E tu risolvi la tua voglia, se non hai altre possibilità, con la sana masturbazione (se davvero sei gay e non lesbica) ma dài!

 

 

Poi mi hai accusato di essere "omofobo, razzista, fottuto fascista" eccetera

 

E adesso hai l’ardire di sostenere che la mia esperienza queer sia uguale alla tua (che non so ancora quale sia, vado per ipotesi!

ti giuro, non si è capito ancora qual è: ti presenti con un nick femminile, ma da quello che scrivi sei gay

 

e hai un’identità sessuale maschile di base. Poi sostieni di far godere una donna etero, se non c’è scelta…)

 

Se sei una persona intelligente, stai facendo solo una caricatura del queer, per fini provocatori.

Altrimenti non mi resta che pensare che sei molto, ma davvero molto confuso/a!

 

Essere queer non è roba da irrisolti, come vorrebbe farti credere almadel e come tu dimostri di credere.

Significa essere liberi, per scelta. Non normativizzabili. Sfuggire al circuito delle codificazioni.

E non posso andare oltre, perché l'eterosessualità autoindotta è già un pretesto, ancora una volta

per divulgare Qth. Non per banalizzarla.

 

 

E infine, ciliegina sulla torta: caro @Freaky

 

Il funzionalismo non spiega la persona, ma solo il suo comportamento.

 

Se questo comportamento diventa identità, il funzionalismo non è altro

 

che uno strumento del Sistema per incatenarti al tuo ruolo sociale.

 

Microfisica del potere è anche questo. Ma studiate davvero Foucault, o lo citate solo

 

perché ne parlo io?

Maddai, adesso Foucault è diventato l'asso pigliatutto! sarà che è l'unico filosofo che conosci, ma di sicuro la prospettiva di Foucault non può essere usata come Sistema in cui racchiudere tutte quante le forme di pensiero. A parte che il funzionalismo è un superamento del comportamentismo, e considera il comportamento come integrato con le sue cause e i suoi effetti, quella è una questione di filosofia della mente che NON riguarda Foucault.

Ma dato che parliamo di Foucault:

 

"Non c'è il discorso del potere da un lato, e di fronte un altro che gli si oppone. I discorsi sono elementi o blocchi tattici nel campo dei rapporti di forza; ce ne possono essere di diversi e persino di contraddittori nell'ambito di una stessa strategia; come possono al contrario circolare senza mutar forma tra strategie opposte. Ai discorsi sul sesso non va chiesto innanzitutto da quale teoria implicita derivino, o quale ideologia - dominante o dominata - rappresentino; bisogna piuttosto interrogarli ai due livelli della loro produttività tattica [...] e della loro integrazione strategica".

 

E chi ha orecchie per intendere, intenda...

 

E anche se rispondevi ad Almadel, non è possibile tacere di fronte a certe castronerie che hai scritto.

Che dimostra di non conoscere nemmeno la differenza fra istinto e comportamento

 

L’istinto è Natura. Istinto=procreare.

Ma sicuramente dimostra di conoscere meglio di te l'etologia, che descrive gli istinti come programmi motori automatici, ovvero, come pattern di comportamento fissi. L'istinto è un programma di comportamento.
Che dimostra di non conoscere nemmeno la differenza fra istinto e comportamento

 

L’istinto è Natura. Istinto=procreare.

No! istinto=scopare=procurarsi-soddisfazione-sessuale. Nessun animale pensa che quello che sta facendo dovrebbe servire a procreare, sta solo seguendo il proprio istinto del procurarsi il piacere. La sessualità è un istinto, non la procreazione; e l'omosessualità è solo una particolare forma acquisita da questo istinto. Non so davvero dove tu abbia preso queste tue teorie, ma mi piacerebbe saperlo per poter fare un falò di quel libro (o fumetto, o giornaletto per bambini).

 

Umanità e civiltà sono sempre contro Natura.
Ma su quali basi dici una cosa del genere? Come tutti quelli che utilizzano il concetto di contro Natura o secondo Natura, tu ometti di dire cos'è la Natura. O forse consideri i bonobo il nostro modello di Natura. Ma non ti salta in mente che forse la natura degli umani prevede la civiltà come sua parte integrante? Non ti salta in mente che il successo biologico dell'uomo sia dovuto proprio all'invenzione dell'evoluzione culturale?

 

Se fino a questo punto dell'intervento ho trovato un senso logico, seppur erroneo, dopo mi arrendo perché ne ho perso proprio il filo. Ti consiglio una riorganizzazione del pensiero prima di continuare.

Senti Freaky, ti consiglio serenamente di seguire il giusto consiglio di Casper.

 

In tutte queste pagine dense di attacchi personali nei miei confronti, non si capisce se più rozzi o ridicoli, sono l’unico a tenere il punto sul concetto di eterosessualità autoindotta, stando in topic. Io ho esposto le mie ragioni a riguardo. Ho sostenuto l’esistenza dell’eterosessualità autoindotta, e non ho mai adoperato questa convinzione per sostenere che sei totalmente ignorante in filosofia o per dimostrarti che non sei un neurobiologo ma solo un aspirante scrittore di romanzi di fantascienza, anche se l’ho fortemente sospettato. Adesso non solo non riesci più a rispondere alle mie puntuali constatazioni, ma addirittura ti prendi la briga di difendere almadel, il tuo compagno di merende in questo tentativo di soffocare la mia voce non allineata al pensiero dominante. Mi hai stufato :ditone:

 

Se perdi il filo logico è perché non leggi attentamente quello che scrivo, o non lo capisci.

 

Per me, Isher dice una grande verità: “Anche oggi è possibile cambiare e soffocare il proprio orientamento sessuale, oppure costruirsi un sembiante di orientamento etero, posticcio finché vuoi, ma a certuni riesce; ad alcuni addirittura istantaneamente, dato che la cosa viene realizzata nella prima adolescenza tramite reazioni d'ordine psicologico (è una cosa che penso).”

 

E se volete usare questa constatazione che condivido pienamente, per delegittimare la Qth, siete fuori strada! La scelta dell’orientamento è una realtà, fatevene una ragione! Ad oggi non è stata dimostrata l’esistenza del gene gay, e chiunque creda in questa favola o è un demagogo o un ignorante. Ed è anche pericoloso per il movimento glbtq, perché, consciamente o inconsciamente, ritiene che l’orientamento sessuale sia un problema da risolvere con la medicalizzazione (una prospettiva molto nazi, o no?).

 

Non interagirò con chiunque non mantenga questa linea di topic. E se tutto ciò sarà ancora un pretesto per i soliti attacchi personali per il mio essere queer e cattolico, mettendo in dubbio la mia competenza in questioni del genere (non ho mai avuto bisogno di esibire qualifiche per accreditare il mio pensiero - questo è quello che mi distingue da te, Freaky), non risponderò più, come ho fatto nell’altro thread che metteva in relazione (suo malgrado) l’idiozia con l’ateismo. Buona notte!

Oh oh... siamo andati in tilt. Sospettavo che mancasse poco, ed è successo. Si vedeva dal degenerare dei tuoi discorsi, sono cose che saltano agli occhi ^^

E dirò di più, chiunque se ne accorge. Se mi accusi di essere qui a difendere Almadel, mio "compagno di merende" (sentitevi autorizzati a farvi le grasse risate), sei completamente fuori dalla realtà. Io e Almadel litighiamo ogni tre per due. Chi subiva l'attacco di fronte al quale non potevo tacere era la razionalità. E mentre facevo questo, ho anche provveduto a rispondere sempre e punto per punto a ogni cosa che hai detto. Questa è persecuzione? Sei autorizzato a sentirti perseguitato, allora; ma sappi che a suo tempo ho perseguitato molti altri, e Almadel è una delle mie vittime preferite.

Ripeto il mio consiglio: riorganizza il pensiero. Dopo tornerai a leggere qui, e forse, invece di piagnucolare e dire che se si fa così con noi non giochi più, saprai trovare delle risposte pertinenti alle critiche che ti vengono rivolte.

ovviamente se esistesse la possibilità scelta molti di noi sarebbero eterosessuali, veri, non di quelli che fingono :D

 

 

 

Ecco, questo non è affatto vero per me, per la mia esperienza, e il sasso che io avevo lanciato nasce da un'asserzione

esattamente contraria alla tua. Se esistesse la libertà di scelta dell'orientamento sessuale, io mai e poi mai sceglierei

l'orientamento eterosessuale. E mai e poi mai riterrei che la scelta verso l'eterosessualità sarebbe qualcosa di ovvio,

di scontato.

 

Ma intendiamoci: non dico affatto che la mia sia una posizione particolarmente diffusa, o prevalente; sarà anzi minoritaria.

Non ci facciamo fregare dai sostantivi astratti terminante in -ità, che tante volte anche noi in questo Forum impieghiamo

al posto dei molto più reali e realistici sostantivi concreti: esistono omosessuali, di vario tipo e varie caratteristiche,

diversi tra loro, anche se io non nego affatto loro caratteristiche comuni.

 

Ci sono molte pagine di questo topic, molti OT, molte discussioni a latere, ma il punto centrale, o uno dei punti

centrali, è : quale posto ritenete che spetti alla «cultura», cioè alla «scelta in favore», alla predilezione psicologica,

immaginale, addirittura etica (sì, etica, e di Weltanschauung), nella costituzione di un orientamento sessuale?

 

Preciso che pongo la domanda pensando che questo quid, se c'è, sia ben minoritario, subordinato al dato di «natura»,

eppure sono convinto che ci sia - e che sia molto resistente. Non voglio rovesciare la comune convinzione che alla base di tutto

c'è sempre l'impulso sessuale, solo arricchirla, anche perché è evidente, almeno nella mia prospettiva, che tale dato «culturale»

entra in circuito, e reagisce e influisce sull'impulso sessuale stesso. Mi spiego?

 

La maggior parte di voi, 20enni e anche 30enni, non è minimamente preparata a un quesito del genere, perché con gli anni 80,

quando voi siete nati, c'è stato un netto divorzio tra omosessualità e eterosessualità, che hanno imparato a convivere

autodelimitandosi fortemente, e non ponendo più imbarazzanti domande l'una all'altra. In questa prospettiva, tutto diventa «natura»,

per ragioni di correttezza politica, e non si parla più di «cultura», cioè di un qualcosa di più storico o anche storico-biografico che

costituirebbe come l'ombra della «natura».

Grazie, Isher.

Dopo il delirio di Freaky, avevo deciso di abbandonare. Se si sente perseguitato

io non gioco più con lui, perché è un gioco sbagliato. Cognitivamente.

Se gli predico il risultato sarebbe mortificante, probabilmente. Per lui.

 

Parlando di cose serie:

 

C'è il punto che:

 

mettere in discussione

il pensiero comune sull'omosessualità da parte degli omosessuali

non è politically correct.

La Qth disturba. Tanto.

Anche quando si scopre, finalmente,

che quella che tu credevi Cultura era Natura.

Occorre divulgare un concetto fondamentale:

non si fa sesso per piacere, in sé.

Il godimento è solo il premio dell'evoluzione perchè stai procreando

la Natura fa godere l'animale perchè deve procreare se stessa.

L'orgasmo è il premio per la scimmia che si riproduce

il piacere non è un istinto, è uno squallido premio

forse un giorno la scienza dimostrerà che anche il verme gode

quando separa i suoi anelli che si autoriproducono

una prospettiva che affascina la scimmia, ma che è fuori dal suo ordine

la scimmia non può riprodurre il suo organico da sola, autonomamente

ha bisogno della macchina che la codifica e la territorializza

chi ha capito questi concetti farà uno splendido esame di maturità

domani, oggi e nella vita stessa.

 

Il concetto fondamentale é che l'istinto non coincide con il piacere.

Se il godimento fosse stato il fine dell'umanità essa si sarebbe estinta

da migliaia di anni, probabilmente. Perché sarebbero tutti omosessuali.

 

Il fine superiore, che raggiunge la Natura, dando il dono del piacere, è autoriprodursi.

 

E scusa per questo tu.Ma se tu assumi questo premio, il piacere, come condotta di vita universale

ebbene, sei già fuori del discorso di Kant. Quindi non sei politically correct.

La scienza ti fa comodo solo quando può essere usata per servire la tua causa.:)

Si può rispondere solo LOL? Immagino di no... XD

 

Allora, dato che soledamore mi risponde indirettamente, io gli rispondo indirettamente con Fichte, con Hegel e con un po' tutta la tradizione filosofica postcristiana che la Natura non è una persona. Non ha "fini" superiori. Ha semplicemente cause e conseguenze, o se soledamore preferisce, un ordine geometrico in cui cause e conseguenze si implicano a vicenda. Squallidi premi... per cosa? Per il fine di chi? Nessuna volontà superiore è interessata che le scimmie si riproducano. Semplicemente, le scimmie che provano piacere nel farlo fanno sopravvivere i propri geni, le altre no.

Fare di questo una condotta morale è qualcosa che non ho mai insinuato perché IO non hos cordato la ghigliottina di Hume. To do what is true on order to do what is right. E' la mia prima norma morale.

E' il libero arbitrio che, in condizioni normali, permette all'adolescente di seguire l'istinto

che gli ha dato la Natura. Illumiinato dalla Grazia, capisce che il piacere non è il fine, ma un mezzo

per raggiungere un Fine, più alto. La riproduzione della specie, in senso darwiniano.

Quindi sceglie di essere etrosessuale.

L'omosessualità è anche una protesta rispetto a questa scelta.

Secondo Kant non può essere, eticamente, universale.

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