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Eterosessualità auto-indotta: esiste?


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Non so se devo davvero aggiungere qualcosa

sulla differenza tra istinto e comportamento.

Mi pare evidente - e FreakyFred concorderà -

che se l'istinto fosse la procreazione

il sesso non avrebbe bisogno di essere piacevole.

Ribaltare il preteso rapporto tra orgasmo e riproduzione

è - nell'evoluzionismo - anche troppo facile.

Se questa è la teoria di Soledamore,

scardinarla è una baggianata...

 

Che l'omosessualità abbia

- e che possa anche non avere -

delle ricadute culturali è evidente.

Per secoli non ha potuto creare nulla,

se non non vergogna o mimetismo.

 

Ma non vi è differenza tra "natura umana" e ""cultura"

e l'invisibilità di una cultura che ci comprendesse

è sempre stata dovuta a una consapevole persecuzione.

Siamo affiorati in Occidente a seguito del consolidarsi

di un pluralismo democratico del quale dovremmo andare orgogliosi.

 

Nel seno di questa dialettica di voci plurali

ciascuno di noi ha preso una parte:

una parte di cui ci siamo fatti carico

- più o meno consapevolmente -

A volte pretendendo una distanza, altre volte un'integrazione.

Questo è l'effetto culturale della nostra identità

e questa parte noi la scegliamo.

 

Scegliere di non appartenere a questa dialettica,

scegliere di non voler partecipare a questa storia;

ridursi a una dimensione totalmente personale,

subire i nostri e gli altrui pregiudizi in merito;

è - a tutti gli effetti - una presa di posizione volontaria.

 

Non basta desiderare persone dello stesso sesso,

non basta neppure avere rapporti omosessuali,

e nemmeno è sufficiente costruire un progetto sentimentale omo.

E' necessario aprire il confronto

tra questo progetto e la società.

In quest'ultimo passaggio la Volontà raggiunge il suo livello più alto,

quando nel primo (il puro desiderio) essa era ancora assente.

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Credo di averlo scritto tante volte, ma una cosa

sono gli stimoli che rispondono ai bisogni fisiologici

( minzione, idratazione, alimentazione ) cioè a stati

fisici necessari e a risposte individuate, altra cosa

sono le pulsioni che dovrebbero seguire degli schemi

di comportamento appresi ( si dice con riferimento alla

pulsione omicida dell'omicida seriale )e che possono spostarsi

da un oggetto ad un altro. Qui entra in gioco l'ambiente e

quindi anche in un certo senso la cultura.

 

Comunque in tutti i casi è evidente il fatto che, il

soddisfacimento del bisogno, il piacere ed il principio

di piacere, sono il cardine di tutte le teorie delle pulsioni.

 

Il punto è che rispetto alle pulsioni ci sono dei margini

di minor determinatezza di risposta generale ed una individuazione

di risposte focalizzate. Questo non significa dire che la focalizzazione

del desiderio omosessuale sia una nevrosi, è una possibilità.

 

Il giudizio di valore può entrare solo con la procreazione e la sessuofobia.

Ma se io entro in questa discussione con un approccio sessuofobico ideologico

è ovvio ed evidente che l'arricchimento ipotizzato da Isher, diventerà

svilimento, deviazione, repressione, sublimazione etc.

 

Siccome io voglio ( a livello motivazionale ) trovare qualcosa che mi

riscatti ( autostima ) rispetto ad un piacere che in sè sento degradante

ma che non riesco a reprimere...

 

Diciamo che questo potrebbe essere un esempio in negativo di ciò che

ipotizza Isher ( una aggiunta negativa, più che un arricchimento )certo

è un discorso che dovrebbe appartenere ad un passato.

 

La verità sta sempre nell'assunto del discorso

 

Se io assumo la procreazione, tutto il resto del discorso è una

inutile complicazione fatta per mentire a se stessi o agli altri

una serie inutile di mascheramenti che poi cadono etc.

 

Certo per tanti secoli la cultura ha coinciso con la persecuzione

certo il pluralismo è il modo in cui l'omosessualità può entrare

nel Progetto Democratico contemporaneo di società. Si potrebbe dire

che il pluralismo è la forma politica della possibilità, la sua

istituzionalizzazione democratica.

 

Quindi la cultura non ci è più necessariamente nemica

...Sì, CON PATATE...:)

 

 

 

 

Seriamente:

il principio del piacere non può essere assunto come Fine Ultimo.

 

Non occorre nemmeno essere cattolici per affermarlo.

 

Laicamente, i concetti di Libero Arbitrio e Grazia, possono semplicemente aiutare l’adolescente a fare una scelta prima del conseguimento dell’età adulta, dopo si potrebbe liberamente scegliere il proprio orientamento, senza ricorrere all'eterosessualità e all'omosessualità auto-indotte, ma a una sessualità conseguente al proprio completo svuluppo psico-fisico.

 

L’istinto naturale fondamentale è quello di sopravvivenza. Da esso dipendono pulsioni come quella ad alimentarsi e ad avere rapporti sessuali. Se io adopero la pulsione sessuale per fini non procreativi, esclusivamente per seguire il principio del piacere, commetto una deviazione che va contro l’ordine della Natura (che la deviazione sia etero, omo etc. poco importa). Non si tratta di sessuofobia, ma di biofobia - al limite. La biofobia della deviazione, che rifiuta di seguire l'ordine impostole dal bios.

 

Se faccio sesso a scopo non procreativo oggettivamente vado contro la vita della specie per seguire una mia pulsione individuale deviata (prego, leggesi “deviata” in senso oggettivo, senza implicazioni moralistiche. Ovvero “pulsione deviata” vale qui come “pulsione deviata dal fine supremo” ovvero la perpetuazione della specie).

 

Soltanto un bambino può credere che il godimento sia fine a se stesso!

 

Dagli anni ’50 in poi del secolo scorso, a parture dal famigerato rapporto Kinsey, si è data troppa importanza alla sessualità, vista come lo strumento principale per la realizzazione esistenziale. In questo modo si è fatto del principio del piacere un fine e non un mezzo

 

Kant scrive:

 

"Agisci solo secondo la massima per la quale puoi e allo stesso tempo vuoi che questa diventi una legge universale."

 

E’ anche grazie a questa massima che si sono affermato universalmente il concetto di democrazia e uguaglianza sociale. E’ strano che si rinneghi questo principio, che ha permesso la tolleranza delle diversità, grazie all’instaurazione delle democrazie, perché si riconosce solo la legge del desiderio e si pretende che l’omosessualità sia un desiderio universale. Questa è ideologia, ovvero falsa coscienza.

 

L’omosessualità non è un desiderio universale. Quindi non può essere una legge universale.

 

L’omosessualità è solo un modo diverso che abbiamo per organizzare la nostra libido, grazie alla cultura.

 

Ma in questa organizzazione culturale e differente della libido, non dobbiamo mai perdere di vista il fine fondamentale che non è la soddisfazione della libido stessa, bensì le conseguenze sociali e politiche di questa sua organizzazione. Insomma, andare contro la Natura è necessario: è un’astuzia della Natura stessa che le permette di raggiungere altri fini (controllo della popolazione, per esempio; riduzione delle pulsioni aggressive etc.). Non è mai un istinto. Gli istinti non vanno contro la natura - è evidente che sarebbe una contraddizione di termini.

 

Natura e Cultura sono due concetti e due realtà completamente differenti, è inconcepibile assimilarli e identificarli in una nozione unica, come pretende almadel, per dare una base razionale all’omosessualità.

 

L’omosessualità non ha semplici “ricadute culturali”. L’omosessualità è cultura in sé, ma non è cultura per sé, se la assimiliamo alla Natura.

 

Ogni tentativo di dare naturalità al concetto di omosessualità ci fa regredire allo stato evolutivo dei Bonobo: scimmie in cui il piacere sembra un fine in sé e che per questo, grazie a quella che a noi appare omocentricamente, una “naturale omosessualità” (ma che in realtà, anche lì, è in rapporto con la l’abbondanza di cibo, quindi con la fame e ancora una volta con l’istinto di sopravvivenza) non riusciranno mai a comporre una sinfonia o a dipingere una Vergine delle rocce o a scolpire una Poetà (per dire due o tre opere d'ingegno che mi vengono in mente ora). Se Leonardo non avesse ANCHE sublimato la sua omosessualità, e avesse vissuto seguendo il pincipio esclusivo della soddisfazione sessuale, non sarebbe mai riuscito a dipingere la Gioconda. Michelangelo non sarebbe nai riuscito a scolpire il David o ad adornare la volta della Sistina con i suoi magnifici dipinti, se la sua libido l'avesse diretta tutta verso il corpo dei bei giovani di cui si circondava, al solo scopo di trarre godimento sessuale.

Tu confondi la natura con una idea di natura,

una idea di natura per l'appunto "fondamentalista".

 

Io trovo bambinesco invece pensare che la Natura o

il Godimento debbano avere un Fine.

 

Il Principio di piacere come ci dice la sua stessa

formulazione asserisce di essere un principio, non

un mezzo, non un fine...d'altronde se parliamo di

omo-sessualità come facciamo a non fissare la premessa

del discorso? Tu fissi una premessa non sessuale ad un

discorso sulla omosessualità...

 

Usare una idea di natura in chiave anti-sessuale e indi

in modo anti-omosessuale ( d'altronde è la stessa base da

cui tu deduci la verità di una interpretazione omofobica

della cultura greca: sempre per negare una diversa possibilità

di idea di natura )e da qui partire con una lunga serie di

discorsi che girano in tondo, intorno all'idea fondamentale:

"sono contro-natura" non ti condurrà da nessuna parte.

Ho parlato mille volte con gente come te, e so che continuerà per sempre a girare intorno alle cose con discorsi sempre più lunghi e dispersivi pur di evitare il problema fondamentale. Quindi ti chiedo adesso risposta a questa domanda: come definisci la "Natura"?

Io parto da una base schopenaueriana e nicciana,

tutt'alttro che bambinesca.

La Natura come volontà di volere se stessa, semplificando.

Un universo che si espande per la semplice, assoluta volontà di espandersi,

perpetuando se stesso e quindi le specie che sono in esso, ad infinitum.

Questo è il Fine Ultimo. Non ho bisogno della teologia cattolica,

per giustificare questo concetto, che anzi è anche anti-cristiano

e fondamentalmente scientifico (big bang), altro che fondamentalista!

(Pongo la discussione su un terreno laico per non urtare la vostra suscettibilità!

Ma da cattolico non discuterei nemmeno di cose che per la mia Fede sono evidenti

e sono degli a priori).

 

 

 

E mi sembra di andare molto avanti, tra l'altro, anche venendovi incontro

con questa prospettiva puramente laica!

Il piacere è, secondo questa formulazione, solo un'astuzia che la Natura dà agli animali

perché le loro specie continuino a procreare.

Sotto questo aspetto l'essere umano è uguale agli altri animali.

Si distingue quando va contro quest'ordine naturale.

E lo fa grazie alla cultura, e all'invenzione dell'omosessualità.

Un'invenzione stupenda - il mio parere è di parte, come il vostro...

ma che non può filosoficamente essere scambiata in alcun modo con un istinto naturale.

Il piacere viene svincolato dalla procreazione, questa è la deviazione culturale,

e investe l'ordine stesso dei sessi. Ma può farlo perchè è inserito in un contesto,

ancora una volta culturale, di omoaffettività.

Non è il piacere stesso a farsi istinto e a stabilire dove andare, quasi fosse una divinità.

Questa concezione mitologica del piacere come "realtà autonoma" e quasi soprannaturale

è davvero"bambinesca":)

In realtà e solo retorica fallocentrica, lo sappiamo bene.

Sì appunto sessuofobia...ribadita per l'ennesima

volta che i discorsi di Soledamore sono sessuofobici,

ora possiamo tornare IT?

 

Il punto è che il fatto che esista Soledamore non

esclude la cultura, ma solo la lettura omofobica

della cultura.

Forse non hai capito che qui non è un gioco a chi cita il filosofo più alla moda, qui si cerca di dire le cose come stanno :)

Nella fattispecie, Nietzsche pone a Schopenhauer proprio il problema fondamentale: volontà di cosa? Come è diretta? In un primo momento risponderà tramite la dialettica della volontà di potenza, ma nelle fasi più tarde e mature del suo pensiero concepirà invece una visione del tutto diversa, secondo la quale è impossibile e sbagliato dare giudizi sulla vita, perché lo si fa dall'interno della vita stessa. Dunque la stessa dialettica della volontà di potenza è superata. Consolati, in ogni caso era del tutto inutilizzabile per i tuoi scopi. Come resta appunto inutilizzabile il concetto di volontà di Schopenhauer per definire la Natura. Volontà di cosa? Perché non volontà di piacere?

Oh, certo, potrebbe ben essere volontà di sopravvivenza della specie, ma se scegli questa prospettiva devi necessariamente confrontarti con Darwin. E devi prendere atto che non vi è nella natura una teleologia, una finalità a priori, ma una teleonomia, come la chiama Monod, una finalità apparente dovuta al meccanismo di sopravvivenza del replicatore che funziona meglio.

 

Mi duole notare che purtroppo sei riuscito a scapparmi di nuovo, in quanto no mi hai detto qual è il tuo criterio per discriminare ciò che è natura da ciò che non lo è (considera questa la domanda ufficiale a cui rispondere nel tuo prossimo intervento). Nietzsche, finissimo psicologo che citi purtroppo un po' a sproposito, fece notare che anche l'atto del negare una pulsione è solo frutto di un'altra pulsione. Insomma, in realtà non è proprio possibile andare contro una pulsione. Ed egli stesso, critico del principio del libero arbitrio, affermava che non fosse possibile neanche negare o invertire il processo della decadènce che stava pur denunciando in prima persona, ma che non restasse altro da fare che seguirlo passo dopo passo fino in fondo. A tal punto arriva il superamento del falso dualismo Natura/Cultura in Nietzsche!

Tu invece continui a personificare la Natura, a vedere in essa uno scopo finale. Addirittura vi metti dentro il Big Bang, come fanno i peggiori filosofi da cocktail party, che nulla ha a che fare con il bios; cosa possiamo immaginare di più indifferente alle vicende umane del freddo universo in espansione? E se proprio vogliamo vedere un fine nell'universo direi che è la morte termica. Di sicuro l'universo non ha una personalità, e di sicuro non gli importa niente della riproduzione umana. Vedervi una finalità, una distinzione in mezzi e fini, può essere un artificio dialogico della cui falsità si è coscienti (come quello del Dawkins che per comodità parla del "gene egoista"); ma se si pretende di basarcisi come su una verità ontologica bisogna far presente che si tratta di puro capriccio intellettuale. Fede, diremmo noi...

 

 

Ah, PS: trovo sempre che sia grande disonestà dibattere usando argomenti differenti da quelli che hanno convinto noi. Io porto sul campo gli argomenti su cui mi sono basato io per farmi un'idea, sarebbe una disonestà verso me stesso e gli altri se, convinto da un argomento fondamentale, cercassi di convincere il prossimo usandone uno diverso.

Soledamore, se tu ti basi sulla fede, piuttosto che prenderci in giro fingendo che ci siano basi razionali a ciò che dici, dovresti semplicemente prendere atto della fragilità e soggettività del territorio su cui hai costruito.

 

[Nietzsche] nelle fasi più tarde e mature del suo pensiero concepirà invece una visione del tutto diversa,

secondo la quale è impossibile e sbagliato dare giudizi sulla vita, perché lo si fa dall'interno della vita stessa.

 

 

A quali opere ti riferisci specificamente?

 

 

Dunque la stessa dialettica della volontà di potenza è superata.

 

 

Non ne sarei sicuro. :hm: La volontà di potenza non è del resto «volontà», per Nietzsche, «di qualcosa».

Lo esclude la stessa formula - inevitabilmente mal tradotta in italiano, con un genitivo, altrettanto

inevitabilmente avvertito come oggettivo - Wille zur Macht.

A qella che ho finito di leggere ieri, il Crepuscolo degli Idoli, e all'autobiografia, Ecce Homo. In particolare nel primo si sviluppa l'attacco ai sistemi di giudizi sulla vita, mentre dal secondo traspare l'insistenza di Nietzsche sulla "fisiologia". Un comportamento sano, un'affermazione di sé vigorosa, non sono frutto di una scelta, ma di una fisiologia forte, di un corpo sano. Io considero in questi scritti la Volontà di Potenza come superata, nel senso di acquisita e negata come una delle possibili sistematizzazioni, in modo dialettico se vogliamo :P

Anche se mi piace dare letture originali e volontariamente decontestualizzate degli autori che leggo, questo punto di vista su Nietzsche non è nuovo. E' sempre stato un autore antisistemico e che quindi si contraddice da solo nella sua stessa opera. Una lettura corretta deve a mio avviso porre la contraddizione stessa, l'attacco al pensiero come nucleo del suo pensiero.

 

Dimenticavo, la critica al concetto di volontà in Schopenhauer è portata avanti in "Al di là del bene e del male". In esso Nietzsche smembra il concetto di Volontà in concetti più semplici, fra i quali appunto l'oggetto della volontà, la sua direzione. Qui si sviluppa dunque la critica alla volontà come il "semplice" metafisico.

Non è il concetto di Volontà di Potenza ad essere superato, ma il suo uso per comprendere e giudicare la vita. In prospettiva Nietzscheana sicuramente poi è superata la semplice "Volontà" di Schopenhauer. O segui Nietzsche o segui Schopenhauer, c'è poco da fare. Se segui Schopenhauer la sessualità non procreativa è espressione della noluntas (ma allora dobbiamo vedercela con Darwin), mentre se segui Nietzsche è ancora e sempre espressione di Volontà di Potenza, una pulsione contro un'atra pulsione. Abbiamo delle differenze pesantissime. Io in effetti sono sempre più convinto che mentre Nietzsche si dichiarava discepolo di Schopenhauer, la radice sincera e sepolta del suo pensiero fosse in Stirner. E quindi, che bizzarria, alla fin fine in Hegel XD

ovviamente in natura non ci si accoppia con lo scopo o il fine di riprodursi, è proprio sbagliato il punto di vista di vederci uno scopo o un fine, pensarlo è infantile (nel senso non dispregiativo del termine)

 

 

Ecco, questo non è affatto vero per me, per la mia esperienza, e il sasso che io avevo lanciato nasce da un'asserzione

esattamente contraria alla tua. Se esistesse la libertà di scelta dell'orientamento sessuale, io mai e poi mai sceglierei

l'orientamento eterosessuale. E mai e poi mai riterrei che la scelta verso l'eterosessualità sarebbe qualcosa di ovvio,

di scontato.

 

ovviamente non avevo detto che tutti, potendo scegliere, sarebbero etero ma molti sì.

intanto se ora potessi scegliere non diventerei etero, perchè sono in grado di apprezzare molte cose, ma se l'avessi potuto fare metti a 13 anni l'avrei fatto di sicuro perchè il sentirsi "fuori posto" è una cosa che è stata abbastanza pesante per me.

è che vivendo in un ambiente dove viene imposto culturalmente di "essere etero" si vive come se guidasse in una macchina che va a destra mentre giri il volante a sinistra... non so se rende l'idea.

trovo che l'ambiente e la cultura siano importanti su come si viva l'omosessualità, più o meno repressamente, ma per me sono cose che vengono dopo.

Non è il concetto di Volontà di Potenza ad essere superato, ma il suo uso per comprendere e giudicare la vita.

 

Che intendessi questo l'avevo capito. :sorriso:

 

 

è che vivendo in un ambiente dove viene imposto culturalmente di "essere etero" si vive come

se guidasse in una macchina che va a destra mentre giri il volante a sinistra... non so se rende l'idea.

 

 

La rende benissimo :sisi:

Piccolo OT, per ristabilire alcuni dati culturali fortemente travisati.

 

In genere non discuto di Nietzsche con i lettori della domenica o dell’altro ieri.

 

Perché rabbrividisco quando leggo castronerie del tipo che “Nietzsche non è un autore sistemico" e “quindi si contraddice da solo nella sua stessa opera”

 

Mi preme però fissare due punti – giusto per amore di verità, perché ho letto delle affermazioni aberranti.

 

Nietzsche allievo di Stirner è veramente una cosa che non sta né in cielo né in terra :aiuto:

 

Nietzsche non ammise mai di aver letto Stirner, anche se qualcuno sostiene che a riguardo abbia mentito...

 

Ma, da leggere (o non leggere) Stirner, ad esserne un seguace, ce ne vuole! Nemmeno uno che abbia studiato la filosofia esclusivamente con google potrebbe fare un’affermazione del genere :)

Basti solo pensare al fatto che Nietzsche sostiene l’eterno ritorno dell’identico, Stirner il momentaneo ritorno del diverso ( e lo dicono gli specialisti).

 

Punto secondo: usare questo rapporto (inesistente) di Stirner maestro/Nietzsche allievo, per ritornare a Hegel, significa davvero avere un’idea fumettistica della filosofia moderna. Ma fumettistica in senso negativo: definirla fantafilosofia sarebbe un complimento, in realtà si tratta di un centone di concetti malcompresi messi a supportare una tesi che non si regge in piedi.

Il superuomo, anzi l’oltreuomo, non potrebbe mai essere una figura del sistema hegeliano, perché questo sistema è chiuso.

Il “paradiso” della dialettica è la Ragione Assoluta, e in essa si compie il destino della filosofia europea, per Hegel. Non c’è nulla da aggiungere o sottrarre, per Hegel tutto è già compiuto.

Lo uebermensch è una figura escatologica, nel senso almeno che è di là da venire. Nasce quando si avvertono i limiti della Ragione Assoluta. Fine OT

 

 

Riportando la discussione nei binari di una ragionevole serietà:

 

si parte da Schopenauer, maestro di Nietzsche, e si giunge a Nietzsche e alla Wille zur Macht.

 

Quando parlo della Natura come quella cosa che vuole solo e incessantemente rinnovare sé stessa, questa cieca volontà di accrescimento ammicca a concetti schopenaueriani e nicciani, ma non coincide con essi.

 

Non ragiono in termini di noluntas o di eterno ritorno, per esempio. Semplicemente armonizzo il mio pensiero con quello della scienza, in particolare con la teoria del big bang. L’universo in espansione è questa volontà cieca di accrescimento, che fra miriadi di anni potrebbe concludersi nella morte termica dell’universo, ma anche no. Francamente sono prospettive così lontane nel tempo che sono effettualmente infinite.

 

 

Dunque, secondo me, la Natura è questa cieca voluntas che vuole solo se stessa e vuole solo accrescersi ed espandersi. La Cultura è tutto ciò che devìa o contrasta questa cieca voluntas. Il piacere è solo un’astuzia della Natura per convincere la bestia-uomo a procreare. Probabilmente, l’essere vivente, quanto più raggiunge un gradino elevato nella scala dell’evoluzione, tanto più rifiuta commercio carnale con gli altri simili.

 

Solo così mi riesco a spiegare il "post coitum omne animal triste". Se c’è qualcosa di istintivo, riguardo la sessualità, forse è proprio il disgusto che provano gli animali superiori nei suoi confronti, inconsciamente…

 

 

Quindi nessuna ipostatizzazione del Piacere. Nessun tentativo di ideologizzarlo come istinto per fare status, con me. A queste favole elaborate dai figli dei fiori non ho mai creduto. Una piccola narrazione che ha portato alla devastazione psicologica e sentimentale più di una generazione.

 

Che la mia fede possa conciliarsi con la scienza, in questo caso, forse è solo una coincidenza.

 

Però conferma il fatto che c’è un’intelligenza superiore nella Fede, ancora una volta :)

La banalità che trionfa su ogni cosa... :)

Questo mi ricorda un vecchio dialogo su Marx che ebbi con un amico filosofo. Attacco dicendomi "tu non conosci Marx, tu non sai cosa dice, tu non l'hai letto tutto e blabla". Si tratta di un metodo molto semplice per esorcizzare uno scontro dialettico senza doverlo affrontare. L'amico in questione se ne tornò a casa con la coda fra le gambe. E il motivo di questo è che l'amico in questione, come il nostro soledamore e come tutta la cultura filosofica accademica moderna, è uno "specialista" della filosofia, che per me è il peggiore degli insulti. La filosofia in realtà non è una materia specialistica, essa è il pensiero, è accessibile a chiunque abbia un cervello vigoroso e non potrà mai, MAI essere sostituita dalla sterile conoscenza del pensiero di un autore nel suo FONDAMENTALE (leggasi l'ironia) contesto storico, con tutta la costellazione di prestigiosa critica, al termine della quale noi arriviamo senza nemmeno aver diritto di pronunciare un'opinione, spenti e sterili come fiammiferi bruciati.

Tuttavia io capisco che il filosofo di professione oggidì senta spesso una deprivazione del proprio ruolo. Qualcuno che sappia solo pensare in astratto viene ritenuto, forse non a torto, inutile; così, hegelianamente, diventa storico della filosofia, uno che conosce tutto a menadito. E potrà forse illudersi, lui, di aver penetrato la mente di Nietzsche mettendolo nel suo beato contesto storico, ma non potrà mai in tutta la sua vita sperare nemmeno di essere un pallido imitatore di Nietzsche, perché è svuotato della libertà del pensiero.

E ciò detto, se esser seguaci di qualcuno volesse dire accettarne pedissequamente tutte le tesi, altrimenti sarebbe pura follia affermare che Nietzsche fosse discepolo di Schopenhauer, o Marx di Hegel, perché alla fin fine entrambi gli autori fanno un rovesciamento tale dei loro rispettivi maestri tale da far gridare al tradimento gli ortodossi.

Io ritengo che Nietzsche, nemesi apparente di Hegel, possa essere già ritrovato in germe in Hegel. Non sto parlando di un divenire storico, perché io nego la dimensione storica del pensiero; io sto parlando di analogie formali, che se ci sono ci son indipendentemente dal fatto che per tutto il resto possa esserci fra i due l'abisso più grande che si ricordi. Spiegare perché faccio questa affermazione esula decisamente troppo dal Topic e dallo spazio che esso mi concede. Così come esula andare a parlare del rapporto complesso che intercorreva fra Nietzsche e Stirner... Pressocché sicure sono però le analogie fra i due autori, e le testimonianze storiche a mio avviso indicano chiaramente che Nietzsche in gioventù non solo aveva letto Stirner, ma ne era rimasto molto colpito e influenzato, al punto da temere (ingiustamente, questo lo concedo) di poter essere accusato di plagio nei suoi confronti.

Qui finisce l'Off Topic, con la nota da parte mia che l'Off Topic dell'ultimo intervento di soledamore, quello che usciva dal merito e puntava invece a delegittimare il mio pensiero a priori ed eludendo l'argomentazione (argumentum ad hominem, o addirittura ad personam), è più consistente ed elaborato della parte che effettivamente dovrebbe riguardarci. Come se la vede soledamore col fatto che l'universo, fino a prova contraria, non ha personalità né fini? Come se la vede con Darwin e con la nozione di teleonomia, che non solo non conferma la teleologia ma vi si oppone?

Non procederò a delegittimare soledamore sulla base del fatto che effettivamente lui non sa niente né di fisica né di biologia, e che per parlare di concetti di fisica e di biologia, contrariamente a quanto accade con la filosofia, la cultura di base non è solo un'aggiunta ma è indispensabile. Mi limiterò a far notare che l'esapansione dimensionale dell'universo non ha nulla, ma NULLA a che fare con la vita. La vita è un fenomeno locale, e collegarla all'azione delle forze su grande scala per tirarne fuori poi della pseudofilosofia da cocktail party (quanto mi piace questa espressione) è un'operazione intellettualmente scandalosa. Mi ricorda tanto quei filosofetti fricchettoni che vedi sulle scale della facoltà di lettere che ti sparano "Einstein ha dimostrato che tutto è relativo" o "Darwin ha dimostrato che sopravvivono solo i più forti". L'universo si espande. Ma credi davvero che lo faccia per te? Che ci sia dio di Aristotele alla fine che muove tutto? Credi che qualcuno ti abbia messo su questa terra perché tu faccia figli? Su cosa mai basi queste affermazioni?

Sul nulla. Puro nulla. Però devo ammettere che sei bravino a far sembrare che il tuo nulla sia invece qualcosa di addirittura semisolido...

Che ci sia dio di Aristotele alla fine che muove tutto?

 

 

Un dettaglio nel tuo lungo post: il dio di Aristotele non muove niente. Se muovesse, sarebbe coinvolto nel mondo, e gli è impossibile,

perché è Pensiero di Pensiero e Motore Immobile.

 

È il mondo che tende verso d lui.

 

Del resto la spiegazione aristotelica del divenire prescinde totalmente da dio.

Sì, certo. Il punto è che quando mi accorgo di un uso strumentale della conoscenza nozionistica nel tentativo di delegittimarmi mi innervosisco, mi irrito. Sì, non lo nego, se uno mi dice "Tu del Marxismo non puoi parlare perché hai letto "solo" il Manifesto e l'ideologia tedesca", mi incavolo. Si dà il caso che potrebbero essermi bastati. Si dà il caso che tu che li hai letti tutti evidentemente hai capito meno di me, se alla fine della conversazione finisci con l'ammettere mogio mogio che "forse avevo le mie ragioni". Io ritengo di avere una cultura filosofica medio-alta, al punto che s'è vista nei fatti superiore a molti studenti o laureati in filosofia di mia conoscenza, e non nego che mi diverto a sputtanare qualcuno che cita a sproposito e come si è visto in questo topic lo faccio volentieri. Ma non è quello il punto, non è aver letto Foucault; tanto hai voglia a leggere Foucault, la gente è in grado di usarlo per dirti l'esatto contrario di quello che sosteneva lui (dopotutto i discorsi sono solo blocchi tattici...). Lo devi vivere.

No, non considero certo completa la mia preparazione filosofica (come quella scientifica, d'altro canto), tutt'altro; e sarebbe un folle chi mai si ritenesse completo. Ma non è sul fatto che io abbia letto qualcosa di Hegel che fondo il mio diritto ad avere un'opinione. A leggere Hegel non ci ho capito quasi niente... ho capito qualcosa quando l'ho RIletto. L'ho riletto dopo aver affrontato nelle peripezie del mio pensiero speculativo i suoi medesimi problemi, e aver trovato germi di verità, di possibilità, di validità nelle sue soluzioni. A me non importa conoscere Nietzsche, quanto essere Nietzsche, percorrere la mia vita e potermi alla fine rivedere in lui. E così ritengo di averlo capito senz'altro meglio di chi per comprendere uno come Nietzsche se lo fa spiegare dagli "analisti"...

Non darò più corda a Freaky. Non solo perché è inevitabile l'OT, ma anche perché non posso fargli un corso accelerato di filosofia.

Gli mancano i fondamentali. E tuttavia, mi sembra un po' insolito, per un sedicente "specializzato in neurobiologia",

tutto questo interesse per la filosofia. Che abbia sbagliato indirizzo di studi? :frusta:

Che si limiti a dare la sua prospettiva neurobiologica, se c'è e se vuole dare contributi utili alla discussione! Grazie.

 

Facciamo un po' il punto della situazione. Ho inscritto il problema dell'eterosessualità indotta

nel registro della dialettica Natura vs Cultura. Dare a questo problema una risposta

basata solo sulla teologia cattolica per me sarebbe stato banale. Cosa si può opporre alla Fede?

Solo uno sterile: non ci credo. Quindi ho ragionato in termini laici, per avere un terreno di discussione

condivisibile anche da chi non ha avuto accesso alla Grazia.

 

Ho posto la Natura, quando mi si è chiesta la sua definizione, come Volontà cieca di espansione.

Non significa che ci sia un senso particolare in questo. Si può escludere persino la volontà di Dio,

volendo. Da una parte c'è questa Natura che è volontà pura di espansione, una Natura in pieno accordo

con la teoria del Big Bang. Dall'altra parte c'è la Cultura, che devìa dalla Natura e si oppone ad essa.

La Cultura stessa dunque è contro natura.

 

Quindi ho decostruito il principio del piacere. Ho affermato che questo sopravvalutato principio

del piacere, non può essere la base sulla quale costruire una teoria del genere e dell'identità.

Esso infatti non è il fine della Natura (se la Natura avesse un fine l'esistenza di Dio sarebbe

implicita, per altro - ma sto ragionando laicamente). Sto concedendo che la Natura non abbia

altri fini che se stessa.. Quindi se non ha altri fini, il piacere non può essere un suo fine

- altrimenti cadiamo in contraddizione. Infatti, ho scritto, il piacere è un'astuzia della Natura utile

unicamente alla sua volontà di riprodursi. La Natura ti fa godere perché tu, essere umano, abbia una progenie,

detto semplicemente. Tutto qui.

 

Ergo, anche in termini laici, la Cultura e quindi l'omosessualità che è una sua espressione,

è contro Natura. Capisco che la cosa vi dia fastidio, perché su questa affermazione

inconsciamente recepite una volontà di giudizio. Ma non c'è nessun giudizio!

Condivido con voi l'orientamento omosessuale. E sono orgoglioso di essere contro Natura!

Ovviamente sono anche consapevole della negatività di un sistema di pensiero

che si fondasse interamente sulla contronaturalità - sarebbe troppo artificiale nella sua innaturalità.

Mi basta semplicemente ridimensionare il valore della sessualità.

Negli ultimi anni c'è stata una tendenza a identificare il desiderio con l'orgasmo,

che ha influenzato discorsi, pratiche, coscienze individuali e collettive. Io dico semplicemente: basta!

Disindentifichiamo l'omoaffettività dall'orgasmo, se vogliamo uscire dalla vecchia narrazione sessuocentrica

ed elaborare un'altra narrazione. Tutto qui.

A me mancano i fondamentali, ma non sono io ad aver posto l'uguaglianza da brividi fra metafisica e sovrannaturale. Oh, certo, molti mi hanno detto che avrei dovuto fare filosofia, e forse farò anche filosofia. Per ora la cosa di cui vado più fiero e di NON aver fatto filosofia, il cui studio manualistico avrebbe tolto a mio avviso plasticità al mio pensiero.

E ora, procediamo punto per punto, visto che non è mia abitudine ussare argomentazioni ad homine, nemmeno quando l'avversario manifesta palese ignoranza di quello di cui sta parlando. (Sì, ok, lo sto facendo, ma quando ce vo' ce vo').

Ho posto la Natura, quando mi si è chiesta la sua definizione, come Volontà cieca di espansione.
Definisci espansione.
Non significa che ci sia un senso particolare in questo.
Una volontà è sempre direzionata, se vuoi vuoi qualcosa. Fosse anche la semplice "espansione", tu stai dando un senso alla natura, un fine. Altroché se lo stai dando.
Da una parte c'è questa Natura che è volontà pura di espansione, una Natura in pieno accordo

con la teoria del Big Bang.

Sono neurobiologo, ma so qualche poco di fisica, quel che basta per dire che nella teoria del big bang non si ha proprio nessun elemento di finalità. Le teorie moderne sulla nascita dell'universo tendono ad una fusione con i principi della quantistica, che sarebbero gli unici applicabili all'universo così come è concepibile al livello della singolarità del big bang, in cui non è applicabile la relatività generale. ovviamente ciò che guida la quantomeccanica è il cieco caso... nessuna finalità.

Fra l'altro, la stessa fine dell'universo (nemmeno il fine, ma LA fine) non sono al momento prevedibili. I tre scenari possibili sono stabilizzazione, espansione continua con morte termica, big crunch. Ancora una volta, nessuna finalità.

Dall'altra parte c'è la Cultura, che devìa dalla Natura e si oppone ad essa.

La Cultura stessa dunque è contro natura.

Problema: la cultura è un prodotto successivo alla natura. La natura c'è da miliardi di anni, la cultura da migliaia. Se la cultura si oppone alla natura, da dove è nata? Dalla natura stessa sarebbe nato qualcosa che vi si oppone? Metafisicamente parlando potrebbe avere senso, ma qui si parla di realtà fisiche. le leggi naturali sono leggi fisiche, e nella cultura non c'è nulla che possa opporsi alle leggi fisiche. Qui stai facendo metafisica, e nel tuo caso, non in assoluto, la metafisica diventa sicuramente sovrannaturalistica, in quanto non solo presuppone fini nella natura, ma presuppone anche che siano altri da quelli insiti nelle sue leggi.
Esso infatti non è il fine della Natura (se la Natura avesse un fine l'esistenza di Dio sarebbe

implicita, per altro - ma sto ragionando laicamente).

Sei riuscito a contraddirti in 26 parole. Penso sia record. Se la natura non ha un fine ma è dominata solo dalle cause, la tua affermazione secondo la quale tenda ad espandersi non ha alcun senso. Stai dicendo che la natura non ha un fine (se l'avesse sarebbe ovvia l'esistenza di Dio), e al contempo stai dicendo che è un altro il fine:
La Natura ti fa godere perché tu, essere umano, abbia una progenie,

detto semplicemente.

La Natura fa qualcosa PERCHE'... ovvero per un fine.

Quello che viene dopo deriva ovviamente da tutti questi presupposti continuamente contraddittori, e quindi ovviamente non vale nulla. La realtà è che tutto ciò che possiamo dire della natura o deriva dal pensiero umano, e con esso dalle sue categorie di finalità, oppure sta nelle sue leggi fisiche. E tali leggi non possono essere infrante. Ergo non esiste proprio nulla di "contro natura". A meno di pensare che ci sia un volere divino.

@Isher, non mi confondere con altri! Se dovessi basare le mie argomentazioni su wikipedia

ci vorrebbero giorni, e i risultati sarebbero scarsi, come si è visto nel caso del povero Freaky.

In realtà sto elaborando la mia teoria post dopo post, riflettendo su quando c'è uno stimolo (qualche volta)

e scartando il trash (il più delle volte):) Gli schemini li lascio a te quando devi fare le citazioni sofoclee (sbagliate):P

Hegel, Schopenauer e Nietzsche sono tra i miei filosofi preferiti, e ho letto quasi tutte le loro opere

da molto prima di iniziare questa divertente discussione. Ti brucia non potermi rifilare la solita

accusa di cattolico, quando ragiono in termini laici? :azz:

 

 

@Freaky, nessuna contraddizione (sei un po' fissato con le supposte contraddizioni degli altri... bada alle tue reali, piuttosto!)

 

Leggi attentamente i miei post e medita su di essi.

Interpreti la "Volontà" da me presupposta in termini umani, troppo umani... :)

 

Questa Volontà invece è il vero istinto puro, inconsapevole di sé. Non ha alcun fine.

Questa Volontà cieca e irrazionale che io ho presupposto, quando inganna l'uomo

per farlo procreare, dandogli il piacere, non lo fa con intenzione (in senso fenomenologico).

Non c'è coscienza nel Big Bang. Sto facendo a meno di questo Dio di cui avete così tanta paura

- anche se per me non sarebbe necessario.

Quindi non c'è nessun fine. E proprio perché non ha un fine, la Natura, in questa mia ipotesi, si distingue dalla Cultura,

che il fine lo ha (molto in generale: educare l'uomo).

Quindi Natura e Cultura sono dialetticamente in contraddizione.

La Cultura è contro la Natura. Ma anche la Natura è... contro Cultura.

Le proiezioni umanocentriche sulla sessualità dei Bonobo, per esempio,

sono molto controculturali :D

Omoaffettività non è g-g rubbing!

Persino almadel ha dovuto ammetterlo, quando ha ragionato su questo argomento con me

in alteris locis.

 

E ora tutti a studiare! :frusta:

Io ho altro da fare. Buona notte!

@Isher, non mi confondere con altri! Se dovessi basare le mie argomentazioni su wikipedia

ci vorrebbero giorni, e i risultati sarebbero scarsi, come si è visto nel caso del povero Freaky.

In realtà sto elaborando la mia teoria post dopo post, riflettendo su quando c'è uno stimolo (qualche volta)

e scartando il trash (il più delle volte):) Gli schemini li lascio a te quando devi fare le citazioni sofoclee (sbagliate):P

Hegel, Schopenauer e Nietzsche sono tra i miei filosofi preferiti, e ho letto quasi tutte le loro opere

da molto prima di iniziare questa divertente discussione. Ti brucia non potermi rifilare la solita

accusa di cattolico, quando ragiono in termini laici? :azz:

 

 

 

Hai appreso l'esistenza del Nauck da me, non scordarlo! :D Precedentemente alla mia benevola citazione,

la tua fonte su Sofocle era wikipedia! Sono stato gentile, ti ho dato la citazione completa e precisa, in modo che tu potessi

scaricare il Nauck da Google Libri: devi ammetterlo. Dopo hai fatto le 4 di notte per tentare di tradurre il frammento, in modo folle,

ma lo hai tradotto, questo sì! Poi Anakreon ha dato la traduzione esatta. Tutto ciò mi ha divertito moltissimo. :P

 

Non dubito però che tu abbia letto qualcosa di Nietzsche, poco di Schopenhauer, niente di Hegel. Oppure li hai letti, poco

importa. Nella tua multipla personalità, senti il bisogno di gareggiare, anche con te stesso. E ci riesci in modo palese! :D

Già, tutti a studiare... Quello che ha detto Isher è del tutto evidente. Di sicuro soledamore non ha letto niente di Hegel. Forse qualcosa di Nietzsche. Schopenhauer non so, di sicuro però non i passi in cui parlava dell'omosessualità, affermando che anche tramite essa la volontà deve necessariamente riuscire ad affermare se stessa e perseguire i suoi fini.

A parte questo, fate caso se ha risposto ad una sola delle mie obiezioni. Una, eh, mi basta. non so che aggiungere perché non ha detto assolutamente nulla di nuovo, ma nulla.

Comincio a pensare che sia davvero solo un disturbatore che ama fare il bastian contrario. E non ci riesce granché, perché le doti intellettuali (intese nel senso più ampio, come interazione fra intelligenza cristallizzata e fluida) gli mancano.

 

Ah, Soledamore, cerco di farti un favore con un consiglio: se proprio non vuoi ritirarti dalla conversazione, punto primo, come ti ho già detto, riorganizza il pensiero. Punto secondo, finiscila di lanciare sottili prese in giro, perché dal basso dove ti trovi non puoi permettertele, diventa uno spettacolo abbastanza patetico. E infine, Non dire bugie che non sei in grado poi di sostenere.

AndrejMolov89

Perché mi rispecchio nei casi umani, ah, perché lo sono.

Soledamore la natura non ha un fine, al massimo gli si riconosce l'attributo della pigrizia: cercare di trovare la soluzione energeticamente più bassa per fare meno "fatica". Nè più nè meno. Non ha un fine, semplicemente è un associazione casuale di enti che possiedono determinati attributi che si creano da sè i loro rapporti ^^. Questa è la mia interpretazione, partendo dal presupposto che la mia cultura scientifica naturalistica è misera paragonata a quella di Freaky Fred, . tranne in geologia.

Non esiste il contro natura, tutto ciò che si manifesta è naturale. Si può parlare di squilibrio, ma mai e poi mai di contro natura. Il solo fatto che si può fare, il solo fatto che si manifesti fa sì che sia naturale. Inoltre, il fatto che sia una cosa spontanea e colpisca solo una piccola percentuale della popolazione è un fatto che deve far riflettere.

Guarda, stai dicendo l'ovvio. Tutto il pensiero esposto da Soledamore è assolutamente raffazzonato, sta elaborando la sua teoria post dopo post. Questo è ciò che ha detto lui stesso, ma evidente da alcuni dettagli, come il fatto che PRIMA la Natura aveva un fine, ma diverso da quello della Cultura, ADESSO la differenza non è più quella, ma piuttosto che la Natura un fine non ce l'ha. Allora viene proprio a mancare il termine di confronto, non c'è un'opposizione dialettica fra Natura e Cultura, ma svanisce proprio la natura dall'equazione. Questo vuol dire che il concetto di "contro Natura" è sparito di nuovo, come meritava.

Ma il fatto che emergano tutte queste contraddizioni, e che questo pensiero muti in continuazione, può voler dire solo una cosa, e cioè che prima non ci aveva mai pensato seriamente.

Non c'è niente di male, ricordo una conversazione-dibattito che feci con Isher riguardo alla psicanalisi in cui andavo un po' a tentoni, usando l'opposizione come strumento per apprendere anche più che come mezzo per affermare. Il punto è aver chiaro che ti sei messo in una posizione di discenza. Ma il punto è che costui afferma addirittura di aver letto le opere complete di Hegel. Ma chi a questo mondo ha letto le opere complete di Hegel? Neanche Hegel ha letto le opere complete di Hegel! Ma soprattutto è impossibile che le abbia lette Soledamore, che ha ampiamente dimostrato di non sapere niente dell'argomento. Se davvero le avesse lette vorrebbe dire che non ne ha capito e trattenuto niente. Invece della cultura nozionistica, vorrebbe dire che il difetto è nell'intelligenza...

E poi figurati, Hegel son già du' palle quando lo capisci, figurati se arrivi fino alla fine non capendo niente...

Se è una bugia è ridicolo, se non lo è... è più ridicolo!

 

Ma un pochetto di umiltà, un mettersi in gioco sincero... sono obbiettivi forse troppo grandi? Che ci vuole ad ammettere che si può imparare su un argomento? Io sono davvero sconsolato a volte...

Eccomi di ritorno, dopo la mia uscita serale. Sfortunatamente, vedo che la mia buona notte ha avuto effetti deleteri.

Siete rimasti tutti svegli, voi che frequentate questo thread. Ma senza aver apportato contributi decisivi, a parte

la complicità nella mia sistematica denigrazione. Qualcuno però questa volta l'ha fatta fuori dal vaso.

Per questo sono costretto a chiedere il pronunciamento del moderatore.

 

Perché ora mi hai davvero stufato, Freaky. Non riesco a capire perché alcuni per il semplice fatto che hanno dialetticamente la peggio discutendo con me debbano andare sul personale. Non lo accetto, da un tizio che scrive “ad homine” anziché “ad hominem”, che dice di essere neurobiologo - ma sembra affetto d una leggera neuropatia ogni volta che ha a che fare con me -, che ignora totalmente la filosofia e che osa fare valutazioni negative sulla mia intelligenza. La punzecchiatura ci stava pure, ed è stata reciproca. Però ora si è superato il limite della decenza e dell’educazione.

 

E’ intollerabile in un forum civile che mi si dica che scrivo da un basso, con lo scopo infame di delegittimare le mie idee in base a un tentativo di discriminazione sociale. La tua, povero Freaky, è un’illazione fallace, fatta con il solo fine di cercare di offendermi perché sono Napoletano. Anche se non ci riesci, ho l’obbligo di segnalare il tuo intervento al moderatore. Tu non hai nemmeno la più pallida idea di chi possa essere, né da dove scrivo. E se anche fosse da un basso (ma rassegnati, non lo è), sarebbero le mie idee a contare, non la prosopopea di persona volgare, infantile e maleducata che dimostri con questo attacco gratuito. E saresti un laureato? Ma fammi il piacere. Ho deciso di ignorarti. Adesso hai dimostrato di essere solo un troll. Non apporti nessun contributo significativo, stai solo lì ad attaccarmi, altro non sai fare. E non ho più intenzione di correggere i tuoi madornali errori filosofici.:ditone:

 

 

@Isher, su Achille e Patroclo hai perso. Ammettilo serenamente. E più plausibile che la loro fosse un’amicizia virile, piuttosto che un rapporto omosessuale, come ho ampiamente dimostrato. Hanno ragione Omero e Socrate, come ha cercato di farti capire anche Anakreon. Aver affermato poi, come hai fatto tu, che Achille sia “la più femmina di tutta l’Iliade” è stato semplicemente ridicolo. Il Nauck l’ho conosciuto nella biblioteca universitaria, quando ero studente di letteratura greca. In rete me lo sono trovato da solo, per verificare le tue affermazioni. Scoprendo che erano sbagliate. Come sbagliata era la citazione nel testo che usavi come riferimento, lo hai ammesso tu stesso. Adesso, per vendicarti della ferita che ho inferto involontariamente alla tua autostima, ti sei ridotto a supportare gli attacchi di Freaky nei miei confronti. Ma mi scivoli addosso, quindi desisti. E quanto sei infantile, pure tu! Mi dispiace di averti sopravvalutato.

 

@Greed, è mortificante che tu ti percepisca come un “caso umano” (come scrivi). A parte questo, la discussione deve esserti sfuggita di mano o la stai seguendo proprio ora. Negli ultimi post ho proprio sostenuto questo: la Natura, intesa laicamente, non ha un fine. Persino la sua astuzia nel far credere alla scimmia evoluta che l’orgasmo vale di per sé, non è un fine in senso filosofico. In un post precedente mi riferivo al fine del piacere, non al fine della Natura, in realtà. E l’equivoco deve essere sorto lì. Mi sembra chiaro però che parlando di Volontà cieca non possano esserci fini. Grazie per avermi dato l’opportunità per chiarire l'ennesima volta questo punto.

 

Ovviamente, fin quando non mi sarà data una spiegazione sul fatto che sia lecito o meno, in un forum civile, scrivere che un utente non ha diritto di parola, solo perché vivrebbe in un basso, essendo originario di Napoli, non metterò più piede qui. A me piace punzecchiare ed essere punzecchiato, ma nei limiti della decenza e dell'educazione. Anche per rendere meno noiose discussioni di un certo spessore. Per me la frase di Freaky equivale a quella dell'ultras, che vedendo due gay per strada che si tengono per mano, grida: "Ah frociii!!!".

Sinceramente, credevo che in un forum civile come questo, non si potesse raggiungere un livello così infimo di interazione virtuale. Sono basito.

Forse mi è sfuggito qualcosa del regolamento.

Grazie per le eventuali delucidazioni e buona notte.

 

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