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attrazione, chimica quindi cura?


Zeta

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Premetto che non ho aperto il topic con la solita domanda "gay si nasce o si diventa" perchè volevo affrontare l'argomento per arrivare ad una domanda diversa, sperando di riuscire a farmi capire.

 

Io sono convinto che l'amore, alla fine, altro non è che pura chimica...varie reazioni, elettroni che si scambiano, si producono sostanze, e via fino alla "sensazione" di un'emozione. Con questo non voglio annientare l'aspetto romantico di una passione, solo constatare ciò: tutto è il risultato di una serie di reazioni chimiche, non è che allora l'attrazione per una persona dello stesso sesso, essendo chimica, è dovuta ad uno "squilibrio chimico" ? (passatemi il termine). E quindi, tale considerazione può tradursi nella possibilità che, un domani, vi sia un farmaco in grado di "correggere" tali reazioni chimiche, voi che ne pensate?

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Quello che hai scritto consiste nella castrazione chimica.

Non sono biologo o medico, quindi dichiaro in primis la mia ignoranza in materia.

Ad ogni modo suppongo che i gay non abbiano una sorta di 'sostanza' che li rende attratti dai maschi e gli etero una diversa che li rende attratti dalle donne. Quindi suppongo che la risposta sia no. Se anche sbagliassi, mi terrei la MIA di sostanza ;)

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Ovviamente in linea teorica potremmo raffinare la nostra scienza al punto di controllare con i farmaci qualsiasi attività neurale umana, dagli istinti base come l'amore fino alle idee politiche. Già adesso gli psicofarmaci hanno degli effetti piuttosto accurati sull'umore e altri istinti molto semplici. Essendo l'amore e l'attrazione basati sui neurotrasmettitori, basterebbe inibire la produzione di quelli per l'omosessualità e stimolare la produzione di tutt'altro.

Tuttavia l'attrazione per lo stesso sesso non è uno "squilibrio chimico" e quindi uno "squilibrio genetico" più dell'essere alti, avere un bel sorriso, essere di cattivo umore o avere i capelli biondi. L'uomo da un punto di vista razionale non ha squilibri ed equilbri, ma solo variazioni più o meno casuali. :)

Comunque per quanto sia possibile teoricamente inventare una pasticca personalizzata per ogni umano in grado di modificare il suo cervello a piacimento, questo va molto al di là delle nostre possibilità attuali, quindi è qualcosa che può darsi sarà fattibile in minimo 100-200 anni. :)

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[OT]

Beh, scusate, non si può avere delle semplici curiosità!? Nemmeno io ci ho mai pensato, nemmeno io sono molto portato a parlare dell'amore sotto quest'aspetto, ma scusatemi se dico che non mi sembra il caso di lanciare degli attacchi del genere..tongue.gif

[FINE OT]

 

 

@zeta: certamente, il nostro cervello funziona tramite reazioni chimiche. Ma io credo che l'amore omosessuale sia amore esattamente come quello eterosessuale da quel punto di vista: un farmaco che mi togliesse la possibilità di amare il mio ragazzo, ad esempio, credo che mi toglierebbe la possibilità di amare chiunque.. non credo che potrei diventare etero tramite l'uso di un farmaco.. Cioè, io sono nato così!

Non voglio fare parallelismi, che raccapriccerebbero perfino me medesimo biggrin.gif ma uno psicopatico, che sia tale dalla nascita, non può essere cambiato: gli danno degli psicofarmaci, certo, ma lo tengono buono, non gli cambiano quel modo di ragionare che ha dentro la testa.

Presupposto che le persone nascano gay, o comunque lo diventino in seguito ad una predisposizione di qualche tipo, credo proprio che il discorso sia simile.. Non possono farti diventare etero, possono soltanto inibire la tua omosessualità. (sarebbe un'idea orrendamad.gif)

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Diventare etero con un farmaco? Ma quello è il meno!

Con la droga giusta puoi uccidere tua madre,

figuriamoci se non puoi fare sesso con una ragazza.

 

Solo che sei stato "drogato" non sei stato "curato".

Direi che c'è una bella differenza...

 

Non ho capito cosa ci sia di inquietante.

Lo sanno tutti che le droghe possono farci fare

cose che da "normali" non faremmo.

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Ma poi "diventare etero con un farmaco" non significa non amare piu' persone dello stesso sesso.

Potrebbe significare invece che, alla vista di persone dello stesso sesso che prima ci risultavano attraenti, non si provano piu' stimoli di tipo sessuale.

Perchè anche "ciò che ce lo fa rizzare" è chimica, deriva tutto da li, dal nostro cervellino.

Che poi la droga modifichi il nostro comportamento è un dato certo, ma tali effetti, se li vogliamo duraturi nel tempo, presuppongono un'assunzione costante di droghe.

Quello che qui si intende con cura, da quello che mi pare di aver capito, è una pillola e via.

Personalmente, penso che prima o poi sta benedetta (o maledetta) pillola arriverà, magari anche fra 150 anni, ma il problema non sarà che è stata creata, perchè assumerla, se sia etico o meno, morale o amorale, se significhi accettare o non accettare se stessi.

Il problema, è che nel momento stesso in cui tale pillola spunterà sul mercato, vorrà dire che l'orientamento sessuale etero o omo che sia, sarà messo sullo stesso piano del colore dei capelli, perche' se una pillola puo' farti diventare etero, niente vieta che ne venga creata un'altra per farti diventare omo.

Biondo o bruno.

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Io credo che l'impostazione di questo thread sia sbagliata: quando si parla di chimica (in questo caso biochimica, poiché si tratta di feromoni)

si confonde l'attrazione sessuale con l'attrazione amorosa.

Non c'è bisogno di farmaci per diventare etero oppure omo! Di base c'è il libero arbitrio. L'abitudine farà il resto.

 

Come si può ridurre l'omosessualità ad un effetto chimico o biochimico? Lo si può fare solo se si dà all'omosessualità

un interpretazione esclusivamente sessuale, escludendo tutto il piano della omoaffettività, che con la chimica e

la biochimica non ha nulla a che fare.

 

Quindi, in sintesi, questo thread, che comincia con una premessa fallace

e giunge ovviamente ad una serie di assurdità anche divertenti, è interessante solo perché dimostra (involontariamente)

come un gay comune si rapporti superficialmente alla propria omosessualità e cosa si nasconda, talvolta,

dietro a tante belle parole sul gender, l'identità, il riconoscimento sociale: ovvero il sesso, ancora una volta il sesso,

solamente (il purtroppo, mortificante, lo metto solo qui) il sesso.

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con la speranza che l'umanità non arrivi mai ad una schifezza del genere, dico che rischieresti inutilmente di perdere te stesso. L'effetto di un farmaco dura per un po' e anche immaginando un'assunzione regolare beh arriveresti al punto di non capire più una beata mazza perchè il farmaco non ti cancella quello che è stato e sicuramente non ti da la felicità. Al di là dell'etica mi sembra una soluzione del tipo nascondere la polvere sotto il tappeto...

 

 

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Come si può ridurre l'omosessualità ad un effetto chimico o biochimico? Lo si può fare solo se si dà all'omosessualità

un interpretazione esclusivamente sessuale, escludendo tutto il piano della omoaffettività, che con la chimica e

la biochimica non ha nulla a che fare.

 

Quindi, in sintesi, questo thread, che comincia con una premessa fallace

e giunge ovviamente ad una serie di assurdità anche divertenti, è interessante solo perché dimostra (involontariamente)

come un gay comune si rapporti superficialmente alla propria omosessualità e cosa si nasconda, talvolta,

dietro a tante belle parole sul gender, l'identità, il riconoscimento sociale: ovvero il sesso, ancora una volta il sesso,

solamente (il purtroppo, mortificante, lo metto solo qui) il sesso.

 

No ma il punto della discussione e`che tutti i sentimenti umani, perfino l'amore, sarebbero frutto di reazioni chimiche nel nostro cervello e quindi suscettibili a modifica da parte di psicofarmaci sempre piu`avanzati. Quindi non si parla solo di sesso, ma anche di amore. Poi non c'e`libero arbitrio nell'essere omosessuali/etero; magari ci si puo`abituare a fingere di essere etero, ma quella e`un'altra cosa.

Io penso ogni tanto al fatto che tutto quello che proviamo alla fine dipende dal cervello, o alla "ortodossia" nell'usare psicofarmaci che alla fine modificano quello che siamo, perche`alterano il modo in cui funziona il nostro cervello. Probabilmente si`un giorno ci saranno psicofarmaci per tutto, anche se probabilmente non e`cosi`semplice la questione perche`del cervello si sa molto di meno degli altri organi, o sbaglio? :boh:

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Zeta parla dell'attrazione sessuale come squilibrio chimico. Io parlo invece di funzionamento. Tutto questo discorso è incredibile, le preferenze sessuali sono controllate dalla mente, che è sicuramente basata su segnali elettrici e - ancora più alla base - reazioni chimiche, ma inibire una singola reazione non significa modificare un atteggiamento o una preferenza. Non siamo come i computer, non possiamo essere "configurati" tanto nello specifico, proprio perché la mente è infinitamente superiore all'importanza delle singole reazioni che la compongono. Tutto il resto è divertente, ma resta solo fantascienza.

 

Mi associo all'intervento di Soledamore, l'equazione affettività = sesso non accenna a scomparire, soprattutto fra chi parla così spesso della propria sessualità e trascura l'amore.

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Serve un farmaco che inibisca

la produzione di dopamina, noradrenalina e ossitocina.

(E già che ci siamo pure un inibitore del testosterone)

 

Il guaio è che - finito l'effetto -

poi torni innamorato come prima.

 

Non so se questo farmaco avrebbe un grande successo commerciale, però :D

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Silverselfer

La medicina non è una scienza esatta, oggi stiamo attraversando un momento storico in cui si pensa di poter manipolare ogni aspetto psicologico con le pillole, come nell'ottocento si pensava che attraverso delle incisioni di lobotomia si potesse curare i criminali. L'anno scorso in Europa è stata abbassata l'età per la somministrazione delle benzodiazepine, ora un bambino di otto anni che mostra evidenti comportamenti asociali o sociopatici, può essere curato con la somministrazione di psicofarmaci.

 

Noi occidentali tendiamo a creare una società geometrica, regolata da misure standard, cioè simmetriche. Controllare gli eventi per mezzo della ripetitività di modelli se non uguali, simili. Come su una catena di montaggio.

Oggi c'è chi considera l'omosessualità un'anomalia da correggere, ma anche chi cerca di rieducarla in uno schema compatibile, normalizzandola di modo risulti una variabile perfettamente gestibile in un'equazione sociale (so che molti di voi in questo non ci vedono niente di male).

 

Quello che mi domando è chi richiederebbe l'intervento medico per diventare etero. L'omofobia è l'unico male che affligge chi non ne è affetto, per citare un bello slogan visto al pride. Un po' come nel terzo film della saga X men, i sapiens trovano la cura per togliere i super poteri che secondo loro affliggono i mutanti. Questi si mettono in fila nei centri di cura, non perché non amino essere quello che sono, ma per il desiderio di non essere più discriminati, per non dover più vivere nel timore di essere scoperti, per poter fregiarsi dell'appellativo "normale".

 

Naturalmente qui non si sta parlando si super poteri, ma in un certo modo di qualcosa di più subdolo. L'omosessualità non si manifesta, come a molti piacerebbe pensare, con la comparsa di ciuffi di capelli bianchi alla Mangioglio, ma è qualcosa di latente che esiste in ogni individuo. Lo so, ora svacco nella teoria queer, però è prima di tutto quello che penso io.

 

Biologicamente il maschio è la mutazione genetica di una femmina, cioè ogni femmina che è rimasta tale ha potenzialmente nel suo corpo un maschio, come un uomo conserva in sé caratteristiche potenzialmente femminili. Naturalmente lo sviluppo evolutivo del feto comporta a livello cerebrale e neocorticale differenze radicali che indubbiamente influenzano la sessualità dell'individuo. Penso ad esempio ai ricettori olfattivi, la cui mucosa nasale è l'organo più direttamente collegato al sistema limbico del cervello. Per intenderci sto parlando del feromone che determina, o così parrebbe, l'eccitazione o almeno l'attrazione tra due sessi. Ecco, tutto al più un intervento chimico potrebbe mutare queste peculiarità.

 

il punto fondante del mio ragionamento è però un altro, Innanzi tutto la conoscenza del sistema limbico è a tutt'oggi nulla, non sappiamo una cippalippa di quello che ci sta dentro al cervello o cosa lo determini. Oggi questi gran luminari alla Montalcini sono tutti orientati verso la chimica, come i loro omologhi dell'ottocento erano orientati verso l'intervento chirurgico e successivamente con gli elettroshock (pratica non del tutto abbandonata perché basata sulla trasmissione elettrica che effettivamente ha valenza per determinate anomalie), ma sono per lo più teorie supportate da esperimenti su poveri primati vivisezionati in laboratorio (Salviamo gli scimpanzé!). I risultati effettivi sono obbiettivamente piccoli rispetto alle aspettative.

 

Rimane comunque di fondo l'idea che l'omosessualità sia un'anomalia.

L'omosessualità è davvero un'alterazione comportamentale? Oppure la sessualità è solo in parte, magari anche per la maggior parte, determinata dall'istinto riproduttivo? In tal caso, nel caso anche una minima parte di essa fosse determinata da altri fattori, questi sarebbero agenti interni e quindi biologici, o esterni, quindi determinati da aspetti psicologici ambientali?

 

Qui ci si apre davanti tutto un universo di opinioni. Resta il fatto che quel quantum d'indeterminatezza incrina negli etero la loro visione cristallina di una sessualità naturale, naturale inteso come unicum meccanico sempre uguale a se stesso. Se fosse vero la smetterebbero di sputarci addosso il loro intimo desiderio lussurioso di scoparci. La finirebbero di dire che gli facciamo schifo perché non ci invidierebbero più quando ci baciamo. I preti la smetterebbero di spompinarsi in convento e non considererebbero più un vizio l'omosessualità.

 

Come vedete secondo il mio modesto ragionamento, la cura non devono inventarla per dei casi ormai disperati come noi, ma per loro. Oppure si decidano finalmente di unirsi a noi, amare dove li porta il cuore o il culo se preferiscono, in una grande e serena Queer republiklovesaw.gif

 

Nb: Ma quanto scrivo! Si vede proprio che non ciò un c.. da fare?

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I vostri neurotrasmettitori trasmettono?

Esistono dei reagenti che producono la loro

reazione?

 

Allora funzionate, che state a complicarvi

la vita?

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che poi mi chiedo perchè in molti c'è questa idea di una scienza perfida che vuole distruggere i sentimenti e ridurci in macchine...

 

il fatto che i sentimenti abbiano un'origine fisico-chimica non cambia nulla su ciò che si prova, un quadro non emoziona di meno se pensi che sia vernice su tela.

 

per quanto riguarda i gay non esiste nulla di scientifico con la pretesa di sgheizzare i gay, narth e cose simili riguardano estremisti religiosi. non la scienza.

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Oddio fra chi ha paura della psicologia

chi dello storicismo chi del sesso e chi

della scienza, l'elenco rischierebbe di

essere talmente lungo.... :rolleyes:

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Paura non è il termine che io userei in questo caso. Userei "odio", desiderio di annientamento e convinzione che tale annientamento sarebbe opera nobile e santa :)

 

In Topic: il discorso è lo stesso che si fece in altra occasione, parlando di improbabili cure per l'omosessualità. Un simile controllo, una simile malleabilità della personalità, porrebbe problematiche etiche e anche scientifiche che vanno ampiamente oltre la tematica gay. Cambia il concetto stesso di identità, di individuo, di persona. Il giorno in cui qualcuno possiederà questo potere avremo altro di cui preoccuparci che l'orientamento sessuale.

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mi ricorda una puntata dei Simpson dove Smithers deve "curarsi" ogni 30 secondi per poter andare a donne... Credo che l'effetto sarebbe quello! pjbt.gif

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Paura non è il termine che io userei in questo caso. Userei "odio", desiderio di annientamento e convinzione che tale annientamento sarebbe opera nobile e santa :)

 

In effetti stavo per scrivere paura-fastidio, ho ovviamente riflettuto sul fatto che le "idiosincrasie"

autoimmunizzanti sono solo la realtà effettuale e che i gay sono fin troppo affezionati alle proprie avversioni

per non compiacersi del termine "odio" ( cioè l'enfatizzazione della propria capacità reattiva )non volendo

compiacere nessuno quindi ho ridotto a "fastidio" e poi l'ho cancellato del tutto.

 

L'essenziale comunque è avere consapevolezza delle proprie idiosincrasie,

alcuni farebbero meglio a rinunciare alle proprie, altri invece ci possono

tranquillamente convivere ( qui il discorso si fa più personale )purchè ne

siano consapevoli.

 

Tornando IT,

 

faccio notare che esistono veramente delle persone sfortunate gay ed etero

che hanno delle sindromi o dei problemi neurologici che li condizionano

in maniera più o meno grave, nella loro funzionalità e quindi nella propria

qualità di vita ( asperger, encefaliti, epilessie, sclerosi multipla... )

 

Loro saprebbero dirvi cosa significa difetto di funzionalità

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No ma il punto della discussione e`che tutti i sentimenti umani, perfino l'amore, sarebbero frutto di reazioni chimiche nel nostro cervello e quindi suscettibili a modifica da parte di psicofarmaci sempre piu`avanzati. Quindi non si parla solo di sesso, ma anche di amore [..]

 

 

Mi dispiace per chi ci crede, ma sono contento per me stesso e il resto dell’umanità: la scienza non potrà mai inventare la pillola dell’amore :aiuto: Di fronte a questa ributtante prospettiva fanta-horror e antiscientifica occorre rimarcare il sano principio di realtà. La scienza contemporanea ha semplicemente dimostrato la correlazione tra alcuni stati emotivi e alcune sostanze chimiche (testosterone, vasopressina, ossitocina etc.). Ovvero la correlazione tra lo stato dell’innamoramento e la dimensione chimica delle emozioni che esso comporta.

 

Ma non ha mai scoperto, né scoprirà mai, perché ci si innamora. Perché si ama proprio quella determinata persona. L’influenza dei feromoni può avere un ruolo nel colpo di fulmine. Ma l’amore è un sentimento che si coltiva, giorno dopo giorno. E accresce tanto la nostra ricchezza interiore quanto quella del nostro partner. Non procura, dopo che misteriosamente è nato, solo degli eventi chimici nel nostro cervello. Cambia la nostra esistenza e quella di chi amiamo. Eros è filo-sofia.

 

La reazione chimica avviene sempre dopo che ci si è innamorati, è questo il punto fondamentale che forse sfugge. Non è che ho prima una reazione chimica e dopo mi innamoro. Mi innamoro e nel mio cervello accadono degli eventi chimici (credo che detta così, semplificando un po', sia tutto più chiaro).

 

Nessuna pillola potrà mai far innamorare o disamorare una persona. Le pillole possono avere effetto solo nella dimensione sessuale, non in quella dell’Eros. E se qualcuno pensa che l’amore si identifichi totalmente con il sesso, allora la pillola dell’amore già c’è e si chiama viagra. Ma se pensa che grazie al viagra troverà il principe azzurro, credo che esuliamo da ogni discorso che voglia mantenersi su una soglia minima di ragionevolezza :)

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@Hinzelmann: personalmente vado strafiero di tutte quelle idiosincrasie, se fa tanto piacere chiamarle così, che mi hanno dato o mi danno una marcia in più intellettuale. L'intelletto è ciò che mi rende speciale, e se superiore intelletto e nevrosi devono convivere, ben venga.

 

@Soledamore: dunque, se vogliamo fare teologia, favolistica, parlare di realtà immaginarie e mondi sconosciuti, il tuo discorso forse in uno di essi avrà un senso, e sarà anche molto bello e poetico. Nel nostro mondo, invece, la sensazione dell'innamoramento non è né precedente né posteriore alla reazione chimica. Essa E' una reazione chimica, o più reazioni chimiche se preferisci, seguite da un adattamento anatomico reversibile. In ogni caso nulla di così esoterico da rendere impensabile l'idea che determinati interventi chimici o elettrici possano alterarlo. Si potrebbe vederla in modo diverso da una prospettiva dualistica (se si eccettuano le strambe speculazioni di Eccles nei suoi momenti peggiori, non troverai però una sola riga d'aiuto in tutte le neuroscienze e pochissime nella moderna filosofia della mente, trovando anzi numerosissime evidenze contro) oppure emergentista. Ma io onestamente devo dire che l'emergentismo non ho mai capito dove voglia andare a parare, e di certo non esclude una risoluzione metodologica del problema della complessità nel cervello umano.

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@FreakyFred

 

non si tratta di fare teologia, ma di evitare di raccontarsi favole rivestendole con una patina di scientificità per renderle credibili.

L'uomo nasce dall'incontro di uno spermatozoo e di un ovulo, ma nessuno si sognerebbe di scrivere, volendo dare una definizione dell'uomo: uomo=ovulo+spermatozoo.:)

 

E così, anche l'amore, non potrà mai essere ridotto ad una reazione chimica. Se l'amore fosse una semplice reazione la si potrebbe riprodurre in laboratorio e far innamorare un minerale di una pianta, per esempio. Ma saranno in realtà sempre reazioni chimiche indotte, nessuno crederebbe in questo amore da laboratorio.

L'innamoramento (fenomenologicamente l'in-tenzione) precederà sempre l'evento chimico che si sviluppa nel cervello della persona innamorata.

Ragioniamo, invece di dare per scontati degli articoletti letti su internet. Ci sono dei limiti anche per la scienza - o credi che la scienza sia Dio?:)

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ma nessuno si sognerebbe di scrivere, volendo dare una definizione dell'uomo: uomo=ovulo+spermatozoo.:)

 

Eccetto il Papa, ovviamente.

:D

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Eccetto il Papa, ovviamente.

:D

 

Il Papa non affermerebbe mai una cosa del genere. Il concetto di persona nel cristianesimo è fondamentale.

Chi potrebbe invece plausibilmente fare una ffermazione del genere sono tutti quelli che credono

che l'amore equivalga ad una reazione chimica che avviene nel cervello.

Potevi risparmiarti questa gratuita malignità cattofoba :mad:

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Questo si chiama emergentismo, suppongo. Cioè affermare che il tutto sia un qualcosa di più della somma delle parti. MA questa non è una realtà ontologica, è solo una questione di metodo. Prendendo le singole parti arriviamo comunque al tutto, la strada è solo più complessa.

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Il Papa non affermerebbe mai una cosa del genere. Il concetto di persona nel cristianesimo è fondamentale.

Chi potrebbe invece plausibilmente fare una ffermazione del genere sono tutti quelli che credono

che l'amore equivalga ad una reazione chimica che avviene nel cervello.

Potevi risparmiarti questa gratuita malignità cattofoba :mad:

 

Mica sono io a pensare che "ovulo+spermatozoo = uomo"

ma lo afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica

quando dice che la persona umana è tale fin dal concepimento.

Semplicemente hai sbagliato esempio.

 

@FrakyFred

Questo si chiama emergentismo, suppongo. Cioè affermare che il tutto sia un qualcosa di più della somma delle parti. MA questa non è una realtà ontologica, è solo una questione di metodo. Prendendo le singole parti arriviamo comunque al tutto, la strada è solo più complessa.

 

Capirei l'esigenza dell'emergentismo

se non ci fossero i famosi 10 alla 79sima circuiti neurali...

A volte mi chiedo come possa una realtà tanto complessa come il cervello umano

generare qualcosa di tanto modesto come la coscienza umana...

 

E no, non mi riferisco ai sentimenti.

I sentimenti sono ancora più elementari:

chiunque abbia osservato un cagnolino e la sua mamma

ammetterà che non sono necessari troppi neuroni per l'Amore.

Semmai potrei temere che una mente troppo sviluppata

possa generare un qualche grado di anaffettività.

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Se l'amore fosse una semplice reazione la si potrebbe riprodurre in laboratorio e far innamorare un minerale di una pianta, per esempio. Ma saranno in realtà sempre reazioni chimiche indotte, nessuno crederebbe in questo amore da laboratorio.

 

Beh, chiaramente ci vorrebbe un cervello, e un cervello umano per giunta :) L'amore non può scattare da un essere che non ha coscienza di sé stesso, no? L'amore consiste anche nella presa di coscienza della relazione che intercorre tra le due persone, non mi risulta che questo accada tra animali.. non in generale, almeno!

 

E certo che neanch'io crederei in un amore costruito in laboratorio! Chi crederebbe che quello è amore!? asd.gif Per giunta, la complessità del cervello è talmente ampia che non so quando, né se, sarà possibile ricostruire le dinamiche delle reazioni attraverso le quali si genera il sentimento. Eppure, nel caso fosse possibile, si genererebbe l'amore, cosa aberrante, estremamente aberrante, che annullerebbe tutte le implicazioni di quell'amore "sintetico", ma di amore si tratterebbe.

 

Perché il nostro cervello è fatto così! Non sono le reazioni chimiche a far scattare i sentimenti, nè vale il viceversa: le due cose sono identiche. Il nostro cervello funziona esclusivamente tramite una complessissima rete di reazioni chimiche, ed esse corrispondono né più né meno ai nostri pensieri! Ma sono cose risapute, ed è per questo che mi stupisce l'accanimento di certe persone che, poco prima, parlavano di quanto fosse schifoso parlare dell'amore come reazione chimica.. esso è una reazione chimica, e non c'è nulla di riduttivo in quello che sto dicendo, perché è sempre stato così. :)

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