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Si può aprire la mente a qualcuno?


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E.Y.Rosewile

Ciao a tutti, per ora l'ho detto solo ai miei amici e a qualche mio parente, giusto a coloro che sapevo non si sarebbero sbalorditi troppo alla notizia... ora che considero l'attuale storia che ho con una ragazza più serie delle altre passate, sento di avere una voglia matta di parlarne anche coi miei, anche perchè sono stanca di mentire, scappare e nascondere... peccato che i miei siano supercontrari a cose del genere e completamente omofobi... se glielo dicessi la prenderebbero malissimo... secondo voi, potrei in qualche modo prendermi del tempo, tipo un mese o boh, per cercare di presentargli al migliore dei modi il mondo omosessuale senza fargli pensare che io ne faccia parte per aprirgli la mente almeno un pò, per poi tirare fuori tutta la verità al momento giusto? Forse però sarebbe meglio aspettare ancora di più, visto che i miei non stanno passando un buon periodo.. D: Bohbohboh sono in superconfusione! >.<

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https://www.gay-forum.it/topic/17542-si-pu%C3%B2-aprire-la-mente-a-qualcuno/
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ilromantico, per quanto poco romantica possa suonare, ha detto una cosa vera a mio parere. non viviamo in un film, se devi distruggerti la vita per quella dichiarazione non farlo. aspetta che tu abbia in mano il tuo futuro, o in caso già ce l'avessi, puoi farlo quando vuoi e come e con che mezzi puoi(con i dovuti tempi e blablabla)

Evita di parlarne se non sei certa di poter reggere la situazione da sola o di dare modo ai tuoi di metabolizzarla come dovrebbero, anche perché da come ne parli non sembri avere un brutto rapporto con loro e quindi sarebbe un peccato creare attriti inutili.

Certo, l'essere omofobi o contrari non è un buon input per fare CO, però tieni conto che a volte le cose cambiano se a dichiararsi è una persona vicina o alla quale si tiene.

Oh, ma avete davvero paura che la caccino di casa?

Ho letto migliaia di storie in questo forum

e finora non è mai capitato a nessuno...

(Se non glielo dici quando vivi con loro,

poi perché dovresti dirglielo quando già

sei fuori di casa? Ormai sei fuori, che ti frega?)

 

Beh, Rosewile: prenditi il tempo che vuoi

e preparati al fatto che possano prenderla malissimo.

Poi probabilmente faranno finta di niente per qualche anno;

forse cambieranno idea velocemente, forse perderai la stima in loro:

ma prima o poi accetteranno la cosa.

 

E poi io sono cinico.

La paura più grande di un genitore è quella

di venire abbandonato dai figli.

La madre del mio ragazzo prima gli ha augurato di morire,

due giorni dopo era disperata perché lui non era andato

al pranzo domenicale e si è scusata in tempo

per la domenica successiva...

Diciamo che al 99.9% è come dici tu, ma alla fine è un altro discorso (basato sulla mia esperienza qui dentro e altrove) e la mia premura in merito era solo dire che purtroppo non è sempre rose e fiori. ;)

Detto ciò, fine del mio OT... Anche perché non vorrei rischiare di scoraggiare Rosewile!

in realtà non scrivono più perchè delusi dai tanti suggerimenti positivi "dài diglielo che ti verranno bene come prima" e poi si ritrovano sotto un ponte dove non c'è connessione internet e lavorano in uno stato di semischiavitù, anche volendo non potrebbero rispondere.

Almadell mio padre dice che se avesse un figlio gay lo caccerebbe di casa. Non lo dice scherzando o senza pensarci.

Lo conosco, lo riconosco ogni giorno, conosco la mia famiglia e ripercorro la mia educazione. Lo dice perchè è esattamente quello che farebbe. Se avesse un figlio gay, ma grazie al cielo non è così :)

Non ho capito: intendi dire che non sei gay? :rolleyes:

 

Non dubito affatto che lui lo dica, dubito che lo farebbe

visto che la legge prevede che debba mantenerti fino ai 25 anni.

E vuoi mettere il gusto di vivere da solo, con gli alimenti pagati dalla famiglia

in un appartamentino tutto tuo? Con la Carfagna e la Concia che ti coccolano come un criceto?

Non penso che tuo padre ci tenga a venire additato dai TG come "il padre-mostro del giovane gay".

 

Eì una vuota minaccia.

come quando ti dicevano che se non eri buono

Babbo Natale ti avrebbe portato solo carbone.

Evidentemente è un trucco che con te funziona,

ma domani potresti svegliarti e scoprire che non funziona più.

"Papà, provaci e fra due mesi ci vediamo in tribunale"

o - come ho detto io al mio -

"Spera solo che non sia io a guidare la tua carrozzella"

 

Non fasciarti la testa. Il carbone non arriva mai.

Senza dubbio se si è molto giovani e non si ha un gran bel rapporto con i genitori o si hanno dei genitori apertamente omofobi fare CO con loro è più difficile.

Io credo che però questo CO vada comunque fatto, prima o poi. Secondo me non è tanto giusto consigliare alle persone che lo vogliono fare con i genitori omofobi di non farlo. Io ho esempi concreti di amici che hanno fatto CO con genitori cattolici e leghisti. Le reazioni sono state più o meno: piantino della madre per due o tre giorni. Il padre muto che non diceva nulla.. poi la vita è continuata come prima. Non dubito che ci sono genitori che caccerebbero di casa ma il 98% delle volte credo siano solo minacce e per quel 2% beh. Come dice Almadel anche io preferirei non vivere con dei genitori del genere sotto lo stesso tetto e sarei ancora più contenta di vivere da sola a loro spese.

Senza dubbio rosewile puoi cominciare a parlare di argomento omosessualità con loro. Vedere come reagiscono. Ma ti assicuro che tanti omofobi l'unica cosa che può fargli cambiare visione e la consapevolezza di aver procreato un omosessuale: questo costringe molti a vedere le cose sotto un altro aspetto. Per altri non è così, ma a quel punto, come dicevo prima, liberarsi di genitori del genere è il meglio che possa capitarci.

Infatti lei dovrebbe provare a parlarne quando vede che la situazione è più tranquilla in famiglia, altrimenti rischia solo di rendere il CO controproducente e di non dare ai genitori la possibilità di metabolizzare l'argomento come dovrebbero.

 

Non fasciarti la testa. Il carbone non arriva mai.

 

Per rispondere alla tua domanda di prima: per me il "carbone" è l'essere sbattuti fuori casa, come lo è il doverci stare con dei genitori che sembrano odiarti perché sei omosessuale o, banalmente, non sei come vogliono loro.

Siamo d'accordo che probabilmente pochi vengono effettivamente allontanati (e di questi, quasi tutti hanno poi modo di tornare a casa), ma può succedere in determinati contesti e di certo chi ci rimette non è il genitore; di norma quest'ultimo, tra il reagire per rabbia e il guardare al proprio futuro, con l'istinto sceglie la prima e dopo, con la razionalità, la seconda.

Se poi sei dell'idea che le vie legali dissuadano certi genitori-mostri dall'esserlo, ok, ne prendo atto. :D

Io faccio riferimento a quello che leggo sul forum.

Finora non ho letto nessuna storia di un ragazzo o di una ragazza

che - trovato un posto fisso e una casa - sia tornato dai genitori

dicendo: "Ora ve lo posso dire, sono omosessuale!"

 

Perché se voglio stare nell'armadio per paura

che i miei genitori mi caccino di casa;

poi farò lo stesso discorso

per paura di perdere il posto

o per timore che il padrone di casa

non mi rinnovi il contratto d'affitto.

Io faccio riferimento a quello che leggo sul forum.

Finora non ho letto nessuna storia di un ragazzo o di una ragazza

che - trovato un posto fisso e una casa - sia tornato dai genitori

dicendo: "Ora ve lo posso dire, sono omosessuale!"

 

Perché se voglio stare nell'armadio per paura

che i miei genitori mi caccino di casa;

poi farò lo stesso discorso

per paura di perdere il posto

o per timore che il padrone di casa

non mi rinnovi il contratto d'affitto.

 

D'accordo, mettiamola così: nel corso degli anni mi è capitato di sentirne di cotte e di crude, quindi non me la sento di fare l'amicona che dà sempre consigli alla "sò tutti froci cor culo de l'artri". Fare CO non è un obbligo (se non verso se stessi e le persone care, volendo) e non vedo perché portare tutto su un piano alla "se non lo dico a loro, un giorno neanche riuscirò a dirlo ad altri/a lavoro/a casa/ect", tanto più che possono esserci precedenti tali da dissuadare dal farlo sul momento.

Se vuoi consigliare un approccio alla "non devi avere paura, tanto mica ti sbatteranno fuori" fai pure, ma sappi che da parte tua non mi sarei mai aspettata di leggere "Io faccio riferimento a quello che leggo sul forum", perché potrei parlarti per un'ora di seguito di gente che ho conosciuto personalmente e che è stata sbattuta fuori di casa, picchiata da padri/madri/fratelli/ect, minacciata e via discorrendo.

La teoria del "se mi accetti bene, se non lo fai sono problemi tuoi" è bella e di certo la mia non vuole essere una giustificazione per chi non si dichiara a prescindere, però penso sempre che non devo essere io a fare (di nuovo) CO e a pagarne le possibili conseguenze.

Cerchiamo di capire cosa vuol dire "andata bene"?

I miei ci hanno messo dodici (12) anni a fingere di accettarmi.

Ora mio padre saluta il mio ragazzo se lo vede;

ma se può scappa in un'altra stanza.

Questo è il meglio che sono riuscito ad ottenere,

scappando di casa per un paio d'anni.

(Tralascio la parte delle botte perché è troppo patetica :)

 

Però nel complesso diciamo che mi è andata bene.

Non mi hanno sparato per mantenere l'onore della famiglia,

non mi hanno tolto i viveri quando ero malato

e non sono riusciti a farmi internare in manicomio

(c'è stato un timido tentativo, ma è finito in farsa).

 

In quasi quindici anni di militanza politica

abbiamo aiutato solo due ragazzi buttati fuori di casa.

Una ragazza lesbica ripresa dopo due giorni

e un ragazzo gay molto problematico.

Cavoli, in quindici anni non è molto...

 

C'è chi si fascia la testa prima di rompersela,

chi invece se la rompe e la tiene comunque alta.

Chi si preoccupa tanto e trova una famiglia disponibilissima,

chi parte relativamente tranquillo e trova una grande ostilità.

 

Per me vale sempre la pena rischiare;

anche se i miei l'hanno scoperto per caso

e tutto questo coraggio non l'ho dovuto tirare fuori

per quanto abbiano reagito male - tornassi indietro -

glielo direi (forse perché mi piace la mia vita di adesso? credo di sì)

 

Non ho fiducia nelle "reazioni positive".

Penso solo che anche una reazione negativa sia meglio

che starsene a sudar freddo per ogni battuta omofoba.

Tutto qui.

"Andata bene" è anche un non dover passare degli inferni casalinghi, cosa che invece succede con una buona frequenza e, appena possibile, spinge ad alzare i tacchi da casa.

Non ho mai pensato che non valesse la pena rischiare, però non sarò di certo io a consigliare di farlo "perché tanto nessuno è mai finito cacciato di casa"; che duri due giorni o due anni, è comunque una possibilità e non penso che spetti a terzi giudicare se ne vale la pena, se aspettare tempi migliori o non parlarne in assoluto.

Okok, semplicemente io credo

che sia normale passare degli "inferni casalinghi".

Fare il CO e non sentirsi dire che "era meglio se abortivo"

per me è un po' come passare un esame senza studiare :)

 

Sono convinto che anche quando va malissimo,

sia sempre meglio rispetto a non farlo capitare,

Quindi mi prendo allegramente la responsabilità

di consigliare anche i CO irrazionali.

"Se te la senti di affrontare le conseguenze,

sei pronta/o per farlo!" :)

C'è inferno e inferno Alma: il massacro iniziale e il silenzio dopo non sono certo come il massacro quasi quotidiano.

Quando dice davvero male, ho notato che il CO è solo un problema tra tanti nel rapporto e che di conseguenza risulta quasi ininfluente, ma negli altri casi un dichiararsi può fare la differenza e apportare dei cambiamenti al clima casalingo. Per quanto comprenda il tuo ragionamento ("meglio qualcosa al silenzio"), non riesco proprio a consigliarlo per un CO.

Almadell mio padre dice che se avesse un figlio gay lo caccerebbe di casa. Non lo dice scherzando o senza pensarci.

Lo conosco, lo riconosco ogni giorno, conosco la mia famiglia e ripercorro la mia educazione. Lo dice perchè è esattamente quello che farebbe. Se avesse un figlio gay, ma grazie al cielo non è così :)

Ovviamente solo tu conosci tuo padre e la tua famiglia.

 

Però occhio che molte frasi che si dicono/pensano più o meno in libertà (nel senso finché non toccano una persona direttamente) spesso poi rimangono questo......parole in libertà appunto.

Sono convinto che la maggioranza di genitori che parlano anche seriamente di non voler figli gay, cacciarli di casa etc......poi qualora si trovassero a fronteggiare realmente una simile situazione alla fine - dopo aver digerito la "sorpresa" e riflettuto bene sulla questione - saranno pronti ad accogliere i figli come e meglio di prima.

Infatti. Io ho assistito a travagli per accettare il figlio o la figlia più lunghi da parte di quelli che a parole erano sempre ben disposti a parlar bene degli omosessuali.. A volte una reazione molto negativa è peggio da parte di genitori che si crede essere aperti ad accettarci perchè non ce lo si aspetta e si fa CO con grandissima tranquillità.

Ovviamente nessuno deve sentirsi forzato a fare CO. Ci possono essere mille motivi per cui uno non vuole farlo, ma il motivo: altrimenti mi cacciano di casa secondo me è l'unico motivo che proprio non regge.

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