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Indifferenza after CO


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The_dreamer

Buonasera utenti del forum, avevo una domanda da porre a tutti coloro che si fossero dichiarati alla propria famiglia, o ai propri genitori. Il mio problema è che, proprio dopo il mio CO con loro, si è cominciato a creare una sorta di muro valicabile di indifferenza, e ogni volta che provo ad affrontare il discorso GAY o RAGAZZO mi ritrovo a dover decifrare (senza troppa fatica <.<) silenzi o risposte sfuggenti, che poco mi aiutano. Vi siete mai trovati in una situazione del genere? Come avete reagito? Ringrazio tutti per qualsiasi consiglio :)

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Personalmente non mi è mai successo, ma il mio ragazzo ha avuto un problema simile ed ha usato una tattica masochista (almeno secondo me) ma vincente.

Portati a casa un "amichetto".

Ora, non dico di scopartelo in camera, ma fai capire ai tuoi che il tuo amico è gay.

Vedrai che la sera sbottano :asd:

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Fabio Castorino

Affronta chiaramente il discorso con i tuoi, digli che per te sarebbe importante condividere questo aspetto della tua vita con loro, che ti interessano le loro opinioni ed i loro consigli: a questo punto difficilmente dei genitori potranno continuare a tirarsi indietro abdicando al loro ruolo.

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si è normale ma è solo una fase. Ti parlo dalla mia piccola esperienza che ho fatto appena CO...però col tempo capiranno tutti lo so e anche mia sorella è convinta che è stata l'unica che poi veramente mi ha capito e mi supporta tuttora. Be gay it's okay!

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Purtroppo c'è ancora molta omofobia in Italia e nel Mondo a causa del Vaticano e di altri preti di altre confessioni un po omofobe quindi è naturale che ci sia questa patina d'indifferenza da parte dei tuoi. Ma poi con il tempo le cose si aggiusteranno. L'importante è capire le conseguenze di fare CO. Infatti un genitore prima o poi sarà costretto a capire e dovrà affrontare le sue responsabilità. Tanti auguri!

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Il mio consiglio è: parla parla parla. Se loro alzano un muro di indifferenza fregatene, questo credo sia un loro metodo di difesa perchè in un certo senso hanno paura di affrontare la tua omosessualità e sono carichi di pregiudizi nonostante il tuo CO.

 

Bisogna "educarli" come si fa con i bambini, fargli capire che è una cosa tremenedamente normale essere gay, aiutati con i film, i documentari o semplicementi spiegagli quella che è la realtà al di fuori dei pregiudizi. Il silenzio fidati sarà solo molto controproducente. Evita però di fare scene plateali tipo portarti il ragazzo a casa, la prenderebbero molto male se non sono ancora pronti.

 

Prova a fargli vedere questa puntata di Cosmo:

 

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Il mio consiglio è: parla parla parla. Se loro alzano un muro di indifferenza fregatene, questo credo sia un loro metodo di difesa perchè in un certo senso hanno paura di affrontare la tua omosessualità e sono carichi di pregiudizi nonostante il tuo CO.

 

Bisogna "educarli" come si fa con i bambini, fargli capire che è una cosa tremenedamente normale essere gay, aiutati con i film, i documentari o semplicementi spiegagli quella che è la realtà al di fuori dei pregiudizi. Il silenzio fidati sarà solo molto controproducente. Evita però di fare scene plateali tipo portarti il ragazzo a casa, la prenderebbero molto male se non sono ancora pronti.

 

Prova a fargli vedere questa puntata di Cosmo:

 

 

Sono pienamente d'accordo!

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No io non sono d'accordo. Ho visto quel documentario e c'è una lunga intervista al prof Nicolosi che dice che l'omosessualità è una malattia da cui si può guarire grazie alla terapia riparativa e che dipende dalla madre autoritaria e dal padre assente e che noi gay è come se fossimo donne perché siamo attratti dai veri maschi, dato che ci identifichiamo con nostra madre invece che con nostro padre. Insomma proprio come nella canzone di Povia"Luca era gay ma adesso ama lei".

Secondo me non è opportuno far vedere ai genitori quel documentario se si vuole fare CO perché potrebbo benissimo dire: tu sei malato e ti devi curare, lo dicono anche gli scienziati come Nicolosi. Ma io so invece che l'omosessualità non è più una malattia perché l'hanno levata dal libro delle malattie mondiali. Informatevi.:sisi:

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No io non sono d'accordo. Ho visto quel documentario e c'è una lunga intervista al prof Nicolosi che dice che l'omosessualità è una malattia da cui si può guarire grazie alla terapia riparativa e che dipende dalla madre autoritaria e dal padre assente e che noi gay è come se fossimo donne perché siamo attratti dai veri maschi, dato che ci identifichiamo con nostra madre invece che con nostro padre. Insomma proprio come nella canzone di Povia"Luca era gay ma adesso ama lei".

Secondo me non è opportuno far vedere ai genitori quel documentario se si vuole fare CO perché potrebbo benissimo dire: tu sei malato e ti devi curare, lo dicono anche gli scienziati come Nicolosi. Ma io so invece che l'omosessualità non è più una malattia perché l'hanno levata dal libro delle malattie mondiali. Informatevi.:sisi:

 

Il documentario ha effettivamente avuto dei toni abbastanza imparziali facendo sentire un pò tutte le campane, d'altronde il giornalismo serio è così, oggettivo.

 

Ad ogni modo se hai visto tutta la puntata le teorie di Nicolasi sono state abbastanza criticate, sopratutto dagli ospiti in studio. Io comunque non dicevo di fargli vedere proprio QUEL video in particolare, era solo un'esempio, uno spunto per un'idea. Molte persone che conosco hanno fatto capire ai genitori la normalità dell'essere gay facendogli vedere ad esempio Mine Vaganti, per questo mi è venuto in mente questo approccio per così dire educativo, ovviamente ognuno utilizza i metodi che ritiene più opportuni.

 

Per quanto riguarda quello che hai detto sul fatto che l'omosessualità non è una malattia... beh ce ne eravamo accorti! :)

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  • 4 weeks later...

Premetto di non fare gesti avventati che ti sono stati anche suggeriti prima. Non osare portare il tuo ragazzo in casa. Sarebbe l'errore più grosso che potresti fare.

Premesso ciò che non devi fare, ora vediamo cosa invece dovresti fare :)

Facciamo un esercizio assieme: prova a metterti nei panni di mamma e papà.

Un bel giorno arrivi tu e dichiari loro di essere gay. Sai bene che non è una notizia prevedibile o cui si è preparati. Del resto immagino tu ce ne abbia messo di tempo prima di maturare la decisione di dichiararti a loro. Sono di certo passati mesi se non di più. Quante paure, indecisioni, perplessità ti hanno sconvolto la mente prima di aver tutto chiaro sul da farsi?

Bene, ora è il momento loro. Devi concedere loro del tempo per metabolizzare la notizia, superare le varie fasi che inevitabilmente vivranno.

C'è prima il senso di colpa per non essersi mai accorti di nulla, poi senso di colpa e cercare di capire quali errori possono aver commesso, poi l'immaginazione dei tuoi atti sessuali con un uomo e loro repulsione, poi la paura per la tua salute, paura delle malattie... Insomma questa fasi, che possono esserci tutte o saltare qualcuna, che possono essere più o meno sentite maggiormente in funzione dei genitori, della loro età, della loro religione, ecc... ci sono ed è inevitabile che loro le passino.

E' solo questione di tempo. Rispetta i loro silenzi, dai tempo di comprendere. Stai loro vicino con il tuo affetto, se necessitasse nei casi estremi, fai capire con questi gesti che sei il loro fliglio di sempre, che l'amore è lo stesso di sempre.

Poi pian piano li educherai ad un mondo che è per loro quantomeno estraneo, se non nei casi peggiori, inteso e sentito come perverso.

Qualunque tuo altro gesto, quali il portare il tuo ragazzo a casa, oppure alzare la voce con loro a causa del loro silenzio, provocarne una reazione, sarebbe una sfida nei loro confronti, un volerti imporre come un tornado nella quiete familiare.

Così come desideri che tu sia rispettato nel tuo sentirti gay, rispetta i loro tempi.

Ho vagonate di esempi di amici che dopo periodi iniziali di silenzio o di reazioni incontrollate da parte dei genitori, hanno ristabilito un equilibrio ed una serenità familiare.

Buona fortuna :)

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A volte il silenzio può indicare anche attesa di ulteriori passi da parte tua, ma nel dubbio ti conviene fare cosa ti è stato già consigliato: lascia ai tuoi genitori il tempo di metabolizzare.

Potrebbero passare settimane o mesi, però non calcare la mano e aspetta di capire se è il caso di tornare sul discorso o lasciare che le cose seguano il giusto corso. :)

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Si ma se il silenzio si prolunga troppo e i genitori metabolizzano con i documentari che sponsorizzano Nicolosi con la scusa di criticarlo, tipo quello linkato sopra......... :roll: (che detto fra parentesi non mi sembrava giornalismo obiettivo, perchè in fondo faceva comunque pubblicità alla terapia riparativa presentandola come un'opinione scientifica e quindi lasciava allo spettatore la libertà di scelta: questo significa che per un genitore cattolico è Nicolosi a essere obiettivo guarendo l'omosessualità con la bibbia e la psicoanalisi, non il suo antagonista, che non solo non è cattolico ma non ha nessuna nozione di psicoanalisi quindi sarebbe incompetente per un genitore cattolico...)

Non dimentichiamo che in questo paese in realtà comanda il Vaticano su tutte le questioni morali e che l'omosessualità è considerata ancora una questione morale, dalla maggior parte della popolazione, consapevolmente o no. Quindi io non sottovaluterei l'influenza ambientale per la quale il tempo gioca a sfavore, perché piu passa il tempo dell'accettazione più sarà difficile accettarla (come abbiamo visto anche con i diritti).

 

Insomma i genitori devono metabolizzare, ma se dopo un po di tempo non metabolizzano occorre qualche enzima per velocizzare, e l'idea di portare il fidanzato o l'amico gay a casa non è tanto male: si tratta di mettere di fronte a una realtà compiuta , cosa che spesso vale piu di un milione di parole.

Magari si può guardare tutti assieme qualche puntata di Queer as folk.

Poi certo se l'omosessualità è ancora irrisolta, moltissimi genitori (specialmente le mamme) non esiterebbero a far vedere al figlio il documentario di Nicolosi allo scopo di convincerlo che può guarire dall'omosessualità con una terapia opportuna...magari sono proprio quei genitori piu aperti e progressisti che hanno voglia di discutere, quelli dell"omosessualità? parliamone!"...io non dico che da un giorno all'altro ci si presenta a colazione vestiti da Priscilla la regina del deserto, ma con tatto e savoir faire (si scrive così?) bisogna pure dare qualche segnale "forte" sulla propria natura e sulla propria scelta di vita, cioè quella di vivere l'omosessualità alla luce del sole come gay. Però certo bisogna avere anche il fiodanzato all'altezza perchè se il fidanzato è una persona non so come dire, "trooooppo gay" me la passate?, potrebbe confermare una serie di stereotipi negativi...bisogna andarci con i piedi di piombo.

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Personalmente ti sconsiglio di far vedere qualunque audiovisivo :)

Quando vedrai una loro apertura, sarà il momento di raccontarti a loro e di farti conoscere nell'intimo. Una volta raccontate tutte le difficoltà, le emozioni contrastanti, i disagi, i dolori vissuti, vedrai che ti sapranno ascoltare e si stringeranno attorno a te. :)

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