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Essere gay significa soltanto andare con persone del proprio sesso...?


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Per voi, essere omosessuali è un fatto che ha a che fare soltanto con le preferenze sessuali, e magari estetiche - che so, come essere mancini significa solo scrivere con la sinistra - oppure sentite che tutta la vostra identità ne è fortemente caratterizzata?

 

Insomma, se domani vi svegliaste etero, sareste la stessa persona, che solo s'innamora di persone diverse, oppure cambierebbe in generale il vostro modo di pensare, di vivere ecc.?

Per me, essere omosessuali è un fatto che ha a che fare con tutto me stesso.

Io non sono gay perché mi piace il c***o. (Cioè, non solo ahah)

Io sono gay perché mi piace TUTTO, di un uomo. Perché provo sentimenti diversi per un uomo che per una donna, nella fattispecie l'amore.

Perché non riuscirei a provare sentimenti simili per una donna nemmeno provandoci (Esperienza personale...).

 

E sopratutto, non so cosa farei se domani mi svegliassi etero. Probabilmente tutto quello che ho scritto sopra non significherebbe nulla, ma varrebbe soltanto l'opposto; ovvero che amo le donne e tutto di loro.

Penso di essere stato abbastanza chiaro e sintetico :)

Stavo per sciverti "sì, assolutamente!"

Ma poi volevo correggermi con un "no, proprio no!"

:D

 

Dipende moltissimo da come l'omosessualità si è integrata nella tua vita.

Io sono sempre stato molto snesibile alle istanze delle minoranze,

molto - ma molto - prima anche solo di sospettare di essere gay.

 

Posso immaginare abbastanza bene la mia vita come eterosessuale:

riesco a figuarmi il genere di donne che avrei avuto,

come avrei gestito le mie convivenze e in che modo

i miei valori sarebbero stati sottilmente differenti.

Abbiamo un dato di partenza, neutro, per cui essere omosessuale significa solamente essere attratti da persone del proprio sesso.

Però non ci si ferma qui, siamo inseriti in una società di esseri umani dove questa caratteristica assume risvolti politici, sociali, identitari in genere.

 

È un po' come essere nero. Essere nero vuol dire solo avere certe caratteristiche fisiche, eppure una volta inseriti nella società c'è anche altro: ci può essere una cultura d'origine diversa da quella italiana, una identità che unisce più culture diverse, o tutte le conseguenze dell'essere una minoranza.

E' una domanda che mi sono posto più volte. Come sarei stato se fossi stato etero? Non lo so e non lo saprò mai.

Penso però diverso da come sono ora. Non perché essere omosessuale mi renda davvero diverso da un eterosessuale, ma per il modo in cui sono cresciuto con la consapevolezza di essere gay.

E' un discorso un po' difficile per me da mettere per iscritto, ma ci provo.

Crescendo con la consapevolezza di essere gay ho fatto determinate scelte, ho seguito determinate strade, ho fatto determinate amicizie e ho affrontato la vita in un determinato modo.

Adesso ho una visione del mondo in un determinato modo, mi riesce più facile vedere l'odio delle persone verso il "diverso", la paura che ne scaturisce, l'egoismo di questa gente, e riesco a capire pienamente il disagio di una minoranza, o comunque di chi non fa parte totalmente della società, come gli extracomunitari, tanto per fare un esempio.

Il periodo dell'accettazione, poi, mi ha permesso di capire come sono fatto veramente, perché ho affrontato un percorso di scoperta e conoscenza interiore, di me stesso, che difficilmente una persona che non ha "problemi" fa.

Grazie a questo non giudico una persona per determinati atteggiamenti, ma cerco di capire perché si comporta in quel modo, sono diventato più empatico, cerco di capire prima di parlare, perché mi rivedo nella situazione in cui la gente giudica senza sapere.

Parliamoci chiaro, un motivo che mi spinge ad odiare gli omofobi è quello che loro non sanno cosa c'è dietro l'essere omosessuale in una società come la nostra. La fanno facile loro, dicendo che è una "scelta". Ma se davvero fosse così, pensano davvero che una persona sceglierebbe di soffrire negli anni più cruciali della sua vita (adolescenza o quando ormai si ha una famiglia)? Per cosa poi? Per sentirsi giudicato, odiato e dover vivere una vita di merda (scusate il termine)?

Loro giudicano, appunto, senza sapere ciò che c'è dietro.

Chiusa questa parentesi sugli omofobi, torno a ciò che stavo dicendo: sono diverso caratterialmente, appunto per tutti i motivi che ho elencato su. Quindi credo che se fossi etero, a meno che non fossi messo a diretto contatto con determinate realtà, credo che sarei molto più superficiale, mi limiterei a vivere la mia vita tranquillamente, senza pormi troppi problemi.

Quanto al mio essere omosessuale... Io sento di esserlo completamente, e non solo per quanto riguarda l'attrazione fisica e sessuale verso gli uomini. Sento di essere attratto da loro totalmente, per tutto. Partendo dalle piccole cose, la forma della mascella più "dura" rispetto a quella delle donne, il collo più muscoloso, la barba... e questi sono alcuni dei tratti fisici. Se parliamo poi di quelli emotivi... la forza di carattere, il modo di vivere una relazione, il modo di affrontare il mondo e i problemi.

Anche semplicemente per come mi comporto io. Questa parte forse mi è più difficile da mettere per iscritto.

Basti sapere che, come hanno detto già prima di me, non riuscirei a provare le stesse sensazioni (sia fisiche, ovviamente, che emotive) verso una donna. Verso le donne da parte mia c'è comprensione, affetto, ma quello che si può dare ad una sorella, senso di protezione, queste cose qui... Ma altro no.

Spero di aver risposto esaustivamente alla tua domanda, senza aver fatto la figura dell'imbecille! Spero di essere riuscito a dare un senso logico ai miei pensieri, che come ho già detto, erano difficili da mettere per iscritto!

 

: )

Direi si e no... e' ovvio che il periodo di accettazione, il sentirsi parte di una minoranza e le dificoltà in generale rendano più maturi e sensibili su certi aspetti della vita e di conseguenza contribuiscano a creare un carattere piuttosto che un'altro, ma tolto questo non credo che essendo etero sarei molto diverso, probabilmente la mia indole e i miei interessi sarebbero sempre quelli, l'unica cosa che cambierebbe sarebbe l'attrazione fisica e spirituale per un'altro uomo. Credo che questo discorso sarebbe interessante da fare con un/una transessuale, in quel caso credo che sia tutta la loro identità in gioco, non solo l'aspetto sessuale.

Direi che anche per me non gira tutto intorno ad un desiderio sessuale quanto ad un desiderio sentimentale... Sarà che sono stato con una ragazza a 15 anni e non riuscivo a provare nulla nemmeno provandoci...

Preciso soltanto la mia domanda: sì, con preferenze sessuali intendevo non soltanto il mero aspetto "fisico", ma anche l'innamorarsi ecc.; insomma, il preferire in generale una persona del proprio sesso. Quindi intendevo chiedere se l'essere omosessuali influisce anche su tutti gli aspetti non legati alla dimensione della coppia.

Beh, prova a dire ai tuoi genitori che ami Marco invece di Valeria

e capirai in un colpo solo quali siano le differenze tra l'essere gay e l'essere etero :)

 

E' chiaro che la differenza maggiore è sociale ed è quindi legata ai sentimenti:

se ti limiti a fare sesso coi maschi, senza relazioni e senza convivenza

probabilmente la tua vita non varierà di molto...

La discriminante è indubbiamente l'essere dichiarati e il doversi rapportare con il mondo circostante, non l'orientamento di per sé.

Come Almadel, in generale tendo a prendere a cuore le ragioni delle minoranze e quindi potrei immaginarmi etero "friendly", ma probabilmente avrei meno spunti per analizzare alcune tematiche o me stessa: nel momento in cui la società o l'educazione ricevuta creano un impedimento nell'accettarsi, si può o decidere di viverla in maniera abbastanza istintiva (e sopprimendo molto l'aspetto "sociale") o di mettersi in discussione anche solo come individui con le proprie paure, abitudini o idee.

Alla fine è "solo" questione di priorità.

Mooncat Bluerose

Io credo che tutte le persone nascano con un potenziale, dei cosiddetti talenti o attitudini "naturali", e che poi le varie esperienze collezionate lungo il percorso di crescita contribuiscano a determinare come questo potenziale possa esprimersi o meno attraverso il carattere.

 

Per voi, essere omosessuali è un fatto che ha a che fare soltanto con le preferenze sessuali, e magari estetiche - che so, come essere mancini significa solo scrivere con la sinistra - oppure sentite che tutta la vostra identità ne è fortemente caratterizzata?

 

L'omosessualità e l'omoaffettività secondo me sono due discorsi che, se anche spesso si fondono in un'unica cosa, possono vivere separati, come nel caso di quelli che si definiscono etero pur facendo sesso con altri uomini o come nel caso di alcune amicizie che vengono chiamate "fraterne" proprio perchè sono profonde come l'amore verso un fratello e non hanno alcuna implicazione di natura sessuale.

 

Insomma, se domani vi svegliaste etero, sareste la stessa persona, che solo s'innamora di persone diverse, oppure cambierebbe in generale il vostro modo di pensare, di vivere ecc.?

 

In sostanza se fossi stato etero invece che gay penso che avrei matenuto comunque la mia indole ma probabilmente sarebbe cambiato il mio rapporto con il resto del mondo, avrei avuto altri amici, forse frequentato un'altra scuola e fatto un altro lavoro, forse mi sarei sposato e avrei avuto dei figli.

Ma le cose sarebbero state diverse anche se fossi stato gay ma vivendo da un'altra parte, o avendo degli altri genitori, tutte questi fattori avrebbero potuto cambiarmi in una persona diversa, però ritego che certi punti fissi come il senso del dovere, della giustizia e del rispetto siano talmente innati in ognuno di noi che qualsiasi cammino di vita ci si ponga davanti ce li portiamo dietro come il nostro stesso respiro.

 

...Il periodo dell'accettazione, poi, mi ha permesso di capire come sono fatto veramente, perché ho affrontato un percorso di scoperta e conoscenza interiore, di me stesso, che difficilmente una persona che non ha "problemi" fa.

 

Credo che questo sia un discoso che valga per tutti gli adolescenti, sia etero che gay, penso più o meno tutti a una certa età siano stati costretti ad accettare se stessi prendendo coscienza della propria identià, poi il fatto che possa essere più o meno problematico può dipendere da tante cose, pensa all'anoressia per esempio, è un sintomo di chi non accetta il proprio corpo e colpisce indipendentemente dall'orientamento sessuale.

 

...credo che se fossi etero, a meno che non fossi messo a diretto contatto con determinate realtà, credo che sarei molto più superficiale, mi limiterei a vivere la mia vita tranquillamente, senza pormi troppi problemi.

 

Anche in quanto gay potresti essere superficiale e non farti problemi, io penso che la tua sensibiltà ti appartenga al di là del sesso delle persone che ami o che ti stimolano gli ormoni.

No, essere gay non si limita all'atto sessuale (né alle relazioni sentimentali) rivolto verso lo stesso sesso piuttosto che quello opposto. Ha a che fare con tutti gli aspetti della vita, a cominciare dalle amicizie (perché, almeno per quanto mi riguarda, è diverso avere amici gay dall'avere amici etero). Poi, comunque, l'essere gay si riflette anche nella situazione familiare: un giovane gay deve affrontare una scoperta di sé più profonda e radicale rispetto alla comune adolescenza dei giovani etero. Tale scoperta dovrebbe idealmente portare al coming out. Questo influenza profondamente il carattere. Ovviamente, la vita sentimentale di un omosessuale può essere anche molto diversa da quella di un eterosessuale: in primo luogo, dato il fatto che i gay sono una minoranza (e spesso, ad un giovane gay sembra di essere "unico", finché non entra in contatto con un ambiente favorevole), nell'individuazione del partner, ma non si limita a questo.

Poi, l'essere gay è fortemente influenzato dall'ostilità sociale, che in certe occasioni è estremamente forte, e comunque è sempre più o meno presente: a nessun giovane etero capiterà di connettersi ad internet e leggere l'opinione del politico di turno su quanto siano odiosi i rapporti eterosessuali. Questo porta a vedersi in un certo modo.

Quindi direi che l'essere gay non significa soltanto andare con persone dello stesso stesso, e non si limita assolutamente a questo.

Ovviamente essere omosessuali ed essere eterosessuali non è e non può essere

qualcosa che ha a che fare unicamente con le proprie preferenze sessuali. Nessuna determinazione

dell'essere umano è irrelata rispetto alle altre; tutte si connettono e si riflettono le une sulle altre;

a maggior ragione quella determinazione fondamentale che riguarda l'identità sessuale. E conseguentemente

appartenere, in primo luogo, alla maggioranza o a una minoranza. La prima alternativa (qualcosa che riguarda

unicamente l'orientamento sessuale) non ha neppure luogo di essere (che uno ne sia consapevole oppure no).

In un mondo ideale risponderei di si.

In un mondo contestualizzato come il nostro, ovviamente no.

Sono gay perchè mi piace il cazzo, e se questo non fosse "alienante" sarei esattamente uguale ad un eterosessuale.

Purtroppo, la consapevolezza che si aquisisce crescendo come uno a cui piace il batacchio, mi ha portato ad essere un omosessuale.

Non so dire quanto ne sia grato onestamente, avrei preferito essere piu' ingenuo e meno "maturo" di quanto non sia adesso.

Mi sembra di capire che, per molti, essere gay investe l'intera propria identità, in quanto

1) prevede un difficile percorso di accettazione, che influenza il modo di essere

2) si diventa parte di una minoranza, con tutto ciò che comporta.

 

Io ancora non mi sento molto diversa rispetto a quando non ero.. non vivevo questa parte di me, ecco. Mi sento la stessa persona, che fa solo scelte diverse in campo sentimentale / sessuale.

Forse è perché le difficoltà che voi citate sono perlopiù sociali, e io non ho ancora fatto CO col mondo intero, diciamo soltanto con le persone giuste - con le quali non ho avuto nessun problema. E in quanto al percorso di accettazione, ero già culturalmente portata ad accettare la cosa come una possibilità della vita; perciò quando ho scoperto che mi riguardava non è stato così scandaloso ammetterlo a me stessa.

 

..E per quanto riguarda l'essere parte di una minoranza, beh, ci ero abituata ^^

Essere gay significa affrontare delle sfide nel corso della vita, accettarsi, fare coming out, penso che l'orientamento in molto soggetti condizioni il modo di pensare.

Sono gay perchè mi piacciono un sacco di cose degli uomini: il loro aspetto fisico, il viso, il corpo, il modo di porsi, la virilità, l'odore TUTTO.

Non saprei rispondere con certezza.

Certamente, essere gay di base significa essere attratti da persone del medesimo sesso.

Però è anche vero che mentalmente si provano determinate sensazioni e si assumono determinati comportamenti

tali per cui forse non sarebbe semplice adattarli ad una vita eterosessuale. Si sceglie un determinato tipo di

frequentazioni, di modi di pensare, di abitudini, che forse non concilierebbero con un cambio così radicale.

Forse sbaglio, sono mie idee, ma non riesco a concepire con fermezza un'idea a riguardo, sarebbero troppe

le variabili in gioco.

Secondo me essere gay significa essere sè stessi e come tale, viversi con tutte le proprie sfaccettature, pregi e difetti. La cosa che ho notato in me, è che da quando mi sono accettata, ho sentito piano piano riemergere una parte di me che pensavo di aver dimenticato da qualche parte, che se ne stava accovacciata in chissà quale androne e che quando è riemersa, mi ha completata. Quella parte di me è piena di ricchezza interiore, creatività, fantasia, libertà, apertura, amore, fratellanza, calore e colore, forza, coraggio, passione, fierezza. Senza quella parte di me, mi sentivo povera interiormente, quasi morta. Essere gay per me significa essere, perchè da quel momento sei tu, sei l'insieme delle varie parti di te che si rimettono insieme e creano una persona, completano la persona. Non credo che sia solo una questione di preferenze sessuali e se l'omosessualità venisse vissuta, accettata e vista dal resto del mondo e della società come qualcosa che neanche si deve cercare di spiegare o tollerare, allora forse non ci porremo neanche il quesito, perchè vivremmo la nostra omosessualità come gli etero vivono l'eterosessualità, come una cosa ovvia, certa, imposta o naturale che sia. Col fatto che invece abbiamo dovuto fare un percorso, siamo stati messi nelle condizioni di scoprire, valutare e capire più sfumature di noi e degli altri, rispetto la media, però non è detto che sia nemmeno così. Questa sarebbe una domanda da fare a qualsiasi persona che si riconosce o viene riconosciuta all'interno di una "minoranza" sociale. Ma anche su questo, siamo veramente una "minoranza"? A me sembra che siamo sempre di più. Forse sta aumentando la consapevolezza, forse c'è più informazione.

Per rispondere alla tua domanda: secondo me si, siamo una minoranza.

Secondo me non stiamo nemmeno aumentando, ma al giorno d'oggi per fortuna c'è più facilità nell'accettarsi e nello scoprirsi di quanto ce ne fosse anche solo 20 anni fa (o 10). Non stanno aumentando gli omosessuali secondo me, ma gli omosessuali out si. Che poi magari mi sbaglio. Queste sono solo idee che mi son fatta.

 

Vedo però spesso la tendenza, quando ci si scopre, a frequentare molti omosessuali. Secondo me ci conosciamo di più tra di noi e forse per questo chi è gay e ha una compagnia gay ha la percezione che siamo veramente tanti. Siamo tanti certo. Ma secondo me siamo sempre una piccola minoranza. Il mondo è pieno di etero.

Se non fossi gay magari sarei fidanzato da 10 anni con una ragazza e non sarei una persona così fredda e misantropa come sono ora.

 

O magari avrei trovato delle ragazze che mi avrebbero fatto vivere le stesse esperienze che mi hanno fatto vivere i ragazzi, facendomi diventare freddo e misantropo.

 

Perciò non c'entra nulla se ti piacciono uomini o donne - o tutti e due - quello che cambia "in generale il vostro modo di pensare, di vivere ecc." sono le esperienze. L'omosessualità, come mille altre mie caratteristiche, mi ha indirizzato in certe esperienze piuttosto che altre.

per me credo non cambierebbe nulla o quasi, perchè ritengo l'amore.. universale, quindi che si riesca a rivolgerlo verso uno del tuo stesso sesso o del sesso opposto non dovrebbe cambiare il concetto di affettività. ma sono solo ipotesi obviously :ling:

L'amore universale?

L'amore va verso il sesso altro che universale.

Per quello ci sono etero ed omosessuali.

Dal mio ragazzo: "Io sono al limite massimo dell'amare una mia carissima amica. Mi rendo conto pero' che non la amero' mai perche' non ha il cazzo".

Piu' chiaro di cosi'.

a me è successo l'opposto.. passi 22 anni a cercare e a correre dietro alle ragazze e poi scopri che alla fine lo facevi solo perchè lo facevano anche gli altri e di sentimenti veri ce ne erano pochi...

Del mio comportamento non ho cambiato nulla, resto sempre io e gli amici di sempre non si sono accorti di nulla, il cambiamento è più interiore che esteriore, almeno per me.

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