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Lavoro e sfruttamento


Divine

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Ma voi avete notato che quando si lavora x qcuno si è sempre sfruttati?? sì lo so non è una novità ma che cavolo, è sempre la stessa storia: o non ti pagano i contributi, o ti danno un cazzo all'ora, o non hai le ferie, o non ti pagano gli straordinari.

 

io mi sono un po' rotta i coglioni.

 

Basta, ho deciso che mi apro un'attività così mi sfrutto da sola.

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Dai ... divine non fare così!

 

oltre al fatto che mettersi in proprio... ci vuole prima di tutto un capitale da investire, e non è assolutamente facile!

 

Bisogna anche pensare che i nostri ( vostri) capi pagano veramente molte spese in più di voi.

 

e... comunque dai magari sei stata sfortunata, chissà che un giorno non trovi qualcosa che ti soddisfi sia a livello economico che umano.

 

e comunque... sfruttamento è una parola un po' pesante! ^_^

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Ahah. Poi dicci che tipo di attività. Se tipo è un bar mi vengo a fare un caffè da te :).

 

Io ancora non ho avuto troppo a che fare con il mondo del lavoro. Ma effettivamente credo che tu abbia descritto perfettamente la situazione.

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secondo me invece è sfruttamento. sei in regola se hai ferie, uno stipendio onesto, se gli straordinari te li pagano.

se no a mio avviso sei sfruttato come siamo sfruttati al 90 per cento.

 

sto pensando di aprirmi un negozio :sisi:

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Lollone, perfavore, evita i post del genere dato che sei un ragazzo benestante senza esperienze lavorative, rischi solo di essere fastidioso.

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Lollone, perfavore, evita i post del genere dato che sei un ragazzo benestante senza esperienze lavorative, rischi solo di essere fastidioso.

quale sarebbe la frase "fastidiosa"? o.O

Magari è un fraintendimento...

Non voglio creare polemiche... ne riempire sto topic di OT (cosa che hai fatti tu).

se vuoi chiariamo in MP.

Oltre al fatto che ho il diritto di scrivere, quanto te!

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Questo però è quello che succede in Italia, purtroppo.

 

Nel mio campo di lavoro se ne trova, e uno si può permettere facilmente di cambiare (anche se comunque ovviamente devi lavorare, non puoi sperare di fare il fancazzista), però pagano comunque molto meno che nel resto dell'europa occidentale o degli usa.

 

Riguardo all'aprire un'attività in proprio: è bello perchè si è padroni di sè stessi, ma aprire un negozio è anche più pesante. Più ore di lavoro, lavori anche il sabato, ecc ecc.

Ti consiglio di cercarti un socio in maniera da dividere le spese (ma anche gli introiti, ovvio) ma soprattutto l'orario lavorativo... Insomma, gestire un negozio da SOLI è enormemente stressante

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io penso che una persona che lavora 7-8 ore al giorno non può prendere meno di 1000 euro al mese, indipendentemente dal lavoro che fai. E secondo me è giusto che chi lavora più ore prenda di più perchè il lavoro è lavoro, non è mica volontariato.

 

un periodo ho lavorato ed eravamo in 3 a lavorare anche la sera eppure a noi tre lo stipendio era uguale come a quelli che avevano tutte le sere libere.

 

poi sai, uno all'inizio ci passa (erroneamente) sopra x' sempre il solito discorso "devo fare esperienza, devo arricchire il curriculum) sì però ora basta. io non ci sto più a queste condizioni. E poi hanno pure il coraggio di dirti "bè se non hai BISOGNO di lavorare!!". e certo, con la scusa che uno HA BISOGNO di lavorare si sentono autorizzati a fare quello che vogliono. Oltre al danno anche la beffa.

 

poi frattaglia ha ragione, in italia gli stipendi sono più bassi e trovare uno stipendio ONESTO è veramente difficile. io vorrei prendermi una casa x conto mio ma proprio non è possibile.

 

il negozio lo aprirei con una socia ma x ora è solo un'idea anche se ci penso molto seriamente...

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io penso che una persona che lavora 7-8 ore al giorno non può prendere meno di 1000 euro al mese

 

beh... se avrai una attività considera che le ore saranno più tra le 10-11 ... piuttosto che 7-8 ^_^

Boh chissà... credo che in questo momento aprire non sia proprio il momento ideale (o almeno da quello che si dice in casa).

 

Per la casa beh... dovremmo vivere due vite! ^_^

Una per il mutuo... e una per viverci! :lol:

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se è x qsto ho svolto anche lavori in cui lavoravo dalle 9.00 del mattino a mezzanotte con sole due ore di pausa (pranzo e cena) e prendevo 500 euro.

quello che conta non è tanto le ore che fai (anche se io penso che uno deve cmq avere il suo tempo libero) ma che la paga sia dignitosa. non si può svalutare così tanto il lavoro di una persona.

 

E ovviamente so che c'è chi sta molto peggio.

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Ricordiamoci di scriverle tutte le lettere... no sms-style, please! :angry:

eddai casper ... per

 

 

x qcuno

è x qsto

cmq

 

Mamma mia che serietà!

equivalgono a un errore ortografico.

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Divine.. non riesco a capire bene il tuoi discorso...

Lavorare in proprio ha dei pro e dei contro. Come il lavoro dipendente.

Non puoi però fare di tutta l'erba un fascio... probabilmente la tua esperienza è stata negativa ma non sono tutte così, dipende molto dalla serietà del posto dove lavori.

Poi sicuramente lavorare in proprio da più soddisfazioni, perchè sei il capo di te stesso.. e penso che tutti vorremmo farlo... ma vedi che è una strada in salita!

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Concordo con Divine, siamo tornati al livello dei nostri nonni, sopratutto a livello lavorativo. Per farvi un esempio pratico, il mio ragazzo lavora per una grande azienda italiana che ha da poco modificato i contratti e lui come tutti i nuovi assunti prende esattamente la metà di quanto prendono tutti i fortunati "anziani" che hanno iniziato con i vecchi contratti, pur ricoprendo la medesima posizione. Il motivo? I giovani d'oggi pur di lavorare sono disposti a prendere molto meno... alla faccia dei bamboccioni!

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è così. per citare il settore a me più vicino, negli studi di architettura i neolaureati sono pagati in media tra i 500 e gli 800 euro al mese, con orari di lavoro che finiscono anche alle 10 di sera...

Il problema è proprio quello: abbiamo bisogno di lavorare e troppe persone hanno le competenze necessarie per fare quanto richiesto (anche perchè spesso ai giovani vengono date mansioni banali, proprio perchè si usa come criterio l'esperienza e non viene valorizzata minimamente la capacità di adattamento e la creatività). Se uno rifiuta quelle condizioni, ci sarà qualcun altro che le accetta pur di accaparrarsi un lavoro che di questi tempi non è facile trovare.

Inoltre c'è un'enorme disparità tra vecchi e giovani, soprattutto in realtà private come le piccole imprese e le professioni, dove non viene applicato un contratto collettivo nazionale...

 

La cosa è un po' paradossale, calcolato che noi siamo la prima generazione che sa usare bene gli strumenti informatici e che senza di noi tanti tanti vecchi datori di lavoro sprovveduti da un punto di vista tecnologico sarebbero "fuori uso"...

 

è una situazione di cui difficilmente si vede una via di uscita colletiva, a meno di non riuscire personalmente a trovare una posizione dove non si è sfruttati, o sfruttati in modo limitato. In italia poi c'è una situazione di netta imparità tra chi è super-tutelato con contratto a tempo indeterminato e chi non ha praticamente diritti.

 

Ma non è così dappertutto. un mio amico che ha lavorato in Belgio mi ha racontato sbalordito di come il suo dirigente abbia valorizzato le sue capacità, attribuendogli in pubblico i meriti di un suo lavoro e riconoscendogli un orario congruo con lo stipendio.

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Veramente il contratto a tempo indeterminato è una conquista... Non una super tutela. Non esageriamo ora. Non è così dappertutto e nemmeno da noi è così dappertutto. Certo, probabilmente in Italia siamo messi peggio e non è facile... Però non credo di essere l'unico messo bene...

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Fabio tu però ti sei anche laureato, direi ad occhio, qualche annetto fa e credo tu sia entrato nel mondo del lavoro prima della crisi. Oggi la disoccupazione giovanile è al 30%, gli stipendi, come dicevo prima, sono stati dimezzati per non parlare della tutela giuslavoristica che è stata smantellata dall'ultima finanziaria. Credimi ora come ora la situazione è veramente tragica, siamo messi peggio di tutti gli altri paesi europei.

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.... mi fai sentire vecchio :( :(

 

Io mi sono laureato nel Luglio 2002 e ho iniziato a lavorare a Gennaio 2003... si forse era un po' diverso non so.. o forse ho avuto fortuna, lo posso anche ammettere. Però ragazzi.. non abbattetevi! Ci servite per migliorare un po' sto ca**o di paese :)

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Io mi sono laureato nel Luglio 2002 e ho iniziato a lavorare a Gennaio 2003... si forse era un po' diverso non so.. o forse ho avuto fortuna, lo posso anche ammettere. Però ragazzi.. non abbattetevi! Ci servite per migliorare un po' sto ca**o di paese :)

 

Fabio a 30 anni non sei vecchio dai, sono i nuovi 20! E comunque era diverso si, erano gli anni migliori dell'economia italiana!! ;)

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io vedo persone (laureate) a fare lavori con contratti stage, a sì e no 500 euro al mese, se va bene... perchè c'è anche chi ti fa fare lo stage gratuito.

 

poi c'è un thread qui sul GF in cui si parla di vivere da soli e mantenersi da soli. Lo vorremmo tutti ma con 500 euro al mese non ci paghi neanche l'affitto.

 

sarebbe veramente il caso di andare a vivere all'estero.

 

io lo so che gestirsi un'attività in proprio è pesante ma sixcuramente è meno frustrante che farsi sfruttare.

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Le opportunità in alcuni paesi all'estero ci sono (ma non in Spagna o Portogallo per esempio). Solo che non è detto che si riesca a lavorare secondo il proprio percorso di studi. Magari si, ma magari no.

 

Andare all'estero è una buona soluzione ma bisogna avere un minimo di intraprendenza. Non si può nemmeno pensare che all'estero il lavoro cada dal cielo e magari, soprattutto all'inizio, ci si dovrà accontentare di lavori meno gratificanti. Anche per imparare la lingua per esempio.

 

Io per esempio andare all'estero non la vedo una difficoltà. Anche perché ho notato con gli anni che per me è una grossa difficoltà riuscire a vivere qui in Italia senza sentirmi inquieta in continuazione. Ma ciò è dovuto un po' al mio carattere che mi crea grosse difficoltà a vivere troppo a lungo in un posto.

 

Ci sono anche persone che vedono l'estero come un punto di passaggio per farsi una posizione e poi tornare in Italia. Ma una volta che si sperimenta cosa vuole dire vivere all'estero tornare a lavorare in Italia diventa veramente difficile.

 

In ogni caso. Sia in Italia che all'estero le opportunità si riesce a trovarle, ma in entrambi i casi spesso si deve girare e adattarsi a vivere in posti che non si erano presi in considerazione. Magari rifacendosi una vita dove non si conosce assolutamente nessuno all'inizio.

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secondo me dipende da cosa uno sta cercando. Se uno vuole uno stipendio più alto allora non ti secca fare un lavoro "poco gratificante" all'inizio, che poi secondo me tutti dobbiamo passare, prima o poi, per i lavori poco gratificanti.

 

dipende dai propri obiettivi e da quanto si è disposti a mettersi in gioco.

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Assolutamente.. purtroppo la tendenza dei neo laureati (vedo quelli che arrivano da me) è questa: vogliono lo tipendio alto senza fare nulla. Eppure hanno un lavoro gratificante.. ma non hanno voglia di "sbattersi".. e si lamentano che sono sfruttati, bla bla....

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bè no, quello non lo concepisco. Lo stipendio alto comporta che tu lavori di conseguenza, anche perché è bello che uno i soldi se li sente meritati.

 

a me purtroppo è sempre successo il contrario e poi alla fine lavoravo di meno perchè pensavo "tanto per quello che mi danno che cazzo mi sbatto a fare? mi dai 500 euro? e io ti lavoro per 500 euro!!"

 

anche se però per come sono fatta io, che sono molto precisa e perfezionista, alla fine quello che facevo era sempre troppo. Ma quello è un problema mio...

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la scorsa estate ho lavorato in una libreria per il periodo estivo, e dato che la frequentavo spesso pensavo fosse un ambiente sereno (per carità, poi io andavo con tutta l'intenzione di lavorare eh, mica di grattarmi).

Bene, un incubo. Lavoravamo come bestie da soma indefessamente facendo qualunque cosa che ai "fissi" non andava di fare (anche scaricare ascensori di pile di libri mentre i magazzinieri andavano a giocare alla Snai) e ci pagavano una cacchiata all'ora, senza maggiorazioni la domenica (perchè sì, si lavorava tutti i giorni, a turni ma TUTTI i giorni, ho saltato solo Ferragosto) e sbuffavano quando andavamo in bagno, certe volte. Ma poi la GENTE, la GENTE!!!...lavorare a contatto col pubblico, anche quello di estrazione abbastanza colta come quello che frequenta le librerie, ti fa rendere conto di quanta gente malata ci sta in giro. Quando passavo al settore scolastico, poi, venivano anche i genitori disperati che cercavano i libri usati a tutti i costi accoratamente (e lì ti rendi conto della crisi che c'è), e gli stessi genitori compravano gli astucci infilandoci furtivamente le penne e le matite sperando di fregarsele O__o L'unica cosa positiva di quest'esperienza è stato il rapporto con i colleghi, veramente ottimo.

 

La volta che ho lavorato in un ristorante, poi, sempre per arrotondare, c'era quella vecchia di emme della proprietaria che si fregava TUTTE le mance. Gliel'abbiamo anche detto che non era corretto, ma lei niente. Verso la fine di quest'esperienza, però, l'evento risolutore: la deficiente si è fatta sgamare da un cliente ad intascarsi la mancia, ed il cliente le ha fatto notare incazzato che la mancia era per "i ragazzi" (nella fattispecie proprio me, fra parentesi), smerdandola davanti a tutti. Certe volte la vita regala soddisfazioni, per fortuna. Che meraviglia vederla in difficoltà.

 

Per carità, queste sono solo le mie esperienze, ma si può dire che il problema tutto italiano è sempre la solita filosofia del SE POSSO TI FOTTO, molto in voga anche fra i datori di lavoro italiani all'estero, mi hanno detto, è proprio un marchio di fabbrica. E' un problema culturale, non c'è niente da fare, come tutti gli altri problemi culturali che ci trasciniamo dietro e sono portatori di tante altre rogne (la pessima classe politica che per molti aspetti ci meritiamo). Sul lavoro questa filosofia raggiunge il suo culmine, poichè si cerca sempre di metterlo nel didietro (altro che solo noi gay): i datori di lavoro cercano dipendenti da fottere e sfruttare, ci si fotte fra colleghi e i "novizi" vengono sempre fottuti da quelli che lavorano da più tempo in un posto. E' un andazzo consolidato che fa veramente schifo, e temo fortemente non sia destinato a cambiare a breve termine.

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Per carità, queste sono solo le mie esperienze, ma si può dire che il problema tutto italiano è sempre la solita filosofia del SE POSSO TI FOTTO, molto in voga anche fra i datori di lavoro italiani all'estero, mi hanno detto, è proprio un marchio di fabbrica. E' un problema culturale, non c'è niente da fare, come tutti gli altri problemi culturali che ci trasciniamo dietro e sono portatori di tante altre rogne (la pessima classe politica che per molti aspetti ci meritiamo). Sul lavoro questa filosofia raggiunge il suo culmine, poichè si cerca sempre di metterlo nel didietro (altro che solo noi gay): i datori di lavoro cercano dipendenti da fottere e sfruttare, ci si fotte fra colleghi e i "novizi" vengono sempre fottuti da quelli che lavorano da più tempo in un posto. E' un andazzo consolidato che fa veramente schifo, e temo fortemente non sia destinato a cambiare a breve termine.

 

questo mi fa riflettere ancora sdi più dell'importanza, per chi può, di mettersi in proprio.

mi sono veramente scocciata.

 

e comunque per le mance l'ideale è il bicchiere personale: un bel bicchiere con scritto FRED e lì le mance solo per te. Lo fanno in molti e lo trovo giusto. Ma tu guarda che stronzi....

 

Comunque è vero che a volte certi posti li idealizziamo... è che dall'esterno sembra sempre tutto più bello di come è in realtà...

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