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Ninja Holocaust


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AVVERTENZA!

Il seguente racconto è a sfondo sessuale, se urta la tua sensibilità sei pregato di non leggerlo.

 

NINJA HOLOCAUST

di Messermanny

 

Erano tutti morti.

Nel bene o nel male, erano tutti andati al creatore in un posto dove un singolo creatore non esiste. Questo pensava guardando dall'altezza giù, con l'idea di avere le vertigini e il sapore del volo in bocca, come una tetta al quale aggrapparsi per succhiare emozioni, questo vedeva, solo morte. Dall'alto poteva scorgere i contorni di quel che era solo disperazione, almeno fin quando gli si avvicinò, un'ombra da dietro che conosceva, si sedette accanto a lui. Mangiava delle polpette di riso, di quelle con l'alga nera attorno. Onigiri.

 

- E così, alla fine ti trovo qui eh, Shin?

- Eggià.

 

Disse. Conosceva sia l'ombra che la parte visibile di quella persona, dalla parvenza umana, ancora. Era forse un nemico? No, era un fratello, uno di quelli che ti salvano il culo da una brutta situazione, e si fanno in dieci per te, se potessero spezzarsi o sdoppiarsi, sicuramente lo farebbero. Era suo fratello, Tetsuo, un giovane ninja come lui, alla ricerca, ancora una volta come lui, di una verità. Erano ragazzi, ma non di certo poco maturi, erano seri, ma non di certo seriosi.

Sotto l'inferno, si accalcavano e spingevano, altri compagni li bruciavano vivi, venivano usati quasi tutti i Kunai, pugnali di forgiatura giapponese, presenti nel monastero. Tanto che, sicuramente, se avesse mai quell'orda fatto irruzione non ne avrebbero avuti abbastanza per affrontarla. Sarebbero morti, ma così era la legge, dar pace a quei non morti era più una filosofia, un guida, un credo, che un modo per portare a casa la pelle e salvarsi le chiappe. Era triste Shin, triste nel vedere tutto questo e comprendere che, per quanto si fossero sforzati, sarebbero deceduti sotto il peso incalzante della massa, prima o poi avrebbero sfondato, sarebbero entrati come si fa con una ragazza, e avrebbero violato, si che lo avrebbero fatto, violare l'intimo. Il monastero. Si chiedeva anche il perché, come mai sarebbe toccato a loro salvare quello che ormai gli sembrava essere il mondo, finiva lì il mondo amico, al di fuori, era solo ostile. Tuttavia, quando scorse l'ombra di suo fratello, Shin pensò a celare queste sue malinconie forzando uno dei sorrisi più falsi che avesse mai fatto, in tutta la sua - seppur troppo breve - vita.

 

- Non mi incanti, sei triste!

 

Disse Tetsuo porgendogli una delle due polpette che aveva in mano, la terza la masticava mentre parlava, era stato sempre un maleducato col cibo, ma ora era inutile guardare l'educazione, ora era importante salvare la pellaccia, era importante vivere. Tetsuo guardò in basso, tutta quella morte, tutta insieme, lui non l'aveva mai vista, proseguì.

 

- ... E chi non lo sarebbe, dopotutto?

- Forse nessuno.

- Esattamente.

 

Uno di quei brevi dialoghi campati in aria, tanto per fare, tra un fratello chiacchierone, ed uno più taciturno. Shin era uno di quei tipi che piaceva, doveva ammetterlo, a venticinque anni era ben definito, come un buon ninja dovrebbe essere dopo anni di acrobazie ed allenamenti. Di quelli definiti, ma non troppo magri, insomma, muscolarmente ci stava, e quell'atleticità non gli piaceva, ma gli era utile, riusciva a fare cose molto complesse come salti acrobatici, e movimenti innaturali. Ma quante volte, troppe, era cascato a terra sbucciandosi una volta il ginocchio, ed una volta il naso. Gli occhi a mandorla contornavano un naso dritto, ben lineare che finiva leggermente ricurvo sulla punta di pochissimo. La faccia leggermente piatta, i capelli a caschetto che, se ne avesse avuta nella sua epoca, avrebbe riempito di brillantina. Un tipo che piace, un tipo che aveva pochissimi peli di natura, e nel bene o nel male, quella bellezza che contraddistingue qualcuno di così diverso come un orientale. Per gli altri era uno "comune".

Tuttavia nessuno, proprio nessuno, lo aveva visto mai nudo o senza la protezione sul volto, solo Tetsuo sapeva come era fatto nudo, rare volte in cui si erano lavati nello stesso momento. Quella sera però, non aveva la protezione sul viso, perciò chi avesse voluto soddisfare la propria sete di curiosità, avrebbe facilmente potuto ma come al solito, nessuno eccetto il fratello, sapeva dove stava. Era riservato, troppo. Shin prese la parola:

 

- Ma dai su, se no che figura ci facciamo?

 

Tetsuo rise, mentre Shin gli strappò una polpetta di riso dalle mani per portarsele alla bocca. Tetsuo era quasi la copia del fratello, fisicamente più grande, ma a lui i muscoli piacevano. I capelli corti, il naso identico a Shin, le labbra molto più carnose, e decisamente un sorriso stupendo, di quelli che mostrano i denti bianchi e ti fanno gli occhi stretti che sembrano lucidi. Era un sorriso molto solare in una notte malinconica, era come un lampo di luce in giorno di pioggia. Finirono di mangiare che Tetsuo gettò parte del suo cibo al di sotto, e a pancia piena, si sa che le chiacchiere escono meglio.

 

- Uff!

- Sazio eh?

- Si.

 

Disse Tetsuo, poi guardò il cielo, la luna rimaneva alta nonostante sotto ci fosse il caos, come a dire: Fate le cose peggiori, ma vi amo, continuerò a guardarvi nonostante mi si spezzi il cuore.

Si, avrebbe detto questo la signora luna, che sicuramente non bussava ad una porta d'una casa d'appestati, come si dice: Gli uomini e la luna, tra cani non si mordono. Tetsuo sbuffò come per ricordare che era pieno, che non poteva mangiar oltre.

 

- È bella, e a pensare che prima che succedesse tutto questo la davo per scontato.

 

Profondo, terribilmente profondo e preciso come una freccia, diretto, quante cose si danno per scontate, rivolgendosi alla luna uno capisce, comprendi solo quando stai per perdere tutto, che tutto t'è indispensabile. I due si guardarono, scambiandosi uno sguardo un po' alla buona, poi ritornarono a guardare la luna mentre sotto il caos come al solito. Anche se sarebbe stato meglio andare a dormire, che le giornate son lunghe, e qui anche le notti. Shin portò dietro le braccia, inarcando un pochino la schiena, dolcemente.

 

- Prima...

 

Disse.

 

- Prima davo tutto per scontato. La luna, il sole, le pietre, questo monastero, la mia vita, le donne...

- Le donne?

- Si, le donne, hai presente no?

- Certo che si.

 

Le aveva presente Tetsuo, le aveva ben presente. L'uomo è carne, l'uomo è desiderio e ragione. Forse, forse siamo un mix potente e colpevole di lussuria e fede, come a dire che siamo nel bel mezzo di un grande conflitto d'interessi, che diamo appunto, per scontato.

Nell'infanzia e nell'adolescenza, chissà come mai, era sempre Shin quello ad essere circondato dalle ragazze. Tetsuo non ne capiva il perché, ma nonostante tutto col tempo s'era fatto la sua idea, ed era che tutte volevano Shin per il suo carattere. Bel tenebroso, taciturno per lo più, ma realmente un chiacchierone nell'intimo. Diciamo che era un timido, un timido di quelli forti, duri, potenti. Poi pensò alle ragazze, ci pensò, e pensò che lì non ce n'erano, e capì che non ce ne sarebbero più state. Gli vennero in mente immagini decisamente adatte a quelli che nel futuro sarebbero stati films porno. Le mani nelle mani, gli occhi negli occhi, erano cose che lasciava ai romantici. Pensava a parti intime, a sederi, a mani che lavoravano. Pensava penetrando i ricordi.

Le sue mani che lentamente scendeva sul petto, poi facevano un giro leggero sull'ombelico ed infine a perdersi sui peli vicino al pube, come in una foresta. Addentrarsi dolcemente, per poi arrivare, la base, l'asta e pian piano toccare e scoprire. Ricordava le sue mani sulla testa di lei, spinta per favorire l'incontro di due piaceri, e sfondare quella parte anatomica che fin'ora serviva solo a parlare e mangiare, farle accogliere tutto ciò he aveva di prezioso, tutto ciò che gli dava piacere. Farle accogliere la sua virilità eretta, dapprima piano, poi, fino a rompere, fino a sentire il suo interno, comprendere che il palato spariva a favore della gola, dal rugoso al liscio. Evitare di strozzarla, i suoi occhi lucidi per l'aver trattenuto i conati. E poi giù, per quello che gli veniva in mente, a voltarla e accarezzarla. Ed un posto indecente, sporco, atto a esportare rifiuti diventa, con tanta gioia, una fonte inesauribile di godimento. E quanto era bello quant'era più stretto, fasciava e scaldava, amorevolmente, senza dilatarsi troppo. Era il paradiso.

Grida, la prima era dolore, poi dolcemente, piacere e goduria, erano gemiti, erano desideri, era ancora lì a guardar la luna mentre tutto sotto a lui il mondo continuava a prender fuoco, e accanto a lui Shin sembrava qualcosa in più che un fratello. Sembrava quel compagno di seghe secolari che, molto probabilmente, tutti nella vita abbiamo avuto.

Il problema era che uno a fare di questi pensieri si gasa, soprattutto se non ha disponibilità di concretizzare. E finì che, tra uno sguardo alla luna, ed uno al mondo che moriva, fece capolino la concretizzazione sotto forma d'erezione dei suoi pensieri. Se ne accorse, senza farci troppe paranoie, non era la prima volta che appariva eccitato davanti al fratello, anche se forse non era proprio un bel momento quello. D'un tratto però il suo sguardo scese, come a voler vedere e capire, e notò che anche Shin molto probabilmente, aveva avuto gli stessi pensieri. Se c'era una cosa che madre natura aveva fatto in modo differente, eran gli attributi, diciamo che Shin rientrava nell'ordine del piccolo, mentre l'altro fratello entrava tranquillamente nei medio-grandi, questa differenza valeva molto si, ma Shin rimorchiava comunque di più.

 

- Mi sa che è meglio smetterla di pensare alle donne, o stasera non ne usciamo più...

- Già, scusami.

 

Scusarsi, Shin si scusava per avergli creato dei pensieri sconci e, conseguentemente, un'erezione ben visibile. Detto questo s'alzò, senza remura, e s'incamminò non prima d'essersi sistemato il guardabile ed essersi messo la protezione sul volto. Tetsuo rimase a guardarlo, per poi dopo averlo visto muovere dei passi a dirgli:

 

- Suvvia fratello, non è la prima volta che succede.

 

Non era la prima volta che Tetsuò si trovava davanti a Shin eccitato, e quest'ultimo si bloccò un secondo, non era la prima volta ma l'ultima era di qualche anno fa, erano cambiate delle cose, troppe. Tetsuò non poteva sapere, non capiva e forse non avrebbe capito ma tanto bastava a Shin per alzarsi ed andarsene.

 

- ... In effetti, non è la prima volta.

- E allora rimani qui con me no? Che male posso farti?

 

E che doveva fare se non far finta di inquadrare qualcosa e capirci, far vedere che era forte quando lui era il primo a pensare di non esserlo. Sospirò richiamando a se tutto l'autocontrollo che potesse avere, dopo anni d'allenamento ne aveva temprato, ma si sa che il carattere di fronte al desiderio vale poco, si tolse nuovamente il telo dalla faccia e si riavvicinò al fratello.

 

- Già, che male puoi farmi...

 

Tetsuo rise, che fece scappare anche a Shin un sorriso, sorrideva non molto il ragazzo, era un evento vederlo felice. Detto questo ripartirono i ricordi, Shin andò avanti coi pensieri:

 

- Dì un po', ti ricordi di Kyoko?

- L'ho liberata due settimane fa.

 

Liberare una persona era usato come termine per quando ammazzavi uno di quelli, non erano persone, erano mostri e si nutrivano di carne umana, ti aprivano, di sezionavano, ti strappavano le carni a morsi e mangiavano. Erano pericolosi alla breve distanza, e cazzo, sembravano non sentire dolore. Liberare l'anima, era una guerra di religione, era un credo. E Kyoko, vaglielo a spiegare a Shin che tutto era tranne che una ragazza, ma molto probabilmente Shin non avrebbe capito, avrebbe voluto dirglielo tempo fa, avrebbe dovuto dirgli che l'ultima volta che s'erano eccitati insieme era perché lo aveva guardato e non perché pensava a Kyoko, era l'unica volta che lo aveva visto, tutto formato, a petto nudo. Era la prima volta che aveva guardato a lui non come un fratello, ma come un complice, amorevole e amante. Le incomprensioni colpiscono tutti, nel bene o nel male, le incomprensioni ci fanno chiudere porte che tanti non vogliono manco aprire e, decisamente, ci fanno chiudere anche i portoni delle volte. Tanto che se vivessimo senza forse saremo più liberi, e meno complessati.

 

- Ah, dev'essere stata dura.

- Lo è stato.

 

Fa male uccidere chi si è amato, ma di un male cane al cuore, un colpo che ti lascia senza fiato. Kyoko, si faceva chiamare, era un ragazzo ed era molto efeminato, tutto il contrario di Shin. Occhi a mandorla, capelli biondi chissà come poi, molto magro e, dopotutto, con uno sguardo scaltro e furbo, sempre sorridente. Si, proprio tutto il contrario del fratello. Lo conobbe in una missione, ad un parco, era senza la tuta e stava riposandosi un po' sotto l'ombra d'un ciliegio, contemplava quei fiori e contemplava la perfezione della natura quando notò qualcuno che lo osservava da lontano, e quando un ninja si sente osservato, deve capire, deve comprendere, abitudine. Quando l'altro s'accorse che lo aveva visto, cominciò a correre, e Tetsuo allora corse:

 

- Hey, ma dove vai, fermati!

 

L'altro continuava a correre da albero in albero, veloce, ma non troppo, non era allenato a scappare, non era allenato a correre, non era allenato quanto l'altro, non aveva fiato. Scappava solo per paura. Corsero che uscirono dal parco, passando per la città, vicoletti nascosti tanto che Tetsuò urtò in un banchetto di frutta facendo cascare delle mele, correvano mentre un fruttivendolo gridava ed ingiurava, correvano ma non per troppo quando all'entrara in un vicolo, Kyoko s'accorse d'essere davanti ad un punto cieco. Dietro l'altro.

 

- Dimmi, dov'è che scappavi?

 

Non disse nulla, non parlò, era biondo e magro. Era troppo magro. Tetsuo lo guardò e squadrò, se c'era una cosa che non andava era un'erezione del giovane, per quale motivo? Guardando in basso gli disse:

 

- Cosa significa 'sta roba? Scappi e ti ecciti?

- ...

 

Non disse nulla, se non guardarlo come a voler chiedere scusa, s'era eccitato per lui e non per la corsa, s'era eccitato e tanto bastava a tacciarlo per qualcosa d'anormale.

 

- Non dirmi che ti eri eccitato da prima, dal parco.

- ... Si.

 

Stavolta però il biondo abbassò la testa. Tetsuo non comprendeva, come poteva un uomo eccitarsi alla vista di un altro uomo? Una cosa che non stava né in cielo e né in terra, non esisteva. Doveva aver pensato ad altro, doveva aver pensato alla sua ragazza. No, proprio no. Però era anche curioso, era stata una missione lunga e snervante, scherzare con quel ragazzino non avrebbe fatto altro che farlo sorridere un po', se s'eccitava per un uomo, voleva vederlo. Pensato questo si tolse la maglia noncurante di tutto, era un vicolo cieco, solo un deficiente ci sarebbe passato. Il suo corpo era definito, non come al tempo presente della nostra storia, ma era comunque ben formato, bella muscolatura. Quando si tolse la maglia, notò un rinvigorimento proprio lì in basso, al ragazzo piaceva, sembrava.

 

- Ah, quindi funziona così...

 

Il ragazzo chiuse gli occhi, Tetsuo lo fissò, sembrava una ragazza dai modi di comportarsi. Tanto che lui gli si avvicinò, per poi poggiarsi sul muro e dirgli:

 

- Ti propongo una sfida, se mi fai eccitare, puoi fare tutto quel che vuoi.

- uhm... Proprio tutto?

- Già, se riesci a svegliarmi, ti concedo di divertirti.

 

Proprio così, curiosità forse, o istinto represso si sarebbe detto anni dopo. Ed in quel vicolo cieco il biondo s'avvicinò al ninja, erano alti in maniera differente, differivano di buoni 15 centimetri a favore di Tetsuo. Il ragazzo efebico poggiò una mano sul petto del secondo, poteva sentire sotto i polpastrelli il guizzo dei muscoli, la seconda sull'addome. Massaggiò dolcemente, passando circolarmente le dita della mano destra sui capezzoli di lui. Tetsuo sorrise.

 

- Sei delicato.

 

Il ragazzo continuò la sua opera, e sarà stato il caldo, Testuo sentiva ribollirsi, era strano, ma lo sentiva. Segno che qualcosa si stava svegliando, guardò in basso, e caspita che era già bello che sveglio. Chiuse gli occhi e poggiò la testa al muro, aveva perso. Il biondo allora lo guardò con uno sguardo furbo e disse avvicinando la sua testa all'orecchio dell'altro, mettendosi in punta di piedi e con voce bassa:

 

- Ho vinto.

- Una promessa è una promessa.

 

Il ragazzo allora spostò la sua mano verso il basso, lentamente, mettendo a contatto le sue dita col membro importante del ninja, intervallate solo da uno strato di stoffa mediamente pesante. Toccò, percorrendo per la lunghezza, saggiando la consistenza. Poi senza dire molto slacciò dolcemente i pantaloni, la cintura che li teneva, annodata alla vita molto semplicemente. Calarono fino alle caviglie, e gli si mostrò davanti in tutta la bellezza della sua perfezione, tanto che gli si azzerò la saliva al biondino, ma poi prese coraggio e scese, inginocchiandosi ma senza perdere il contatto con la mano. Tetsuò si sorprese, era come una donna, ma non lo era, perché s'era eccitato e soprattutto ora, ora che aveva intenzione di far--

Il biondo aprì dolcemente la bocca, accogliendo il membro turgido del ragazzo moro, dapprima la punta assaggiandola. Tetsuo gemette di gusto, era dolce, ed era delicato come una sega. Il ragazzo efebico poi, preso dalla foga, lasciò entrare di più, godendoci, l'asta gli penetrò la bocca, poteva sentire la bocca piena e l'altro poteva sentirlo arrivare quasi fino in gola, il contatto tra i due corpi generava un immenso piacere, tanto, e diverso da quello provato con delle donne. Risaliva e scendeva con disinvoltura, ed ogni affondo era letale, la lingua solcava tutte le pieghe e le venature di quel due etti di piacere duro come un marmo, un selciato o una pietra. Dolce però, come una carezza. La saliva gli provocava emozioni, quando lo tirava fuori il contatto tra la saliva e l'aria gli faceva come sentir freddo, era un brivido, era ineguagliabile e molto probabilmente sarebbe arrivato al traguardo solo con quell'atto, sarebbe arrivato alla fine a breve.

 

- Credo che non resisterò troppo...

 

Il biondo non parlava e continuava il suo lavoretto, con dolcezza e voglia, tanta. Mentre l'altro stava per esplodere, portò lentamente una mano dietro alla nuca del giovane, stringendo un po' i capelli per quelli che riusciva a prendere e spinse con decisione, una, due, tre, quattro, cinque volte che il ragazzetto cominciava ad avere i conati, ma come se gli piaceva a quanto sembrava.

 

- Iku...

 

Veniva, era al limite, era al massimo, alla fine, l'epilogo. Spinse ancora una volta mentre il biondo cercava di ribellarsi, evidentemente ingoiare non gli piaceva ma questo a Tetsuo poco importava, aveva voluto la bicicletta ed ora pedalava, un paio di strattonate ed esplose di aspro e caldo piacere direttamente nella gola del malcapitato biondino. Era densa che si sentiva fare rumore il giovane per degluttire.

Ansimi e respiri affannosi, da quel giorno, ogni volta che finiva una missione faceva una capatina da Kyoko, e capì di essersene innamorato poco prima che tutto degenerasse in un mondo di mostri senza emozioni.

Nella sua testa queste immagini scorrevano tanto velocemente, che senza accorgersene portò la sua mano sul membro.

 

- Se vuoi ti lascio stare da solo coi tuoi pensieri.

 

Disse Shin, riportando il fratello alla realtà. Sotto si stavano calmando pian piano, segno che i ninja stavano finendo la lotta quotidiana, avrebbero lasciato tutto com'era tanto ormai s'erano abituati a dormire col rumore che facevano quei disgustosi esseri.

Tetsuo ristette, Shin sorrise.

 

- Dai, su, lo so che la mancanza di donne fa questo effetto, anche a me... Solo, io mi contengo di più.

- Non è questo Shin, non è questo.

- E allora cos'è, ti sei eccitato, a qualcosa starai pensando o no?

- Non ad una donna.

 

Gli uscì spontaneo, che se ne accorse solo dopo d'averlo detto, era una cosa che non doveva dire. Aveva sbagliato, come poteva sbagliare così facilmente? Ora Shin cosa avrebbe pensato di lui, cosa avrebbe capito, lo avrebbe allontanato conoscendolo. Lui, Don giovanni che altro non era, al sentire di un rapporto tra maschi si sarebbe come sentito colpito nell'orgoglio, ci sarebbe rimasto da schifo. E Shin se rimaneva da schifo era uno di quelli che s'alzava e se ne andava, e non ti parlava per giorni, o mesi, o per tutta la vita.

 

- Ah.

 

Ecco che ora si alza e se ne va, pensava Tetsuo. Faceva sempre così, era uno di quelli che serbava rancore. Era uno di quelli che, che forse era giusto così. Tirò la testa indietro, guardò la luna, e disse:

 

- E va bé, è giusto così se te ne vai.

- Ma vedi...

 

Disse l'altro compiendo un qualcosa che la mente di Tetsuo mai si sarebbe aspettato, Shin gli si mise sopra a cavalcioni, guardandolo in faccia. Il suo peso sul membro eccitato del fratello, gli faceva male, ma era felice innanzitutto che non se ne fosse andato.

 

- Fratello, tante cose non sono le stesse, e tante non sono quelle che sembrano.

 

Shin portò una mano sulla guancia di Tetsuo, lo accarezzò per poi avvicinarsi alle sue labbra, baciandole con vigore. Mettendoci della lingua. Tetsuo andò in tilt.

Suo fratello era un Don giovanni, rimorchiava da pazzi, era seduto su di lui e lo baciava, erano tutti e due eccitati, il peso di Shin non era indifferente, e avrebbe avuto voglia di sfondarl... Ma che cazzo succedeva? Tutto, e niente, niente e tutto, in fila ed in croce per come lo vuoi mettere, Shin non era amante solo delle donne, ed era il suo modo per dirlo, senza fare cavolate, senza errori o sbavature, era perfetto.

 

- Shin, io, io non me lo aspettavo... Io...

- E chi si aspettava di te? Capisci perché me ne volevo andare?

- Capisci perché volevo tu restassi?

 

La mano del castano, Shin, scivolò sotto la tuta del fratello, le dita toccavano quel corpo guizzante d'eccitazione e carico di lussuria, era forse una cosa sbagliata, ma al cuore come agli ormoni non si comanda poi molto. Dette quelle poche frasi le labbra ricominciarono a cercarsi, con foga, più di prima. I due erano all'apoteosi d'essersi trovati, e indecisi se era giusto il trovarsi. Delicatamente Tetsuo portò una mano dietro la nuca del fratello, era dominante e sembrava che Shin glielo lasciasse fare.

 

- Shin...

 

Non c'era da parlare, c'era solo da capire i gesti e gli sguardi, c'era da perdersi in quei movimenti e Shin si tirò indietro, scoprendo il membro di Tetsuo che desiderava attenzioni fraterne, era così grande almeno rispetto al suo, era così bello doversene prendere cura. Poggiò sopra le mani, tastò tutta la lunghezza e si soffermò sulla punta, avrebbe voluto saltargli subito addosso, ma era suo fratello, era protettivo verso di lui, era dolce con chi amava. La cintura, fu facile toglierla, fin troppo facile far scendere i pantaloni e mostrare ciò che mamma gli aveva donato. Shin sorrise.

 

- Era da tanto che non lo vedevo, mamma è stata generosa con te.

 

Tetsuo rise, mentre il fratello cominciò ad accarezzare lentamente l'oggetto del desiderio, con un dito la punta, scendendo lentamente, per poi stringerlo con la mano cominciando un lento ma deciso andirivieni dalla base alla fine, per ricominciare. Il moro spinse di più con la mano, e fece abbassare la testa del fratello che quasi le sue labbra toccarono la punta del membro turgido, e lì Shin si bloccò un attimo.

 

- Non è una cosa giusta Tetsuo...

- Shin, se mamma mi ha donato di più, ora so perché.

 

Non si spiegava quale potesse essere il perché di tutto ciò, perché aveva dovuto avere più centimetri lì in basso rispetto a lui? Giusto o no, che male c'era in fondo a divertirsi un po' con il proprio fratello, che male c'era a sfogare qualche istinto primordiale evitando d'ammazzarsi di seghe per una sera? Shin tirò fuori la lingua, cominciando a vezzeggiare con la punta di questa il membro del fratello. Sbagliato che fosse, queste cose si fanno in due, la colpa non era solo sua.

 

- Perché?

- Per renderti felice fratellone mio.

 

A quelle parole si sentì sciogliere, la mano incalzante che gli premeva sulla nuca.

 

- Da bravo Shin, prendilo.

 

Aprì la bocca senza farselo ripetere due volte, senza pensarci poi molto e prese in consegna suo fratello, un mebro ormai duro e pronto a dargli quegli infiniti attimi di piacere, la punta era incandescente così come il resto, sembrava si stesse bruciando, mentre l'altro, al contatto con la bocca calda ebbe un brivido, un sussulto, la saliva rendeva il tutto scivoloso, era una goduria vedere la testa di suo fratello tra le sue gambe. Il castano cominciò a prenderne un po' di più alla volta, scendeva e risaliva, riscendeva andando più a fondo e risaliva, e ripeteva, era talmente duro che sembrava dovesse scoppiare, o era il suo fratellone, Shin, a saperci terribilmente fare.

 

- Fratellone, non ti facevo così bravo.

- Solo esperienza.

 

Si fermò un attimo per rispondere sorridendogli, per poi risentirsi pressare dalla mano dietro i capelli e capire che Tetsuo voleva altro, ne voleva ancora, riprese quindi il suo lavoro dove lo aveva interrotto, con gusto per quel che aveva tra le labbra e con il gusto del proibito nella mente, era un assaggiatore di svariati gusti che avevano un solo nome. Con le mani cominciò a toccare lentamente i testicoli di lui quando questo poi inarcò la schiena godendo, gemendo, suo fratello Tetsuo apprezzava il suo lavoro e non badava a risparmiare versi per farglielo capire.

Quand'è che aveva avuto queste pulsioni? Forse quando aveva parlato di donne, non s'era eccitato per i pensieri Shin, ma nel guardare il fratello eccitarsi. Ora, si prendeva cura dell'unica cosa che gli rimaneva di caro al mondo, mentre tutti morivano, lui faceva impazzire il suo fratellino. Si sentì uno schiavo per qualche secondo, si sentì un servo, una serva, si sentì un Geisha, si sentì una squallida prostituta, si sentì tante cose mentre implacabile il pene eretto continuava a penetrargli la bocca e, talvolta, la gola. Quando gli si appoggiava nella gola, Shin aveva dei conati, e gli lacrimavano gli occhi, quelle lacrime lo rendevano vulnerabile, lo rendevano meno duro di quel che era, lo rendevano un cucciolo da accudire e da far giocare, pensava il moro guardandolo mentre il suo arnese spariva nella bocca dell'altro.

Poi Shin si fermò, e ritornò sulle labbra per baciare di nuovo suo fratello, stavolta più appassionatamente, ormai i freni inibitori s'eran tolti, ormai ogni freno non esisteva più.

 

- Spero tu sia mai andato oltre a questo, intendo, con un ragazzo...

- Fratellone non ti credere, ne so più di te.

- Vedremo...

 

Disse con un po' d'arroganza Shin, quel tanto che fece ancora di più eccitare il fratello, voleva averlo, s'era capito che per oltre intendeva il rapporto completo, e si che ne aveva avuti. Shin dopo di quella risposta si staccò dalle labbra, e di slacciò i pantaloni, aveva una voglia terribile, ma preferiva fare tutto con calma, perciò se li tolse e li piegò poggiandoli lì accanto. Tetsuo sorrise nel vederlo, ma dopo un po' il castano si sdraiò, porgendo la schiena all'altro, a quel punto non sorrideva più, aveva capito che suo fratello lo voleva dentro, lui era come Kyoko, anzi, era cento volte meglio, era il suo fratellone. S'avvicinò e sputò della saliva sulla sua mano, per poi metterla sul fondoschiena del secondo, lentamente fece scivolare le dita sul solco delle natiche, lo fece piano che Shin ebbe dei brividi. Poi, vezzeggiò un po' col dito il punto dove sarebbe entrato, bisognava predisporlo, ormai s'era imparato, movimenti delicati per tentare poi d'inserire un dito, e andare pian pianino su e giù.

Il castano fece dei versi, sembrava gli piacesse.

 

- È arrivato il momento del pezzo forte, fratellone.

 

Shin non disse nulla, se non annuendo con la testa, Tetsuo poggiò la punta del membro verso l'ano del castano, cominciando lentamente a spingere, l'altro si rilassò respirando con calma, e parte fu dentro. Entrava bene, chissà quanti altri avevano avuto suo fratello prima di lui, se lo avesse saputo prima, avrebbe di certo goduto a sfondare il tutto per la prima volta, sarebbe stato mitico. Ma era arrivato in ritardo, la strada ormai era già ben che asfaltata, e spingendo entrò fino in fondo, poteva sentire il contatto tra le natiche ed i peli del pube. Un gemito, stavolta era dolore, poteva sentirlo, era differente.

 

- Vuoi che aspetti un po'?

- ...

 

Non ricevette risposta, era tanto eccitato e voglioso che lo avrebbe sfondato, ma così non fu, preferì aspettare fino a quando non notò che il castano s'era rilassato e poi cominciò a muoversi, da prima lentamente e poi, pian piano, stantuffando a buon ritmo. Era un riempirsi di gemiti e affanni, la posizione poi lo intrigava, avere l'altro piegato di schiena davanti gli dava una bella sensazione di comando. E avanti ed indietro, come un martello pneumatico, a penetrare.

 

- Fratello, fratello mio...

- Uh... Tetsuo, più forte, Tetsuo...

 

Era eccitato al massimo e Tetsuo non sarebbe durato a lungo, era un'esplosione di piacere e come una supernova sarebbe esploso di lì a poco. Continuava a spingere aumentando il ritmo come richiesto da quel venticinquenne voglioso sotto a lui, voleva soddisfarlo in pieno.

 

- Shin, fratello, io... io...

 

D'improvviso uscì da Shin, e gli si avvicinò, il castano era sorpreso tanto quanto lui, che lo fece rigirare e gli mise vicino alla bocca il membro turgido e cominciò a masturbarsi.

 

- Non penserai che io...

- Ti prego fratellone, ti prego...

- No, non es--

 

L'esplosione di Testuo gli invase la faccia, e gran parte la bocca visto che stava parlando, era impreparato e la chiuse, mentre l'altro tirava un sospiro, era arrivato e stava in paradiso. Solo affanno dopo, Tetsuo portò la mano sulla guancia sporca del fratello, accarezzandolo.

 

- Però, non credevo fosse buona.

- Visto, mai dire mai.

 

Rispose il moro sorridendo, e l'altro rispose al sorriso cercando con la bocca il membro del moro per giocare ancora un po'. Tetsuo sorrise.

 

- Non sei ancora soddisfatto eh?

- Si che lo sono.

 

E detto questo si ritirò su Shin, rivestendosi, prima i pantaloni, poi la cintura.

 

- Shin...

 

Sapeva già che voleva dirgli, s'avvicinò a Tetsuo e si sedette accanto a lui, sorridendo. Non s'era mai visto Shin così rilassato e disinvolto, così naturale e felice, era alla pace dei sensi, era contento, era - se poteva osare dirlo - felice. Guardò la luna.

 

- Fratellino, non t'intristire, non è detto che domani ci saremo ancora...

- No, ma che.

- Bravo.

 

Disse Shin sorridendo, mettendo una mano tra i capelli del moro, spettinandolo per quanto poteva. Si tirò in piedi e finì di vestirsi, mettendosi la maglia, quando fu di nuovo interrotto da Tetsuo:

 

- Shin, fammi una promessa...

 

Il castano si sistemò la protezione sul volto e disse al fratello di spiegargli.

 

- Se domani saremo ancora vivi, ti prego, passa ancora del tempo con me.

 

Shin lo guardò, dalla protezione si potevano intravedere solo gli occhi. Sorridevano, erano divertiti e felici, e per la prima volta erano stretti, stretti come quando ridi e ti vengono così che sembrano lucidi, era sicuro che sotto quel telo, ci fosse stato il sorriso più bello del mondo, il più radioso, un lampo di luce. Poi il ninja si voltò, preparandosi ad andarsene, come a suo solito, saltando e sparendo nell'ombra.

 

- Ci penserò.

 

Sparito, saltato come una molla, fuggito via, andato.

La luna splendeva al nel cielo, erano tutti morti, di una morte orribile che accecava le coscienze, tutti persi in un mondo che cominciava e finiva in un monastero sperduto nell'antico Giappone, dove almeno due fratelli quella sera s'erano ritrovati più uniti che mai in passato.

Mentre il mondo bruciava.

Nel bene o nel male, erano tutti andati al creatore in un posto dove un singolo creatore non esiste.

Ma qualcuno quella sera aveva raggiunto il paradiso.

 

 

Se il racconto ti è piaciuto, se lo hai odiato, se non ti dice niente, o se... se... non mi vengono in mente altri, lascia un commentino, ti ringrazierà il mio cuoricino XD

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Eh sai qual'è il difetto di questi racconti?

Che quando li hai finiti di leggere e "ritorni alla realtà" non ti ritrovi davanti un fascinoso e coinvolgente Shin ma un monitor di computer e gli appunti su cui dovresti studiare. Sì lo so mi avevi avvertito con la frase a inizio post, ma ti ritengo comunque molto crudele :mad:<_< :P

Scherzi a parte, come ti hanno già detto scrivi davvero bene. Perfetto il finale che rievoca l'inizio. Molto intrigante l'ambientazione e l'atmosfera narrativa che si creano pian piano mentre si avanza riga dopo riga. Se voglio proprio trovarci un difetto non mi hanno convinto del tutto alcuni dialoghi fra i due fratelli nell'enfasi del loro scambiarsi amore, ma dovrei essere proprio pignolo per dirlo.

Per me è un ottimo racconto, sono ansioso di leggere qualche altro tuo scritto. Complimenti!

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Grazie a tutti, sinceramente è particolare il mischiarsi di ninja e zombie che non credevo potesse piacere, e a pensare che questo è stato il primo racconto erotico che ho scritto XD

Pronti non ne ho altri, ma ne creerò qualcun altro e lo posterò, magari anche non erotico però XD

 

Per Icoldibarin, i dialoghi sono artificiosi, molto "fumettosi" per certi versi XD Ma mi scappava da ridere nello scriverli, che sinceramente ho preferito così e tirato dritto al finale XD

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