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Coming out anni 90'


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Ecco il mio coming out dell’ era pre internet.

 

Il mio coming out è stato fatto nel 95 credo.

Prima della grande diffusione di internet era più difficile trovare informazioni sulla realtà gay.

Le tue informazioni arrivavano dalla televisione dai giornali dai libri.

I mezzi di informazione erano abbastanza restii anche solo a parlare di omossessualità.

Le mie conoscienze quindi, nonostante i 23 anni, si limitavano a quello che aveva scritto freud, ai film il vizietto e la patata bollente che avevo visto in televisione, all’ avvertimento dei nonni di non andare nella pineta della spiaggia degli Alberoni di Venezia; ai film Philadelpia e Priscilla (questst’ ultimo l’unico positivo del gruppo).

Ero comunque fortunato: stavo a Milano, quanche gay lo avevo anche visto (amici di amici del gruppetto dei dei dark). Ma soprattutto avevo trovato una lista dei locali gay di milanesi.

In una rivistina univesitaria c’era appunto un paaragrafo “locali gay” con 5 indirizzi.

Con il termine Coming out (usire dall’ armadio) allora si intendeva non solo dirlo a qualcuno ma anche fare qualcosa di concreto e attivo per conoscere altri gay; e io lo stavo per fare.

Quel giovedi sera avevo dribblato l’uscita alla mia amica (ex fidanzata ma ancora gelosissima) e stavo andando al primo della lista: After Line.

 

Il locale era in realta molto normale; difficilmente si sarebbe distinto da qualsiasi altro bar.

C’era Un video jubox (giovani cercate che cosa erano) , qualcuno che commantava i video dei Take that., Quache ragazzo carino un barista con la voce stridula …

Insomma prendo una birra, faccio tappezzeria (come si diceva allora) senza parlare con nessuno per un’ ora e poi torno a casa.

Di certo non era stata una serata memorabile (maledetta timidezza) ma era almeno un inizo.

Il venerdi dopo con un’ altra scusa lascio ancora a casa l’amica (oramai incazzata) e ci torno.

Solito posto, solita colonna a cui appoggiarmi, le birre diventano due, il locale si riempie (sono sempre arrivato sempre troppo presto ai locali), uno ti urta , il drink va in giro, va addosso a dei pantaloni bianchi, ops scusa non volevo…

E inizia la mia prima conversazione con un altro gay.

 

To be continued…

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Leggere la tua storia mi fa capire quanto le cose possano cambiare nel giro di pochi anni.

Nel 1995, di questi tempi, stavo per andare in prima elementare: e adesso mi sono quasi laureato!

Sotto certi punti di vista le cose non saranno cambiate molto rispetto a una quindicina di anni fa, ma certamente oggi non esistono più esperienze come la tua: in questo senso c'è molta più libertà e più possibilità di socializzazione.

Grazie per averci raccontato di questo, mi hai fatto capire di essere decisamente fortunato a poter parlare, conoscere e confrontarmi con altre persone, al di fuori degli amici con cui sono a contatto.

Aspetto di sapere come è andata a finire! :sorriso:

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To be continued…

Conosco quindi I pimi gay reali della mia vita. Della coversazione non ricordo poi molto, del resto era la tipica conversazione sul niente che si fa nei bar. Inizialmente non volevo passare per un verginello quindi alla domanda “ma è la prima volta che vieni qui vero?” risposta: certo che no ci sono gia stato (si quaranta miniti il giorno prima).

Mi sgamano comunque alla terza domanda e quindi confesso che sono inesperto che non conosco altri posti e che non ero mai stato con nessuno.

Conosco soprattutto due persone un ragazzo molto esuberante che saluta tutti, che parla in “gayese” stretto, che si dichiara stilistaattorecantante, molto sfacciato e non troppo abile a far sentire uno appena arrivato come me a proprio agio “ha quindi sei proprio un verginello? vieni con me in bagno che ti faccio uno sverginino!.”

L’altra persona che conosco invece è un uomo 30-35 enne non di origine italiana (si dichiara greco). Invece di meno parole ma comunque simpatico.

Non ero cosi ingenuo, avevo capito dalle occhiate da alcune battute che ci stava provando, ma era comunque la prima volta che parlavo con qualcuno di gay di uomini… si era fatta anche la terza consumazione annegando la timidezza nell’ alcol. Ero quindi un giovane ragazzo carino e simpatico che chiacchierava amabilmente con uno sconosciuto al bar.

Ad un cero punto viene fuori la proposta di ansare da un'altra parte e viene fuori il nome della discoteca “Segreta”.

Ovviamente accetto e il greco si offre di accompagnarmi. Ed io “no guarda sono in moto ci vediamo la”.

Mi metto quindi in viaggio di notte, moderatamente ubriaco, in moto (mai avuto la patante della moto…) e arrivo in piazza castello al segreta.

Riconosco quindi di esserci gia stato 6 mesi prima con la fidanzata ma di essere stato rimbalzato dai buttafuori “questo è un circolo privato” e che non avevo capito che era un locale gay.

Prima di entrare mi fanno una tessera (non era pero il circuito dell’ argigay era altro forse il coni) e pago con un gemito le 28000 £ di ingresso.

Sicuramente il segreta era un poco più forte un sotterraneo in mattoni e passerelle di metallo tanti uomini che ballavano a torso nudo cubisti uomini. Rincontro i due compagni dell’ after line si balla un po’…

Il ragazzo greco si fa più vicino e quando incomincia anche a mettermi un braccio intorno al collo lo fermo.

Gli dico chiaramente che sono inesperto sono alle prime uscite non sono ancora pronto.

Mi lascia quindi da solo.

Vado quindi in giro da solo giro un po’ il locale “in esplorazione”.

Dopo un po’ lo rivedo vicino ad una scala e mi fa cenno di avvicinarmi, mi dice “vieni!” lo seguo dietro una tenda e mi trovo in uno stanzino buio.

Non avevo mai sentito parlare ovviamente di Darkroom.

Il tipo mi prende e fa per baciarmi, gli dico “no dai non sono pronto per questo” e come effetto mi prende “a forza e mi caccia la lingua in bocca.

Io mi spavento un poco e gli tiro un pugno allo stomaco e scappo via, verso dal locale e torno a casa.

Le volte dopo (parecchi giorni dopo) sono stato meno precipitoso e più sobrio.

Ah e il coming out?

Questa è la sezione coming out e nel mio racconto non ce ne è traccia.

Eccolo: esattamente un anno dopo il segreta si ricorda della mia iscrizione e mi manda a casa una bella lettera “pubblicitaria” per convincermi a tornale da loro.

Essendo io in quel periodo a fare il militare in marina i miei genitori aprono le lettere. E leggono cose tipo “La serata Gay più trasgressiva di Milano” e un volantino con foto di cubisti mezzi nudi in una gabbia.

Il mio è stato un outing.

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...Accidenti! Per me è davvero un racconto di altri tempi. Inizio a sospettare che non saprei assolutamente cavarmela se non ci fosse internet...

 

Beh dai, la lettera pubblicitaria alla fine ti ha tolto il problema di fare CO! Come hanno reagito i tuoi all'epoca?

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che bella storia e che tempi...internet ha davvero cambiato tutto io ho scoperto tutto attraverso il pc le chat i forum e da li è partito tutto però mi sembra che oggi sia tutto molto piu diretto e (anche da altri racconti di amici gay che ho sentito) che 15 o 20 anni fa fosse tutto piu "romantico" insomma che esistevano cose tipo il corteggiamento e che era piu avventuroso scoprire la propria omosessualità era piu un salto nel buio forse era anche piu pericoloso perchè non sapevi mai chi incontrare adesso invece con chat e videochat si sa già tutto e incontrare dal vivo sa un po di preconfezionato però certo adesso si è piu liberi e sicuri e soprattutto c'è tanta profilassi, si fa sempre uso del preservativo e non c'è più la possibilità di un contatto pelle a pelle con uno sconosciuto, ma si sa la salute è importante e vince sul romanticismo anche se con l'amaro in bocca.

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Beh, di profilassi se ne faceva di più negli anni Novanta;

se non altro perché di AIDS allora si moriva...

 

La differenza più eclatante è che quindici anni fa

nessuno poteva dire "non frequento locali gay";

semplicemente perché non c'erano alternative

(tranne i fermoposta delle riviste porno

e i numeri di telefono sui cessi della stazione)

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io negli anni 80 o 90 non ci vivrei mai non riuscirei a fare sesso senza protezione mi sentirei irresponsabile e non so perchè anche un po "sporco"

gia non sopporto il sudore altrui figurati umori e cose liquide e quantaltro puo fuoriuscire da un rapporto però mi rendo conto di essere condizionato da un modello di vivere la sessualità che è quello contemporaneo allora invece non ci si faceva tutti questi problemi. Il sesso era libero lo si faceva con piu allegria non c'era bisogno di dichiararsi gay per avere rapporti omosex, molti sperimentavano...però poi è venuta l'AIDS ed è cambiato tutto. Però l'AIDS si è diffuso proprio per questo eccesso di libertà sessuale ed è un serpente che si morde la coda...in futuro se continua così faremo sesso solo con le macchine i gadegt eccetra in modo da non contrarre malattie.

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Premesso che l'AIDS viene riconosciuto nel 1981, quindi se si

volesse far riferimento alla libertà sessuale bisognerebbe retrodatare

agli anni '70, anni in cui ( vedi Milk ) i gay iniziano a emanciparsi, poi

prima della svolta terapeutica del 1995-1996 ci si proteggeva di più

e non di meno.

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bhe immagina un virus tipo aids che si trasmetta anche attraverso la saliva o il contatto pelle e pelle...la tuta di latex sarebbe obbligatoria e anche una maschera per viso e occhi :afraid:

 

non so come fosse il 1995 reale per i gay a quell'epoca ero un bambino e non sapevo nemmeno che sarei stato gay però dai racconti di quelli piu anziani mi sembra un'epoca piu romantica, per non parlare degli anni della liberazione sessuale ovvero gli anni sessanta in cui non ero nemmeno in programma di essere concepito....almadel, se tu dici che immaginiamo un 1995 diversio da quello reale significa che quegli anni li hai vissuti. Perchè non ce ne parli visto che dici di sapere come furono realmente? Magari si sfatano vecchi miti e potremmo cambiare opinione

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La storia che una volta si era più romantici riguarda anche il mondo etero. E si portano sempre ad esempio i nonnini che stanno insieme da una vita.

E tu akinori, quando avrai 50 anni e vedrai i ragazzini di 20 dirai: eh, una volta si era più romantici.

 

OT: virus che si trasmettono con la saliva o con il contatto pelle pelle ne esistono una marea. Pensa alla tubercolosi o alla lebbra.

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La storia che una volta si era più romantici riguarda anche il mondo etero. E si portano sempre ad esempio i nonnini che stanno insieme da una vita.

E tu akinori, quando avrai 50 anni e vedrai i ragazzini di 20 dirai: eh, una volta si era più romantici.

 

OT: virus che si trasmettono con la saliva o con il contatto pelle pelle ne esistono una marea. Pensa alla tubercolosi o alla lebbra.

 

Risposta all'OT

 

 

Si, ma io intendevo un virus inestirpabile come l'aids... :afraid: vabhe sarebbe davvero la fine del mondo non voglio indugiare in pensieri negativi..non avere più la possibilità di toccare un altro maschio o baciarlo sarebbe veramente l'inferno in terra, meglio sarebbe che l'umanità si estinguesse. fine risposta OT

 

Certo che "la storia che una volta si era più romantici" riguarda anche il mondo etero, non vedo perchè non dovrebbe riguardare! Mica gli etero sono dei mostri, sono persone come noi dopotutto, con nostalgie sogni e rimpianti :roll:

 

Non credo che a 50 anni vedrò ragazzini di 20 e dirò che "una volta si era più romantici" perché in effetti nei miei venti anni mi rendo conto che il romanricismo l'ho visto solo nei film o letto nei libri...oppure l'ho riconosciuto nei racconti delle esperienze di persone molto più grandi di me. Anzi credo che all'epoca di Almadel (anni '90) già non ce ne fosse molto, di romanticismo, forse per questo non ha saputo o non ha voluto rispondere alla mia domanda. Io questa cosa del romanticismo la vedo più una cosa legata agli anni 60 e 70 o massimo anni 80, non lo so avete mai letto qualcosa di Tondelli? Ecco mi riferisco a quel tipo di storie non so se riesco a spiegarmi, tipo "Camere Separate" o ai racconti di "Altri libertini". Certo anche oggi penso potrebbero nascere grandi storie romantiche e piene di passione ma oggettivamente le cose sono molto piu difficili e poi con la diffusione delle comunicazioni virtuali c'è sempre meno mistero e si sa gia tutto in anticipo e un po di mistero è un'ingrediente fondamentale delle storie romantiche. I miei coetanei (quelli che conosco io) non hanno una particolare passione per il romanticismo, la ritengono una cosa infantile, i loro obiettivi sono concreti e riguardano l'aspetto fisico e la popolarità del partner, oltre ovviamente alla portata ed esperienza sessuale, alla sua virilità eccetera, carattere e gestione sentimentale vengono sempre dopo però non mi sento di escludere che ci siano altri ventenni come me che vorrebbero vivere una grande storia romantica di quelle che si leggono sui romanzi, anche se oggi il trendy va decisamente in maniera opposta, mi sembra.... o no?

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Io nel 1995 ero romantico perché avevo 17 anni :)

"Altri libertini" somigliava ai miei diciannove anni:

anche se non mi sono mai prostituito

e non mi travestivo per rimorchiare con le amiche.

In compenso sì, fumavo tantissima erba:

il mio ex ragazzo praticamente spacciava

e passavamo i capodanni a parlare di eroina.

Molto tondelliano, sì.

Vedi? Abbiamo letto persino gli stessi libri

eppure ci sembrano diversi.

 

Per gli Anni Settanta erano un epoca "romantica";

per me - che pure non li ho vissuti -

erano l'epoca dell'amore libero e dell'LSD

e se qualcuno avesse parlato di matrimonio gay

si sarebbe sentito dare del "porco borghese"

Persino sui "ricordi degli altri" abbiamo opinioni diverse :)

 

I ventenni di ieri sono semplicemente i trentenni di oggi:

niente di più e niente di meno.

Niente internet e quindi molte più discoteche

e quando ti dichiaravi eri probabilmente

l'unico gay che avessero mai visto.

 

Prima del 2000 non si parlava

né di Gay Pride né di matrimoni gay:

la politica non ci prendeva neanche in considerazione.

E la cosa più coraggiosa e giusta che io potessi fare

è stata andare alle "Giornate di Cinema Omosessuale" del '96

(e nel mio primo bar gay, con tutte le informazioni

che ero riuscito a dedurre da una rivista porno rubata da un'edicola).

 

Non sapevo nulla e non mi spaventava niente.

Avevo un preservativo sempre in tasca

e andavo in discoteca col motorino "Sì".

Mi innamoravo e mi incazzavo come tutti i miei coetanei;

ma ho dovuto aspettare i 30 anni prima di sentire qualcuno

che usasse la parola "romanticismo"

(a 18 anni l'avrei definita una "parola da checche", suppongo).

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Mah...invece io sento parlare di romanticismo solo i miei coetanei, dai 30enni 40enni eccetera a salire ho sentito invece solo opinioni sprezzanti sul romanticismo. Forse perché, come scriveva Tondelli, dopo i 25 o 30 si diventa tutti puttanieri (nel nostro caso marchettari) anche se io non credo che pagherò mai per fare sesso a questo punto meglio la masturbazione...

Non vedo molto romanticismo nello spinellarsi e nel passare i capodanni a parlare di eroina, nemmeno in senso "tondelliano", ci vedo più decadenza...

Per romanticismo intendevo la storia d'amore in Autobahn o quella di Camere Separate. Si magari c'era qualche riferimento tossico ma l'accento era posto sulla passione che avvolgeva i due amanti...ricordo che quando durante un'interrogazione d'italiano feci il paragone tra Camere Separate e la Signora delle Camelie fui lodato dl prof (che secondo me era gay ma velatissimo, invece di Manzonio ci faceva leggere Busi)

 

Non credo che i trentenni di oggi siano semplicemente i ventenni di ieri. Non sei solo tu a crescere e la società che cambia. Vivere senza internet è una cosa, vivere con internet è un'altra. Una cosa è essere nativi digitali un'altra non esserlo. Io non riesco nemmeno a concepire come due gay potessero incontrarsi senza la Rete e senza locali eppure molti dicono che quando non c'era internet e non c'erano locali gli incontri erano più frequenti e piu appaganti. Il famoso battuage in parchi eccetera, in luoghi isolati dove potevi incontrare chiunque. E cco per esempio io non rischierei mai la mia incolumità in incontri in posti isolati, rischiando di essere picchiato o derubato eppure ho conosciuto 60enni che si eccitavano solo in questo modo, che era proprio la prospettiva di subire una violenza la cosa che li eccitava in un rapporto omosessuale. Quindi credo che passando di generazione in generazione cambiano anche i modi di vivere la propria omosessualità...ad esempio il mio primo rapporto sessuale completo è stato in una videochat ed è stato un rapporto virtuale, ma è stato bellissimo ed è stata la mia prima esperienza e tutte le altre che si sono succedute nella realtà non mi hanno dato la stessa emozione o la stessa intensità di piacere. Infatti i rapporti che piu mi soddisfano sono mediati da un pc o da altri aggeggi...forse per questo sento la necessità del romanticismo e di amare una persona reale anche se non è facile.

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Ci vedi più decadenza che romanticismo

perché non ci ho scritto un romanzo, ovvio.

La mia vita è stata molto meno bohemienne

rispetto a quella di Tondelli.

 

Credere che dopo i trent'anni si diventi per forza puttanieri

è una opinione davvero ingenerosa; come è ingeneroso

credere che i ragazzini di oggi siano tutti marchettari.

Ma non volevo parlare della diffidenza intergenerazionale :)

 

Avere trent'anni non è averne sessanta:

una discoteca gay non è un battuage

(e nemmeno una videochat.)

 

In ogni caso dobbiamo scusarci con Icefall;

anche se il titolo ci ha tratto in inganno

credo volesse parlare del suo coming out nei '90

e non aprire una discussione generale

sul gap generazionale tra chi si è scoperto gay

con un mojito in mano e chi con in mano un mouse.

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Non credo che ci si scopra omosessuali tenendo in mano un mojito o un mouse, ma qualche altra cosa di più...organico :roll:

Ogni generazione si scopre come omosessuale quando ha un rapporto concreto, sessuale con una persona del proprio stesso sesso.

Cambiano secondo me di generazione in generazione le modalità di vivere la propria sessualità.

In questo senso si, preferisco avere quotidianamente in mano un mouse piuttosto che un superalcolico. Soprattutto se sono in disco e dopo devo guidare la macchina, meglio lo smartphone in mano che il mojito. Anche perché è vero che ho avuto coscienza reale della mia omosessualità quando ho fatto sesso reale con un altro ragzzo, ma ho goduto di più quando il sesso è stato virtuale, forse perché come tanti la prima esperienza sessuale è stata la lunga fase masturbatoria adolescente davanti a porno gay pescati nella rete. Forse ho ricevuto una specie di imprinting, non saprei.

Un'altra cosa che noto in molti omosessuali di generazioni precedenti alla mia è l'uso smodato di alcolici o sostanze che alterano la coscienza, nelle disco nei club ec. E' come se certe esperienze sapessero affrontarle solo non essendo completamente lucidi. E questo mi da l'impressione che non si accettino completamente in fondo. La cosa è spiegabile con il fatto che negli ultimi anni le cose sono molto cambiate, e anche se accettarsi ancora oggi non è facile in una società omofoba come quella italiana a causa del Vaticano, immagino quanto fosse più difficile farlo 10 o 15 anni fa.

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E' ovvio che le esperienze sessuali

si accompagnano più o meno sempre

con l'alcool o con internet;

si possa sviluppare una dipendenza

o dalle sostanze alcoliche o dalla pornografia virtuale.

 

Vogliamo discutere se sia più nociva la vodka o la cam?

Se sia più problematico un ragazzo che ha bisogno

di una birra per fare amicizia o quello che ha solo amicizie virtuali?

Non so, dobbiamo proprio? :)

 

La mia generazione di sicuro si droga meno di quella di Tondelli

e ha usato il computer meno di quella di Akinori.

Io sono felice di essere sieronegativo

e di preferire il sesso reale a quello virtuale:

e di questo devo ringraziare di essere del 1978? Ok :)

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Belle queste storie reali. Continuate!

che 15 o 20 anni fa fosse tutto piu "romantico"

Bhè non ci trovo nulla di romantico vedere uno che ti costringe a chiavare.

Al massimo era tutto più nascosto perché l'omosessualità era considerata ancora più diversa rispetto ad oggi.

 

Mi innamoravo e mi incazzavo come tutti i miei coetanei;

ma ho dovuto aspettare i 30 anni prima di sentire qualcuno

che usasse la parola "romanticismo"

(a 18 anni l'avrei definita una "parola da checche", suppongo).

Vero. Io la consideravo una cosa da femminucce a 18 anni.

 

 

Vogliamo discutere se sia più nociva la vodka o la cam?

Se sia più problematico un ragazzo che ha bisogno

di una birra per fare amicizia o quello che ha solo amicizie virtuali?

Non so, dobbiamo proprio? :)

eheh per quanto io sia astemio, se proprio dovessi scegliere

preferirei conoscere qualcuno sotto effetto dell'alcol che sotto dipendenza di internet

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Be iio conosco 30enni e 40enni che oltre a dipendere da sostanze stupefacenti o da alcol, dipendono anche da internet. Le due cose non si escludono a vicenda.Spesso una dipendenza si afferma sotto svariate forme.A questo punto meglio dipendere da una cosa sola. E se devi dipendere da una cosa sola, meglio internet che l'alcol, almeno no ti danneggi il fegato e non corri il rischio di fare incidenti mortali dopo la disco.

 

Fra l'altro la dipendenza da internet la noto soprattutto in persone che hanno zero vita sociale o hanno problemi di ansia eccetera. E la dipendenza da internet non comporta crisi di astinenza come nei drogati o negli alcolizzati con sintomi così terribili, quindi mi sembra più grave la dipendenza da alcol e droghe che quella da internet. Poi insomma quella che adesso vediamo come "dipendenza da internet" magari in futuro sarà la normalità. Non credo che la stessa cosa sia valida per chi faccia uso di alcol o droghe.

 

E' possibile considerare il "romanticismo" una "cosa da femminucce" quando da adolescenti si è sessualmente repressi, a causa dell'omofobia sociale o quella interiorizzata. Parliamoci chiaro, gli ormoni quando si è ragzzi spingono a fare sesso come obiettivo primario, ed è ovvio che uno se ne freghi del romanticismo e lo bolli come cosa da femminucce. Io dal punto di vista sessuale invece non ho avuto problemi di soddisfazione, dopo che sono diventato appetibile grazie a una dieta durissima e tanto sport. Quindi il romanticismo mi ha sempre interessato, infatti non basta essere magro o snello o tonico per attirarmi ma ci vuole anche una certa sensibilità. Io non guardo solo all'aspetto fisico. Anche se quello è il punto di partenza ovviamente.

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Per evitare di entrare nell'area "Salute"

io eviterei di parlare qui di dipendenze

e prenderei in esame solo le differenze

tra chi - per le prime esperienze sessuali -

ha dovuto entrare in una dark e chi in una chat.

Perché questa mi pare la differenza più saliente

tra chi si scopre gay oggi e chi 15 anni fa.

 

Riguardo al "romanticismo" fatico a capire cosa intendi.

Perché questo termine ha notevoli differenze - non generazionali -

ma in dipendenza dal fatto che chi lo usi

- non abbia mai avuto relazioni

- ne abbia avuta una soltanto

- ne abbia vissuta più d'una.

 

Credo che per te "romanticismo" significhi semplicemente:

"Voglio un ragazzo e fino ad allora non mi interessano i rapporti occasionali".

Per me significa "portargli la colazione a letto, senza farglielo pesare"

o "inventarmi un nuovo nomignolo tenero con cui chiamarlo" :)

Ignoro se 15 anni fa gli omosessuali fossero più o meno in coppia di oggi;

di sicuro non lo considero un indicatore di "romanticismo"

(ma è solo un problema di definizione dei termini)

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Del romanticismo ho un concetto molto letterario, basato sul concetto di Sehnsucht, ma se ne discutessimo qui andremmo OT

Del romanticismo delle varie generazioni in genere ho esposto solo delle mie sensazioni, forse delle proiezioni derivanti da suggestioni letterarie.

Mi sembrava ci fosse una relazione fra il superamento degli anni 80 -90 e il calo del romanticismo. in Italia almeno da quello che leggevo in saggi romanzi ecc.

Per le differenzre intergenerazionali, non credo cambi molto se il mezzo è stata la chat o la dark. Alla fine sempre in un rapporto sessuale si conclude il tutto. Magari la differenza importante è invece quella nel preferire un sesso virtuale a quello reale, anche per una questione pratica. Del resto già indossare il preservativo può essere considerato una specie di sesso virtuale, anche se è necessario per la profilassi.

E' vero anche che quando ero grasso passavo tutta la giornata al pc ed ero costrewtto a fare sesso virtuale dato che non avevo altre possibilità. Ma nemmeno tanto perché anche quando sono dimagrito e ho avuto esperienze reali, confrontandole con quelle virtuali , queste per qualche motivo sembravano sempre piu soddisfacenti. Anche quando ormai grasso non ero piu'. E anche se le esperienze virtuali diventavano sempre piu rare.

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Non so se si era piu romantici negli anni 60 90 o 2000, però una cosa posso dirla: quando ci si ricorda delle prime storie avventure, soprattuto ad anni di distanza si ricordano piu romantiche.

ma credo che sia solo un effetto del tempo sui ricordi lava via le parti ruvide e negative.

Forse la differenza non è tra la chat o la dark ma nel salto che devi fare.

Provo a spiegarmi: un ragazzo completamente inesperto può in modo semplice cercare su google la parola gay ed incominciare a navigare. trova siti di informazione gay - forum - video - siti di incontri, poi iscriversi da qualche parte, madare o rispodere a dei messaggi, chattare, oragannizzare un incontro.

questi sono tanti piccoli passi che puoi fare un poco alla volta, da casa tua, con i tuoi tempi e sentendoti al sicuro.

In era pre internet era piu difficile dovevi quasi per forza entrare (di solito da solo) in un locale.

sai quanti amici mi hanno confessato che la prima volta, dopo aver preso la macchina ed essere arrivati ad un locale gay hanno tirato dritto e sono tornati a casa!

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Spezzo una lancia a favore della tecnologia...

Anche io del 1978 come Almadel.. eppure io ho iniziato a uscire verso il mondo gay proprio grazie a Internet.

Locali, dark e battuage erano l'unica alternativa negli anni 70 forse, o anche 80... ma negli anni 90, quando iniziavamo ad essere adolescenti già c'erano molte possibilità in più.

Il WWW è nato nel 1991, per cui, a meno di iniziare a cercare romanticismo a 12 anni.... siamo già nei tempi della chat (C6 non vi ricorda niente?)

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Io penso di essere passato davanti a un bar gay,

almeno cinque volte prima di entrarci :)

 

Trovo l'affermazione "anche il sesso col preservativo

è una specie di sesso virtuale" un po' grottesca.

 

 

Volevo semplicemente dire che fare il sesso col preservativo anche se doveroso è differente dal farlo senza.. Magari dopo tanto tempo uno si abitua e diventa una seconda pelle. Però col preservativo un po di romanticismo si perde anche se ne guadagna la salute. Per me che sono romantico è così

Forse ci sono persone , mi rendo conto, per le quali è grottesco fare sesso senza preservativo. Peobabilmente non saranno molto romantiche, ma mi rendo conto sempre più che il mio concetto di romanticismo differisce da quello di altre generazioni..

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https://www.gay-forum.it/topic/18108-coming-out-anni-90/#findComment-506512
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