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Essere gay rende più tolleranti alla diversità?


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Credete che la vostra "diversità" vi abbia reso più aperti e tranquilli nel relazionarvi con altri tipi di diversità (dovute ad es. alla nazione di provenienza, o a problemi fisici, o allo status sociale ecc.)?

 

Cioè, credete di avere più facilità a stare con queste persone (magari anche in una relazione) rispetto agli etero, vi sentite più pronti a superare qualche difficoltà e ignorare i giudizi degli altri, oppure siete anche voi un po' spaventati, incerti o magari intolleranti?

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io sì, sono contenta delle mie esperienze, credo che vivere certe esperienze e soprattutto dover soffrire per affrontare certe situazioni renda automaticamente più sensibili e rispettosi verso l'alterità :sisi:

 

(parola di antropologa ;) )

Io sono sempre stato tollerante, a prescindere dal mio orientamento sessuale...credo dipenda dalla persona (e dalla sua capacità di "adattamento")alla fine xD

Conosco alcuni gay che sono totalmente intolleranti su alcune categorie di persone...!

Quindi direi senza ombra di dubbio che...dipende dalla persona. Sempre e comunque. E non credo che far parte di questa categoria ci renda più propensi a tollerare

Io mi sono sempre considerata molto aperta (e migliorabile). La mia omosessualità mi ha solo portato a conoscere di più un mondo che non conoscevo, ma non sarei stata meno tollerante se non fossi stata lesbica.

 

Credo che gli omosessuali siano portati ad essere più aperti sul tema: sessualità.

 

Per gli altri argomenti. Io credo che gli omosessuali tolleranti verso altre minoranze lo sarebbero stati anche se fossero stati etero.

Più tollerante sul tema sesso e vita di coppia si.

Sul resto non saprei... Generalmente mi sento molto attirato da quelle persone che il resto del gruppo esclude, ma non so se c'entri il fatto che io sia gay o no... Spero di no, anche se so che se fossi etero sarei, forse, una persona diversa.

Generalmente mi sento molto attirato da quelle persone che il resto del gruppo esclude

Anche per me vale lo stesso. Se una persona è in difficoltà mi sento di essere più comprensivo. Ma forse è carattere, non c'entra l'essere gay.

 

Per quanto riguarda la tolleranza verso altre persone: dipende! Però dopo che mi sono accettato ho imparato a vedere alcune persone (o gruppi di persone) sotto una luce diversa.

Anche per me vale lo stesso. Se una persona è in difficoltà mi sento di essere più comprensivo. Ma forse è carattere, non c'entra l'essere gay.

Uguale :/

Per quanto riguarda invece altri tipi di persone non credo l'essere gay mi influenzi più di tanto, e non mi rende molto più aperto. Tendo ad avvicinarmi agli emarginati, ma non sento una spinta ad avvicinarmi a persone straniere o con difetti fisici. Magari per quanto riguarda gli stranieri mi può stimolare l'idea di parlare in inglese, ma questo ovviamente restringe il campo a alcune particolare nazioni. Insomma non è lo straniero in sè che mi ispira, ma la possibilità di parlarci in lingua x)

Di sicuro le persone che ci troviamo intorno già dalla prima infanzia, ci influenzano e determinano il nostro primo modo di giudicare e tollerare.

Crescendo poi ci sono quelli che si distaccano dal conformismo mettendo in discussione tutto chiedendosi il perché di ogni cosa, e quelli che per essere accettati seguono la massa, facendo propri dei concetti appartenenti alla maggioranza, per entrare a far parte di essa.

I gay, di solito, tendono alla prima, per il semplice fatto che sono visti negativamente dalla maggioranza.

Gli etero, di solito, tendono alla seconda perché la maggior parte delle cose offerte dalla massa gli vanno bene.

Ma ovviamente non c'è una regola che confermi quanto scritto sopra.

Personalmente mi sono stupito di come qualche mio amico etero è aperto e tollerante, addirittura più di come ero io in passato quando ero ancora represso, poi mi sono liberato dei preconcetti molto lentamente. Purtroppo impiegai tempo a capire che se stavo male non era perché "non ero/comportavo/apparivo come loro" ma perché "stavo dando retta a loro"

in passato di sicuro ero più intollerante, mi accodavo molto spesso al pensiero della massa, era certamente più facile e dava un senso apparente di forza. Da quando ho cominciato a capire che ero diverso è cambiato tutto lentamente. Certamente mi sento più tollerante, perchè una volta che comprendi cosa vuol dire essere "diverso" fai presto a capire cosa può frullare nella testa di un altra persona che è ritenuta diversa magari per altri motivi. Diciamo che forse più che tolleranza è proprio un'empatia, un'immedesimazione o comunque uno sforzo di comprendere che prima non avevo di certo. Concordo però che non basti essere gay per diventare tolleranti dipende naturalmente da persona a persona; forse un omosessuale, un bisessuale etc ha solo una maggiore predisposizione a diventare tollerante.

Nel caso mio, l'essere gay mi ha reso più solidale. Anzi mi domando se il mio essere, a 14 e 15 anni,

molto solidale con i Neri (che allora si chamavano Negri) e gli Ebrei, e tutta la loro storia, in un modo

sicuramente molto più accentuato e informato dei miei coetanei, non fosse in realtà già un'apparizione

della mia omosessualità, una sua pre-formazione, per così dire.

 

Credo anche che da questo senso di solidarietà, in seguito, con l'intervento della ragione, e anche con

la formazione di una posizione ideologica, -essere laico-, si sia sviluppata un'attenzione a essere tollerante.

Ma non so davvero se quest'ultima sia maggiore che in un etero. Forse, se lo è, è perché risuona sempre in

me, alla base, un campanello d'allarme più di pelle, di carne, quello appunto legato alla primitiva solidarietà,

alla compartecipazione emotiva.

Credo che gli omosessuali siano portati ad essere più aperti sul tema: sessualità.

 

Per gli altri argomenti. Io credo che gli omosessuali tolleranti verso altre minoranze lo sarebbero stati anche se fossero stati etero.

 

E' esattamente quello che penso io. Sicuramente riguardo il tema della sessualità gli omosessuali e i bisessuali sono molto più aperti. Per il resto credo che dipenda da persona a persona. Io mi sono sempre considerato una persona dalla mentalità aperta anche prima di scoprire di essere gay. Cmq ho degli amici etero che sono di mente aperta tanto quanto me, secondo me l'orientamento sessuale c'entra fino ad un certo punto.

Fabio Castorino

Penso di sì; in genere chi è intollerante vuole imporre il suo modo di essere agli altri ed emarginare chi non si conforma, e chi è gay sa bene quanto ciò possa far soffrire le persone. Inoltre i gay per ovvi motivi sono più diffidenti nei confronti dei pregiudizi e degli stereotipi negativi: sanno che quelli rivolti contro di loro sono falsi, quindi hanno almeno il fondato sospetto che possano essere falsi anche quelli rivolti contro gli altri gruppi svantaggiati. Naturalmente ciò non vuol dire che per essere tolleranti bisogna essere gay, è semplicemente una maggiore predisposizione mentale.

Devo però dire che ho notato che spesso i gay che non si accettano e soffrono di omofobia interiorizzata tendono ad essere più intolleranti non solo verso se stessi, ma anche verso le altre "diversità".

Secondo me è anche difficile interpretare quanto una certa apertura sia legata alla sessualità e quanto ad un cambiamento che sarebbe avvenuto comunque. Non so come spiegare, ma io ho visto anche molti miei amici etero che crescendo sono diventati molto più tolleranti verso tante cose. Dato che la propria omosessualità spesso si scopre in un periodo di crescita, bisogna anche vedere quanto sia stata effettivamente la sessualità ad influenzarci o è stato il semplice crescere.

 

Una cosa che ho notato in molti omosessuali è stato l'allontanamento dal cattolicesimo dopo la scoperta. Forse per un mio pregiudizio chi non è religioso (non chi non crede in dio eh) è più aperto di mente. Quindi da quel senso forse l'omosessualità apre la mente.

 

A ben rifletterci forse l'omosessualità può essere uno di quegli elementi che ci fanno aprire la mente ed essere più tollerante, ma si va forse a sommare a tante altre esperienze di vita che non c'entrano con quello. Cioè non credo sia il motore principale, ma uno dei tanti motori.

Fabio Castorino

Sì effettivamente l'allontanamento dalla religione organizzata può spiegare una maggiore apertura mentale e tolleranza.

In teoria se uno pensa al messaggio evangelico dovrebbe concludere che l'essere cristiani praticanti dovrebbe portare ad una maggiore tolleranza, ma in realtà vediamo che spesso le persone più religiose non sono affatto più "cristiane" nel vero senso della parola, ma ipocriti che usano una versione reazionaria della religione per giustificare la propria superiorità sugli altri (basti pensare che la Lega si presenta come partito cristiano, pur essendo quello più agli antipodi dei valori evangelici).

Sì effettivamente l'allontanamento dalla religione organizzata può spiegare una maggiore apertura mentale e tolleranza.

In teoria se uno pensa al messaggio evangelico dovrebbe concludere che l'essere cristiani praticanti dovrebbe portare ad una maggiore tolleranza, ma in realtà vediamo che spesso le persone più religiose non sono affatto più "cristiane" nel vero senso della parola, ma ipocriti che usano una versione reazionaria della religione per giustificare la propria superiorità sugli altri (basti pensare che la Lega si presenta come partito cristiano, pur essendo quello più agli antipodi dei valori evangelici).

 

Quoto, certo ci sono cristiani tolleranti, non lo metto in dubbio però ecco l'esempio della Lega credo sia l'acme dell'ipocrisia (per quello che riguardo il concetto espresso da Fabio Castorino)

AndrejMolov89

Secondo me non è il fatto che siamo omosessuali a renderci tolleranti è il fatto che in quanto categoria discriminata possiamo essere più solidali e di conseguenza tolleranti. Supponendo che gli omosessuali siano accettati dalla destra omofoba o dalla chiesa, non mi stupirebbe vedere un forzanovista gay picchiare un nero.

 

Per essere realmente tolleranti, bisogna far tesoro di questa solidarietà causata da questa discriminazione e renderla oggettiva: sarei tollerante ( odio questa parola) anche se non fossi gay. Ci sono esempi di persone ancora prima di scoprirsi omosessuali erano tolleranti, quindi l'essere omosessuale di fatto non ha cambiato questa condizione.

Da canto mio, la mia tolleranza è data da un impostazione culturale e dal fatto che ho subito molte vessazioni. Se voglio realmente essere tollerante devo oggettivare questo sentimento di solidarietà acquisito con la mia esperienza e con il mio background culturale.

E' una paradosso ma è così: la diversità non ti rende diverso... da quel che sei!!!

Essere etero, gay, lesbica, trans, cattolico, mussulmano, bianco, nero, giallo.... (la lista potrebbe continuare indefinitamente) non ti rende più o meno pronto ad affrontare il "diverso", ed il "diverso" è tutto ciò che non sei tu: il mondo nella sua interezza. Ma sentirsi unici e diversi da tutto ciò che ci circonda, ci spaventa, e pertanto cerchiamo affinità per creare clan, per non sentirci soli dinanzi al mondo. Ogni capo clan impone le sue regole per mantenere l'unità e la stabilità, e sempre fra queste regole vi è il tener lontano tutto ciò che è diverso dal clan. E le regole si tramandano di generazione in generazione. C'è chi le accetta passivamente pur di appartenere al clan e chi le dissacra ritenendole un crudele arbitrio.

Solo quando si è in pace con se stessi e si è in equilibrio col mondo non temi il diverso e non lo discrimini.

Esser gay cambia nulla? Ma che. Ma se tra gay e gay ci si discrimina oltremisura. Chi è effeminato, non viene messo alla gogna al pari di un nero o di un mussulmano,....?

E' un banale esempio, ma immediato e che appartiene al vissuto di tutti.

Tutto risiede negli occhi dell'anima del singolo e nulla più...

Passionboy80, essere cattolici o mussulmani

non è mica una condizione innata, però!

Infatti essi affrontano la "diversità" molto male.

 

Riguardo a come vengono trattati gli effeminati nell'ambiente gay...

Non so tu quanti ragazzi che si travestano conosci

e non so quanti travestiti conoscano i tuoi amici etero;

ma sono abbastanza certo che siano meno discriminati tra i gay.

Certo che non è innata. Il mio esempio abbracciava la diversità nelle sue possibili forme, a partire da quella di genere, a quella biologica a quella dovuta a scelte e così via.

Onestamente non trovo affatto disparità di trattamento tra etero e gay al riguardo di chi è effeminato, senza necessariamente dover giungere al travestito.

Ho praticato molti siti quando capiì che avrei dovuto indagare il lato di me mai approfondito, avevo bisogno di conoscere, di capire cosa fosse il mondo gay. Ed ho trovato così tanta discriminazione che nemmeno immagini. E la vita reale non ha modificato quanto riscontrato nel virtuale.

Essere discriminati ha il pregio di rendere più facile sapere come si sta dall'altra parte e aiuta a creare empatia verso le persone a noi diverse.

Ma sicuramente non è condizione sufficiente a rendere le persone tolleranti e soprattutto rispettose.

Ho conosciuto gente che per anni è stata umiliata a causa delle sue origini forestiere ed ora vota lega.

 

All'odio discriminatorio si può rispondere in due modi, o lo si rifugge o lo si sposa discriminando chi è ancora più debole di noi con la falsa speranza che ci bastona si coalizzi con noi per bastonare l'altro.

Ma questa scelta indubbiamente sta a noi.

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