Jump to content

indignados


dedalo

Recommended Posts

Se il debito pubblico non ce lo pagheranno i Tedeschi, lo faranno i Cinesi :)

Grazie all'Euro, l'Italia è "too big to fail" e verremmo messi a "sovranità limitata"

e le nostre politiche economiche future verranno decise a Berlino o a Pechino.

Al momento mi pare lo scenario più realistico.

Link to comment
Share on other sites

Beh quantomeno gli obiettivi delle manovre di finanza pubblica

sono già decisi a Berlino, diciamo che al governo nazionale rimane

la decisione sul come realizzare l'obiettivo.

 

Intanto il Ministero degli Interni, invece di affrontare il problema tecnico

della inefficacia dell'azione di polizia propone: misure di polizia preventiva

arresto in flagranza differita, processi per direttissima, inasprimento delle

pene. Ed in tutta Italia vengono eseguiti arresti di anarcoinsurrezionalisti

a pioggia.

Link to comment
Share on other sites

Tancredi_86, ma quale sarebbe il punto?

 

Fino a ieri avrei detto che il problema era l'opposto di quello che dici tu,

ovvero che c'è tanta gente pronta a fare belle analisi;

ma nessuno capace di alzare il culo e mobilitarsi :)

 

Per il debito pubblico ci sono solo tre soluzioni politiche:

1) Rifiutarsi di pagarlo

2) Alzare le tasse

3) Tagliare i servizi (scuola, pensioni, sicurezza, sanità)

Vista la gravità della situazione, servirebbe un insieme di queste tre cose.

 

 

Almadel, il punto, se leggi bene è che se non incidiamo sulla cultura italiana non otterremo mai un cambiamento sociale-politico-economico. L'Italia è un paese mediocre e lo dico generalizzando, sia chiaro, ma nemmeno poi tanto.

 

Le soluzioni che proponi tu non sono assolutamente le uniche e l'ha ben spiegato anche Mario1944.

 

Io aggiungerei che è necessario nel nostro paese, aprire i mercati, liberalizzare di più i servizi e interrompere il monopolio statalista che vige attualmente. Tanta gente, sciocca per tornare al discorso di prima, che manifesta in piazza, è vittima di tabù e pregiudizi ideologici per cui appena sente il verbo ''privatizzare'' va in escandescenza, senza rendersi conto che si tratta di una strategia economica che già molti paesi europei civili prima di noi hanno attuato, almeno per risollevare temporaneamente i propri bilanci e poi tornare a formule diverse. Io sono l'ultima persona che auspica che i diritti inalienabili allo studio, alla sanità eccetera eccetera, siano garantiti a tutti e anzi, sono il primo che sostiene che le politiche sociali in Italia dovrebbero essere fatte con competenza e attenzione ( quando si decideranno ad esempio a rivedere tutto il sistema di ammortizzatori sociali e misure di sostegno ai lavoratori?). Bisogna prima di tutto riformare il sistema, ma qui le grandi riforme nessuno si vuole pigliare lo scomodo di farle. E chi vorrebbe non ha le palle per farlo.

 

A mobilitarci ci mobilitiamo in tanti Almadel, qui nessuno di noi -credo e spero- tiene il culo incollato alla sedia. Eppure non basta e non basta soprattutto perchè viene fatto con scarsa coscienza civica e tanta disinformazione. Non è sufficiente scendere in piazza a sollevare polveroni e poi non contribuire quotidianamente a un dibattito costruttivo. Perchè quotidianamente tu ci metti la faccia (e io lo faccio, so cosa vuol dire), mentre nella massa ci si disperde, le identità si confondono intorno allo slogan, è tutto più facile insomma. Non ci vuole la rivoluzione, che storicamente non ha mai fatto gli interessi del popolo, ma l'impegno.

Link to comment
Share on other sites

Hai presente la situazione stutunitense,

dove tutto è privatizzato? Bene:

ti pare che la situazione sia molto migliore?

 

Il guaio degli USA (ma esiste anche in Italia)

è che si "privatizzano gli utili e si statalizzano le perdite".

Se la FIAT guadagna i soldi, se li pappa il padrone;

ma se perde - per salvare posti di lavoro - paghiamo tutti.

(Paghiamo le casse integrazioni, concediamo prestiti,

paghiamo i contratti di solidarietà e via discorrendo)

 

E' esattamente quello che Obama ha fatto con le banche

che erano state travolte dalla crisi ed è il motivo

per il quale si protesta negli Stati Uniti.

Si chiede alle grandi banche di restituire i soldi,

visto che a essersi indebitati per loro sono tutti i cittadini.

 

E' appunto il principio del "troppo grande per fallire".

Chi paga i debiti di una grande azienda che - se crolla -

manda a casa migliaia di lavoratori? Lo Stato, ovviamente.

Ma chi intasca i soldi se l'azienda va bene? Il proprietario, chiaro.

 

Vuoi privatizzare l'acqua? D'accordo.

Ma se l'azienda che deve distribuire l'acqua fallisce, che si fa?

Ovviamente interviene lo Stato e la rifinanzia.

A che serve privatizzare qualcosa che - se funziona male -

arriva lo Stato a mettere a posto le cose e se funziona bene

invece si arricchisce un privato?

 

Le "persone informate" hanno un grosso problema:

ciascuna di loro ha un'idea e dove ci sono idee ci sono divergenze.

La "massa" invece ha soltanto nemici e rimane compatta in questo obiettivo.

 

Se tu dividessi la mobilitazione "per soluzioni"

(privatizzazioni, ricusazione del debito, tassa patrimoniale,

tobin tax, lotta all'evasione, rivoluzione, eccetera...)

Ci troveremmo in dieci in cento piazze diverse

e io probabilmente rimarrei da solo

(visto che non conosco nessuno che condivida la mia soluzione).

Link to comment
Share on other sites

Io aggiungerei che è necessario nel nostro paese, aprire i mercati, liberalizzare di più i servizi e interrompere il monopolio statalista che vige attualmente. Tanta gente, sciocca per tornare al discorso di prima, che manifesta in piazza, è vittima di tabù e pregiudizi ideologici per cui appena sente il verbo ''privatizzare'' va in escandescenza, senza rendersi conto che si tratta di una strategia economica che già molti paesi europei civili prima di noi hanno attuato, almeno per risollevare temporaneamente i propri bilanci e poi tornare a formule diverse. Io sono l'ultima persona che auspica che i diritti inalienabili allo studio, alla sanità eccetera eccetera, siano garantiti a tutti e anzi, sono il primo che sostiene che le politiche sociali in Italia dovrebbero essere fatte con competenza e attenzione ( quando si decideranno ad esempio a rivedere tutto il sistema di ammortizzatori sociali e misure di sostegno ai lavoratori?). Bisogna prima di tutto riformare il sistema, ma qui le grandi riforme nessuno si vuole pigliare lo scomodo di farle. E chi vorrebbe non ha le palle per farlo.

 

 

Credo che la dannosità delle privatizzazioni, in Italia, dipenda essenzialmente dal fatto che non sarebbero privatizzazioni, come dici tu, da Paese civile... sarebbero privatizzazioni in perfetto stile mafioso: al monopolio di Stato si sostituirebbe il monopolio del corruttore di turno. I servizi non migliorerebbero affatto, i costi aumenterebbero esponenzialmente. Questa non è demagogia, è semplice evidenza dei fatti, le esperienze italiane ci sono già state. Le privatizzazioni, in Italia, altro non sarebbero che un modo per lasciare servizi costosi per il gestore, ma essenziali per la collettività (e che dovrebbero, necessariamente, costare poco al cittadino che già paga le tasse) in mano alla gestione di privati poco interessati al funzionamento del servizio e molto interessati al solito guadagno personale. Non a caso, questo governo non è il primo a provarci. Invocare una presunta coscienza civica degli italiani per un mercato libero dall'influenza statale e, contemporaneamente, dalla corruzione e dagli interessi personali, significa non essere realisti.

I diritti che tu definisci inalienabili smetterebbero di esserlo, semplicemente.

E come ha detto Almadel, gli Stati Uniti seguono esattamente questa filosofia. E non vedo proprio come la gestione dell'economia USA possa essere considerata esemplare.

Link to comment
Share on other sites

Ho appena cancellato una delle mie solite lenzuolate di spiegazioni e bla bla.

 

Quanto mi piacerebbe avere la capacità di sintesi di taluni di voi ... ma non ce l'ho, quindi ... q8 in toto (al solito) Almadel, Hinzelmann e soprattutto mi voglio ricredere sull'affermazione di Purospirito perché oggi manifestavano i sindacati delle forze dell'ordine, chissà chi vigilava sul corteo?

 

No, io sabato mi sono convinto che in Italia non esistono gli indignati. Come scrive bene nell'ultimo post Almadel, alla manifestazione c'erano tutti i movimenti che si sono distinti negli ultimi ... diciamo due anni. Non ho visto solo le donne del "se non ora quando" ma potrebbe essere una mia svista. Il problema nostro, pare tedioso starlo a ripetere, ma è quel manipolo di "cosi" che si è barricato dentro i palazzi del potere. Con questo non voglio dire che il resto del ciarpame politico che staziona in parlamento, sia la risposta che ci salverà le terga. Però lo stallo in cui siamo finiti ha ormai del paradossale. Se Kafka fosse ancora tra noi, farebbe il cronista politico in Italia.

 

Qualunque proposta, qualsiasi idea, bella o brutta che sia, si troverebbe davanti i problemi contingenti di questa classe dirigente. Questo crea l'assurdo. Questa caspita di terza finanziaria nel giro di pochi mesi, il celeberrimo "Decreto sviluppo" di cui nessuno riesce a sapere nulla, viene rimandato di volta in volta. Oggi ci fanno sapere che non essendoci la copertura finanziaria "s'inventeranno" una soluzione; intanto non nominano il direttore della Banca d'Italia e oggi 24 banche si sono viste tagliare il rating e Profumo è inquisito per Unicredit ...

 

Si arriva al grottesco quando si pensa che il Coso essendosi circondato di altri cosi inetti o gente della sua stessa risma per poterli controllare meglio, ora ha creato una dirigenza che non è manco capace di risolvere i suoi di problemi.

 

Il debito pubblico - tanto per dire la mia anche su questo, sì è cresciuto in modo esponenziale durante il governo Craxi, ma quello era anche un periodo in cui l'economia italiana viaggiava alla grande. C'erano prospettive di crescita che contenevano il disavanzo. Sì può dire che abbiamo commesso il peccato della cicala.

 

Tuttavia, l'origine di tutto si deve postdatare. A spiegarcelo fu proprio Cossiga con la sua irriverente linguaccia, quando disse che ... oddio, le date ... credo che fu nel 1977, proprio l'anno delle contestazioni più violente, che praticamente si decise di svincolare la scala mobile dal paniere che regolava i contratti nazionali che firmavano i sindacati, allora si chiamavano confederati. Beh, a detta di Cossiga furono gli americani che temendo una deriva comunista, ci diedero il nulla osta per lasciare libera l'inflazione che in brevissimo tempo schizzò sopra il 20% e ci rimase per anni, è così che il debito pubblico è andato fuori controllo.

 

Le ragioni degli indignati - Un appunto sugli indignati americani, loro chiedono l'arresto di Ben Bernanke perché a ragion veduta è stato lui a orchestrare il salvataggio di quelle banche che hanno, con i loro comportamenti criminosi, causato lo sfascio finanziario, Ricordiamoci i casi Emron ma anche Al Capone, negli States si finisce regolarmente in galera per reati finanziari. Le stesse agenzie di rating erano colluse con le banche e oggi stanno ancora lì a decidere i buoni e i cattivi.

 

Cosa chiedono gli indignati? Fondamentalmente una più equa ridistribuzione della ricchezza. Lo slogan che l'1% decide sul 99%, sta ad indicare proprio la sperequazione sociale indotta dall'economia finanziaria, la quale ha rotto quel sistema che dalla rivoluzione industriale a l'altro ieri, aveva permesso con l'investimento del capitale e la produzione, la ridistribuzione della ricchezza attraverso il lavoro. Da qui la richiesta di tassare i rendimenti finanziari che sottraggono soldi al mercato del lavoro.

 

Il movimento ha in seno una scintilla di novità politica, in quanto ragiona in un modo nuovo che non è facilmente assimilabile alla sinistra tradizionale. C'è una sorta di crossover ideologico liberal progressista. Il caso di Jobs è emblematico, con Vendola che ricorda ai suoi indignati che non sta bene parlarne troppo.

 

In Israele, oltre alla liberazione di Shalit, si parla molto di alcuni indignati che chiedevano una casa, gliene è stata offerta una in Cisgiordania e loro non hanno esitato a rifiutarla. Oppure un altro caso più piccolo, si tratta dell'oktoberfest di un villaggio palestinese dalle parti di Gerusalemme (Taybeh), in cui hanno sbicchierato gli indignati con birra palestinese (pare buonissima).

 

La mia idea d'indignato è di qualcuno che scende in piazza per la prima volta e chiede soprattutto che gli venga restituita la speranza ...

 

La pianto che ho riscritto di nuovo un papiro ...

 

Ultimissima cosa - In America l'acqua non è privatizzata. stop.

Link to comment
Share on other sites

@Max, ma che il gestore sia sempre e solo interessato al profitto e non alla qualità del prodotto o del servizio erogato, è un pregiudizio che non puoi estendere a tutti. Ci sono aziende serissime in Italia e se si facesse un po' di vera lotta alla criminalità organizzata e fosse lasciata alle medie imprese la libertà di farsi una concorrenza leale, la situazione andrebbe a vantaggio di tutti, ci sarebbe molto più impiego e la gente non dovrebbe manifestare perchè viene messa in cassa integrazione. Non è pura utopia, in tanti paesi europei questo modello funziona e se la classe politica italiana si svecchiasse, potrebbe funzionare anche qui. Il problema semmai è che io non vedo speranze nè da una parte nè dall'altra. Quando Bersani, da acuto economista qual è, parlava della necessità delle liberalizzazioni in Italia, io lo stimavo, ma ora mi fa solo scendere le palle a terra e scusate il francesismo. Ovviamente le liberalizzazioni come le intendono a Sinistra non sono uguali a quelle che ha in mente la Destra.

 

@Almadel, la soluzione, in ogni caso non è solo quella. Sbloccare il mercato e togliere allo stato tanto potere, male non farebbe. Perchè non è manco giusto che tutti i soldi che risparmiamo se li debba ciucciare una cavolo di entità astratta che mi deve tassare anche sull'aria che respiro.

 

Detto questo, come scrivevo nel mio primo post, prima di ricorrere a qualsiasi strategia economica, ragazzi, se le cose andassero come devono andare e i servizi funzionassero secondo criteri di efficacia ed efficenza, non saremmo dove siamo. Lo ribadisco!

 

L'anno scorso ho visto un bellissimo servizio di Report in tema, in cui veniva si parlava di spesa pubblica e di quanto le regioni buttano a causa degli sperperi in vari settori, la sanità prima su tutti. Venne intervistato un medico bolognese, un oculista se non erro, che illustrava questo metodo di verifica che aveva molto sapientemente messo in atto per far rientrare in bilancio tutte le spese relative agli interventi della sua clinica e dell'ospedale in cui lavorava e spiegava appunto che se tutti i professionisti lavorassero con coscienza e onestà intellettuale, ma soprattutto con competenza, non saremmo dove siamo. Il risparmio sarebbe veramente eccezionale...Per fare un esempio sciocchissimo (purtroppo non ho trovato il video, ma appena lo acchiappo ve lo posto) se il medico sa che un paziente non ha bisogno di farsi 75 lastre, che sono dannose e costosissime, ma è aggiornato in modo tale da saper ricorrere ad altri tipi di esami che permettano di valutare la sua situazione clinica, offre un sevizio ugualmente buono e meno dispendioso per l'azienda. Ma visto che nel pubblico italiano, scusate se mi ripeto (e non vi dico qui al Sud!) regnano raccomandazioni e quindi ignoranza, incompetenza, lassismo, pigrizia, negligenza, corruzione ecc ecc, come diamine possiamo pensare di entrare in una qualsivoglia ottica civile di qualità del servizio?!?

Dunque mi chiedo, cosa ci resta? Cosa dobbiamo aspettarci nel prossimo futuro? Oltre a non vedere una pensione, quale catastrofe ci attende...io sono indignato per questo, non altro.

Link to comment
Share on other sites

Dal futuro possiamo aspettarci solo una progressiva pauperizzazione, se non si cambia modello socio-economico.

Il problema delle pensioni, è che la spesa per le pensioni in Italia al è largamente di sopra, in percentuale, alla media europea (oltre dieci punti se non erro).

E' questa plus-percentuale che impedisce di destinare risorse a servizi sociali, ricerca, edilizia popolare, insomma a strutturare un vero e proprio welfare.

Questo significa che oggi la causa maggiore del debito pubblico è rappresentata dagli emolumenti che si intasca la gerontocrazia che governa questo paese. E c'è da aggiungere che in queste pensioni d'oro sono compresi anche i soldi delle generazioni precedenti, che non avranno una pensione.

E per pensione d'oro intendo il fatto che tu continui a vivere avendo dallo Stato (cioè dai cittadini contribuenti) la somma corrispondente al tuo ultimo stipendio. Queste, che furono una grande conquista del welfare, per noi giovani, sono già pensioni d'oro, perchè le nostre pensioni equivarranno a frazioni consistenti del massimo stipendio che prenderemo (se lo prenderemo) : noi giovani, da vecchi, saremmo costretti a cavarcela più o meno con un terzo del massimo stipendio, più o meno, facendo una media delle stime più attendibili. Perchè la ricchezza che produrremo servirà in buona parte a pagare le pensioni di chi ci ha preceduto, oltre al resto del debito pubblico

Per non parlare poi delle pensioni d'oro di politici, manager, di doppie e triple pensioni, di pensioni che intascano i falsi invalidi...

 

Da qui ci sono due strade per uscire: o si ricusa il debito pubblico, si abbandona l'euro e si ritorna alle politiche inflazionistiche (l'Italia non avrebbe però più un peso internazionale degno di nota, il che sarebbe anche un bene perché la terrebbe lontana dalle guerre di civiltà), lavoreremo meno ma lavoreremo tutti, costruendo un nuovo tipo di società che rappresenterebbe una linea di fuga dalla globalizzazione, ovvero una nuova società civile, e nuovi valori (si escluderebbe la produttività a favore della solidarietà, per esempio)...ma chi avrebbe il coraggio di fare questa scelta? si tratterebbe di ritornare a una sorta di medio evo, anche se più tecnologico, si tratta di rinunciare a modelli di vita che per i quali la maggioranza della gente non è disposta a rinunciare e occorrerebbe un governo forte e popolare, una classe dirigente che dia l'esempio vivendo senza privilegi e con lo stesso tenore di vita dei cittadini normali...

Oppure ci teniamo l'euro, la dipendenza dal debito pubblico, i rating negativi, le crisi finanziarie sempre più ricorrenti e accettiamo che il nostro futuro si decida tra Berlino e Pechino che si contrapporranno nella spartizione del potere sull'Europa, nel suo aspetto politico ed economico, dopo il tramonto dell'impero americano.

Link to comment
Share on other sites

Tancredi_86,

cercherò di essere esplicito e breve.

Tua nonna la sua caxxo di TAC da 400 euro la deve pagare o no?

Perché se non la deve pagare, dobbiamo tassare gli imprenditori veneti.

E se la deve pagare ci deve lasciare la sua pensione minima a ogni controllo.

 

E' vero che ci sono degli sprechi assurdi, nessuno lo nega.

Ma la questione sta a monte. Chi dovrebbe pagare?

Ci sono Regioni corrotte (come il Lazio o la Calabria)

che forniscono (dis)servizi a costi astronomici.

 

Io vivo a Padova: il servizio sanitario è ottimo;

ma i costi per la collettività comunque esistono.

Per questo affermo che "privatizzare" non sia una soluzione:

se quando privatizzi a Sud affidi la Sanità alla malavita

e quando privatizzi a Nord la affidi a qualche imprenditore

"ammanicato" con la Pubblica Amministrazione che "svende"

i cittadini non vedranno mai un miglioramento.

Link to comment
Share on other sites

Piu che sui contenuti vorrei porre l'accento anche sul modo di protestare. Sono stato una settimana a Madrid. Mercoledi scorso c'è stata una enorme parata militare èper la festa nazion ale che celebrava l'anniversario della scoperta dell'america. Passano le forze armate e tutti applaudono, passa la famiglia reale e tutti applaudono, passano le auto del governo ed ho ancora nelle orecchie i fischi e i mrimbrotti delle persone. E vi dico che tutti fischiavano, ma proprio tutti. Poi ero a Plaza Puerta del Sol in mezzo alla manifestazione di sabato degli indignados. Se non ho capito male erano 40.000. La piazza era stracolma ma loro protestavano solo con slogan, cartelloni e striscioni appesi agli edifici. Vi era inoltre un rispetto per chi passava per la piazza e non faceva parte della protesta. Al microfonbo raccomandavno di far passare tutti. Insomma un modo forte ma civile di protestare. Torno in hotel e guardo i servizi di tutti gli indignados in giro per mondo. Tutte manifestazioni piu o meno tranquille. Poi arriva il servizio su Roma e ha fatto vedere quello che è successo. Io sono del parere che se si vuole protestare non è certo questo il modo per farsi ascoltare e che in italia dovrebbe esserci la mano molto piu pesante nei confronti di chi fà questo che io considero una forma di terrorismo. E in questo rientrano le forse dell'ordine che hanno le mani legate da comandi non interventisti. Per conto mio non meritano di essere ascoltati chi protesta in maniera violenta.

Link to comment
Share on other sites

Se il debito pubblico non ce lo pagheranno i Tedeschi, lo faranno i Cinesi

 

Non credo che lo pagheranno, al massimo lo sottoscriveranno, come già del resto fanno i Tedeschi attraverso la BCE e le banche tedesche ed il fondo statale cinese direttamente.

 

Grazie all'Euro, l'Italia è "too big to fail" e verremmo messi a "sovranità limitata" e le nostre politiche economiche future verranno decise a Berlino o a Pechino.

 

Siamo già a sovranità limitata anche se le politiche economiche sono decise a Francoforte, non a Berlino od a Pechino, e per fortuna dico io, altrimenti altro che Germania degli anni Venti con un francobollo che costava milioni di marchi.....

 

Hai presente la situazione stutunitense, dove tutto è privatizzato? Bene: ti pare che la situazione sia molto migliore?

 

Tutto privatizzato non direi proprio. E comunque tra il tutto ed il poco o nulla forse c'è anche una via di mezzo.

In ogni caso le privatizzazioni non sono la panacea, ma certo molti servizi non si capisce perché debbano essere gestiti direttamente dallo Stato o dagli Enti pubblici territoriali e no. O meglio, si capisce benissimo: servono per produrre benefici ai partiti ed alle loro clientele, non certo a dare servizi migliori ed a buon prezzo ai cittadini.

 

Il guaio degli USA (ma esiste anche in Italia) è che si "privatizzano gli utili e si statalizzano le perdite". Se la FIAT guadagna i soldi, se li pappa il padrone; ma se perde - per salvare posti di lavoro - paghiamo tutti. (Paghiamo le casse integrazioni, concediamo prestiti, paghiamo i contratti di solidarietà e via discorrendo)

 

Quando invece le imprese sono pubbliche, gli utili (se ci sono) ingrassano i partiti e le loro consorterie clientelari, e le perdite gravano sulla collettività.

Con la differenza che l'impresa privata puoi lasciarla fallire punendo l'imprenditore inetto, quella pubblica l'avrai sempre e comunque sulla gobba pubblica.

Non solo, ma gli amministratori di un'impresa pubblica normalmente non hanno alcuno stimolo a condurre sanamente la propria impresa, perché sanno benissimo che, per male che vada, lo Stato non solo ripianerà i debiti, ma conserverà intatti i loro stipendi ed emolumenti vari, purché siano obbedienti al potere partitico di turno.

Non penso siano necessari esempi, ma tanto per non far nomi pensiamo a quello che fu l'Alitalia, immensa voragine di perdite pubbliche con servizi pessimi all'utenza, o la Sip (poi Telecom) che guadagnava solo perché faceva pagare salatissimi i servizi telefonici anch'essa dando un servizio pessimi, ma ingrassando le clientele dei partiti, o la Finsider che producendo acciaio anche per i marziani (che però non l'acquistavano), apriva voragini nei conti dell'Iri e quindi dello Stato.

 

E' esattamente quello che Obama ha fatto con le banche che erano state travolte dalla crisi ed è il motivo per il quale si protesta negli Stati Uniti. Si chiede alle grandi banche di restituire i soldi, visto che a essersi indebitati per loro sono tutti i cittadini.

 

Però dimentichi qualcosa....

 

Primo.

Salvare una banca significa soprattutto salvare sia i cittadini che lì hanno depositato i risparmi, aprendo conti correnti o sottoscrivendo obbligazioni della banca stessa, sia la pubblica fiducia nel sistema finanziario: è più pericoloso per tutti che fallisca Unicredit o Intesa (per rimanere in Italia) piuttosto che Fiat o Telecom. Il caso di Lehman e Brothers insegna: moralmente è stato giusto lasciarla fallire, politicamente un disastro. Infatti si sono amaramente pentiti, tanto più che fu un fallimento per carenza di liquidità più che per voragini nel bilancio.

 

Secondo.

Gran parte del disastro delle banche americane fu causato non dalla finanza spericolata in sé, ma dalle perdite ingentissime accumulate sui mutui immobiliari concessi a pioggia (grazie anche agli stimoli del governo federale) anche a chi non era palesemente in grado per carenza di reddito di restituirli nei tempi concordati o di garantirli con il proprio patrimonio e per di più concessi in un momento di prezzi immobiliari gonfiati e quindi impossibili da ottenere in caso di vendite degli immobili per mancato pagamento dei mutui.

A fronte di questi mutui praticamente inesigibili o esigibili in minima parte, per salvare i bilanci delle banche erogatrici furono confezionati prodotti finanziari venduti a destra e a manca, che naturalmente diffusero quasi universalmente le perdite e quindi, quando scoppiò la bolla immobiliare, la sfiducia nelle banche. Inevitabili i salvataggi delle banche per preservare la fiducia pubblica e (qualcuno troppo "indignato" lo dimentica troppo spesso) i risparmi di milioni di piccoli risparmiatori.

Tutto ciò non accadde invece in Italia dove le banche, come tutti sanno, sono molto più prudenti (qualcuno dice taccagne) nell'erogareprestiti e mutui immobiliari e quindi non avevano bilanci disastrati come quelle americane o di altri stati europei. Eppure proprio la prudenza (taccagneria) delle nostre banche è spesso loro rimproverata come freno allo sviluppo.

 

Allora ci sarebbe da capire: vogliamo banche spericolate che distribuiscono soldi a pioggia e devono poi inevitabilmente essere salvate con i soldi pubblici e quidi a spese di tutti i contribuenti, oppure ci contentiamo di banche prudentissime, forse troppo, ma che non hanno bisogno di essere salvate con i soldi dei contribuenti?

Perché si può anche capire che quando uno abbia un bastone od un sasso od un estintore in mano, se teme di perdere il lavoro, se l'ha già perso, se teme per il suo futuro lavorativo, se teme per i suoi redditi presenti ecc., sia tentato di gettare per la rabbia quello che ha in mano contro la vetrina di una banca, dato che la banca rappresenta nell'immaginario collettivo il luogo della ricchezza liquida, ma conservata lontano dalle mani che lavorano (immagine comunque molto falsa). Si può capire l'indignazione causata dalla miseria presente o dal timore di quella futura, ma certo non si capisce perché si rimproverino a tutte indistintamente le banche di questo mondo comportamenti che sono stati solo di alcune, mentre altre hanno fatto (per nostra fortuna) esattamente l'opposto.

 

Vuoi privatizzare l'acqua? D'accordo.Ma se l'azienda che deve distribuire l'acqua fallisce, che si fa? ovviamente interviene lo Stato e la rifinanzia. A che serve privatizzare qualcosa che - se funziona male - arriva lo Stato a mettere a posto le cose e se funziona bene invece si arricchisce un privato?difficile

 

Prima di tutto non si è mai parlato di privatizzare le acque, cosa che sarebbe difficile anche per impedimenti costituzionali, ma semmai di privatizzare l'erogazione dell'acqua.

Suppongo che tu sappia che molti acquedotti nel Sud fanno letteralmente ….acqua tanto sono mal conci.

Ma chi si preoccupa di ripararli e di evitare le perdite? Nessuno! Tanto paga Pantalone!!!

Vorrei vedere se le condotte fossero private e l’acqua perduta fosse pagata dai proprietari !!!

Poi, se l'impresa che eroga l'acqua fallisce se ne chiama un'altra, molto semplicemente. Se fallisse la Fiat bisognerebbe renderla pubblica perché altrimenti andremmo tutti a piedi? Non credo proprio....

 

A che serve privatizzare qualcosa che - se funziona male -arriva lo Stato a mettere a posto le cose e se funziona bene invece si arricchisce un privato?difficile

 

Come ho già detto prima, non è che con l'intervento pubblico le cose vadano meglio sia in caso di perdite (distribuite comunque sui contribuenti) sia in caso di utili (riservati comunque ai partiti ed alle loro clientele).

Privatizzare molti (non necessariamente tutti) i servizi erogati ai cittadini, non è la panacea, ma permette innanzi tutto di fare cassa in un momento difficile, poi di stimolare la concorrenza tra i vari privati erogatori dei servizi. La concorrenza, non dimentichiamolo, tende a far diminuire i prezzi dei beni e dei servizi ed a stimolarne il miglioramento, visto che tenersi stretti i clienti è interesse dell'impresa privata, mentre l’impresa pubblica tende soprattutto a soddisfare i partiti e le clientele che la governano. Chi non è mai stato nelle condizioni di dire, ricevendo un servizio pubblico inefficiente o troppo caro: se potessi rivolgermi altrove!!!

Infine, ultimo ma non trascurabile, privatizzare permette di ridurre quelle intollerabili clientele che vivono intorno ai partiti come parassiti tanto più voraci quanto più inefficienti.

 

Tancredi_86, cercherò di essere esplicito e breve. Tua nonna la sua caxxo di TAC da 400 euro la deve pagare o no? Perché se non la deve pagare, dobbiamo tassare gli imprenditori veneti. E se la deve pagare ci deve lasciare la sua pensione minima a ogni controllo. E' vero che ci sono degli sprechi assurdi, nessuno lo nega. Ma la questione sta a monte. Chi dovrebbe pagare? Ci sono Regioni corrotte (come il Lazio o la Calabria) che forniscono (dis)servizi a costi astronomici. Io vivo a Padova: il servizio sanitario è ottimo; ma i costi per la collettività comunque esistono. Per questo affermo che "privatizzare" non sia una soluzione: se quando privatizzi a Sud affidi la Sanità alla malavita e quando privatizzi a Nord la affidi a qualche imprenditore "ammanicato" con la Pubblica Amministrazione che "svende" i cittadini non vedranno mai un miglioramento.

 

Le tasse mi pare che già ci siano, anzi la pressione fiscale nominale ed ancor più quella reale è anche troppa..... Certo la nonna con la pensione minima non dovrà pagare né l'esame né le medicine, purché non sia una di quelle persone che usano gli esami ed i farmaci per occupare il tempo e lo stomaco solo perché sono gratuiti....

Ma non vedo che cosa ci sia di scandaloso se chi abbia un buon reddito paghi una parte dell'esame o del farmaco e chi l’abbia elevato li paghi interamente. L'erogazione di benefici a pioggia, indipendentemente dalle condizioni economiche delle persone destinatarie, caro mio, è la rovina degli stati democratici.

Tutti vogliono tutto gratis e poi dicono che il debito pubblico che inevitabilmente si forma dev'essere ripudiato.

Troppo facile!!

Troppo facile fare gli indignati e prendersela con tutti indistintamente e contraddittoriamente, salvo poi dire che si gettavano gli estintori per spegnere il fuoco (nel qual caso chi lo dice sarebbe da ricoverare nel neurodeliri) e naturalmente guardarsi bene dal pagare i danni fatti.

Se lo fa uno per le strade contro le vetrine o la polizia ed è scusato, perché non potremmo farlo tutti, ciascuno a suo modo, ciascuno con la vetrina altrui reale o metaforica che ha per le mani, ciascuno con il bene pubblico che incontra nella vita?

Link to comment
Share on other sites

Esattamente, come dovrebbe essere gestita la concorrenza in settori come quello dell'erogazione dell'acqua (che è necessariamente un monopolio)?

Non ci sarebbe alcuna concorrenza: gli appalti sarebbero gestiti dagli enti pubblici. Io, cittadino, non avrei alcun potere decisionale: sarei costretto a sottoscrivere un contratto con il vincitore, senza averlo scelto. Non è come andare al supermercato e prendere un tipo di pasta piuttosto che un altro. Non è come abbonarsi a Sky piuttosto che a Mediaset Premium. Gli impianti per la distribuzione dell'acqua sono quelli, i condotti non si moltiplicano in base ai desideri degli utenti (e quindi io non avrei il diritto di scegliere un gestore diverso da quello del mio vicino di casa). Essendo sottoposti all'approvazione della burocrazia, e non alla concorrenza del libero mercato, tali appalti sarebbero marci fino al midollo (corruzione, favoritismi, interessi personali o politici). Potrei forse scegliere il gestore dell'acqua all'origine (e ho comunque i miei dubbi), ma per quanto riguarda la manutenzione dei condotti di distribuzione? Questo non è libero mercato, è una truffa ai danni dei cittadini già vessati.

Link to comment
Share on other sites

Esattamente, come dovrebbe essere gestita la concorrenza in settori come quello dell'erogazione dell'acqua (che è necessariamente un monopolio)?

 

Necessariamente un monopolio? E perché mai "necessariamente"? L'erogazione di acqua minerale è un monopolio? Quante marche puoi scegliere al minuto con varia qualità e vari prezzi?

Il servizio d'erogazione può essere gestito come già accade per quello della telefonia fissa, dell'elettricità, del gas, perfino dei treni: non mi sembra una difficoltà.

 

Non ci sarebbe alcuna concorrenza: gli appalti sarebbero gestiti dagli enti pubblici.

 

Be' sai, non è che possiamo passare da un estremo all'altro e privatizzare anche lo Stato!!! Lo Stato, gli Enti pubblici territoriali e no devono stabilire le regole e vigilare affinché le imprese private appaltatrici offrano il servizio migliore secondo certi criteri di efficienza.

 

Io, cittadino, non avrei alcun potere decisionale: sarei costretto a sottoscrivere un contratto con il vincitore, senza averlo scelto.

 

Perché invece ora hai un potere decisionale e puoi sottoscrivere il contratto con chi vuoi? Per di più se l'amministrazione comunale o consortile ti eroga un servizio pessimo, con chi ti lamenti? a quale concorrenza puoi passare? o mi vuoi dire che i cittadini abbiano voce in capitolo presso le consorterie politiche o presso le segreterie dei partiti?

Se Telecom mi dà un servizio pessimo e caro, posso passare a Vodafone, Wind, H3G ecc. Quando c'era solo la SIP (poi Telecom) pubblica, forse tu non eri ancora nato (beato te), ti dovevi sorbire volente o nolente il disservizio e per di più a carissimo prezzo. E indovina chi c'era nei posti di comando della SIP e chi era assunto oltre le necessità specifiche dell'impresa? Hai presente come si formano le clientele dei partiti? Ecco....

 

Gli impianti per la distribuzione dell'acqua sono quelli, i condotti non si moltiplicano in base ai desideri degli utenti (e quindi io non avrei il diritto di scegliere un gestore diverso da quello del mio vicino di casa).

 

Anche le linee telefoniche fisse sono di proprietà della Telecom e quelle elettriche di Enel. Eppure puoi scegliere!! Non ci vuole Mago Merlino, ma solo le regole e la volontà. Le soluzioni tecniche ci sono. E comunque nulla impedisce ad un privato appaltatore di stendere altre linee (come ad esempio fa Fastweb per le reti di fibra ottica).

 

Potrei forse scegliere il gestore dell'acqua all'origine (e ho comunque i miei dubbi), ma per quanto riguarda la manutenzione dei condotti di distribuzione? Questo non è libero mercato, è una truffa ai danni dei cittadini già vessati.

 

Cittadini già vessati???? Mi pareva che tu avessi dipinto un quadro idilliaco dei servizi erogati dai gestori pubblici..... In poche parole siamo vessati e nemmeno tentiamo di evitare almeno in parte le vessazioni, pretendendo soluzioni che già hanno dato un esito soddisfacente in altri campi come appunto quello telefonico, dell'energia elettrica ecc.

Cornuti e mazziati direbbero a Napoli, dove se ne intendono bene di inefficienze pubbliche....

Link to comment
Share on other sites

L'erogazione di acqua minerale non è un monopolio perché non viene erogata tramite condotti sotterranei... e, per quanto riguarda l'acqua normale, non se ne possono stendere altri (è difficilissimo anche per le linee telefoniche, e infatti il digital divide in Italia è un problema molto sentito, fastweb non arriva in ogni luogo, anzi, il più delle volte si appoggia a linee Telecom... figuriamoci se è possibile farlo per i condotti dell'acqua). Quindi non c'è concorrenza. O almeno, non c'è concorrenza di mercato. Ci sarebbe concorrenza a livello pubblico, sì, ma il pubblico è marcio in Italia. Questo è un dato di fatto, la corruzione è all'ordine del giorno, la trasparenza non esiste. Non posso scegliere neanche col pubblico, è vero, ma in quel caso il servizio mi deve essere garantito.

Inoltre, per quanto riguarda altri settori, come ad esempio i treni, non mi sembra che il servizio offerto sia il massimo... soprattutto in determinate regioni i ritardi sono continui, il servizio inefficiente, i mezzi sporchi, malfunzionanti, antiquati, la frequenza delle corse inadatta alla richiesta. E oserei dire che per la telefonia fissa e internet i problemi sono ancora più gravi: per velocità siamo agli ultimi posti in Europa (il penultimo, mi pare), e la concorrenza è ridottissima (e questo si riflette nelle tariffe, non c'è una vera differenziazione), inoltre molte zone non sono raggiunte dall'adsl perché non economicamente rilevanti (e questo penalizza molte zone). Se questa è l'efficienza del libero mercato... Su elettricità e gas non mi pronuncio perché non ho una vera esperienza in merito.

Comunque non ho mai parlato di una situazione idilliaca del settore pubblico, ma il privato, in Italia, funziona male, anche peggio. E il privato tende a costare di più, e costerebbe certamente di più nel caso dell'acqua. Ci sono già stati esempi in Italia.

Certamente il pubblico non funziona bene, non sempre almeno, ma dove funziona male la situazione resterebbe precaria anche in caso di privatizzazione, e viceversa, sia per quanto riguarda gli sprechi che per quanto riguarda l'efficienza del servizio. I costi, invece, salirebbero in caso di privatizzazione (senza una riduzione sostanziale delle tasse, ovviamente, perché bisogna far cassa... sarei curioso di vedere le conseguenze su altri settori dell'economia).

Link to comment
Share on other sites

il pubblico è marcio in Italia. Questo è un dato di fatto, la corruzione è all'ordine del giorno, la trasparenza non esiste.

 

Scusa sai, ma continui a dire (non senza ragione anche se con una certa esagerazione) che il pubblico è "marcio" e tuttavia non vuoi altro che il pubblico.... Mi sembra una posizione contraddittoria!!!

 

Non posso scegliere neanche col pubblico, è vero, ma in quel caso il servizio mi deve essere garantito.

 

Anche i concessionari privati di servizi pubblici devono garantire il servizio. Certo non è detto che poi veramente lo garantiscano, ma il privato concessionario è comunque una persona giuridica ben definita cui è possibile chiedere conto dei disservizi ed eventualmente anche i danni, oltre ovviamente la minaccia di revocargli la concessione.

In caso di disservizio pubblico la colpa, com'è noto, è sempre del signor Nessuno cui nessun utente può rivolgersi per chiedere conto del mal fatto o del non fatto e da cui esigere i danni.

 

Inoltre, per quanto riguarda altri settori, come ad esempio i treni, non mi sembra che il servizio offerto sia il massimo... soprattutto in determinate regioni i ritardi sono continui, il servizio inefficiente, i mezzi sporchi, malfunzionanti, antiquati, la frequenza delle corse inadatta alla richiesta.

 

Infatti Trenitalia è ancora il solito carrozzone pubblico, nonostanti gli sforzi di Moretti. Il consorzio di Montezemolo ha notevoli difficoltà nel far passare i suoi treni, per l'ostruzionismo di Trenitalia. Nei primi tempi lo stesso accadeva alle compagnie private con la rete telefonica di Telecom. Ora le cose sono migliorate e Telecom si è in parte (non del tutto) rassegnata alla concorrenza. Comunque mi riferivo alla rete ferroviaria come esempio per dimostrare che si può appaltare il servizio privato anche entro una struttura pubblica, magari in contemporanea con il servizio pubblico, così da poter misurare l'efficienza dell'uno e dell'altro e per stimolare il miglioramento di entrambi o l'esclusione definitiva dell'incapace.

 

E oserei dire che per la telefonia fissa e internet i problemi sono ancora più gravi: per velocità siamo agli ultimi posti in Europa (il penultimo, mi pare), e la concorrenza è ridottissima (e questo si riflette nelle tariffe, non c'è una vera differenziazione), inoltre molte zone non sono raggiunte dall'adsl perché non economicamente rilevanti (e questo penalizza molte zone). Se questa è l'efficienza del libero mercato...

 

Pensa che cosa accadrebbe ed a quali prezzi se tutto fosse in mano a Telecom come monopolista pubblico!!!! Io ricordo il servizio (meglio sarebbe dire disservizio) ed i prezzi della SIP (Telecom) pubblica e ti assicuro che i disservizi ed i prezzi odierni sono acqua di rose in confronto!! Almeno oggi puoi passare ad altri gestori. Allora potevi solo continuare a mandare (vanamente) raccomandate e se per protesta non pagavi, rimanevi senza telefono (solve et (forsitan) repete)....

 

Comunque non ho mai parlato di una situazione idilliaca del settore pubblico, ma il privato, in Italia, funziona male, anche peggio. E il privato tende a costare di più, e costerebbe certamente di più nel caso dell'acqua. Ci sono già stati esempi in Italia.Certamente il pubblico non funziona bene, non sempre almeno, ma dove funziona male la situazione resterebbe precaria anche in caso di privatizzazione, e viceversa, sia per quanto riguarda gli sprechi che per quanto riguarda l'efficienza del servizio. I costi, invece, salirebbero in caso di privatizzazione (senza una riduzione sostanziale delle tasse, ovviamente, perché bisogna far cassa... sarei curioso di vedere le conseguenze su altri settori dell'economia).

 

Affermazioni gratuite e contrarie all'esperienza quotidiana ad esempio a quella nei telefoni ed a quella negli ospedali anche convenzionati con le ASL, sia per quanto riguarda i costi sia per quanto riguarda i servizi.

Link to comment
Share on other sites

Non mi sembra proprio che siano affermazioni gratuite e contrarie all'esperienza quotidiana.

Per quanto riguarda l'esempio della telefonia, il servizio non è né buono né economico. Non lo è nel rapporto qualità/prezzo per quanto riguarda il costo, ed offre un servizio nettamente inferiore a quello di altri Paesi europei (siamo nelle ultime posizioni). Nettamente, non lievemente. Questo a prescindere dalla concorrenza (anche perché il problema non è solo di Telecom... Fastweb non ha alcun interesse a cablare intere zone d'Italia semplicemente perché non c'è convenzienza economica, e buona parte della popolazione non ha a disposizione una linea decente). Per non parlare delle odissee che molti hanno sperimentato nel cambio di gestore. Non si parla di una situazione di libero mercato, si parla di un servizio inferiore al resto dell'Europa, anche dei Paesi dell'Est.

Per quanto riguarda l'acqua, sinceramente è un servizio che funziona infinitamente meglio di altri, almeno per quanto mi riguarda. Non ricordo neanche l'ultima volta che c'è stato un guasto o comunque un'interruzione del servizio (se non per manutenzione). Elettricità? Meglio non parlarne. E i costi, per quanto riguarda l'acqua, salirebbero. Gli esempi ci sono anche in Italia, eh.

La sanità non l'avevo proprio citata... ma non è certo un punto forte degli Stati Uniti, spesso presi a modello quando si parla di privatizzazioni.

In alcune regioni il pubblico funziona, comunque, riuscendo anche a rientrare dei costi. Sono le stesse regioni dove, presumibilmente, funzionerebbe anche il privato, per via della maggiore correttezza nell'assegnazione degli appalti. Non si può pensare che sarebbe lo stesso anche nelle regioni più corrotte. Se chi assegna gli appalti è corrotto, come si può pensare che la gestione sia trasparente?

Link to comment
Share on other sites

Non mi sembra proprio che siano affermazioni gratuite e contrarie all'esperienza quotidiana.

 

Forse dipende dall'esperienza.... magari a 20 anni se ne ha un po' meno che a quasi 70.... certo è giusto che un giovane veda solo quello che ha davanti e pretenda il meglio, ma ciò non toglie che certi giudizi dovrebbero essere dati guardando un po' più in là di qualche anno....

 

Per quanto riguarda l'esempio della telefonia, il servizio non è né buono né economico. Non lo è nel rapporto qualità/prezzo per quanto riguarda il costo, ed offre un servizio nettamente inferiore a quello di altri Paesi europei (siamo nelle ultime posizioni).

 

Io ho fatto il confronto con quello che c'era prima (SIP poi Telecom pubblica), non con altri stati europei. E in ogni caso non mi risulta che in quei paesi dove il servizio ed i prezzi siano migliori, la gestione telefonica sia monopolio pubblico.

Aggiungi che ho ripetutamente detto che la gestione privata non è la panacea, ma che può contribuire, oltre che a far cassa in un momento difficile, a ridurre gli sprechi e le posizioni di potere clientelare dei partiti, che certo non giovano né ai prezzi pagati dal cittadino né alla qualità del servizio.

 

Per non parlare delle odissee che molti hanno sperimentato nel cambio di gestore. Non si parla di una situazione di libero mercato, si parla di un servizio inferiore al resto dell'Europa, anche dei Paesi dell'Est.

 

Io l'ho cambiato due volte: la prima cinque o sei anni fa con quasi un mese di difficoltà, la seconda recentemente in modo abbastanza facile. Preferiresti dover rimanere legato a vita ad un gestore pubblico come SIP che faceva il bello (raramente) ed il brutto (molto spesso) tempo su prezzi e servizi?

Che poi il servizio specialmente nei collegamenti wireless su internet sia mediamente mediocre ed inferiore a quello di molti paesi europei e non europei è vero. Ma rimane la domanda: pensi che se fosse rimasta SIP/Telecom in monopolio le cose sarebbero migliori quanto a prezzi e servizi? Se tanto mi dà tanto, ne dubito fortemente.

 

Per quanto riguarda l'acqua, sinceramente è un servizio che funziona infinitamente meglio di altri, almeno per quanto mi riguarda. Non ricordo neanche l'ultima volta che c'è stato un guasto o comunque un'interruzione del servizio (se non per manutenzione).

 

Le perdite di acqua degli acquedotti non si vedono e soprattutto non si vedono le perdite delle società degli acquedotti, visto che sono come al solito scaricate sui bilanci pubblici e quindi contribuiscono all'aumento di quel debito che prima o poi pagheremo tutti. E' facile tenere bassi i prezzi al consumo, perdendo soldi, se dietro c'è qualcuno con un portafoglio teoricamente illimitato.

Non bisogna guardare solo ai prezzi pagati al consumo, ma anche a quelli pagati, con aumento di tributi e contributi, per ripianare i deficit di bilancio di enti pubblici territoriali e no.

Aggiungi che un aumento del prezzo dell'acqua non sarebbe un male, visto che abbiamo una consuetudine generale di spreco di un bene che diventa sempre più prezioso.

 

La sanità non l'avevo proprio citata... ma non è certo un punto forte degli Stati Uniti, spesso presi a modello quando si parla di privatizzazioni.

 

Io non ho preso a modello nessuno. Comunque il problema degli Stati Uniti non mi pare sia una sanità inefficiente, ma una sanità che non copre tutti, specialmente tra quelli che non hanno redditi adeguati. Una cosa ben diversa dall'inefficienza e che in iItalia non si pone né nel pubblico né nel privato, quasi sempre convenzionato con il pubblico. Semmai da noi c'è il problema inverso, che si erogano i servizi sanitari gratuitamente o quasi anche a chi potrebbe comodamente pagarseli in tutto o in parte.

 

In alcune regioni il pubblico funziona, comunque, riuscendo anche a rientrare dei costi. Sono le stesse regioni dove, presumibilmente, funzionerebbe anche il privato, per via della maggiore correttezza nell'assegnazione degli appalti. Non si può pensare che sarebbe lo stesso anche nelle regioni più corrotte. Se chi assegna gli appalti è corrotto, come si può pensare che la gestione sia trasparente?

 

Le privatizzazioni non sono un mito, ma un'opportunità. Si fanno se conviene, se si diminuiscono i costi per le casse pubbliche, se si migliora il servizio, se si incassono soldi.

Sulla corruzione negli appalti hai ragione, ma tu stesso accusi (probabilmente esagerando) tutto quanto è pubblico di essere marcio. Quindi non ha gran senso lasciare putrefare il marcio e non tentare in qualche modo d'intervenire, pur sapendo che la corruzione può pregiudicare gli appalti di forniture e servizi. Infatti rimane sempre il fatto che è più facile <aggredire> anche giuridicamente un'impresa privata concessionaria che un ente pubblico gestore. Nel pubblico non risponde mai nessuno, nel privato qualcuno può essere chiamato a rispondere.

C'è poi da dire che noi italiani siamo sempre troppo tolleranti e protestiamo efficacemente solo quando proprio abbiamo il culo per terra. Forse sarebbe meglio protestare anche solo quando ci fanno sedere scomodamente, questo indipendentemente dal fatto che il servizio offerto sia pubblico o privato.

E c'è anche da dire che le imprese anche grandi sono sempre più orientate verso l'attenzione e la cura del cliente. Molto meno attente e premurose sono le amministrazioni pubbliche, anche se è vero che non si può sempre fare di ogni erba un fascio.

 

In generale comunque penso che la concorrenza sia uno stimolo per tutti, pubblici e privati. Vediamo di fare che sì ci sia, sia pure con gli inevitabili vizi italici (che poi non sono solo italici...). Tra averla e non averla secondo me è meglio averla. Meglio poter dire:< ti saluto, mi rivolgo ad un altro! >, anche se so che quell'altro non sarà molto migliore. Intanto quell'uno perde un cliente e quindi un introito. Poi si regolerà.....

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.

×
×
  • Create New...