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Omofobia al supermercato o nei negozi di alimentari


Fabio Castorino

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Con tutti questi tagli, la cultura è andata a farsi benedire. Purtroppo, stiamo regredendo e l'Italia è un paese di vecchi. Ergo la gente è omofobica, perchè non c'è cultura in merito. Speriamo che se ancora debbon tagliare, che taglino tutto ma non dalle codine dei nostvi maviti... Hahahahaahhaah

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Certo che bisognerebbe reagire, anche se costa una certa

fatica ed un certo coraggio...nè sarebbe sbagliato fare CO

in modo da rendere la risposta più efficace.

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Potrebbe essere utile rispondere, ma le persone di bassa cultura e di una certa età non sono capaci di comprendere le implicazioni di un ragionamento. Non so fino a che punto il gioco possa valere la candela.

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La possibilità di vedere una realtà "altra" (il gay/la lesbica che sta davanti a te in fila, ad esempio) non andrebbe negata a nessuno, anche se il risultato è probabilmente uno sguardo schifato. Se anche solo una volta vedo imbarazzo per la frase infelice, è una piccola vittoria.

Purtroppo se non sono i gay stessi a far valere il loro punto di vista, rispondendo, chi altro dovrebbe farlo? Gli etero gay friendly? Mi pare come minimo ingiusto anche nei confronti di quegli etero che risponderebbero al posto mio sulla base del buon senso.

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angoloinstanza

no, non mi è mai capitato di incappare in questi discorsi durante la spesa, sarà che non la faccio spesso e tendenzialmente vado al supermercato, non nelle varie botteghette.

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Potrebbe essere utile rispondere, ma le persone di bassa cultura e di una certa età non sono capaci di comprendere le implicazioni di un ragionamento. Non so fino a che punto il gioco possa valere la candela.

 

Avere la "faccia tosta" di fare un CO improvvisato significa dimostrare l'esistenza di una certa realtà oltre i luoghi comuni o gli stereotipi, come già detto. :)

Nulla vieterebbe all'anziano che fa la fila con te di mostrarsi nauseato, però intanto non gli verrebbe richiesto alcun tipo di ragionamento al di fuori del "E' una persona vestita normalmente = ci stanno i gay anche tra le persone come me". Una cosa del genere non dovrebbe sussistere, ma essendo l'omofobia basata sull'ignoranza e anche una certa insicurezza della persona, tanto vale sfruttarla per far capire che anche il proprio medico o vicino di casa potrebbe essere gay e non solo "quellii lì che sono in un certo modo".

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I peggiori soggetti sono quelli che associano l'omosessualità alla pedofilia. Penso che 30 anni fa ci fosse lo stesso numero di gay di oggi, ma i casi di CO credo fossero ridotti al 1%. Quanto può degenerare una sessualità repressa da decenni, accompagnata dal senso di colpa e dalla scarsa autostima in una società intollerante? Non diventerebbe più facile il CO con soggetti in tenera età, che non ti possono giudicare, che non hanno le armi per provocare il senso di colpa e di autodisprezzo in un gay represso? E' proprio questa chiusura mentale che ha fatto evolvere in maniera deviata l'omosessualità repressa negli anni passati, sono loro la causa del loro male.

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Ho notato che uno dei luoghi dove sento più frequentemente fare commenti omofobi sono i piccoli supermercati, al bancone del pane, oppure dal macellaio. Mi sembra che capiti molto più di frequente rispetto agli altri negozi e la cosa mi dà parecchio fastidio quando devo andare a fare la spesa. A voi capita la stessa cosa? Può essere che i piccoli commercianti del settore alimentare siano più intolleranti di quelli dell'abbigliamento o delle librerie? Oppure è semplicemente dovuto al fatto che nei negozi di alimentari ci si va più spesso?

Sarebbe forse utile un'iniziativa come quella che stanno lanciando a Padova, dei bollini "gay-friendly" per le attività commerciali?

 

 

Ciao Fabio, io lavoro come vice direttore in un supermercato di un gruppo molto conosciuto in Italia, è un supermercato di paese, ma abbastanza grosso, 700mq. vabbè comunque volevo dirti che nei piccoli supermercati è facile sentire discorsi omofobi ... io ne ho sentiti anche negli ipermercati... (a parer mio non dovrebbero succedere davanti alla clientela, non è bello e puo' anche far allontanare alcuni clienti, un po come le bestemmie) da noi sinceramente parlano solo di donne, fanno apprezzamenti sulle ragazze che fanno la spesa, ma da 7 anni che son li nn ho mai sentito nessuno fare discorsi omofobi... credo che tutti sappiano di me, a partire da mio cugino acquisito che è il titolare, quindi non so se per rispetto o altro evitano il discorso. comunque se sentirai altri discorsi omofobi potresti sempre segnalare al direttore il tutto, loro sono comunque sul posto di lavoro, in servizio, e di sicuro non sono al bar dello sport dove possono fare o dire cio' che vogliono. Non sai mai che cliente hai davanti... esempio che non centra con il discorso, il nostro salumiere ha/aveva il vizio di bestemmiare anche davanti alla gente... la clientela si è giustamente lamentata e lui è stato richiamato a tenere un linguaggio idoneo al'ambiente di lavoro. :sisi:

 

Con tutti questi tagli, la cultura è andata a farsi benedire. Purtroppo, stiamo regredendo e l'Italia è un paese di vecchi. Ergo la gente è omofobica, perchè non c'è cultura in merito. Speriamo che se ancora debbon tagliare, che taglino tutto ma non dalle codine dei nostvi maviti... Hahahahaahhaah

 

io più che cultura direi che è andato a farsi benedire il rispetto verso il prossimo.

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Fabio Castorino

Sì ho notato anch'io che nei grandi supermercati dei grandi gruppi è più difficile imbattersi in questi episodi spiacevoli. In questi piccoli minimarket a conduzione familiare non c'è un direttore a cui segnalare gli episodi, al massimo un propietario che sicuramente si schiererà a favore dei dipendenti con cui ha un rapporto strettissimo; invece nei grandi supermercati il direttore può richiamare i dipendenti davanti al pericolo che certi atteggiamenti facciano perdere la clientela. Nei piccoli market invece mi sembra che all'opposto l'omofobia venga spesso utilizzata per fidelizzare la clientela, per attirarla al negozio non solo con la bontà dei prodotti venduti, ma anche con la prospettiva di poter parlar male dei "froci" in compagnia.

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Nei piccoli market invece mi sembra che all'opposto l'omofobia venga spesso utilizzata per fidelizzare la clientela, per attirarla al negozio non solo con la bontà dei prodotti venduti, ma anche con la prospettiva di poter parlar male dei "froci" in compagnia.

 

Si, questo è verissimo. L'argomento "froci" è un ottimo

moto per catalizzare delle conversazioni di bassa lega.

 

Viene subito dopo "donne", "sport" e "immigrati".

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Solo da me c'erano il panettiere, l'edicolante e il bigliettaio del museo civico gay??

 

A parte quello del museo civico.. gli altri due hanno chiuso i battenti da un po'.. neanche dopo un anno di lavoro.

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Avere la "faccia tosta" di fare un CO improvvisato significa dimostrare l'esistenza di una certa realtà oltre i luoghi comuni o gli stereotipi, come già detto. :)

Nulla vieterebbe all'anziano che fa la fila con te di mostrarsi nauseato, però intanto non gli verrebbe richiesto alcun tipo di ragionamento al di fuori del "E' una persona vestita normalmente = ci stanno i gay anche tra le persone come me". Una cosa del genere non dovrebbe sussistere, ma essendo l'omofobia basata sull'ignoranza e anche una certa insicurezza della persona, tanto vale sfruttarla per far capire che anche il proprio medico o vicino di casa potrebbe essere gay e non solo "quellii lì che sono in un certo modo".

 

Se pensi che le persone con cui hai a che fare possano vedere la tua realtà oltre i loro modelli, puoi aver ragione. Ma non so quanto in un negozio di alimentari, per quanto si possa essere clienti fedeli, ci si possa mostrare nella propria interezza, abbastanza da poter mettere in crisi qualche modello preconcetto.

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Dream, ti faccio un esempio: io alla fine della fiera non mi illudo di aver fatto cambiare idea a chi ha aperto bocca per fare battute idiote sul mio esser donna, però auspico che a lungo andare la persona capisca che di certi commenti tocca anche render conto. Se non posso ottenere un cambiamento, almeno provo a farmi rispettare.

 

Sulla realtà e i modelli: tu pensi davvero che questi ultimi siano affidabili? Parliamoci chiaro: in molti casi le fobie derivano da una mancata conoscenza dell'argomento, quindi nel caso dell'omosessualità dobbiamo anche tenere da conto che alcune battute vengono fuori perché 1) ci si sente in un ambiente "gay-free" 2) si ha un'idea abbastanza stereotipata e grossolana del gay in sé.

E' chiaro che un solo gay o una sola lesbica non possono mettere in crisi chi ha delle idee ben radicate, ma è anche vero che a lungo andare dovrebbe concretizzarsi anche l'eventualità di trovarsi davanti un gay che si risente e che magari è ben differente da quanto immaginato, come di un altro (apparente) etero che pretende civiltà.

 

Nei piccoli market invece mi sembra che all'opposto l'omofobia venga spesso utilizzata per fidelizzare la clientela, per attirarla al negozio non solo con la bontà dei prodotti venduti, ma anche con la prospettiva di poter parlar male dei "froci" in compagnia.

 

Alcuni luoghi favoriscono più di altri l'aria fritta, la stessa che in alcuni casi può fornire degli spunti interessanti e in altri, più frequenti, un modo per tirar fuori gli istinti più bassi.

Alla fine non è una mera questione di omofobia, quanto di vera e propria inciviltà e su più fronti.

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Fabio Castorino
quindi nel caso dell'omosessualità dobbiamo anche tenere da conto che alcune battute vengono fuori perché 1) ci si sente in un ambiente "gay-free"

 

Una cosa che mi colpisce degli omofobi è che loro ritengono che tutti gli ambienti, a parte i locali gay e le sedi arcigay, siano "gay-free". Quando si rapportano con persone non conosciute, danno assolutamente per scontato che queste siano eterosessuali, e quindi non si sentono minimamente frenati nell'esprimere la loro omofobia di fronte ad estranei dal timore di offendere o di dover affrontare una reazione arrabbiata.

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Perché non vedono alcun tratto ricollegabile alla loro idea di "gay".

E' per questo che parlo di un (dove possibile) doverli mettere in crisi: tra le varie "minoranze", quella gay è sicuramente la meno palese e più difficile da quantificare, quindi l'anziano dell'alimentari è molto probabile che abbia in testa un modello non reale dell'omosessualità e basato sui vari stereotipi.

Se negli altri casi di xenofobia è frequente il basarsi sui vari "non devono essere uguali a me perché io sono nel giusto e questa terra è mia/sono superiore/ho più diritti/ect", nell'omofobia sorgono più complicazioni e sia di natura religiosa, sia di un sentirsi tra persone normali con comportamenti normali.

Non è detto che mostrare a queste persone di poter condividere la medesima quotidianeità aiuti in maniera sensiible sul fronte dell'accettazione, però chi è omofobo per "ignoranza" potrebbe anche essere messo in crisi e portato a considerare meno l'idea di vivere in un ambiente "gay-free".

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Allora tutti a fare la spesa nei supermercati! Il piccolo negozietto ha il bollino dell'omofobia. Chi sa, magari rilanciamo l'economia

 

Io sinceramente, il panettiere che faceva le battute sessuali sul pane l'ho visto solo in un film di Fantozzi: Diego Abatantuono interpretava il panettiere e la moglie di Fantozzi comprava tanto pane in seguito alle allusioni volgari del buzzurro. :roll:

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A me per fortuna non è mai capitata una cosa del genere, ma in effetti, ora che noto, è parecchio probabile che in piccoli alimentari il tasso di discorsi omofobi sia alto. Come già avete detto in molti, questi negozietti sono frequentati maggiormente da vecchiette e persone di scarso livello culturale, probabilmente proprio perché sono luoghi perfetti per fare pettegolezzi, l'attività preferita di questi due gruppi di persone. E i commercianti, un po' perché sono ignoranti come i clienti, un po' per non perderli, si prestano a questi discorsi.

 

Una cosa che mi colpisce degli omofobi è che loro ritengono che tutti gli ambienti, a parte i locali gay e le sedi arcigay, siano "gay-free". Quando si rapportano con persone non conosciute, danno assolutamente per scontato che queste siano eterosessuali, e quindi non si sentono minimamente frenati nell'esprimere la loro omofobia di fronte ad estranei dal timore di offendere o di dover affrontare una reazione arrabbiata.

Questo, secondo me, è perché questi ignorantoni pensano che i gay siano solo quelli che si truccano e si ricoprono di paillettes (stessa discorso, inverso, per le lesbiche)...

 

Se mai dovessi capitare in una situazione del genere, risponderei, e anche decisa (sono uno di quei tipi che si arrabbia da morire quando un altro mi "sorpassa" mentre sono in fila :asd: ), ma non so se fare C.O. sia utile, o addirittura controproducente... Voglio dire, se ad esempio mi metto a discutere con una persona dicendo che sono bisex, quella probabilmente penserà "Fa questi discorsi perché è direttamente coinvolta -> non è molto attendibile", ma se lo faccio fingendomi etero, è possibile che quella persona pensi che se anche le persone "normali" (per loro) dicono che non c'è nulla di male nell'essere gay, e lo dicono quindi disinteressatamente, forse davvero non c'è niente di male. Ma è solo un'opinione mia, provo a fare un po' di psicologia spicciola xD

 

Comunque questa cosa che i gay vengono discriminati nei negozi mi ricorda molto la scena del film "la vita è bella" in cui il bambino legge fuori, appunto, ad un negozio "vietato l'accesso agli ebrei" =(

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Beh bisogna distinguere il chiacchiericcio omofobo, le battute di dubbio gusto mentre si fa la fila

dalle discriminazioni vere e proprie.

 

Di fronte a discriminazioni si deve e si può reagire attraverso il direttore del negozio, il problema

invece è l'omofobia sottile, la goliardata omofoba a cui può ( e dovrebbe ) reagire il gay che l'ascolta.

 

Il fatto che gli etero ritengano tutti i luoghi pubblici gay-free, è un modo inconscio di manifestare

la loro eteronormatività, a cui corrisponde l'invisibilità gay in pubblico.

 

La peculiarità dell'omosessualità consiste nel fatto di essere una minoranza invisibile

( se il fornaio del bancone è indiano o africano lo vedi di fronte a te )

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ShinkuNoshonen

Ho letto diverse cose che condivido (alla base di tutto c'è ignoranza)... ma potrebbe succedere anche il contrario: il negoziante (che magari non è proprio interessato all'argomento in quanto non è mai uscito dalla sua zona comfort----> negozio-osteria-casa) nemmeno ci pensa, arriva la solita cliente arricchita, che inizia il discorso "sulle diversità" (i neri puzzano, i terroni non hanno voglia di lavorare, quelli dell'est sono ladri che ti ammazzano i parenti, e i Gay fanno in giro a sculettare e provarci con tutto quello che respira) perchè insoddisfatta della sua vita, o perchè dal parrucchiere dove le hanno appena fatto la piega ha orecchiato un discorso simile.

Il piccolo commerciante, che non è un supermercato e vive solo della clientela fedele, deve ovviamente tenersela buona e le da ragione su tutta la linea... quando in realtà non ha nemmeno capito di cosa lei stia parlando... purtroppo questa è una realtà dei paesini o delle zone "tranquille" dove si vive in un ambiente circoscritto...

 

a me è capitato di essere dal giornalaio e nell'attesa rispondere al telefono in dialetto (a mia madre) l'edicolante ha subito cambiato faccia perchè il dialetto (che uso solo in casa) non è quello della zona in cui vivo (ergo vivo al nord, il dialetto è del sud) al momento di pagare l'edicolante (che avrà al massimo 40 anni) mi fa: "oh, non l'avrei mai detto che non fossi di qua"-come se mi stesse compatendo- e io " eh sì purtroppo ho perso parecchio del mio accento d'origine, ma è giusto almeno cercare di tener vivo il dialetto"... ok dalla sua faccia ho capito che non si aspettava una risposta così...

tutto 'sto panegirico per dimostrare che l'ignoranza c'è e ci sarà sempre in tutti i campi e luoghi, e finché qualcuno non mi spiega come cambiare il mondo, dovremo far valere le nostre ragioni con l'educazione e il rispetto, soprattutto a chi non ce ne porta...

 

(e scusate se mi sono dilungato troppo)

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Se mai dovessi capitare in una situazione del genere, risponderei, e anche decisa (sono uno di quei tipi che si arrabbia da morire quando un altro mi "sorpassa" mentre sono in fila ), ma non so se fare C.O. sia utile, o addirittura controproducente... Voglio dire, se ad esempio mi metto a discutere con una persona dicendo che sono bisex, quella probabilmente penserà "Fa questi discorsi perché è direttamente coinvolta -> non è molto attendibile", ma se lo faccio fingendomi etero, è possibile che quella persona pensi che se anche le persone "normali" (per loro) dicono che non c'è nulla di male nell'essere gay, e lo dicono quindi disinteressatamente, forse davvero non c'è niente di male. Ma è solo un'opinione mia, provo a fare un po' di psicologia spicciola xD

 

Il punto è che, secondo me, non dovrebbe passare solo l'idea che fare battute omofobe sia sbagliato perchè magari si offende la sensibilità di un ragazzo gay o una ragazza lesbica. Piuttosto dovrebbe passare il messaggio che l'omofobia è sbagliata, punto. Ecco quello che mi fa pensare che una risposta a battute o commenti omofobi non debba essere tanto un coming out, quanto un far sentire chi la fa in torto per quello che dice e le idee che presenta. Un po' come il razzismo: non è sbagliato fare commenti razzisti perché si può offendere qualcuno (questo è al massimo un motivo ulteriore), ma perchè il razzismo è brutto in sé per sé.

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Una volta ero in un negozio di belle arti, era ai tempi dello scandalo Marrazzo, e il negoziante si è messo a commentare di che vergogna fosse, l'aver speso soldi pubblici neanche a donne ma "per andare con un travone" - sono rimasta veramente male, disgustata.

..Che brutto, in un negozio di belle arti è davvero una caduta di stile.. Edited by The Bear Trapper
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Ma ve l'immaginate un eritreo o un senegalese che spiega

ai propri interlocutori, che hanno torto e che gli africani non

puzzano tutti?

 

Voglio dire che voi nel momento in cui riducete la offensività

al fatto che per ignoranza si ha una conoscenza stereotipata

dell'omosessualità, quasi legittimate il fatto che si possa offendere

il gay stereotipato o usare uno stereotipo negativo senza offendere.

 

L'ignoranza e la conoscenza stereotipata fanno sì che magari loro

presumano che voi non siate gay ( e allora lo dovete dire ) ma

l'offesa nei cfr. dei gay - di tutti i gay- rimane.

 

O No?

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Mah, non saprei. Ci dovrebbero essere dei limiti anche nella insofferenza per la omofobia. Non è che puoi stare sempre a contestare le stronzate maschiliste e omofobe che si dicono gli etro per confermarsi la loro virilità! Un poco di superiorità, suvvia! Basta stare sempre sulla difensiva ad ascoltare se gli altri hanno fatto la battuta scema sul gay o hanno raccontato la barzelletta sul gay. Con un po di autoironia si campa meglio e si appiana anche la conflittualità sociale. A me danno molto fastidio gli etro che mi dicono: "ma come fanno a non piacerti le donne", "senza donna un uomo non si realizza" "ma ci hai provato davvero con una donna", così come penso si infastidirebbe una lesbica se un'amica etero le parlasse del sesso coi maschi. E così presumo che un etero si infastidirebbe se tu gay cercassi di convincerlo che prenderlo dietro è bello. Se ne avessi la capacità, combatterei l'omofobia spiazzando gli omofobi, ovvero esasperando lo stereotipo che hanno di me: tipo se uno mi dicesseper provocare "è vero che a voi gay piace tanto il bigolo?", gli metterei la mano sul pacco scheccando con naturalità. E questo mi spiega poi anche le ragioni dell'esasperazione in certi gay della propria "gayezza" : in effetti è un'ottima arma di difesa, a doppio taglio. E' come dire: pensa e dì quello che vuoi , io sono così, vuoi provare anche tu?

Il fatto negativo è che poi, appunto, ci si stereotipizza da sé, non si aspetta nemmeno che lo facciano gli etero. Quindi non mi sembra una buona soluzione.

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AndrejMolov89

io sono il primo a fare autoironia e con i miei amici etero faccio la civetta e li concupisco per gioco. Loro cercano di convertirmi al bissesualesimo sempre per gioco. Il gioco ha dei partecipanti che sanno di farlo. Io sinceramente sto zitto quando sento queste cose, ma d'altronde non sono un campione di coraggio. Sinceramente mi danno fastidio e la superiorità c'entra poco in questi casi. Sono stato preso in giro per 10 anni per il fatto che ero obeso e sfigato e ignorare queste cose non ha fatto altro che farmi assimilare questa idea: non bisogna rispondere, altrimenti si è altrettanto colpevoli. Bisogna essere assertivi, non aggressivi. Io ho deciso che qualora sentissi delle prese in giro alla categoria omosessuale mi presento come tale in modo assertivo.

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Non ci ho capito niente :)

Io generalmente rispondo sempre con ironia alle battute sui gay.

Non è necessario contestarle né facendo la vittima, né facendo la "checca".

 

Tipo "senza donna un uomo non si realizza"

è un chiaro invito a fare una battuta sul Papa.

 

Alla frase "è vero che a voi gay piace tanto il bigolo?"

generalmente rispondo: "Mi sa che tocco meno bigolo dei segaioli come te"

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AndrejMolov89

 

ma l'autoironia ci sta. Io intendo le opinioni pesanti in tema. Tipo mi è capitato di sentire che l'omosessualità è innaturale, che l'omosessualità è solamente un esagerazione e non dovrebbe esistere. In questo caso ritengo che sia necessario di avere un po' di palle.

Se mi chiedono che ruolo faccio, gli rispondo che faccio il passivo perché sono pigro XD, oppure se mi chiedono se ho mai provato con una donna, gli rispondo che mi piacerebbe provare in determinate condizioni: a) lei con lo strap on, in modo tale da avere comunque qualcosa da fare in mancanza di risposta B) orgia bisessuale.

:)

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Io non intendo l'autoironia, intendo proprio l'ironia.

Tipo "la mia omosessualità è meno innaturale del tuo iPad"

 

O alla domanda sul mio ruolo, rispondo "attivo con gli etero troppo curiosi"

 

O se mi chiedono se ho mai scopato con una donna

(oltre all'ormai classico "sì, con tua madre; ma non mi sono accorto della differenza"

o il più sobrio "perché vuoi rifilare tua sorella proprio a me?")

ci potrebbe stare un bel "Mettiti delle calze a rete e fammi provare"

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Ecco esatto, parlo di cose così, questo intendo. l'ironia di Greed mi sembra un poco piu "passiva" e conciliante, quela di almadell un poco piu "attiva" e conflittuale, ma insomma sono due forme ugualmente valide :roll:

Il discorso dello scheccare, che pure è un'arma di difesa/offesa certe volte molto efficace, mi sembra più adatto a persone non dotate di molte risorse intellettuali.Ovviamente parlo dello scheccare come provocazione fine a se stessa, non dello scheccare che è un vero e proprio modo naturale di porsi di certi gay effemminati, che sono così, e non "calcano". Come pure si può scheccare e allo stesso tempo fare la battuta fulminante :kiss:

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No devo dire che non mi è mai capitato di sentire battute simili nei negozi dove vado, al massimo qualche discorso di politica o di calcio che a volte si scalda, ma non mi intrometto mai ^_^ Ho avuto a che fare con un ex collega, oltretutto quarantenne, ateo e di estrema sinistra (perciò non un vecchio bigotto) che faceva continuamente battute omofobe fastidiose, non gli ho mai detto niente ma davano veramente fastidio.

Comunque l'intolleranza c'è un pò in tutti, una mia ex compagna di scuola che poi ci siamo rivisti per anni perchè prendevamo lo stesso treno faceva continuamente battute sui "terroni", malgrado che lei sia di idee tutt'altro che leghisti o simili.

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Ma infatti...le battute sui "froci" non è che denotino automaticamente omofobia. Spesso sono un modo per scherzare fra amici senza altre implicazioni, come quelle che si fanno sulle donne, sugli ebrei, silla gente di colore, su quelli di altre nazionalità. Così come all'estero fanno battute sugli italiani eccetera. Il contesto in genere non è quello del piccolo negozio di alimentari, ma il bar. Infatti si chiamano "battute da bar".

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