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Gay, ex gay, non gay


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(userò notizie da il fatto quotidiano perché il punto di arrivo è un articolo contenuto in un blog del giornale)

 

è di qualche giorno fa (23 ottobre) di una nuova conversione da omosessuale a eterosessuale, http://www.ilfattoqu...-creato/165847/

ed è anche storia vecchia, come ricorda l'articolo stesso, un deja-vù ormai famoso grazie a Povia e alla sua canzone Luca era gay (rido ancora quando qualcuno dice che era è un imperfetto e dunque non c'entra niente con quello di cui Povia venne e viene tutt'ora accusato).

Ma il punto non è questo, tutti noi sappiamo di quanto sciocca sia questa posizione, l'articolo che mi ha colpito è di un docente di psicologia, Luciano Casolari, che ha scritto anche un libro recentemente http://www.lafeltrin...o_Casolari.html che non conoscevo fino a poco fa.

 

L'articolo in questione "Gay, ex gay, non gay" (http://www.ilfattoqu...non-gay/166439/) mi è apparso molto interessante e ricco di spunti per riflessioni (personali più che altro), ma la parte davvero bella è quella finale

 

Per commentare, quindi, la notizia che ha dato spunto a questa riflessione ritengo che il ragazzo che si sentiva gay e che ora si sente eterosessuale, a seguito di una conversione religiosa, debba essere rispettato come individuo che ha fatto un suo percorso. Non deve però ergersi come modello da imitare definendo una regola valida per tutti sulla base di una personalissima esperienza. Su questo livello questo ragazzo risulta un cattivo maestro che tende, anche se in buona fede, a fare del male ad altri instillando dei sensi di colpa.

 

che riprende un tema affrontato all'inizio dell'articolo

 

- le ricerche scientifiche sull’amore e la sessualità si basano per lo più su interviste o questionari cui si sottopongono dei volontari. Il valore e la veridicità di queste testimonianze è bassissimo. In un campo come questo prevale la falsificazione della realtà;

 

con cui sono totalmente d'accordo, ormai queste testimonianze vengono viste come universali e incontestabili, cosa che mi fa venire non pochi dubbi, sopratutto perché non è così facile classificare le persone e non è neanche giusto.

 

Quindi sullo spunto di Casolari che cita Agostino, sono anche io dell'idea di Ama e fa' ciò che vuoi!

 

Voi cosa ne pensate di questa moda delle testimonianze incontrovertibili ? Un modo -visto che quello medico non è più utilizzabile- per zittire qualsiasi opinione contro queste conversioni ?

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https://www.gay-forum.it/topic/18408-gay-ex-gay-non-gay/
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Secondo me bisogna tenere ben distinta la conversione religiosa, dalla terapia.

 

Non mi pare che la replica "non è un modello da imitare" sia efficace, se prima non

si precisa che la conversione religiosa non è una terapia.

 

Certo alla base di tutto ci deve essere la libertà, anche dell'ex gay

 

Tuttavia mi chiedo se rispetto alla testimonianza di un ragazzo sotto copertura

il cui pseudonimo è "Adamo Creato" e che viene riferito al Narth sia una risposta

sufficientemente chiara.

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https://www.gay-forum.it/topic/18408-gay-ex-gay-non-gay/#findComment-514217
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