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Orientamento sessuale


Ianthe

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Sì, Penna, considera che io ho cominciato a fare Coming Out a 12 anni (anche con i miei), mi dichiaro tutt'ora lesbica per motivi politici e pratici e sono in una relazione da 4 anni, non è proprio normale per me, ehe.

 

 

Leggendo il tuo post mi sono posta un paio di domande, anche se naturalmente non è mia intenzione tirare in ballo le tue scelte relazionali: sta bene che ti dichiari lesbica per motivi pratici e politici, ma quindi ciò implica anche un non parlare dei tuoi rapporti etero? No, perché altrimenti la domanda successiva consisterebbe nel chiederti se consideri positivo il dichiararti lesbica, in una relazione e attratta sessualmente dagli uomini. :)

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Tranquilla...ovviamente ne parlo qui, perché siamo all'interno di uno spazio queer in cui sento di potermi esprimere piuttosto liberamente. Non sono dichiarata nella mia attrazione verso gli uomini (magari ci scherzo, o comunque la esprimo ma non viene in mente agli ascoltatori che io possa intendere realmente ciò che dico), soprattutto non in spazi in cui sono l'unica omosessuale.

E' qualcosa che considero, questo sì, molto personale, perché non ho - ovviamente - nulla da rivendicare al riguardo.

 

C'è da dire che io sono in coppia aperta, e non sono out neanche in questo senso (per quanto io sia qui iscritta con il mio nome, quindi in un certo senso sono out: se qualcuno andasse a cercare lo scoprirebbe) perché non sono particolarmente interessata a rivendicare il matrimonio multiplo, o a presentare ai miei genitori un ragazzo con cui esco in quanto tale...

 

Ripeto, ne parlo all'interno di questo spazio perché comunque è uno spazio 'sicuro', in cui mi sento di rappresentare anche questa sfaccettatura dell'universo LGBTQ.

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Sull'esterno lo immaginavo, mentre per quanto riguarda il forum aggiungo una cosa: penso che tu qui dentro possa farlo perché ti sei sempre dichiarata bisex, non solo perché è uno spazio sicuro.

Se ti fossi dichiarata invece lesbica, in una relazione e avente dei rapporti soddisfacenti con uomini, non avrei impiegato molto a chiederti se non senti il vago rumore di una martellata sulla testa di chi è lesbica, non ha minimamente attrazione verso gli uomini e ogni tanto deve anche beccarsi la battuta sul "Si può sempre cambiare idea".

Nulla da ridire sulla soggettività, ma da sempre penso che la chiarezza debba andare di pari passo con un buon utilizzo delle etichette, non alla praticità o approssimazione altrui (a meno che non sia un qualcosa di particolare, come nel tuo caso). ;)

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Be' qui mi dichiaro lesbica da parecchio ormai (anche se quando mi sono iscritta mi definivo ancora bisex, non mi ci definisco adesso, l'ho anche 'storicamente' scritto in un topic sulla bisessualità in cui prima stavo da una parte della barricata, poi dall'altra avendo deciso di definire il mio orientamento più sulla base dell'affettività e degli impegni presi nella vita).

Io mi definisco lesbica perché la mia relazione è con una donna, quindi a tutti gli effetti i diritti che chiedo sono quelli, sono esposta alla società in un determinato modo, e non mi prendo nessuno dei 'privilegi' (nel senso socio-politico del termine) che si prende una ragazza etero o bisex che frequenti uomini.

 

Capisco quello che intendi, eh, assolutamente, che è principalmente il motivo per cui piuttosto che parlare di questo a qualcuno che sarebbe capace di dire 'si può sempre cambiare idea' a una lesbica, mi darei una martellata sul piede (tanto sortirebbe lo stesso effetto, metaforicamente, perché mi sento molto parte integrante della comunità queer).

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Bene, ricordavo male. :asd:

 

A dire il vero non comprendo il dichiararsi in un certo modo per praticità, più che altro perché lo trovo simile al dichiararsi "solo etero" andando con entrambi i sessi.

Mi si potrebbe obiettare che nel secondo caso è quasi sempre una questione di convenienza sociale, ne sono consapevole, ma non ho mai capito perché definirsi "lesbiche" se si prova attrazione (almeno sessuale) verso entrambi i sessi e non magari bisessuale, etichetta che già racchiude (o almeno dovrebbe) la possibilità di vivere l'interesse verso uomini e donne in maniere ben distinte.

Indubbiamente definirsi "lesbica" suona diversamente dal dirsi "ragazza che si innamora solo di donne e che non disdegna gli uomini a letto", ma non posso fare a meno di pensare che richieda quelle dosi di chiarezza e responsabilità che invece molto spesso mancano a chi ne fa un utilizzo approssimativo.

Non è il tuo caso, però non è la prima volta che ascolto/leggo un discorso del genere e non posso fare a meno di rimanere sempre un po' dubbiosa.

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Perché il mio interesse verso gli uomini non ha bisogno di essere manifesto, perché altrimenti dimostra disponibilità.

Dato che la mia coppia è aperta ma non sono single, mi riservo il diritto di non apparire disponibile a meno che io non sappia che la mia situazione è ben esplicitata a tutte le parti coinvolte.

 

Naturalmente io posso 'difendere' solo il mio caso, e non altri...

Sicuramente però definirsi lesbiche quando si è tecnicamente bisessuali, sarai d'accordo con me, è meno codardo e sicuramente dettato da diverse motivazioni dal definirsi etero pur essendo tecnicamente bisessuali.

 

Inoltre ripeto, in una relazione stabile salva tempo infinito dirsi direttamente lesbiche, anche perché la coppia è lesbica per forza di cose xD

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Mi permetto di farti una domanda, che puoi benissimo ignorare se non ti va di rispondere, visto che sono squisitamente affari tuoi, ma con la storia della chiarezza sull'orientamento mi ci sono scottata la famosa volta di troppo e non ho ancora capito una mazza <_< .

La coppia può essere o omosessuale o eterosessuale (in base al gender dei componenti), mentre i singoli componenti possono essere omosessuali, eterosessuali o bisessuali (in base all'orientamento sessuale dei singoli componenti - metto solo le tre categorie principali, sennò si impazzisce). Se il singolo definisce il proprio orientamento in base al tipo di coppia in cui è, il bisessuale è tale solo se single.

Il ragionamento è fatto con l'accetta, non tiene di conto della distinzione tra sfera emotiva e sfera semplicemente sessuale, trascurando del tutto l'omoaffettività, lo so, l'ho abbozzato un po' per capire come ti poni te.

(c'è un altro paio di curiosità che vorrei approfondire, ma mi fermo qui, perché m'è venuto sonno a rileggermi :P)

 

Forse sarebbe meglio separare l'OT, e aprire direttamente un topic sulla vita privata di Ariel :pop:

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Naturalmente io posso 'difendere' solo il mio caso, e non altri...

Sicuramente però definirsi lesbiche quando si è tecnicamente bisessuali, sarai d'accordo con me, è meno codardo e sicuramente dettato da diverse motivazioni dal definirsi etero pur essendo tecnicamente bisessuali.

 

... Infatti mi sembrava di averla già anticipata come obiezione, ma ciò non toglie che ai miei occhi appaia simile al volersi definire etero pur andando con gente del proprio sesso.

Volendo fare un discorso più ampio e generico, ti posso dire che come esiste la paura di scoprirsi omosessuale, esiste anche l'inverso nel momento in cui ci si è già definiti bi/omosessuali; non sarà il tuo caso, però la paura di mettersi in gioco è comune ad ambo gli orientamenti e anche con modalità simili (hai mai pensato all'impatto sociale del dichiararsi prima gay e poi etero?).

 

Sulla questione della disponibilità invece non entro nel merito, più che altro perché non mi sembra abbia molta attinenza con le osservazioni da me fatte.

 

Inoltre ripeto, in una relazione stabile salva tempo infinito dirsi direttamente lesbiche, anche perché la coppia è lesbica per forza di cose xD

 

Dirsi lesbiche perché si sta in una relazione lesbica?

No, aspetta: io ho sempre pensato che un bisessuale continuasse ad essere tale anche in una relazione e ciò mi è stato più volte confermato da amici/conoscenti bisessuali, candidamente pronti a dire che provano ancora attrazione per il sesso opposto e nonostante l'avere relazioni monogame, durature ed omosessuali.

La natura della relazione viene indicata dall'identità di genere di chi ne fa parte, ma non penso che il rapporto stesso possa definire l'orientamento degli elementi presi in causa.

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Non per niente io è un anno che sto elaborando queste cose, non devi certo dirmi della paura che esiste - anche perché la mia coppia non è nata come aperta, siamo passate attraverso moltissime discussioni e decostruzioni, già solo poterne scrivere nel forum senza scherzare per me vuol dire esporsi, e anche certe reazioni mi confermano che faccio bene ad avere paura - nel senso, non ti sei affatto posta in maniera aggressiva, ma essendo una questione molto delicata per me se si sposta sul personale, ovviamente ho qualche attimo di esitazione prima di metter giù una parola.

 

io ho sempre pensato che un bisessuale continuasse ad essere tale anche in una relazione e ciò mi è stato più volte confermato da amici/conoscenti bisessuali, candidamente pronti a dire che provano ancora attrazione per il sesso opposto e nonostante l'avere relazioni monogame, durature ed omosessuali.

 

Dipende dal modo in cui uno percepisce l'orientamento sessuale. Btw ha fatto un ragionamento, anche se semplicistico, condiviso negli anni ad esempio da Sweet...

Un ragionamento che in qualche modo non include la bisessualità nell'ambito di una relazione. Non mi ci rispecchio completamente, ma in qualcosa sì, dato che ho espresso un concetto simile.

 

Insomma, non ho interesse a definirmi bisessuale quando ho una relazione lesbica, e se finisse, ne comincerei un'altra di relazione lesbica (innamoramento permettendo). Soprattutto considerato che per me l'omoaffettività è importantissima, tant'è che quando sul forum cambiai definizione lo feci molto prima che la mia coppia si aprisse, e fu perché la differenza emotiva era diventata per me innegabile nel modo in cui mi relaziono ai due generi.

 

Provare attrazione non è tutto. E se riesci ad essere d'accordo su questo (non è detto, è anche legittimo che ci siano opinioni discordanti: non tutti possiamo avere la stessa visione degli elementi che definiscono l'orientamento di una persona), potrai facilmente essere d'accordo che anche l'agire su questa attrazione non è tutto...

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(Data la separazione chirurgica effettuata nel precedente topic, posto nuovamente la mia risposta ad Ariel...)

 

Non per niente io è un anno che sto elaborando queste cose, non devi certo dirmi della paura che esiste - anche perché la mia coppia non è nata come aperta, siamo passate attraverso moltissime discussioni e decostruzioni, già solo poterne scrivere nel forum senza scherzare per me vuol dire esporsi, e anche certe reazioni mi confermano che faccio bene ad avere paura - nel senso, non ti sei affatto posta in maniera aggressiva, ma essendo una questione molto delicata per me se si sposta sul personale, ovviamente ho qualche attimo di esitazione prima di metter giù una parola.

 

Lo so Ariel: la mia era solo una domanda legata alle motivazioni che possono portare un omosessuale a non mettersi in gioco, a mio avviso non tali da poter stabilire se si è più o meno codardi rispetto a chi sta dall'altra parte della barricata. Just my two cents.

 

(L'ho fatta breve perché già stiamo abbastanza OT e non mi va di istigare ulteriori divagazioni sul tema. biggrin.png)

 

Dipende dal modo in cui uno percepisce l'orientamento sessuale.

 

Certo, ma questo definirlo in relazione alla coppia mi spinge a chiederti: e la percezione di sé allora dove finisce?

Nel modo in cui la intendi tu è ovvio che non una persona non potrà mai definirsi bisessuale (a meno che non stia in una "troppia"), anche se di norma ci si definisce a prescindere da un rapporto e in base a ciò che si prova.

Se ben ricordi, io due mesi fa mi sono inalberata in una discussione con una utentessa perché a suo dire noi lesbiche siamo spesso legate ai genitali che ci troviamo davanti e non alla persona; il discorso verteva su una sfera differente, ma il succo è più o meno simile: io non ho problemi a pensare che qualcuno/a consideri l'attrazione non tale da spostare l'ago della bilancia, né ho problemi a comprendere le ragioni dietro questo tuo considerarti lesbica piuttosto che bisessuale, però secondo me sono la sfera sessuale e affettiva a determinare l'orientamento, non la natura della relazione.

Fino a che ne parliamo in termini di soggettività è un conto, solo che per come normalmente viene sviscerata la questione ti posso dire non è poi così tanto istintivo considerare una delle due sfere come "predominante" e definirsi in base a quella (o non considerando valida l'attrazione ai fini della definizione stessa, vedi tu), tanto è vero che la mia obiezione iniziale è stata relativa all'utilizzo delle etichette e all'essere in grado di parlarne in maniera chiara e responsabile; per te il problema non si pone e lo si evince dal post, ma per altre persone sì.

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Penso che una persona potrebbe benissimo definirsi bisessuale, se si sentisse in modo equivalente attratto e capace di avere una relazione con entrambi i generi.

So che tu, come molti altri, considerate l'orientamento sessuale appunto, semplicemente in base al sesso, e non è sbagliato ma non è neanche universalmente giusto.

Anche mettendo da parte questo, se la chiarezza è il fine, allora devo sicuramente dirmi lesbica, perché gli unici che hanno bisogno di sapere che mi piacciono anche gli uomini sono quelli verso i quali sono attratta, e credimi sono davvero pochi...Ai fini della chiarezza è invece importante che, in quanto convivo con una donna, la gente sappia che siamo in una relazione lesbica, non amiche :P

Il fatto che mi piacciano anche alcuni uomini, che non devo presentare a nessuno come miei fidanzati, che cosa aggiunge ai fini della percezione di me che può avere una mia collega, o mia cugina?

 

Voglio dire, questo davvero è un dettaglio, come il fatto che uno sia feticista dei piedi oppure no, che concerne solo la sfera sessuale e non ha risvolti sulla mia vita. Lo stare e convivere con una donna invece ha risvolti eccome, per questo va sottolineato, con tutta la forza di cui sono capace.

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Se il singolo definisce il proprio orientamento in base al tipo di coppia in cui è, il bisessuale è tale solo se single.

 

esatto. e non condivido questa cosa.

io sono bisex e mi definirò bisex sempre, sia single che in coppia, finchè sentirò dentro di me di essere bisessuale. Non è che la mia essenza cambia perchè sono fidanzata.

io sinceramente questa abitudine di cambiare etichetta quando si è in coppia non è che la capisco tanto. Più che altro non ci vedo un senso.

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Be', da ciò che ho spiegato, mi sembra ovvio del perché io lo faccia, molto probabilmente lo farei anche da single, ma anche se cambiassi, sarebbe perché da single posso in teoria cercare partner di entrambi i sessi...

Da accoppiata neanche devo dirmi lesbica in verità, basta dire 'sto con tizia' liberamente ed è fatta, a prescindere dall'etichetta, e se scelgo di farlo comunque è solo per sottolinearlo.

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Non so quante volte l'avrò detto su questo forum, ma credo anche io che bisognerebbe decidersi se classificare l'orientamento come "provare attrazione sessuale" oppure come "provare attrazione sentimentale". Non sempre le due cose coincidono.

Per non parlare anche del fatto che una persona potrebbe essere attratta sentimentalmente o sessualmente da uomini e donne in percentuali diverse... non è che tutti i bisessuali sono 50 e 50. Se c'è una piccola attrazione per un uomo, ma poi in passato è capitato molto più spesso di innamorarsi o desiderare donne... beh.

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Se stessi con un uomo sarei un'altra persona, ma mettiamo caso che lo fossi: a quel punto dovrei capire dopo un'auto-analisi se mi ritengo attratta emotivamente e sessualmente attratta da uno o da entrambi i sessi, e se starei in potenza in una relazione con una donna (a prescindere dal fatto che in quel momento ne avrei una con un uomo), e da lì mi definirei come uno può ovviamente dedurre a seconda dei risultati di quest'introspezione.

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Penso che una persona potrebbe benissimo definirsi bisessuale, se si sentisse in modo equivalente attratto e capace di avere una relazione con entrambi i generi.

So che tu, come molti altri, considerate l'orientamento sessuale appunto, semplicemente in base al sesso, e non è sbagliato ma non è neanche universalmente giusto.

 

Per me sono importanti entrambe le sfere, anche se considero quella sessuale più immediata nella valutazione del proprio orientamento e soprattutto in determinate fasi della propria vita (tipo l'adolescenza).

 

Anche mettendo da parte questo, se la chiarezza è il fine, allora devo sicuramente dirmi lesbica, perché gli unici che hanno bisogno di sapere che mi piacciono anche gli uomini sono quelli verso i quali sono attratta, e credimi sono davvero pochi...Ai fini della chiarezza è invece importante che, in quanto convivo con una donna, la gente sappia che siamo in una relazione lesbica, non amiche :P

Il fatto che mi piacciano anche alcuni uomini, che non devo presentare a nessuno come miei fidanzati, che cosa aggiunge ai fini della percezione di me che può avere una mia collega, o mia cugina?

 

Ehi, mi sembrava di aver parlato di percezione di ! :D

Dato che la questione è nata dal considerare l'orientamento della persona in base al tipo di relazione e non a prescindere, mi son chiesta: e allora dove finisce la percezione che si ha della propria sessualità? Un bisessuale è tale solo da single?

Come la vedi tu mi è chiaro da svariati post, ma c'è qualcosa (in generale, non è una critica verso la tua situazione) nel voler considerare solo la sfera sentimentale che mi lascia incerta.

Come ho anche detto in un precedente post, allora lo stesso discorso lo si potrebbe tenere in considerazione per quegli etero che hanno relazioni con persone del sesso opposto e magari a letto vanno anche con il proprio... O no? Eppure per loro è una questione di "codardia" o "peso della società", a quanto pare.

 

Voglio dire, questo davvero è un dettaglio, come il fatto che uno sia feticista dei piedi oppure no, che concerne solo la sfera sessuale e non ha risvolti sulla mia vita. Lo stare e convivere con una donna invece ha risvolti eccome, per questo va sottolineato, con tutta la forza di cui sono capace.

 

Sulla tua vita probabilmente non ha risvolti di sorta ed è solo un dettaglio, ma forse per altri non vale lo stesso discorso. Suppongo ne stessi parlando in via del tutto soggettiva, giusto?

 

Per non parlare anche del fatto che una persona potrebbe essere attratta sentimentalmente o sessualmente da uomini e donne in percentuali diverse... non è che tutti i bisessuali sono 50 e 50. Se c'è una piccola attrazione per un uomo, ma poi in passato è capitato molto più spesso di innamorarsi o desiderare donne... beh.

 

Nella mia ignoranza in materia ho sempre pensato che la bisessualità prevedesse un essere attratti genericamente da ambo i sessi e non necessariamente in maniera equivalente, quindi non immaginavo potesse andare stretta come etichetta.

A quanto pare non è sempre così, ma invece aiuterebbe il definirsi solo secondo una delle due sfere? Essere legati sentimentalmente ad una persona del sesso opposto e sessualmente attratti da quelli del proprio, si risolverebbe in un definirsi etero? Barcamenarsi tra gli uomini e le donne porterebbe con successo a definirsi etero o gay a periodi alterni? Per me le etichette sono anche una sorta di considerazione sulla lunga distanza, quindi non capisco eventualmente perché non definirsi bisessuali se comunque si è attratti da ambo i sessi per i motivi più disparati.

Mi rendo conto di parlare da lesbica che si è scoperta tale in maniera ben distante da qualsiasi teoria sulla fluidità, solo che non capisco il sentirsi a disagio in una definizione abbastanza ampia e finire con il volere una definizione ancora più netta e magari in via del tutto temporanea.

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Proprio perché usi un'etichetta che senti molto tua dovresti capire perché altri vogliano fare la stessa cosa, anche se farlo in minor tempo...un'analisi sulle lunghe distanze a vent'anni è pressoché impossibile: se fosse così potremmo definirci veramente solo a 40, o 50 anni!

 

La risposta alle tue domande è necessariamente soggettiva. Non si può dire cosa potrebbe risolvere la definizione in un senso o in un altro, per nessuno tranne che per sé stessi. La definizione che uno decide alla fine dipenderà dall'introspezione, dal significato che uno dà al termine con cui sceglie o meno di utilizzare...Non è una questione di somme o sottrazioni, purtroppo. Ma anche volendola semplificare, se sfera sentimentale E sessuale sono sommate (e non considerando solo la sfera affettiva quindi), ovviamente la spinta verso l'omosessualità è maggiore se dall'altra parte c'è solo attrazione sessuale.

E che davvero chiunque non sia uno 0 o un 6 sulla scala Kinsey dovrebbe per onestà definirsi bisessuale, se no?

 

Per gli eterosessuali nel 99% dei casi la scelta non sarà informata solo sulla base dell'auto-analisi, ma avrà un grosso peso il privilegio nella società che porta la condizione eterosessuale.

Non si possono considerare certe cose scevre dal contesto sociale in cui viviamo, e dagli obbiettivi svantaggi che certi modi di essere portano.

Più probabilmente, a mio parere, un etero si auto-convincerà di provare solo attrazione sessuale nei confronti dello stesso sesso, o comunque si fermerà lì e non indagherà oltre, per paura proprio di perdere il suo status di etero...

 

P.S. Le nostre idee sono molto diverse forse anche perché ho preso coscienza del mio orientamento tramite il mio primo innamoramento, prima di qualsiasi contatto reale col sesso. Quindi per me anche in adolescenza il cuore aveva infinitamente più peso.

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Ragazze, scusate se intervengo, ma è un discorso che mi interessa molto.

Sono anni che anche io cerco di far chiarezza dentro di me

e di capire se davvero il sesso femminile non mi attrae per nulla.

E' da diversi anni che non imposto una relazione con una donna e,

quando ho iniziato ad uscire con il mio primo ragazzo,

credevo che non avrei più desiderato il sesso femminile.

Sono anni che mi definisco gay e a chiunque dico di essere gay senza problemi,

anche se dentro di me sono consapevole

che avrei una gran voglia di far sesso con una donna.

Non parlo di una relazione perché per il momento

non ho conosciuto donne in grado di suscitare anche il mio interesse mentale.

Quando provo a parlarne con i miei amici tutti mi dicono che devo smetterla,

che devo prendere una decisione e che non posso pensare di vivere sempre nell'indecisione.

La mia non è indecisione ma solo il bisogno di capire

perché sento questo potente desiderio di un rapporto (sessuale) etero.

Devo ammette che il sesso con gli uomini mi ha creato non pochi dubbi in quanto,

non piacendomi particolarmente il sesso anale,

una parte della sfera sessuale è venuta a mancare (la penetrazione).

Insomma, per farla breve, mi definisco gay quando in realtà nei miei pensieri ci sono anche le donne.

Effettivamente qualcosa non torna.

Ho pensato di provare a frequentare delle ragazze

ma la mia paura è quella di sfruttarle per un unico scopo, e cioè quello di farci sesso.

Dovrei aspettare che arrivi una donna capace di farmi innamorare

ma nel frattempo i dubbi su me stesso crescono.

Non mi piace l'idea di definirmi bisex

fin'ora non ho mai provato sentimenti forti per delle donne

ma il sesso?

Quanto peso dovrei dare al mio istinto?

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Nella tua definizione, solo tu puoi dirlo, anche se in verità mi sembri già piuttosto deciso...

Per quanto riguarda lo sfruttare sessualmente: ti assicuro che nonostante lo stereotipo, a molte non dispiacerebbe, l'importante nella maggioranza dei casi è che ci sia una sintonia piacevole, il meglio sarebbe una buona amicizia. Una relazione non è affatto 'necessaria', soprattutto non essendo quello che vuoi.

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Proprio perché usi un'etichetta che senti molto tua dovresti capire perché altri vogliano fare la stessa cosa, anche se farlo in minor tempo...un'analisi sulle lunghe distanze a vent'anni è pressoché impossibile: se fosse così potremmo definirci veramente solo a 40, o 50 anni!

 

"Sulla lunga distanza" può anche indicare un periodo che va dall'adolescenza alla maturità, ad esempio.

E se utilizzo un'etichetta, è perché sento di poterlo fare in maniera consapevole sia per quanto riguarda la percezione che ho di me, sia per quanto riguarda l'etichetta stessa.

Dirsi lesbica indica un qualcosa di ben preciso, quindi esserlo secondo una visione soggettiva (come nel tuo caso, dato il discorso sulla sfera affettiva) significa anche un dover

essere consapevoli del generare qualche perplessità.

 

La risposta alle tue domande è necessariamente soggettiva. Non si può dire cosa potrebbe risolvere la definizione in un senso o in un altro, per nessuno tranne che per sé stessi. La definizione che uno decide alla fine dipenderà dall'introspezione, dal significato che uno dà al termine con cui sceglie o meno di utilizzare...Non è una questione di somme o sottrazioni, purtroppo. Ma anche volendola semplificare, se sfera sentimentale E sessuale sono sommate (e non considerando solo la sfera affettiva quindi), ovviamente la spinta verso l'omosessualità è maggiore se dall'altra parte c'è solo attrazione sessuale.

E che davvero chiunque non sia uno 0 o un 6 sulla scala Kinsey dovrebbe per onestà definirsi bisessuale, se no?

 

Infatti non voglio una risposta alle perplessità da me esposte a Frattaglia, ma solo far presente che la valutazione di una sola delle due sfere comporterebbe problemi più o meno come adesso.

Non ho mai parlato di un sommare le due sfere, quanto di un fermarsi ad analizzare il proprio vissuto e stabilire se è il caso di continuare a definirsi in un certo modo o cambiare.

E' per questo che ho parlato di percezione di sé, del come si dovrebbe considerare un bisessuale da single o anche del tuo indicare l'orientamento attraverso il tipo di relazione che si sta vivendo (ragionamento che però non vedo nella risposta che hai dato a Divine, ad esempio).

 

Per gli eterosessuali nel 99% dei casi la scelta non sarà informata solo sulla base dell'auto-analisi, ma avrà un grosso peso il privilegio nella società che porta la condizione eterosessuale.

Non si possono considerare certe cose scevre dal contesto sociale in cui viviamo, e dagli obbiettivi svantaggi che certi modi di essere portano.

Più probabilmente, a mio parere, un etero si auto-convincerà di provare solo attrazione sessuale nei confronti dello stesso sesso, o comunque si fermerà lì e non indagherà oltre, per paura proprio di perdere il suo status di etero...

 

L'esperienza mi porta a dire che esistono motivazioni simili anche nel mondo queer e che magari si dovrebbe parlare di "regressione" o "codardia", ma non penso sia il caso di approfondire.

 

P.S. Le nostre idee sono molto diverse forse anche perché ho preso coscienza del mio orientamento tramite il mio primo innamoramento, prima di qualsiasi contatto reale col sesso. Quindi per me anche in adolescenza il cuore aveva infinitamente più peso.

 

Ariel, potrei benissimo avere avuto il tuo stesso iter di scoperta e sviluppato idee differenti.

Mi sono scoperta lesbica a 13 anni e adesso ne ho quasi il doppio, quindi direi che ho avuto parecchio tempo per elaborare le mie opinioni sulla sessualità e considerare anche quelle altrui secondo una base logica; altresì, negli anni sono entrata frquentemente a contatto con l'idea di bisessualità e sono giunta alla conclusione che esserlo non prevede certo un'attrazione "50 e 50", né come fasi né come interesse, e che spesso si predilige l'omoaffettività perché la si considera più affine ed affascinante.

Tutto questo per dire: considero etichette come "etero" o "lesbica" molto nette, quindi non sempre comprendo l'utilità del definirsi con una delle due e poi doverle ricucire per indicare un qualcosa che magari alla fine si attesterebbe sulla bisessualità nuda e cruda.

Capisco che non potrò mai comprendere pienamente le ragioni di chi lo fa, ma alla fine mi pongo il problema perché definirsi in un certo modo e porre delle eccezioni rischia di far passare il messaggio sbagliato se non si è in grado di motivare un minimo questa scelta.

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Dirsi lesbica indica un qualcosa di ben preciso, quindi esserlo secondo una visione soggettiva (come nel tuo caso, dato il discorso sulla sfera affettiva) significa anche un dover

 

Perdonami, ma se così fosse anche dirsi 'uomo' dovrebbe voler dire qualcosa di ben preciso, secondo il dizionario, e un FtM non potrebbe definirsi tale...è chiaro che le etichette devono essere corrette, nel senso che se ho i capelli biondi non posso dirmi mora, però mentre tu puoi vedere da te se io ho i capelli mori o biondi, non puoi vedere l'intensità delle mie emozioni, delle mie attrazioni, e le differenze tra esse. Quindi sicuramente io (io ipotetico, qualunque persona sia in una sfumatura di grigio sulla scala emotivo-sessuale, al di fuori del binarismo) sono l'unica persona che può definirmi con estrema sicurezza, sulla base di tutti i dati.

 

Capisco cosa intendi, sul far passare il messaggio sbagliato a chi è esterno alla comunità queer o chi ci sta appena entrando, e proprio perché sono d'accordo che possa generare dubbi, è un messaggio che non condivido in genere. Il messaggio che faccio passare, dai miei genitori al panettiere, dai miei colleghi fino a chi mi guarda in TV se appaio in un servizio sul Pride, è che sto con una donna, sono lesbica, sono felice.

Non capisco perché dovrei abbassare l'intensità del mio messaggio facendo sapere, in modo indiretto o indiretto, "però mi piacciono anche gli uomini a letto"...Sinceramente non conosco persone in situazioni simili alla mia, quindi non so se questo discorso vale anche per loro.

Però per me politicamente è molto importante che sia visibile la mia omoaffettività, e non le peculiarità sessuali della mia coppia.

 

Scusa la presunzione sul tuo percorso: la tua frase sull'importanza del sesso durante l'adolescenza mi aveva portato a pensare determinate cose, senza nessun giudizio in merito.

Personalmente, non considero 'omosessuale' ed 'eterosessuale' due opposti molto netti. Ho fatto l'errore di pensarlo e molte volte su questo forum degli interventi mi hanno fatto ricredere...se dovessimo lasciare andare la nostra identità solo per delle eccezioni, in modo che anche solo il 98% non sia abbastanza per appropriarci di un'etichetta, davvero saremmo quasi tutti bisessuali (cosa che io non credo).

Proprio perché la definisci 'nuda e cruda', la bisessualità è anch'essa qualcosa di piuttosto preciso. Non penso sia giusto buttarci dentro tutto ciò che semplicemente non è perfettamente gay o etero.

 

L'esperienza mi porta a dire che esistono motivazioni simili anche nel mondo queer e che magari si dovrebbe parlare di "regressione" o "codardia", ma non penso sia il caso di approfondire.

 

Se vuoi approfondiamo pure, perché lo ritengo interessante...a mio parere si può temere la perdita di un'identità, di una rete di supporto, di molte persone, cambiando etichetta. Ma non penso si possa lontanamente paragonare, almeno in Italia, alla perdita del diritto di sposarsi con chi si ama, alle complicazioni del Coming Out, alle occhiatacce che si ricevono solo camminando in coppia, per non parlare del rischio di ritorsioni serie.

Se tornassi a dirmi etero o bisex, al massimo potrei scatenare confusione nella mia famiglia, perdere alcuni amici, probabilmente delusi, ma mettendo da parte la mia relazione, cos'altro perderei? E cosa invece guadagnerei?

Il ritenere le due situazioni similari mi pare sinceramente impossibile, qui e ora.

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Perdonami, ma se così fosse anche dirsi 'uomo' dovrebbe voler dire qualcosa di ben preciso, secondo il dizionario, e un FtM non potrebbe definirsi tale...è chiaro che le etichette devono essere corrette, nel senso che se ho i capelli biondi non posso dirmi mora, però mentre tu puoi vedere da te se io ho i capelli mori o biondi, non puoi vedere l'intensità delle mie emozioni, delle mie attrazioni, e le differenze tra esse. Quindi sicuramente io (io ipotetico, qualunque persona sia in una sfumatura di grigio sulla scala emotivo-sessuale, al di fuori del binarismo) sono l'unica persona che può definirmi con estrema sicurezza, sulla base di tutti i dati.

 

Un conto è doverle correggere, un altro è poterle correggere.

A me non cambia qualcosa se una X persona si definisce lesbica e poi va a letto con dei ragazzi, però mi importa che sia una persona capace di delineare la propria situazione e di non far pensare che sia una sorta di norma nell'ambito dell'omosessualità. Per quanto poi riconosca ad etichette come "lesbica" o "etero" una complessità maggiore rispetto a "mora" o "bionda", da sempre penso che siano comunque dei punti di partenza con un significato ben preciso ed un certo tipo di peso.

 

Personalmente, non considero 'omosessuale' ed 'eterosessuale' due opposti molto netti. Ho fatto l'errore di pensarlo e molte volte su questo forum degli interventi mi hanno fatto ricredere...se dovessimo lasciare andare la nostra identità solo per delle eccezioni, in modo che anche solo il 98% non sia abbastanza per appropriarci di un'etichetta, davvero saremmo quasi tutti bisessuali (cosa che io non credo).

Proprio perché la definisci 'nuda e cruda', la bisessualità è anch'essa qualcosa di piuttosto preciso. Non penso sia giusto buttarci dentro tutto ciò che semplicemente non è perfettamente gay o etero.

 

 

Sì Ariel, ma molto dipende anche dal tipo di eccezione e dalla possibilità che si ripresenti nella vita di una persona. E' per questo che ci tengo a sottolineare che mi son posta delle domande in relazione ad una situazione più ampia della tua esperienza: in passato ho avuto modo di parlare con lesbiche che non scartavano i rapporti con gli uomini e davano a questi anche una certa importanza, magari trovandosi ad alternare storie con sesso o anche "flirt" più o meno conclamati. Tra l'altro, c'è da dire che quasi sempre erano rapporti con cari amici o quasi fraterni, quindi l'idea che mi sono fatta alla lunga è che l'idea dell'eccezione regga fino ad un tot e che molto spesso sia una questione di paura di dover passare dal definirsi lesbiche a bisessuali (il discorso della "regressione").

Io naturalmente sto rispondendo a te, ma è chiaro che sarei ben felice di leggere l'opinione di qualcuna che magari ci è passata e può offrire un altro punto di vista.

 

Ah, dimenticavo: non considero la bisessualità un calderone per ciò che non rientra nelle definizioni di "etero" o "lesbica", perché se così fosse è molto probabile che escluderei anche un'attrazione prevalentemente omo/etero-sessuale da parte dei bisessuali. Dato che però da profana non la considero una questione di percentuali vere e proprie, vedo la bisessualità come un'etichetta.

 

Se vuoi approfondiamo pure, perché lo ritengo interessante...a mio parere si può temere la perdita di un'identità, di una rete di supporto, di molte persone, cambiando etichetta. Ma non penso si possa lontanamente paragonare, almeno in Italia, alla perdita del diritto di sposarsi con chi si ama, alle complicazioni del Coming Out, alle occhiatacce che si ricevono solo camminando in coppia, per non parlare del rischio di ritorsioni serie.

Se tornassi a dirmi etero o bisex, al massimo potrei scatenare confusione nella mia famiglia, perdere alcuni amici, probabilmente delusi, ma mettendo da parte la mia relazione, cos'altro perderei? E cosa invece guadagnerei?

Il ritenere le due situazioni similari mi pare sinceramente impossibile, qui e ora.

 

E' naturale che non sia paragonabile con l'essere etero e voler rimanere tali per convenienza, ma le persone hanno anche delle priorità e delle paure.

L'aspetto da te citato coinvolge a livello sociale, mentre quello che sto tirando in ballo io riguarda anche l'aspetto psicologico/introspettivo: si sa che accettare la propria omosessualità o bisessualità spesso non è semplice, come non lo è il doversi ricostruire un'identità in base alla "scoperta" fatta. Doversi quindi mettere in gioco per la seconda volta e dovendosi porre il problema del "E allora perché pensavo di essere gay?", indipendentemente dal risultato, è più o meno una mazzata di intensità maggiore rispetto alla prima volta.

Tornando alle priorità, ti posso dire che molto spesso l'idea di non capirsi o dover ricominciare (quasi) tutto da zero comporta delle paure molto più forti, perché magari siamo persone più abituate a tenere alle nostre certezze che non al resto della società come punto di riferimento.

Sicuramente sono delle considerazioni non paragonabili tra loro, ma se mi parli di implicazioni tali da impedire alle persone di vivere serenamente anche una bisessualità, ti posso proporre queste come motivazioni.

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Anche se il mio percorso è stato ed è molto diverso da quello di Ariel condivido i concetti che ha espresso in questo topic e mi ritrovo molto d'accordo con lei e con Frattaglia sulla definizione di orientamento sessuale.

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Nella mia ignoranza in materia ho sempre pensato che la bisessualità prevedesse un essere attratti genericamente da ambo i sessi e non necessariamente in maniera equivalente, quindi non immaginavo potesse andare stretta come etichetta.

A quanto pare non è sempre così, ma invece aiuterebbe il definirsi solo secondo una delle due sfere? Essere legati sentimentalmente ad una persona del sesso opposto e sessualmente attratti da quelli del proprio, si risolverebbe in un definirsi etero? Barcamenarsi tra gli uomini e le donne porterebbe con successo a definirsi etero o gay a periodi alterni? Per me le etichette sono anche una sorta di considerazione sulla lunga distanza, quindi non capisco eventualmente perché non definirsi bisessuali se comunque si è attratti da ambo i sessi per i motivi più disparati.

 

 

Anche per me le etichette sono una sorta di considerazione sulla lunga distanza... Io ad esempio mi definisco bisessuale perchè, nonostante sia più attratta sessualmente e sentimentalmente dagli uomini, provo attrazione anche per le donne e mi sono innamorata anche di donne. Se l'attrazione per le donne fosse stata invece solo sessuale avrei fatto prima a definirmi semmai "etero curiosa", o etero e basta...

 

 

Scusate la brevità del post e il ritardo, ma ho avuto un po' da fare in questo periodo :)

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  • 11 months later...

Ho letto tutto, ma credo rileggerò più attentamente, perché il tema è complesso e delicato e meritevole di una profonda attenzione.

 

Di primo acchito non condivido alcuni punti, ad esempio l’esternazione di @@Frattaglia quando dice:

 

Io ad esempio mi definisco bisessuale perchè, nonostante sia più attratta sessualmente e sentimentalmente dagli uomini, provo attrazione anche per le donne e mi sono innamorata anche di donne. Se l'attrazione per le donne fosse stata invece solo sessuale avrei fatto prima a definirmi semmai "etero curiosa", o etero e basta...

 

Io credo che la bisessualità prescinda dal provare sentimenti amorosi, e che dunque, anche qualora ci sia solo un’attrazione sessuale nei confronti di una donna, messa in atto, si è bisessuali.

Bisessuale significa essere attratti da entrambi i sessi… che sia 50 e 50, cioè che ci si innamori della persona e di che sesso è non importa, o che sia il provare un coinvolgimento fisico/emozionale per gli uomini e solo fisico, con l’assenza di un sentimento amoroso per le donne, e viceversa.

 

Inoltre, se io sono bisessuale e sto con una donna, mi definisco una bisessuale che attualmente vive una relazione omosessuale.

Idem se io sono bisessuale e sto con un uomo, mi definisco una bisessuale che attualmente vive una relazione eterosessuale.

 

Non mi etichetto come lesbica nel primo caso, e non mi etichetto come etero nel secondo caso.

 

E’ comunque vero che c’è una certa discriminazione sia da parte degli omosessuali che da parte degli eterosessuali nei confronti della bisessualità, che si è meno credibili in termini di affidabilità nel primo caso e in termini di serietà di coppia agli occhi degli altri nel secondo.

Tuttavia, se sono bisessuale (omoafettiva o meno), e sto con una donna, il definirmi bisessuale non sminuisce l’importanza che do alla coppia, la serietà con la quale ho investito emotivamente e la decisione di condividere la mia vita con una donna.

Idem se mi inquadrano al pride, se la mia famiglia, amici, panettiere, macellaio, sanno che la persona che vive con me non è la mia miglior amica ma la mia compagna.

Rimango io, bisex, che vive una seria relazione omosessuale.

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Io mi definisco lesbica perché la mia relazione è con una donna, quindi a tutti gli effetti i diritti che chiedo sono quelli,

 

quindi secondo te se una ragazza bisex sta con una donna dovrebbe dichiararsi lesbica e se sta con un uomo dovrebbe dichiararsi etero? io ora sto con un uomo ma comunque mi dichiaro bisex perchè la mia natura è di bisex, non faccio torto a nessuno dichiarando ciò che realmente sono.

Edited by Divine
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Che discorso..., spero di non essermi persa o frainteso qualcosa, fondalmentalmente la penso cosi:

Inoltre, se io sono bisessuale e sto con una donna, mi definisco una bisessuale che attualmente vive una relazione omosessuale.

Idem se io sono bisessuale e sto con un uomo, mi definisco una bisessuale che attualmente vive una relazione eterosessuale.

 

So che Lanthe è passata oltre questa frase di Ariel ma secondo me racchiude la discrepanza dei vostri punti di vista, piu che altro perchè forse, se non capito io male, state guardando la cosa da prospettive diverse

 

Perché il mio interesse verso gli uomini non ha bisogno di essere manifesto, perché altrimenti dimostra disponibilità.

 

Ariel da quel che ho capito, definirti ora bisessuale, ora che hai una relazione omosessuale, sarebbe come dire: " si, sono in una coppia, ma per i maschietti sono ancora disponibile"

mentre il discorsi di lanthe riguarda tu, internamente, come ti senti.

Secondo me tu internamente sei bisessuale, l'unica differenza è che preferisci definirti con gli altri lesbica per evitare che qualcuno pensi quello che ho detto sopra, tranne quelli con cui TU decidi di esporti, non vedo alla fine questa distanza tra di voi, il tuo definirti lesbica è piu un mezzo per evitare "problemi", per evitare situazioni che non ti vanno, lo usi come arma, se vogliamo dirla terra-terra.

E quindi, sinceramente, non ci vedo niente di male in questo, è talmente intima come cosa, e personale, che, anche se la penso come ho quotato Shadia sopra, non mi sento di dire niente sul tuo modo di usare le etichette.

 

Poi, devo dire che il vostro discorso era piuttosto complesso da seguire, quindi potrei anche essere arrivata a conclusioni sbagliate......

Edited by Alice_c
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scusate ma allora com'è, se un bisex si definisce etero dite che lo fa per comodità e è un represso o senza palle ma se un bisex si definisce omosessuale allora è onesto e lo fa per tutelare la sua relazione?

secondo me non è coerente come comportamento e ragionamento. poi ognuno è libero di fare quel che vuole ma se decidi di essere out dovresti esserlo per come sei in toto e non per come sei per metà. se sei bisex non vedo perchè ti devi definire etero o omosessuale. sei bisex, punto.

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