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Incontro su "Scout ed omosessualità"


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Tepo fà si era disussso in questo forum su come si potsse essere scout cttolici ed essere gay allo stesso tempo. Pare che in ambito Agesci Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani) qualcosa si stia muovendo. Si sono riuniti per discutere di questo argomento e per me è un buon segno ed un bel passo avanti.

 

http://www.gay.it/channel/attualita/32695/Scout-cattolici-si-incontrano-per-parlare-di-omosessualita.html

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https://www.gay-forum.it/topic/18542-incontro-su-scout-ed-omosessualit%C3%A0/
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Diciamo pure che incrociamo le dita e ci auguriamo che venga fuori qualcosa di positivo

l'incontro sarà importante in quanto si tratta di colmare un vuoto:

 

Nel tempo le riflessioni su questi temi si sono concretizzate in una serie di documenti il cui scopo è di essere un supporto alle comunità capi e ai singoli che devono affrontare le situazioni di difficoltà affettiva. Per tutto questo vasto campo di temi abbiamo coniato il termine di “situazioni eticamente problematiche”. Termine non propriamente felice, con cui cerchiamo di identificare il problema del divario etico che si affaccia nella vita delle comunità capi. Divario segnato dall’essere la nostra un’associazione di cattolici in cui a fare da bussola per le scelte ed i comportamenti, anche in campo affettivo, è la dottrina della Chiesa. Il tema che resta forse il più spinoso è quello dell’omosessualità. Ancora su questo tema l’Associazione non ha prodotto riflessioni proprie e orientamenti specifici.

fonte: Proposta Educativa - Omosessualità se ne parla anche tra gli scout Agesci di Chiara Panizzi

 

Con cosa lo si intenda colmare non si può in effetti dire...vedo che la Tomisich si occupa di infanzia

a rischio ( spero che l'omosessualità non sia considerata tale ) e forse sarebbe stato troppo pretendere

che invitassero qualche esponente del mondo Lgbt ( anche se a dire il vero la nostra campana dovrebbe

essere quantomeno ascoltata! ) comunque speriamo che l'orientamento specifico dell'AGESCI sia tale

in quanto distinto dalla Dottrina della Chiesa, in senso positivo.

Chi pensa che ne possa venire qualcosa di buono per noi

ha veramente qualche problema a rapportarsi con la realtà.

 

Diranno le solite cose. Che la pratica omosessuale è incompatibile

con la dottrina della chiesa in quanto "intrinsecamente disordinata"

e che chi prova pulsioni omosessuali va "aiutato" a "superarle"

ovvero a reprimerle. E tutto questo non perchè loro odino i gay ma

al contrario perchè ci "amano."

La questione è molto ampia, e mi ricordo che è stata molto dibatutta. Per come la vedo io, non è che smanio di essere accettato. Io sono cinvinto che se si predica che "Dio è amore" prima o poi ci si arriverà. Non sarà per la mia campata perche la Chiesa ha tempi di cambiamento epocali, ma prima o poi ci si arriverà. Come anche al matrimonio dei prelati come prima del medioevo e tanto altro. A me piace che ci sia un seme che prima o poi germogli. Certo meglio prima ch dopo. Ma staremo a vedere. Se in Agesci i gay saranno tranquillamente accettati come capi, io già festeggio.

Non vaglio trasformare questo thread in una discussione sul fatto che

quando le religioni dicono "amore" intendono in realtà "amore per i

propri simili" e "odio per i diversi." O che come ho già detto i cattolici

vanno in giro dicendo che si oppongono ai nostri diritti non già perchè

ci odiano ma perchè ci "amano." Qusto è quello che intendono con amore.

 

Non cambierà mai per un semplice motivo: Le religioni, specialmente quella

cristiana, stanno morendo! Nel lontano futuro di cui parli i cattolici si saranno

ridotti a una piccola setta.

Rimaniamo IT

 

Diciamo che i margini per poter sperare in un cambiamento -ora- sono stretti.

 

Stanno tra l'uso dell'espressione "situazioni eticamente problematiche" ed il fatto

che colei che scrive l'articolo ci dice almeno che l'espressione è poco felice.

 

Ci dice anche che si affaccia nella vita dei capi un problema di divario ( e qui

mi dispiace Fenix ma dovrei dedurre che l'impostazione sia ancora Capo cattolico

Eterosessuale che deve educare un giovane gay ) fra l'etica e la realtà.

 

Quali messaggi educativi si possono dare in presenza di tale divario?

 

Fin qui, nel silenzio, ognuno si regolava come credeva ( e non è detto

che non fosse meglio...) ora si daranno delle direttive ( di accoglienza?

di "ascolto"? di correzione? )

 

Si asseconderà la realtà ( prendendo atto che i gay ci sono ) o si

darà una interpretazione tutta orientata alla luce della dottrina?

Sarà che sono un positivo per natura, ma io spero in bene. Nel 2002 Bucaioni, un capo che fece CO, fù letteralmente sbattuto fuori. In questo senso veo un passo avanti. Ma certo come dice @Hinzelamnn la situazione è quantomeno ancora ambigua. Vedremo quel che si diranno.

Il problema Fenix è che la chiesa distingue anche a seconda dei ruoli.

 

Il concetto è: possiamo essere tolleranti nei cfr. dell'alunno non cattolico,

ma il professore divorziato lo licenziamo... ( salvo l'incoerenza massima

di garantire privilegi allo stesso professore se sacerdote, ma è un altro

discorso )

 

Quindi io presumo che il Capo-educatore gay sia ancora decisamente

off limits

Sono proprio curioso di vedere come finisce questa volta. L'omosessualità in Agesci è un argomento tabù, nel senso che nè in una direzione nè nell'altra ci sono direttive ufficiali sul comportamento che una Comunità Capi deve adottare, e forse è uno dei pochi visto che di sessualità in generale se ne parla fin troppo. Il problema è che l'Associazione Guide e Scuot Cattolici Italiani si trova fra l'incudine e il martello: se da una parte l'associazione ha un'anima giovane e progressista (nulla a che vedere con le altre comunità cattoliche) dall'altra è schiacciata dai dictat della Chiesa che non può ignorare (anche se l'Agesci propone un idea di spiritualità ben diversa dal Catechismo). Vuoi mettere in crisi esistenziale un capo Agesci? Chiedigli che ne pensa dell'uso del preservativo.

Tuttavia prima o poi questo problema se lo dovranno pur porre, visto che l'associazione sembra essere una calamita per il mondo GLBTQ pre/post/adolescenziale. Dal mio clan uscirono in 4 anni: 2 gay, 2 lesbiche, un trans ftm: un pride insomma.

Da scout, da ragazzo omosessuale dichiarato al suo gruppo scout, vi posso dire che non ho assolutamente trovato difficoltà tra i capi e gli altri componenti del gruppo. Abbiamo trattato il tema differenti volte ponendolo come spunto per far capire ai ragazzi che l'omosessualità non è un malattia, non è contronatura, ma è semplicemente amore. Ed in quanto tale va rispettato e considerato come ciò che è. Risultati...più che positivi. Il concetto di diversità è mutato. Non più come qualcosa di strano e probabilmente sbagliato ,ma come qualcosa di diverso, reale,e non poi così distante da tutti noi.

 

Ma una cosa è il mio gruppo, una cosa è quando in mezzo ci sono tutti i capi italiani e qualcuno che organizza e affronta il tema. Bisogna capire in che termini viene posto e con quali obiettivi.

 

A noi omosessuali la pietà non serve. Non siamo malati terminali bisognosi di cure.

 

L'unica cosa che mi auguro è che l'argomento venga trattato come merita d'essere trattato, con serietà, maturità e rispetto.

Perchè un omosessuale dovrebbe scegliere l'AGESCI e non il CNGEI < scout laici > per perpetrare il metodo scoutistico di educazione e socializzazione dei giovani ?

E' una cosa che faccio fatica a comprendere.

Poi da "educatore" cosa gli insegnerai ? Quello che vogliono i cattolici ? Nel caso si finisca in argomento, teoricamente è il pensiero Cristiano quello che dovresti usare come "metro" per le tue risposte. Per cui nessuna libertà di amare, nessuna libera affettività ma, seguendo la loro linea che tutti ben conosciamo, tolleranza solo davanti all'astinenza.

Predichi e insegni qualcosa di diverso ? Allora ti autoescludi dai cattolici di tua sponte< Per fortuna, ti direi personalmente > Quindi torniamo al punto d'origine. Perchè non i laici ?

 

< Se avete affrontato questa parte della discussione già in altri Topic chiedo scusa e mi ci fiondo ! >

Edited by Hands Clean

Va bhè ma anche io posso entrare in Chiesa mentre qualcuno dice messa e farlo SOLO perchè voglio apprezzare l'architettura della struttura chiesa, in quanto edificio.

Questo non vuol dire che io creda a quello che sto sentendo, mi metta ad ascoltarlo davvero, o lo predichi fuori magari facendo l'insegnante di catechismo/religione.

Soprattutto questo non farebbe di me una cristiana.

 

Sottile quanto abissale differenza.

Non sapevo dell'incontro e spero vivamente che quelli del nazionale affrontino in maniera diretta la questione.

Come molti di voi sanno, anche io sono capo scout AGESCI (da ormai 4 anni) e tutt'ora svolgo in maniera attiva servizio nel mio gruppo.

La questione dell'omosessualità nello scoutismo AGESCI non è un tabù: in quasi tutte le comunità capi, da alcuni anni, si sta parlando dell'argomento perché sono gli stessi ragazzi "educandi" che si dichiarano apertamente gay all'interno dei gruppi, anche prima di diventare capi.

Io sono dichiarato con tutta la comunità capi (compreso il sacerdote) ufficialmente da 2 anni. Nessuno ha avuto nulla da ridire, sono tutti partecipi della mia vita e senza alcun problema ci si scherza su (li ho pure portati a mucca lo scorso aprile :D , tranne il sacerdote ovviamente).

Ciò che mi si obietta sempre è la questione della famosa "C" di AGESCI, che sta per Cattolici. Inutile girarci intorno, tecnicamente quello che faccio va contro le regole. Se stiamo a guardare alla lettera tutti gli insegnamenti del CCC (Catechismo della Chiesa Cattolica) io non potrei essere un capo e non potrei essere una testimonianza di vera vita cattolica.

Mi sono posto più volte il problema e, soprattutto nell'ultimo anno, ho avuto forti crisi riguardo al mio servizio in associazione; eppure, parlandone con i miei amici scout, vedendo la gioia che riesco a donare a quei ragazzi con il mio lavoro e i miei sforzi, non ce l'ho mai fatta a mollare. Amo troppo quello che faccio e credo che tutti i bambini e i ragazzi che ho conosciuto in questi anni mi abbiano fatto capire quanto io mi senta portato per questo ruolo.

E' facile dire "cambiate gruppo e andate al CNGEI", ma vi assicuro che non è così semplice mollare tutto e buttare al cestino tutti gli sforzi fatti per stare dietro a questi ragazzi. In sostanza, ciò che mi lega al mio gruppo è l'affetto che provo per ognuno di loro, per gli abbracci, i sorrisi, le litigate e i coinvolgimenti nelle loro vite familiari. Non riesco a rinunciare a nessuno di loro e vi assicuro che non vivendo questa situazione non la si può capire.

E' evidente che se il comitato nazionale ha deciso di parlarne è proprio a causa dei tantissimi capi gay che fanno parte dell'associazione, ma non solo: come ho già detto tantissimi ragazzi oggi si dichiarano con noi capi.

Non sapevo dell'incontro e spero vivamente che quelli del nazionale affrontino in maniera diretta la questione.

Come molti di voi sanno, anche io sono capo scout AGESCI (da ormai 4 anni) e tutt'ora svolgo in maniera attiva servizio nel mio gruppo.

...ecc ecc

 

 

 

E' una bellissima testimonianza la tua, Akira. L'apprezzo molto proprio per l'ammissione e la consapevolezza di essere, di certo non per noi, contro le LORO regole.

E' l'unica motivazione del resto contro cui non riesco, non voglio e non posso obbiettare: l'affezione umana.

Non ho mai detto di "cambiare " gruppo difatti, nè che fosse facile, ho solo parlato di scelta iniziale, una cosa che è fattibile solo per chi ha già consapevolezza di sè fin dall'inizio.

 

Per questo io il mio gruppo l'ho mollato e non sostituito, dopo 14 anni.

Dal mio punto di vista, non me la sono più sentita di "prestare servizio " < ma sarebbe più adatta la parola vocazione, per quanto riguarda lo scoutismo > per chi provava profonda stima e rispetto per me, per la singolarità della persona che sono, ero o rappresentavo ma non per tutti quelli come me.

E' un il problema di fondo che abbiamo un pò tutti con la Chiesa, credo. Per quanto si possa provare stima per un singolo sacerdote illuminato, restano tutti gli altri che ci considerano malati. E tanto mi è bastato per fare a pugni con me stessa.

 

Grazie per il confronto, davvero !

Io credo che quello che bisogna guardare è sempre la risposta che hanno i ragazzi al tuo modo di fare servizio. Sono anni che cerco di trasmettere loro i miei valori di vita: il battersi sempre per le cause giuste, il rispetto per la diversità, l'amore disinteressato verso il prossimo, ma soprattutto quello che cerco di trasmettergli è proprio la libertà di essere se stessi sempre. In fin dei conti non sono valori così lontani da quelli dello scoutismo.Il mio unico problema è parlare di matrimonio con i ragazzi più grandi; io ovviamente credo ci fermamente, il punto è che ci credo a modo mio, nel senso che la promessa che si fa in quel momento vale sempre indipendentemente dal sesso della persona a cui ti rivolgi.

Per quanto riguarda l'argomento sessualità cerco di affrontarlo nella maniera più discreta possibile, sempre però sottolineando l'importanza dell'unire il sesso al sentimento.

In fin dei conti questo significa essere capi: non seguire delle regole alla lettera, ma saperle mettere in pratica nella maniera più giusta e considerando sempre i veri bisogni dei tuoi ragazzi.

Perchè nel mio paese il CNGEI non c'è. Sennò avrei fatto quello. Ho messo in chiaro tutto io. Ho detto d'essere ateo ed omosessuale, così come sanno che sono presente, sempre per dire la mia quando si discute di fede. Io porto il mio loro mi danno ciò che hanno ed insieme si discute e si cresce. Non credo di essere assolutamente in contraddizione. Io sono me stesso, sempre e ovunque. Non ho riscontrato problemi ( diciamo che il punto riguardante la fede mi viene sempre portato sott'occhio perchè come dice akira non sono alla perfettamente aderente alla "regola", ma chi lo è?) io mi trovo estremamente bene. Sono legato ad ogni esperienza e sono pronto a cambiare gruppo se dovessi decidere di continuare qui a Milano, probabilmente un gruppo cngei chi lo sa! Il fatto è che scout una volta scout tutta la vita, indipendentemente dal gruppo d'appartenenza... lo scoutismo ti resta nel cuore e cambiare gruppo potrebbe essere anche un modo per crescere ulteriormente e sfidare se stessi in ogni campo.

 

Non ho avuto problemi a definirmi ateo

Non ho avuto problemi a definirmi omosessuale

Non ho ricevuto nessun tipo di obiezione, ma solo stima per la sincerità mostrata e la voglia che caratterizza ogni cosa faccia all'interno del gruppo.

 

Servizio,Strada,Comunità e Fede. La Fede la ho, in noi stessi in quanto esseri umani capaci di grandi cose. E lo scoutismo m'aiuta nel compierle.

Irishskyuponus

Scusate se mi intrufolo.

Premetto che agli scout ci sono andata una settimana a dir tanto, ma trascorrere il tempo in mezzo a tutti quei crocifissi mi ha portato ben presto l'orticaria.

 

Non ho ricevuto nessun tipo di obiezione, ma solo stima per la sincerità mostrata e la voglia che caratterizza ogni cosa faccia all'interno del gruppo.

 

E io, in quanto omosessuale, ogni giorno ricevo da qualche alto prelato cattolico più di un tipo di obiezione.

Quindi solo perché tu non sei mai stato discriminato (ma ne sei davvero sicuro? Non ti senti toccato in quanto omosessuale dalle dichiarazioni del Papa, ad esempio?) personalmente ed è una tua passione non vuoi rinunciarci solo perché non c'è l'alternativa.

 

C'è una citazione della mia compagna che, per quanto estremizzi il confronto, rende perfettamente il concetto.

 

Io non sono ebrea, quindi Hitler è una brava persona perché a me, Tedesco cattolico e ariano, non ha fatto nulla, anzi mi ha pure dato un pezzetto di terra - e chissene frega se l'ha espropriato a qualcun altro per farlo...

 

(Ah, ovviamente, prima che qualcuno fraintenda, è un paradosso, non certo un pensiero ideologico.)

 

Un'alternativa c'è sempre, basta cercarla.

Parlo da profana: perché non ne fondi uno tu di gruppo CNGEI?

 

Ma sostenere un'appendice della Chiesa Cattolica, per pigrizia (?), mi fa storcere fortemente il naso perché è proprio sulla forza dei numeri che si arrogano il diritto di parlare a nome degli Italiani anche quando si tratta di decidere sui nostri diritti.

Questo è il motivo fondamentale per cui voglio sbattezzarmi: affinché non mi possano annoverare tra i loro seguaci.

Edited by Irishskyuponus

Credo che però tu stia confondendo le cose.

Le dichiarazioni omofobe del Papa interessano il Papa e coloro che prendono alla lettera ogni sua direttiva senza ragionare. Tu non puoi dedurre dal fatto che Hiltler fosse cattivo che tutti i tedeschi sono cattivi.

Non è saggio escludere le persone dalla tua vita solo perché la pensano in modo indubbiamente diverso da te. Il dialogo è il principio di tutto, si parte da lì, ed evidentemente sta dando dei risultati se alcuni in questo topic stanno riportando un certo tipo di esperienze.

L'importante è essere coerenti e, laddove si è onesti ed accettati, francamente non vedo contraddizioni ne mancanza di rispetto riguardo alle vittime dell'omofobia.

Credo che però tu stia confondendo le cose.

Le dichiarazioni omofobe del Papa interessano il Papa e coloro che prendono alla lettera ogni sua direttiva senza ragionare. Tu non puoi dedurre dal fatto che Hiltler fosse cattivo che tutti i tedeschi sono cattivi.

 

Dal fatto che Hitler fosse cattivo posso dedurre che tutti i nazisti saranno cattivi

 

Allo stesso modo, sapendo che il papa è omofobo, posso dedurne che una persona che si definisce cattolica sarà anche omofoba, altrimenti non sarebbe cattolica (ma cristiano protestante o qualche altro tipo di cristiano che non riconosce il magistero della chiesa)

 

Sono d'accordo con irishskyuponus, fare comunella con gruppi sottoposti ad un istituzione omofoba come la Chiesa Cattolica è un gesto di insensibilità verso tutte le persone omosessuali che soffrono a causa del odio e del pregiudizio promosso dalle religioni in Italia. Si può benissimo avere rapporti di grande amicizia con persone cattoliche, se queste si dimostrano rispettose e volenterose di accettarci nella nostra integrità di esseri umani, ma quando si aderisce a un'istituzione o ad un gruppo a essa sottoposta, non si accetta solo la compagnia di un certo numero di persone, ma anche l'idea e gli obiettivi che stanno alla base di quel istituzione

Qui allora nasce un discorso totalmente diverso che a mio parere non c'entra affatto con l'AGESCI.

Io sinceramente non credo che andandosene di punto in bianco si risolva qualcosa. I cattolici estremisti rimarranno, anzi forse non essendoci una corrente moderata all'interno dell'istituzione il fenomeno non potrebbe che incrementare.

E' bene che all'interno del'interno rimangano persone omosessuali che si dichiarano apertamente proprio per far capire quanto siano stupide le idee che hanno a tal proposito. Molti cattolici si immaginano gay come esseri astratti, fuori di testa e che pensano unicamente al sesso. Tutti noi sappiamo che non è così, ma se non gli poniamo di fronte un'idea diversa come faranno a ricredersi? Io sono più che soddisfatto del mio modo di agire all'interno del mio gruppo proprio perché ho fatto capire a tutti che tra un omosessuale e un eterosessuale non c'è alcuna differenza di fondo (a parte la scelta del partner).

Mi dispiace ma non credo affatto che creando due muri fra comunità LGBT e cattolici si possa ottenere un futuro diverso.

Akira, in primis non aderire a gruppi di ispirazione cattolica non significa rinunciare al dialogo con persone cattoliche, le nostre possibilità di dialogo non limitate al possesso delle relative tessere.

 

Oltre a questo, i muri la comunità LGBT non li ha mai posti a nessuno, il muro l'ha sempre sorretto la comunità dei cattolici, visto che il dialogo sulla base della ragione non è qualcosa conveniente per chi aderisce a gruppi fondati sui dogmi e sul rispetto di un autorità centrale, come le religioni. Puoi dimostrati la persone migliore del mondo, ma per molti cattolici rimarrai sempre un alleato del demonio. I cattolici non sono pecoroni, la maggior parte lo sa benissimo che ci sono un sacco di persone omosessuali che per la società secolarizzata sono brave persone, ma per loro noi siamo solo una delle espressioni delle decadenza delle nostre società che hanno abbandonato Dio.

 

Io piuttosto che di convincere qualche cattolico, mi preoccuperei di più di proteggere più persone possibili dalle ingiustizie e dalla sofferenza promosse in nome di un qualche Dio. Tutti dovremmo avere diritto a ricercare la nostra felicità, e dovremmo prima di tutto preoccuparci di difendere gli individui da chi vuole ostacolare questa ricerca. E per fare ciò il primo passo è non riconoscersi in quelle istituzioni, come la Chiesa Cattolica, che vogliono riconoscere la legittimità di un solo modello di felicità

Akira, appoggio tutto quello che hai detto. Poi io sono gay e sono cattolico. Incompatibilità? Assolutamente no perchè la verità assoluta è nelle sacre scritture che vanno interpretate. Quello che dice il Papa lo dice un uomo, non Dio. Il principio fondamentale è che Dio è amore. Chi non ha in testa questo non ha cappito molto. Ci sono uno svarione di prelati che invece capiscono la nostra situazione e non se ne fanno problemi, mio confessore in primis. Non puoi essere anticattolico solo perchè senti che nell'interno del mondo cattolico ci stà qualche bacchettone. Devi vedere anche quello che ci stà di positivo. Spero che il vostro essere anticattolico non si basi su queste considerazioni a mio parere un poco superficiali. Se poi si vuole discutere sull'essere gay e cattolici, meglio aprire altro post se si vuole dirimere meglio la questione.

Dream_River, ti assicuro che all'interno della comunità cattolica c'è un'ignoranza tremenda per quanto riguarda l'omosessualità.

Una volta, addirittura, parlando con una ragazza, mi accorsi che questa era convinta che gli uomini gay non producessero spermatozoi -_- (fra l'altro laureata in scienze infermieristiche).

I pochi cattolici che sono coscienti della realtà, sono quelli che hanno fondamentalmente paura di accettarla, proprio per paura di cambiamenti che possono scardinare in un qualche modo l'importanza della Chiesa.

Tu dici che far cambiare l'idea ad un cattolico non serve? Beh, la prossima volta ci sentiremo insultati da una persona in meno.

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