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La libertà si paga con la solitudine?


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Molto spesso si parla di libertà, di voler essere liberi.

Io stessa inseguo questa chimera, l'idea di libertà, di essere fuori da schemi imposti e anche di essere libera da vincoli (relazionali) imposti.

 

Mi accorgo che a volte faccio fatica ad avere relazioni autentiche perchè quando mi accorgo che un rapporto inizia a diventare troppo stretto ho paura che "quando mi vorrò allontanare sarà troppo tardi" perciò spesso blocco certi rapporti sul nascere.

 

Poi però mi accorgo che questo mio tutelare la libertà mi porta a soffrire di solitudine.

 

Il nesso libertà/solitudine lo scorgo anche in altre persone.. persone che come me inseguono un'idea di libertà ma poi mi confidano " mi sento solo/ mi accorgo che sono solo/oggi ho capito che sono solo".

 

Ma allora essere liberi è qualcosa che si paga con il senso di solitudine? La libertà dovrebbe portare gioia, non sofferenza. Se il senso di libertà porta un senso di solitudine che fa soffrire allora forse la libertà che cerchiamo non è sana?

 

Io ad esempio quando vivevo a Genova ero totalmente libera ma ero sola e anzichè godere la libertà ho sofferto per un anno e non mi sono goduta un cazzo niente.

 

Ultimamente sono giunta alla conclusione che forse io ho un'idea errata di libertà. Forse essere liberi vuol dire semplicemente saper scegliere senza farsi influenzare.

 

Voi pensate che la libertà abbia davvero un prezzo da pagare? E questo prezzo secondo voi qual è? E' la solitudine?

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https://www.gay-forum.it/topic/18607-la-libert%C3%A0-si-paga-con-la-solitudine/
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Secondo me la questione è un'altra: libertà non è necessariamente rifuggire dalle relazioni. Si può avere una relazione, anche molto seria, ed essere contemporaneamente liberi. Libertà non è sinonimo di libertinaggio. Quindi non so, secondo me libertà e solitudine non vanno di pari passo, anche perché se una persona si sente libera esce, ha degli amici, non trova nemmeno il tempo di annoiarsi! Io ho avuto periodi di libertà e di non libertà autoimposti (vuoi per lo studio, o per altre problematiche da risolvere, o per il lavoro) ma non hanno coinciso con i miei rapporti, ad esempio quando stavo con la mia ex mi sentivo liberissima e di fatto lo ero, avevo un sacco di amici e facevo un sacco di cose. Adesso no ma semplicemente perché ho delle serie preoccupazioni che non mi fanno sentire libera. Invece nel periodo in cui sono stata single non mi sentivo affatto libera per altri motivi.

Se un rapporto è stretto ma non è imposto, perché dovresti sentire il bisogno di allontanarti? Anzi, se è stretto ed è voluto io faccio di tutto per continuarlo così, mi allontano nel momento in cui mi sento soffocare, ma se ciò capita è perché sono io che non mi sento a mio agio con la persona e non per il tipo di rapporto.

Ma forse effettivamente ognuno ha un punto di vista a sé!

è quindi probabile che il desiderio di libertà sia in fondo "una scusa" per non ammettere (a se stessi e/o agli altri) che si hanno problemi relazionali? io ci sto pensando e sto maturando questa ipotesi.

 

ora che ci penso anche il mio "ex" (con cui in realtà non sono mai stata insieme!!) diceva che voleva essere single per non perdere la sua libertà ma poi soffriva costantemente di solitudine e tuttora si lamenta che "è solo".

 

Ma che razza di libertà è soffrire la solitudine?

 

penso inoltre che esistono vari livelli di libertà e comunque secondo me, araas, alla fine è come dici tu: la libertà non c'entra niente col rifuggire le relazioni. Non me ne ero mai accorta prima.

Penso che sull'argomento, l'aforisma migliore sia quello di Nietzsche "Essere liberi non significa fare tutto ciò che si vuole, ma volere tutto ciò che si fa"

 

Quindi penso che la vera sfida sia circondarci di persone che veramente vogliamo al nostro fianco, scartando quelle con le quali un rapporto può essere solo un peso.

E soprattutto tenere a debita distanza le persone che il contesto vorrebbe porci accanto senza il nostro contesto.

 

Se si scelgono le persone giuste, la libertà e la solitudine non hanno niente a che vedere fra di loro

Beh divine io no mi preoccuperei più di tanto. Questo interrogativo ti sta facendo vedere le cose da un'altra prospettiva e/o riflettere e maturare su certe cose. Già il fatto che ti fai la domanda può voler dire che in realtà tu nOn fuggi dalle relazioni, ma forse avevi bisogno di esperienze o tempo per capire. Una persona che ha problemi relazioni credo che manco lo vedrebbe il problema. Ti auguro di trovare le risposte che cerchi perchè sono convinto che non tarderanno ad arrivare :)

Secondo me in una certa misura è vero che la relazione limita la libertà; naturalmente poi puoi scegliere di limitare la tua libertà - perché ottieni "in cambio" altre gratificazioni - e quella scelta è libera.

Quindi parlando astrattamente si può dire che la libertà è mantenuta, dato che la sua limitazione l'hai scelta.. ma, in concreto, la limitazione c'è, a partire dalle piccole cose, dall'orario in cui ci si alza alla mattina, a come si organizzano i propri impegni, e naturalmente è limitata la possibilità di avere altre relazioni.

Beh ma invece che pensare a problemi relazionali o a questioni filosofico-esistenziali, si potrebbe anche pensare che se uno rifugge da una relazione perchè la sente come opprimente, come limitativa della propria autonomia, ciò significa forse che ha cercato di tenere in piedi la relazione solo artificialmente, ma in realtà non ne è soddisfatto e non si trova bene con quella particolare persona con cui intrattiene la relazione che percepisce come "ingabbiante".

Ipotesi mia, non so però eh.

secondo me bisogna distinguere diversi tipi di libertà in base a amicizie, relazioni, ecc..e considerare il fatto che ognuno di noi ha una diversa concezione di libertà, che è soggettiva. Non esiste una libertà oggettiva, siamo in uno Stato, ci sono delle leggi ecc ecc...

 

Io purtroppo non riesco ad avere rapporti duraturi con le persone: ora che ci penso bene le mie amicizie più durature sono quelle dove le persone non mi soffocano. Persone che non vedo ogni settimana, che vedrò una volta al mese o più di rado. se vedessi le stesse persone tutti i giorni mi stancherei e le allontanerei. o mi allontano dalle persone quando non mi danno più stimoli.

secondo me la mia amicizia con araas che dura da 3 anni è dovuto anche da questo: non ci imponiamo nulla, quando vogliamo vederci ci vediamo, quando vogliamo sentirci lo facciamo, se una ha bisogno dell'altra sa che è disponibile.

 

Per me la libertà è andarmene via da qui, da questa casa e dalla mia "famiglia". Ma ciò porta che io mi allontano da mio padre e i miei parenti...o forse no? magari se sono più serena io ho più voglia di andarli a trovare e averci un rapporto migliore di quello che ho ora perchè non imposto.

 

Il problema delle relazioni è che molto spesso le persone vogliono appartenersi, entrano in simbiosi tra di loro e perdono il l'attenzione sul mondo che li circonda e su altro. per questo si perdono. io infatti auspico ad avere una relazione in cui io ho i miei spazi, le mie cose da fare, i miei hobby e la mia porzione di libertà esistenziale. molto spesso invece le coppie fanno tutto insieme, vanno in giro insieme, inviti una e si presenta anche l'altra..ovviamente sono le due persone che scelgono questo tipo di rapporto.

se ad esempio io incontrassi una che vorrebbe starmi sempre appiccicata, andare all'uni insieme a me, vedermi tutti i giorni e sentirmi per telefono 10 volte al giorno l'allontanerei perchè mi soffocherebbe.

 

 

se si è in una relazione si limita la propria libertà ma almeno non soffri la solitudine. anche su questo si può discutere, puoi sentirti comunque solo se la persona non ti cura, non condividete nulla. secondo me si può soffrire la solitudine anche se hai tanti amici e hai una relazione. quando stavo col mio ex mi sentivo sia soffocata che sola. soffocata perchè a 17 anni sembrava che già i suoi genitori e lui stesso avessero pianificato la mia vita:ovvero sposarmi e avere figli con lui dato che ormai ero una di famiglia dato che mi invitavano a pranzo a cena ecc; sola perchè non condividevo nulla con lui. eravamo opposti.

 

come dice dream_rider, quante volte facciamo qualcosa perchè dobbiamo farla? e non perchè vogliamo?

 

sicuramente siamo messi ogni giorni di fronte a scelte che limitano la nostra libertà individuale.

forse non ci leghiamo troppo alle persone perchè abbiamo paura di soffrire, quindi per evitare questo le allontaniamo non appena la cosa si fa troppo seria. o è possibile che siamo persone molto indipendenti e vediamo gli altri come un peso se non sono come noi. anch'io la penso come araas, bisogna trovare (sempre se si vuole una relazione) una persona che abbia il nostro stesso concetto di libertà.

poi non è detto che la tua idea di libertà sia sbagliata: magari non è comune, ma non è sbagliata a priori. ci sono dei parametri per dire che non la puoi pensare in questo modo? è solo un'altra idea di libertà in mezzo a tutte quelle esistenti.

 

sicuramente è un argomento complesso da affrontare e dipende dalle scelte che facciamo ogni giorno e alcune entrano in conflitto tra loro. io penso che rimarrò "sola" quando una mia amica partirà per la cina perchè vuole vivere là ma per lei quella è la libertà e poi non è che io rimarrò sola in senso che non avrò nessuno, ma quella parte che si è affezionata a lei soffrirà per la sua mancanza quindi quella parte rimarrà sola.

poi secondo me la solitudine è una scelta di autoreclusione in se stessi (voluta per tanti motivi e non sempre è negativo) e nessuno è veramente solo. sei solo quando stai in un deserto dove non c'è nessuno.

 

Ho buttato giù un po' di idee ma devo ancora riflettere bene sull'argomento...

La libertà è un concetto giuridico non sociale in sostanza non esiste: si è liberi nella misura in cui te lo permette il tuo io, la società e la legge. Qualsiasi agglomerato umano, qualunque esso sia riduce la libertà personale. A maggior ragione nelle relazioni. Credo invece sia importante stare bene, scegliere tra le tante cose che si desiderano (e che spesso sono incompatibili) quello che realmente si vuole, il che non prevede necessariamente la difesa della propria libertà a tutti i costi

 

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Anche perché la libertà assolute, in quanto assoluta, non è qualcosa che riguarda una realtà relativa e contingente

 

Anche immaginandosi al di fuori di qualsiasi rapporto coi nostri simili, al di fuori di qualsiasi gruppo o istituzione, non saremmo certo più liberi. Al di fuori della civiltà saremmo solamente liberi di essere schiavi delle avversità, e impossibilitati a realizzarci come esseri umani. Lo "stato di natura" è una leggenda

Personalmente credo che la libertà intesa come concetto astratto non esista. La mia libertà finisce dove inizia la tua, inizia dove finisce la tua e nemmeno. Molto dipende dalla tua volontà, ma anche da chi ti sta attorno. Anche da cosa percepisci che ti venga imposto oppure no, cosa è realmente imposto oppure no. Ma se dovessi legare la mia libertà alla relazione, credo che più che di libertà staremmo parlando di compagnia. La solitudine è una condizione, un sentimento e/o una sensazione comune dell'essere umano, che vive dall'inizio alla fine della propria esistenza a più riprese, se non costantemente, ed è ciò che realmente smuove le persone verso altre persone, verso altre "cose". E ciò che fa rimanere le persone insieme o le fa separare. La coppia è un'unità, e come tale è una solitudine condivisa. Ma ci sono persone che passano l'intera vita a lottare contro la solitudine, è fin troppo umano.

Mercante di Luce

Mi sono ritrovato in maniera molto forte nelle parole di Divine, con la differenza che io sono caratterialmente solitario e non patisco la solitudine, perlomeno non la patisco spesso.

Anche per questo mi ritrovo sempre a rifuggire quei legami che non mi distolgano l'attenzione dal cosa, quanto e come cedo.

Raramente, ma non mai per fortuna, capita anche che riesca a trovare la persona giusta.

Non solo per quanto riguarda le relazioni di genere sentimentale, ma anche per quanto riguarda le amicizie e le frequentazioni in genere.

la libertà (non inteso come fare "quello che ci pare" perche "quello che ci pare" lo facciamo solo vivendo eremiti in un anfratto sperduto della groenlandia) è soprattutto rivolta verso noi stessi. bisogna sentirsi liberi di esprimersi e la cosa a volte si paga con una certa solitudine specie quando guardandosi intorno c'è un desolante panorama di mediocrità. bisogna farsi forza, andare avanti senza accettare alcun compromesso intellettuale e mai degradare la propria mentalità pur di avere qualcuno intorno a tutti i costi. ironicamente, un episodio di south park "ass burgers" parla proprio di questo.

 

Io ad esempio quando vivevo a Genova ero totalmente libera ma ero sola e anzichè godere la libertà ho sofferto per un anno e non mi sono goduta un cazzo niente.

 

 

Da Genovese secondo me era la città a metterti tristezza.. non è che brilliamo di gioia e allegria! :)

 

Scherzi a parte il post è molto interessante e ci mette di fronte alle scelte che tutti abbiamo affrontato. Liberarsi degli schemi, delle idee (false) che gli altri avevano di noi (a volte costruite proprio da noi a suon di bugie), liberarsi da quello che gli altri si aspettano da noi sicuramente porta a delle spaccature. Nella maggior parte dei casi tutto volge al meglio ma a volte non è così. E do ragione a R. Post citando il vecchio detto "Meglio soli che male Accompagnati".

 

Io me ne sto accorgendo ora. Mi stavo accerchiando di gente "inutile" solo per non sentirmi solo. Ma alla fine mi ci sentivo lo stesso. Per cui ho preferito tagliare con molti e sentirmi più libero di compiere le azioni che voglio.

Certo a volte non è semplice.. ma credo che comunque ci voglia anche un grande coraggio. Ed è una grande prova da affrontare.

Da Genovese secondo me era la città a metterti tristezza.. non è che brilliamo di gioia e allegria! :)

 

:sisi: ehehhehe... magari un giorno ti racconterò..

 

Liberarsi degli schemi, delle idee (false) che gli altri avevano di noi (a volte costruite proprio da noi a suon di bugie), liberarsi da quello che gli altri si aspettano da noi sicuramente porta a delle spaccature. Nella maggior parte dei casi tutto volge al meglio ma a volte non è così. E do ragione a R. Post citando il vecchio detto "Meglio soli che male Accompagnati".

Io me ne sto accorgendo ora. Mi stavo accerchiando di gente "inutile" solo per non sentirmi solo.

 

è una cosa che facciamo in molti secondo me ma solo pochi hanno il coragio di ammetterlo a se stessi e ancora di meno hanno il coraggio di chiudere e cercare altre amicizie.

 

Ma alla fine mi ci sentivo lo stesso. Per cui ho preferito tagliare con molti e sentirmi più libero di compiere le azioni che voglio.

 

decidere di vivere in un certo modo implica un impegno: l'impegno di essere coerenti. E se ti rendi conto che frequentare certe persone ti fa sentire incoerente, lì devi chiudere. E arriva la solitudine. Ma sei libero, libero di essere coerente.

 

Certo a volte non è semplice.. ma credo che comunque ci voglia anche un grande coraggio. Ed è una grande prova da affrontare.

 

esatto, perchè richiede una grande fedeltà ai propri ideali.

 

bisogna sentirsi liberi di esprimersi e la cosa a volte si paga con una certa solitudine specie quando guardandosi intorno c'è un desolante panorama di mediocrità. bisogna farsi forza, andare avanti senza accettare alcun compromesso intellettuale e mai degradare la propria mentalità pur di avere qualcuno intorno a tutti i costi.

 

hai detto una grande verità, sono pienamente d'accordo.

 

Molto dipende dalla tua volontà, ma anche da chi ti sta attorno. Anche da cosa percepisci che ti venga imposto oppure no, cosa è realmente imposto oppure no.

 

ma infatti a volte noi diamo la colpa agli altri di essere soffocanti/o altro ma non ci rendiamo conto che in buona parte siamo noi che lo permettiamo. Gli altri ci fanno ciò che noi permettiamo loro di farci. Parlo sempre di relazioni eh. Ma accorgersi di questo non solo implica un grande senso di responsabilità ma in un certo senso anche un grande coraggio perchè molto spesso, a causa dell'educazione ricevuta, "subiamo" delle cose solo per non offendere gli altri. Ma offendiamo noi stessi. Dovremmo "diseducarci" e poi "rieducarci". E' impegnativo.

 

se si è in una relazione si limita la propria libertà ma almeno non soffri la solitudine. anche su questo si può discutere, puoi sentirti comunque solo se la persona non ti cura, non condividete nulla. secondo me si può soffrire la solitudine anche se hai tanti amici e hai una relazione. quando stavo col mio ex mi sentivo sia soffocata che sola. soffocata perchè a 17 anni sembrava che già i suoi genitori e lui stesso avessero pianificato la mia vita:ovvero sposarmi e avere figli con lui dato che ormai ero una di famiglia dato che mi invitavano a pranzo a cena ecc; sola perchè non condividevo nulla con lui. eravamo opposti.

 

come dice dream_rider, quante volte facciamo qualcosa perchè dobbiamo farla? e non perchè vogliamo?

 

sicuramente siamo messi ogni giorni di fronte a scelte che limitano la nostra libertà individuale.

bisogna trovare (sempre se si vuole una relazione) una persona che abbia il nostro stesso concetto di libertà.

 

E' vero, bisogna stare con persone che hanno il nostro concetto di libertà e con le quali ci sia un reciproco "nutrimento dell'anima", come lo chiamo io. L'affetto non basta.

Ma forse hai un po' di confusione tra libertà e indipendenza, o almeno quando penso a libertà significa che voglio fare quello che mi sento senza che nessuno me lo vieti (almeno che non violi la libertà altrui, non è che posso uccidere la gente perché mi devo sentire libero XD).

Comunque non necessariamente paragono la libertà alla solitudine, anzi mi sento più libero ora che frequento parecchia gente rispetto a prima che ero più un'anima solitaria.

Boh sarà il fatto che comunque da solo completamente non riesco a starci, a qualcuno mi devo necessariamente appoggiare e se so che quel qualcuno è vitale per me allora sento che la sua presenza mi trascina verso la libertà. Posso esprimermi completamente con quella persona sia a livello di amicizia che sentimentalmente, e finalmente essere me stesso, in quel momento credo di sentirmi libero o forse faccio confusione io con qualche altro sentimento :( però la cosa mi fa stare molto bene :D

La libertà te la costruisci tu, dentro ad ogni "cosa", relazione, struttura, rapporto, involucro, gruppo, cerchio, scatola, società, blocco, identità, appartenenza, cambiamento, prigione, visione, idea, deserto, parola, coppia, responsabilità, solitudine, orientamento, opinione, massa, credo, universo, paura, mania, ecc.

Sartre diceva: "Siamo condannati ad essere liberi" e credo che, sottilmente, avesse ragione.

Su quanto riguarda la volontà-libertà-coerenza di pensiero, vorrei citare la prefazione di Nietzsche al suo "L'anticristo", perchè fondamentalmente parla di questo, dello sforzo per arrivarci e della solitudine che ne consegue, ma di cui andar fieri:

"Questo libro si conviene ai pochissimi. Forse di questi non ne vive ancora neppure uno. Potrebbero essere quelli che comprendono il mio: Zarathustra: come potrei confondermi con coloro per i quali già vanno crescendo orecchi? - A me si confà unicamente il giorno seguente al domani. C'è chi è nato postumo.

Le condizioni alle quali mi si comprende - e mi si comprende, allora, per necessità - le conosco fin troppo bene. Nelle cose dello spirito si deve essere onesti fino alla durezza, per poter anche soltanto sopportare la mia serietà, la mia passione. Si deve essere addestrati a vivere sui monti - a vedere sotto di sé il miserabile ciarlare di politica ed egoismo-dei-popoli, proprio del nostro tempo. Si deve essere diventati indifferenti, non si deve mai domandare se la verità sia utile, se essa diventi per qualcuno una fatalità... Una predilezione della forza per quei problemi per cui oggi nessuno ha il coraggio; il coraggio del proibito; la predestinazione al labirinto. Un'esperienza di sette solitudini. Nuovi orecchie per nuova musica. Nuove occhi per il più lontano. E una nuova coscienza per verità restate fino a oggi mute. E la volontà dell'economia in grande stile; mantenere compatta la propria forza, la propria esaltazione... Rispetto di sé; amore di sé; libertà assoluta verso di sé...

Suvvia! Questi soltanto sono i miei lettori, i miei giusti lettori, i miei predestinati lettori: che mi importa del resto? - Il resto è semplicemente l'umanità. - Si deve essere superiori all'umanità per forza, per altezza d'animo - per disprezzo...

 

Friedrich Nietzsche"

 

Spesso penso al fatto che le persone intelligenti, molto intelligenti e sensibili, sono infelici proprio perchè si rendono conto di ciò che hanno attorno, della vita e dell'essere umano. E di conseguenza si sentono sole o incomprese, o compresse e schiacciate. Altre invece perchè riflettono troppo, pensano, pensano, pensano in continuazione e succede che poi, a forza di pensare, smettono di sentire o sentono di meno.

Ci sono centinaia di libri che parlano di libertà, solitudine, indipendenza, volontà, dipendenza, ecc, però in definitiva credo che la libertà te la costruisci da per te, in ogni situazione e luogo.

E' un concetto troppo assoluto e ampio per poter essere definito. Ed essendo l'uomo un animale sociale, ciò si rapporta inequivocabilmente o meno a tale concetto e alla sua sfera intimo-affettiva.

Non so se si è capito cosa voglio dire, ma ci ho provato.

 

Il mio consiglio è: lavora su ciò che ti fa sentire libera e su ciò che non ti fa sentire libera.

La libertà è dinamismo interiore. Significa mettersi continuamente in discussione e di conseguenza discutere ogni conformismo. Si potrebbe anche definire come un bisogno bulimico del proprio tempo, impiegato nella continua ricerca di se stessi. Nonostante l'unico scopo non è trovarsi, ma perdersi ancora e ancora, sempre una volta in più, anche perché non è possibile trovarsi se prima non ci si perde.

 

Questa però non è la libertà del gaudente edonista, la cui bulimia è ispirata dallo smodato bisogno di colmare un profondo vuoto interiore. Lungi da me alcun pregiudizio morale, tuttavia è in questa accezione di libertà protesa verso l'esasperazione dell'abbondanza: avere più emozioni, vivere al massimo, fare più esperienze possibile, che si cela la solitudine di chi volendo tutto si ritrova in mano col niente. Si tratta un po' dello sforzo di trattenere l'acqua in un pugno.

 

Nel primo caso, lo spirito libero, come spiega bene proprio Nietzsche, deve incamminarsi su sentieri impervi, compiere degli atti ben precisi, primo fra tutti "disimparare", purgarsi di quel humus culturale che come una lente deformante ci impedisce di guardare le cose per quello che sono.

 

Ma insomma, mi sto al solito allontanando troppo dal seminato.

 

In sostanza, la solitudine che mi sembra si contempli è più che altro la noia che proviamo restando soli con noi stessi.

Mi sono perso... Comunque non capisco cosa c'entri la libertà con l'avere una relazione e/o provare profondo affetto per gli amici più stretti. Io mi sentirei meno libero essendo privado di cose importanti come queste. Non vedo una privazione di libertà se si è circondati da persone che si stimano, anzi arricchisce il tutto.

a me questo pare il classico topic di una persona che per sentirsi libera,

cioè non condizionata da un ambiente esterno ostile, o comunque non

scelto, ma subito...ha dovuto isolarsi.

 

dopodichè parte di necessità il processo di ricostruzione, il momento della

indipendenza deve servire ad accumulare le forze per ripartire, sapendo che

l'isolamento ed il condizionamento precedente aveva un suo preciso senso.

 

se era un condizionamento moralistico, vi può essere un liberatorio edonismo

( perchè no? ) se era un condizionamento omofobico, ci sarà la socialità gay

e quella scelta attraverso i co, e così via...

 

il problema sorge quando una persona non riesce a vedere con chiarezza

il senso del condizionamento subito e quindi lo generalizza, col rischio di

non avere delle coordinate con cui orientare la propria scelta e cadere in

una specie di "asocialità" generica ( tutte le relazioni sociali sono limiti alla

mia libertà )

 

la libertà di cui si parla non è un dinamismo interiore in sè e per sè, perchè

se io - qui ed ora - mi trovo bene, sono libero di scegliere di fermarmi. e non

credo neanche che fermarsi implichi un atteggiamento conformistico o la vera

libertà una bulimia da paragonare all'edonismo ( secondo me silver qui ci parla

di sè, proietta un suo tema personale )

Il prezzo da pagare per la libertà è senz'altro la solitudine.

Infatti la diminuizione della tua libertà è direttamente proporzionale al condizionamento sociale.

Più sei condizionato, meno sei libero.

Una cosa che gli eremiti avevano capito benissimo.

Per questo hanno pagato e pagano con la loro solitudine

il prezzo della libertà (che poi non è detto che la solitudine sia un prezzo da pagare

può essere anche una conquista, insieme alla libertà).

Vedere con chiarezza il senso di un condizionamento, non ha senso.

Perché è il condizionamento stesso a non avere senso

e volergli dare un senso significa soggiacere al condizionamento :D

ho letto con interesse le vostre risposte e rispondo dicendo che secondo me dipende tutto dalla nostra percezione della realtà e da come noi impostiamo i rapporti.

Il discorso sulle relazioni deriva dal fatto che io, erroneamente, ho sempre percepito le relazioni troppo stabili, troppo lunghe, come ristagnanti, come se non ci vedessi crescita. In realtà però non è così, o meglio, non è SEMPRE così. Cioè, sono casi di relazioni che non reggerei mai ma ci sono relazioni in cui si cresce e si può essere comunquer liberi.

 

Per ricollegarmi al post di Hinzellman sì, è come dici tu. Si può dire che mi sono così spaventata dalla "chiusura" che poi ho preferito tralasciare un po' le relazioni. In realtà però la chiusura, molto probabilmente, esisteva solo nella mia mente. Ma il solo essere a conoscenza che poteva esistere una realtà del genere per me era cosa spaventosa e abominevole.

 

E sì, io ho pagato la libertà con la solitudine.

Ma l'ho voluto io. E tra l'altro si trattava di una libertà illusoria.

 

Per poi rendermi conto che in realtà quel senso di solitudine anzichè farmi stare meglio non faceva che peggiorare il mio stato.

E dover ricostruire tutto.

 

La radice della sofferenza umana secondo me è il non amarsi abbastanza.

  • 4 months later...
purospirito

Questo topic è bellissimo...

Finalmente un argomento su un tema umano e non sti soliti "ricchioni" da 2 soldi!

 

 

La liberà è un tema che mi è sì caro.

Come altrettanto mi è cara la mia solitudine... non quella che accarezzo per sentire l'america, né quella in cui mi ha lasciato Marco perchè se ne è andato, no! Parlo del rapporto che ci accompagna per tutta la vita, dovunque saremo, chiunque frequenteremo, quando baciamo un amante o facciamo sesso con uno sconosciuto, sempre e comunque vivremo a contatto con la nostra solitudine.

Non ce lo dice nessuno, e pensiamo sempre che la solitudine sia una malattia brutta è da estirpare, come l'omosessualità... ma sbagliamo, siamo semplicemente omofobi. La solitudine non è una malattia, non è una condizione di isolamento, è semplicemente il rapporto che viviamo con noi stessi. E ogni rapporto dovrebbe basarsi su un sano e giusto amore, così che possa crescere e maturare, di pari passo con noi.

 

 

Ci sentiamo tristi quando siamo soli se non sappiamo stare soli.

E' questo il problema principale.

Se non siamo una buona compagnia per noi stessi, ci troviamo di fronte ad una verità imprescindibile:

siamo mancanti se non addirittura in difetto.

Forse sarebbe ora di porre rimedio a questa situazione.

 

Volevo ripuntare l'attenzione su questo argomento ma ora sono stanco e non riesco a scrivere decentemente, spero di aver reso un po' l'idea di quello che penso. Continuerò a breve... nel frattempo...

 

buona libertà a tutti...

Non sono sicuro di aver capito bene quello che intendi, ma mi pare che tu parli della paura di stringere legami troppo profondi perché temi che possano limitare la tua libertà...

 

Personalmente non credo che esista nessuna libertà, non credo nel libero arbitrio. L'unica cosa che mi interessa è essere felice e vivere meglio possibile, il problema della libertà non me lo pongo perché trovo che sia un'illusione, preferisco parlare di realizzazione di me.

Per una persona come me che tiene moltissimo ai sentimenti stabilire relazioni profonde e vincolanti (la cosa che a quanto ho capito ti spaventa) è importantissima, senza vivrei davvero male... a volte ho la sensazione che questo dipenda anche dal fatto che ho una visione "monca" di me, come se non fossi una persona intera e completa... quello che so è che io da solo assolutamente non mi basto e non è una questione ormonale.

Però credo ci siano persone che si sentono a loro agio sfarfalleggiando e non è che sia una cosa sbagliata, non fanno del male a nessuno e se loro si bastano contenti loro, a me una vita così non piacerebbe ma è normale avere bisogni diversi uno dall'altro...

A volte può essere che due diversi bisogni vadano in conflitto allora secondo me si possono fare solo due cose, riflettere bene per capire se uno dei due ha la priorità e poi magari lasciarsi un pò andare al destino e vedere che viene fuori...

sempre e comunque vivremo a contatto con la nostra solitudine.

Non ce lo dice nessuno, e pensiamo sempre che la solitudine sia una malattia brutta è da estirpare, come l'omosessualità... ma sbagliamo, siamo semplicemente omofobi. La solitudine non è una malattia, non è una condizione di isolamento, è semplicemente il rapporto che viviamo con noi stessi. E ogni rapporto dovrebbe basarsi su un sano e giusto amore, così che possa crescere e maturare, di pari passo con noi.

 

 

Ci sentiamo tristi quando siamo soli se non sappiamo stare soli.

 

nel tempo ho riflettuto su questo argomento, visto che comunque continuo a soffrire di solitudine. Sono giunta alla conclusione che esistono vari tipi di solitudine, infatti io ho dei momenti in cui sto molto bene da sola e dei momenti in cui non sto bene. Sono giunta alla conclusione che, almeno ora, mi sento sola perchè non ho persone con cui condividere i miei interessi.

Mi piacerebbe approfondire questo argomento, cioè se anche per voi esistono vari tipi di solitudine.

 

mi pare che tu parli della paura di stringere legami troppo profondi perché temi che possano limitare la tua libertà...

 

Personalmente non credo che esista nessuna libertà, non credo nel libero arbitrio. L'unica cosa che mi interessa è essere felice e vivere meglio possibile, il problema della libertà non me lo pongo perché trovo che sia un'illusione, preferisco parlare di realizzazione di me.

Per una persona come me che tiene moltissimo ai sentimenti stabilire relazioni profonde e vincolanti (la cosa che a quanto ho capito ti spaventa) è importantissima, senza vivrei davvero male...

 

sì esatto, a me non piacciono i rapporti troppo vincolanti, mi spaventano, quando vedo che una persona si avvicina troppo o inizia ad essere invadente io metto subito le cose chiaro: "oltre non vai, non posso offrirti più di tanto". questo non vuol dire che io non tenga alle relazioni sentimentali, semplicemente mi piace vivere le relazioni in maniera da avere comunque dei miei spazi. Però ovviamente io offro all'altro/altra la stessa libertà.

Anche io ho paura che quello che posso offrire non sia abbastanza, però metterei le cose in chiaro evitando di dire "oltre non vai", lascerei decidere all'altro se gli vado bene oppure no, non lo obbligherei ad allontanarsi... anche perché magari sono fortunato, trovo uno che gli vado bene come sono e allora ben venga!!!! A quanto leggo mi pare che tu più che altro abbia bisogno di amicizie (il fatto che dici che soffri perché non hai nessuno con cui coltivare interessi comuni)... io anche se devo dire ho sperimentato qualche volta legami di amicizia molto belli che mi hanno dato tanta serenità non sento l'amicizia come un bisogno, cioé se viene bene me la godo, sennò non mi interessa, l'unico bisogno che ho davvero è di legami più intimi e "profondi" in un certo senso sono questi che mi fanno soffrire nel caso vengano a mancare. In questo senso sì esistono diversi tipi di solitudine perché esistono diversi tipi di legami fra le persone.

purospirito

Scusa se per te l'amicizia non è un rapporto intimo e profondo... ti riferisci ai rapporti di sesso? Non capisco. Vivi l'amicizia come compagnia? Per te solo gli pseudo innamoramenti sono degni di esser vissuti? Spiegati meglio se ti va.

 

La solitudine a vari livelli posso concepirla, anzi ti dirò di più.. la vivo. In fondo le sfumature della vita ci consentono di saggiarne i vari sapori... altrimenti sai che vita piatta!!!

La necessità di relazioni importanti è umana e fondamentale ad un equilibrio per la vita. In realtà penso che il discorso di limitare le relazioni sia dovuto al modo di accostartici. Anche io ad esempio riesco a far entrare le relazioni in un meccanismo per cui ognuno sa dove arrivare e fin dove si spinge, anche perchè dopo non c'è reazione da parte mia. Ma al contempo questo limitare fa si che si crei un rapporto autentico, rispettoso e paritario. In questo modo senza pretese si da inizio ad un libero scambio.

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