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Napolitano: cittadinanaza per i figli di immigrati nati in Italia


  

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  1. 1. Dare la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia

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Nemmeno io ho parlato di risorse rubate.. ma di tasse da pagare per pagare alcuni servizi. E come ci sono gli evasori fiscali italiani, ci sono i clandestini che lavorano a nero senza pagare le tasse, i lavoratori onesti sia italiani che stranieri e gli italiani che sono senza lavoro.

Non c'è nulla da contraddire.. è un dato di fatto.

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Suvvia, lo sappiamo che il lavoro al nero esiste perchè

il datore di lavoro così non deve versare i contributi previdenziali, no?

 

Ma te l'immagini un extracomunitario che sceglie di evadere le tasse

rischiando l'espulsione, volontariamente? Potrà essere una libera scelta

semmai quella del lavoratore italiano ( no contributi, no tasse ) ma non

certo per l'extracomunitario.

 

In generale comunque è il datore di lavoro che impone a tutti di lavorare

al nero...essendo quello che assume e paga.

Per ottenere il permesso di soggiorno sono necessari alcuni requisiti, tra cui un lavoro.

Ovviamente un lavoro in nero non vale come certificazione per il permesso di soggiorno.

Quindi un non-italiano che vuole restare a vivere in Italia sarà più incentivato a non evadere, rispetto a un italiano che non verrebbe cacciato. O no?

 

 

 

p.s. ho appena letto un articolo su una coppia italiana che, dichiarandosi nullatenente, aveva evaso 65 milioni di euro... Roba che manco a mettere insieme tutta la comunità cinese di Roma o di Prato riusciresti a farci una cifra del genere :wacko:

Il mio era un discorso a livello teorico,

E perché mai dovremmo fare discorsi teorici? Lo ius soli esiste da un bel po' di tempo: dimmi che problemi causa.

 

Secondo me, è cittadino italiano chi si integra nel tessuto socio-economico della nazione e contribuisce al suo progresso, indipendentemente se sia straniero o italiano di madrepatria (sottolineo questa frase, visto che ci sono utenti che hanno parlato di razzismo o di idee semi-fasciste, vabbèh). Pertanto, se la persona è integrata, non vedo alcun male nel dare la cittadinanza italiana, eliminando tutte le pratiche noiose che devono attuarsi in caso di una richiesta di cittadinanza, al momento attuale.

Quindi perché secondo te il figlio di due italiani che nasce in Argentina e che mai tornerà in Italia dovrebbe essere cittadino italiano? Sicuramente a me sembra più integrato chi nasce e cresce qui da genitori stranieri, piuttosto che chi nasce e cresce altrove da genitori italiani.

 

Se i genitori però sono clandestini, o immigrati irregolari (quindi, già di per sè, fuori dalle norme), dare la cittadinanza ad un eventuale bimbo da loro nato cosa significa?

Cosa c'entra l'essere figlio di irregolari con l'essere integrato? Quando si parla di integrazione si parla di lingua e cultura.

Comunque, tu a che cosa sei contrario? Al dare la cittadinanza ai figli di clandestini e basta? Perché in tal caso, il 90% delle situazioni in cui si applicherebbe lo ius soli rimane valido.

 

Perchè interviene l'ius sanguinis. Nessun cittadino della propria madrepatria verrà cacciato, ma non è che lo stabilisco io xD

Eh no, però così non ci siamo.

E' ovvio che nessun cittadino può essere espulso dalla sua Nazione: è un principio di diritto internazionale. Ma questa è una conseguenza del suo essere cittadino appunto. Qui non si sta parlando dei diritti del cittadino, ma di quali requisiti bisogna soddisfare per essere cittadino.

 

E' ovvio che se al figlio di due italiani nato e cresciuto in Burundi si garantisce la cittadinanza, egli avrà tutti i diritti che ne conseguono. Ciò che tu mi devi spiegare però è perché lui abbia più diritto ad averla di chi è nato e cresciuto qui.

La prima reazione è appunto il fatto che ci potrebbero essere complicazioni dando la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia però è vero il fatto che siamo un paese con pochi immigrati,

non abbiamo una cultura che ci permette di dare una vera risposta a queste situazioni perché non le viviamo, ogni cosa che viene dall'esterno o diverso ci fa subito paura e io sono il primo ad esserne consapevole.

In tutta onestà sono favorevole, credo che alla fine tirando le somme, ci sarà un beneficio.

 

Quindi perché secondo te il figlio di due italiani che nasce in Argentina e che mai tornerà in Italia dovrebbe essere cittadino italiano? Sicuramente a me sembra più integrato chi nasce e cresce qui da genitori stranieri, piuttosto che chi nasce e cresce altrove da genitori italiani.

 

 

Perchè così è stabilito dalla legge italiana (e di molti altri paesi) inerente lo ius sanguinis.

E, se permetti, è piu' italiano (come nazionalità, da non confondere con la cittadinanza, e le due cose spesso non coincidono) un argentino di seconda generazione, che nel sangue ha origine italiana, e in famiglia si porta ancora dietro usanze italiane, rispetto ad un neonato appena nato da genitori stranieri appena sbarcati su territorio italiano.

@@Loup-garou Non è che un figlio di italiani nati all'estero abbia più diritto di un figlio di stranieri nato in Italia ad avere la cittadinanza, è una questione di normative nazionali, italiane e non, per via dell'ius sanguinis. La cittadinanza si acquisisce, in gran parte del mondo, per nascita (almeno uno dei due genitori), adozione, matrimonio e naturalizzazione (modi più comuni).

Quindi, se si vuole introdurre l'ius soli, bisogna cambiare la costituzione, non dovrebbe bastare una semplice legge ordinaria. E poi, io sì, sarei contrario a dare la cittadinanza ai figli dei clandestini, perchè non è garantito ch'essi si integrino e non è fissa la loro permanenza sul suolo italiano. E questo si ricollega al mio discorso quando dico che devono esserci presupposti affinché sia chiaro che il bambino si integri nel tessuto italiano.

Poi, come ho specificato stamattina, ho rivisto in parte la mia posizione e quindi va bene così. Ogni tanto si può anche cambiare opinione, non trovi? xD

Fabio Castorino

Non mi risulta che la Costituzione parli di ius sanguinis o ius soli, la materia è regolata da una legge ordinaria del 1992.

 

Legge N. 91 del 1992

 

La legge n. 91 approvata il giorno 5 febbraio1992, stabilisce che è cittadino per nascita:a) Il figlio di padre o di madre cittadini; B) chi è nato nel territorio della Repubblica se ambo i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge dello Stato di questi (art. 1, comma 1).

Per il comma 2º, è cittadino per nascita il figlio d'ignoti trovato in Italia, se non si prova il possesso di un'altra cittadinanza. è importante l'art. 3, che riproduce, parzialmente, il testo dell'art. 5 de la legge n. 123 del 1983, in quanto considera cittadino il figlio adottivo, anche straniero, di cittadino o cittadina italiani, anche se nato prima della sanzione della legge. Cioè ha stabilito, espressamente, la retroattività per questa situazione.

Ciononostante la legge esclude la retroattività nell'art. 20, disponendo che "... salvo che sia espressamente previsto, lo stato di cittadinanza acquisito anteriormente alla presente legge non si modifica se non per fatti posteriori alla data di entrata in vigore della stessa".

Questa disposizione, ed il Parere n. 105 del 15 aprile 1983, hanno prodotto che i figli di cittadina italiana, e padre straniero, nato prima del 1º gennaio 1948 (data di entrata in vigore della Costituzione Repubblicana) rimangano assoggettati alla antica Legge n. 555 del 13 giugno 1912, nonostante la dichiarazione d'illegittimità costituzionale della Sentenza n. 30 del 1983, della Corte Costituzionale.

Inoltre la Legge 91/1992 ammette in ogni caso il possesso della cittadinanza multipla, già ostacolata dall'art. 5 della Legge 123/1983.

Perchè così è stabilito dalla legge italiana (e di molti altri paesi) inerente lo ius sanguinis.

Ti rendi conto che è uguale a rispondere "Perché sì", vero?

Noi stiamo appunto parlando di cambiare la legge. Non mi puoi rispondere in base a quello che dice la legge attuale.

 

Altrimenti sappi che quando difendi il matrimonio gay, un etero ti può rispondere "Due uomini non si possono sposare, mentre un uomo e una donna sì, perché la legge italiana stabilisce così."

 

E, se permetti, è piu' italiano (come nazionalità, da non confondere con la cittadinanza, e le due cose spesso non coincidono) un argentino di seconda generazione, che nel sangue ha origine italiana, e in famiglia si porta ancora dietro usanze italiane, rispetto ad un neonato appena nato da genitori stranieri appena sbarcati su territorio italiano.

Cioè secondo te una persona che non parla l'italiano, non è mai stato in Italia e non ha idea di come sia fatta è più italiano di uno che è nato e passerà la sua intera infanzia e adolescenza qui?

No, ma allora mi dovete spiegare che cavolo vuol dire integrazione.

 

@@Loup-garou Non è che un figlio di italiani nati all'estero abbia più diritto di un figlio di stranieri nato in Italia ad avere la cittadinanza, è una questione di normative nazionali, italiane e non, per via dell'ius sanguinis.

Vale lo stesso discorso sopra. Lo so anch'io come funziona la legge attuale, quello che chiedo è perché si grida all'integrazione quando si parla di gente nata qui, quando la legge attuale dà la cittadinanza a gente che qui mai ci è stata.

 

E poi, io sì, sarei contrario a dare la cittadinanza ai figli dei clandestini, perchè non è garantito ch'essi si integrino e non è fissa la loro permanenza sul suolo italiano.

I figli d'emigrati di seconda generazione invece secondo te si integrano e permangono sul suolo italiano?

Manco per la zucca. Possono pure votare senza sapere l'italiano o che diavolo succede quaggiù.

Io conosco 5 persone nipoti di emigrati (3 argentini e 2 brasiliani) che hanno chiesto e ottenuto la cittadinanza italiana, ma tutte lo hanno fatto perche' avevano deciso di tornare a vivere qui. Chi ha intenzione di rimanere la' non se ne fa nulla di un'altra cittadinanza.

Quindi mi stai confermando che non è importante di chi sei figlio, ma dove vivi, ti pare?

 

Tra parentesi, per forza che non conosci nipoti di emigrati che hanno la cittadinanza. Come fai a conoscerli se non sono tornati? -.-

Loup.. forse intendeva i nonni che hanno poi deciso di ritornare i Italia :)

Sarebbe lo stesso discorso dei Calabresi che sono emigrati in Canada negli anni '50-60 e poi sono ritornati in Italia a invecchiare e lo stesso discorso dei loro figli e nipoti.

AndrejMolov89

Mi pare molto lineare il discorso di Loup. Perché delle persone che non sono nate e cresciute in italia hanno più diritto di persone che sono nate e cresciute qui in italia, al di là del loro parentame. Visto che parlate tanto di essere meritevoli, credo sostanzialmente che i secondi diano all'italia qualcosa a dispetto dei primi.

Yalen, non ho capito cosa intendi. Ben ha parlato di nipoti. D'altronde i nonni non avrebbero molto senso con quello che stavo dicendo io.

 

Comunque cerchiamo di rimanere sul punto. Il punto è che lo ius sanguinis applicato dalla legge italiana fa sì che discendenti di cittadini italiani magari relativamente lontani e che dell'Italia non sanno nulla siano nondimeno cittadini italiani.

Che chiedano la cittadinanza solo quelli intenzionati a vivere in Italia è mitologia.

 

Chiedere la cittadinanza richiede poca fatica e ti permette di votare.

 

Ma soprattutto, non dimenticate che chi è cittadino italiano è automaticamente cittadino dell'Unione europea ed ha quindi diritto di circolare e soggiornare liberamente in tutti gli Stati dell'UE.

Quindi non è raro per i discendenti di italiani chiedere la cittadinanza per poi trasferirsi non in Italia, ma non in un altro Stato membro.

Quindi mi stai confermando che non è importante di chi sei figlio, ma dove vivi, ti pare?

 

Tra parentesi, per forza che non conosci nipoti di emigrati che hanno la cittadinanza. Come fai a conoscerli se non sono tornati? -.-

 

 

No: sto replicando al tuo post numero 94, in cui tu parlavi di un ipotetico figlio di argentini che richiedera' la cittadinanza senza mai tornare in Italia, facendoti notare che chi non e' interessato a tornare la cittadinanza italiana non la chiede proprio. Ah, mi sono appena informato presso uno degli argentini che conosco e he vive qui a Roma, mi dice che oltre ad avere avi italiani un presupposto basilare per richiedere la cittadinanza e' vivere e risiedere in Italia; non si puo' rivendicarla a distanza, quindi il tuo discorso cade.

Io insisto che continuo a non vedere un discorso coerente riguardo il fatto dei costi-benefici.

 

Riguardo all'evasione fiscale, qualcuno ha delle statistiche ufficiali da dare, dividendo la percentuale di evasori nelle categorie "cittadini italiani" e "cittadini di altri paesi"?

Qualcuno ha intenzione di parlare dell'invecchiamento demografico e del costo delle pensioni per lo Stato?

 

Tanto pour parler...

Per curiosità, come funziona negli altri paesi dell'Unione Europea? Ho letto nei post precedenti che in Francia questa legge esiste, in altri paesi come Gran Bretagna, Spagna, Germania, Svezia, Danimarca, Paes Bassi, Belgio... com'è specificamente la legislazione?

 

Sarebbe interessante saperlo! Grazie!

In Francia, i bambini nati sul suolo francese acquisiscono la cittadinanza se almeno uno dei genitori è nato in Francia.

 

In Germania, i bambini nati sul suolo tedesco acquisiscono la cittadinanza se almeno uno dei genitori ha un permesso di residenza permanente e risiede in Germania da almeno otto anni.

 

In Irlanda, i bambini nati sul suolo irlandese acquisiscono la cittadinanza se almeno uno dei genitori ha un permesso di residenza permanente oppure ha risieduto tre degli ultimi quattro anni in Irlanda.

 

Nel Regno Unito, i bambini nati sul suolo inglese acquisiscono la cittadinanza se almeno uno dei genitori risiede legalmente nel Regno Unito.

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