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Sapete perdonare o portate rancore a vita?


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AndrejMolov89

Sì, appunto. Poi diciamo che è stata un po' una mia responsabilità. All'epoca ero esaurito. Ero appena entrato nel periodo anoressico della mia vita, quindi vedevo odio e rancore ovunque il atto che mi lasciassero solo mi faceva stare mal. ERa un rancore coltivato con l'invidia. XD quindi non posso che tenermelo. XD

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io ho chiesto scusa a una ragazza dopo ben 16 anni. Francamente non so come l'ha presa ma sentivo il bisogno di togliermi questo peso dalla coscienza. Non ho avuto modo di farlo prima quindi l'ho fatto ora dopo 16 anni. Lo so, sono tanti, ma io ora mi sento meglio. Ed è una ragazza di cui francamente non me ne frega niente ma so di essermi comportata male e volevo dirle che mi dispiace anche a rischio del vaffanculo.

 

Poi ovviamente credo che ognuno deve fare quello che si sente, se Greed non se la sente di chiarire ha i suoi motivi ma per me non esistono limiti di tempo.

AndrejMolov89

Diciamo che mi farebbe piacere. Ma non cambierebbe più di tanto. Loro non mi hanno dato l'amicizia che cercavo, chiederei scusa per i miei comportamenti, ma non riuscirei comunque a non provare rancore. Sentirsi esclusi dal primo anno fino all'ultimo, non è molto bello. Per questo non ha molto senso che io mi scusi o chiarisca. PErché ormai il tempo è passato, non posso farsi perdonare, come io non riuscirei a sentirmi diversamente. -

Ho sempre cercato di sentirmi partecipe, loro mi escludevano. Indi amen

 

Più che altro si potrebbe benissimo domandare un altra cosa, vi siete mai perdonati? o.o

io sono stata sempre molto, troppo rigida con me stessa e non mi rendevo conto che mi facevo del male da sola.

Poi con l'aiuto della psicoterapia e del counseling me ne sono resa conto e ho capito anche perchè facevo così. E' fondamentale capire le motivazioni che esistono dietro i nostri comportamenti altrimenti non si può evolvere.

 

Non pretendo più l'mpossibile da me stessa quindi sì, credo di essermi perdonata, forse perchè mi capisco di più.

Ma il mio percorso non è finito... forse non si finisce mai.

Vorrei solo aggiungere che sono d'accordo con chi dice che più che a perdonare, di solito, il non portare rancore è dovuto al capire le ragioni dell'altro.

Perdonare non è nemmeno un verbo che mi piace. Non so perché mi sa un po' di biblico xD.

Al massimo mi è capitato di pensare: "non mi sento arrabbiata con tizio perché ho capito perché ha fatto così" ma mai di pensare: "l'ho perdonato". Solo perché mi sembrerebbe di mettermi su un piedistallo rispetto all'altra persona e stando a due altezze diverse quindi non ci vedrei nessuna possibilità di riallacciare un rapporto equilibrato di amicizia.

In generale comunque penso che quando c'è una rottura tra due persone raramente la responsabilità è di una persona sola.

Credo che torti da altre persone nella vita li abbiamo subiti più o meno tutti e molto probabilmente ne abbiamo anche fatti (più o meno consapevolmente).

il non portare rancore è dovuto al capire le ragioni dell'altro.

Mi sa che la corrispondenza tra piano emotivo e piano razionale nel caso specifico della fine di una relazione non funzioni poi troppo bene, almeno nella mia esperienza. Essendo una persona introspettiva, mi viene naturale domandarmi il perché, e analizzare come siamo arrivate a un punto di rottura. E ti assicuro che mi ci fisso, analizzo e spezzetto, immagino diversi scenari con diversi gradi di probabilità, specialmente quando le spiegazioni non mi vengono date. Ma alla fine, anche se arrivo a trovare le ragioni reali, il processo mi ha sicuramente insegnato qualcosa, ma a livello emotivo non mi è di alcun sollievo: ci sono sempre delle cause, poi possiamo anche non condividerle se sono scelte consapevoli, o trovarli assurde. Per risolvere il lato emotivo, e elaborare la rottura, mi chiedo "c'è stato del buono?", e se la cosa è stata duratura e importante, la risposta è scontata, e allora i conti sono pari.

 

Solo perché mi sembrerebbe di mettermi su un piedistallo rispetto all'altra persona

Su questo non sono assolutamente d'accordo, anche se fosse solo un "i conti sono pari perché mi sono messa nei tuoi panni", non mi sembra un arrogarsi una superiorità, ma anzi è piuttosto umano e empatico. E' un po' la stessa differenza che c'è tra "compassione" e "pietà".

 

Credo che torti da altre persone nella vita li abbiamo subiti più o meno tutti e molto probabilmente ne abbiamo anche fatti (più o meno consapevolmente).

Non sono calma solo di carattere, ma quando ho cominciato a realizzare quanti e quali siano i miei difetti, e cosa propino quelli che mi stanno intorno, mi è preso un colpo, quindi cerco di darmi una moderata da sola, anche se con scarsi risultati (questo ad esempio è un mio difetto, il non riuscire a tenere a bada tutti gli altri :P).

Io non sono una persona che porta rancore! Se la persona che mi ha fatto un torto viene e mi chiede scusa o magari chiariamo la situazione di solito perdono! Poi è anche vero che il legame il più delle volte non torna mai come prima soprattutto dopo una litigata di quelle tremende!

Io ricordo che mi ero comportato male con una mia miglior amica (in quel periodo però l'avevo conosciuta da 3 mesi), non ci siamo parlati né salutati per 2-3 mesi! Poi all'ultimo esame del primo anno di uni sono andato da lei e le ho detto che mi sono comportato da scemo e siamo tornati amici e ora è una delle mie migliori amiche! Avevo capito che in realtà era stata solo colpa mia!!

Si capisco cosa intendi btw. Io dicevo solo la sensazione che mi dà il verbo: "perdonare" a pelle in un contesto di: "ti perdono o ti porto rancore?". Più che perdonare di solito direi che si tenta di capirsi e di passare oltre. Soprattutto se c'è da parte di uno dei due o da entrambi la consapevolezza di aver fatto del male all'altro e la voglia almeno di non ripetere lo stesso errore. Questo è quello che capita a me.

Però io parlo di rapporti in generale. Il mio discorso comunque non era riferito alle relazioni di coppia o alle relazioni con ex.

 

Mi è capitato spesso di stare tra due fuochi, magari amici che litigavano e che entrambi si sfogavano con me.

Entrambi magari erano arrabbiati e pretendevano scuse dall'altro. Vedendola dall'esterno mi è capitato sempre di pensare che entrambe le parti avessero una parte di ragione (chi più chi meno) e una parte di torto (chi più chi meno).

Per questo dicevo che mi sembra che spesso la colpa non è solo di uno.

Io sono d'accordo con Madoka, alla fine spesso il perdonare è un "sentirsi più buoni" rispetto a qualcuno che invece non perdona. E quindi sentirsi al di sopra. Penso che si senta chiedere tanto spesso per fatti di cronaca se si perdona l'assassino proprio per sentirsi superiori a lui, come levatura morale.

 

Mi è capitato spesso di stare tra due fuochi, magari amici che litigavano e che entrambi si sfogavano con me.

Entrambi magari erano arrabbiati e pretendevano scuse dall'altro. Vedendola dall'esterno mi è capitato sempre di pensare che entrambe le parti avessero una parte di ragione (chi più chi meno) e una parte di torto (chi più chi meno).

Per questo dicevo che mi sembra che spesso la colpa non è solo di uno.

 

Sai Madoka, credo di avere tantissime cose in comune con te XD. Capita spesso anche a me :D

 

Comunque alla fine sia il litigio, che di conseguenza il perdono sono dirette conseguenze della comprensione\incomprensione

Vedendola dall'esterno mi è capitato sempre di pensare che entrambe le parti avessero una parte di ragione (chi più chi meno) e una parte di torto (chi più chi meno).

Per questo dicevo che mi sembra che spesso la colpa non è solo di uno.

 

brava!! ecco perchè io dico che bisogna sempre cercare di capire perchè l'altro si è comportato in quel modo, cosa lo ha spinto. Ci vuole molta empatia nei rapporti umani e le persone più empatiche sono anche quelle che forse riescono più facilmente a perdonare.

 

Ma alla fine, anche se arrivo a trovare le ragioni reali, il processo mi ha sicuramente insegnato qualcosa, ma a livello emotivo non mi è di alcun sollievo [...]. Per risolvere il lato emotivo, e elaborare la rottura, mi chiedo "c'è stato del buono?", e se la cosa è stata duratura e importante, la risposta è scontata, e allora i conti sono pari.

 

sono d'accordo. Quando arrivi a capire l'insegnamento il perdono arriva quasi automatico. Il problema è che quando sei troppo arrabbiato non hai la mente abbastanza lucida per analizzare la situazione.

Le persone empatiche sono anche quelle che soffrono di più ^^'

Perchè in qualche modo capiscono le persone, le loro emozioni, e vengono deluse dall'"indifferenza" di queste ultime (avendo fatto uno sforzo superiore le aspettative di un rapporto crescono. Più cerco di comprenderti, più vorrei riuscissi a comprendere anche me)

 

Ma mi fermo qui e non voglio andare OT :P

Non mi è mai successo di dire "ti perdono" a qualcuno, perché non mi è capitato per questioni importanti.

 

Se io non ti perdono, non vuol dire che ti odio. Mi risulta molto difficile odiare qualcuno.

Se una persona non mi piace, semplicemente non la considero.

 

Credo, per come sono fatto, di non riuscire a perdonare tanto facilmente,

anche perché sono il tipo che si immedesima nell'altra persona e se noto che

le ragioni del suo torto non sono valide, allora penso di non farlo.

 

Come si suol dire: il vaso ormai si è sfasciato, anche ricomponendolo, non sarà mai come prima.

Pur essendosi verificati eventi che nel corso degli anni mi hanno spinta a provare rancore nei confronti di terzi, nonché un essere "incapace" di perdonarli, non è da me far durare un'arrabbiatura o una delusione oltre il dovuto.


Questo non vuol dire che accetti tutto e lasci correre quasi come se nulla fosse: fino a qualche mese fa lo facevo e sbollivo rapidamente in virtù del "nessuno è perfetto", adesso invece propendo per lo sparire rimanendo indifferente o, più raramente, il rivedere il rapporto parlando con l'altra persona e cercando di capire quale può essere il margine di recupero.


Non posso dire che mi piaccia come modus operandi perché caratterialmente non sono portata all'indifferenza e anche perché ciò implica un rinunciare al confronto e all'autoanalisi (provo sempre a correggere i miei sbagli o assumermi eventuali responsabilità), solo che l'esperienza mi ha insegnato come diventi facilmente uno spreco di energie il trovare spiegazioni valide per le bugie, i silenzi o gli egoismi altrui; sta bene pensare che facciamo tutti del male e che magari siamo involontariamente la causa di alcuni comportamenti, ma è anche vero c'è chi sa attestarsi su un certo minimo sindacale (scuse, chiarimenti, ect) e chi invece non si pone il problema.

 


Io sono d'accordo con Madoka, alla fine spesso il perdonare è un "sentirsi più buoni" rispetto a qualcuno che invece non perdona. E quindi sentirsi al di sopra. Penso che si senta chiedere tanto spesso per fatti di cronaca se si perdona l'assassino proprio per sentirsi superiori a lui, come levatura morale.





 

A me dire "Ti perdono" stona da morire e infatti me ne guardo bene dall'utilizzarlo, però riconosco che il voler passare sopra ad un torto prevede il non serbare rancore ed essere anche "superiori" rispetto a quanto successo, sia attraverso alla comprensione che al mettersi nei panni altrui.


Va da sé poi che lo si può fare anche stando su un piedistallo o un punto avanti rispetto all'altra persona (tra l'altro, è il metodo che meno garantisce l'assenza di rancori perché permette di rinfacciare poi), solo che allora a quel punto ci si avvicina all'esempio delle interviste in TV: la moralità e il come ci si pone di fronte a qualcosa che è molto più forte di un semplice torto.


Anche volendo tenere in considerazione quelle persone che sarebbero davvero capaci di perdonare l'assassino di un figlio (ad esempio), per me si rientra in quelle situazioni che si porteranno sempre dietro un minimo di rancore e un perdono tutt'al più legato al bisogno di essere migliori o di dover giustificare quanto successo.

Fortunatamente non sono una persona vendicativa.

In genere riesco a perdonare praticamente tutto se mi si chiede scusa in un modo che reputo onesto oppure capisco che non c'era volontà di dolo in chi ha fatto del male.

Faccio molto più fatica quando le scuse non ci sono, quando l'offendente si ostina a sminuire il contenzioso, quando c'è in ballo la mancanza di fiducia perché poi è davvero troppo facile chiedere scusa.

Sono una persona abbastanza ostinata, ma se mi accorgo di aver sbagliato quasi sempre lo riconosco. Saper rendere conto dei propri errori per me è un atto di maturità e quando vedo lacunosa questa qualità negli altri la mia stima verso di loro si abbassa parecchio.

Più che di vendetta a volte mi capita di provare un sentimento di rivalsa in chi mi ha fatto torto. Non è un sentimento bello né piacevole, in primis per me stesso, ma penso che esplichi il desiderio di far empattizzare all'interessato quanto provo.

Come per @Almadel la situazione si complica quando a subire il torto non sono io, anche lì è molto importante che l'offendente si renda conto delle proprie azioni.

Rappacificarsi con gli altri è bello quanto importante per me, è alle basi dell'umanità stessa anche se spesso non è semplice.

ma se mi accorgo di aver sbagliato quasi sempre lo riconosco. Saper rendere conto dei propri errori per me è un atto di maturità e quando vedo lacunosa questa qualità negli altri la mia stima verso di loro si abbassa parecchio.

 

il problema è che esistono realmente persone convinte che a sbagliare siano sempre gli altri. Persone che proprio NON SI RENDONO CONTO che anche loro sbagliano e che si sfogano sugli altri portando rabbia e rancore dalla mattina alla sera e quando provi a far notare una loro mancanza ti rigirano la frittata in modo da apparire sempre perfetti. Un esempio è la mia ex che negli ultimi anni è diventata così al punto che ormai ho dovuto chiudere ogni rapporto.

AndrejMolov89

Il perdono è qualcosa che può nascere dal pensiero, alla fine è la comprensione (Divine *_* ). Diciamo che secondo me è possibile trasformare un pensiero in un sentimento, il procedimento inverso, invece è molto più difficile. Il perdono quindi non è solamente uno sforzo morale o comunque emozionale, ma è anche uno sforzo di pensiero. Non si può perdonare realmente qualcuno se non lo si comprende. Il comprendere è una condizione necessaria e non sufficiente per il perdono :).

 

Il sentimento di rivalsa è una sorta di vendetta. Si vuole essere superiori, si immagina la superiorità, la si desidera, ma paradossalmente, nonostante il sentimento sia osceno, non c'è mai la volontà di realizzarlo, rimane lì, come una spina nell'animo che amiamo toccare ^^

 

Sinceramente mi fido poco delle mie autoanalisi riguardo sia il perdono che per l'ammissione di colpa. Io dichiaro di essere colpevole, ma non concepisco la colpa. Non riesco a comprendere quale sentimento si provi quando si ha capito qualcosa. Per me è estraneo, non riesco, concepisco la paura di questa domanda, perché mi fa sembrare una merda non avere questi sentimenti così nobili.

Forse è un modo per evitare qualcosa. Per esempio, a volte non mi perdono il fatto di essere me stesso e vorrei letteralmente essere un altra persona XD, ma non riesco a far altro che dire di essermi perdonato, ma non succede nulla dentro di me, ritorna questa uniformità di pensiero, di grigiore e di emozione. Non mi piace.

Il sentimento di rivalsa è una sorta di vendetta. Si vuole essere superiori, si immagina la superiorità, la si desidera, ma paradossalmente, nonostante il sentimento sia osceno, non c'è mai la volontà di realizzarlo, rimane lì, come una spina nell'animo che amiamo toccare ^^

Sì, è in gran parte vero quanto crudele. Ultimamente però mi sono accorto che mentalizzando questo flusso di pensieri riesco a superarlo con più facilità.

Io dichiaro di essere colpevole, ma non concepisco la colpa. Non riesco a comprendere quale sentimento si provi quando si ha capito qualcosa. Per me è estraneo, non riesco, concepisco la paura di questa domanda, perché mi fa sembrare una merda non avere questi sentimenti così nobili.

Forse è un modo per evitare qualcosa. Per esempio, a volte non mi perdono il fatto di essere me stesso e vorrei letteralmente essere un altra persona XD, ma non riesco a far altro che dire di essermi perdonato, ma non succede nulla dentro di me, ritorna questa uniformità di pensiero, di grigiore e di emozione. Non mi piace.

Ho difficoltà a seguirti in questo pezzo in particolare mi è poco chiara la prima frase.

AndrejMolov89

E' facile dichiarare di aver compreso, ma come si fa a stabilire realmente se lo si è fatto? E' facile scomporre tutta la faccenda, ma mi paiono collegamenti troppo verbali non reali. Qualcosa di meccanico, senza passione o altro. Cioè, non c'è nulla in ciò che dichiaro e mi pare di fare uno sforzo mentale solo per non essere colpevolizzato di non averlo fatto. E' questo che mi disincentiva a capire i miei errori oppure appurare se ci sono realmente dei miei sbagli.

^^ Ma è una mia impressione :)

 

Bisogna affrontarlo, più che mentalizzarlo. E' un sentimento, è dentro di te, non puoi farci nulla. Lo mentalizzi, lo rendi come una parola, lo distanzi, ma non lo risolvi. Assaporo questi sentimenti da un po'. Sono umani bisogna comprenderli e lasciarli sfogare senza pregiudizio senza alimentarli con sensi di colpa. Io rifiutavo, per esempio, la mia invidia, ora la sento, capisco che esiste, e che non posso far altro che vederla a viso aperto e chiamarla per nome per non cedere agli impulsi

praticamente greed vuole dire che lui razionalmente sa di avere delle responsabilità ma non prova, a livello emozionale, questo senso di colpa. Credo sia così.

 

Questo credo si ricolleghi al discorso sulla rabbia o al discorso sul perdono, che a volte diciamo "sì ok ho perdonato" ma poi col cuore non sperimentiamo questo senso di pace.

Sì ma attenzione però...voler essere una persona "letteralmente diversa"

che interpreto come "totalmente un'altra persona", è qualcosa che in sè è

molto pericoloso. Io posso essere responsabile per il fatto di non riuscire

ad essere una persona migliore di quella che sono e posso perdonarmi

questo, ma non posso perdonarmi di voler essere completamente un altro.

 

E chiaramente una persona che si piace poco, se viene ferita, subirà una

offesa irrimediabile ( se io non sto un minimo in pace con me stesso non

riesco a far pace con gli altri...)

 

L'altra persona deve far vedere che c'è una disposizione a rimediare,

che il pentimento non è solo un atto morale o retorico, ma si traduce in

un comprendere e fare per l'altro...e se quest'altro è una persona fragile

o che ha difficoltà a perdonare, io come terzo amico devo evidenziare che

c'è una ferita da riparare ( poi ognuno ha e avrà dei punti deboli, in generale

che si porta dietro tutta la vita e su cui le ferite bruciano di più )

Io solitamente chiedo scusa per tutto e non voglio mai causare problemi o fare dei torti agli altri... Però, proprio per questo, mi incavolo come una iena quando qualcuno li fa a me... Insomma, se c'é un motivo te la posso passare, ma se un motivo non ce l'hai e mi fai un dispetto... Io gliela faccio pesare molto... Inizio a guardare la persona con un sopracciglio alzato e la faccia schifata, soprattutto quando parla... Se ci arriva bene, altrimenti non le parlo per 1 giorno o 2... Poi ci sto male e alla fine torno a parlare con quella persona come se non fosse successo nulla... XD

Ahime sono uno che perdona.

Ahime perchè capisco pur non condividendo, quindi da una parte ho la capoccia che mi dice "tu non lo avresti mai fatto", dall'altra "posso capire perchè l'ha fatto".

Quindi ogni volta che perdono in realtà c'e' uno scontro assurdo prima.

E questo succede anche se la ferita è davvero profonda.

Fortunatamente pero' fino ad oggi, quelli che ho perdonato non hanno mai scazzato la seconda volta.

A quel punto non penso riperdonerei, mi sentirei piuttosto preso per il culo, quello si :asd:

  • 1 month later...
miss.lancaster

Credo che ci siano persone che non si possono perdonare, che si sono comportate in maniera tale e che hanno causato ferite tanto grandi da non poter essere perdonate.

Ho scoperto di essere stata presa in giro (per usare un modi di dire) per quasi una anno dalla mia (ormai) ex, con cui stavo da 7 anni.

Il suo è stato un puro atto di egoismo e cattiveria. Come potrei mai perdonare?

Forse un giorno, tra molti anni, smetterò di soffrire... ma potrò mai perdonare una cosa del genere?

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