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Don't Ask, Don't Tell


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No, non sto parlando dell'assurda legge statunitense abrogata l'anno scorso, ma di una situazione che si è venuta a creare dentro casa da tempo. Ma ripartiamo dall'inizio...

 

Per me il coming out con i genitori è stato il più temuto e difficile. Nonostante tutti sapessero di me, ero molto titubante all'idea di parlargliene prima di raggiungere un'indipendenza economica. Purtroppo però sono stato costretto a farlo da mio padre due anni fa, dopo che ha origliato una conversazione telefonica tra me e il mio ex ragazzo (sì, non sono stato il massimo dell'intelligenza a parlare con lui dentro casa neh...).

 

Dopo quello, sembrava che non fosse mai accaduta una tragedia più grande! Non avevo mai visto mio padre piangere, mentre mia madre diceva che voleva morire. Hanno detto delle cose che mi hanno ferito moltissimo, altre senza senso e li ho trovati molto più ignoranti di quanto mi potessi immaginare. Non mi aspettavo una reazione così forte da parte di due persone che si dichiaravano favorevoli a matrimonio e adozione. Soprattutto da parte di mia madre, la quale è medico con due specializzazioni, ha un collega gay e apprezza(va) le coppie gay di tutti i telefilm: ha chiamato addirittura uno psichiatra! Non uno psicologo, uno psichiatra! E' stato un periodo difficile, facevo il cattivo ragazzo e prendevo il treno ed andavo a Genova a trovare il mio ex come mi pareva e piaceva. Verso l'estate le cose si sono normalizzate, il mio ex mi ha lasciato, ho pianto tanto e mi hanno consolato, poi sono partito e ci siamo distaccati un po'.

 

Nonostante un'apparente normalizzazione delle cose, sembra che la parola "gay" e tutti i suoi sinonimi siano spariti dal dizionario. E' capitato che il discorso vertesse sull'argomento ma "quella parola" non è stata mai accennata. Il collega gay di cui mamma mi raccontava spesso è come se fosse morto. Le coppie gay improvvisamente non fanno più parte dei telefilm ("mi racconti cosa succede a Brothers and Sisters?" "sì succede questo a Kitty, Justin invece fa questo..." e Kevin e Scotty? Morti pure loro?). Quando sono tornato dagli States ho scoperto che tutti i miei libri gay sono magicamente scomparsi. Mi raccontano dell'apparizione di Lady Gaga al Circo Massimo senza un minimo accenno al motivo per il quale lei era lì. Solo la vista di un innocente libretto di barzellette gay che ho preso per un euro alla feltrinelli sulla mia scrivania li ha mandati in depressione per una giornata. Perfino Signorini non si dice che non si sposerà perchè gay, ma perchè (testuali parole) "è un tipo un po' strano".

(Ironicamente, per la legge del contrappasso, sembra che siamo invasi dai gay ovunque: andiamo a New York City nella settimana del pride - arcobaleni, bandiere, coppie e manifesti ovunque - e non ho mai visto tante coppie nella mano contemporaneamente come in una banale serata a Santa Monica. Guardiamo un programma su MTV, ed ecco che c'è la pubblicità del Gay Village due volte nella stessa pausa pubblicitaria. Guardiamo un telefilm/film a caso ed ecco un romanticissimo bacio tra due uomini o tra due donne.)

 

Il loro atteggiamento mi disturba, e nonostante siano passati due anni mi sento più impaurito e nascosto con loro di quanto lo fossi subito dopo il Coming Out (o l'Outing, che dir si voglia). A San Francisco volevo tanto fare un giro a Castro, ma col cavolo che ci sono andato. Quando passano dietro alla scrivania, chiudo internet se sto su questo forum. Se mi chiedono cosa sto facendo al pc, mento. Ascolto video di youtube a tema gay in modo quasi furtivo, nonostante di solito siano in inglese e non ci capiscono quasi niente. Ho ricomprato i miei libri gay e ne ho aggiunti altri alla mia libreria, ma li ho messi nello scaffale più alto e nascosto. Quando mi hanno chiesto come ho conosciuto il mio unico amico gay (di cui loro ignorano la sessualità), non ho detto loro che me l'ha presentato il mio ex, ma ho mentito. Se dovessi andare al Mieli alla loro domanda ("Dove vai?" "Con chi vai?" "Che fai?" "Quando torni?" Ho 18 anni diamine, non ho bisogno dell'interrogatorio ogni volta) non avrei il coraggio di dir loro la verità. E se dovesse arrivare qualcuno di importante? So già che mentirei. Se invitassi questo qualcuno a casa sono sicuro che mi inventerei una storia fantasiosa che coinvolge quattro miei compagni di classe piuttosto che dir loro che l'ho conosciuto alla gay street. Avrei una grande paura a confessare loro di avere una relazione con un nuovo ragazzo, paura di una reazione analoga a quella di due anni fa. Tensione, ostilità, tristezza, freddezza. Sembra che loro si siano scordati che io sia gay, ma io non faccio nulla per ricordarglielo.

 

Cosa ne pensate? Dovrei ricordarglielo? O va bene così?

 

Più importante, parlatemi delle vostre esperienze: ci sono ragazzi e ragazze che stanno o sono stati nella mia stessa situazione? Come la gestite? Come vi muovete se siete giovani come me (18)? Come l'avete superata? Come pensate vi comporterete in futuro? Anche a voi è sembrato in qualche modo di regredire, o avete le palle di dire "vado al Mieli" e spiegare cos'è il Mieli quando uscite? Nascondete la vostra bandiera rainbow o la appendete in camera in bella vista? Do your parents ask? And do you tell them?

 

Vi ringrazio per aver letto tutto questo post!

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NamelessDreamer

Ciao Gulp!58 :)

Mi dispiace non poterti dare nessun consiglio concreto perché io son messo peggio di te. Ti passo qualche anno e ancora non ho detto nulla ai miei genitori. Se la tua situazione di partenza sembrava "ottimale" la mia appare alquanto disastrosa. Non si è mai parlato di omosessualità seriamente, al massimo mio padre si è trovato a fare battutine squallide mentre era in onda qualche servizio gay al telegiornale. Mia madre sembra un po' più aperta mentalmente ma non ha mai espresso un suo giudizio in merito. Tutta questa situazione mi blocca già in partenza e, non abitando con loro, ogni volta che torno a casa mi trovo a rimandare il coming out :)

Non posso che augurarti buona fortuna. Al massimo prova a riparlarne quando l'atmosfera è rilassata, perché non penso se ne siano dimenticati. Non vogliono affrontare l'argomento per paura. Immaginiamo sempre che certe cose accadono agli altri, ma quando capitano a noi siamo impauriti, impreparati ad affrontare la nuova realtà. Cerca di capirli. Io non mi aspetto nulla dai miei, alla fine ci ho messo più di 20 io per "accettarmi" così come sono, quindi non pretendo che loro capiscano subito. Il mondo esterno, la società non ci aiutano di certo. Però non bisogna mai mollare :) Col tempo le cose si sistemeranno!

 

PS: anche io adoravo B&S... :D in particolare Scotty *_* ahahah!

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Ho letto tutto il post, e leggere di situazioni partite 'bene' e peggiorate col tempo mi lascia basito, visto che di solito dopo lo shock iniziale di alcuni genitori si va a migliorare. E leggendo di certe situazioni di tensione mi rendo conto di quanto, in occasione del mio co familiare fatto a 16 anni, io sia stato fortunato ad aver avuto genitori che non hanno fatto storie ne' drammi. A quanto pare i tuoi cercano di scansare l'argomento, quasi come se non affrontandolo non esistesse, oppure nelle loro menti si sono convinti che la tua sia una fase passeggera da non incentivare, e da scoraggiare. A questo punto l'unica e' prendere coraggio, e fare loro un discorso chiaro, facendo presente che tu sei cosi', e che non e' che facendo finta di niente cambierai la tua natura, il tutto con tono fermo e convinto, senza scusarti di nulla, casomai saranno loro a doversi scusare di qualcosa.

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Io direi questo, è abbastanza frequente che dopo una iniziale reazione negativa

subentri una fase di "silenzio", certamente un periodo di riflessione può essere

lasciato, però in questo caso è troppo lungo ( due anni : dai 16 ai 18 se ho capito

bene ) ed inoltre non è un mero non volerne parlare, perchè far scomparire i libri

gay ed altre cose che racconti mi pare costituiscano dei comportamenti di chiara

censura, un modo indiretto ma che pare funzionare, per farti pressione.

 

Tutti questi comportamenti non ti faranno tornare etero, magari loro si raccontano

che a 16 anni si può ancora "cambiare", servono solo a svuotarti di tutto il senso

positivo del CO ( che di fatto stanno cercando inconsapevolmente di farti rimangiare )

il coraggio, la determinazione e la sincerità etc.

 

Secondo me tutto ciò rende necessario un secondo CO, una CO che parta dal fatto

che non si diventa gay per dei condizionamenti esterni ( i libri, vedere dei gay in TV )

e da un tentativo di ristabilire una condivisione emotiva: "so che ciò che vi ho detto

due anni fa vi ha molto ferito...ma ciò che da due anni voi state facendo, ferisce me"

e dalla constatazione che tutto ciò non servirà a niente ( sono gay, stop. Accettate

questo fatto perchè non cambierà )

 

Potresti anche parlargli dell'AGEDO cioè della possibilità di parlare con altri genitori nella

loro stessa situazione.

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E' davvero una cosa molto strana, perché solitamente dopo il C.O o le cose peggiorano drasticamente subito o migliorano col tempo, ma da te è tutto molto più particolare.

Beh sicuramente hanno paura anche loro, tanta paura, ed è per questo che tendono a reprimere tutto ciò che abbia a che fare con la parola gay..

 

Cercano di non vedere la tua sessualità, e per questo nascondono spontaneamente tutto ciò che possa rimandarli su questo argomento.

La loro paura però non deve condizionarti, quindi tu se vai al Mieli dillo, se vai alla gay street dillo. Non è che hanno scordato, semplicemente non vogliono alimentare la cosa convinti che il silenzio possa sistemare le cose,

ma sappiamo che non è così.

Quindi tu vivi la tua vita normalmente e informali delle tue azioni, sempre dicendo che tu sei fatto così, sei nato e cresciuto così e che non subirai influenze esterne per loro positive se l'atmosfera della parola gay non aleggia.

 

Io son stato fortunato, non ho mai avuto problemi a riguardo e non posso proprio dire niente a riguardo. :)

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Strana la loro reazione, davvero. I miei si sono comportati diversamente, mia madre ne parla tutti i giorni,

mio padre ha adottato la tecnica che hai citato te con i tuoi. Ora sta iniziando a parlarne dopo 6 mesi,

credo perchè stia dando degli esempi positivi di omosessualità e lui sta iniziando ad essere fiero di me,

me l'ha anche ripetuto più volte e io sono contento così. Diciamo sono stati loro a fare il primo passo.

E pensare che sono tutte e due entrambi di destra e vengo da un educazione rigida,

scusate se dico la mia, ma è proprio vero che le persone, che siano di destra o di sinistra, che siano svedesi o italiane,

che siano di colore o bianche, è l'intelligenza che fa superare ogni barriera, la persona intelligente capisce e i miei hanno capito, per fortuna.

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mi associo all'idea di altri; è necessario che tu riproponga l'argomento e che ribadisca loro la tua omosessualità e la tua fierezza. Non devi mostrati accondiscendente, ma al contrario di essere te stesso ribadendo il concetto con chiarezza e senza esitazioni. Digli che non è una situazione di passaggio ma è la tua realtà. Personalmente gli affronterei a muso duro, ma forse è meglio di no.

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Fabio Castorino

Questo atteggiamento adottato dai tuoi, se continuerà nel tempo, non porterà nulla di buono per la vostra famiglia. Se loro evitano l'argomento dovresti essere tu, a poco a poco, magari senza importi, ma con naturalezza, a farlo "rientrare" nelle conversazioni familiari.

Prima di tutto, non nascondere quello che fai. Se sei su questo forum e loro entrano nella stanza, non chiudere la pagina; se ti chiedono dove hai conosciuto un amico, rispondi sinceramente; rimetti i libri gay nello scaffale dov'erano prima.

Come secondo passo, prova tu a introdurre l'argomento nelle conversazioni: chiedi a tua madre come sta quel suo collega; quando parlate delle trame delle serie tv, porta il discorso sulle vicende dei personaggi GLBT; se parlate di politica, fai riferimento anche ai nostri diritti civili (visto che tra l'altro i tuoi si erano dichrati favorevoli).

Fagli capire, con gentilezza ma con fermezza, che essere gay è parte fondamentale della tua vita e quindi anche della vita della vostra famiglia, che non si può evitare questo argomento, e che comunque evitarlo non ti farà diventare etero.

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Probabilmente non dici niente ai tuoi perchè credi che cosi facendo li farai del male,o altrimenti,menti,perchè credi che i tuoi comportamenti non veranno comunque accettati.

Loro,credo che abbiano ancora delle paure,come quella di non avere dei nipotini da crescere ecc...Però queste paure non dovrebbero condizionarti.Se sai già di essere quello che sei,comportati in modo naturale in cui ti senti,senza nascondere nulla da loro.Se loro ti nascondono i libri,chiedili dove sono finiti,sensa la cativeria ovviamente.

Se un ulteriore C.O ti sembra inevitabile,fallo,con la voce molto calma e sicura,cercando di spiegare che le loro paure sono vere però,spiegali anche perchè.Che le donne non ti piacciono ecc...

Sembra stranno,però anche gli adulti hanno bisogno di essere guidati verso un pensiero,in modo lento e graduale.Consigliali magari anche di leggere delle cose che scrivono altri genitori,che hanno i loro stessi problemi.Il problema però non sei tu,ma il loro modo di non accetare la situazione, e credo che debbano finalmente capirlo.

Ti consiglio di farlo capire,prima alla tua madre,e con tempo quella ti dovrebbe aiutera di farlo capire al tuo padre.In generale le madri sono più sensibili,quindi spiegali che con il loro comportamente ti fanno male,che a posto di aiutare al sangue del loro sangue,ti stanno negando.Spiegali che è già difficile auto accettarsi,ed è ancora più dura non essere accetati dalle persone più care.Digli che non è una cosa cambiabile a piacere,e che la loro voglia di "modificarti" dimostra ulteriormente il rifiuto sociale,che ti tocca a superarre.

Dagli del tempo,e non agredirla,parla pur sempre con la voce calma.Dovrebbe capire la tua condizione e le tue neccessità,e metterle prima dei propri sogni,perche sei figlio suo.

:)

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Vi ringrazio di tutti i vostri consigli e riflessioni sull'argomento, raccontare la situazione agli altri aiuta a vederla in modo diverso e più distaccato.

 

@@BeeFree quello che dici tu l'ho fatto circa tre settimane post Coming Out. Ho scritto loro una lettera lunga 4 pagine di word proprio su quello che dici tu, su come i miei amici mi abbiano accettato appieno e mi supportino, sul cosa provo verso i maschi, che non è una fase e non si può cambiare dato che l'ho sempre saputo sin da quando ero piccolo, sui miei futuri progetti di famiglia e nipotini... una Domenica mattina che il mio ragazzo era venuto a Roma uscii prima che si svegliassero e la lasciai sul tavolo in soggiorno. Mio padre mi chiamò preoccupatissimo prima di averla letta credendo che stavo scappando di casa o andando a fare qualcosa di peggio... sò che l'hanno letta. Non so dove sia finita. Le cose cominciarono a migliorare lentamente dopo quella lettera in effetti, e infatti adesso abbiamo un buon rapporto, che non è tale " "solo" " riguardo alla mia omosessualità. Per questo ho paura a riportare l'argomento in auge (magari anche parlando dell'AGEDO come diceva @@Hinzelmann ) , così dal nulla, perchè non voglio tornare alla deprimente situazione di due anni fa...

 

Volevo comunque raccontare un episodio accaduto stamattina che si ricollega con tutto ciò che vi ho raccontato. Stavo andando a scuola in macchina con mia mamma e alla radio passano "La differenza tra me e te" di Tiziano Ferro, lei cambia stazione e passano un'altra canzone sempre di Ferro. Scherzando dico "Ferro ci perseguita" e lei, con un tono davvero aspro, quasi "arrabbiato", alzando la voce dice "Ultimamente mi sta davvero sui beep, è antipatico, è un personaggio di m..., fa delle canzoni e dei testi di m... era meglio prima" Chissà perchè è diventato improvvisamente antipatico ed un brutto personaggio... chissà... volevo lanciarle una frecciatina ma ho evitato.

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Fabio Castorino

Quello che io sospetto è che i tuoi genitori si siano convinti di averti "indirizzato" verso l'omosessualità con il loro atteggiamento aperto e tollerante (dichiarasi a favore di matrimoni e adozioni, guardare serie Tv con personaggi GLBT, raccontarti del collega gay) e che quindi adesso stiano provando a "correggere il tiro" assumendo un atteggiamento più ostile o evitando di parlarne. Dovresti far loro capire che se sei gay non è per qualcosa che loro hanno detto o fatto, è una condizione naturale che non dipende dai loro atteggiamenti.

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Quello che io sospetto è che i tuoi genitori si siano convinti di averti "indirizzato" verso l'omosessualità con il loro atteggiamento aperto e tollerante (dichiarasi a favore di matrimoni e adozioni, guardare serie Tv con personaggi GLBT, raccontarti del collega gay) e che quindi adesso stiano provando a "correggere il tiro" assumendo un atteggiamento più ostile o evitando di parlarne. Dovresti far loro capire che se sei gay non è per qualcosa che loro hanno detto o fatto, è una condizione naturale che non dipende dai loro atteggiamenti.

E che non può essere modificata ;-)

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Mi intrometto nella conversazione perché conosco perfettamente il problema. Anche i miei genitori, come i tuoi, prima di scoprire di me sembravano estremamente tranquilli nei confronti dell'omosessualità. Io sono stata meno coraggiosa di te ed i miei hanno saputo di me non attraverso un mio CO ma perché l'hanno scoperto. Lì per lì si sono infuriati offendendomi in modi che preferisco non ricordare, dopo ci siamo persi nel silenzio... Per anni, come per te, l'argomento era intoccabile e ogni minimo accenno alla cosa li faceva irrigidire per giorni.

La mia esperienza però ha un lieto fine. Mio zio, una persona meravigliosa, sapeva di me e parlando con mia madre le ha consigliato di ascoltarmi e cercare di capirmi. Sono così finalmente riuscita ad abbattere quel muro di indifferenza tra me e i miei genitori, riscoprendo il rapporto con loro.

Tu non hai un parente con cui puoi parlare? O una persona di cui i tuoi si fidano e che potrebbe, da esterno, far capire loro la situazione?

Se questo non è possibile, concordo con gli altri, quello che ci vuole è un altro CO. Pacato ma deciso, fa capire loro che il loro comportamento è doloroso per te, che, come loro stessi sostenevano, non c'è niente di male ad essere gay e che non lo sei per qualche strana ragione ma sei così e basta. Fallo quando ti sentirai pronto, devi essere pronto perché dovrai mantenere la calma anche quando loro la perderanno (spero di no, ma potrebbe succedere), solo questo dimostrerà quanto sei fermo nelle tue convinzioni. Se preferisci affrontali separatamente, vai prima da chi senti più vicino e più empatico nei tuoi confronti.

Spero davvero che la situazione si risolva al più presto.

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