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Il posto fisso è monotono


Frollo

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Ragazzi sembra che la frase pronunciata ieri dal Professor Mario Monti abbia suscitato un mare di polemiche, ma avrà poi detto qualcosa di eversivo? E' giusto proteggere il lavoratore o il posto di lavoro? L'idea dello stesso posto di lavoro dalla culla alla tomba è una necessità o una stortura della nostra società?

 

Mi permetto di linkarvi un articolo caustico di un mio amico

http://www.libertiamo.it/2012/02/02/io-non-voglio-il-posto-fisso-voglio-lavorare-guadagnare-crescere/

 

Allora voi cosa ne pensate?

 

 

P.s. Se il fatto che l'articolo sia di un Think Tank politico arreca problemi, rimuovetelo tranquillamente, anzi mi scuso in anticipo.

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Io e il mio ragazzo ci siamo messi a ridere :D

Quando hai un posto fisso e hai quasi 30 anni (come lui),

l'idea di essere lasciato a casa è al limite del demenziale.

 

Anche perché io sono disoccupato e lui non ha una famiglia

che potrebbe accoglierlo se rimane senza lavoro.

 

Sarà anche "monotono" il posto fisso, ma la cassa integrazione

è a spese dei contribuenti per sei mesi (e quando Frollo vi avrà detassati,

si passerà direttamente in mezzo alla strada...), ma non basta.

 

Nella vita di una persona si fanno degli investimenti:

può essere un mutuo, un'auto o un PC a rate o cose simili.

La "monotonia" di cui parla Monti per molti giovani è l'unica certezza

sulla quale hanno fondato tutta la loro vita (e non solo la loro!).

 

A meno di non essere "bamboccioni" e di poter tornare

- tra un lavoro e l'altro - a casa da mamma e papà (per chi li ha).

 

Ci si lamenta che in Italia non si fanno figli e si dice ai trentenni: "Il lavoro fisso è monotono!"

Vi immaginate? Ringraziamo Dio ogni giorno di essere nati gay e di non avere un bambino...

Vi immaginate una coppia di venticinquenni con un figlio a carico che sente una frase simile?

Ah, ovvio... Se hai un bambino - Welfare e Frollo permettendo - te lo pagherà la colletività;

ma è così che si crescono i figli? Dipendenti dai contributi statali con la gente di Destra che ti dà del parassita?

(E guai se non figli! Ti accuseranno di lasciare la demografia in mano all'Islam!)

 

No, io penso di no.

Penso che qualcunque idiota che abbia girato almeno una settimana per l'Europa

sappia che il vero problema dell'Italia non è la flessibilità;

ma la miseria degli stipendi rispetto al potere d'acquisto:

perché a Berlino con due euro compri un intero pollo arrosto,

gli stipendi di un operaio superano abbondantemente i duemila euro.

 

Ok; domani lasciano a casa il mio fidanzato e io torno da mia madre commessa in pensione

e lui per pagare l'affitto lo mandiamo a spacciare o a rubare a casa dell'amico di Frollo.

 

Davvero pensate che sia sensato immaginare un'Italia fatta di giovani laureati col master alla Bocconi,

single, senza figli, capaci di farsi sostenere indefinitamente dalle loro famiglie?

Il mio ragazzo lavora da quando ha 18 anni e viveva da solo prima di finire le Superiori

e ora deve leggere che "il posto fisso è monotono"?

 

Se Frollo ci tiene che lo dica a Fini, che in vita sua non ha lavorato neanche 5 minuti

e che ha un diploma in meno del mio fidanzato...

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il posto fisso potrà essere monotono (e non è sempre così, considerando che se ti piace il tuo lavoro e lo fai bene non ti annoi) ma è una necessità per tutti. Soprattutto se si considera che per poter avere anche un mutuo per la casa le aziende chiedono un contratto di lavoro se non a tempo indeterminato,ma quasi.

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Non vi dico i commenti che si fanno in casa irlandese.

Mi ricordo di quando, prima di partire, si parlava della crisi irlandese come fosse l'emblema dello scatafascio ma, adesso, mi rendo conto che era solo un modo per farci sentire parte di un disastro collettivo. In questo modo il problema non è il nostro governo. E' la norma.

 

Niente di più falso.

La realtà italiana fa acqua da tutte le parti. Fondata sull'arricchimento dei pochi e la polarizzazione delle ricchezze. Si tolgono ai cittadini perfino i centesimi e poi gli si dà il contributo statale per cambiare il frigorifero. Tutto cià che viene fatto di ridicolo nel nostro sistema politico viene abilmente manipolato attraverso i media che in casa sono completamente traviati dalla superficialità e dalla frivolezza.

Ogni giorno sembra sempre un avvicinarsi alle feste aristocratiche 700entesche in cui il luccichio dei festini nascondeva la fame e la miseria.

Non ci saranno festini ma ci sono i talk show. Non ci sarà l'aristocrazia ma ci sono le lobby.

Si discute del nulla, di come impoverire chi lo è già mentre gli irlandesi ridono quando sentono che, comunque, le proprietà della chiesa cattolica non si toccano, non si tassano (e sono cattolici eh!). Ridono dicendo: ma perchè la situzione economica sfavorevole dovrebbe significare lo stallo nelle riforme sociali? Ok. Siete poveri, ma questo cosa c'entra con la situazione nelle carceri, le scuole, le università, la sanità e il diritto civile?

Perchè avete la benzina così cara?

Perchè i vostri politici non hanno i propri bilanci resi pubblici?

Perchè non potete, così come eletti, far dimettere i vostri rappresentanti?

Perchè vi indignate per le cose e poi l'unica marcia che fate è la fila all'apple store?

e stamattina a lavoro anche quest'altra: come pensate di poter vivere senza la sicurezza del posto fisso? (e per loro posto fisso non è il posto a vita ma il posto garantito finchè svolgi bene il tuo lavoro)

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Io ho il posto fisso e di certo non è monotono ... di certo non ho voglia di avere l'ebrezza di rimanere a casa da un giorno all'altro ...

 

Poi questa monotonia non ha senso. Anche se uno ha il posto fisso cerca comunque di migliorare e se non gli piace si licenzia quando trova di meglio XD

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Trovo quasi ammirevole lo spirito con cui Almadel si prodiga per mandare in vacca le discussione, ma non starò a risponderti sulle frecciatine personali, visto che le persone che sono solite stuzzicare le altre sul piano personale dimostrano pochezza di contenuti, e spesso basta una risata per seppellirle.

 

La prima cosa da cui si deve sgomberare il campo è che l'assenza del posto fisso sia sinonimo di indigenza e precarietà, a tal proposito vi informo che in Danimarca, paese non certamente affine alla mia cultura di riferimento, non esiste il contratto a tempo indeterminato, eppure hanno tranquillità economica legata al lavoro con tutto ciò che ne consegue, mentre in Italia ci si barrica ancora dietro all'anacronistico articolo 18, e si rifiuta a prescindere la riforma Ichino che pure ricalca con molta abilità il modello di Flexcurity danese.

Ciò a cui si deve veramente pensare è se sia ancora pensabile l'idea del posto fisso, quando non la vita di un contratto di lavoro ma la vita media di un impresa è scesa la decade e continua a contrarsi. Come è possibile garantire il posto fisso se lo stesso datore di lavoro non sta per tempo sufficiente sul mercato per garantire questa istanza. La domanda che forse dovremmo porci è come garantire che il cambio da un lavoro ad un altro sia quanto più rapido e meno scioccante possibile, e qua si può optare per un modello o per un altro, logico che non si può pensare ad un mercato del lavoro come quello americano, basato sulla rapidità del ricollocamento, in un paese in cui vige una tassazione scandinava, proprio perchè è necessario che il lavoratore sia messo nelle condizioni di accantonare risorse sufficienti per i periodi in cui è disoccupato.

Io caro Almadel ho girato per più di qualche settimana l'Europa, e onestamente devo dire che l'ultima cosa che notavo dove andavo è la struttura del mercato del lavoro, sarà anche perchè giravo per turismo, ma di certo ho notato che il pollo a Berlino non costa due euro. Informandomi in Italia però ho notato come il mercato del lavoro italiano sia uno dei più rigidi del continente, di come i sistemi di sostegno al reddito siano del tutto inadeguati, di come esista una parte di supergarantiti e una marea di persone prive di garanzia, di come il sindacato italiano sia condizionato da retaggi lontani, di come storture del nostro sistema, ivi compreso l'articolo 18, non permettano le ristrutturazioni aziendali se non con una media di sei anni di ritardo quando la crisi aziendale è conclamata.

Se poi vogliamo parlare della Germania ti invito anche ad informarti sul modello industriale renano, sul sindacato tedesco, di come sia stata gestita la crisi in Germania, di come funzioni da loro la giustizia del lavoro, di come si siano ridotti gli stipendi, di come abbiano fatto riforme pesantissime del Welfare State, e non ultimo cosa sia la "clausola di pace sindacale", e forse allora potremo capire come mai la un operaio guadagni 2000 euro ed in Italia no(e ovviamente non ti sto a citare le numerosissime differenze storiche e culturali fra i due paesi).

 

La domanda chiave è se pensate che sia ancora possibile immaginare il posto fisso, o forse è giunto il momento di compiere una rivoluzione copernicana della nostra mentalità.

 

 

P.s./ Non essendo un fan del Presidente Fini credo che sia comunque laureato in pedagogia, ed ad ogni modo la politica personalmente la considero un lavoro, altrimenti tanto vale essere onesti e tornare a votare in base al censo.

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Ma quanti calci in bocca che gli darei...

Io, disoccupata con l'affitto di casa a 4 cifre da pagare.

Veramente è meglio che non mi esprimo, che se comincio a dire cosa penso dei politici E della politica poi vengo bannata.

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In un momento del genere dove la disoccupazione giovanile è al 30%, dove se perdi il lavoro hai mille difficoltà a trovarne un altro, uscirsene così è insensato e stupido. Prima assicurami un ricollocamento rapido e poi forse possiamo riparlare di flessibilità, ma fino a quel momento il posto fisso rimane un obbiettivo di tutti, perchè significa stabilità e certezza.

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Trovo quasi ammirevole lo spirito con cui Almadel si prodiga per mandare in vacca le discussione, ma non starò a risponderti sulle frecciatine personali, visto che le persone che sono solite stuzzicare le altre sul piano personale dimostrano pochezza di contenuti, e spesso basta una risata per seppellirle.

 

Sul "piano personale"? Ma quando mai?

Le mie sono considerazioni totalmente politiche,

che hanno lo scopo di farti vergognare come politico

e non certo come persona (alla persona, auguro ogni bene).

 

La prima cosa da cui si deve sgomberare il campo è che l'assenza del posto fisso sia sinonimo di indigenza e precarietà, a tal proposito vi informo che in Danimarca, paese non certamente affine alla mia cultura di riferimento, non esiste il contratto a tempo indeterminato, eppure hanno tranquillità economica legata al lavoro con tutto ciò che ne consegue, mentre in Italia ci si barrica ancora dietro all'anacronistico articolo 18, e si rifiuta a prescindere la riforma Ichino che pure ricalca con molta abilità il modello di Flexcurity danese.

 

Hai detto bene. Un Paese "non affine alla tua cultura di riferimento".

Facile fare i discorsi di Monti con alle spalle uno dei Welfare più potenti del Mondo.

Se i Frollo d'Italia non esistessero, anche io avrei applaudito a queste parole.

Sfortunatamente dobbiamo fare i conti con quelli come te e non possiamo permetterci

di stare a casa per un anno mangiando allegramente alle spalle dei contribuenti

come fanno i nostri amati amici Danesi.

 

Quindi le cose sono tre: o ci date il Welfare che la Sinistra ha dato alla Scandinavia

o ci date le sicurezze sindacali che la Sinistra ha dato alla Germania

o ci date gli enormi assegni di disoccupazione che la Sinistra ha dato alla Gran Bretagna.

 

Poi ne riparliamo e ne riparliamo serenamente.

 

Ciò a cui si deve veramente pensare è se sia ancora pensabile l'idea del posto fisso, quando non la vita di un contratto di lavoro ma la vita media di un impresa è scesa la decade e continua a contrarsi. Come è possibile garantire il posto fisso se lo stesso datore di lavoro non sta per tempo sufficiente sul mercato per garantire questa istanza. La domanda che forse dovremmo porci è come garantire che il cambio da un lavoro ad un altro sia quanto più rapido e meno scioccante possibile, e qua si può optare per un modello o per un altro, logico che non si può pensare ad un mercato del lavoro come quello americano, basato sulla rapidità del ricollocamento, in un paese in cui vige una tassazione scandinava, proprio perchè è necessario che il lavoratore sia messo nelle condizioni di accantonare risorse sufficienti per i periodi in cui è disoccupato

 

Se un'azienda italiana avesse la possibilità di licenziare,

scommetto 10 a 1 che riassumerebbe in Romania a metà dello stipendio.

Lo sai? Non lo sai? Te lo dico? Te lo ripeto?

Qui i pochi giovani che lavorano stanno aggrappati al posto fisso per questo;

se i giornali di annunci economici fossero pieni di offerte, chi se ne fregherebbe del posto fisso?

Ma nessun telefonista diventa da un giorno all'altro un "tornitore con esperienza".

Come dice Reaulece, la libertà di licenziarsi - per chi vuole - già esiste.

 

Non sapete niente della vita reale e parlate a vanvera.

Come potrei esprimere questo concetto in maniera più incisiva?

 

Io caro Almadel ho girato per più di qualche settimana l'Europa, e onestamente devo dire che l'ultima cosa che notavo dove andavo è la struttura del mercato del lavoro, sarà anche perchè giravo per turismo, ma di certo ho notato che il pollo a Berlino non costa due euro. Informandomi in Italia però ho notato come il mercato del lavoro italiano sia uno dei più rigidi del continente, di come i sistemi di sostegno al reddito siano del tutto inadeguati, di come esista una parte di supergarantiti e una marea di persone prive di garanzia, di come il sindacato italiano sia condizionato da retaggi lontani, di come storture del nostro sistema, ivi compreso l'articolo 18, non permettano le ristrutturazioni aziendali se non con una media di sei anni di ritardo quando la crisi aziendale è conclamata.

 

Dai Turchi a Berlino Est il pollo costa ancora due euro.

E invece io sì: la prima cosa che io scopro a Berlino è proprio il mercato del lavoro,

perché se voglio passare una settimana lì devo andare ospite da qualche amico italiano immigrato.

Ragazzi che guadagnano più come guide turistiche in Germania che come laureati in Italia.

 

Non so a quali "supergarantiti italiani" tu ti riferisca, Frollo.

Io mi riferisco a un fidanzato che lavora part-time 75% alla TIM in contratto di solidarietà

e ancora rimpiange quando lavorava per la tedesca Vodafone.

E che quando sente parlare di "monotonia del posto fisso" gli viene da piangere.

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Vi prego di smorzare i toni frollo e Almadel, si chiacchiera in amicizia qui no?

 

Il mio punto di vista è che Monti abbia fatto una battuta infelice visto il difficile momento del mercato del lavoro italiano, ma che non sia stato compreso il messaggio di fondo.

 

Mi rendo conto che per gli Italiani è difficile da capire perchè è un modello fino ad oggi molto distante da noi, ma ciò a cui monti si riferiva è che bisognerebbe passare da un modello di posto fisso a un modello di certezza del lavoro. Nel senso che se oggi vieni licenziato entro tre mesi trovi un nuovo posto con le stesse qualità del precedente: il modello anglosassone.

 

Ora si può essere daccordo o no, evidente è che la transizione non si ha dall'oggi al domani, ma l'imprenditorialità è la linfa vitale dell'economia e nell'economia di terzo millennio l'azienda per sopravvivere ha bisogno di una sola cosa: flessibilità. Dei sistemi di gestione, del marketing, del processo di produzione, di tecnologia e ahimè anche del lavoro. Non se ne esce...

 

Per concludere il posto fisso è na figata e tutt'altro che monotono, ma è anacronistico, e come tutte le cose fuori tempo (chi ha detto Vaticano?) provoca danni.

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perché guardiamo gli esempi all'estero solo quando ci fa comodo?

 

in germania le lavoratrici che partoriscono vengono pagate per tutto il tempo che sono via, quasi fossero rimborsate delle spese che sosterranno ad avere figli (che sono un valore per la società, e non un peso). in america il "temp" (lavoratore con contratto a tempo determinato) viene pagato di più e gli vengono versati tutti i contributi proprio perché la sua situazione è precaria. in inghilterra molti esponenti politici vanno a lavoro con i mezzi pubblici e non stanno a comprare le auto blu da altri paesi. OVUNQUE c'è un rigido controllo di conflitto d'interessi e nessuna istituzione religiosa detta legge.

 

allora, l'accendiamo?

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Non vedo come potrei vergognarmi sul piano politico quando non ho fatto nessun male, ma nel mio piccolo mi sforzo a trovare soluzioni per risolverli.

 

Ho citato la danimarca proprio perchè più affine a quello che io pensa sia il tuo modello di riferimento, personalmente preferirei il mercato del lavoro britannico o quello statunitense, la mia era una semplice cortesia nei tuoi confronti.

Dalle tue parole tra l'altro vedo una diffidenza notevole verso il mondo imprenditoriale italiano, che per la maggior parte è fatto da persone ammirevoli, che lavorano fianco a fianco con i propri dipendenti, che pur di rimanere nella loro ingrata terra ntale si prendono insulti tutti i giorni dalle televisioni, super-tassati da un fisco inetto e trattati come i quaranta ladroni di Alì-babà.

La domanda che forse ci si dovrebbe porre è come mai non ci sono i giornali pieni di offerte di lavoro, come mai certe professioni sono impedite a chi non porta in dote un pezzo di carta, perchè abbiamo una mobilità sociale quasi nulla. Sono domande che personalmente mi pongo, e alle quali cerco di dare risposte che dal mio punto di vista reputo corrette, ma che non sono solito imporre a nessuno, ne tanto meno sento lo stimolo a dover umiliare qualcuno, anche solo politicamente, perchè la pensa differentemente da me, ma questo credo sia legato alla minore o meggiore affinità che si ha verso l'ideale della Libertà.

Almadel io mi riferisco a quella parte degli occupati, circa il 20% del settore privato e la quasi totalità del settore pubblico, a cui sono applicati tutti gli ammortizzatori sociali previsti a norma di legge, pagati anche da chi non ne ha diritto, l'integralità dello statuto dei lavoratori, e che i nostri sindacati si sperticano a difendere a scotto spesso di altri lavoratori.

Forse dovremmo anche domandarci perchè l'italia è il penultimo paese ocse(o europeo, sto andando a memoria) per attrazione di investimenti stranieri, e come mai facciamo di tutto per rifiutarli, spesso perchè arrivano in italia(quando arrivano) senza portarsi dietro i tabù del nostro paese. Potrei citarti a questo esempio la campagna mediatica e sindacale fatta su Pomigliano, ma preferisco indicarti il caso del Tilo.

 

Ora Alamadel premettendo che non ti conosco direttamente e quindi il mio giudizio è molto inficiato da ciò, visto però l'atteggiamento che stai iniziando a tenere qua, e soprattutto viste le risposte di altre discussione non partire sempre come se avessi fra le mani una verità rivelata, anche perchè personalmente non ho intenzione di smuovere nessuno dalle sue convinzioni in un contesto come un forum su internet.

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Davvero pensate che sia sensato immaginare un'Italia fatta di giovani laureati col master alla Bocconi,

single, senza figli, capaci di farsi sostenere indefinitamente dalle loro famiglie?

 

Cito questa frase di Almadel perchè è significativa. C'è un problema: l'Italia è già così.

Fossimo tutti col posto fisso, non saremmo neanche qui a discutere, o al massimo veramente ci racconteremmo se è noioso oppure no il lavoro...

 

Il problema è che metà dei lavoratori (la metà giovane, tra l'altro) il posto fisso non ce l'ha, quando gli scade il contratto (sempre che abbia un contratto) a volte deve chiedere ai genitori e talvolta il master nell'università rinomata, può non servire.

 

Può un sistema che garantisce solo alcuni, andare avanti?

 

Intendiamoci, Monti ha trovato il modo peggiore di identificare il problema. Quasi un insulto parlare di Monotonia, anche perchè messo su questo piano chiunque risponderebbe che è vero. Provate a chiedere ad un operaio della fiat se trova monotono il suo lavoro e se lo cambierebbe con uno più qualificato e vario. è ovvio che risponderebbe di sì. Il problema è: una volta perso il lavoro "monotono" chi gli garantisce che ne troverà uno nuovo?

 

Se il sistema garantisse che una volta lasciato il vecchio lavoro, in breve se ne trova uno nuovo, non avrei niente da dire. Non avrei dubbi che la flessibilità sia anche un modo per fare esperienze diverse, nella convinzione che l'importante non è lavorare tutta la vita nello stesso posto, ma lavorare per tutta la vita senza discontinuità.

 

non ho niente da dire, in linea teorica, nemmeno sul modello della flexisecurity, considerando che in una sua applicazione ideale l'impresa che licenzia dovrebbe pagare una parte del sussidio a titolo di risarcimento per il licenziamento.

 

purtroppo però in Italia il sistema è nato diverso e temo che un cambiamento fatto con leggerezza, senza soldi dello stato per passare ad un sistema diverso e in un periodo di crisi, si tradurrebbe in una serie di semplici licenziamenti senza che i lavoratori trovino un nuovo lavoro. A questo punto, meglio tenersi il vecchio lavoro, monotono o no...

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miss.lancaster

una volta perso il lavoro "monotono" chi gli garantisce che ne troverà uno nuovo?

 

Premettendo che non solo nessuno garantisce un nuovo lavoro una volta lasciato il precedente, e soprattutto nessuno garantisce nemmeno un primo lavoro (onestamente a me la possibilità di annoiarmi di un lavoro a tempo indeterminato non si prospetta proprio), qual'è l'alternativa che viene proposta?

 

Stage di 3-6 mesi non retribuiti e nella maggior parte dei casi anche senza rimborso spese?

Contratti a tempo determinato a 300 euro al mese (con cui l'affitto si paga sicuramente!)?

 

Farò la stagista fino a che età?

 

In tutta sincerità è stato un commento decisamente inappropriato.

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Monti non ha fatto altro che sottolineare con parole malusate, una realtà attuale:

Il lavoro fisso sta andando a morire, non esisterà piu'.

Ed è vero, lo vediamo già con i nostri occhi.

Noi siamo tanti, i posti di lavoro sono pochi, sopratutto perchè il "riciclo" è basso.

Un posto fisso dura 40 anni, avete idea di quanti diplomandi si formino in 4 decadi?

Na marea.

Non è il mercato del lavoro che deve cambiare, c'è saturazione e non ci si puo' fare niente.

E' il mercato finanziario quello da ricostruire, a partire dalle banche.

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Monti ha parlato di posto fisso che dura tutta la vita.

A me pare che il grosso limite stia nel fatto che è una

cosa che ci dicono e sappiamo già da 30 anni...

 

I contratti a tempo determinato, a progetto, il lavoro

interinale, il part time etc. etc.

 

sono leggi già approvate da 15-20 anni.

 

E' chiaro che parlare di "monotonia" rispetto ad una

cosa che per gli Italiani è un miraggio, suscita reazioni

risentite. Bisognerebbe semmai dire agli esuberi del

settore bancario, assicurativo e del pubblico impiego:

basta col blocco del turn over, e stop agli scivoli pensionistici

per i quali in certi settori gli esuberi si assorbono in 20 anni

 

Facciamo come negli USA, licenziamo anche voi: professori

poliziotti, ufficiali della marina, impiegati regionali, bancari etc.

 

Se vogliamo rendere dinamica l'economia bisognerebbe fare questo

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se il posto fisso è monotono perchè i parlamentari non cambiano mestiere? (li si vede dormire nelle aule, li si vede stanchi)... fanno una legge per gli altri e mai per il "popolo" che nel termine stesso di popolo rientrano anche loro...

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sarà pure monotono ma almeno getti le basi per un futuro, mica tutti hanno velleità da super manager o da piccione viaggiatore, c'è anche chi vuole mettere radici, farsi una famiglia e già col posto fisso è difficile figuriamoci da precari

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Mi permetto di linkarvi un articolo caustico di un mio amico

http://www.libertiam...gnare-crescere/

 

 

P.s. Se il fatto che l'articolo sia di un Think Tank politico arreca problemi, rimuovetelo tranquillamente, anzi mi scuso in anticipo.

 

Vedo che abbiamo un caro amico in comune, Frollo. :)

Ti dirò, non sono favorevole nè alla provocazione (posata e dosata) di Piercamillo, nè a quella di Monti, per una serie di motivi che sono stati già elencati nei commenti precedenti, tuttavia in parte concordo con loro e credo che ci sia bisogno di un cambiamento nella cultura del lavoro in Italia. Prima bisognerebbe riformare il mercato, l'economia e la finanza, i sistemi di previdenza sociale ecc. ovviamente.

Per aggiungere qualcosa di nuovo alla discussione, penso anche che questo cambiamento dovrebbe partire dalla formazione. Le scuole e le università italiane dovrebbero svecchiarsi e preparare i giovani a confrontarsi col mercato del lavoro, cosa che per molti aspetti non avviene, rendendo spesso i nuovi professionisti poco inventivi, insicuri, deboli sul piano delle competenze, dell'intraprendenza che è alla base dell'imprenditorialità.

 

Se il lavoro non c'è, in attesa che la politica, i sindacati, i governi etc facciano qualcosa, noi che famo? Protestiamo, certo, ma poi?

Vero è che qua, almeno al sud dove ho avuto esperienze dirette io, se presenti un progetto o un'idea, è probabile che te la sbattano in faccia...Ma non è sempre così.

Eppure, quando io ho provato a guadagnarmi quattro pidocchi presentando un'iniziativa e ho chiesto la collaborazione di qualche amico, spesso mi sono sentito delle lagne assurde, che proprio non capisco. Come se si avesse paura, sfiducia, timore a farsi avanti, a contrattare un impiego con le istituzioni (che spesso sono chiusi e grette purtroppo) e con i vari settori pubblici.

Per dire, io ho fatto piccole ma interessanti cose con la scuola e poi con alcune associazioni cittadine che all'inizio parevano reticenti e intrattabili, ma dopo si sono rivelate abbastanza disponibili a un dialogo. Alla fine se porti un risultato ti crei anche una reputazione e hai speranza di crearti un piccolo giro. Tutto ciò ovviamente è potuto avvenire perchè ero inserito in una rete associazionistica e di servizi, perchè mi sono prodigato senza aspettare che la manna scendesse dal cielo, altrimenti buonanotte ai suonatori.

 

Resta comunque il fatto che se tutta la vita volessi campare di lavori a progetto o di iniziative per il sociale, non potrei mai avere una famiglia - qualora un giorno mi fosse concesso il diritto di farmela e a tal proposito ricordo che Fini con 'sta svolta liberale a Mirabello disse che voleva occuparsi anche degli omosessuali, salvo poi poco tempo dopo iniziare a fare intrallazzi e alleanze poco propositive per noi - quindi se potessi scegliere tra un noioso posto fisso e uno squallido precariato (altro che flessibilità!) opterei per il primo. Per necessità, più che altro.

Ma è utopia, la mentalità deve cambiare, sicuramente.

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Come avrete letto Monti sostiene di essere stato frainteso

e questa è la sua replica:

«Se intendiamo per fisso un posto che ha una stabilità e tutele, certo è un valore positivo. La mia frase serviva a dire che i giovani devono abituarsi all'idea di non avere un posto fisso per tutta la vita, come capitava alla mia generazione o a quelle precedenti, un posto stabile presso un unico datore di lavoro o con la stessa sede per tutta la vita o quasi». Meglio invece «abituarsi a cambiare spesso luogo o tipo di lavoro e Paese. Questo - sottolinea il capo del governo - non è da guardare con spavento, come una cosa negativa. Gli italiani e i giovani hanno in genere troppa diffidenza verso la mobilità e il cambiamento».

 

A me non pare di averlo frainteso, allora.

Le domande rimangono ancora tutte sul tavolo:

1) Cosa succede al giovane tra quando perde un lavoro e ne trova un altro?

2) Come è possibile costruire una famiglia "cambiando spesso Paese" e senza la possibilità di contrarre un mutuo?

3) Perché dovrebbero abituarsi solo i giovani? Non sarebbe meglio che a fare il lavapiatti a Monaco

ci andasse un 50enne coi figli 25enni, rispetto a un 25enne col figlio di un anno?

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Il mio punto di vista è che Monti abbia fatto una battuta infelice visto il difficile momento del mercato del lavoro italiano.

No vi prego non le voglio sentire altre battute da politici... Già ne abbiamo sentite tante e da una sola persona.

 

Cmq la frase di Monti è scandalosa ed è preoccupante.

Per una volta tanto "lo appoggio" ad Almadel XD

1) Il giovane nel mentre si impigrirà e tornerà dai genitori o non potendo tornare farà lavoretti a nero per chissà quanti anni.

2) La famiglia si sfascia, saltano gli equilibri perché si sa che non si campa di solo amore

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Perché il progetto di riforma del alvoro mi lascia molto perplesso?

 

Mi piace Almadel perché pone la situazione in termini reali e maledico sti papaveri di economisti e affini che ci vengono a parlare con la pancia piena e il culo al caldo.

 

Vi racconto una mia vicenda di questi giorni. Sono un lavoratore autonomo che ha aperto un'impresa da settembre. Devo pagare i contributi INPS altrimenti non mi pagano le commesse. La prima rata è a novembre. L'Inail arriva ma dell'INPS non v'è traccia. La commercialista mi dice che è normale un piccolo ritardo, Aspetto.

 

Intanto c'è da dire che sono residente nella sola casa che mi posso permettere, quella che, bontà sua, il mio padrigno ha avuto la gentilezza di lasciarmi, la quale però ha la disgrazia di essere per poche centinaia di metri, sotto l'amministrazione di Latina. Questo vuol dire che faccio capo a degli uffici a 70 km da dove lavoro realmente, una facezia certo, ma alla lunga vi assicuro che è una facezia che pesa anche economicamente parlando.

 

Giunto a gennaio prendo per le orecchie la commercialista e le dico che se non mi pagano finisco in mezzo a una strada. Al che lei cerca di procurarmi una domanda per il durc che dovrebbe dimostrare il mio intento di pagarli sti contributi. Niente, non le riesce neanche questo e mi dice di andare all'INPS di Latina a vedere che succede. E qui ci sarebbe da dire qualcosa anche sulla strombazzata informatizzazione dei servizi pubblici di Brunetta. Ma vabbè, ci vado.

 

Ci vado il lunedì successivo ... niente, gli sportelli delle partite iva il lunedì sono chiusi. Tra una cosa e l'altra passa una settimana perché si dà al caso che se non lavoro a me non mi paga nessuno (sempre ad averci il durc naturalmente). Ci torno di martedì, ma c'è un fantomatico sciopero della provincia e me la prendo inter posto. Ci torno di nuovo il giovedì e pur prendendo un cazzo di numero basso, cioè ho solo 5 persone avanti, arrivo a mezzogiorno e se si fa mezzogiorno e mezzo me ne dovrò tornare indietro con un nuovo nulla di fatto. Nel frattempo la mia compagna di sventura, il numero dopo il mio, una rumena che mi batte pure i pezzi, ma insomma, lei più sveglia di me, mi dice "vieni che ora faccio vedere io".

Oltrepassiamo la linea maginot e assediamo la fantomatica porta numero 15. Dove scopriamo un vecchietto paraculo che ci lusinga facendoci il pacco, l''infingardo aveva il numero 40 e ci passa avanti lo stesso. Insomma, i fessi aspettavano il numero nella sala mentre i furbi andavano direttamente alla porta 15! Certe madonne che non vi dico, ci avrei dato fuoco a quel bastardo di vecchiaccio malefico e a sto paese di furbi del cazzo.

 

Comunque entro in tempo per farmi ascoltare. Devo dire che ho trovato una signora sicuramente annoiatissima dal suo posto fisso, una faccia che non vi sto a raccontare, ma è efficiente e mi capisce. Si dà da fare e scopre, ops, che la camera di commercio si è dimenticata di inviarle la visura camerale, quindi non mi era stato assegnato un numero Inps e manco lo avrebbero fatto se quegli altri non si sarebbero accorti da soli della dimenticanza!

 

La signora Di Mario, santa donna, mi chiede il numero di telefono e mi prega di portare pazienza ma oramai è tardi e se sta dietro a me non potrà fare l'amica rumena che poverina dovrebbe tornare un altro giorno. E vabbè. La signora è di parola e il giorno dopo mi telefona e mi comunica sto numero per fare domanda di pagamento (sia chiaro che non dovrei farla ma dovrebbe essere automatico, ma vabbè).

 

La commercialista fa sta richiesta e lo comunica alla signora Di Mario. L'altro ieri mi arriva per posta una raccomandata in cui mi si dice che hanno ricevuto la domanda e mi faranno sapere come pagare nelle prossime settimane. Ma nel frattempo siamo arrivati a febbraio, mese in cui scade la seconda rata non solo dell'inps ma anche dell'Inail, così mi ritrovo a dover pagare due rate insieme della prima, più la seconda ... solo che nel frattempo in banca non arriva un centesimo di bonifico da ottobre !!! Dove li prendo ora io tutti sti cazzo di soldi? Me lo spiega la Fornero? Me lo spiega Monti? Che cazzo ci faccio io con le loro belle teorie su quanto sia entusiasmante stare sul libero mercato del lavoro?

 

Io sostengo questo: Se non funziona la pubblica amministrazione, se le regole che già ci sono non funzionano che per i furbi, se la giustizia amministrativa non esiste (Il mio padrigno fallì perché una grande società non gli pagò una commessa di 60mila euro semplicemente negando che il lavoro era stato svolto e a tuttoggi lui è morto e quelli non scuciranno un soldo, mentre 10 operai sono stati licenziati), come possono pretendere di travasare in questa pentola sfondata un sistema come quello danese?

 

Sono cosciente che esiste una situazione di fatto che va gestita, ma per favore basta menare il can per l'aia. Il sistema per essere riformato, ha prima bisogno che sia contenuto in un sistema di regole già funzionanti.

 

l'art.18 è un totem prima che per i sindacati, per certi simil liberisti che in realtà fanno gli interessi dei monopolisti, i quali vanno in Europa a piangere venia adducendo questo pretesto per non attuare una vera rivoluzione liberale sia del mercato, sia per abbattere certe convenienze corporative. Così tornano in Italia tronfi del fatto che lo dice anche l'Europa che dobbiamo cancellare l'art.18, sicuri che dall'altra parte i sindacati alzeranno le barricate, col risultato che nessuno fa niente per cambiare le cose, cioè per farle funzionare ste regole.

 

Mi fanno ridere quando distinguono il precariato dalla flessibilità. Cioè, ma ci prendono per coglioni? Il posto fisso lo ha cancellato il signor D'Alema e quanti dopo di lui, con l'introduzione del lavoro interinale, la cancellazione del periodo di prova e l'apprendistato che ora vorrebbero reintrodurre (sì, ma bisogna vedere se non si cambi solo il nome a formule tristemente note).

Dice bene chi sostiene che sono 30 anni che il posto fisso è morto e quanto è venuto dopo è quello che ha prodotto la situazione attuale. Quindi la soluzione sarebbe la stessa causa del male?

 

Perché, invece, non ci facciamo forti dell'esperienza fatta e andiamo a estirpare quanto ha reso vano il sacrificio di chi ha subito sulla propria pelle una riforma del lavoro fatta a metà? Le cooperative per esempio, sono tutte una bufala, sfruttano i presunti soci con paghe da fame. Le stesse industrie e pubbliche amministrazioni, non ultima la sanità pubblica, esternalizzano il lavoro dandolo a queste cooperative che gli rivendono la stessa manodopera con un giro di scatole cinesi, col risultato che gli operai non arrivano più alla fine del mese e a mangiarci sopra, a ben vedere, sono i "padroni" in barba all'art.18. Tra i padroni ci metto anche i politici, visto che questo sistema alimenta anche la corruzione.

 

Tanto per cambiare, se non per altro per annoiarci di meno, il signor Monti e quanti lo sostengono, potrebbero iniziare a cambiare le cose non dall'ultima ruota del carro, che come è noto è sempre quella che si sporca di merda.

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Secondo me c'è un'altra cosa su cui bisogna riflettere:

stiamo parlando di persone prive di posto fisso, adulte, senza figli etc. che in caso di momentanea mancanza di lavoro, si fanno sostenere dai genitori.

Ma chi i genitori non ce li ha? Oppure chi ce li ha ma non abbastanza facoltosi da poter mantenere il figlio? Chi non ha una famiglia che ha la fortuna di avere la casa di proprietà, ma paga l'affitto? Come fanno tutte queste persone?

E chi non ha mai lavorato con contratto, sempre a nero, risulta inoccupato e quindi non può nemmeno godere delle "pseudoagevolazioni" esistenti in quando non disoccupato... io per avere l'esenzione medica ho fatto salti mortali, l'impiegata mi ha detto "ma se studi non sei disoccupata" e certo, mò agli studenti danno lo stipendio! E il lavoro a nero? Condizioni pietose, datori di lavoro infimi, stipendi bassissimi... e si trova solo quello.

 

Vorrei dire a Monti che non mi sto affatto annoiando, se questo può farlo contento.

Che col diploma, la qualifica professionale di grafica, e qualsiasi altra qualifica che potrei mai prendere, mi ci pulisco il sedere.

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Concordo pienamente con quelli che vorrebbero molta più monotonia nella loro vita, senza contare che di battute negli ultimi anni se ne sono sentite anche troppe, di giullari di corte ne abbiamo avuti abbastanza senza dover aumentare il numero con Monti, quindi per favore che almeno lui ci risparmi questa ironia spicciola che fa ridere solamente chi ha il culo ben piazzato su una comoda sedia in Parlamento.

 

Non vedo perché, dopo quattro anni di Università, dovrei ritrovarmi a fare la spola tra una scuola e l'altra "per fare nuove esperienze", quando l'unica cosa che vorrei sarebbe piazzarmi in una scuola soltanto e prenderci la pensione.

 

Capisco che il sistema lavorativo in Italia ha bisogno di un cambiamento perché così non andiamo avanti, ma l'idea di rendere tutto più flessibile in un Paese dove ci vuole in media un anno e mezzo per trovare lavoro ( quando ti va bene! ) mi sembra assurda.

 

Senza contare che senza un posto di lavoro fisso non si ha la possibilità di costruirsi un futuro, di comprarsi una casa ( naturalmente con il mutuo ), di crearsi una famiglia.. e lui che è un banchiere queste cose dovrebbe saperle bene. Devo vivere una vita nella costante paura di arrivare a fine mese e non avere i soldi per pagare il mutuo perché sono rimasta senza lavoro per favore la flessibilità? Ma che mi faccia il piacere, uno che ha uno stipendio di Senatore a vita cosa può saperne di cosa significa non avere certezze?

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è vero, il posto fisso sarà pure monotono ecc...ma il bello è che di posti (fissi e non) non c'e nè manco l'ombra!!!! almeno abbiano la decenza di star zitti visto che si riempiono le tasche coi nostri soldi e fanno sembrare la vita un gioco, mentre non sanno neanche come deve tirarsi il collo una famiglia normale per campare con mensili da fame...

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I problemi fondamentali sono IMHO due:

1. Il mercato del lavoro per i giovani ha ampia facilità di uscita dati i contratti a progetto, ma poca facilità di entrata. Ecco fondamentalmente perchè una frase del genere, detta da un economista, mi scandalizza un po'.

2. Gli stipendi in Italia sono ridicolmente bassi. Se infatti si guadagna a malapena quello che basta per la sussistenza mensile, anche un tempo di attesa tra un lavoro e l'altro diventa un problema, soprattutto per chi non ha una famiglia - in grado o con l'intenzione - di sostenere i figli dopo una certa età.

 

E' vero che oggi come oggi pensare alla possibilità di un lavoro unico e che dura tutta la vita è un po' anacronistico, ma prima di pensare alla flessibilità bisogna creare un mercato del lavoro florido e in grado di assicurare sussistenza + x + y (dove x è un guadagno extra e y può essere considerato un risparmio per il futuro). Allora il fatto di dover cambiare lavoro non sarà un problema.

 

Peraltro è una frase veramente infelice da dire in un periodo in cui la disoccupazione fa spavento, si vuole puntare all'austerity (consiglierei a diversi economisti di leggere qualche critica al neoliberalismo), e i salari - già bassi - sono ulteriormente diminuiti..

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