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Emotività: quanto ha condizionato le vostre scelte?


Laen

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Come da titolo, la vostra emotività quanto ha condizionato le vostre scelte e i vostri percorsi di vita?

Avete mai dovuto accantonare dei "sogni", delle aspettative o delle semplici opportunità di vita perché una determinata componente emotiva vi ha bloccato o dissuaso? (per componente emotiva intendo eccessiva ansia, panico, complessi di inferiorità, e tutte quelle condizioni che derivano da forti sensazioni emotive).

 

Per fare un esempio, tizio X rinuncia a diventare medico (anche se vorrebbe tanto) perché non riesce a sopportare la vista di fluidi e tessuti organici, anche se ama l'idea di alleviare le sofferenze di qualcuno. Questa forte componente emotiva l'ha bloccato nella realizzazione del suo sogno.

Oppure, tizio Y rinuncia a rapportarsi con tizio Z, anche se gli piace, per una forte componente ansiosa e complessi di inferiorità (so che mi spiego di m****, quindi ho portato due esempi sperando di aver reso chiara la direzione del mio thread :D).

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Tantissimo, tantissimo, tantissimo. Parlo soprattutto dei complessi d'inferiorità, nel mio caso: sono una persona insicura e troppo spesso mi sento inadeguato e tutto mi sembra impossibile. Ho rinunciato a diverse cose per questo e purtroppo è una fattore frenante. Ma in certi casi l'emotività può essere anche una grossa spinta a dare meglio e trovare il giusto equilibrio fra un'emotività buona e una cattiva (impossibile da frenare ma forse neanche non da cestinare in toto) è un lavorone, forse uno degli obiettivi da porsi in assoluto.

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sì mi è successo...

 

però credo che poi il sogno ritorna. Cioè se rinuncio a un obiettivo perchè sono emotivo e penso di non farcela, prima o poi quell'obiettivo mi ritorna e quel che è peggio è che torna con i sensi di colpa, soprattutto se poi sarà tardi...

 

quindi in fin dei conti se qualcosa per noi è importante tanto vale cercare di provarci a tempo debito...

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Mi ha influenzato e mi influenza molto. Questo fatto è inscritto nella mia tipologia psichica, se intendiamo emotività come sentimento.

Anche dal punto di vista psicologico, io, nella classificazione junghiana, appartengo alla tipologia Sentimento-Pensiero-Intuizione-Esperienza.

 

Più che bloccarmi, l'emotività mi ha portato ad espormi, quando sarebbe stato più prudente o accorto riflettere sui vantaggi/svantaggi, perseguire

la via dell'astuzia, valutare il tornaconto personale. Certo c'è anche un'emotività che blocca, come del resto blocca la gabbia razionalizzante.

 

Io penso che dovremmo, per quanto riguarda l'aspetto dell'emotività come autosvalutazione o blocco o inadeguatezza, abituarci a parlare non di emotività

(il che può condurre a grossi sbagli) ma di emotività bambina, emotività non cresciuta, emotività ingabbiata. Una bella emotività, cresciuta, forte, può

mettere le ali ai piedi, dare grandi energie. Non ve lo scordate :sorriso:

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Una bella emotività, cresciuta, forte, può

mettere le ali ai piedi, dare grandi energie. Non ve lo scordate

Questo è davvero un bello spunto di riflessione. Ho sempre considerato di me solo quella emotività che Isher chiama "bambina" e che mi ha bloccato in molte fasi della mia vita, nelle esperienze e nello studio. Pensandoci bene però è vero anche che a volte, proprio per la mia emotività, sono riuscita a fare o a dire cose che erano per me altrettanto importanti. Grazie Isher, ho rivalutato la mia emotività come fattore costruttivo (anche se non sempre) per la mia persona!

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emotività come fattore costruttivo

 

Avevo scritto quella frase (che chiaramente è stata per me per primo una conquista) sperando che qualcun* di voi la

cogliesse e se ne servisse. :sorriso: Credo sia una cosa importante proprio per impostare un retto discorso, e ciò che più conta

un retto rapporto, con l'emotività. Grazie a te per averla colta e fatta tua. Naturalmente va coltivata, annaffiata, fatta crescere

sana, come una pianta: e immagino che tu capirai bene il senso di queste metafore.

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AndrejMolov89

Tantissimo. La mia ansia mi impedisce di uscire e fare cose nuove, perchè mi viene un blocco. La mia ansia mi impedisce di mettermi in gioco un po' ovunque e da piccolo avevo paura di uscire di casa per paura di essere preso in giro e di non avere la capacità di difendermi dai supprusi altrui.

Mi ha fatto esporre quando non dovevo e a volte mi porta ad essere molto aggressivo XD

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Tanto tanto tanto (sembra la canzone di Jovanotti XD). Comunque mi capita spesso ahimé :( mi capita addrittura avolte di guardare per terra perché non riesco a fissare una persona negli occhi.

Si dice che sia per il fatto che si è codardi o si ha qualcosa da nascondere, eppure io ritrovo solo un'eccessiva timidezza XD

Anche quando mi vesto per una serata e vorrei apparire, il più delle volte mi sembra di non essere all'altezza, figuriamoci se devo cercare di conoscere qualcuno, praticamente ci dev essere come minimo alcol con tracce di sangue nel mio corpo, altrimenti sono senza speranze.

Nel campo universitario/lavorativo questo mi succede un po' di meno, diciamo sono più sicuro delle mie capacità, però mi è capitato anche lì di sottovalutarmi e di perdere delle occasioni.

Ultimamente sto crecando di rompere questo blocco, diciamo che ci sto riuscendo, ma è molto complesso come processo.

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miss.lancaster

Qualche anno fa la persona con cui uscivo non faceva altro che ripetermi "tu sai parlare solo di unghie, scarpe e capelli."

E il gruppo di persone che frequentavamo era composto solo da super cervelloni con una cultura spaziale che passavano giornate intere a dissertare sui massimi sistemi.

 

Premesso ciò, è stato un periodo in cui ho sofferto di complessi di inferiorità a livelli esagerati. Ho finito col chiudermi nel mio guscio e non spiaccicavo una parola in pubblico nemmeno sotto tortura, tanta era la paura di non essere adeguata e di essere considerata solo una cretina.

Ho perso mille occasioni di conoscere persone o di esprimere la mia opinione. Mi sentivo totalmente impossibilitata ad essere me stessa, tanto da diventare solo un'ombra della persona che ero sempre stata.

 

Per fortuna con gli anni ho capito che in realtà sono più che in grado di affrontare conversazioni che non trattino di unghie/scarpe/capelli e ho anche scoperto che il timore reverenziale che nutrivo nei confronti di quel gruppo di persone era del tutto ingiustificato.

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Moltissimissimo, e lo fa tuttora.

Ho rinunciato a stare fuori casa per studiare proprio perchè non riuscivo a stare lontano dai miei affetti, avevo paura di rimanere solo in una città sconosciuta.

La mia emotività mi porta alle lacrime sia per la tristezza che per la commozione. Ad esempio quando guardo qualcosa tipo un film, mi commuovo facilmente quando un personaggio riesce nel suo intento e passa da sfigato ad eroe. Questa specie di riscatto della persona è una cosa che a me manca, il superare i miei ostacoli e realizzarmi.

Pensandoci bene più che commozione è quasi il realizzare che quello non sono io e che probabilmente a me non capiterà mai. Sono un tipo abbastanza pessimista, ma non del tipo che mi deprimo tutto il tempo.. nel senso che ho accettato il fatto che probabilmente molte delle cose che sogno non si realizzeranno mai.

Soprattutto in amore, essendo innamorato da anni di una persona a cui non riuscirò mai ad avvicinarmi come vorrei ma che non riesco a togliermi dalla testa nè ad allontanare, perchè il solo pensiero di perderla mi fa stare malissimo.

Non bevo, non fumo, non mi piace stare in luoghi affollati e sono un tipo tranquillo di natura, il che non aiuta il mio aprirmi agli altri. Ci ho messo all'incirca un anno, in prima media, per stringere amicizia con quella che ora è la mia migliore amica da quasi 14 anni.

 

Insomma vorrei tanto poter avere un po' di ghiaccio in più nelle vene per bloccare certe emozioni e certe sensazioni, credo ne trarrei abbastanza vantaggio da migliorare un po'.

 

Mi fermo qui perchè sto realizzando che forse è meglio se mi ritiro in Tibet da eremita. >>

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Troppo.

 

Ho un'ansia anticipatoria fortissima e sono capace di sentirmi una merda anche dopo l'evento perché ripenso a tutta la serata e inizio a giudicarmi. Sono arrivato a credere di avere qualche sindrome di tipo autistico.

 

Ho scelto una facoltà vicino alla mia città per non dover prendere treni (il primo treno l'ho preso due anni fa).

 

Non ho la patente perché non riesco ad iscrivermi.

 

Non ho praticamente amici e cmq le mie amicizie sono molto basilari, oltre ad un certo punto non riesco ad andare. Anzi, i miei amici in qualche modo sono tali perché so come gestirli. Dunque sono annoiato.

 

Dal punto di vista amoroso sono allo stato larvale. Anche se ho avuto occasione di conoscere qualcuno, mi sono sempre tirato indietro (addirittura un tizio mi parla ancora dopo un anno, si è affezionato).

 

La mia reazione è stata quella di staccarmi emotivamente da tutto, col risultato che avevo in testa a me complessi di inferiorità e superiorità in convivenza. Poi è caduto tutta la parte sulla superiorità e mi sn rimasti quelli di inferiorità che sto cercando di correggere. Per farvi un esempio, sono capace di sentirmi infeiore ad un tizio/a che parla un italiano corretto e ricercato; inferiore a chi riesce a crearsi le occasioni.

 

^^'

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Nel lavoro: non mi da problemi, la professionalità e la serietà vanno oltre l'emotività

Nello studio: problemi a causa del blocco che mi prende quando devo parlare in pubblico. Alcune volte sono riuscito a sbloccarmi, non chiedetemi come perché fa tutto il mio corpo! e ho iniziato ad esprimermi alla velocità della luce dicendo tutto quello che penso... da una sensazione stupenda di potenza!

Nelle amicizie e nella vita sociale: sono sempre stato asociale, tendo a non attirare l'attenzione, alcune volte però mi butto, ho i miei soliti amici, a volte mi aggrego ad altri.

Nelle relazioni: piccoli problemi a causa del senso di inferiorità, dovuti al fatto che non sono di bell'aspetto.

Qui dovrei aprire un topic a parte, e spiegare bene questa mia concezione delle relazioni solo tra persone belle che mi frena, vado a periodi, quando mi sento brutto non esco di casa, e se esco non tento nessun approccio, neanche virtuale su internet, da un anno a questa parte mi sento un cesso ambulante, vecchio e anoressico, prima amavo il mio fisico.

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NamelessDreamer

Per me è sempre stato così, sono eccessivamente riflessivo e la mia ansia, mista a paura di sbagliare, mi blocca nel fare tante cose. Ogni tanto mi butto, ma succede molto raramente, e in genere quando lo faccio combino un disastro. Questo mi porta a perdere tutta la determinazione per un bel po' di tempo, facendomi credere che gli altri siano sempre più capaci, più sicuri di me.

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Premesso ciò, è stato un periodo in cui ho sofferto di complessi di inferiorità a livelli esagerati. Ho finito col chiudermi nel mio guscio e non spiaccicavo una parola in pubblico nemmeno sotto tortura, tanta era la paura di non essere adeguata e di essere considerata solo una cretina.

Ho perso mille occasioni di conoscere persone o di esprimere la mia opinione. Mi sentivo totalmente impossibilitata ad essere me stessa, tanto da diventare solo un'ombra della persona che ero sempre stata.

 

Ti capisco perfettamente, e anche io in linea di massima ho vissuto in questa situazione per diverso tempo. Mi sono però riscattato :D

 

Io penso che dovremmo, per quanto riguarda l'aspetto dell'emotività come autosvalutazione o blocco o inadeguatezza, abituarci a parlare non di emotività

(il che può condurre a grossi sbagli) ma di emotività bambina, emotività non cresciuta, emotività ingabbiata. Una bella emotività, cresciuta, forte, può

mettere le ali ai piedi, dare grandi energie. Non ve lo scordate :sorriso:

 

Credo di non aver capito: con "emotività bambina", intendi una specie di emotività acerba, non formata e che quindi si manifesta con senso di inadeguatezza?

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BruisePristine

decisamente sì!

 

a scuola m'è capitato che l'emotività m'ha bloccato a causa di terzi che mi facevano pressione facendomi disprezzare ciò che sarebbe potuto essere il mio lavoro futuro. purtroppo me ne accorgo a 3 anni di distanza.

 

m'è successo che ho avuto l'opportinità di conoscere qualcuno da definire "l'uomo dei miei sogni" esteticamente e sono diventato schivo perchè mi sentivo inferiore e via dei peggio complessi.. fino a lasciar sfumare l'occasione :(

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Sì, sempre. E' da una vita che l'emotività, il senso di inadeguatezza, le pressioni mi frenano. Avrei voluto fare altro rispetto a quello che faccio oggi, anche se in fondo quello che faccio mi piace molto. Vabbè, sarà per la prossima vita!

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Credo di non aver capito: con "emotività bambina", intendi una specie di emotività acerba, non formata e che quindi si manifesta con senso di inadeguatezza?

 

Esattamente questo. Forse anche più che questo, ma intanto, essenzialmente, questo.

 

L'errore da evitare è credere che la "colpa" o "responsabilità" di tale sensazione (sentimento di inadeguatezza, o confusione, o tanti altri)

dipenda dalla «emotività». Dipende invece dall'emotività «bambina», cioè non ancora espressa, cresciuta, vissuta, temprata.

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avere esperienze che ci aiutino a crescere?

 

Esatto. Il che è vero per tutto: il corpo va esercitato, come la mente, come il cuore, come anche il sesso,

per crescere.

 

Il problema si pone se uno ha una condizione emotiva di base per cui si sente o demotivato, o inadeguato,

1 a esporsi sul piano affettivo/emotivo, oppure

2 in generale a esprimersi come persona e a interagire con le persone, quindi a fare esperienze, a crescere in

senso lato.

 

In questo caso occorre fare un piccolo lavoro preliminare su questa condizione di base. Bisogna cercare di controllarla,

di ridurla e pian pianino di dissolverla. In che modo? Gli strumenti sono, grosso modo, tre:

1 in parte con l'aiuto della ragione e della riflessione, per valutare per quel che sono le cose, le situazioni, le persone,

2 in parte accordandosi un po' di fiducia e di slancio, in certi momenti soprattutto, cercando di approfittare dei momenti in cui

noi veniamo a stretto contatto con i nostri desideri, aspirazioni, voglie. In questi casi bisogna dirsi "Io voglio!"

3 in parte anche valorizzando la propria persona in qualunque ambito (da quello culturale, a quello fisico, a quello

estetico),

 

Se si fa questo, non è difficile immagazzinare un po' di fiducia supplementare in sé stessi, guadagnare una «giusta valutazione di sé»

(che è l'esatta traduzione di self-esteem), ridurre quindi il peso negativo esercitato o da una valutazione non troppo positiva

di noi stessi, oppure da un ingigantimento di situazioni esterne e della reale o presunta loro difficoltà.

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A me è capitato due volte di rinunciare di incontrare due ragazzi che mi piacevano solo per colpa della mia ansia e paura! All'inizio pensavo di non essere pronto per un impegno stabile con un'altra persona ma avvenimenti recenti mi hanno fatto capire che non è così!

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  • 3 weeks later...

@@miss.lancaster

Certo che puoi. Mi spiego meglio: avrei voluto fare l'architetto o l'arredatore d'interni, mi piaceva anche la facoltà di lettere, alla fine ho optato per quest'ultima. Ho detto "sarà per la prosssima vita", perché ora come ora non sono disposto a riprendere i libri in mano per realizzare le mie aspirazioni iniziali. Avrei dovuto crederci di più a diciott'anni. Anche se si dice "non è mai troppo tardi"!.

Edited by radioresa
Citazione intero post precedente
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  • 2 weeks later...
UFC_Palermo

L'emotività è un problema per me legato all'insicurezza... per cercare di essere disinvolto, infatti, specie quando incontro qualcuno che mi piace, finisco sempre con il risultare goffo e imbranato... ed è una cosa di me che detesto... vorrei essere sicuro e spavaldo, ma ahimè...

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