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Legge elettorale


Loup-garou

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Ultimamente si è parlato molto di legge elettorale, vista la proposta di referendum.

Era curioso di sapere, se spettasse a voi decidere, che cosa scegliereste? Che sistema preferite?

 

Normalmente le questioni principali che interessano sembrano essere quattro:

1) Single-winner o multiple-winner?

2) Premio di maggioranza. Sì, no, come?

3) Preferenza. Sì, no, come, quante?

4) Elezione diretta del capo del Governo o no?

 

Ogni tanto sento accennare a proposte più intraprendenti, come forme di democrazia diretta (o per lo meno più diretta) sfruttando le nuove tecnologie informatiche, ma non ho mai letto o sentito nulla sull'effettiva implementazione.

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Se in Italia ci fosse il maggioritario secco a collegi uninominali

allora voterei Lega Nord: nella speranza di una secessione

per potermi finalmente trasferire a Bologna :)

 

Sarebbe infatti per me inutile votare in una Regione come il Veneto,

nella quale il mio voto sarebbe pressocché buttato.

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Australiano, naturalmente!

 

http://it.wikipedia....ale_australiano

È molto interessante, io avevo proposto un sistema simile per alcune votazioni nella mia associazione ma mi avevano bollato simpaticamente come folle.

Questi sistemi mi incuriosiscono parecchio ma ho un certo timore che possano favorire troppo i partiti di centro.

Del sistema australiano non ho capito come adattarlo ad un sistema parlamentare e come distribuire i seggi.

 

Una soluzione diversa potrebbe essere la sola votazione del candidato preferito e di quello meno preferito, evitando le vie di mezzo. Ha il vantaggio di non avvantaggiare il centro ma il grosso svantaggio di favorire il voto alle grosse coalizioni nella speranza di poter vincere piuttosto che ai partiti minori che ci rappresentano maggiormente, come avviene tuttora.

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Il problema del sistema elettorale, in Italia, si converte in un'altra domanda (altrimenti si alimenta una questione troppo

astratta): è la corruzione italiana emendabile? Emendabile tramite un nuovo e diverso sistema elettorale?

 

Io sono giunto alla conclusione che no, e che non è emendabile per due ragioni speculari: l'una, è che da troppo tempo i partiti

politici si sono trasformati da legittimi contenitori di idee e programmi politici in co-proprietari della cosa pubblica; l'altra, è che

agli Italiani questo sistema sta bene, e se protestano, con la pancia per lo più, è solo perché desiderano essere cooptati anche

loro in questi carrozzoni.

 

Resta da rispondere alla domanda legittima su quale sia, in sé, il migliore sistema elettorale. Gobetti scriveva che non ce n'è

uno tale da esserlo per l'appunto essenzialmente e sempre. Ma questa posizione, che ha un fondo di verità sul piano storico,

è criticabile da un punto di vista storico più complesso, e in ogni caso, nell'Italia facilona e inconcludente che è succeduta a

Gobetti, è certamente da respingere perchè si trasforma inevitabilmente nel fatto che ogni governo si fa il suo sistema elettorale

(e disegna e ridisegna i collegi elettorali secondo le proprie convenienze).

 

Se ritenessi l'Italia emendabile sarei, comunque, per il maggioritario secco a collegi uninominali, perché è un sistema più evoluto,

che si affranca dall'idea arcaica della rappresentanza, intesa in senso ontologico, e concepisce il territorio come terreno di scontro

politico retto dal numero 2: chi vince governa, chi perde controlla il governo facendo opposizione.

 

Si potrebbe, sempre se l'Italia fosse emendabile, tentare con ciò di ridurre il Fascio, che è costitutivo del sistema-Italia: Fascismo,

Governi di larghe intese, Convergenze parallele (!), Compromesso storico, Governi di unità nazionale, cattocomunismo, and so on. Si

potrebbe cioè ridurre il cancro italiano, e vedere se si può tornare a una (maggiore) pulizia del sistema.

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Il sistema australiano è affascinante, uno dei miei preferiti, ma bisognerebbe

studiare se applicabile alla situazione italiana.

 

Io sono per il sistema tedesco http://it.wikipedia....torale_tedesco.

E' perfetto per la nostra struttura sociale, partitica e soprattutto territoriale.

 

Garantisce una proporzionalità molto alta che è però moderata da diversi correttivi di

stabilità come la clausula di sbarramento e il mandato in soprannumero (oltre alla ben

nota mozione di sfiducia costruttiva che può essere fatta dall'opposizione durante la

legislatura)

 

Piccolo particolare: dovremmo avere una camera per le autonomie territoriali come il Bundestrat.

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Amo il sistema australiano ma non credo sia applicabile in Italia, data la cultura politica diversa. Peraltro è un sistema che richiede, secondo me, una grande abitudine dei cittadini a capire effetti di ballottaggio, voto strategico, etc...

 

Al momento gradirei un maggioritario uninominale secco! Non perché mi piaccia particolarmente come sistema elettorale, ma semplicemente per spezzare un po' la frammentazione partitica (e togliere dalle p***e i partiti di centro :nyam:).

 

Al di là delle utopie: l'espressione delle preferenze deve assolutamente rientrare nel sistema!! Anche per restituire un po' di responsabilità nei confronti dei cittadini da parte dei parlamentari... E direi utili anche sbarramenti alti!!

 

Per quanto riguarda il sistema tedesco...mah...a me non piace particolarmente! è utile solo per l'elevata importanza che dà alle preferenze dei cittadini, ma al di là di questo non è che sia tutta questa meraviglia. Diverso il discorso invece per un Senato come il Bundesrat... sto propinando la necessità della cosa da tempo!!! Peraltro renderebbe facile diminuire in maniera spropositata il numero di senatori e darebbe minimamente senso alla presenza di un bicameralismo...

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Diffido fortemente di tutti i criteri misti, spuri, come

l'attuale ( premi + sbarramenti variabili etc. ) a mio

avviso al limite della Costituzionalità.

 

Sono quindi contrario anche all'ultima proposta del PD

70% di magg. uninominale a doppio turno + 28% con

proporzionale a base regionale e sbarramento al 5%

+ 12 seggi con proporzionale per garantire il cd. diritto

di tribuna.

 

Solo il fatto di poter proporre una cosa così vistosamente

indecente mi lascia molto perplesso.

 

Una legge elettorale deve essere semplice, non sommare

diversi sistemi a diversi correttivi etc.

 

Se si sceglie un sistema di elezione diretta del Premier

serve il doppio turno maggioritario, perchè di fatto con il

voto si dà anche una indicazione di governo, per la quale

sarebbe essenziale il 50% dei votanti.

 

Ritengo però che finchè in Costituzione rimane la forma di governo

parlamentare, il potere presidenziale di nomina, il voto di fiducia del

parlamento etc. sia controproducente sfornare leggi elettorali che non

corrispondono alla costituzione reale del paese. Per ragioni costituzionali

sono quindi contrario al maggioritario a doppio turno e propendo per

l'uninominale a turno unico, senza premi di maggioranza o soglie di

sbarramento.

 

Sul discorso del voto alternativo e del multiple winner, non so se

sia indicato per un sistema elettorale generale, mi sembra ad istinto

un sistema da elezione primaria, o interna ad una associazione in

cui si richiede di dare un giudizio complessivo su tutti i candidati.

 

Applicato ad una legge elettorale che deve esprimere una maggioranza

parlamentare non so....ci dovrei pensare, ma mi lascia perplesso.

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Sul discorso del voto alternativo e del multiple winner, non so se

sia indicato per un sistema elettorale generale,

Scusa, Hinzelmann, ma sono confuso da questa parte del tuo post. L'Italia, così come la maggior parte dei paesi occidentali non anglosassoni, non utilizza già un sistema multiple winner (ossia, nella stessa circoscrizione vengono attribuiti seggi a partiti diversi)?

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Rispondo di qua visto che il tema verte su un modello di legge elettorale, anche se è un continuo di un botta e risposta del topic sull'astensionismo.

 

Massì, adottiamo pure una delle leggi elettorali peggiore al mondo! :D

 

(prima che polemizzi, l'ho studiata in più di un esame, ti assicuro che è matematicamente ineguale e inefficiente,

neppure gli inglesi la vogliono più.)

Senza nessuna offesa Altair ma rispetto al tuo giudizio preferisco quello del Prof. Campi della professoressa Ventura o di altri politologi, e senza nulla togliere agli esami da te sostenuti ma è come se mi rifiutassi di parlare con qualcuno dicendogli che la mia visione è verità assoluta perchè ho studiato l'argomento nel corso di ben tre esami.

Parlando nello specifico della legge elettorale inglese premetto che il cambio di legge elettorale al momento è osteggiato da conservatori e laburisti e fortemente sostenuto dai LibDem ,proprio perchè l'attuale sistema maggioritario è fortemente penalizzante per i partiti minori. A livello di opinione pubblica non si è mai manifestata una maggioranza ne assoluta ne relativa a favore del cambio del sistema elettorale nel corso di esami demoscopici, anzi la tendenza è andata ad invertirsi dopo le ultime elezioni a favore dell'attuale legge maggioritaria. Ricordo anche che al referendum del 5 maggio 2011 il 67,9% dei votanti si è dichirato contro il cambiamento della legge elettorale(http://it.wikipedia....annico_del_2011), quindi veramente non sos u che base fai queste tue mirabolanti affermazioni.

Analizziamo l'andamento del voto in Gran Bretagna.

Tra il 45 e il 70 laburisti e conservatori raccoglievano tra il 91.2% e il 97.9% dei voti, configurandosi di fatto un sistema bipartito in piena regola, tant'è che che l'indice di Laasko e Taagepera in questi venticinque anni fornisce un risultato di 2.4 come come voti, quindi un sistema a due partiti e mezzo, mentre a livello di seggi ci consegna un indici perfetto pari a 2.0, perfetto sistema bipartitico. La stabilità del sistema viene realizzata da molteplici cause concomitanti, come lo scontro fra blocchi sociali, l'alta fedeltà al partito, ecc...

Nel periodo 1974-2005 abbiamo una maggiore frammentazione del voto e una crescita dei partiti minori, tant'è che l'indice di L. e T. raggiunge come valore medio il 3.2 e un picco di 3.6 nel 2005(i dati dell'ultima elezione che sono interessanti purtroppo mi mancano). Grazie però allo sbarramento l'indice di L. e T. a livello di seggi raggiunge una media del 2.2, e un risultato massimo del 2.4 nel 2005 quanto i partiti terzi conquistano il 14.5% dei seggi. Nonostante il fatto che l'elettorato inglese sia diventato più volatile per varie motivazioni(gli elettori che si dichiaravano fedeli al partito erano 46.5% nel 64% e solo il 13% nel 2001), rompendo il monopolio dei due principali partiti, che sono arrivati a raccogliere assieme poco più del 70% dei voti, il sistema elettorale ha permesso una scalfittura minima del bipartitismo a livello di seggi. Questo ha permesso, salvo rare eccezioni, di costituire sempre governi monopartitici, anche in quei rari casi in cui il partito vincente abbia raccolto meno del 40% dei voti(anni 1922, 1974, 2005, l'ultima elezione non la conto essendo il governo retto da due partiti). Considerando eventuali scenari futuri pur avendo nei sondaggi un sostanziale pareggio tra conservatori e laburisti, quest'ultimi otterrebbero la maggioranza assoluta dei seggi permettendo il continuo cammino di stabilità che ha fatto la fortuna del regno d'oltremanica.

Consideriamo i vantaggi del sistema:

- Stabilità, il sistema politico Britannico si è dimostrato uno dei più stabili di tutti, considerato da più parti il sistema politico più stabile in assoluto

- Governabilità. grazie al sistema elettorale maggioritario che ha sempre favorito governi monopartitici il decisionismo dei governi inglesi è tra i più incisivi del mondo, tant'è che si sono viste rivoluzioni statali impensabili in altri sistema, sia da parte conservatrice che da parte laburista

- Rappresentatività del territorio, grazie al sistema a collegi uninominali i parlamentari sono fortemente legati al seggio in cui sono eletti, e qualora il parlamentare cadesse nel corso del mandato si procederebbe all'elezione nel singolo seggio, affidando nuovamente la parola agli elettori

- Esclusione delle estreme, infatti il sistema inglese svantaggia molto i pariti minori tant'è che l'Ukip e il National party non hanno mai o quasi mai(ora non ricordo con precisione) preso nessuno seggio in parlamento, infatti mancando di una radicamento territoriale preciso ove massimizzare il minimo consenso detenuto, come nel caso dello scottish national party, risulta impossibile per loro vincere le elezioni in un collegio.

 

La critica principale mossa al sistema inglese è la scarsa rappresentatività dell'elettorato, ma direi che è la solita guerra tra governabilità e rappresentatività. Tra l'altro ricordo che dissi ad Alamadel del sistema inglese perchè potrebbe essere uno dei pochissimi modi tramite cui un eventuale partito socialdemocratico italiano possa ottenere la maggioranza assoluta per governare senza dover scendere a patto con partiti di stampo popolare.

 

Rispetto alla questione della scarsa rappresentatività rispondo con un spot conservatori rispetto al referendum del cinque maggio:

 

 

P.s./Scusate al risposta lunga, ma era per fare un pò di chiarezza.

P.P.S/Non vorrei dire una boiata ma in Italia se non erro si è tenuto un referendum nel quale è emerso chiaramente che gli italiani vorrebbero un sistema maggioritario e non uno proporzionale, ma non sono sicuro, aspetto delucidazioni^^

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Normalmente le questioni principali che interessano sembrano essere quattro:

1) Single-winner o multiple-winner?

Multiple-winner

2) Premio di maggioranza. Sì, no, come?

Nessun premio di maggioranza, proporzionale puro con sbarramento minimo

3) Preferenza. Sì, no, come, quante?

Si, tre preferenze come nelle elezioni europee

4) Elezione diretta del capo del Governo o no?

Assolutamente elezione indiretta, come nella prima repubblica.

 

 

Come miglior sistema elettorale indico la Svizzera e l'Olanda dove anche i partiti più piccoli hanno diritto ad una rappresentanza, lo sbarramento dovrebbe essere vietato come norma anti-democratica.

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Cercherò di rispondere brevemente a quanti sostengono il plurality sistem

inglese e attaccano gli "artificiosi" sistemi misti a favore di "roba più semplice"

come dice Hinzelmann.

 

Innanzitutto il sistema a maggioranza semplice è statisticamente inefficiente, in

quanto non tiene affatto conto del fenomeno dell'astensione e produce un numero

enorme di wasted votes. Nel sistema britannico infatti accade molto spesso che in

constituencies tradizionalmente fedeli ad un partito gli elettori contrari siano sfiduciati

dall'andare a votare in quanto certi della vittoria del partito avversario (sopratutto in

presenza di pools e spoilers pre-elettorali), elemento che ovviamente rende il risultato

piuttosto distorto. Oltre al fatto che i loro voti sono totalmente non rappresentati e questo

è un elemento fortemente anti-democratico.

 

Un'altro elemento negativo di questo sistema (medioevale), è la pratica del gerrymandering,

ovvero una operazione di c.d. ingegneria elettorale che permette di "ritagliare" le constituencies

in base alle preferenza dei partiti così da manipolare il risultato.

 

Infine il sistema britannico può andare bene per un sistema politico omogeneo dove la presenza

di due partiti è causata da elementi culturali contingenti, nel momento però in cui vi è la presenza

di partiti territoriali (come Lega Nord in Italia) o comunque un alto numero di forze politiche diverse,

la stabilità di questo sistema viene meno. Un esempio sono state le ultime elezioni politiche in UK.

In questo caso, anche la governabilità del partito stesso è messa fortemente a rischio.

 

Il sistema tedesco in questo senso è perfetto perché combina la rappresentanza personale nell'Erststimme

(l'elettore vota i candidati nei collegi uninominali), mentre nello Zweitstimme si vota per liste garantendo in questo

modo un'adeguata proporzionalità unita ad una razionale distribuzione dei voti in seggi al fine di mantenere una

certa stabilità. Per la situazione italiana si potrebbe - forse - aggiungere un premio di maggioranza, ma è una questione

da valutare.

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Scusa, Hinzelmann, ma sono confuso da questa parte del tuo post. L'Italia, così come la maggior parte dei paesi occidentali non anglosassoni, non utilizza già un sistema multiple winner (ossia, nella stessa circoscrizione vengono attribuiti seggi a partiti diversi)?

 

No, mi sono espresso male le mie perplessità sono da intendersi come riferite al voto uninominale alternativo

che mentalmente paragonavo al voto cumulativo nei sistemi semiproporzionali ( sistema che può essere valido

per società o consigli di amministrazioni, ma non in elezioni generali ) che è ovviamente solo un tipo di multiple

winner.

 

Direi però che l'uninominale alternativo potrebbe andare bene per l'elezione diretta di un presidente della repubblica i

n un sistema come il nostro, dove il presidente ha assunto un ruolo arbitrale quasi del tutto svincolato dal parlamento

e quindi potrebbe essere eletto direttamente con un sistema che favorisca il candidato meno inviso alla maggioranza degli italiani.

 

Non so se sia valido per scegliere una maggioranza di governo

 

Sono fermamente contrario a sommare premi di maggioranza a soglie di sbarramento, in generale il premio

di maggioranza è un sistema assai poco usato all'estero. Inoltre faccio notare che in Italia abbiamo avuto

instabilità di governo per candidati messi in lista da partiti diversi ( Mastella UDEUR nell'Unione) scissioni

politiche ( PdL e Fini ) passaggi da un gruppo parlamentare all'altro etc.

 

Dubito possa esistere una legge elettorale capace di evitare tutti questi fenomeni insieme, bisognerebbe

abbandonare il Parlamentarismo, ma se si vuole abbandonare il parlamentarismo la soluzione non è in una

legge elettorale quanto in una riforma costituzionale.

 

Mi sembra fisiologico che in un sistema uninominale venga favorito il rapporto con il territorio

non è detto però che questo necessariamente conduca a risultati negativi. L'esperienza delle

primarie di coalizione per l'elezione a Sindaco ha visto la vittoria di candidati legati alla città

e non designati dalla segreteria del partito maggiore PD ( Vendola, Pisapia, Renzi, Zedda, Doria )

 

Certo se il rapporto col territorio viene monopolizzato da un partito sezionale il discorso cambia

però non si può fare una legge in un certo modo perchè c'è la Lega Nord. Al contempo questo monopolio

potrebbe essere spezzato se l'esempio dei sindaci non si esaurisse nel passaggio dal sistema locale

al nazionale ( dove decidono tutto le segreterie di partito )

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Sono per un proporzionale puro con possibilità di esprimere preferenze.

 

Sarebbe il sistema che garantirebbe una rappresentazione delle preferenze del paese più realistica, e garantirebbe il maggior grado di democraticità. Inoltre è quello che più di tutti tutela la rappresentanza delle minoranze.

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@@Dream_River, i sistemi proporzionali assicurano una "foto" maggiormente precisa della società, ma tolgono governabilità e, in un sistema come quello italiano che è già estremamente inefficiente e improduttivo, rischierebbe di paralizzare definitivamente il sistema. Allora meglio il sistema tedesco, come sottolineato da Altair, anche se rimango convinto che ci sia bisogno di rifare il mondo della politica italiana dalle fondamenta e per questo speravo in un sistema che, per quanto pieno di difetti, permettesse di eliminare alcune delle problematiche croniche del sistema per poi andare a lavorare su un sistema elettorale migliore.

 

E per carità basta con i premi di maggioranza, che incentivano solo alleanze elettorali che poi smettono puntualmente di funzionare nel momento in cui "gli eletti" mettono piede in Parlamento.

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È molto interessante, io avevo proposto un sistema simile per alcune votazioni nella mia associazione ma mi avevano bollato simpaticamente come folle.

Questi sistemi mi incuriosiscono parecchio ma ho un certo timore che possano favorire troppo i partiti di centro.

Del sistema australiano non ho capito come adattarlo ad un sistema parlamentare e come distribuire i seggi.

 

Una soluzione diversa potrebbe essere la sola votazione del candidato preferito e di quello meno preferito, evitando le vie di mezzo. Ha il vantaggio di non avvantaggiare il centro ma il grosso svantaggio di favorire il voto alle grosse coalizioni nella speranza di poter vincere piuttosto che ai partiti minori che ci rappresentano maggiormente, come avviene tuttora.

 

Non È detto che si avvantaggino i Partiti di Centro...

Immaginiamo che le scelte siano su sei candidati:

- Un Comunista

- Un Ecologista

- Un Socialdemocratico

- Un Liberale

- Un Cattolico

- Un Nazionalista

E ciascun elettore li metta in ordine in base alle sue preferenze:

se nessun candidato nel colleggio prende il 50% come "prima scelta"

si cancellano le "prime scelte" del candidato con meno voti e si riconteggia.

 

Dream_River dice che un proporzionale garantisce una miglior rappresentazione delle preferenze del Paese;

mentre questo sistema garantirebbe una miglior rappresentazione delle preferenze del cittadino.

 

La signora milanese che odia i negri ma ama i cincillà metterà il Nazionalista al primo posto e l'Ecologista al secondo.

Il gay liberal metterà il Liberale al primo posto e il Socialdemocratico al secondo.

Il catto-comunista metterà il Comunista al primo posto e il Cattolico al secondo (o viceversa).

E così via...

 

Sotto tutti i punti di vista il risultato sarà simile a quello ottenuto da un maggioritario,

ma senza schiacciare sul bipartitismo le differenze politiche.

 

I partiti inoltre troverebbero molto efficace svolgere delle Primarie in ogni collegio,

perché un candidato liberale onesto potrebbe avere successo anche tra gli elettori socialdemocratici

e un candidato ecologista gay potrebbe piacere anche a una parte dell'elettorato liberale.

 

L'unico difetto di questo sistema È che servono un paio di giorni in più

per avere i risultati definitivi...

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@@Dreamer88 : a cosa serve la governabilità se poi chi governa non rispetta fedelmente ciò che desidera il popolo governato?

 

"Governabilità", secondo me, è una di quelle parole che sono state usate per ridurci a dover scegliere di votare il meno peggio.

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Almadel però se io vado a vedere i seggi alla camera dei rappresentanti

australiana io vedo:

 

Laburisti 83 seggi

Liberali 55 seggi

Partito Nazionale 10 seggi

Indipendenti 2 seggi

 

In particolare spiccano i 10 seggi al partito nazionale

col 5,49% rispetto agli 0 dei Verdi col 7,79%

 

Fermo rimanendo il fatto che conosco poco sia il metodo che l'australia

a me non pare che i risultati siano poco schiacciati sul bipartitismo, direi

che il partito nazionale che è in coalizione ( leggo che i nazional-liberali sono detti

the coalition ) raccatta i verdi no

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Il sistema australiano è solo quello che si avvicina di più

a questo modello elettorale, ma ha alcune differenze.

In ogni caso quello che conta non è solo la "percentuale";

ma direi piuttosto il "gradimento"...

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Io però non ho ancora capito come in un sistema con preferenze australian-style si definisce chi e quanti seggi prende una coalizione.

Se i miei timori sono fondati si prende la lista rimasta dopo l'esclusione dei partiti i cui voti sono stati ridistribuiti e si assegnano le percentuali in base a quella.

Ma sarebbe terribilmente poco rappresentativo come parlamento.

 

Ipotesi: metodo Schulze per la scelta del primo ministro e proporzionale per il parlamento guardando le prime preferenze.

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Non ho visto lo Schultze perché non apre il link :)

 

Si tratterebbe comunque di collegi uninominali.

Un collegio = un eletto.

Solo che se il tuo candidato preferito non ottiene il 50%,

il tuo voto andrebbe al secondo della tua lista.

 

Ci sono in realtà vari metodi di applicazione di un sistema simile.

 

Quessto è un articolo tratto da Termometro Politico

http://www.termometropolitico.it/sistemi-elettorali-ecco-come-funziona-il-voto-singolo-trasferibile/

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ma se si vuole abbandonare il parlamentarismo la soluzione non è in una

legge elettorale quanto in una riforma costituzionale.

In effetti intitolare il topic "Legge elettorale" non è stata una buona idea, visto che taglia fuori molti sistemi possibili.

 

 

Io sono per il proporzionale e non per il maggioritario.

Tuttavia, a me piacerebbe avere un sistema in qualche modo simile a quello americano, ossia dove viene fortemente separato potere esecutivo e legislativo, e dove governo e parlamento non sono collegati da un rapporto di fiducia.

In questo modo si potrebbe adottare da una parte un sistema per l'elezione del governo che privilegi la governabilità e dall'altra un sistema per l'elezione del parlamento che privilegi l'effettiva rappresentatività, senza mille trucchi e accorgimenti per assicurare maggioranze solide.

 

Certo, il principale svantaggio di questo sistema sarebbe che il governo incolperà il parlamento per qualsiasi insuccesso e viceversa, ma d'altronde non è diverso da quanto già avviene tra maggioranza e opposizione.

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@ Almadel

 

E' il sistema che gli inglesi hanno respinto nel referendum 2011

e che era sostenuto dai Liberaldemocratici, leggo che in Italia c'è

un ddl Ichino, Ceccanti, Mariapia Garavaglia che lo propone:

http://www.pietroichino.it/?p=9714

 

Almadel, ho la vaga impressione che i risultati siano molto diversi

a seconda che il voto trasferibile sia adottato in collegi uninominali

maggioritari ( Camera Australiana ) o in collegi plurinominali proporzionali

( Senato Australiano e Camera bassa Irlandese o Maltese )

http://www.forumcost...77_finamore.pdf

 

Però non sono sicuro...l'articolo parla di droop-quota

 

Un'altra possibilità se non si vuole cambiare forma di governo è differenziare

le funzioni delle due camere, prevedendo quindi due leggi elettorali diverse

il governo sarebbe legato dal rapporto fiduciario con una sola camera, ma l'altra

Camera indipendente potrebbe svolgere un compito di controllo.

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interessante il modello australiano... diciamo che avendo fatto più volte lo scrutatore in Italia, a meno di usare sistemi elettronici, avrei paura ad approvare una modalità di voto del genere!

 

Per il resto, io credo che gli obiettivi debbano essere:

- bipolarismo, non necessariamente bipartitismo, ma evitando coalizioni troppo frammentate

- scelta degli eletti, tenendo presente però che le preferenze generano dei costi altissimi di campagna elettorale e in italia a volte favoriscono clientele e criminalità

- chi vota deve sapere chi sta mandando al governo, se vota una determinata lista

 

Tradotto in pratica? forse il modello spagnolo: http://www.astrid-online.it/Dossier--r1/Documenti/SCHEDA-sistema-elett.-SPAGNA.pdf

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Non ho visto lo Schultze perché non apre il link :)

[...]

Quessto è un articolo tratto da Termometro Politico

http://www.termometr...o-trasferibile/

Il link dovrebbe essere funzionante, comunque si tratta di una variante del sistema australiano dove è possibile replicare il grado di preferenza (ad esempio votandone due come prima preferenza), saltare uno o più gradi (indicare la prima preferenza e la terza ma non la seconda ad esempio), lasciare caselle senza preferenze.

 

L'articolo che mi hai proposto in un commento nasconde un osservazione sfuggitami ma non trascurabile per l'Italia, ovvero una estrema facilitazione della compra e vendita di voti. Con un numero di partiti elevato possiamo sfruttare le posizioni meno significative per creare una vera e propria firma del voto.

Non che già non si faccia con il trucco della doppia scheda, ma in questo modo sarebbe tutto molto più facile e quasi impossibile da contrastare.

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Quando si parla di sistemi elettorali teniamo bene

a mente che non è quello che determina la configurazione

partitica di un paese (bipartitismo o pluripartitismo),

ma è la cultura politica del paese di riferimento.

 

Il sistema elettorale può al massimo "spingere" verso

una configurazione piuttosto che un'altra.

 

 

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Non è che capire quale sia la cultura politica del paese

in questo momento ci aiuti molto.

 

Nella prima repubblica avevamo la sinistra marxista

i partiti laici la democrazia cristiana e il MSI-DN.

 

Si poteva cioè ragionare per famiglie politiche ed

ipotizzare ve ne fossero 4, con la peculiarità del

comunismo e del neofascismo che si potevano

pensare come peculiarità superabili.

 

Oggi è un casino...in teoria il terzo polo ed il Pdl

appartengono al PPE quindi ad una medesima famiglia

politica, ma è un riferimento europeo abbastanza flebile.

 

La Lega Nord non è inquadrabile, L'IDV non dovrebbe

durare se cade Berlusconi ed è un mistero pure per i

propri iscritti: nessuno sa dire cosa sia. Il PD non ha

ancora scelto cosa vuole essere.

 

E sono questi i soggetti che dovrebbero decidere il

sistema elettorale...

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Un sistema che Non è male è il doppio turno alla francese, dove diciamo si ha la vetrina del primo turno per tutti i partitini vari e il secondo turno per scegliere chi guiderà il paese, ma li vige un sistema istituzionale assai diverso dal nostro.

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