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C'è o non c'è qualcosa che invidiate agli eterosessuali?


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Questo topic non vuole essere un doppione di questo:

 

http://www.gay-forum...420#entry540002

 

Anzi, lo propongo quasi come un correttivo ad esso.

 

Vi chiederei di dire cose molto precise, molto determinate, eventualmente molto concrete, nel caso invidiate qualcosa

agli etero. Dalle risposte può poi sorgere una discussione, ad esempio quanta parte di immaginario ci sia in queste cose

invidiate (ma non voglio predeterminare la discussione, sostenendo che le cose che si invidiano agli etero sono

irreali - anche se, a volte, in una certa misura, può essere vero).

 

Io ho capito, recentemente, che invidio una sola cosa agli etero: il loro essere più disposti all'universale. E a una certa

leggerezza. Se vogliono occuparsi di una cosa, ad esempio la filosofia, o lo studio della chitarra, o fare politica, ci si potranno

dedicare completamente, senza essere distratti da altri problemi - di coscienza, di CO, di diritti glbt, di visibilità, di

autoesposizione nel mondo del lavoro e naturalmente prima in classe e all'università, etc. E ci si dedicheranno, a quel loro

interesse, convinti che sia la cosa più importante del mondo - senza dover prestare sempre un occhio ad altro.

 

Non è la fatica, che mi spaventa, anzi, credo di amare una certa fatica, ma la sottrazione di leggerezza, e di ciò che ho chiamato,

stenograficamente, disposizione all'universale.

 

Esagero? Probabilmente sì, ma volevo almeno tentare di identificare il punto. Per il resto non invidio loro niente.

 

Dite la vostra.

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Già solo il termine invidia allude a qualcosa di negativo e dispregiativo

per quanti provano quella che io chiamerei preferenza.

 

Sorvolando sui termini, principalmente "invidio" la possibilità degli etero di procreare.

 

Ed effettivamente anche il loro essere disposti all'universale di cui tu parli, con la

dovuta differenza, però, che quest'ultimo elemento può attenuarsi se cambiasse la

società, la prima è fisiologica e strettamente legata all'orientamento sessuale.

Ieri sera ho parlato con una mia amica di cosa significa essere omosessuali in italia... il discorso è uscito per altri motivi, matrimonio, figli...

Lei mi ha detto che era sconvolta da quello che noi omosessuali viviamo, tutto ciò a cui dobbiamo pensare... ed era sconvolta sopratutto perchè, parole sue, lei ha capito tutto questo parlando con me e lum, quindi tutto troppo in fretta, per noi magari è meglio, perchè abbiamo tempo per metabolizzare tutto un po' alla volta.

 

Non ho avuto cuore di dirle che a noi il mondo vomita addosso determinate cose tutte insieme, in maniera ancora peggiore di come posso esporgliele io.

 

Ecco, questo invidio agli etero, la stessa cosa che gli invidi tu... quella leggerezza che non gli viene strappata per forza di cose in un dato momento della loro vita, ma che possono ritrovare ogni volta che vogliono.

Alle volte l'assoluta non necessità dei particolari. Molti etero non hanno bisogno di avere tutto al proprio posto. Non hanno bisogno di aver casa pulita per chiamare gli amici per una birra. Non hanno bisogno di sentirsi belli per rimorchiare.. è come se la percezione delle cose sia esistenzialista. Ci sono io, c'è il divano, la tv: gli amici si divertiranno.

 

In certi momenti la chiamerei spensieratezza.

Uh Isher...la penso proprio al contrario di te!

Forse perché da un po' di tempo cerco di dedicarmi alla filosofia a tempo pieno.

Invidio la possibilità di aver figli, una famiglia tradizionale.

 

Però, proprio perché non sento alcuna responsabilità in quanto gay

(difatti Isher, non capisco molto bene il tuo discorso sull'universalità)

credo anzi di potermi dedicare a questa cosa e basta.

 

Non ho problemi di coscienza,

(certo fossi stato etero magari mi sposavo e mio padre mi lasciava un pezzo di casa,

da gay sarei un po' in imbarazzo a vivere sopra casa dei miei con un compagno),

né di autoesposizione.

Si sa che sono gay, ma dalle mie parti in facoltà non sono certo l'unico.

E comunque, non lo dico a chiunque né lo nascondo se me lo si chiede.

Essere gay è una parte di me,

come le altre.

 

invidio il loro modo di "dominare tutti e tutto" facendo sentire gli altri una schifezza, per il resto sono come noi, umani con l'intento di essere migliori.

Alle volte l'assoluta non necessità dei particolari. Molti etero non hanno bisogno di avere tutto al proprio posto. Non hanno bisogno di aver casa pulita per chiamare gli amici per una birra. Non hanno bisogno di sentirsi belli per rimorchiare.. è come se la percezione delle cose sia esistenzialista. Ci sono io, c'è il divano, la tv: gli amici si divertiranno.

In certi momenti la chiamerei spensieratezza.

 

Non c'è di male a pulir la casa si sia etero o gay,

così come se c'è un amico che si ferma a cena

nn c'è bisogno d'aver lucidato le maniglie delle porte!

 

Ragazzi vi prego, abbiate un po' più di sicurezza!

E quella viene solo continuando a fare qualcosa che vi riesce,

insistendo sul lavoro, lo studio, ma anche nel coltivare i rapporti con gli altri :)

Poi, sarà che non frequento più gay che etero, anzi,

quindi insomma, non sentiamoci degli alieni, via!

Edited by Loup-garou
Uniti post doppi

Ragazzi, non prendete alla lettera la mia espressione «disposizione all'universale» perché sono consapevole che è

molto imperfetta e allusiva: è solo un tentativo per far capire ciò che voglio dire, ed è per questo che l'ho glossata con

«leggerezza». Mi fa piacere che SaintJust mi abbia capito (anche se io non mi riferivo in questo contesto di discorso

al tipo di esperienze di cui parli tu, SJ, ma certo le provo anch'io). E anche Aquarivs, che parla di «spensieratezza».

 

Comunque, Schopy, non è affatto «disposizione all'universalità» (come tu hai scritto), no, non è questo

che penso. E pure di me si sa che sono gay, pure io non ho problemi ad autoespormi, ed essere gay è a tal punto una parte

di me che credo solo per questo posso oggettivare quel che di diverso hanno gli etero rispetto a me, e che io non posso

(o non voglio, più probabilmente) avere. Anche io mi posso dedicare

a una cosa e basta: l'ho fatto - ma per me non c'è e non ci sarà mai una sola cosa. Capisci?

 

Già solo il termine invidia allude a qualcosa di negativo e dispregiativo

per quanti provano quella che io chiamerei preferenza.

 

Sorvolando sui termini, principalmente "invidio" la possibilità degli etero di procreare.

 

Buffo che poi la cosa che "preferisci" è veramente la pià corposa invidia che si possa immaginare :D

 

Una notazione generale: è molto più difficile, e prova di maturità, nominare una sola cosa che si invidia

agli etero, che parlare cumulativamente di pillola blù.

Questo topic è molto interessante.

Mi viene da dire che quella leggerezza degli etero io non la invidio per niente, perché apprezzo in tutte le persone che stimo una più grande preoccupazione rispetto alle 'piccole' cose della nostra vita, alle nostre passioni.

Però forse la penso così perché mi sento proprio estraniata, a livello personale, da chi è così sorpreso da ciò che dobbiamo affrontare in quanto omosessuali, perché non ha nessuna causa o comunità alla quale appartiene a cui assimilare l'esperienza. Quindi non è qualcosa che posso invidiare.

 

Però al tempo stesso invidio un altro tipo di leggerezza: il non doversi sentire singolarmente rappresentanti del loro insieme, il non doversi preoccupare di come si presentano a persone che possono non conoscere altri eterosessuali (dato che tutti noi conosciamo più di un eterosessuale, ma spesso alcuni di loro non conoscono più di un omosessuale). Invidio il non dover sentire un minimo di responsabilità come persona e come coppia di essere un modello, la mancanza di strisciante senso di colpa nel fare qualcosa che rispetta uno stereotipo, preoccupandosi quindi di aver rinforzato dei pregiudizi nella persona che ho di fronte...

 

La capacità di procreare non è qualcosa che io possa invidiare, dato che posso e pianifico di farlo.

Non c'è di male a pulir la casa si sia etero o gay,

così come se c'è un amico che si ferma a cena

nn c'è bisogno d'aver lucidato le maniglie delle porte!

 

Ragazzi vi prego, abbiate un po' più di sicurezza!

E quella viene solo continuando a fare qualcosa che vi riesce,

insistendo sul lavoro, lo studio, ma anche nel coltivare i rapporti con gli altri :)

Poi, sarà che non frequento più gay che etero, anzi,

quindi insomma, non sentiamoci degli alieni, via!

 

Aver casa pulita non significa aver lucidato la maniglia della porta ma non aver riviste accatastate sulle sedie dove la gente dovrebbe sedersi, calzini che escono dai cuscini, bottiglie di birra avanzate per casa..

Ho amici che frequento che non hanno problemi a chiamarmi per una pizza con la casa sottosopra ed io non mi creo problemi a vederlo ma non sarei capace di fare lo stesso. Se gli dicessi: Com'è ridotta casa tua? Loro mi risponderebbero cadendo dalle nuvole come se non vedessero proprio niente di anomalo con un: EH?

 

Inoltre qui non si tratta di insicurezze ma di ciò che vorremmo essere non essendolo. Solitamente in un questo genere di topic ci si espone per cui le prediche vanno tenute per sè.

E' divertente, nel senso che suscita un pensiero, la risposta di Ariel: alla fin fine, la possibilità di procreare è propria della femmina,

come lo è del maschio.

 

Nel caso mio, quello che ho chiamato «maggiore disposizione all'universale», «una certa leggerezza», è qualcosa che ho capito mancare

in me (naturalmente non come condizione strutturale, ma ogni tanto - il che è proprio di ciò che chiamiamo mancanza; se la mancanza

fosse strutturale, non sarebbe più avvertita come tale) non riferendomi agli etero in quanto soggetti, ma all'oggetto del loro interesse e della

loro intenzionalità. Spero che questa precisazionre faccia capire esattamente ciò che voglio dire.

 

Per il resto, trovo molto interessanti le cose che state identificando, come mancanze, cose 'invidiate', etc. Forse ruotano davvero, almeno

molte, intorno alla «leggerezza» di cui avevo parlato io. Ad esempio è molto significativa, nel senso che mette a nudo un tratto reale,

a livello psicologico, la risposta di Aquarivs. Poi credo che molte cose dipendano anche dalla diversa vita e fascia di età di chi risponde.

Mi fa piacere che SaintJust mi abbia capito (anche se io non mi riferivo in questo contesto di discorso

al tipo di esperienze di cui parli tu, SJ, ma certo le provo anch'io).

 

L'avevo capito, ma è come se il tuo topic fosse capitato a fagiolo, perchè, io, ho capito proprio ieri sera una seri di cose su cui, prima, non mi ero mai soffermata a pensare più di tanto.

Per cui mi hai riportato alla mnte il momento in cui ho capito che, alla fine dei conti, molti dicono che non c'è nessuna differenza tra l'essere etero o omosessuali, molti di noi omosessuali hanno fatto una bandiera di questa uguaglianza mentre, alla fine dei conti, anche l'etero più disponibile ed aperto al dialogo ed alla comprensione, alcune cose, non le capirà mai... perchè alcun meccanismi li comprendi davvero solo se ci sei dentro e se li vivi sulla tua pelle.

 

Ma sono OT XD

 

Edit: in realtà non proprio... perchè alle mie amiche invidio proprio il loro essere al di fuori delle questioni in cui sono io, e la loro capacità di parlarne come se capissero, o fossero disposte a farlo quando, anche dopo anni, io a volte mi ritrovo bloccata dalle dinamiche proprie del nostro di mondo, e di quelle che parte del resto del mondo mette in atto verso di noi...

è la possibilità di osservare qualcosa che, tutto sommato è dolorosa, in quanto richiede una crescita in un certo senso, con alcune consapevolezze, dall'esterno, cosa che a me è negata, perchè io ci sto dentro.

 

(ma qui poi, ampliando il discorso, qualche altra minoranza prova, sicuramente, le stesse identiche cose...)

Infatti questo topic vorrebbe essere catartico: provare a dire una sola cosa, quella precisa cosa, che...fa la differenza.

 

A @@SaintJust vorrei rispondere, proseguendo in questo tentativo di analisi: ciò che io ho capito, recentemente, non è

il fatto che mi pesa fare, pensare, sostenere, le cose che io, in quanto gay, sono, sostengo e penso. Io posso anche

amare farle, di fatto le amo, e comunque sono io, tutte quelle cose. E' semplicemente il fatto che ci sono - sempre.

 

In certi momenti puoi avvertire ciò come una ricchezza, in altri come un ingombro o ostacolo ad essere più leggero.

Guarda... in realtà non pesano neanche a me, altrimenti non vivrei la mia vita sentimentale così bene di fronte al mondo, sono sicuramente moooolto meno attiva di altri, ma quella è la mia pigrizia innata XD

è solo che vedendo le persone che conosco, le cose di cui si preoccupano nella vita, a volte sento il peso di avere le loro di preoccupazioni sommate alle mie.

 

Perchè alla fine i problemi che può avere un etero (escludendo chi ha seri problemi familiari, di violenza e altro) sono né più né meno quelli che ha anche un omosessuale, in quanto essere umano, in questo periodo storico, in italia. Solo che un omosessuale si deve preoccupare anche di altre dinamiche... alla fine l'essere omosessuale porta dei grossi cambiamenti nella vita, e non sono solo il CO o l'accettazione di se stessi, cambia il modo in cui vedi le cose perchè la tua prospettiva sarà, obbligatoriamente, falsata rispetto agli altri... alla fine mi si può dire ciò che volete, ma l'essere omosessuale è parte integrante della mia vita, del mio modo di essere e quindi è parte integrante del mio pensiero, non sono solo un esssere umano di sesso femminile sono, nel bene e nel male, anche altro.

Credo - ma ho letto in fretta - che nessuno l'abbia ancora detto, e mi sembra strano essere l'unica a pensarlo: io invidio agli etero le molte possibilità che hanno di trovare un partner etero, e di poterlo incontrare facilmente anche negli ambienti di tutti i giorni.

Naturalmente può succedere anche a un gay di conoscere per caso un altro gay, ma le possibilità sono molte meno, e in più bisogna passare la fase del "ma sarà gay o no?", domande che gli etero non si pongono.

Io invidio la loro adolescenza, il momento in cui si scopre la propria sessualità, loro possono dargli sfogo e maturare, noi dobbiamo stare attenti a come ci comportiamo, e slittarla in un'età più avanzata. (parlo della mia)

Se facciamo la stessa domanda agli eterosessuali, scommettiamo che ci invidiano la facilità con cui facciamo sesso? le dark room, e tante altre cosette? Altro che difficoltà ad incontrare altri gay nella vita reale!

Comunque anch'io avverto quella responsabilità che scrive @@Ariel, nel rappresentare singolarmente tutta la categoria, nel confrontarci con gli eterosessuali, mentre loro se tradiscono, rubano e ammazzano, non pensano all'immagine che possano dare di loro in quanto eterosessuali.

invidio il loro modo di "dominare tutti e tutto" facendo sentire gli altri una schifezza,

 

Si vede che non hai conosciuto questo frocio qui!!!!

 

 

Cosa dovrei invidiare agli etero? La loro tristezza????

pensa che non invidio neanche la vostra... figuriamoci la loro....

Io devo dire che non credo che invidierei proprio niente, per il semplice fatto che io sto benissimo così come sono e non sento la necessità di trovare qualcosa che gli etero possiedono/compiono in maniera più facile rispetto a me.

Inutile negare che gli etero hanno più possibilità di relazionarsi sentimentalmente con persone conosciute per caso, per strada, e quant'altro, ma è un qualcosa che non mi pesa a livello tale da suscitare in me invidia o dispiacere per essere gay e non etero.

Come suggerito in precedenza, forse giusto il fatto di poter procreare, visto che l'idea mi sarebbe piaciuta molto... :)

Mah, procreare si può ancora. Si può donare il seme e ci si può accordare per una fecondazione assistita. Non è una strada banale, ma almeno in linea teorica si può.

In linea teorica si può anche adottare, non in Italia, ma altrove si.

 

Quello che io "invidio" è la normalità. Ogni cosa per un gay/bisex è rivestita di uno strato di complessità ridondante, a volte minima a volte impossibile da superare.

Compendiare tutto in una parola non è facile, c'è pure il rischio di

dire cose simili con termini diversi, dovendo però dire la prima cosa

che mi viene in mente ad istinto direi "potersene fregare"

 

Non riesco con facilità a tradurre questa risposta in un esempio concreto

forse sarebbero una sequenza di episodi diversi tra di loro ed in cui -oggi-

faccio fatica a trovare altro in comune, se non questa sensazione.

Comunque, Schopy, non è affatto «disposizione all'universalità» (come tu hai scritto), no, non è questo

che penso. E pure di me si sa che sono gay, pure io non ho problemi ad autoespormi, ed essere gay è a tal punto una parte

di me che credo solo per questo posso oggettivare quel che di diverso hanno gli etero rispetto a me, e che io non posso

(o non voglio, più probabilmente) avere. Anche io mi posso dedicare

a una cosa e basta: l'ho fatto - ma per me non c'è e non ci sarà mai una sola cosa. Capisci?

 

Isher, credevo di aver accolto il tuo iniziale invito alla discussione.

No, continuo a non capire cosa intendi dire col fatto che per te non ci sarà mai una sola cosa.

Perché penso sia una questione di scelte: e le pagano tanto i gay quanto gli etero.

 

Ecco perché nel mio intervento esprimevo un po' di stupore,

per il fatto che agli etero si invidierebbe la leggerezza, la spensieratezza...

Perché non credo siano qualità che qualificano il comportamento di un etero più di quello di un gay...!

Comunque @AikenSosuke: no, forse non ho capito a cosa ti riferivi.

@@Aquarivs: mi scuso se ho fatto prediche...

Certo che hai accolto il mio invito alla discussione, Schopy. Non mi sembra di averlo

messo in dubbio. Forse è insorto un equivoco, non so.

Comunque non pretendo affatto che la sensazione che ho cercato di descrivere sia

universale; la si può avvertire oppore no; io stesso non l'avevo mai avvertita, in tutta

la mia vita, fino a pochissimo tempo fa.

AndrejMolov89

Non lo so se c'è qualcosa che invidio specificatamente degli etero. In verità, invidio tutti ed è una condizione che mi impedisce di vivere seneramente tra le altre persone, perché mi fa sentire schiacciato e accerchiato da tutte le parti, come se dovessi primeggiare ovunque: studio, sport, musica, cultura, carattere, interessi e senso pratico...

E' un sentimento che mi pervade sempre...non c'è qualcosa di univesale che identifico. Cioè, l'unica cosa che mi viene in mente è che loro non si preoccupano di dover essere in una tal maniera per poter essere amati, da quello che osservo. Invidio anche il fatto che possono scambiarsi le tenerezze senza problemi davanti a tutti e che non hanno mai problemi con la famiglia. Diciamo c'è più leggerezza, ma di certo non c'è l'assenza di pesantezza.

Allora... non credo di "invidiare" nel vero senso del termine nulla agli eterosessuali. Ma forse sento dei "desideri mancati" o difficili da realizzare, come la paternità che difficilmente sarà un traguardo raggiungibile.

Adesso, guardando i miei amici etero, vedo spesso tanta insoddisfazione, mentre mi sembra che ci sia una certa tendenza alla gayezza che mitiga certi momenti no e fa sì che molti omosessuali, in fondo, abbiano una vita più spensierata. Allo stesso tempo ci sono amici e conoscenti che, in un'apparente "accontentarsi" sembra abbiano trovato l'uovo di Colombo, avendo quella "condizione standard" che li fa apparire come avessero raggiunto tutto ciò che si richiede un adulto debba raggiungere.

 

E poi, sì... forse vorrei per me e per gli altri omosessuali la fine della necessità di autotutelarsi, autoproclamarsi, ecc ecc... la fine del dispendio di tempo ed energie che ci viene richiesto per dimostrarci sempre un po' più normali della normalità, quasi a mitigare striscianti pregiudizi cui tutti siamo chiamati a combattere.

Dovendo definirlo in un solo colpo, io direi che invidio loro il numero percentuale. Sono di più, e da questo nascono molti dei nostri problemi. E se alcuni sono dettati solo dai tempi (mancanza di diritti, difficoltà del co, difficoltà nel trovare partner, etc) e si presume miglioreranno, altri sono e resteranno tali per il banale fatto che siamo una minoranza, e tale resteremo. Ad esempio, penso a quello che ha detto @@Ariel -che pesa anche a me- cioè il sentirsi sempre rappresentanti di una categoria più vasta. Oppure, direi che mi pesa anche il fatto che in qualche modo saremo sempre l'eccezione.

(La mancanza di leggerezza di cui parla @@Isher la avverto anch'io, ma l'ho sempre percepita come la possibilità di avere una vita "per forza" più ricca, e non mi è mai pesata. Probabilmente è che sono più giovane. :))

Mi pare che la sintesi migliore su quello che penso

l'abbia fatta Hinzelmann scivendo: "Potersene fregare"

che riassume - a mio parere - sia l'opinione di Isher,

che quella di Ariel, di Aquarivs e di Greed89.

 

Come dice Ariel non è una questione di "leggerezza",

ma la totale libertà di essere senza rappresentare.

 

Invidio anche il fatto che gli etero non vogliono essere "normali".

Invidio il fatto che loro ci invidino e noi per noi stessi proviamo compassione.

Mi pare che voler essere "speciale" se sei gay, sia una colpa.

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