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C'è o non c'è qualcosa che invidiate agli eterosessuali?


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Io senza dubbio invidio agli etero la possibilità di procreare con il proprio partner. Del matrimonio posso fare a meno, si può avere una relazione solida e stabile anche senza essere sposati, ma il pensiero di non avere alcuna possibilità di generare un figlio che sia mio e del mio compagno mi dà molta tristezza, lo ammetto. Perchè l'idea dell'inseminazione artificiale, utero in affitto o quant'altro, indipendentemente dal fatto che siano o meno permessi in Italia, non mi attira per ora.

 

Sulle difficoltà che riguardano come ci vedono gli altri, l'accettazione da parte della famiglia, degli amici, della società, me ne sono fatto una ragione e non lo vivo più come un problema, ma il nodo della procreazione è proprio "insito nella nostra natura" e non ci possiamo fare niente. Questo mi tormenta abbastanza...

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Un paio di cose... per loro è più facile trovare un partner, e non sono, um, "costretti" a parlare di eterosessualità come noi di omosessualità, vivendo tutto in maniera più spontanea fin da ragazzini, senza confusioni e dubbi vari.

Con il passare degli anni vedo i miei nipoti diventare adolescenti o andare all'università, sento i miei colleghi chiedersi che scuola dovrebbero fare i loro figli alle superiori mentre anni fa li sentivo parlare dei figli che andavano alle elementari, penso alle persone che ho consociuto anni fa che avevano figli piccoli, figli che ora devono essere già grandi.

 

Invidio agli eterosessuali, oltre a molte altre cose che sono state dette prima, da Isher, Aquarius, penna (la possibilità di vivere un'adolescenza "normale", la facilità di conoscere altri potenziali partner anche nella vita quotidiana, etc.) anche il fatto di poter avere relazioni produttive di frutti che sopravviveranno anche ad un'eventuale fine della relazione, e persino, fisicamente, a loro stessi. La vita è passato, presente, futuro, e nella vita di un eterosessuale esistono tutte e tre queste dimensioni, almeno potenzialmente; nella vita di un omosessuale, uomo o donna che sia, questo non è possibile: una relazione tra due persone dello stesso sesso non potrà mai essere autosufficiente, per motivi biologici intrinseci.

 

Noi non lasceremo niente dietro di noi, se non una sequenza, più o meno lunga, di orgasmi.

 

Le nostre relazioni, per quanto durature, muoiono con noi.

 

A volte mi illudo di essere etero, di avere una malattia dalla quale poter guarire, come dicono i preti.

Cosa mi rende così triste? L'ho espresso in versi.

 

CINEDO

 

Una pioggia di fuoco, cinedo,

sempre ti rincorre sull'arroventata

sabbia dove piangente ti vedo,

per la tua esistenza tormentata.

 

Su te stesso spesso ripiegato,

vivi nel tuo mondo parallelo:

sentendoti da Dio rifiutato

hai smesso di guardare il cielo.

 

Ti resta la terrestre dimensione,

dove tutto marcisce e brulla,

a subire ogni umana umiliazione,

sapendo che di te non rimane nulla.

 

Alla fine ci sarà l'immondizia,

che sei stato in vita disperato,

un corpo umano senza mestizia

in un buco del cimitero dimenticato.

 

Poi passo io tra i cipressi,

e ne sono di ciò molto colpito,

che quasi forte ne piangessi,

e lì rimango molto contrito.

 

Accendo giusto un bianco cero,

rimanendo una calda preghiera

al povero morto straniero,

e il dolce gelsomino della sera.

 

Un abbraccio

Bruno

Ma niente in realtà, forse la leggerezza con cui vivono molte situazioni,

voglio dire la "normalità" porta a fare tutto senza problemi,

mentre anche se io vivo serenamente con la mia sessualità,

comunque faccio caso a determinate situazioni che potrebbero causarmi dgeli ostacoli.

Io senza dubbio invidio agli etero la possibilità di procreare con il proprio partner. Del matrimonio posso fare a meno, si può avere una relazione solida e stabile anche senza essere sposati, ma il pensiero di non avere alcuna possibilità di generare un figlio che sia mio e del mio compagno mi dà molta tristezza, lo ammetto. Perchè l'idea dell'inseminazione artificiale, utero in affitto o quant'altro, indipendentemente dal fatto che siano o meno permessi in Italia, non mi attira per ora.

 

Però pensaci, perché, se l'idea di non generare ti abbatte e intristisce, non c'è ragione di rinunciare a quello che i progressi della civiltà permettono. Con la dovuta riflessione, e maturità. In un altro post ho scritto che la riduzione dello svantaggio, dell'omofobia stessa, e di tante altre cose correlate, passa attraverso l'acquisizione del diritto al matrimonio, dell'accesso all'adozione, e della disponibilità a procreare.

Però pensaci, perché, se l'idea di non generare ti abbatte e intristisce, non c'è ragione di rinunciare a quello che i progressi della civiltà permettono. Con la dovuta riflessione, e maturità. In un altro post ho scritto che la riduzione dello svantaggio, dell'omofobia stessa, e di tante altre cose correlate, passa attraverso l'acquisizione del diritto al matrimonio, dell'accesso all'adozione, e della disponibilità a procreare.

 

Può darsi che con gli anni cambierò idea, però un figlio mio e di una donna sarebbe comunque una cosa diversa rispetto ad un figlio che fosse frutto (anche biologico) dell'amore tra me e il mio compagno. In effetti è una cosa che mi dà sempre molta tristezza sì...

Per quanto riguarda il matrimonio, naturalmente sarei molto contento se anche in Italia diventasse finalmente possibile anche per noi, ma questo non è un limite che mi pesa davvero.

Ma allora tu non vuoi un figlio.

 

Non riesco ad esprimermi... intendevo dire che io invidio molto agli etero la possibilità di avere un figlio che sia di entrambi i componenti della coppia. Avere un figlio che sia sì mio, ma mio e di una persona che "si presta allo scopo" oppure un figlio adottato (che sarebbe comunque una cosa meravigliosa, intendiamoci!) non è proprio uguale...

  • 4 weeks later...

Ma l'invidia verso qualcosa o qualcuno non è che si sceglie.

Al massimo si può razionalizzare, farsi una ragione di ciò che possiamo o non possiamo avere.

Non riusciamo a decidere di non voler desiderare qualcosa.

Invidiare qualcosa che è consentito a un'altra categoria di persone non solo non è negativo, e non è qualcosa da estirpare, ma è qualcosa di positivo, perché fa sorgere il desiderio di avere quella stessa cosa, che in effetti ti spetta come essere umano. Mi riferisco a cose come potersi esprimere in pubblico con la stessa libertà consentita e prevista per gli etero, poter parlare in pubblico o in privato delle stesse esigenze, o degli stessi progetti, e a numerosi altre cose del genere. Reprimere "questa" invidia, che non mi sembra un'invidia viperina o di tipo sbagliato, significa non immaginare concretamente nemmeno una situazione diversa per la collocazione degli/delle omosessuali nella società.

Mi riferisco a cose come potersi esprimere in pubblico con la stessa libertà consentita e prevista per gli etero, poter parlare in pubblico o in privato delle stesse esigenze, o degli stessi progetti, e a numerosi altre cose del genere.

 

Questo a me non genera invidia, più che altro un po' di rabbia o senso di ingiustizia.

Io provo invidia solo per qualcosa che so di non poter avere in nessun modo, indipendentemente dalla volontà mia o altrui.

Per questo dicevo che la strada è farsene una ragione, anche se non credo si possa eliminare completamente questo sentimento.

Per quanto riguarda invece ciò per cui si può e si deve lottare, altrochè farsene una ragione, credo che più che rimanere fermi all'invidia sia utile rimboccarsi le maniche e reagire.

Anche per me l'invidia - sempre se il termine sia giusto, ma credo che per una parte lo sia - è da intendersi come un sentimento dinamico, che porti a desiderare liberamente e a essere consci di volere le stesse cose che sono consentite, e anzi date per scontate, per gli etero. Se in questo sentimento-base ci sia più rabbia, più invidia, entrambe le cose, è secondario, purché ci si metta d'accordo sul fatto che si sta parlando di un'invidia positiva, acquisitiva, dinamica. Un'invidia sterile è la mera invidiuzza per quello che ha più di te, o per cose del genere, che tra l'altro non mi sembra generi capacità di procurarsi più cose.

 

Volendo fare un esempio estremo, una persona che decide a 24 anni di andare a farsi la sua vita in UK, proprio per poter vivere con maggiore pienezza la propria omosessualità, un minimo di invidia ("lo voglio anch'io") la deve aver provata, e lo stesso vale per uno che ha dedicato la sua vita alla conquista del matrimonio civile. Alla base c'è lo schema del paragone, cui si aggiunge poi il rifiuto di permanere nella posizione svantaggiata.

Il fatto di dover pensare solo a "Ma io le piacerò?" invece di pensare per prima cosa a "Ma sarà gay?"... Purtroppo è la realtà, è comunque un ostacolo in più purtroppo...

Ma niente in realtà, forse la leggerezza con cui vivono molte situazioni,

voglio dire la "normalità" porta a fare tutto senza problemi,

mentre anche se io vivo serenamente con la mia sessualità,

comunque faccio caso a determinate situazioni che potrebbero causarmi dgeli ostacoli.

 

Stesse identiche cose, che non si possono cambiare purtroppo.

Così a volte mi rincuoro pensando alle doti personali che tanti idioti omofobi o conniventi omofobi mi (ci) possono invidiare :)

  • 2 weeks later...

Due cose invidio agli eterosessuali.

La prima, ovvia, è che loro sono legittimati e nessuno li odia e li discrimina.

La seconda è che per noi ragazzacci cattivi la posizione di default per il sesso è "da dietro" mentre a me piacerebbe da morire fare sesso stando abbracciato di fronte al mio partner

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