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Amicizia maschile etero e solitudine


Isher

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E su.. tuffiamoci dentro questo marasma..

 

La prima cosa che mi andrebbe di commentare, forse la più banale è l'insostenibilità della teoria secondo la quale l'amicizia è un costrutto eterosessuale nato dall'impossibilità di vivere l'affettività sotto altri piani.

L'amicizia non esiste solo tra individui dello stesso sesso ma esiste tra i due sessi, tra età diverse od uguali. L'affetto privo di connotazioni romantiche ed erotiche (in greco eros) può manifestarsi in qualsiasi momento fra due persone che si conoscono. Quando si parla di amore in senso generale occorre puntualizzare come la suddivisione dei tipi è un concetto puramente culturale di origine aramaica e, in seguito greca. Il sentimento è unico in tutte le proprie manifestazioni ma si dà sfogo ed esso si palesa secondo i bisogni della persona in cui vive.

Quando due eterosessuali si frequentano hanno dei bisogni "naturali" che pilotano l'affettività secondo questi e non soltanto a causa dei costrutti sociali. Non è esatto affermare che due etero non si bacino, non si abbraccino o non cedano a manifestazioni fisiche perchè così non è. Ogni giorno si può assistere a simili manifestazioni se si ha l'occhio per osservare. Ad ogni modo è quasi impossibile assistere ad un bacio sulle labbra fra due eterosessuali. Perchè? Perchè il loro non è amore ma amicizia?

L'amicizia è amore in ogni caso. L'unica evidenza è il non bisogno di esprimere tale affetto secondo queste manifestazioni poichè esse sono relegate ad altre dinamiche. L'intera sfera emotiva maschile è costruia secondo dei desideri che fra uomini non trovano lo stesso range di manifestazioni che tra due donne. Questo non perchè due donne hanno più possibilità di essere lesbiche ma perchè le loro manifestazioni affettive sono più ampie e spaziano su quasi tutti i piani.

 

L'amicizia tra due omosessuali è cosa rara tanto quanto l'amicizia tra due etero (uomo donna). Questo perchè l'affettività non ha limiti d'espressione e nel caso in cui i piani sessuali, emotivi e sensoriali combacino l'amicizia non è più utile nè sufficiente ai bisogni che hanno entrambi. Nel caso in cui non vi sia questa commistione, assistiamo a quella che chiamiamo amicizia (filia).

 

Per tornare al caso esposto nel primo post, la relazione madre-figlia (amore storgé) è un rapporto di tipo esclusivo che è paragonabile al rapporto di coppia fra due innamorati. Non essendoci congiunzione sul piano fisico esso non diventa eros ma si mantiene stabile in tutti gli altri piani, ecco perchè, a livello psicoterapico, consiglierei ad entrambe un meditato e lungo dialogo con un collega..

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Scusa, schopy:

 

- quello che semplifica sei tu: il famoso legame tra sesso e paideia esisteva nella teorizzazione dei filosofi, e comunque nulla toglie al dato di fatto che a 12

anni un ragazzino diventava non eterosessuale (come oggi) ma gay. Non lo vuoi chiamare con questi nomi? Fatti tuoi: allora diciamo che scopava con maschi.

 

No Isher :)

Non scopava coi maschi, il dodicenne.

Veniva scopato da un maschio più vecchio,

il che è ben diverso...

è proprio perché ho letto tanto Foucault che ci tengo a precisare!

 

Comunque, guarda, fino allo scorso anno organizzavo in piazza kiss crossing contro l'omofobia,

e passavo i pomeriggi a leggere Butler e Foucault.

Perciò, se a posteriori, come punto di vista mio,

di "onestà intellettuale", sposo delle posizioni che sono troppo etero

(e mi fa sorridere che tu dica "ti avverto!")

be, son contento di questo.

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Scusami Shopy ma su quale mai logica ti basi nel sostenere che il passivo non scopa?

 

Chi è passivo è scopato, ma non scopa?

 

Questo, più che un punto di vista eterosessuale, è il medesimo punto di vista

eterosessista e maschilista per cui la donna è parte "passiva" di un rapporto sessuale.

 

E perché isoli il dodicenne come se fosse un individuo diverso e a parte

dal 16enne o dal 19enne che sarebbe divenuto acquisendo anche il ruolo attivo?

 

Entrambe le affermazioni sono insensate; ma se la prima è reazionaria, la seconda

vuol essere visibilmente dissolutoria della identità omosessuale di un Greco antico.

 

Anche oggi la sessualità maschile e femminile cominciano a 12 anni. Il

fatto è solo che per un ragazzo Greco la normalità di fatto consisteva nel viverla nella sfera

omosessuale: questo è un dato di fatto che nessuno contesta.

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...dopo essermi preso da reazionario, maschilista ed eterosessista,

mi arrendo.

 

Preferirei però Isher,

se tu replicassi limitandoti a portare argomenti pro domo tua,

evitando di affibiarmi delle etichette...

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Io non ti ho dato del «reazionario». E non tu ho affibbiato alcuna etichetta.

 

Io ho analizzato la tua affermazione e ho detto che la tua affermazione è «reazionaria».

E' ben diverso. Il primo modo di fare sarebbe sgradevole, (e non mi appartiene), il

secondo è del tutto legittimo: io non posso evitare di dare un giudizio sul contenuto dei tuoi giudizi.

 

Viceversa credo che tu nemmeno ti renda conto della violenza e della sgradevolezza della

tua affermazione secondo cui un passivo non scopa ma è scopato.

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Santo Isher! E povero beppe, che fa affermazioni sgradevoli e violente...

speravo si potesse dialogare nonostante la diversità di vedute,

ma preferisco cancellarmi da questo forum,

ché le mie idee reazionarie disturbano discorsi così corretti,

queer e assolutamente non eteronormativi...

me ne vado con la mia clava.

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Complimenti per la tua analisi, Isher, molto bella... purtroppo l'amicizia tra due uomini non ha niente di fisico, a differenza di quella tra due donne che è anche fatta di baci, coccole, tenersi per mano... ed è secondo me una cosa triste... Personalmente con amici etero, se solo fosse possibile, io non mi porrei problemi ad avere anche approcci fisici, ma ciò che non capisco e che mi son sempre chiesto è: ma loro, con i loro amici maschi, non hanno contatti fisici di affetto perché proprio non li sentono, o perché, pur avvertendoli, la cultura e i pregiudizi impedisce loro di esternarli come invece fanno le donne? Forse dovrebbe proprio essere un tipo etero a rispondere a questa domanda... ma dubito anche che un etero passi da qui;)

 

In effetti è difficile che avremo risposte etero :) La risposta che darei io al tuo quesito, Palermo, è che l'astinenza da contatti fisici tra amici etero rafforzi

la loro eterosessualità in quanto fatto psicologico/sociale. E' un concetto che ho in parte già espresso qualche post fa. La rinuncia ha un forte potere

rafforzante, indica una direzione, un cammino di vita, imprime un senso alla vita. Questo nelle religioni è immediatamente visibile, e è per questo che le

religioni funzionano così bene, hanno un così grande successo. Ma nel sociale, nel profano, per così dire, il meccanismo è ancora più interessante da

osservare, anche se raramente la si osserva.

 

Se parliamo di emozioni, non di pacche o robe simili

a me è capitato...anche gli etero escono ogni tanto dal

ruolo sociale che gli è imposto e possono lasciarsi andare

a confidenze, magari proprio con un gay, spesso ciò accade

in un qualche momento di difficoltà o fragilità che mostrerebbero

con più difficoltà ad un amico etero.

 

Per certi versi la vera-supposta-mitica sensibilità del gay esiste

proprio nella comunicazione gay-etero, più che nella comunicazione

gay-gay. Credo che serva ad un confronto indiretto, al contempo e proprio

per questo la fisicità viene separata nettamente da questa apertura.

 

Altro discorso è cosa ne pensi l'etero il giorno dopo, come se la racconta

o se la giustifica...se cioè sia un qualcosa che viene chiuso nell'angolo di un

momento di crisi-confidenza o possa mutare l'amicizia in senso strutturale.

Non nel senso della fisicità ma di una intimità guadagnata.

 

Spesso l'etero risolve la cosa sul piano: momento di fragilità recepito da una

persona sensibile...

 

Mi ero un po' perduto per strada il tuo intervento, Hinzelmann, uno dei più belli, e quindi lo cito per intero. Si può completarlo facendo un altro passo:

quanto sia importante per gli etero la doppia amicizia, quella con gli etero, e quella con i gay. Assolvono a due funzioni diverse. L'amicizia tra etero funziona

nel senso che ho detto a Palermo, quella con gli amici gay risponde a quest'altra funzione, ben diversa, quasi compensativa. Anche per noi gay c'è

ovviamente una doppia amicizia, ed è vero quello che tu osservi, che l'espressione e anche la tematizzazione delle emozioni funziona proprio nel

rapporto amicale etero-gay. C'è tutta una letteratura, e molti film, da ri-leggere in questa chiave...

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  • 8 months later...

Ho scoperto questa discussione, aperta prima che io arrivassi sul forum ...

Interessantissima! Come tutte quelle aperte da @@Isher, d'altronde (infatti l'ho trovata proprio cercando i suoi contenuti ...)

 

Sono colpito perchè non ho mai riflettuto su questo tema e lo trovo potenzialmente ricchissimo di spunti.

In particolare, questa riflessione mi interessa molto:

 

Tra due uomini, ha osservato, non ci potrebbe mai essere,

perché, anche quando è profonda, l'amicizia tra due uomini nasconde sempre il senso di qualcosa di irraggiungibile o

è un contemplare insieme due solitudini, due distanze.

 

Per me è un discorso noto, anzi è proprio quello che io penso essere la condizione di base dell'amicizia eterosessuale

maschile. A differenza del mio amico etero, infatti, io sono in grado di dire perché è così. L'amicizia, maschile soprattutto, è

una creazione eterosessuale, e certo che è un contemplare insieme due solitudini, una distanza nella vicinanza, perché

questo è proprio ciò che rimane tra due maschi dopo che sia stata estirpata, storicamente (rispetto ai Greci), e psicologicamente,

la possibilità dell'omosessualità, cioè dell'amore e anche del sesso tra due uomini.

 

Non ho mai visto la situazione in questi termini, non saprei neanche cosa pensare. Però mi piacerebbe conoscere il parere di qualcun altro ...

Mi piacerebbe anche che @@Isher mi spiegasse perchè ritiene che l'amicizia tra due maschi "nasconda il senso di qualcosa di irraggiungibile". Intendi dire che la possibilità del sesso renderebbe completa un'amicizia?

In effetti, oggi si pensa proprio il contrario, cioè che un'amicizia, per essere tale, debba escludere il sesso...

 

Emblematico, in questo senso, ciò che dice @@Ilromantico :

 

Confermo, con molte mie amiche ho dovuto chiudere i ponti dopo aver avvelenato la nostra amicizia col sesso. La cosa per fortuna non è successo con quelle ragazze in cui invece il sesso derivava ANCHE da un sincero sentimento. Comunque non consiglierei a nessuno di mischiare l'amicizia col sesso, inutile e rischioso rischiare.

 

 

Mi sento di condividere, in generale, questa affermazione di @@privateuniverse :

 

Nella maggior parte dei casi, i maschi sono molto preoccupati di controllare le loro emozioni e di tenersene a distanza, e questo li rende, generalmente, molto prevedibili sotto questo profilo.

 

che potrebbe spiegare la "distanza" come incapacità di creare una comunicazione vera, spontanea e profonda, nella quale si mostrano anche le debolezze, le fragilità e le emozioni in genere.

Edited by wasabi
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  • 4 months later...

non penso c' entri assai l' orientamento sessuale qua.. ma conunque è una cosa che noto molto anche io..

a prescindere che queste due tizie sono madre e figlia, in generale i rapporti di amicizia femminile e maschili sono diversi..

in quelli femminili si è complici, si "ama" proprio l'altra persona e con essa si riesce a divertirsi anche per piccole cose..

in quella maschile si è compagni e basta. si fanno battute, ci si vede per la partita di calcio e basta..

quella femminile è estremamente più soddisfacente peccato che è moooolto più pericolosa perchè.. ti denudi, esponi all' altra le tue vulnerabilità.. e puoi starci parecchio male se tu ci tenevi e lei ti fa "marameo".

almeno con quella maschile non soffri e passi comunque una piacevole compagnia..

 

comunque preferisco la femminile al maschile e di molto anche..

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In Grecia, per quanto riguarda il rapporto pederastico fra erastes ed eromenos, non si può parlare di penetrazione nel senso moderno di coitus a posteriori. Si trattava di coitus intercruralis, cioè il pene dell'erastes si insinuava tra le cosce dell'eromenos, quello più giovane.
La componente sadomasochistica sembra estranea alla pederastia greca mentre sembra essere tipica della sessualità moderna, come aveva già intuito il divin Marchese.
Per questo gli effeminati che si lasciavano stuprare l'ano erano considerati degli invertiti nell'antica Grecia, pur se essa non riconosceva una sessualità di genere ma solo di ruolo. essendo la virilità identificata esclusivamente con il ruolo attivo.
In genere credo che sia una tipica espressione di pensiero omonormativo l'appiattire tutte le differenze omosessuali, destoricizzandole e decontestalizzandole, sul modello del gay contemporaneo, come ho già fatto notare nella discussione su Dall'Orto.

 

Per quanto riguarda Achille e Patroclo, posto che il loro fosse un rapporto pederastico, ciò non significa che Achille fosse passivo, ma solo che concedeva a Patroclo il coito intercrurale. Un semplice rito di passaggio (secondo studiosi accreditati questo era la pederastia). Ma qui la questione è più complessa, perché fra i due poteva anche esserci un eros di tipo dorico, o semplicemente una grande amicizia in cui l'eros era sublimato - ogni scrittore ha tirato acqua al suo mulino, sin dall'antichità, su questi due personaggi, peraltro leggendari. In una delle rappresentazioni vascolari più famose (quella di Sosia conservata nello Staatliche Museen di Berlino) Achille e Patroclo sono rappresentati nella posizione del coito intercruralis, ma i loro peni non sono eretti e Achille, pur essendo l'eromenos, non portando la barba, cura semplicemente le ferite di Patroclo, che avendo la barba sarebbe l'eromenos...

 

Nel merito, io ritengo che un'amicizia tra un gay e un etero non sia impossibile, ma improbabile. L'amicizia tra due maschi infatti sublima l'erotismo in amicizia, appunto.
Io ho avuto bellissime amicizie con gli etero, in quanto essendo queer, ho avuto la capacità di sublimare l'erotismo. E mi è capitato anche di dover rifiutare la sessualizzazione di detta amicizia, da parte dell'etero, diciamo "curioso", proprio perché non essendo io gay, ma queer, in quel caso avevo privilegiato esclusivamente valori sublimati e di quella persona del mio stesso sesso non m'interessava l'aspetto fisico, ma esclusivamente quello intellettuale o emotivo o artistico.

Così come mi capitato talvolta di non riuscire a sublimare l'eros e di non essere riuscito a sessualizzare un rapporto di amicizia con etero che non volevano andare oltre un "cameratismo" piuttosto spinto, che prevedeva per esempio, baci con la lingua rituali, riuscendomi a contentare di questo limite, dato che avevo la possibilità di avere soddisfazione con omosessuali esclusivi e/o bisessuali etc. O con etero veramente trasgressivi, più che curiosi!

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In Grecia, per quanto riguarda il rapporto pederastico fra erastes ed eromenos, non si può parlare di penetrazione nel senso moderno di coitus a posteriori. Si trattava di coitus intercruralis, cioè il pene dell'erastes si insinuava tra le cosce dell'eromenos, quello più giovane.

 

il pene stava tra le coscie o tra le chiappe senza penetrazione anale ?

 

si guardavano in faccia o uno stava con la schiena rivolta all'altro ?

 

se avveniva tra le coscie e non tra le chiappe capisco poco come funzionava concretamente.....

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Il coito intercrurale era solo una delle forme dell'amore omosessuale in Grecia. Si praticava vis-à-vis, guardandosi in faccia. E si praticava in due forme. Una, senza penetrazione nel senso moderno del termine, vedeva il pene dell'amante infilarsi nelle cosce racchiuse dell'amato, nelle sue due gambe giunte. Una seconda con cosiddetta penetrazione lieve, cioè incompleta, la quale si imponeva nel caso di ragazzo molto giovane ricevente (bisogna considerare che a 12 anni cominciava la normale carriera sessuale di un ragazzo).

 

Ma non è vero che questa fosse l'unica forma di rapporto sessuale praticata tra uomini. Esisteva anche la penetrazione anale, testimoniata da un numero molto alto di raffigurazioni pittorico-vascolari. 

Edited by Isher
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Siete assolutamente Off Topic.

 

Il motivo principale per cui si vede di rado la penetrazione nei vasi greci

è il medesimo per il quale si vede di rado nelle foto della pornografia odierna:

chi guarda vuole vedere il pene nella sua interezza che sta per entrare

e non la sua scomparsa all'interno dell'ano dell'amato.

(Piuttosto crederei all'assenza di orgasmo, visto che non si raffigura mai l'eiaculato

piuttosto che credere all'assenza di penetrazione anale che è compatibile con il piacere prostatico)

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Si suppone questo: penetrazione = penetrazione lieve = non entrava del tutto. 

 

Le ragioni sono frutto di supposizione: non sta scritto da nessuna parte perché. In linea geerale, la storia della sessualità, intesa proprio nel senso del modo in cui si faceva sesso in una determinata epoca, è la cosa più difficile da ricostruire, perchè, prima che nascessero i romanzi pornografici, è la cosa di cui meno si parla nell'intera storia della letteratura a partire dall'Antichità (infatti i documenti più indicativi sono pittorico-vascolari).

 

Ma non tanto per ragioni morali o di controllo censorio-sociale (che naturalmente possono anche esserci stati) ma proprio perché è qualchecosa che tutti sanno e se ne scrive relativamente poco. Insomma, come cantava Milly : 

 

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@Isher, non ho mai detto che l'intercrurale fosse l'unico tipo di coito omosessuale nell'antica Grecia. Ho scritto che era l'unico ammesso nella pederastia, ovvero nel rapporto erastes/eromenos, il quale era un rito di passaggio che rappresentava la concezione greca dell'omosessualità molto diversa da quella contemporanea. Nell'antica Grecia diventavi adulto perché chi ti trasmetteva la sapienza lo faceva anche attraverso lo sperma - non è un caso particolarmente raro nella storia delle religioni...

 

Il "piacere prostatico", di cui parla  - non so con quanta esperienza - Almadel, era riservato agli "invertiti" ovvero a coloro che dopo la fase omosessuale non avessero costituito una famiglia eterosessuale e per questo sceglievano di non far parte di quella società (o ne venivano automaticamente esclusi). Certo non c'era una coscienza del piacere prostatico che ci è stata trasmessa, certo non esistevano dark room e gay pride. Chi continuava a prenderlo in culo, dopo aver raggiunto la maggiore età, per dirla in termini spiccioli, era malvisto dalla comunità, già prima del cristianesimo. Perché veniva meno al ruolo sessuale, che nel maschio doveva essere esclusivamente attivo e doveva esercitarsi su entrambi i generi (maschile e femminile). Tutti coloro che trasgredivano questa regola erano ostracizzati e biasimati dall'intera polis. A meno che non fossero grandi artisti riconosciuti dalla comunità, come il grande tragediografo Euripide al quale, in virtù del suo genio, fu legittimata la relazione con Agatone - forse un'arrampicatore sociale, c'è una storia tutta da scrivere a riguardo, ma entriamo in una fictuion che mi piacerebbe scrivere - e si potrebbe pensare a loro come una coppia omosessuale (in senso gay) ante litteram. Agatone ed Euripide continuarono ad avere rapporti omosessuali, anche nella maturità, ed entrambi erano effeminati. Andarono oltre la paideia, ma erano due grandi uomini di teatro. Agatone in particolare era un musicista geniale, il primo nella storia a fare una tragedia fatta solo di  musica, mi pare si chiamasse "Il fiore" o qualcosa del genere, devo controllare.

Se non fossero stati due geni sarebbero stati presi in giro da tutta la città perché erano uomini che avevano rinunciato alla virilità, quindi più simili alle donne (secondo la concezione omosessuale greca, così diversa dal moderno sentire). Certamente nessuno credeva che avrebbero potuto occuparsi degli affari seri della polis: l'interdizione dai pubblici uffici non doveva essere nemmeno giustificata dalla legge, faceva parte del sentire comune naturale, in questo caso...

 

 

 

P.s.  - la fonte sui due tipi di coito intercrurale? La mia, sul coitus intercruralis, è per es. "L'amore e la sessualità" di Georges Duby.

Edited by akinori
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Akinori, il tuo errore è fare affermazioni troppo drastiche, immotivate, e non supportate da nessuna fonte. E non è solo che tu, tu akinori, non le supporti; è che non ci sono, le fonti che dovrebbero supportare le tue affermazioni. Non le sto a contestare una per una, perché sarebbe del tutto inutile: tu hai granitiche certezze. :-)

 

Altro tuo errore è non fare intervenire la dimensione del tempo e della storia. Tu ragioni per bocchi millenari; parli di "prima del cristianesimo", senza distinguere secoli e tempi lunghissimi.

 

Anche quello che dici sulla presunta eccezione che gli Ateniesi avrebbero fatto per Euripide, è completamente inventato. Altrettanto inventato quanto dici sugli "uomini che avevano rinunciato alla virilità". 

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@Isher, ti ho citato una delle mie fonti sul coito intercrurale,"L'amore e la sessualità" di Georges Duby. Ti ho invitato a citare la tua sui due tipi di coito intercrurale e non l'hai fatto.

 

Nessuna granitica certezza, altrimenti non starei qui a discutere con te. Faccio delle ipotesi basandomi su alcuni dati più o meno certi.
Comunque riformulo, distinguendo bene tra dati storici e ipotesi, perché mi rendo conto che si può fare qualche confusione:
Quella su Agatone ed Euripide come prima coppia gay in senso moderno era un'ipotesi e un po' una semplificazione (io per primo ho parlato di fiction).

 

Sicuramente il fatto che non appartenessero al popolo agevolò una relazione che era inconsueta rispetto ai canoni pederastici.Che Agatone fosse effeminato lo dice Platone ed è testimoniato dal ritratto che ne fa Aristofane nelle Tesmoforiazuse. Euripide non era effeminato in senso "fisico" come Agatone, probabilmente, ma lo era nello stile, dai critici ritenuto molle, languido. Sicuramente fu l' "erastes" di Agatone, essendo più anziano. Ma fu il suo erastes oltre l'età pederastica: il re Archelao rimproverò Euripide che baciava Agatone, nonostante questi avesse già la barba (il primo doeveva avere una settantiva d'anni e l'altro una quarantina), ed Euripide rispose che in un bell'uomo, bello era il suo autunno, come lo era stata la sua primavera. Agatone fu anche l'amante di Pausania, quel Pausania che troviamo nel simposio di Platone. Ipotesi: può esser stata l'esperienza di storie che andavano oltre la pederastia, come quella fra Euripide ed Agatone, molto vicine al concetto moderno di omosessualità, ad aver ispirato il concetto di amore platonico, che rifiutava gli aspetti carnali del rapporto omosessuale? Come se Agatone ed Euripide avessero trasgredito al codice classico dell'amore pederastico e Platone avesse capito che ai suoi tempi la pederastia stava perdendo la funzione paideutica per diventare qualcos'altro?

Per il resto non ho certezze granitiche, tranne una: che c'è una differenza fra la pederastia greca e l'omosessualità contemporanea, e non è una certezza granitica mia, ma una convinzione della maggior parte degli studiosi. Come quella che la virilità coincideva con il ruolo attivo (anche qui ti cito una fonte, Eva Cantarella). E il passivo esclusivo, che rinunciava ad avere un ruolo attivo, era malvisto dalla comunità.

Dove sarebbero le parti inventate, ora? Possiamo indorare la pillola, possiamo usare altri termini, ma i concetti di base sono questi.

 

E aggiungo: e' così fastidioso prendere a modello, per il gay contemporaneo, la coppia Euripide-Agatone, anziché quella Achille-Patroclo? E' solo una cattiva abitudine storica fare il contrario, o c'è qualcosa di più? Forse dà fastidio che Agatone fosse effeminato in maniera imbarzzante e che i due avevano una certa età (uno era maturo era l'altro anziano)? Perché questo insistere su due guerrieri leggendari morti giovani tragicamente, come Achille e Patroclo? Non sono, in fondo, due modelli negativi per i gay contemporanei? Non sarebbero invece più adatti due modelli storici come Agatone ed Euripide, due pacifici artisti che dimostrarono un'idea dell'omoaffettività svincolata dall'anagrafe e dai canoni estetici dominanti?
 

Edited by akinori
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non sono d'accordo. Esistono uomini che si 'amano', che si vogliono bene. Si chiama amicizia. L'amicizia, quella totale, reale e profonda, è una forma di amore. Ci sono diversi gradi di amicizia naturalmente, non tutti gli amici si 'amano'.

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Insomma, Dreaming, dici in altre parole quello che dico anch'io, al di là della polemica sulla pederastia greca sul quale Isher ha voluto fare marcia indietro.

L'amicizia, cioè, si fonda necessariamente sulla sublimazione. L'omosessualità è per definizione, rifiuto della sublimazione, perché tende a sessualizzare l'amicizia, facendola "decadere" dal grado di sentimento assoluto (ovvero amore).

Questo spiegherebbe perché per i gay è molto difficile costruire amicizie autentiche con persone dello stesso sesso. Spiegherebbe anche le note difficoltà nella piena realizzazione omoaffettiva, piuttosto che in quella sessuale.

Detta banalmente, ci troviamo di fronte alla contraddizione che se un omosessuale deve realizzare un'amicizia deve essere - gay e + etero...

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Piuttosto crederei all'assenza di orgasmo, visto che non si raffigura mai l'eiaculato

 

Considera che al 90% si trattava di coppe per bere...XD

 

In realtà credo che l'iconografia sia funzionale ad illustrare

le varie fasi del corteggiamento omosessuale ( scambio di

doni o sguardi, invito, preludio, atto e symplegma )

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