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avete mai pensato al suicidio?  

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  1. 1. avete mai pensato al suicidio?

    • assolutamente no
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    • forse ma in rare occasioni
      11
    • si , ho passato un periodo difficile
      24
    • spesso
      10
    • si, a volte ci penso ancora
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infatti consiglio sempre di capire da che parte sta lo psicologo ancora prima di cominciare la cura psicologa (mirata a guarire solo la depressione) purtroppo gli psicologi ''alla berlusconi, convinti che siamo cittadini di serie b, ce ne sono ancora...son una minoranza, e' vero , ma ci sono.

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Niente OT per favore, Richard e Anubis :roll:Io ho pensato diverse volte al suicidio, pentendomi subito dopo. Perchè le situazioni difficili possono durare tanto ma non tutta la vita :D La vita è troppo breve e fantastica per essere sprecata cosi.Tuttavia non mi sento in grado di giudicare chi compie questo gesto, sia in positivo sia in negativo. Credo che se un ragazzo arriva al suicidio abbia i suoi motivi, da me non giudicabili perchè frutto di situazioni/emozioni/convinzioni assolutamente personali. Questo non nega però che si può tentare di farlo desistere, magari supportandolo o aiutandolo attraverso la propria amicizia.

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Qualcuno diceva che lo psicologo è il prete degli atei.Non ho ben capito cosa c'entri il suicidio con la debolezza.Piangere senza avere la forza di farla finita mi sembra una cosa da vigliacchi; uccidersi invece di affrontare i problemi, anche.Insomma: sei vigliacco sia in un caso sia in un altro?Forse non è una questione di coraggio."Suicidarsi" e "tentare il suicidio" sono due cose diverse.Forse sono l'una il contrario dell'altra. La stragrande maggior parte di chi si uccide, non lo ha tentato neppure una volta; gli "aspiranti suicidi" non muoiono quasi mai. Da un lato c'è un segnale per cercare attenzione, dall'altra è il disinteresse completo per la medesima: non li confonderei.La depressione è fisiologia.Pertanto la psicologia non serve.Se la depressione ti passa grazie agli amici... beh, è un'illusione; vuol dire che quando ti è passata avevi degli amici vicino...A me la depressione fa tagliare i ponti, mi priva dell'empatia, mi accartoccia su me stesso: mi rendo a stento conto che gli altri esistono. Quando li ritrovo, se li ritrovo, do nuovamente vita al rapporto.Siamo depressi perchè nasciamo con la brama del leone e l'angoscia del coniglio. Nella nostra società non c'è spazio per tutto questo e così siamo depressi come leoni chiusi in gabbia e ansiosi come coniglietti d'appartamento che immaginano un falco appena sollevi la mano.Basta andare in un paese dove quotidianamente si combatte, dove c'è la fame e la pestilenza: lì vedrete che nessuno è depresso, ansioso; lì nessuno pensa al suicidio; perchè vivono così come sono stati progettati dalla Natura: per soffrire. E' la nostra impossibilità di soffrire davvero che spinge il nostro cervello a creare "angosce biochimiche".

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>Basta andare in un paese dove quotidianamente si combatte, dove c'è la fame e la pestilenza: >lì vedrete che nessuno è depresso, ansioso; lì nessuno pensa al suicidiomah non ne sarei così sicuro, cmq è vero che certi problemi e sofferenze sono tipiche delle società opulente. Chi lotta ogni giorno per la sopravvivenza non può permettersi certi "lussi"...

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ho avuto anche io il mio bel periodo di "depre"... fortunatamente senza istinti suicidi... ciò mi ha aiutato cmq nel comprendere come il dolore possa essere cosi forte da farla finita... sono convinto che chi non abbia mai provato tale tipo di esperienza difficilmente riesca a capire i motivi che stanno dietro ad un gesto cosi estremo...

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Il mio nick sarà anche da depressomane, ma una delle cose che non farei mai è proprio il suicidio.Morire in questa maniera per me equivalrebbe (??? XD) a perdere contro me stesso, non ho pensato di fuggire dalla vita, forse di non affrontarla (il che è penoso, lo so) ma non di fuggire.Capita, spesso e purtroppo, di dover ascoltare annunci riguardanti il suicidio di qualcuno e questo mi spiace davvero molto, è inutile dire "vigliacco" ad un suicida in quanto il dolore in quel momento è l'unica legge e questo per una personalità debole è spesso (non sempre) una condanna.

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"Pensare" al sucidio è un'espressione vaga. Una volta, da adolescente, ho fatto uno pseudo-tentativo di suicidio (dispiaceri amorosi, solitudine...non mi ricordo neanche più il motivo scatenante). Oggi ogni tanto ci penso, ma lo scarto immediatamente. Che senso ha arrecare dolore senza motivo a coloro che ti vogliono bene,e fare un favore a chi vorrebbe che tu sparissi? Non ha senso.

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ho lavorato in un'associazione anti-suicidio e dopo alcuni anni di esperienza in questo campo non mi sento né mi sono mai sentito di dare un giudizio sui chi ha avuto questi propositi né su chi l'ha eseguiti. però ho imparato che il suicida non è il depresso cronico, non è quello che piange tutto il giorno e non è quello che non vuole uscire con gli amici perché soffre per qualcosa che gli è accaduto... è molto più infida la questione, spesso si annidano certe ombre nelle menti più allegre che conosciamo.per questo ritengo che ognuno debba essere libero di agire come crede. l'aiuto non si nega mai a nessuno, però non bisogna scambiare il proprio ruolo di amico come quello di salvatore, alla fine se un mio conoscente volesse uccidersi probabilmente tenterei di fermarlo unicamente perché sarei troppo dispiaciuto della sua dipartita... e non per il reale motivo che c'è dietro - risolvere il suo problema.

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si..in un periodo difficile ci ho pensato..poco tempo fa...ma non ho il coraggio di arrivare a quel punto..anche perchè personalmente lo reputo un atto fatto d auna perosna davvero disperata..e che non è più spinto dalla speranza..e dalla voglia di sorridere ancora..e vivere

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Io ho pensato al suicidio... come possibilità di ricongiungermi a Dio. Le possibilità per ricongiungersi a Dio sono due: o le varie arti o la morte, che però allo stesso tempo è negazione dell'atto vitale sublimato che è l'arte, quindi il discorso è complesso.Datemi del matto, sento una cosa del genere :rotfl:

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Mi definisco mistico.
Anch io sono "mistico" (figo come termine..non l avevo mai utilizzato per definire la mia identità "religiosa" XD)Beh..però infatti morire significa distaccarsi dal mondo materiale e proiettarsi verso una dimensione più vicina a quello energetico, non materiale.. quindi verso qualcosa di ultraterreno e quindi possibilmente divino.. di sicuro la morte comporta un cambiamento.. una trasformazione e un avvicinamento ad un altra realtà.. quindi la probabilità di un maggiore avvicinamento all essenza pura o (per chi vuole..) divina è esistente[modbreak=Lux]Nei reply cerchiamo di evitare di quotare per intero i post[/modbreak]
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Io ho pensato al suicidio... come possibilità di ricongiungermi a Dio. (Argencourt)Hai corso un bel rischio :bah:quindi verso qualcosa di ultraterreno e quindi possibilmente divino... (BlueAngel)Sicuramente sottoterreno e quindi possibilmente becchino.di sicuro la morte comporta un cambiamento.. una trasformazione e un avvicinamento ad un altra realtà.. (BlueAngel)Soprattutto l'odore cambia, e ci avviciniamo molto alla realtà del mondo saprofita, in un senso che definirei alimentare.una dimensione più vicina a quello energetico (BlueAngel)Uhh, credo che anche Rubbia avrebbe qualche scrupolo riguardo alla combustione dei cadaveri come fonte energetica sostitutiva.

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Richard il materialismo non porta a niente..come puoi pensare che tutto finisca dopo la morte?il corpo di certo rimane passato e sepolto..e l anima o lenergia che possediamo dentro o comunque la parte non materiale del nostro essere dove va secondo te?tutto si trasforma..nulla può essere distrutto e finito..o sbaglio?

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Io ho risposto sì, perchè durante il mio travagliato periodo di accettazione mi stavo molto male.Ma probabilmente non l'avrei mai fatto, perchè non ho il coraggio.Forse in futuro quando sarò una solitaria e decrepita vecchia, mi avvelenerò di barbiturici e finirò su tutti i giornali, come la Marylin. :bah:

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L'opinione di Richard mi fa pensare che forse il materialismo, anche in questo caso, ci può evitare di combinare qualche guaio. :sisi:Pensare che l'Anima permanga dopo la Morte, è come credere che la nostra Immagine sopravviva alla rottura dello Specchio.Dietro lo Specchio (oltre la Vita) non c'è un altro mondo.C'è lo stesso mondo di prima, solo senza di noi.L'Anima è una energia? Quando il fuoco di una candela si spegne e si dissolve nell'aria; forse si ricorda della cera su cui ha attecchito? Forse diventa altro fuoco?Siamo tizzoni che si spengono nell'Oceano senza scaldarlo.

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OPINIONINessuno può avere l'arroganza, perchè di arroganza si tratta, di sostenere la propria come certa.Siamo alle solite: voi siete i grandi e noi gli illusi.Io ho definito anche un mio sistema filosofico abbastanza compatto ma non ne discuterò qui.Ma se ne dovessi discutere dirò sempre "secondo me"

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Io ho pensato al suicidio... come possibilità di ricongiungermi a Dio.
Come al solito devo complimentarmi per la finezza dei tuoi pensieri, Argencourt, e vedo sempre di più il divario tra te ed il buon pio Sant'Agostino!, ma, io mi domando, si può veramente definire suicidio (massimo attimo egoistico) l'ammazzarsi per ricongiungersi a Dio? Penso che in quel caso sarebbe più consono creare/usare altri termini tra cui ad esempio farei emergere martirio.Per il resto effettuando le analisi fenomenologiche più serie non è possibile discuterne. Dovrei percepire il fenomeno "suicidio" alché o ci provo o non posso valutarlo da altri non avendo cognizione della sua percezione.
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"OPINIONINessuno può avere l'arroganza, perchè di arroganza si tratta, di sostenere la propria come certa."(Argencourt)Ma la mia non è un'opinione. Anche il fruttivendolo ti direbbe che dopo che ti sei ucciso sei morto. Fine del gioco.Fondamentalmente il cervello non deve essere una macchina così perfetta per arrivare a concepire cose come "La possibilità del suicidio come atto di ricongiungimento a Dio". Fa molto suicidio di gruppo con santone vestito di bianco. Ognuno d'altra parte può usare il suo cervello come vuole. Il mio lo uso come fermacarte.

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Ti ringrazio anubis. La profonfità delle tue affermazioni è sempre notevole. E' importante definire chiaramente l'atteggiamento mistico che in quanto tale pare meno "logico" in quanto semplicemente meno "schematico"; non procede per equazioni ingegneristiche come un disegno di fabbrica.Dell'opinione del fruttivendolo, francamente, con tutto il rispetto per i fruttivendoli, non me ne è mai fregato niente; semplicemente perchè non mi è ancora capitato di avere un fruttivendolo nella cerchia di amici, ma per un motivo casuale sia chiaro; quando ce l'avrò ne ridiscuteremo (con il fruttivendolo intendo, non con l'arrogante qui sopra). :cry:

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Guest Aleister
Fondamentalmente il cervello non deve essere una macchina così perfetta
Il cervello non è una macchina :DHo pensato al suicidio, ed al contrario di quel che è stato detto proprio in un periodo di grande depressione, durato almeno 3 anni.Ora non ci penso perché devo vivere la mia vita, devo fare delle cose. Sono più interessato a fare "certe cose" anziché togliermi la vita. Per morire c'è tempo :asd:Per quanto riguarda la depressione poi se ne sentono tante di castronerie qua e là, malattia, psicologi, società ecc... magari anche vere limitatamente a certi casi, ma sfugge di quanto possa essere relativa la visione di certe condizioni.Sono felice di aver passato quel periodo della mia vita, mi è servito, tanto, ha segnato una profonda crescita per la mia interiorità.Mi rendo conto che molti la vivano come malattia solo perché di una simile condizione non sappiano che farsene.Come dare in mano ad uno una mela ed un coltello e questo si mangia la mela a morsi e poi usa il coltello per infilzarsi. Uso improprio? Mah :cry:
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Il suicidio e` qualcosa di affascinante. Ogni tanto ci penso perche' mi affascina lo stato di assenza del dolore e di gioia, il nulla e l'oblio. Alle volte esso viene in mente quando la vita non puo` essere vissuta intensamente nel modo in cui si vuole. Quando tutto quello che vorresti fare ti e` impedito e allora hai due scelte davanti: lottare o farla finita. Non e` tanto la mia morte a spaventarmi, quanto il "lasciarmi vivere". Il lasciarsi vivere e` assai peggio per questo bisogna vivere davvero, lottare per migliorare se' stessi e superare gli ostacoli della vita.

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L'opinione di Richard mi fa pensare che forse il materialismo, anche in questo caso, ci può evitare di combinare qualche guaio. :ok:
beh è normale..meno la mente si apre a nuovi orizzonti e c è meno pericolo che si perda^^
Pensare che l'Anima permanga dopo la Morte, è come credere che la nostra Immagine sopravviva alla rottura dello Specchio.Dietro lo Specchio (oltre la Vita) non c'è un altro mondo.C'è lo stesso mondo di prima, solo senza di noi.
Non credo che lo specchio possa essere il giusto esempio..lo specchio non rappresenta la realtà...nulla può rimanere nello specchio..inoltre noi conosciamo ciò che può stare dietro e oltre lo specchio..ma di sicuro non siamo arrivati a tal punto da conoscere ciò che si trova dietro e oltre la vita..
L'Anima è una energia? Quando il fuoco di una candela si spegne e si dissolve nell'aria; forse si ricorda della cera su cui ha attecchito? Forse diventa altro fuoco?
Si ricorda dalla puzza di fumo XDnon si dovrebbe osservare il visibile..ovvero la cera ma ciò che l occhio non può osservare..il fumo..l odore invisibile che ci permette di capire che c è qualcosa nonostante l occhio non possa scorgere nulla..
Siamo tizzoni che si spengono nell'Oceano senza scaldarlo.
per qualche istante..anche se in una piccola porzione di oceano..quel tizzone riscalda..e fa evaporare un minimo di quell oceano..
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Ringrazio Argencourt, per avermi dato dell'arrogante, cosa che rientra pienamente nella mia natura.Quello che mi chiedo è semmai cosa spinga a definire "profonda" ogni posizione mistica e vagamente New Age, ogni interpretazione personale e marginale della realtà. Cosa rende invece superficiale un atteggiamento materialistico determinista, schematico e razionale.Il problema è mio che mi sono reso conto solo adesso della natura Pop di questo thread ed ho perso tempo a scriverci.

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"Un atteggiamento materialistico determinista, schematico e razionale" non e` per nulla superficiale. Detto questo mi affascina il fatto che una volta morti il proprio corpo diventi nutrimento per la terra in un ciclo di morte e vita. Da qui a pensare che esista un'anima immanente ce ne passa. @Aleister: quando penso alla morte, penso alla fine di tutto, penso al fatto che perdero` tutti i miei ricordi, il dolore e la gioia: il nulla. Personalmente credo che il suicidio sia volto soprattutto alla fine di una situazione di dolore o di impossibilita`, quindi l'oblio.

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