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La Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici


Frollo

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Icoldibarin

Tutto questo astio con il più famoso romanzo manzoniano non lo capisco, d'accordo che è ben distante dalla Divina Commedia, ma ha rappresantato anch'esso parte della forgiatura dell'italiano e dei moti d'indipendenza verso la dominazione austriaca. I personaggi non hanno mai una psicologia banale né in effetti esistono personaggi definitivamnte negativi o positivi.

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No. I Promessi Sposi sono realisticamente un problema.

Loro sì che hanno senso solo all'interno di uno studio di Italianistica.

Non posso pensare che mentre Manzoni scriveva

scrivesse pure Dostoevskij, Baudelaire e Whitman;

provo una profonda vergogna di fronte a questi paragoni

(per fortuna - prima e dopo - abbiamo avuto Dante e Ariosto; Pasolini e Gadda:

altrimenti mi sarei già allegramente suicidato o avrei imparato il Cinese...)

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Siamo OT, ma il punto è la scarsezza della letteratura italiana quanto a prosa,

cioè a testi di più facile accesso che non abbiano bisogno di parafrasi.

 

Direi soprattutto come testo alle scuole medie.

 

Il paragone andrebbe fatto con Dickens o Dumas/Hugo sotto il profilo didattico.

 

In Italia non abbiamo moltissime alternative, che poi è un po' come ammettere che

il risorgimento ha impedito una altrimenti inevitabile totale decadenza culturale de

l'Italia, ma sul piano dei nuovi generi ( il romanzo borghese ) ha prodotto poco.

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L'ho sempre trovato il testo più sopravvalutato di sempre

 

mi dispiace sentirtelo dire

probabilmente il docente che hai avuto non riuscito a contestualizzarlo ne approndirlo nel modo giusto :\

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dai dico la mia :D

 

ok eneide

ok promessi sposi

 

via quella merda della commedia... 3 anni buttati nel cesso, si potrebbe sostituire con profitto ad essa 3 opere diverse, ognuna studiata in un singolo anno...

seriamente sprecare non uno ma addirittura 3 anni per quella porcata... -.-'

 

ok ho detto la mia, non mi linciate :D

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Silverselfer

Non posso pensare che mentre Manzoni scriveva

scrivesse pure Dostoevskij, Baudelaire e Whitman;

 

Questo paragone me ne fa venire in mente un altro un po' meno nobile, ma che rimarca l'abisso del costume sociale italiano: quando imperversava nel mondo il rock&roll di Elvis, noi avevamo Nilla Pizzi e Claudio Villa. Con questo non voglio dire che fossero stonati o valessero meno di Elvis, ma a livello di costume sociale erano esattamente quello che c'è nei Promessi Sposi e nella Divina Commedia.

 

Dante è morto credendosi più teologo che sommo cantore della lingua italiana. Manzoni addirittura si credeva un esponente del risorgimento italiano. Bah, io preferisco leggerli come artisti e sono eccelsi entrambi. Certo non sono Elvis ...

 

Il problema non sono i testi letterari, ma i programmi scolastici.

 

Poi la letteratura e la prosa specialmente, non è "Lettere"; dove si studiano tali autori perché gli si attribuisce un valore prevalentemente storico. In taluni casi, poi, si studia la guida alla lettura ... nella maggior parte dei casi; ahimè, ci si limita a studiare l'agiografia degli autori ... o peggio del peggio, ciò che ne ha scritto un tale accademico.

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Dante è morto credendosi più teologo che sommo cantore della lingua italiana. Manzoni addirittura si credeva un esponente del risorgimento italiano. Bah, io preferisco leggerli come artisti e sono eccelsi entrambi. Certo non sono Elvis ...

 

Beh all'epoca Dante spaccava, era l'Elvis della sua epoca. L'unico a reggere il confronto con il Sommo

era il Baldo (Shakespeare).

 

Sono sicuro che se ci fosse stato Twitter nel medioevo le ragazzine si sarebbero prese a capelli per decretare

quale dei due fosse più figo.

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Il "Baldo" lo trovo un refuso piuttosto simpatico.

 

Ci sono comunque trecento anni di distanza tra i due;

- twitter o meno - sarebbe come paragonare Shakespeare a Elvis...

Se proprio vuoi far strappare i capelli alle ragazzine,

puoi paragonare il Bardo a Cervantes.

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Il "Baldo" lo trovo un refuso piuttosto simpatico.

 

Hahahaha sorry.

 

Almadel in realtà i due sono stati costantemente messi a confronto nei secoli successivi, nonostante

la distanza temporale, in quanto i due incarnano la tradizione letteraria di due diversi paesi, punti nevralgici

di due contrapposti filoni culturali.

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"Contrapposto" forse a Roma ladrona...

Metà delle opere di Shakespeare sono ambientate in Veneto :D

 

A volte sogno un Liceo Europeo in cui si studi

Omero, Dante, Shakespeare, Goethe, Cervantes e Proust

tutti allegramente in lingua originale...

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Mi riferivo al tuo termine "contrapposto"

che non rispecchia il mio modo di vedere la letteratura.

Non credo che William si sentisse "contrapposto" all'Italia

(Forse D'Annunzio si sarà sentito contrapposto alla "perfida Albione"...)

 

Alla fine Dante è debitore ai Francesi e ai Siciliani;

ma la sua eredità linguistica e di contenuti

era troppo difficile per fare vermanete scuola.

(Il nostro Italiano è quello di Boccaccio e del Petrarca,

i linguisti cagacazzi del Quattrocento non amavano molto dante).

 

Shakespeare è debitore del Rinascimento Veneto

(poca cosa rispetto a quello Toscano, ma - in letteratura -

gli Inglesi ci hanno messo parecchio a capirlo)

e della tradizione popolare del suo Paese.

 

Immagino che tu intendessi "contrapposto" come "tipico".

Sì, in questo senso il paragone tra Dante e Shakespeare è corretto;

in Letteratura simili confronti fanno molto meno ridere rispetto a quelli in Musica

(c'è un topic un po' troppo tecnico per me - di Isher - sui "confronti" in quell'ambito)

perché la Musica non crea i nazionalismi della lingua (anche se...).

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Silverselfer

Ma il punto saliente su cui ci sta interrogando, non è il valore dell'artista e soprattutto l'indiscutibile importanza che hanno le opere in questione, piuttosto se è giusto o opportuno insegnare nelle scuole dei contenuti che offendono l'individualità di alcune persone.

 

Ora spero di non ripetere cose già dette, ma la differenza che passa tra uno Shakespeare e Dante, non è la qualità del verso, ma il fatto che il primo è un autore che ha scritto nel suo tempo, in cui si rideva di Shylock perché era lo stereotipo comune dell'ebreo aguzzino, mangia bambini e deicida impenitente. Oggi possiamo ancora ridere di Shylock perché nel sentire comune, almeno nel costume civile della nostra civiltà, Shylock è un pezzo da museo, non esiste più.

 

Ben diverso è Dante e per molti versi anche Manzoni. i contenuti delle cui opere sono; ahimè, tenuti ancora oggi in considerazione come validi modelli sociali di riferimento. Naturalmente sto parlando dell'Italia.

 

La Divina Commedia ha di fatto influito moltissimo sull'immaginario teologico, specie riguardo all'inferno. La chiesa nicchia e non smentisce. La società civile usa la bellezza del verso come fosse ispirazione divina, considerando sacrilega ogni confutazione, seppure di contenuto; quasi quell'appellativo di commedia "Divina" fosse inteso davvero come "infallibile".

 

In altre parole, il pericolo d'insegnare la Divina Commedia nelle scuole, sta nel fatto che qualche insegnate (spero pochi) si dimentica di sottolineare che quei contenuti non sono più attuali, sono superati.

 

Nella mia esperienza personale, a mio nipote liceale non l'hanno spiegato, anche se lo stesso professore glissa puntualmente sull'omosessualità degli eroi greci. Sarà un caso che, sempre lo stesso professore, ha fatto studiare per l'ennesima volta una versione in italiano d'epoca "I promessi Sposi" nel biennio superiore?

 

bah, è un po' come guardare San Remo e vedersi uno Shylock in versione frocio che urla " io sono omoooosessuuuuaaaaaleeee" e sentire l'intera platea venire giù sbellicandosi dalle risate ... ne dobbiamo fare di strada per leggere serenamente quei versi di Dante.

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La Divina Commedia è un'opera di fantasia a tutti gli effetti. Dante era solo un poeta e non aveva e non ha la minima autorità teologica per decretare dannazioni e santificazioni; ovviamente si muoveva nell'ambito della teologia cattolica, ma questo non ne ha mai fatto un'autorità; basti dire che la Chiesa Cattolica si è recentemente pronunciata sull'inesistenza del Limbo, ad esempio.

Consideriamo che oltre a contenere delle assurdità teologiche, la Commedia contiene anche delle assurdità fisiche. L'inferno che sta sotto Gerusalemme, il Purgatorio che sta dopo le colonne d'Ercole... Dobbiamo proibirla perché propaganda il Geocentrismo? O dobbiamo raccomandare ai professori di ricordare agli studenti che Tolomeo è un po' demodè?

Onestamente io mi domando in che parte d'Italia o quale tipo di cittadino potrebbe prendere un'opera come la Commedia a guisa di un decreto infallibile o come in generale un qualcosa di più di un lungo poema. Non l'integralista cattolico, che non può considerarla un'autorità senza venire meno agli obblighi della propria fede. Non un ateo perché ovviamente non crede all'Inferno. Non un cattolico modernista perché dopo il Vaticano Secondo quella roba lì diventa assolutamente improponibile. Chi resta? Dobbiamo scriverci sopra "attenzione, questo è un lavoro di fiction"?

Ma proibiamo le Bibbie piuttosto, che quelle sì vengono troppo spesso prese sul serio!

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  • 3 weeks later...

Io sono sempre stato molto bravo in italiano, ma la Divina Commedia proprio non l'ho mai sopportata... non che mi pesasse leggerla, era più che altro che era proprio come leggere un testo in arabo... ho sentito di una religione in cui i bambini studiano i testi sacri in una lingua morta senza capirli... bé per me la Divina commedia era proprio così, infatti non ho conservato nemmeno il minimo ricordo di tutto questo.

Secondo me comunque sarebbe molto meglio AGGIUNGERE argomenti e dibattiti nelle scuole piuttosto che toglierli. Insomma se vuoi tutelare i gay è molto meglio parlare di più e più apertamente dellè'argomento piuttosto che eliminare una parte del programma che da sempre è annoverata tra i classici. Cosa mi interessa che togli la Divina Commedia se poi l'argomento omosessualità resta tabù o addirittura viene perpetrato il razzismo e i pregiudizi in tutti gli altri campi?

Togliete l'ora di religione, quello sì che sarebbe una bella cosa!!!

Anche perché quando un insegnate di religione ha un minimo di saggezza e buon senso (come per fortuna è capitato a me) si rende conto che la sua materia è una pantomima e la fa diventare un momento di svago e di libertà per gli alunni senza pretendere di inculcare nessun dogma... e in quel caso è la cosa migliore secondo me...

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Vi invito a bruciare serenamente la Divina Commedia che vi portate dentro, insieme con i Promessi Sposi, così come vi ho consigliato di fare con la Bibbia. In questo modo però non avrete nessun capro espiatorio rispetto al quale specchiare un'identità gay che si vuole risolta per sempre :-)

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Vi invito a bruciare serenamente la Divina Commedia che vi portate dentro, insieme con i Promessi Sposi, così come vi ho consigliato di fare con la Bibbia. In questo modo però non avrete nessun capro espiatorio rispetto al quale specchiare un'identità gay che si vuole risolta per sempre :-)

 

In italiano la seconda frase cosa vorrebbe dire?? XD

 

Bentornato Akinori *__*

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Silverselfer

Beh, in effetti cancellare il limbo è stato un atto di magnanimità cattolica ... magari tra mille anni faranno lo stesso con l'inferno.

 

Io mi riferivo alla percezione che ne ha la gente. Quanti hanno letto la Bibbia? Quanti si ricordano almeno una delle lezioni di catechismo sorbite? Soprattutto, quanti si ricordano un verso della Divina Commedia che non sia il primo? Però tutti serbano l'immagine di quell'inferno fatto di gironi e di pene anche molto fantasiose, delle barzellette che ne sono scaturite, di tanta cultura popolare che ci ha fiorito sopra, al punto che tutti ritengono di conoscere quell'opera anche senza averne letto un rigo. Esattamente come accade per la Bibbia, che per il vero è scritta molto peggio e racconta assurdità ben più clamorose.

 

La percezione, che è cosa diversa dall'effettiva conoscenza, è che la Divina Commedia appartenga "agli antichi valori" che a loro volta fanno sempre rima con "cristiani". E' per questo che sostengo che - "Sì" la Divina Commedia va accompagnata da un advisory board che chiarisca in frontespizio come essa sia frutto di un poeta ispirato dalle sue vicissitudini personali.

 

Del resto si sa che è sempre meglio spiegare ai meno svegli che non si aprono le porte del treno quando è ancora in movimento ... la varechina va tenuta fuori dalla portata dei bambini e che i testi di Madonna contengono contenuti sessuali espliciti ... no?

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Io mi ricordo anche altro oltre l'inizio della divina commedia XD

Anzi, se mi si chiede un passo mi viene prima in mente "per me si va nella città dolente..." che "nel mezzo del cammin di nostra vita..."

E si che l'ho fatta particolarmente male al liceo (considerando però il liceo, forse, dovrei dire che è stata fatta fin troppo bene)

 

Fine OT

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