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"A un amico eterosessuale (ancora)", Corrado Levi 1976


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RIporto qui una bellissima poesia del periodo caldo della rivoluzione sessuale, del F.U.O.R.I. eccetera. Spero non venga censurata... è poesia :)

 

Corrado Levi, New Kamasutra. Didattica sadomasochista

La Salamandra, Milano 1979

 

(Natale 1976)

 

A un amico eterosessuale (ancora)

 

Ti piace un cazzo che ti entra dolcemente nell'ano

o una carezza della mamma?

 

Ti piace farti morsicare i capezzoli fino a urlare

o una zuppa inglese?

 

Ti piace farti leccare il culo fin dentro

o la pesca subacquea?

 

Ti piace con la crema

o la torta pasqualina?

 

Ti piace un bel corpo muscoloso

o una lunga doccia calda?

 

Ti piace un cazzo enorme

o un bel pezzo di musica?

 

Ti piace essere palpato da un fusto

o leggere Linus?

 

Ti piace far scorrere in bocca tutti e due i testicoli

o una gita autunnale?

 

Ti piace lo sperma allo schizzo

o un mazzo di viole?

 

Ti piace Antonio, Giacomo, Nino, Valerio

o la Corazzata Potemkin?

 

Ti piace farti inculare ripetutamente fino al pelo

o prendere il sole?

 

Ti piace lo sperma dolce

o quello pungente?

 

Ti piace un bel corpo di un calciatore

o due bei corpi di nuotatori?

 

Ti piace un dito nel culo

o ti piace tre dita nel culo?

 

Ti piace mettere in bocca tutti e due i coglioni

o ti piace prima quello destro?

 

Ti piace farti frustare

o ti piace farti leccare i segni?

 

Ti piace truccarti

o ti piace l'evoluzione della specie?

 

Preferisci farti inculare da un borghese

o preferisci farti inculare da un proletario?

 

Ti piace all'improvviso

o ti piace preparato?

 

Ti piace sempre

o ti piace continuamente?

 

Ti piace con foga

o ti piace senza passione?

 

Ti piace duro

o ti piace con tenerezza?

 

Ti piace che preme

o ti piace contro?

 

Ti piace Corrado Levi

o ti piace Levi Corrado?

 

 

 

 

 

Diffondete il verbo, insinuate il dubbio!!! :D

  • 1 year later...
  • 3 weeks later...

ahahaaha @@faby91 prima o poi doveva arrivare una critica.

Beh certo Levi non si è risparmiato crudezza ed esplicità... il senso è mettere in ridicolo il perbenismo, specie quello dei comunisti italiani degli anni '70, con questa palese provocazione.

Ma ancora più importante l'obiettivo è insinuare il dubbio. Perchè, come dice il cattivo maestro che mi ha fatto conoscere questa poesia, non esistono gli eterNosessuali :girlcrazy:

Conosci "a un amico omosessuale (ancora)" di faby91:

 

Ti piace toccare le tette

o ti piace passeggiare?

 

Ti piace leccare il clitoride

o ti piace bere un estathè?

 

Ti piace scoparti una bella figa

o ti piace guidare?

 

Ti piace faby91

O ti piace 91faby?

 

 

Il senso è mettere dubbi (????) e contrastare il perbenismo (mahh..) e inoltre non esistono omoNOsessuali..

 

Io penso che a volte scandalizza piú un gesto d'affetto o una bella parola piú che un tema (scusa ma chiamarla poesia non ci riesco) pieno di parolacce..

Erano gli anni Settanta, eh!

E si voleva scandalizzare gente pronta a rovesciare

- a parole - tutta la società borghese, ma nei fatti

dotata di un'ironia piuttosto ristretta.

 

Adesso una cosa simile è poco meno di una molestia

e con la nuova enfasi sul concetto di "parità"

non possiamo non pensare a quanto sgradevole

sarebbe una simile poesia dedicata a una lesbica

con la chiosa che "la figa piace a molti e il cazzo a tutti".

 

Inoltre oggi la seduzione dell'eterosessuale

ha un sapore piuttosto vintage e quasi rappresenta

l'adolescenza della nostra consapevolezza.

E siamo maturati imparando a desiderare altri gay.

ahahah ottima parodia! Ovviamente, se era una domanda diretta, e non lo era, mi piacciono decisamente di più tette figa e clitoridi rispetto a passeggiate eccetera. Anzi mi piacciono le passeggiate palpando le tette, sai quante metafore col paesaggio bucolico?

Per molti versi hai ragione, sono della scuola che è più dirompente una carezza tenera tra gay in un bar piuttosto che un pompino in discoteca. Dipende dai contesti... proviamo a fare pompini in piazza S.Pietro, secondo me sarebbe gustoso

  • 6 months later...

Conosci "a un amico omosessuale (ancora)" di faby91:

 

Ti piace toccare le tette

o ti piace passeggiare?

 

Ti piace leccare il clitoride

o ti piace bere un estathè?

 

Ti piace scoparti una bella figa

o ti piace guidare?

 

Ti piace faby91

O ti piace 91faby?

 

 

Il senso è mettere dubbi (????) e contrastare il perbenismo (mahh..) e inoltre non esistono omoNOsessuali..

 

Io penso che a volte scandalizza piú un gesto d'affetto o una bella parola piú che un tema (scusa ma chiamarla poesia non ci riesco) pieno di parolacce..

 

é geniale hahahahahhahahahahahhahahahahah. Ok scusami, la conversazione è vecchia. Ma sono morta dal ridere a leggere questa rivisitazione della poesia

  • 4 weeks later...

Sì gli esponenti del mondo LGT di quell'epoca erano dediti quasi tutti al travestitismo e all'ambiguità sessuale, perché non sapevano come identificarsi a causa dell'epoca repressiva nella quale vivevano, ipotizzando scemenze come la teoria Queer e la pansessualità, massimo rispetto certo, ma sono personaggi che oggi sarebbero inseriti negli spettacoli delle drag queen.

  • 2 weeks later...

Corrado Levi è un docente universitario un architetto ed una figura

chiave della Milano della transavanguardia anni '80

 

Rispettarlo significa prima informarsi su chi sia...

 

Poi è vero che il gruppo milanese fu forse quello che maggiormente

spinse la critica dei ruoli sessuali e dell'ideologia patriarcale-maschile

verso la provocazione permanente....ma è ben diverso fare uno spettacolo

dal passeggiare per la pubblica via

 

Infine va anche detto che a Milano fu inventata - da Levi - l'autocoscienza

gay, che non è stato esattamente qualcosa di irrilevante

Questa è poesia? Bahh che schifezza..

 

Mi spieghi il senso di questa cosa?

Quoto , a questo punto siamo tutti poeti e liberi di divulgare volgarità , basta dire che sono poesie su questo forum?

Perché non compri o leggi

 

Le parole tra gli uomini di Luca Baldoni?

 

E' la prima antologia di poesia gay italiana del

novecento ( ovviamente Levi c'è )

 

Estraggo da una intervista all'autore:

 

Il mondo della letteratura e dell’arte ha sicuramente rappresentato, per buona parte del secolo passato, una dimensione privilegiata in cui poter esprimere la propria omosessualità. Mi risulta che già tutti i poeti attivi a inizio Novecento (oltre a Saba e Penna, Palazzeschi, De Pisis e De Libero) non facessero mistero della loro sessualità (sebbene con diversi gradi di discrezione) all’interno dei circoli intellettuali che frequentavano. Persino del super represso Gadda – che è riuscito a espungere qualunque traccia di omoerotismo dalla sua opera – erano note e accettate le preferenze sessuali. Insomma, a livello di vita personale, “si sapeva”. Il problema (come il caso Gadda appunto illustra), si presenta quando l’omosessualità deve arrivare sulla pagina, e dunque farsi pubblica. Un discreto numero di poeti, che conducevano un’esistenza relativamente libera e liberata a livello sociale, dimostrano maggior discrezione quando si tratta di pubblicare testi apertamente gay. Penso a Palazzeschi, le cui avventure erotiche romane venivano vissute con estrosa leggerezza, o alla personalità flamboyant di De Pisis, cui fanno riscontro espressioni letterarie importanti ma tutto sommato ancora timide oltre che quantitativamente esigue.

È il segno di difficoltà e paure che permangono sino a tempi recentissimi. Se infatti la nostra tradizione poetica ha la fortuna di avere, da Saba, a Pasolini, a Buffoni, una grande quantità di voci gay di altissimo calibro, è altrettanto vero che molti autori presenti ne Le parole tra gli uomini arrivano a svelarsi con notevole ritardo rispetto all’età anagrafica, iniziando a pubblicare testi espliciti intorno o ben oltre i cinquant’anni. Si tratta di un processo di deferimento dell’espressione letteraria dell’omosessualità che caratterizza tutto il secolo passato per esaursi solo intorno al Duemila.

A livello di self-consciousness, per la maggior parte del secolo i poeti omosessuali, come d’altronde gli omosessuali in generale, non hanno coscienza di sé in quanto minoranza oppressa. Non tematizzano la discriminazione, l’omofobia, perché queste vengono vissute quasi come un portato naturale dell’essere omosessuali. Di conseguenza non reclamano diritti o uguaglianza. In questo senso tutto il quadro viene mutato drasticamente dalla diffusione globale del movimento di liberazione gay. Dagli anni Settanta in poi gli omosessuali possono sentirsi parte di una comunità, reclamare diritti, lavorare alla riscoperta e alla costruzione di una tradizione culturale condivisa.Una consapevolezza post-Stonewall è un dato sempre più evidente nelle opere dei poeti più giovani, nati dalla fine degli anni Sessanta in poi: penso ai nomi di Antonio Turolo, Pierre Lepori, Tiziano Fratus e Marco Simonelli. Sono autori ai quali, sono sicuro, non dispiace essere definiti “poeti gay”; proprio perché gli è propria una self-consciousness radicata nei cambiamenti degli ultimi trent’anni, in cui molti dati che un tempo si sarebbero considerati, to say the least, “delicati”, sono ormai acquisiti come normalità.

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