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l'uomo è ancora un animale sociale?


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il problema che oggi vi pongo e legato ad alcune mie sensazioni: stiamo perdendo il senso la voglia di conoscere l'altro?

Ho notato, (almeno nel mio vissuto) che tutte le persone con cui mi capita di interagire vivono con svogliatezza l'idea di conoscere persone nuove, o ancora peggio di mantere stabile le amicizie già preesistenti. Molti dicono che tutto ciò è colpa di internet, ma a mio avviso è colpa del principio del singolo, ora come ora siamo troppo presi da curare noi stessi per "perdere tempo" a cercare di relazionarsi con gli altri. Insomma si è sempre detto che l'uomo è un animale sociale: ma ne siamo sicuri?

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https://www.gay-forum.it/topic/19622-luomo-%C3%A8-ancora-un-animale-sociale/
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ora come ora siamo troppo presi da curare noi stessi per "perdere tempo" a cercare di relazionarsi con gli altri.

 

Prendo spunto da questa frase per provare a rispondere.

Secondo me, nell'80% dei casi, anche la ricerca di relazioni non è altro che un modo per curare se stessi. Si va alle feste perché si ha bisogno di svagarsi, si prova a conversare perché si cercano sostegno e conferme per la propria autostima, si coltivano amicizie stabili per avere sicurezza e sapere da chi andare a sfogarsi. E, se si è single, una forte spinta a conoscere gli altri e approfondire i rapporti è, ovviamente, il bisogno di un partner.

 

Credo che questi bisogni non siano cambiati, con l'avvento di internet. Semplicemente, internet ha offerto un modo diverso per soddisfarli, un modo a volte più rapido e facile, spesso anche più rassicurante e meno rischioso.

Forse una volta c'erano meno alternative all'uscire con gli amici, se non si sapeva come passarsi una serata; oggi ci sono più modi interessanti per passare il tempo da soli.

sì l'uomo è ancora un animale sociale e sai perché? perchè tu su internet vai sui social network, vai sui forum, vai su siti di incontri. vai in luoghi virtuali ma per conoscere e rapportarti agli altri. C'è sempre questo bisogno di socialità ma non è più evidente come prima poiché mascherato dallo schermo.

Forse una volta c'erano meno alternative all'uscire con gli amici, se non si sapeva come passarsi una serata; oggi ci sono più modi interessanti per passare il tempo da soli.

 

Sottoscrivo col sangue! e quoto anche Divine. E poi non concordo con la dicotomia socialità web vs socialità reale: le due cose si escludono? Non mi fate i discorsi di mio padre e di mia madre che credono che Internet sia l'origine della perdita dei valori e sia luogo unicamente adatto a vedersi i porno :P :P :P

Esistono due tipi di comportamenti socio-patologici quando si utilizza un social network, un forum o la rete in generale:

  1. La dipendenza. Come nel caso di Almadel, dove la rete diventa come una droga conferendo quello stesso effetto palliativo e di benessere momentaneo che può dare l'alcool e che, nel momento in cui si smette, produce i classici effetti da "crisi di astinenza", in particolare nervosismo ed ansia
  2. Lo sfogo (da frustrazione). Che si esprime con atti di trolling quali offese gratuite ed off topic, ma anche l'assunzione di diverse identità ognuna con una personalità molto ben definita. Comunemente viene interpretato come un voler sfogare una propria frustrazione interiore nonché i fallimenti che si hanno nella vita reale. Generalmente le persone con questa patologia sono egocentriche, narcisiste ma anche molto tristi ed insicure.

Negli altri casi non patologici, vale quello che ha scritto Divine.

Non è che Dedalo è invecchiato? :D

La mia vita sociale era superiore quando avevo vent'anni

e suppongo che sarà inferiore quando ne avrò quaranta.

Ai miei genitori è accaduto così, anche senza internet

(magari complice la televisione...).

 

Ignoro la vita sociale di mio nonno a trent'anni;

però - senza internet e senza televisione -

ma con una moglie e due figli non so quanta voglia avesse

di conoscere persone nuove o di mantere stabili le amicizie già preesistenti.

 

Certo: una volta c'era più vita di parrocchia e di partito

e i rapporti familiari erano più stretti e più ampi;

ma non sento affatto la nostalgia di tempi meno individualistici.

L'idea di dove frequentare le zie per i matrimoni,

le vicine di casa per la Sagra del Santo e i compagni per la Festa dell'Unità

non è che mi entusiasmi, rispetto a scrivere sul gay-forum.

 

E' vero: probabilmente se fossi single girerei come una trottola

per locali gay, pub, concerti, murder party e cose simili;

però dovrei farlo con amici single e di coetanei single

me ne sono rimasti abbastanza pochi.

 

Aggiungete anche che i miei amici storici con una bella testa

sono andati a far carriera in giro per il mondo...

(Delegare a skype la mia vita sociale mi sembrerebbe anche peggio

rispetto a rimanere a scrivere su un forum...)

 

Un'età più matura, un sano individualismo, un fidanzato e un PC con lo schermo piatto

possono fare molto per distruggere la vita sociale di un giovanotto.

è tutto un condizionamento mentale ma l'uomo resta per sua natura un animale sociale, dove per sociale almeno io intendo mantenere rapporti già esistenti e non instaurarne dei nuovi, o l'inverso! l'uomo non riesce a stare da solo cercherà sempre qualcun'altro con cui stare. internet e i social network inibiscono il processo di relazione ma poi si passa a un piano soggettivo della cosa.

@Almadel

guarda in parte sta accadendo questo ma per gli altri!!!

cioè io pure ho il ragazzo, ho l'università e ho un pc ma da sempre ho considerato lo stare tra le persone e fare conoscenza un leitmotiv per me. Non c'è l'ho tanto con internet e non credo che sia la causa di tutto, anzi, al contrario, internet ha dato ulteriori occasioni di conoscere la gente. Però sono le persone che ne hanno fatto un utilizzo erroneo a mio avviso. Sarò retrò, ma a una serata passata casa sul pc preferisco di gran lunga un caffè con qualcuno...

Edited by Loup-garou
Eliminato lungo quote integrale

guarda ci sono persone (e non poche) che trovato il/la ragazzo/a vivono in funzione della coppia e basta. Molti dei miei amici (ahime) sono così.

Edited by Loup-garou
Eliminato quote integrale del post precedente

Suppongo c'entri la fatica.

 

In primo luogo l'essere umano è concepito per conservare più energie possibili, quindi di nostro tendiamo ad essere pigri.

In secondo luogo è psicologicamente più facile gestire una vita senza variabili o comunque con variabili dalla scarsa importanza.

 

Avere un gruppo di amici da far durare una vita significa metterci continuamente in discussione, sopportarli, porre cambiamenti al nostro modo di vivere per andare loro in contro. Occorre doversi impegnare e faticare per imbastire nuovi rapporti, per essere migliori. Chi ce lo fa fare?

C'è da aggiungere anche che l'era moderna ha impiastricciato i nostri occhi con un iperindividualismo colossale. Cambiare per vivere meglio nella società ha valore solo a livello estetico. Quando si tratta di personalità si è coniati frasi del tipo: le persone non cambiano, la personalità non cambia, i gusti sono gusti, io per lui non lo faccio lui per me non lo farebbe, a me chi me lo fa fare, non ne vale la pena, a far da solo faccio prima, non ho voglia di discuterne, tanto lo so che va come dico io ecc. ecc.. e nel frattempo è diventata una profezia che si autorealizza. Il gruppo non esiste più.

ma non è deprimente come cosa??? io trovo da sempre l'altro più interessante di me, e non perchè abbia paura di rimanere da solo o perché non voglia curarmi di me, ma trov che l'individuo enucleato dalla società perde senso di esistere

Edited by Loup-garou
Eliminato quote integrale del post precedente
Cassiopea81

Ah grazie di esistere Dedalo, pensavo di essere l'unica a pensarla come te :)

Secondo me Aquarivs ha centrato il punto,non è una questione Internet Vs vita sociale, o social network, etc etc, ma delle persone che incontri nella vita di tutti i giorni e degli amici storici. Anche io ho notato questa svogliatezza o completo disinteresse nel costruire una amicizia che vada al di la di andarsi a bere una birra assieme o andare ad una festa, un totale rifiuto di molte persone a darsi, anche minimamente, come anche il rinchiudersi a casa dopo il fidanzamento. La mia vita sociale è buona, lavoro nel sociale, faccio volontariato, ho la morosa, ho amici che mi porto dall'infanzia....eppure anche per me il fulcro della mia vita non è rinchiudermi in una storia, ma fare sempre nuove esperienze e conoscere gente interessante. E sento molto la mancanza di questa possibilità, per i problemi enunciati da Dedalo. Vorrei che la mia famiglia fossero i miei amici, non necessariamente la mia/il mio partner. Se così potesse essere secondo me molte meno persone si sentirebbero costrette ad infilarsi in una storia per avere stabilità e il senso di appartenenza a qualcuno. Ma di persone che concepiscono così l'amicizia ne ho conosciute poche, sono intelligenti, vivaci, creative, e come dice Almadell, tutte all'estero...

  • 3 weeks later...

Ciò che attenta la socialità nel mondo -di oggi, principalmente, ma anche in generale- sono, secondo me:

 

1 l'esplosione di internet: c'è un elemento illusorio, fortemente illusorio, nel dialogo in rete; la realtà è insostituibile per la socialità. Il correttivo è naturalmente utilizzare internet col ben preciso scopo di entrare poi nella realtà

 

2 la fatica e la velocizzazione del vivere di oggi: ci sono moltissimi stimoli, impulsi, ma anche richieste di prestazioni continue e defatiganti da parte della realtà di oggi: realtà lavorativa, ma anche realtà dell'Informazione, ad esempio, in cui siamo immersi

 

3 la mancanza di ideali, i quali spingono a investire energie nella realtà e nel rapporto con i nostri simili, mancanza che fa piegare invece non solo all'individualismo, ma al piccolo/piccolissimo gruppo.

AndrejMolov89

Più che mancanza di conoscere, per lo meno nel mio modesto caso, c'è la mancanza del sentimento dell'altro. Cioè, incontriamo molte persone, ci conversiamo anche in internet, ma di fatto resta difficile sentimentalizzarle. Chi sono? Cosa sono? Cosa sono per me? Qual'è il significato della loro lontananza? Secondo me c'è stata una rarefazione dei rapporti a causa dell'eccessiva velocità, si tende ad essere soli, perché tutto è più veloce: un po' come se fossimo delle molecole di gas.

Internet è un mezzo con il quale comunichiamo, ma fa diventare la comunicazione un dovere. Diventa un dovere contattare, creare relazioni, ma non diventa più un problema la qualità di quest'ultima.

Direi che iin quest'ultimo periodo si sta perdendo solamente la qualità delle conoscenze, la qualità del nostro comunicare. Ci stiamo "capitalizzando".

Investiamo su cose veloci, immediate e soprattutto, non riuscendo a creare un rapporto in cui investire, diventiamo noi stessi merci per spenderci nel mercato sociale. XD mia opinione basata sulle mie psicopatologie.

@Isher: sono d'accordo con te su Internet, ma più che altro, vedo anche un problema legato al fatto che ci si "vende" in internet per pensare ad un possibile incontro reale. Ci conosciamo in internet per valutare se siamo adatti alla conoscenza, questo difatto secondo me comporta un desiderio di essere desiderati. Un po' come quando si scrive in un forum e si desidera profondamente di aver detto qualcosa di giusto e di venire commentati. Lo dico, perché mi sento personalmente dentro in questi schemi mentali (anche nella vita "vera").

In questo caso mi chiedo, constatato il fatto, come si può cambiare?

Io sono convinto di sì.

Niente sostituisce il rapporto con le altre persone.

Anche coloro che si trovano male in mezzo alla gente e che non amano troppo la compagnia "tanto per fare" (come me) mettono i rapporti importanti al primo posto.

Solo le altre persone ti possono dare il motivo per andare avanti e continuare a vivere, sia che tu ne abbia solo una, sia che tu abbia un affiatato gruppo di vecchi amici.

Non c'è nient'altro che tenga, libri, videogiochi, sport, cinema, internet... niente ti può dare linfa vitale, sono solo surrogati destinati a lasciare il vuoto col tempo

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