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Rapporto con la fede


wasabi

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@@wasabi noi della nostra scuola evolviamo il nostro spirito in questo modo ed abbiamo avuto tutti le stesse sensazioni, anche se viviamo esperienze diverse. Tutto ciò che ho detto è prerogativa della mia scuola, non parlo in generale. Ciò che viene insegnato è che la nostra fede è un ottimo sistema per ottenere l'Illuminazione ma non l'unico! Puoi anche benissimo vivere da ateo e comportarti in modo etico e ottenerla. Sia ben chiaro che l'Illuminazione per gli atei ( che non credono alla spiritualità ) si traduce in felicità in questo mondo.

 

@@FreakyFred sei molto presuntuoso, perché dai per scontato che quello che tu pensi sia vero. Secondo me hai solo avuto brutte esperienze in passato e inconsciamente odi il dio che ti ha deluso. Quindi ti elevi a super-uomo che può decidere ciò che è vero e ciò che non lo è. Bruttissimo comportamento, notato sia negli atei che nei credenti.

 

@@privateuniverse io non mi ribello al fatto che ci sia gente che non crede nell'anima, liberissimi di farlo. Però per favore non bisogna offendere chi ci crede. Mi spiace se mi sono fatto fraintendere, il cinismo dimora in ogni categoria umana ma in questa discussione ho menzionato quello di molti atei.

 

@@Almadel io parlo per la mia religione, in cui se non offendi il Dharma ( offendere nel pieno senso della parola ) non accade nulla. Chi non crede non è trattato da reietto o non è compatito. Se poi parliamo di culti come il Cristianesimo o anche e purtroppo di nuove religioni che si rifanno impropriamente al Buddhismo, il discorso cambia e sono il primo a ritenerli incivili. Per quanto riguarda il prendersela, io credo che ognuno ha a cuore qualcosa, può essere la religione, una squadra di calcio o la Nazione. Quando si manca di rispetto a questo determinato oggetto, ci si infervora.

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  • Mario1944

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Abbiamo il dispensatore di verità! =_=

I conflitti nascono proprio perché persone come te pensano di avere la verità nelle proprie mani ed offendono il prossimo.

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@Mario1944 so bene che il cinismo non è esclusiva degli atei tuttavia adesso mi sto riferendo a loro.

 

 

Guarda che il cinismo è una scuola filosofica di ascendenza socratica!

Comunque anche accettando il termine nel senso "volgare" non capisco perché tu debba parlare degli atei come di cinici in senso deteriore.

Se vuoi che te lo permettiamo, allora devi permetterci di parlare dei credenti in un dio provvidenziale come di persone di mente semplice (ovviamente in senso deteriore.......).

 

 

Che poi spesso gli atei sono persone deluse dalla religione d'origine e se approfondiscono le altre diventano credenti. :)

 

 

Spesso?

Devi aver conosciuto atei piuttosto confusi.......

 

 

 

E' piuttosto semplice: condizione necessaria perché un'organizzazione religiosa possa essere considerata parte del cristianesimo è che accetti la natura divina di Gesù e sia, quindi, trinitaria.

In questa definizione non rientrano, tra gli altri, i mormoni, i testimoni di Geova e gli unitariani.

 

 

Non vedo che difficoltà ci sia a considerare cristiano anche chi crede che Gesù non sia stato un dio (figlio) ma solo un profeta o comunque un uomo ispirato o mandato da dio.

Infatti gli ariani erano considerati e si consideravano cristiani pur negando la natura divina di Gesù.

Daltronde anche sulla natura divina ci sono diverse posizioni secondo che la si consideri esclusiva, mista alla umana, con una volontà, con due ecc.

 

 

@wasabi, posso capire che per Pix sia intollerabile

l'idea che la Vita termini con la morte;

mi sfugge perché trovi che un Ateo gli manchi di rispetto

se afferma che l'anima è una funzione biologica.

 

 

Tra l'altro mi sembra che si possa credere in dio anche negando l'immortalità dell'anima perchè considerata funzione del corpo.

Questa era la posizione di Aristotele ma anche dell'ebraismo più antico se non sbaglio.

 

 

A me fa solo tristezza che vi precludiate un mondo meraviglioso e scadiate nel semplice materialismo

 

 

Quindi a te "fà tristezza" che uno non sia convinto di aver le ali e di poter vagare come un uccellino per il cielo solo perchè lo ha sognato? 

Allora diamo la stura ai sogni più follemente fantastici così ti rallegri!

 

 

 

La fede è tutt'altro, è felicità interiore, è equilibrio, è consapevolezza, è ricevere senza pretendere.

 

 

E allora perchè la chiami fede in dio?

Edited by Mario1944
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@@Mario1944 mi spiace per la sua erudizione ma "cinismo" viene usato COMUNEMENTE per ciò che volevo intendere io. Nessuno mi lascia o non mi lascia dire le cose, sono libero e siamo in un Paese libero. :)

Del resto non mi ci metto neppure, è solo veleno. Tengo a puntualizzare che io non credo in una divinità. Non tutte le religioni si basano su questo concetto.

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@Mario1944 mi spiace per la sua erudizione ma "cinismo" viene usato COMUNEMENTE per ciò che volevo intendere io.

 

Non dubitavo che intendessi cinismo nel senso "volgare"....... ma appunto per questo non vedo perchè tu lo debba attribuire agli atei in quanto atei.

Allora anche la stupidità per me può essere attribuita ai credenti in quanto credenti,così siamo pari!

 


Del resto non mi ci metto neppure, è solo veleno. Tengo a puntualizzare che io non credo in una divinità. Non tutte le religioni si basano su questo concetto.

 

Va bene, se sei ateo pure tu, tanto meglio.

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privateuniverse
io non mi ribello al fatto che ci sia gente che non crede nell'anima, liberissimi di farlo. Però per favore non bisogna offendere chi ci crede.

 

Non puoi considerare offensivo il fatto che qualcuno ritenga inverosimile qualcosa in cui credi profondamente.

 

Soprattutto nel corso di una discussione in un forum.

 

 

Guarda che il cinismo è una scuola filosofica di ascendenza socratica!

Comunque anche accettando il termine nel senso "volgare" non capisco perché tu debba parlare degli atei come di cinici in senso deteriore.

Se vuoi che te lo permettiamo, allora devi permetterci di parlare dei credenti in un dio provvidenziale come di persone di mente semplice (ovviamente in senso deteriore.......).

 

No, certo, il cinismo comunemente inteso è un pregio...

 

Non vedo che difficoltà ci sia a considerare cristiano anche chi crede che Gesù non sia stato un dio (figlio) ma solo un profeta o comunque un uomo ispirato o mandato da dio.

Infatti gli ariani erano considerati e si consideravano cristiani pur negando la natura divina di Gesù.

Daltronde anche sulla natura divina ci sono diverse posizioni secondo che la si consideri esclusiva, mista alla umana, con una volontà, con due ecc.

 

Nella tua definizione di "cristiano", in quest'accezione, rientrerebbero anche i musulmani.

E argomentare che i mormoni, i testimoni di Geova o gli unitariani siano cristiani perché anche l'arianesimo, che negava la divinità di Gesù, era considerato una forma di cristianesimo (eretica, però, in base a uno dei più importanti concili ecumenici che contruibuirono a definire i fondamenti dottrinali del cristianesimo) è come considerare italiano un arabo che vivesse nella Sicilia del X secolo solo perché ora la Sicilia è parte dell'Italia.

Tutte le altre varianti che consideri non toccano il punto che ho rilevato io.

Ma, se non sei convinto, puoi chiedere a un esperto.

Edited by privateuniverse
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No, i conflitti nascono quando crede in una cosa senza essere supportato dai fatti, e si scontra con chi invece i fatti ce li ha...

E, ovviamente, quando una figura vuole schiacciare l'altra. Mi faccio pubblicità, via, altrove l'ho scritto meglio che qui ...

http://lostranoanello.wordpress.com/2012/11/08/equilibri-e-conflitti/

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@@FreakyFred neppure tu puoi dimostrare che non esista un mondo spirituale, quindi è inutile che ti nascondi in una fortezza interiore che ha pilastri di vetro. :D

 

@@privateuniverse non credere è diverso da non avere rispetto per le idee altrui. Se si sminuiscono idee differenti si finisce per entrare in conflitto. Se è questa la vostra etica, abbandono subito il discorso perché non è mia intenzione prendere parte a una cosa così bassa.

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@Mario1944 se credi che i buddhisti siano atei... non hai studiato la materia.

 

Dillo tu cosa sei:  non credi in una divinità ma non sei ateo......

 

 


non credere è diverso da non avere rispetto per le idee altrui. Se si sminuiscono idee differenti si finisce per entrare in conflitto.

 

Ma se sei tu che continui a sminuire le idee differenti in materia di divinità!

 


Nella tua definizione di "cristiano", in quest'accezione, rientrerebbero anche i musulmani.
E argomentare che i mormoni, i testimoni di Geova o gli unitariani siano cristiani perché anche l'arianesimo, che negava la divinità di Gesù, era considerato una forma di cristianesimo (eretica, però, in base a uno dei più importanti concili ecumenici che contruibuirono a definire i fondamenti dottrinali del cristianesimo) è come considerare italiano un arabo che vivesse nella Sicilia del X secolo solo perché ora la Sicilia è parte dell'Italia.
Tutte le altre varianti che consideri non toccano il punto che ho rilevato io.
Ma, se non sei convinto, puoi chiedere a un esperto.
.

 

Non è la "mia" definizione di cristiano, ma quella di coloro che si considerarono cristiani e che del resto è insita nel significato del nome.

Cristiano è chi ha fede nei detti di Cristo come aristotelico quello che ha fede nei detti di Aristotele, platonico in quelli di Platone, marxista in quelli di Marx ecc.

Che poi uno creda anche che Cristo (o Aristotele o Platone o Marx) sia stato un dio o un figlio di dio o anche semplicemente un eletto da dio è una credenza non determinante.

Tu sei legato ad una concezione di cristiano dipendente dai dogmi definiti dai concili del IV secolo ma dovresti sapere che per i primi tre secoli le opinioni dei seguaci intorno a Cristo, alla sua divinità, al suo rapporto con il padre, alla sua stessa efficacia di salvatore venturo dell'umanità  furono le più varie.   

 

Sul fatto poi del considerare i musulmani come cristiani non sarebbe certo un'opinione sconclusionata se non altro perchè fu quella di Dante che mise Maometto tra gli eretici cristiani evidentemente perchè giudicava l'islamismo una variante eretica del cristianesimo proprio perchè Maometto riconosceva Cristo come profeta.

Comunque è un fatto che per i musulmani solo fu Maometto l'ultimo e completo profeta, mentre Cristo fu uno dei numerosi ed incompleti prima lui.

Quindi va bene non considerare cristiani i musulmani, ma non vedo perchè negare il nome di cristiano, se lo vogliono, a quelli che non riconoscono Cristo come dio.

In fondo nemmeno Cristo innalzò mai esplicitamente l'insegna della propria divinità.

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privateuniverse
Non è la "mia" definizione di cristiano, ma quella di coloro che si considerarono cristiani e che del resto è insita nel significato del nome.

Cristiano è chi ha fede nei detti di Cristo come aristotelico quello che ha fede nei detti di Aristotele, platonico in quelli di Platone, marxista in quelli di Marx ecc.

Che poi uno creda anche che Cristo (o Aristotele o Platone o Marx) sia stato un dio o un figlio di dio o anche semplicemente un eletto da dio è una credenza non determinante.

Tu sei legato ad una concezione di cristiano dipendente dai dogmi definiti dai concili del IV secolo ma dovresti sapere che per i primi tre secoli le opinioni dei seguaci intorno a Cristo, alla sua divinità, al suo rapporto con il padre, alla sua stessa efficacia di salvatore venturo dell'umanità  furono le più varie.

 

Quindi, se io mi definisco "inglese", questo automaticamente fa di me un inglese?

Se mi definisco "ebreo", questo automaticamente fa di me un ebreo?

Lo so benissimo che nei primi tre secoli i cristiani si divisero su una serie di questioni teologiche. Ma, per l'appunto, è proprio in quel periodo che il cristianesimo attraversò una fase di sistematizzazione e di definizione teologica, condivisibile o meno, che ha delimitato l'ambito del cristianesimo.

Nei primi quattro secoli certe posizioni teologiche non ponevano automaticamente fuori dal cristianesimo.

Nel XIX o nel XX secolo, sì.

 

 

Sul fatto poi del considerare i musulmani come cristiani non sarebbe certo un'opinione sconclusionata se non altro perchè fu quella di Dante che mise Maometto tra gli eretici cristiani evidentemente perchè giudicava l'islamismo una variante eretica del cristianesimo proprio perchè Maometto riconosceva Cristo come profeta.

Comunque è un fatto che per i musulmani solo fu Maometto l'ultimo e completo profeta, mentre Cristo fu uno dei numerosi ed incompleti prima lui.

 

Appunto.

La differenza tra i cristiani, che siano cattolici, ortodossi, protestanti o appartenenti alle chiese orientali, e i non cristiani, sta proprio in questo: ritenere la natura di Gesù divina, ritenerlo parte della divinità (e, quindi, credere in un Dio trinitario). Le controversie cristologiche tra le varie chiese cristiane vertono su altri punti, ma non su questo, che è comunque fondamentale, nel senso letterale della parola, cioè "fondativo", "basilare".

Dante o non Dante.

 

Quindi va bene non considerare cristiani i musulmani, ma non vedo perchè negare il nome di cristiano, se lo vogliono, a quelli che non riconoscono Cristo come dio.

In fondo nemmeno Cristo innalzò mai esplicitamente l'insegna della propria divinità.

 

Se lo dici tu...

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privateuniverse
Io lo posso dimostrare, è veramente facilissimo. Le neuroscienze dimostrano ampiamente l'inesistenza di realtà psichiche oltre il fisiologico. 

 

Ah sì?

 

Non lo sapevo.

 

Un po' come asserire che la fisica dimostri l'inesistenza di un mondo non fisico che sia governato dalle leggi della fisica?

 

A me sembra un'affermazione tautologica, ma forse mi sbaglio.

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Non lo sanno in molti, in effetti, ma secondo me la ragione è che non ci riflettono sopra. Se posso manipolare a piacimento i fenomeni psichici manipolando un supporto fisico, è chiaro che i fenomeni psichici in realtà sono solo prodotti di un fenomeno fisico. 

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@@privateuniverse Freaky non è altro che uno di quei "professori" che si affidano alla scienza per spiegare la religione. Si vede dove vanno a finire tutti, si creano una fede propria, atea, che scimunisce più di quanto non faccia la religione stessa. XD

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Scusa, ma che ci vuole?

Basta una lobotomia e puoi dimostrare con precisione

che l'anima è una funzione del suo supporto cerebrale.

Che altra prova vorresti?

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Eh vabbè...

La differenza tra me e te è che io cosa mi convincerebbe che mi sbaglio,

mentre tu hai già deciso che nessuna prova ti farebbe cambiare opinione.

E' appunto la differenza tra un ragionamento e una fede.

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"La scienza non è che buon senso accompagnato da solido ragionare."

Vuoi chiamare il ragionare critico e pragmatico "religione"? Forse dovresti trovarti un vocabolario nuovo, ma per me non fa differenza.

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Non è mica "scienza" sapere

che la lobotomia distrugge l'anima insieme al cervello

(senza neanche la scusa che poi "si vive da un'altra parte":

perché di anima ne rimane "solo un pezzo" visto

che solo un pezzo di materia cerebrale hai rimosso).

Non è scienza perché lo so anche io che non sono uno scienziato;

a meno che non sia "scienza" anche sapere che il fuoco brucia.

 

Uno può dirmi "da quando ho scoperto la religione sto meglio"

e "da quando penso che l'anima sia trascendente non temo più la morte".

Io infatti posso pure pensare che questo mese non mi arriveranno le bollette

e - in effetti - questo renderebbe il mio mese molto più sereno:

ciò non toglie che sia una idea piuttosto balorda

e forse farei meglio a vivere pensando che esse arrivino.

 

Io sono pieno di illusioni piuttosto stupide.

E per giunta ho persino fede in alcuni concetti

come l'Uguaglianza o la Libertà e non smetterei di crederci

neanche se la Scienza mi dimostrasse che neri e donne sono inferiori

o che privare un innocente dei diritti civili può essere utile per una società.

E - sì - mi offendo se qualcuno non crede nei miei valori.

 

La Mortalità dell'Anima invece non è un mio articolo di fede:

ci sono infatti miriadi di possibili esperienze che mi convincerebbero del contrario.

Parlare con i morti o pensare con mezzo cervello.

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privateuniverse
No, la differenza è che io non voglio spiegare una cosa spirituale con la scienza.

 

Concordo.

 

Ci sono altre considerazioni da fare.

 

In primo luogo, è ovvio che l'esistenza dell'anima, di Dio, di una vita oltre la morte, etc., sono oggetto di fede e non di dimostrazione scientifica. Peraltro, vale a poco affermare che "nessuno è tornato indietro dall'aldilà": anche ammesso che non si creda nei miracoli, non è affatto detto che, affinché un luogo esista, sia necessario poterne tornare indietro; e, comunque, non è detto che si possa ritornarne indietro nella forma che conosciamo noi. Io, per esempio, sono convinto di percepire la presenza benevola di mio padre, che pure è morto sei anni fa; e non venitemi a dire che sto cercando degli espedienti per consolarmi di una perdita, perché, anche se gli volevo bene, i miei rapporti con lui erano conflittuali, non sono tipo da raccontarsi balle consolatorie, né sono persona da sedute spiritiche o cose simili.

 

Peraltro, per una persona che, legittimamente, assuma come punto di partenza che nessun fenomeno fisico o biologico non sia spiegabile razionalmente, neanche l'assistere a qualcosa di inspiegabile alla luce delle conoscenze attuali sarebbe un buon motivo per cambiare idea.

 

Vedo, inoltre, che si continua a sostenere che una persona che professa una fede religiosa sia una specie di sciocco in preda alle fantasticherie più irrazionali, mentre una persona che non lo è sarebbe la quintessenza del pragmatismo e del pensiero critico. Per la mia esperienza posso affermare che non è affatto così. Sebbene "credere" in qualcosa di indimostrato sia inevitabilmente qualcosa di diverso dall'essere convinti di qualcosa di cui si può dare una dimostrazione razionale, non è affatto detto che un "credente" debba per forza essere un ingenuo, né che un "ateista" sia necessariamente una persona che pensa in maniera critica e razionale; anzi, io ho avuto a che fare con molti ateisti che, nel loro dogmatismo, erano più testardi di un mulo. Essere convinti che ci siano dei limiti alla comprensione razionale non significa affatto abdicare davanti all'irrazionalità. Da questo punto di vista gli ateisti sono, anzi, più pericolosi di chi crede, perché fanno più affidamento sulla loro razionalità e, quindi, non si rendono neanche conto delle cantonate che possono prendere; mentre un credente "ragionevole", che si renda conto di non poter capire tutto, o che quel che capisce non è che una parte della verità, può praticare un sano scetticismo che lo avvicina, molto più del razionalismo, a un pensiero autenticamente "pragmatico" e "critico".

 

Interessante anche il punto riguardante l'"attività cerebrale" al di fuori del cervello, perché è un'altra argomentazione che, di per sé, non dimostra nulla.

 

Qualche possibile obiezione?

 

La vita dello spirito potrebbe essere diversa dall'attività cerebrale per come la conosciamo.

 

Il concetto di "anima" potrebbe essere un tentativo imperfetto di cogliere, comunque, un dato di fatto reale, allo stesso modo in cui i miti sul paradiso perduto probabilmente non vanno interpretati in senso letterale ma non per questo sono privi di legami con eventi realmente accaduti (e ipotesi in questo senso esistono).

 

Il fatto che noi non siamo in grado di percepire qualcosa, o di spiegarlo, non significa che non esista. Non abbiamo mai avuto alcuna dimostrazione neanche dell'esistenza di una vita su altri pianeti, eppure possiamo ipotizzarne l'esistenza, ritenerla persino probabile, comunque non escluderla.

 

Se io brucio una sedia di legno e dico "vedete? questa sedia di legno non esiste più", questo non significa che non si sia trasformata in qualcos'altro e non che sia sparita del tutto.

Edited by privateuniverse
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Io ho sempre avuto un legame fortissimo con mia nonna paterna, che mi ha praticamente cresciuto fin da quando ero in fasce, perché i miei hanno sempre lavorato entrambi molto. Lei, cattolica ultrapraticante (e' andata a Messa tutte le mattine fino a quando la malattia non glielo ha impedito) è stata la primissima persona con cui ho fatto CO in famiglia, quando avevo 16 anni (e lei 78). Sapete cosa mi ha risposto, vedendomi chiaramente molto imbarazzato? Mi ha detto (in dialetto milanese): "Vergogna e' solo fare del male" ... Tutti voi potrete immaginare cosa significa per un ragazzo che si rivela per la prima volta in una famiglia cattolica convinta una accoglienza così confortante... Quando è mancata, tre anni fa, per me e' stata chiaramente una perdita dolorosissima. Da allora, tengo sul comodino una sua fotografia, nella quale sorride con quel sorriso meraviglioso che aveva sempre quando mi vedeva. Ogni tanto la guardo e mi da' serenità, mi capita di parlarle, di chiederle consiglio, di pregarla di starmi vicino ... Significa che io creda che la sua anima vive ancora, che mi vede e può proteggermi? No, in realtà non lo credo... Però sento che una parte di lei sopravvive dentro di me, che le sue parole, la sua tenerezza, la sua saggezza rimarranno indelebili nella mia memoria e mi saranno sempre di supporto. A volte mi sembra che mi parli, che mi voglia suggerire qualcosa, che il suo sorriso sia più intenso quando io sono felice ... In realtà, so che sono io che immagino che cosa mi avrebbe detto o cosa avrebbe provato in certe circostanze, perché i suoi insegnamenti hanno forgiato la mia personalità. Eppure, a volte, mi piace pensare che ancora lei mi possa vedere e che possiamo ancora scambiarci affetto e consigli, anche se sono consapevole che sto facendo tutto ciò con la parte di lei che sopravvive nella mia memoria ...

Edited by wasabi
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In primo luogo, è ovvio che l'esistenza dell'anima, di Dio, di una vita oltre la morte, etc., sono oggetto di fede e non di dimostrazione scientifica.

 

Perché?

La religione si è rifugiata solo in quello su cui non si può indagare.

Sull'origine della vita, sull'astronomia e sull'etica si è dimostrata falsa.

A meno di non essere creazionisti, geocentrici e omofobi

(per dire della Bibbia, ma vale per ogni religione).

 

Se un insieme di fatti non verificabili (Dio e la sopravvivenza dell'anima)

ci sembrano oggi più accettabili di altri (gli Alieni ci controllano il cervello

o c'è un completto pluto-giudaico massonico o le "scie chiemiche")

è solo perché ci crede il 93% degli Italiani, quindi non vi sembrano pazzi.

Ma anche voi - come me - siete "ateisti" nei confronti di centinaia di affermazioni fantasiose

e ritenete deboli di mente coloro che ci credono.

 

Mettetevi nei miei panni per un minuto.

Vi risvegliate in un mondo in cui la maggioranza delle persone

crede che quanto sia scritto ne "Il Signore degli Anelli" sia la verità.

Altri - più agnostici - credano che non si possa dimostrare l'inesistenza degli Hobbit,

perché se esistono sono così piccoli e furbi da sfuggire alle nostre ricerche.

E se dite "E' solo un romanzo" vi rispondono: "Hai delle prove?"

E che molti si sentano offesi se utilizzate in loro presenza la parola "fantasy".

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@wasabi

 

non hanno tutti dei parenti come tua nonna, complimenti a lei. Ha reagito al tuo CO meglio di qualsiasi persona della mia famiglia.

Edited by marco77
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a. Ogni tanto la guardo e mi da' serenità, mi capita di parlarle, di chiederle consiglio, di pregarla di starmi vicino ... Significa che io creda che la sua anima vive ancora, che mi vede e può proteggermi? No, in realtà non lo credo...

E' lo stessa cosa per me, esattamente. Anch'io ho la foto della mia migliore amica sul comodino. E anch'io la sento accanto a me, mi sembra di sentirla parlare, la vedo nei segni, in piccole cose sciocche, e allo stesso tempo non sono per niente convinta che ci sia qualcosa.

 

Eppure, a volte, mi piace pensare che ancora lei mi possa vedere e che possiamo ancora scambiarci affetto e consigli, anche se sono consapevole che sto facendo tutto ciò con la parte di lei che sopravvive nella mia memoria ...

E' così...

Ti abbraccio forte!

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non hanno tutti dei parenti come tua nonna, complimenti a lei. Ha reagito al tuo CO meglio di qualsiasi persona della mia famiglia.

 

 

Sì, Marco, in effetti era una donna di una saggezza profonda, pacata, non vistosa, con una fede molto sentita, ma autentica, non dogmatica o abitudinaria.

 

La sua massima "Vergogna è solo fare del male" è diventata un po' il mio mantra, il riassunto della mia etica di vita. 

Io non seguo i precetti di alcuna religione, ma ho interiorizzato questa sua visione, che, se vogliamo, è molto evangelica.

Infatti, nel Vangelo sta scritto che Gesù disse, superando la legge di Mosè, "Vi do un comandamento nuovo, amatevi gli uni gli altri ...".

E Sant'Agostino lo riprende molto bene, con la sua esortazione: "Ama e fa ciò che vuoi".

 

Ecco, in questo senso mi riconosco molto nello spirito evangelico ed è grazie a persone come i miei familiari che non provo rancore verso tutti i Cristiani, pur essendo profondamente schifato dalle gerarchie ecclesiastiche e da certi messaggi propugnati dalla Chiesa Cattolica.

 

Viola, grazie, ricambio l'abbraccio!!

Edited by wasabi
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Quindi, se io mi definisco "inglese", questo automaticamente fa di me un inglese?
Se mi definisco "ebreo", questo automaticamente fa di me un ebreo?

Lo so benissimo che nei primi tre secoli i cristiani si divisero su una serie di questioni teologiche. Ma, per l'appunto, è proprio in quel periodo che il cristianesimo attraversò una fase di sistematizzazione e di definizione teologica, condivisibile o meno, che ha delimitato l'ambito del cristianesimo.

 

In un altro topic ho contestato l'autodefinizione di Marcozz come cattolico perchè, alla luce della dottrina cattolica, lui non è cattolico.

Ma non c'è una dottrina della divinità di Cristo universalmente accettata e soprattutto ben definita da Cristo stesso, tale per cui si possa dire che non è cristiano chi nega la divinità di Cristo.

Puoi parlare di "prevalenza" odierna tra coloro che si definiscono cristiani ma non puoi dire che sia contraddittorio considerarsi seguace di Cristo e non crederlo dio se non altro perchè lui non disse mai esplicitamente di essere tale.

 

 

Nei primi quattro secoli certe posizioni teologiche non ponevano automaticamente fuori dal cristianesimo.
Nel XIX o nel XX secolo, sì.

 

Certe posizioni "pongono "automaticamente" fuori dal cristianesimo?

E quale sarebbe l'autorità che ha certificato quale sia il cristianesimo "autentico"?

Non mi risulta che Cristo sia venuto di nuovo sulla terra a fare distinzioni.......

Certo si può usare la logica sulla base delle parole attribuite a Cristo nei Vangeli, ma per questo vedi quanto scrivo sotto nell'ultimo paragrafo.

 

 


La differenza tra i cristiani, che siano cattolici, ortodossi, protestanti o appartenenti alle chiese orientali, e i non cristiani, sta proprio in questo: ritenere la natura di Gesù divina, ritenerlo parte della divinità (e, quindi, credere in un Dio trinitario). Le controversie cristologiche tra le varie chiese cristiane vertono su altri punti, ma non su questo, che è comunque fondamentale, nel senso letterale della parola, cioè "fondativo", "basilare".
Dante o non Dante.

 

Dante nel caso di Maometto dimostra (al contrario di quel che dici tu) che ancora nel XIII si poteva essere considerati cristiani sia pure eretici anche se si negava la divinità di Cristo pur assumendolo come profeta autentico di dio.

E comunque la prevalenza dei cristiani contemporanei nelle tre o quattro grandi sette citate non esaurisce il cristianesimo nè quello contemporaneo nè tanto meno quello storico di duemila anni.

 

 


Se lo dici tu...

 

Non lo dico io..... che Cristo non abbia mai detto esplicitamente di essere dio è un fatto inconfutabile e testuale.

Certo alcune espressioni sono ambigue ed infatti furono interpretate come dichiarazioni di divinità ma del resto le ambiguità della sua parola (o di quella che gli è stata attribuita) sono numerosissime e infatti possiamo ascoltare cristiani che considerano la Chiesa cattolica fondata sulla sua investitura a Pietro e cristiani che la negano, cristiani che giustificano la ricchezza sacerdotale e templare sulla base dei suoi detti e cristiani che la rifiutano esigendo povertà delle persone e spogliazione dei templi ecc.

 

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