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nel politeismo mi risulta ci sia quasi sempre un dio o un'entità creatrice. (l'animismo non conta)

 

Nei politeismo c'è il cosiddetto Essere Supremo, ma non è un dio creatore. Nel politeismo greco (il solo di cui veramente m'interessa)

ci sono Re degli dèi, che si avvicendano e si abbattono recipricamente per la conquista del potere sommo. (!)

 

Mi dispiace fare tante precisazioni, ma anche il "credere" in una divinità politeista e in un dio monoteista sono cose leggermente diverse.

Il verbo «credere» in un dio o in una religione non esiste in greco.

 

Naturalmente è lecito associare, in certa misura, ma bisogna anche e soprattutto distinguere, altrimenti non ci rendiamo conto delle

grandi differenze che si sono create nei secoli all'interno della coscienza religiosa.

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https://www.gay-forum.it/topic/19645-mito-e-politeismo-in-grecia/
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Nei politeismo c'è il cosiddetto Essere Supremo, ma non è un dio creatore. Nel politeismo greco (il solo di cui veramente m'interessa)

ci sono Re degli dèi, che si avvicendano e si abbattono recipricamente per la conquista del potere sommo. (!)

 

Io sottointendevo creatrice della terra o comunque della materia, perché è chiaro che se intendiamo "Creatore" anche del non-materiale, allora questo dio/dea è in una posizione dominante e precedente a tutte le altre forze dell'esistenza, persino al caos greco e all'oceano primordiale egizio e si avvicina quindi molto di più agli Dei eterni delle religioni monoteiste che ai politeismi.

 

Mi dispiace fare tante precisazioni, ma anche il "credere" in una divinità politeista e in un dio monoteista sono cose leggermente diverse.

Spiegami meglio, per favore, non capisco. Magari uscendo anche dal politeismo greco

 

Detto questo non mi metto a collegare e comparare monoteismo e politeismo, era solo una precisazione riguardante il mio rapporto con la fede. ;)

Spiegami meglio, per favore, non capisco. Magari uscendo anche dal politeismo greco

 

Detto questo non mi metto a collegare e comparare monoteismo e politeismo, era solo una precisazione riguardante il mio rapporto con la fede. ;)

 

Sì sì: anch'io volevo solo fare una precisazione; all'interno del tuo discorso mi aveva colpito quella frase, e volevo precisarla.

 

In breve sul dio dominante: dio dominante non è dio creatore. Nel pantheon greco non c'è creazione, è un concetto del tutto estarneo a quel sublime

popolo, per il quale il mondo è ab aeterno.

 

Quanto al "credere", la faccenda è questa. Il nostro credere implica la separazione tra fede e conoscenza, ognuna considerata come una facoltà

e una sfera a sé stante. Anche il complemento oggetto di quel "credere" è diverso: che si tratti di Dio, e questo ho già spiegato perché, (Dio vs dèi),

sia, e direi a maggior ragione, se si tratti di qualcosa come "verità di fede" "verità teologiche", e questo perché quest'ultimo concetto in Grecia è

del tutto assente, e probabilmente inconcepibile. La Grecia è una civiltà, l'unica che si conosca, nella quale non esistono e non esistettero mai

Libri Sacri. Tanto meno poteva esistere un "credere" in un senso lontanamente paragonabile al nostro, che veniamo dopo i Monoteismi.

 

Allora i Greci "non credevano" nei loro dèi? Non nel nostro senso, ma ovviamente ci credevano in un altro: si riconoscevano nell'esperienza

religiosa che essi suscitavano, che spesso faceva tutt'uno con quella di eventi naturali, umani, cosmici; avevano una spiritualità, e grande, ma non era

un fede religiosa intesa in senso post-cristiano.

 

Io direi addirittura che i Greci non hanno tanto creato il concetto di "dio" quanto il concetto di "divino".

 

Come vedi non esco dalla Grecia, l'unica che conosco bene, e che mi interessa veramente. ;)

Non so molto di miti greci, anche se mi hanno sempre affascinato sono rimasti più una semplice conoscenza accademica bloccata al chi ha fatto cosa e quando, di interpretazione religiosa degli stessi da parte dei greci non so assolutamente nulla.

E questa è la doverosa premessa alle domande stupide che farò.

 

In sostanza, se non ho capito male, per i greci il mondo non è stato creato in un dato momento da una data entità, è sempre esistito ed è solo un susseguirsi di mutamenti causati da divinità varie?

Ad esempio come con prometeo e il fuoco (ovviamente riportato a livelli più alti e con mutamenti maggiori)? Cioè prima era in un modo e da quel momento in poi è diventato così finché non arriva qualcun'altro a mutarlo di nuovo?

Sì, il primo e fondamentale punto è che il mondo è sempre stato. Non solo non è stato creato, ma non esiste il concetto di creazione,

cioè (e tocca per forza ripetere la parola) di creazione ex nihilo.

 

Anche nella filosofia, che è storicamente e teoricamente posteriore al mito, il mondo è ab aeterno. Sta là.

 

I mutamenti del mondo sono scanditi dall'intervento di divinità. in una processione, in una genealogia. Le divinità mettono ordine, in un

certo senso, proprioin quanto nominano determinati aspetti della realtà, considerati essi stessi fondamentali ed eterni. In Esiodo, prima di tutto

c'è il Chaos (che non significa, come nel vocabolo che noi normalmente usiamo, "disordine", caos nel senso di massimo disordine"), ma

"Fenditura", un'apertura originaria dalla quale volta a volta tutto procede: innanzitutto Gaia, (=la terra), Tartaro (=l'al di là, il posto dove stanno i morti),

ed Eros.

 

La generazione con cui da Chaos vengono ad essere Gaia, Tartaro ed Eros, è asessuata, è generazione spontanea. A partire da Eros, la generazione

è sessuata. Concetto abissale, e degno che ci si mediti sopra, non trovi?

 

I mutamenti di cui parli tu, determinati da figure divine, causati da figure divine, sono eventi che si potrebbero definire, giocando un po' sulle parole,

"creativi", ma nel significato artistico del termine. Esempio: Hermes uccide una tartaruga, libera il dorso della testuggine della carne, ci lega una corda,

e "inventa" la lira (creare=inventare).

 

In generale gli dèi del pantheon hanno questa funzione, fondamentalmente eziologica, cioè di spiegare, con il loro intervento, ciò che sarebbe

avvenuto una prima volta in un imprecisato tempo delle origini, l'origine come di una cosa così di una festa o di un costume.

 

Per chiarire un po' le cose riporto la splendida definizione che dà Angelo Brelich del mito, e che vale anche per la civiltà greca. Lo studioso spiega che

funzione del mito non è di spiegare, ma di fondare la realtà:

 

«Riportando i fattori fondamentali della sua effettiva esistenza ai tempi delle origini in cui, in seguito ad un evento prodigioso e irripetibile, essi si sarebbero

costituiti, la società dà un senso alle proprie condizioni e forme d’esistenza: i miti fondano le cose che non solo sono come sono, ma devono essere come

sono, perché così sono diventate in quel lontano tempo in cui tutto si è deciso» (A. Brelich, Introduzione alla storia delle religioni, Roma, Edizioni dell’Ateneo,

1966, p. 11).

Uhm... Forse ho capito qualcosa, ma devo meditarci un po' per assorbirla pienamente (son lenta, si)

Di certo, però, ho un pochino più chiare alcune cose... Sicuramente è cambiata la chiave di lettura che posso dare a moltissimi miti.

In effetti, ora che ci penso, le cosmogonie le ho trovate spesso indicate come "miti di fondazione" e non della creazione.

Però nella mia ignoranza avevo sempre assimilato il Chaos al "nulla" (nel senso di nulla che si ritrova anche nella Genesi prima dell'intervento divino).

Il Chaos è la fenditura beante, una specie di originaria bocca aperta, spalancata. Ponte di passaggio tra due dimensioni?

Certo fonte del venire ad essere. Una specie di vagina originaria? o semplicemente una bocca che vomita, per così dire,

tutte le cose, da cui escon fuori.

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