Il mio coming out

[il gabar]

E' stato con gli amici più intimi che ho e alcuni medici che vedevano la mia enorme sofferenza interiore. La comprensione e la solidarietà che ho incontrato è stata veramente esemplare. D'altra parte sono cristiano e la mia comunità (che amo con tutto me stesso) non accetterà mai il desiderio profondo del mio cuore e in questo ci stà un motivo di dolore grande come una casa. Adesso chi mi vede, trova lo sguardo di una persona veramente serena, anche se non sa nulla di me. Prima sono persona e poi decido di passare una notte con un uomo (due?!?!?!?!). Forse avrò commenti del tipo "lasciali perdere", ma come fai a lasciar perdere persone che sai ti vogliono bene, ma vengono frenati da un atteggiamento culturale diffuso? E una questione veramente spinosa: forse è meglio certe volte non credere in niente.... almeno questo ti lascia la libertà, ma io non sarei sereno con la mia coscienza. Un abbraccio di affetto a tutti, soprattutto a quelli che sono in una condizione simile alla mia.

[Michele1982]

Io posso raccontarti la mia esperienza che ha alcuni punti in comunque con la tua.

Vengo da una famiglia (più che altro la madre, mio padre era ateo), mooolto cattolica, ho fatto comunione, cresima e volontariato in ACR, quindi per me la religione e la chiesa, erano l'ambiente "normale" dove crescere...non nascondo che tutto questo, abbia contribuito a rallentare la mia accettazione a riempirmi di sensi di colpa e quant'altro...c'è voluta tantissima forza di volontà per ragionare con la mia testa, capire che quello che sono non è assolutamente un peccato, non fa "piangere Gesù", ma è semplicemente un modo di essere e basta.

Detto questo, una volta accettato, ho avuto modo di confrontarmi con alcuni miei amici "di chiesa", in particolare con una ragazza, che diciamo è sempre stata "il capo gruppo", quindi quella che pensavo essere l'ostacolo più forte...beh una sera presi il coraggio a 20 mani, e grazie anche ad alcuni miei amici, le dissi tutto.

La sua reazione fu spettacolare...o meglio, non mi saltò certo al collo dicendomi quanto era contenta, ma nemmeno mi spruzzò in faccia acqua santa! Fu una reazione molto razionale, posata, mi sollevò delle questioni importanti, ma per niente banali...insomma fu una delle conversazioni più belle e profondo che feci ai tempi sulla mia omosessualità. Ora siamo sempre in ottimi rapporti...

 

Insomma, tutta questa manfrina per dirti...non esiste una regola aurea che vale per tutto, magari il "gruppo di persone" può essere a prima vista omofobo, ma i singoli elementi, possono rivelarsi più che ragionevoli...quello che posso dirti è di vivere la tua vita senza frenarti, senza vergognarti di quello che sei, perché NON c'è vergogna di niente! Se davvero ti vogliono bene, se apprezzano la persona che sei, se sono persone ragionevoli, è molto probabile che accetteranno questa "parte" di te..

 

Un abbraccio e un augurio per il meglio :)

[wasabi]

Anch'io sono cresciuto frequentando la Chiesa, l'ambiente parrochiale, l'ACR e quant'altro.

Quando ho capito di essere omosessuale però non ho avuto nessun senso di colpa, anzi, ho iniziato a pensare che i sensi di colpa li dovesse avere chi si ostinava a far sentire "sbagliate" alcune persone a causa della loro natura. Ho iniziato a non riconoscermi più in una realtà che mi sembrava ipocrita e anche crudele.

 

Quando mi sono allontanato dalla Chiesa però non ho certo abbandonato le persone che avevo conosciuto, con le quali mi trovavo bene e che, a dispetto della "dottrina dominante", non vedevano alcun problema nel mio essere omosessuale. Ho semplicemente smesso di frequentare quelli che mettevano l'ideologia prima delle persone, che preferivano un ideale alla vicinanza umana (poche, per la verità e tutte di una certa età).

 

Forse avrò commenti del tipo "lasciali perdere", ma come fai a lasciar perdere persone che sai ti vogliono bene, ma vengono frenati da un atteggiamento culturale diffuso?

 

Io ti ricordo solo che chi ti vuole bene, vuole il TUO bene e non stabilire in cosa consiste questo bene.

 

E una questione veramente spinosa: forse è meglio certe volte non credere in niente.... almeno questo ti lascia la libertà, ma io non sarei sereno con la mia coscienza.

 

L'esigenza di credere in qualcosa a volte è più forte della pena che proviene dal credere in qualcosa che ti peggiora la vita.

 

.Anch'io provo a volte nostalgia di quel senso di sicurezza che mi dava "credere" ... ma non posso più accettare qualcosa che va contro la mia razionalità e il mio senso critico.

[il gabar]

è difficile far capire il dolore che si prova. non mi aspettavo da parte del mio medico di base (eterone a 360 gradi) un livello di affetto altissimo. l'ho visto sorridere quando ho comunicato il mio bisogno di un rapporto. un co completo è impossibile, ma almeno quello che ho ricevuto non è poco. p.s. sono protestante.

[Isher]

Se sei protestante perché non entri nella chiesa Valdese, che notoriamente appoggia i gay e anzi è favorevole alle unioni gay, e inoltre, in base ai suoi principi, ritiene che la chiesa (Valdese) non ha da dare alcuna direttiva specifica in materia di etica sessuale ai suoi fedeli? Se tu potessi frequentare questa comunità, ti troveresti in un altro mondo rispetto a quello nel quale attualmente ti trovi. In ogni caso, a parte questo, per il momento puoi affidarti almeno al criterio di selezionare le persone del tuo credo in base all'atteggiamento che mostrano verso l'omosessualità: accetterai quelle che ti riconoscono e accettano come gay, rifiuterai quelle che ti rifiutano e non ti accettano e/o condannano l'omosessualità.

[il gabar]

Se sei protestante perché non entri nella chiesa Valdese, che notoriamente appoggia i gay e anzi è favorevole alle unioni gay, e inoltre, in base ai suoi principi, ritiene che la chiesa (Valdese) non ha da dare alcuna direttiva specifica in materia di etica sessuale ai suoi fedeli? Se tu potessi frequentare questa comunità, ti troveresti in un altro mondo rispetto a quello nel quale attualmente ti trovi. In ogni caso, a parte questo, per il momento puoi affidarti almeno al criterio di selezionare le persone del tuo credo in base all'atteggiamento che mostrano verso l'omosessualità: accetterai quelle che ti riconoscono e accettano come gay, rifiuterai quelle che ti rifiutano e non ti accettano e/o condannano l'omosessualità.

Semplicemente perchè sono troppo lontani dal mio modo di vivere la fede e troppo orientati verso l'aspetto intellettuale. Io sono un intellettuale a metà e una persona con un enorme cuore che batte dall'altra. E' un misto tra orientamento religioso e personalità: non è molto facile da spiegare. Temo che il discorso valdese sia un po troppo di comodo che altro; ma questa è un opinione del tutto personale.

[Isher]

Perché, i Valdesi non hanno cuore? E per quanto riguarda l'aspetto "intellettuale", se appartieni a una religione riformata, dovresti considerarlo coessenziale a una professione religiosa. Comunque, il mio era solo uno spunto, ed è ovvio che sei tu che avrai le tue proprie valutazioni in materia. Invece non ti condivido quando dici che quello dei Valdesi è un discorso di comodo, cioè, se ben capisco, di facciata e fatto per attrarre gli omosessuali, perché è un assurdo logico: non sono un partito politico, che ci marcia, perchè ad esempio promette interventi che poi non realizza: lì ci sono ben precisi pronunciamenti, dichiarazioni dottrinali e comportamenti, cioè fatti in ultima analisi.