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vorrei aprire una discussione sui punkabbestia perchè sono stata sempre molto curiosa verso di loro e il loro modo di vivere.

 

Quando abitavo a Perugia ne vedevo molti e mi sono sempre chiesta come mai abbiano scelto di fare questa vita e come mai abbiano sempre dei cani con sè.

 

Vorrei sapere se nelle vostre città ci sono molti punkabbestia, se avete mai avuto a che fare con loro e se la loro presenza vi dà fastidio.

Ho notato che molti di loro sono anche artisticamente bravi: suonano strumenti, disegnano e fanno i giocolieri.

Ma cosa può portare una persona a scegliere di vivere in questo modo? sono ragazzi molto giovani... perchè secondo voi scelgono di vivere per strada o in centri sociali solo con i loro cani?

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I punkabbestia semplicemente sono degli animalisti, comunistoidi o anarchici che amano avvinazzarsi e parlare di musica indie o rock. Sono giovani proprio perchè tutto il tempo che si passa al cazzeggio (e nel caso dei punkettoni è 80% della loro giornata) e non hanno impegni obbligatori (tipo lavoro). Anche la filosofia Rastafariana spesso è presente nella cultura dei Punkabestia. Questa è la mia personale espierenza da ex punkabestia redento? (o forzato a cambiare?).

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Diciamo che ne ho un'esperienza molto diretta...

Conosco il disgusto nel baciare uno sputafuoco :D

 

Sono gli eredi della scuola filosofica dei Cinici,

il cui fondatore - Diogene - viveva in una botte, nudo e con un cane.

Famoso l'aneddoto in cui Alessandro Magno gli chiese

cosa poteva fare per onorare un così famoso filosofo

e Diogene rispose: "Spostati che mi fai ombra".

 

Tranne che per gli Straight-Edge - che sono vegetariani e astemi -

i punkabbestia non sono tutti sobri come i loro illustri predecessori greci...

 

La loro scarsa sobrietà e il loro nomadismo li rende mal tollerati dalla società

e hanno sviluppato una grande ostilità per le forze dell'ordine.

Non aiuta nemmeno il loro look (il mio ex aveva 37 piercing...).

 

E' innegabile che quella del punkabbestia sia una vocazione,

che investe persone di ogni ceto sociale:

dalla figlia di contadini al figlio di industriali.

 

Penso sia in assoluto la categoria meno omofoba che conosco;

ma molti di loro tendono a non socializzare facilmente.

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La mia esperienza con i punkabbestia risale a più di 14 anni fa... Erano anche molti a Roma, è un bel po' di tempo che non ne vedo, comunque.

Non ho mai chiesto a nessuno di loro perché o per come abbiano scelto quel tipo di vita, alla fine non vedo perché avrebbero dovuto rispondermi XD

Però ho incontrato persone splendide e simpatiche (anche gli stronzi, ma in percentuale normale).

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@@Almadel scusa non ho ben compreso, ma tu quindi stavi con un punkabbestia?

ho letto su internet un'intervista ad una punkabbestia che dice che molti di loro fanno questa scelta come forma di protesta verso la società e che anzichè lottare per cambiare la società preferiscono vivere ai margini.

a me sinceramente non convince molto questa cosa, penso che sia più, appunto, una voglia di vivere proprio così, per strada...

 

a me francamente, per lo meno a Perugia, non hanno mai dato fastidio, sì a volte ti chiedono una monetina ma finisce lì, ma ci sono persone che proprio non li sopportano perchè dicono che attaccano risse con tutti. A perugia non ho riscontrato questa cosa però è anche vero che lì di punkabbestia ce ne sono meno rispetto alle grandi città...

 

@@dedalo , quali elementi della cultura rastafariana trovi in questo gruppo? (a parte i dreadlocks e la marjuana?)

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Il fatto è che bisognerebbe distinguere tra il 99% dei ragazzi che hanno l'aspetto dei punkabbestia e l'1% che lo è davvero.

Io parlo solo per l'esperienza pisana. Dove se la sera vai in piazza delle vettovaglie ti sembra di esser circondato da una cinquantina di punkabbestia che la notte se ne tornano a casa di mamma e papà o nei loro appartamenti da studenti, mentre di punkabbestia vero ce n'é uno solo.

 

Per quello che ne so io, un punkabbestia non si distingue solo per come si veste, ma ha una particolare filosofia di vita. Rinnega il possesso e la proprietà privata., per questo dorme dove gli capita (centri sociali occupati, vecchi edifici abbandonati...). Non ha alcun interesse ad accumulare denaro, perciò svolge piccole attività che gli permettono di guadagnare il minimo indispensabile per sopravvivere: fare l'elemosina, suonare, fare i giocolieri (ne ho conosciuto uno che ogni tanto la notte va in giro a lavar per terra o lavare i bicchieri nei pub in cambio di pochi spiccioli).

Sono in genere anarchici.

Spesso hanno un cane perché sono animalisti e per aver sempre un amico vicino.

 

Questi sono alcuni dei lati dell'essere punkabbestia che conosco.

A me non danno assolutamente fastidio, non vedo perché dovrebbero, ma sicuro non riuscirei e non vorrei mai fare una vita del genere. Perché se da una parte hanno il lusso del "cazzeggio" come dice dedalo, dall'altra non vorrei mai rinunciare ad avere un tetto sopra la testa e non mi identifico per niente con il loro stile di vita.

Possono essere persone molto interessanti con cui parlare perché spesso hanno girato in lungo e in largo e conosciuto molti luoghi, sia in Italia che all'estero.

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Ma credo che ormai non diano più "fastidio" neanche a Roma... Io se ne vedo un paio ogni due o tre mesi è grasso che cola... Anche nei posti in cui sapevo si ritrovavano normalmente non ci stanno più... Ho l'impressione che stiano sparendo, o che si siano ritirati in zone molto più periferiche...

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Il fatto è che bisognerebbe distinguere tra il 99% dei ragazzi che hanno l'aspetto dei punkabbestia e l'1% che lo è davvero.

 

hai perfettamente ragione...

 

un punkabbestia non si distingue solo per come si veste, ma ha una particolare filosofia di vita. Rinnega il possesso e la proprietà privata., per questo dorme dove gli capita (centri sociali occupati, vecchi edifici abbandonati...). Non ha alcun interesse ad accumulare denaro, perciò svolge piccole attività che gli permettono di guadagnare il minimo indispensabile per sopravvivere: fare l'elemosina, suonare, fare i giocolieri (ne ho conosciuto uno che ogni tanto la notte va in giro a lavar per terra o lavare i bicchieri nei pub in cambio di pochi spiccioli).

Sono in genere anarchici.

Spesso hanno un cane perché sono animalisti e per aver sempre un amico vicino.

 

Possono essere persone molto interessanti con cui parlare perché spesso hanno girato in lungo e in largo e conosciuto molti luoghi, sia in Italia che all'estero.

 

io sinceramente trovo molto interessante la loro filosofia di vita ma credo che a fare quella vita mi sentirei troppo sola.

poi mi domando.. questi punkabbestia quando iniziano ad avanzare con l'età... cosa fanno? non si stufano dopo un po' di vivere per strada? non hanno dei rimpianti?

si può davvero fare questa vita in eterno per scelta?

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quindi ad @aras lee si potrebbe dare come consiglio: diventa punkabbestia, fai un po' la giocoliera, disegna qualche volto e campi felice. O forse la maggior parte di questi ragazzi torna a casa la sera chiedendo alla mamma se ha acquistato la pappa del cane

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...molti di loro fanno questa scelta come forma di protesta verso la società e che anzichè lottare per cambiare la società preferiscono vivere ai margini.

a me sinceramente non convince molto questa cosa, penso che sia più, appunto, una voglia di vivere proprio così, per strada...

 

non conosco questo specifico stile di vita ma ho una certa dimestichezza con i movimenti del "simple living" e con i cosiddetti "rv fulltiming", quelli che vivono in camper tutto l'anno cercando di guadagnare qualcosa da lavori saltuari trovati nei loro viaggi coast to coast (il fenomeno è molto forte negli USA)

credo che l'ispirazione di fondo non sia poi così diversa

in sostanza è un modo per riapproprarsi della propria vita attraverso la semplicità e la semplificazione

liberarsi del senso di colpa del dover essere per forza produttivi e dei vincoli della proprietà

a questo riguardo c'è una bellissima frase di Erdos, un matematico, che parafrasando Marx diceva:

"La proprietà non è un furto, è una seccatura"

lui aveva solo una valigia con un paio di ricambi di biancheria e qualche camicia, viveva come un nomade da una casa di amici all'altra ed era felice con un foglio di carta per i suoi teoremi e la macchinettà del caffè sempre a portata di mano (diceva "un matematico è una macchina che trasforma caffè in teoremi")

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Icoldibarin

Mi stanno particolarmente simpatici, ma "abbestia" ne conosco personalmente pochi, direi nessuno. Ricordo che Berlino ne era piena creando un atmosfera suggestiva.

Non credo sia una scelta da fare per forza nella vita intera, col l'età si cambia in bene e in male, ma un esperienza di questo tipo lascia sicuramente i suoi frutti tutta la vita.

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Sono la tipica manifestazione dei disagiati urbani, persone che si sentono in dovere di allontanarsi dalle costrizioni sociali, economiche e culturali che la città moderna impone e si pongono quindi ai margini della società. E' chiaro che non si tratta di una scelta consapevole: un cittadino che rifiuta la società o una parte di essa si attiverebbe per creare una nuova struttura sociale più sana o cercare di convertire quella presente. E' piuttosto un bisogno inconscio che nasce dalla comprensione di non poter più adeguarsi alle costrizioni imposte.

Penso siano il prodotto dell'eccessiva rigidità nell'omologazione imposta dalla città moderna e dall'elevata densità di popolazione nelle città.

Mi riferisco sempre alle città perché questo fenomeno si genera spontaneamente solo nelle città (siano esse anche piccole e/o provinciali), mentre non l'ho riscontrato nella campagna.

 

Concordo su Berlino: ne è piena! :D

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Nella mia città non credo esistano. Mi è capitato solo una volta di vederne qualcuno qualche mese fa: erano una coppia con tanto di pitbull, li vidi due volte nello stesso giorno... poi non li ho mai più rivisti... probabilmente erano di passaggio.

Invece quando andai in gita a Lecce ce n'erano praticamente ad ogni angolo e devo dire che mi affascinavano molto.

Come ha detto già qualcuno è sicuramente un esperienza che ti segna, dev'essere figo... anche se io, per come sono fatto, non riuscirei mai a fare una vita del genere.

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@@SaintJust io invece a Roma ne vedo sempre moltissimi. Sopratutto dalle parti di Trastevere-Ostiense.

 

Comunque, personalmente li mal sopporto. Prima di tutto il modo in cui trattano

quelle povere bestie è aberrante, roba da chiamare la protezione animali. Quei

poveri cani speso sono pieni di pulci, malnutriti e costretti a girare col guinzaglio

24 ore su 24.

 

Mi infastidiscono notevolmente quando chiedono l'elemosina, molti di loro hanno

alle spalle famiglie decisamente benestanti, a Roma sono per la maggior parte

studenti fuori sede del meridione o del settentrione con alle spalle famiglie facoltose

che li sostengono anche lautamente ma sono ignari del fancazzismo perenne dei figli.

 

Dal momento che io i soldi me li guadagno con discreta fatica, se proprio voglio fare

elemosina la faccio al barbone che ha perso il lavoro, non al ragazzino viziato che gioca

a fare il nomade con i soldi di mammà.

 

Inoltre il loro modo di urlare per strada ed essere invadenti proprio non lo reggo.

 

Ovviamente non generalizzo, ci saranno anche punkabbestia rispettosi degli animali,

degli esseri umani e dell'ambiente che li circonda, purtroppo ne ho conosciuti ben pochi.

 

Per non parlare del fatto che la stragrande maggioranza adotta questo stile di vita per pura

e semplice moda, ignorandone quasi totalmente il background culturale.

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Icoldibarin

Per non parlare del fatto che la stragrande maggioranza adotta questo stile di vita per pura

e semplice moda, ignorandone quasi totalmente il background culturale.

Mi puoi dire che la gente si veste in un certo modo per inseguire una moda, per altro passata da almeno tre lusti, di certo non cambia così radicalmente lo stile di vita o quantomeno ci ripensa dopo tre settimane se non è convinto in quello che fa.

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Beh per questo anche io ho parlato di distinzioni da fare all'inizio. Un punkabbestia che si mantiene con i soldi di mamma e papà e che ha un appartamento dove vivere non è un punkabbestia. E spesso questi studenti nemmeno si definiscono tali, ma vengono identificati dagli altri come tali.

Di per sé già il solo fatto che studiano entra in collisione con il loro essere punkabbestia. Perché se rinneghi il lavoro e tutte le istituzioni non vedo perché dovresti essere iscritto ad un'universtià che di fatto è un'istituzione (e che tra l'altro si paga con soldi che tu non potresti avere in quanto punkabbestia).

Infatti quelli di cui tu stai parlando Altair non credo siano punkabbestia ma semplici ragazzi e ragazze che si vestono in un modo che a te fa pensare: "sti punkabbestia".

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Beh, se parlate di "moda" non avete presente

i punkabbestia che conosco io :)

 

Ce ne sono di famiglie benestanti

e ce ne sono di poverissimi

(a Berlino molti sono Polacchi)

Quando mangi le stesse cose e dormi negli stessi posti,

è piuttosto irrilevante chi sia tuo padre...

 

I punkabbestia italiani che ho conosciuto

di solito scappavano dalla famiglia

e dal minuscolo paesino di provincia.

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@Icoldibarin

 

Ti assicuro che l'essere alternativo in certi ambienti diventa una vera e propria moda. Nelle subculture

si crea lo stesso spirito di omologazione che nella cultura dominante.

 

@@Madoka Si certo, sono ovviamente persone fuori dal contesto del "vero punkabbestia". Tanto è vero che, come

ho detto, molti di questi non sanno neanche il vero significato della loro scelta di vita.

 

Anche se, devo dire la verità, di punkabbestia autentici credo di non averne mai incontrati, ma solo la versione modaiola.

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Non ne ho mai conosciuti se devo essere sincero, al massimo visti per strada ma non ci ho mai parlato insieme, anzi si, quando ti chiedono qualche spicciolo! E poi come ha detto Madoka molto probabilmente non erano veri "punkabbestia". Non posso quindi nemmeno dire se mi danno fastidio o meno, non ho mai nemmeno avuto interesse nel chiedermi il perché facciano questa vita.

 

Personalmente io non riuscirei a seguire il loro stile di vita per come sono fatto, poi credo mi stuferei dopo un po' a non fare niente tutto il giorno o quasi. Ho bisogno di avere un tetto sopra la mia testa e non è quello che vorrei fare, non mi è mai passato per la testa.

 

Di certo se mi dovessero rivolgere la parola non scapperei o li schiferei.

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Non sono ferrato sull'argomento ma se la descrizione del punkabbestia è quella data sopra, allora sono d'accordo che ve ne sono pochi veri. Conosco molte persone che si vestono e si comportano da punkabbestia e credo solo uno vero: passeggia per Napoli con vestiti logori e a piedi nudi. I primi mi fanno indifferenza ( sono un tipo che si fa gli affari suoi e non giudica dalle apparenze ), questo tizio un po' mi dà fastidio perchè è palesemente sporco! Oltre a ciò, non ho nulla da dire. :)):

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E' una scelta estrema, radicale...se assumiamo nello stile anche il non

aver fissa dimora, non può stupire quindi che ad una certa età si debba

trasformare in altro.

 

In poche parole, per fare un esempio "felice" ( metto le virgolette perchè

non vorrei dare giudizi in generale ) come la comunità anarchica che diventa

cooperativa agricola biologica.

 

E' difficile reggere, in una prospettiva anticonvenzionale e antisociale se non

ti trasformi, altrimenti sembri integro ma ti adatti...cioè hai una dimora etc.

 

Non so se mi sono spiegato, io comunque rispetto entrambe le scelte, non

pretendo certo il massimo della coerenza da chi nuota controcorrente.

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Silverselfer

Ma ora c'è anche il bollino di qualità per il punkabbestia! Cioè, esistono anche delle sottomarche da outlet?

 

In tal senso non saprei distinguerli, certo non ho mai intavolato con uno di loro delle conversazioni filosofiche che mi chiarissero le loro vere motivazioni. Per quello che ho visto io ci si diventa per "induzione" - li conosci, ti piacciono, inizi con assumerne le sembianze e poi lo stile di vita.

 

Convengo che un tempo a Roma se ne vedevano di più. Ce ne sono ancora nelle zone citate da ALtair. Prima del recupero dell'ex gasometro dell'ostiense, quella era una tappa per quella sorta di carovane di furgoni sempre in movimento. Ora la vita per loro si è fatta particolarmente dura in Italia. Precisamente da quando sono entrati nella black list della DIGOS. Ci si mischiano i così detti "anarcoinserruzionalisti" o "espnentidellasinistraradicale" o più recentemente "notav".

 

Personalmente li ho sempre trovati gentili e aperti al confronto. Spesso non hanno un buon odore ed alcuni esagerano decisamente con i piercing. C'è un ragazzo nella zona di trastevere che ne avrà un centinaio solo sulla faccia e non sto esagerando! E poi quelli che si dilatato i fori del lobo in modo assurdo ... peggio quelli che lo fanno con i buchi sulle narici ... mi fanno ribrezzo, non ci posso far niente; ma lo stesso vale per le "zecche" modaiole.

 

E' falsissimo che trattano male i cani. Se poi uno crede che tenerli in appartamento e mettergli il cappottino glitterato faccia la loro felicità, è decisamente un punto di vista "diverso".

 

Hanno un rapporto simbiotico con i loro animali ... mangiano addirittura nella stessa ciotola ... nel senso che usano lo stesso piatto naturalmente ... è che lo stesso a volte potrebbe essere scambiato per una ciotola ... ma, voglio dire, non sto qui a sindacare se è giusto o sbagliato ... certo è che quei cani adorano quelle persone e non perché sono loro padroni, ma perché randagi allo stesso modo.

 

Li trovo delle figure romantiche e se mi trovo un euro in tasca glielo passo volentieri.

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E' falsissimo che trattano male i cani. Se poi uno crede che tenerli in appartamento e mettergli il cappottino glitterato faccia la loro felicità, è decisamente un punto di vista "diverso".

 

No no, li trattano male eccome. La sofferenza di quei cani è evidente.

 

Io non sono ovviamente un fan del cane da appartamento (io l'avevo in una casa in campagna con ampi spazi),

il problema è che loro non li lavano, non li curano a dovere e li tengono al guinzaglio tutto il giorno.

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Testimonio a favore della qualità della vita dei loro cani.

Se sono denutriti, vuol dire che il loro padrone è più denutrito.

Un grande classico dei probolemi dei punkabbestia vegetariani

è se sia giusto avere un cane, dal momento che deve mangiare anche carne :)

 

Non si può non tenere un cane al guinzaglio: è la legge.

Un nostro amico non lo teneva al guinzaglio

solo perché era troppo vecchio e malandato

(adesso lavora in un canile a... Lampedusa!).

 

Di certo non si può pretendere che lavino un cane,

più di quanto non lavino loro stessi, però!

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Io credo che se dovessi scegliere tra cane randagio, cane con punkabbestia e cane con accattone (mediamente zingara in metro) preferirei essere il cane di un punkabbestia. Almeno visto come venivano trattati e tenuti i cani da quelli che ho conosciuto io...

Ovvio è che una persona che ha una casa e i mezzi è anche in grado di accudirlo in maniera diversa un cane, ma di certo quelli che ho conosciuto io trattavano meglio i cani di loro stessi... Non posso dire la stessa cosa di persone con casa, lavoro e dog sitter...

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erano una coppia con tanto di pitbull

 

infatti spesso hanno i pitbull o i mastini, comunque cani di un certo tipo, non ne ho mai visti con semplici meticci o cani piccoli

 

a Lecce ce n'erano praticamente ad ogni angolo e devo dire che mi affascinavano molto.

 

anche a me dall'esterno un po' mi affascinano, mi ispirano molta libertà, però non credo reggerei quello stile di vita.

 

Prima di tutto il modo in cui trattano

quelle povere bestie è aberrante, roba da chiamare la protezione animali. Quei

poveri cani speso sono pieni di pulci, malnutriti e costretti a girare col guinzaglio

24 ore su 24.

 

in un'intervista rilasciata da una punkabbestia lei diceva che molti di loro scelgono i cani perchè non sopportano le persone!

 

l'intervista è su http://www.studenti.it/bologna/tempolibero/punkabbestia.php

 

 

riporto alcune cose:

 

" i giovani che decidono di diventare punkabestia vengono rapidamente catalogati come ragazzi impigriti dalla modernità, ragazzi che non hanno voglia di lavorare; si dice persino che molti di loro abbiano alle spalle una famiglia per potersi permettere di condurre questo tipo di vita. Si trascura di considerare come essere un punkabestia sia in realtà una scelta radicale di volontario esilio da una società che non si condivide, in una sorta di estremo nichilismo nei confronti del mondo in cui ci si è trovati a vivere.

 

Certamente ci sarà chi lo fa per moda, chi la sera si cambia d’abito e torna a casa, ma se il punkabestia è veramente tale, la ragione dei suoi comportamenti giace in un’indifferenza disgustata per la società e per chi ha deciso di vivere secondo i suoi dettami.

 

Decido di parlare con Camilla (il nome è di fantasia) perché la prima cosa che mi colpisce è la differenza fra lei e il suo cane: lui è un grande mastino nero che ringhia e digrigna i denti ad ogni piè sospinto, mentre lei ha una corporatura esile ed un faccino sparuto che quasi scompare fra i lunghissimi dreads biondi. Prima di iniziare l’intervista mi confida che un cane così grosso difende una persona piccola come lei, e le dà sicurezza: “Io preferisco avere a che fare coi cani, piuttosto che con gli uomini”. Per molti punkabestia è così, mi spiega: molti di loro non ricordano dove hanno dormito la notte precedente, ma hanno cure immense nei confronti del loro animale.

 

È Camilla a spiegarmi la scelta radicale del punkabestia: “C’è chi decide di fare qualcosa di attivo per cambiare le cose, e chi, come noi, preferisce mettersi al margine: non è una scelta poi così semplice”. Per lei tutto è cominciato a Genova, nel 2000, quando aveva vent’anni. Prima di una vera e propria presa di posizione nei confronti della società e di questo modo di vivere c’è stata per lei un’esperienza delle più comuni: l’innamoramento per un ragazzo che aveva già deciso da tempo di diventare un punkabestia e cercava una compagna di strada. Camilla me lo indica, seduto ad aspettarla fuori dal bar in cui ci troviamo: è stato un sodalizio duraturo.

 

Descrive la loro esperienza a Genova come estremamente positiva: [...]

 

Molto spesso i punkabestia sono vicini agli ambienti dei raves e quindi delle droghe. Forse anch’io” mi dice sorridendo “avrei paura di me e del mio cane a volte”. [..]

 

Quando piove dorme col suo compagno e gli animali in un capannone fuori Bologna, ma più spesso preferisce passare le notti altrove, in ricoveri di fortuna.

 

Durante il giorno lavora: “Ci sono punkabestia” spiega “che vivono di espedienti: furti, spaccio e cose del genere. Io alterno periodi in cui lavoro come qualsiasi altro studente, ad altri in cui vivo di elemosina”. [..]

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