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Atteggiamenti snervanti ed irritanti: Bisogna farseli piacere per forza se si tratta di gay?


Ilromantico

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Ilromantico

Non voglio creare nessuna diatriba, ma è un solo un pensiero a mente aperta che voglio condividere con il forum.

 

Spiego la mia domanda frutto di una semplice riflessione maturata in questi giorni e rielaborata stamattina. In questi giorni siamo stati a varie feste "miste"(gay/etero - mi pare un po' ridicolo specificarlo, ma vabbè...), e riparlandone con il mio compagno e con altri amici concordavamo sul fatto che trovavamo un po' snervante la 'mossettina' ad ogni frase di un conoscente, le battute inopportune e da 'checca acida' e il fatto che un altro conoscente avesse deciso che una ragazza etero della festa fosse lesbica, rompendo per un bel po' le palle alla povera dovendola convincere a tutti i costi che fosse lesbica (quando lei stessa si confidava alla festa della sua recente rottura con il suo ragazzo!).

 

Ora non concentratevi più di tanto sulle nomenclature e su quello che ho trovato snervante, ma mi chiedevo se è leggittimo trovare fastidiosi alcuni comportamenti/atteggiamenti senza che l'essere gay debba essere un'"attenuante" per farci digerire e farci andare bene qualsiasi atteggiamento/comportamento. Se non sbaglio qui nel forum c'è la tendenza ad 'aggredire' chi mal sopporta una caratteristica/atteggiamento/comportamento di qualunque gay, ma non è un pensiero un po' ipocrita, ideologico ed irreale? Giusto un'amica etero era irritata dal gesticolare e dal movimento iperattivo di un maschio etero e a quel punto mi sono detto "Beh, siamo umani ed è normale trovare irritanti certe persone o certi atteggiamenti/comportamenti quindi perché doversene fare una colpa o farseli piacere per forza solo perché si tratta di persone gay?".

 

Stamattina mi sono messo un po' a pensarci su e ho riflettuto che il mondo è pieno di categorie di gente che si mal sopporta ed io ad esempio non sopporto le persone taccagne, chi urla, gli zoticoni, la gente incolta, gli snob ecc. Inoltre è più inerente agli esempi riportati sopra il caso di una persona etero che ha un modo di parlare rozzo o continui tic, sono cose che non inficiano la qualità della persona, ma che sinceramente trovo snervanti ed irritanti nella stessa misura in cui qualcuno non riesce a non formulare nessuna frase senza inserire una "mossettina".

 

Spero di essere stato chiaro e che abbiate capito cosa intendo. (in caso altri mille esempi vi attendono!)

 

 

Ps. Le feste sono stato uno spasso!!:D

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Io non sono più indulgente nel criticare i comportamenti di un gay piuttosto che quelli di un etero.

Anzi, devo ammettere che i comportamenti che io trovo sgradevoli in un gay mi danno forse ancora più fastidio perchè lo vedo come "rappresentante" della mia categoria.

Mi rendo conto che non è neanche giusto ragionare per categorie, ma mi sento maggiormente urtato nel mio "orgoglio gay" quando vedo comportamenti irritanti da parte di un gay.

Con ciò, ognuno è responsabile del proprio comportamento e non deve risponderne anche per gli altri.

Sicuramente mi sembrerebbe ipocrita e ingiusto difendere qualcuno solo perchè condivide con me l'orientamento sessuale, mi sembrerebbe di trattarlo in maniera .... "diversa", cosa molto spiacevole ...

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Mescoli due cose diverse.

 

Trovare "snervante" e "irritante" un uomo con dei tic e che parli solo in dialetto

a mio avviso è cafone (per i tic) e snob (per il dialetto).

Allo stesso modo è cafone e intollerante chi mal sopporti

un uomo che faccia le "mossettine" o parli solo al femminile.

 

Un'altra questione sono invece le battute acide e le insistenze fuori luogo;

che sono atteggiamenti che vogliono risultare fastidiosi.

 

Che i gay siano meno indulgenti con gli altri gay è una cosa tipica.

Io trovo molto più fastidioso Lele Mora rispetto a Emilio Fede,

Platinette rispetto a Giuliano Ferrara; Don Baget Bozzo rispetto a Don Verzè

e in generale l'omofobia interiorizzata rispetto all'omofobia degli etero.

Un etero razzista mi è odioso, verso un gay razzista provo anche disgusto.

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Ma guarda, secondo me non c'è nulla di male. Alla fine secondo me forse un pò di giustificazione la si dovrebbe anche dare, nel senso che per i gay la vita è molto difficile e a causa di questi problemi discriminazioni eccetera forse è più facile sviluppare atteggiamenti o comportamenti eccessivi, non saprei... ma se una persona non mi da piacere nel frequentarla, se non mi diverto con lei non mi sento in colpa solo perché è gay... cioé non penso che i gay debbano per forza andare d'accordo con tutti i gay ed escludere invece tutti gli etero. Ad esempio io nei rapporti di amicizia mi diverto molto a giocare con la volgarità, a fare battute sceme, a fare queste cose che a volte vengono associate più agli eterosessuali che ai gay... comunque sinceramente mi danno molto fastidio gli eccessi, sia gli eccessi eterosessuali sia gli eccessi omosessuali. Non che li voglio giudicare ma semplicemente le persone che hanno un modo di porsi troppo estremo mi fanno sentire poco a mio agio e non mi diverto con loro, non mi sento coinvolto. Penso che ognuno debba frequentare le persone con cui si trova bene, senza giudicare gli altri ma nemmeno sentendosi obbligato a frequentare tutti gli appartenenti a una certa categoria oppure a trovarli simpatici...

Poi comunque si valuta la persona nel complesso, ad esempio alle superiori avevo un compagno con cui avevo molte cose in comune e anzi, mi ha pure fatto conoscere i manga, ed inoltre era molto bravo e colto (anche se a volte avevo il dubbio che fosse più fumo negli occhi che vera cultura ma vabbé) e trovavo interessante e divertente la sua compagnia nonostante avesse alcuni atteggiamenti non solo effeminati, ma di effeminatezza castrata (nel senso che se era gay non si accettava. In molti ce lo siamo chiesti ma lui non aveva diciamo molta simpatia per l'omosessualità)... quindi ecco dava un pò una sensazione strana vedere il suo modo di muoversi ma visto che avevamo in comune l'interesse per i videogiochi e i manga e che lui conosceva tanti prodotti di nicchia mi divertivo a stare con lui... poi vabbé come quasi tutti i miei amici che conoscevo all'epoca e che magari anche per me erano come fratelli fino ad una certa età col tempo è cambiato (completamente perso ogni interesse per svago e hobby) e ora mi sta simpatico come un gatto attaccato ai coglioni... ma vabbé...

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Mi danno fastidio quando sono una palese forzatura, un modo di mettersi in mostra o di elaborare in modo poco funzionale dei problemi di accettazione. Molti omosessuali, anche mie conoscenze, che in effetti quando ci parli a quattr'occhi si comportano in un certo modo, poi in altri contesti cominciano a fare i cretini per mettersi in mostra. Ciò mi dà estremamente fastidio. Se normalmente sei una persona tranquilla e discreta, non vedo per quale motivo quando sei in determinate compagnie devi cominciare ad inserire doppi sensi di dubbio valore umoristico in ogni frase e iniziare a comportarti da checca isterica.

C'è chi lo fa addirittura di norma proprio davanti agli etero, mentre in compagnie omosessuali si comporta in modo completamente diverso. Probabilmente lo fa per un comprensibile senso di rivalsa... ve lo sbatto in faccia così imparate. Ma imparate che? Non è che TUTTI gli etero hanno problemi con i gay, e se è senz'altro divertente parlare di cazzi e mazzi davanti ad un omofobo per fargli venire un po' di brividi, davanti a un etero tranquillo è solo di cattivo gusto.

Inoltre, personalmente gli etero che parlano solo di calcio e figa mi innervosiscono. Non ci trovo punti in comune, mi fanno sentire a disagio e mi stanno anche un po' sul culo. Non vedo perché dovrebbe essere diverso con i gay che parlano solo di pene e Lady Gaga.

Quanto al parlare al femminile, per me è una stupidaggine ed un modo per fare la caricatura di se stessi. Ovviamente non è un problema quando farlo è una transgender, ma se lo fa un gay mi irrita, come tutte le cose stupide. Son fatto così...

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purospirito

E alla veneranda età di quella che hai, sei finalmente arrivato alla conclusione che ognuno ha i suoi difetti...

 

Le tue riflessioni mi lasciano sempre basito. No, non dico sorpreso.. ma basito!

 

 

 

Ho un'amica che parla tanto e quando inizia davvero è difficile fermarla.

Ho un'amica che ogni santo giorno che Dio ha concesso a questa vita si sveglia con una nuova malattia che neanche l'OMS potrebbe etichettare.

Ho un amico che suda come una pentola a pressione, si gratta sempre i coglioni e parla solo di pallone.

Ho un amico un po' sporco che non muove mai il culo dal letto ed ora il suo fondo schiena sta diventando un divano.

Ho un amico che quando gli viene la mosca al naso parte per la tangente ed inizia a scatenare la sua parte isterica.

Ho un amico che crede che tutto il mondo sia gay... e se lo voglia inculare.

Ho un'amica che crede che ogni persona sia la componente di un complotto mondiale e mi coinvolge nelle sue paranoie.

Ho un amico che non capisce un tubo.

Ho un amico estremamente intelligenze ma si rapporta al mondo come se fosse l'uomo di Neanderthal.

Ho un amico che ogni settimana ha l'appuntamento fisso dall'estetista ed ha sempre il faccino curato.

Ho un amico che si sente di essere Paris Hilton.

Ho un'amica che ragiona come un uomo ma ogni mese dà di matto.

E potrei continuare....

 

Cosa puoi notare in tutto questo elenco? Quale caratteristica si nota da un amico all'altro? Quale la differenza?

Cosa si capisce da questo discorso?

 

Ma che ho tanti amici... ovvio!!!

 

Non è la natura sessuale della persona che contraddistingue e accentua i suoi difetti, le sue particolarità, ciò che la rende caratteristica e unica. Ma è il carattere, l'essenza. La voglia di essere e di apparire. Siamo persone che come tale ci rapportiamo al mondo secondo le nostre esigenze. le nostre voglie, a volte profonde e riflessive, altre effimere e canzoniere.

Non siamo costretti a stare con tutti, con chi non ci piace, o a mangiar nello stesso piatto con chi agita la forchetta neanche fosse il maestro Muti. Ma allo stesso tempo è bello colorarsi la vita con i colori dell'arcobaleno.

 

In fondo è bene sempre seguire l'insegnamento di un vecchio amico mio:

Non guardare la pagliuzza nell'occhio di chi ti sta di fronte, ma concentrati sulla trave che sta nel tuo occhio!

 

Detto ciò mando un saluta a tutti quelli che mi seguono a casa... alla mia mamma e ai miei mille mila amici...

 

Con affetto e sincerità

 

Buon cammino...

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@FreakyFred

E' però una cosa che vale anche per gli etero, no?

Ragazzi molto sensibili a quattr'occhi - appena sono in compagnia -

cominciano a parlare solamente di calcio di figa.

Certi argomenti - trattati in modo superficiale - sono evidentemente un modo

per avere un "ruolo" all'interno di un gruppo di pari.

 

Prima di provare "fastidio" per qualcuno è necessario capire le sue motivazioni.

Una volta comprese è anche legittimo non dismettere il fastidio...

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Certo, solo che visto che qui si parla di gay, mi attengo a quello :)

Sempre avuto problemi nei gruppi di pari miei coetanei, specialmente nell'adolescenza (e in parte anche ora) perché disprezzo fortemente qualsiasi forma di omologazione. Ho litigato con degli amici perché non mi piaceva questo tipo di comportamento, sono molto radicale quando qualcosa mi dà fastidio...

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Si scrive "radicale", ma si legge "cagacazzo".

 

Per me l'unico problema con gli effeminati

(mi pare evidente che Ilromantico si riferisca a loro)

è che quasi mai parlano di argomenti che mi interessano

(bensì di Lady Gaga, shopping, creme depilatorie o cose simili).

 

Per me se fai le "mossette" e parli al femminile,

ma discuti solo dell'estinzione del Permiano-Triassico

o del futuro elettorale della Lega Nord, non mi dai affatto fastidio.

 

La mia tolleranza non si basa sul come, ma sul cosa.

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Che i gay siano meno indulgenti con gli altri gay è una cosa tipica.

Io trovo molto più fastidioso Lele Mora rispetto a Emilio Fede,

Platinette rispetto a Giuliano Ferrara; Don Baget Bozzo rispetto a Don Verzè

e in generale l'omofobia interiorizzata rispetto all'omofobia degli etero.

Un etero razzista mi è odioso, verso un gay razzista provo anche disgusto.

 

Perfettamente d'accordo.

 

Comunque Romantico quello è il tipico imbarazzo di chi non è abituato a stare con il "diverso",

la tipica reazione che hanno sia etero che gay quando non si frequentano abitualmente fra loro.

Gli etero tendendo a guardarti come una bestia rara, mentre i gay si mettono sulla difensiva.

 

Personalmente io frequento gruppi di amici "misti" dove l'orientamento sessuale è una caratteristica

talmente insignificante che non ci si bada neppure. Per cui ci si sente liberi di dire cosa ci da fastidio

dell'altro indipendentemente dall'orientamento. E' un tipo di maturità di rapporti che si acquisisce col

tempo.

 

Se poi parli di gay eccessivi, beh quello è indipendentemente dall'orientamento sessuale, d'altronde ci sono

gli etero che parlano solo di calcio e figa e i gay che parlano solo di Lady Gaga e pisello, personalmente non

mi troverei bene con nessuno dei due.

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Posso essermi irritato per certi comportamenti, tipo: tentare di fregarti

il ragazzo a cui puntavi sotto gli occhi etc. etc.

 

I gay alle volte sono spudorati, va detto

 

Per quanto riguarda gli argomenti di conversazione, si cerca

di adattarsi all'ambiente in cui si sta e se non mi riesce a me

è sempre parso un limite mio e non degli altri.

 

Mentre per quel che riguarda gli ambienti misti io ricordo anche

la totale autocensura di sé ( cioè il classico caso dei 4 froci in sala

etero, che si guardano riconoscendosi, ma non scambiano neanche

una mezza parola fra di loro....) che forse si sta superando.

 

Se parliamo di atteggiamenti difensivi c'è anche questo.

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Se un atteggiamento mi irrita, mi irrita a prescindere da qualunque race-milieu-moment.

E' forse vero che una parte di gay tende a "caricare/caricaturare" certe movenze o certi toni nelle affermazioni, ma se non è intenzionale non ci vedo nulla di fastidioso. Trovo ovviamente stucchevole invece quando è evidente che gli atteggiamenti sono semplicemente una posa. Ma questo vale per chiunque incontri sul mio cammino. Per quanto riguarda gli oggetti di conversazione, più che non tollerare, mi rassegno. Non posso pretendere che si parli solo di ciò che interessa a me né posso aspettarmi di provare interesse per qualunque cosa. In questi casi spesso tendo ad estraniarmi, ad ascoltare passivamente. Potrei risultare io stesso irritante per questa sorta di snobismo, lo metto in conto.

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Si scrive "radicale", ma si legge "cagacazzo".
Leggilo come vuoi... Dopotutto neanche io costringo nessuno ad adeguarsi, no? :)

Comunque, non è un problema di effeminatezza, per quanto mi riguarda, poi non so se il romantico intendeva questo. Per me il problema è più generale... Dobbiamo farci piacere tutto, purché "gay"? Io dico assolutamente di no, non do ai gay un trattamento speciale.

E comunque, anche il come ha la sua importanza, purtroppo (dico purtroppo perché alla mia "forma" io son sempre stato poco attento). Tu ad esempio facesti l'esempio di quello che parla solo in dialetto... Onestamente, io sono uno di quelli a cui dà fastidio, perché poi non lo capisco. E personalmente lo prendo anche come una mancanza di rispetto nei miei confronti. Puoi dire anche i più profondi dei concetti, però me li devi render comprensibili e me li devi comunicare in modo educato e chiaro, altrimenti la tua compagnia per me non è piacevole.

Per quanto riguarda gli argomenti di conversazione, si cerca

di adattarsi all'ambiente in cui si sta e se non mi riesce a me

è sempre parso un limite mio e non degli altri.

Non è questione di limiti e colpe, ma semplicemente, come da topic, di piacevolezza. Te piace o' presepe? No, nun me piace o' presepe. Anche se i pastorelli sono gay :D
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Ilromantico

Per me l'unico problema con gli effeminati

(mi pare evidente che Ilromantico si riferisca a loro)

è che quasi mai parlano di argomenti che mi interessano

(bensì di Lady Gaga, shopping, creme depilatorie o cose simili).

 

Hmmm, no non è esattamente così automatico che mi riferisca agli effemminati, infatti con alcuni amici effeminati mi trovo decisamente bene. C'è anche da dire che non ostentano nulla e non hanno una 'mosettina' standard che tirano fuori ad ogni frase che dicono. Ecco, forse è più corretto dire che la loro effeminatezza la vedo reale, mentre negli altri casi mi sembra come se ci si fosse costruito un personaggio. Probabilmente in realtà certa gente fa la 'mossettina' o assume un atteggiamento acido perché è realmente così, ma il messaggio che mi comunicano è di 'falsità' (non è quello che penso, ma è il messaggio che penso venga elaborato indirettamente dal mio subconscio), in fondo il corpo trasmette sempre un suo linguaggio. Una discussione, anche interessantissima, con una persona che fa una mossettina ad ogni frase e fa delle facce che manco Jim Carrey in The Mask, mi snerva e non riesco manco a prendere sul serio le sue idee per come si pone. Ripeto per me ha lo stesso effetto di uno che schiocca le dita a ogni frase o rutta o grida o parla in modo volgare.

 

Per la cronaca è più facile che mi snervino gli "stirati" (palestra, sesso&discoteca, modaioli e narcisisti) che gli effeminati. Non c'è cosa che mi snervi di più del narcisismo, infatti con loro è ancora peggio, non hanno manco la possibilità di snervarmi visto che non li considero nemmeno!

 

Ovviamente ci sono SEMPRE le famose eccezioni alla regola, infatti qualche 'stirato' nonostante tutto è mio amico, ma in linea generale sono persone che mi snervano così come gli effemminati con eccessivi tic/gridolini e atteggiamenti acidi.

 

Comunque, non è un problema di effeminatezza, per quanto mi riguarda, poi non so se il romantico intendeva questo. Per me il problema è più generale... Dobbiamo farci piacere tutto, purché "gay"? Io dico assolutamente di no, non do ai gay un trattamento speciale.

E comunque, anche il come ha la sua importanza, purtroppo (dico purtroppo perché alla mia "forma" io son sempre stato poco attento). Tu ad esempio facesti l'esempio di quello che parla solo in dialetto... Onestamente, io sono uno di quelli a cui dà fastidio, perché poi non lo capisco. E personalmente lo prendo anche come una mancanza di rispetto nei miei confronti. Puoi dire anche i più profondi dei concetti, però me li devi render comprensibili e me li devi comunicare in modo educato e chiaro, altrimenti la tua compagnia per me non è piacevole

 

Ehi grazie, hai spiegato perfettamente cosa intendevo (e mi sono risparmiato la fatica!:P)! Anche l'esempio della persona che parla in dialetto, stavo per farlo io!!!I

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Io non ho detto che deve piacere tutto purchè gay...anzi ho

fatto cenno a dei comportamenti che trovo invadenti e possono

infastidirmi.

 

Per me il criterio è questo: l'invadenza

 

Ma la piacevolezza della compagnia, in senso largo, implica

anche la capacità di sintonizzarsi reciproca. Ora, per quanto

attiene ai contenuti, al peggio possono risultare "noiosi" ma

a me non irritano e per mia esperienza sono decisamente

poco rilevanti se si crea un clima divertente, il chè implica

risposte a tono, linguaggio comune etc. ( e questo vale tanto

per gli etero quanto per i gay, la differenza nella pratica ci può

essere solo per il fatto che i gay spesso si frequentano in locali

o climi festosi cioè in contesti più delimitati e più tipizzati )

 

Venendo alle scheccate tra amici, cioè alla cinestesia è una

forma di linguaggio corporeo prima che verbale, la cui accentuazione

è strettamente correlata al fatto che spesso i gay a vari livelli ed in vari

contesti si autocensurano, si sorvegliano e quindi -fra di loro- poi tendono

a compensare diventando più espressivi ( a volte anche eccessivi certo )

e più "fisici".

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