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Fare coming out con genitori, amici e colleghi


_lions_

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Ciao a tutti,

magari questo topic è già stato affrontato diverse volte ma ho parecchi problemi sul fare outing. Praticamente da un pò di tempo ho pensato di dirlo prima ai miei genitori in primis mia madre ma ogni volta che andavo vicino a lei mi si chiudeva lo stomaco e rimanevo senza voce, tremavo tutto con una grossa sudata. La stessa cosa capita anche con i colleghi ma li ho ancora più paura perché non li conosco bene, abbiamo anche affrontato il tema della omosessualità e, secondo loro, non ci sta problema anche non sapendo di me solo che ho sempre questo blocco dentro che mi sta logorando dentro ed è molto difficile non essere se stessi al 100%. Molte volte per questo fatto mi sono sentito solo e mi veniva da piangere.

Ora ho deciso di andare da uno psicologo magari aiuta.

Molte volte ho pensato anche di scrivere una lettera a mia madre prima di partire nella città in cui vivo ma non sono bravo nemmeno a scrivere una lettera e poi non so nemmeno se la leggerà. La mia paura più grande è la sua reazione perché vivo in una città molto piccola e i miei genitori pensano sempre a quello che pensano gli altri. Venire in una grande città mi ha aiutato molto, anche nel modo di crescere tranne nel fatto che parlare e fare outing qui ho ancora molta difficoltà.

Secondo voi come mi dovrei comportare? E' sbagliata la mia reazione? sto esagerando?

 

Grazie anticipatamente per le risposte.

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In relazione a tutta la situazione che hai descritto, qual è la paura che hai nel fare coming out in famiglia o con i colleghi di lavoro?

 

P.S. outing è quando terzi parlano di te, alla tua famiglia o a conoscenti, colleghi, etc.

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Principalmente vorrei fare coming out con i miei genitori, per la precisione con mia madre e poi tutto il resto

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Sì, ma nel concreto che tipo di paura hai?

Posso capire il non voler mettere in difficoltà la tua famiglia, ma è anche vero che tu stai altrove e non dovresti più di tanto sentirti responsabile di cosa potrebbero dire nella tua città d'origine, perché la scelta di dire a terzi cosa fai e con chi stai a Roma sarebbe dei tuoi genitori.

Avrebbe un senso (limitato a mio avviso, perché sei indipendente e distante da loro) se ci fosse l'eventualità di una reazione negativa per l'omosessualità in sé, però in altri casi direi che dovresti stare a guardare se vuoi dirlo e non i "se" o i "forse".

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Lions la tua è una paura legittima, ma se così fosse sarebbe un problema loro.

 

Se decidessero di non parlarti più (cosa che comunque escludo) sarebbe un atto

decisamente vile per un genitore, indipendentemente dall'omofobia.

 

Un genitore che decide di disconoscere il figlio per una cosa del genere neanche merita

di essere considerato più tale. Dovrebbero essere loro a preoccuparsi che tu li abbandoni.

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Un genitore che decide di disconoscere il figlio per una cosa del genere neanche merita

di essere considerato più tale. Dovrebbero essere loro a preoccuparsi che tu li abbandoni.

 

il ragionamento non fa una piega e anch'io spesso lo ripeto. Ma prima del CO con i genitori forse è troppo difficile raggiungere una freddezza tale e fare un simile ragionamento. Quindi resta ovviamente la paura perchè in parte il salto nel vuoto c'è. Dico in parte perchè ognuno conosce bene i proprio genitori e dovrebbe sapere bene o male quale reazione aspettarsi. Io per esempio, pur avendo delle incognite, sapevo con certezza che non avrei corso nessun rischio di essere sbattuto fuori casa o disconosciuto. Se la tua paura è quella che i tuoi genitori non ti parlino più o perdano la tua fiducia, purtroppo nessuno può assicurarti che non succeda; forse ti potrebbe aiutare fare un altro ragionamento ovvero: se effettivamente decidessi di non dire nulla perchè avresti la certezza del loro rifiuto, la situazione sarebbe migliore?

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La situazione non sarebbe migliore perché praticamente è come se portassi sempre un peso addosso... e non mi piace... sono stato sempre un tipo molto sincero e mi fa male dire bugie... molto male... però il tuo ragionamento ( mark89 ) mi fa riflettere molto...

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SaintJust

Le paure non sono mai infondate, quindi non pensare di essere uno sciocco ad averne. È ovvio che sia difficile dirlo, ma dopo il primo coming out è tutto in discesa, davvero. Il tutto sta nel trovare il momento buono per te, perché sei tu per primo a dover affrontare il CO con calma e serenità.

 

Le reazioni dei genitori, spesso (anzi quasi sempre) non sono buone li per li, ma alla fine un equilibrio si tende sempre a trovarlo, soprattutto se i tuoi non hanno mai dato segni di omofobia.

 

Al lavoro, invece, ho scoperto che prima sanno meglio è... Ci sono dinamiche strane del tipo: mi ha ingannato per tutto questo tempo (anche se, in realtà, tu non hai mai mentito) e quindi potrebbe farlo su altro. Poi dipende dal tipo di lavoro che fai se questa dinamica può andare ad influire o meno sullo stesso.

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Come posso trovare il coraggio di parlare a mia madre? Questo è quello che non riesco a fare... quando penso "Ecco ora vado e glielo dico...", arrivo davanti a lei e i blocco. A questo ancora non riesco a trovare rimedio...

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purospirito

>Trovare il coraggio per parlare con tua madre vuol dire anche trovare il coraggio per affrontare la tua vita.

Una volta fatto coscientemente questo passo capisci che i tuoi non possono non essere orgogliosi di chi vive con coraggio la propria vita.

Dimostra loro che tu il coraggio e la forza ce l'hai, e se non ce l'hai ora, cercala e tirala fuori!!!

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SaintJust

Verrà da se il coraggio, c'è chi ci mette qualche ora, come è successo a me, chi ci mette mesi, chi anni.

Non lo riporterei neanche ad un discorso del tipo: finché tu non sei a posto con te stesso non glielo dici e hai paura. La paura è umana, è naturale e la provano tutti. Devi solo riuscire a scoprire qual è per te il modo di affrontarla.

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guarda, ognuno ha i suoi tempi: già comunque il fatto che stai continuando a pensarci vuol dire secondo me che tra non molto sarai prono per il grande balzo! se non sei sicuro, non accelerare i tempi, vedrai che l'occasione giusta si presenterà quando meno te lo aspetti...

riguardo i tuoi timori, direi che sono legittimi, ma di solito poi le reazioni che si verificano non sono mai gravi come ce le eravamo immaginate...e non penso proprio che tua madre ti levi la parola solo per questo fatto , che secondo me invece è una dimostrazione del fatto che vuoi molto bene ai tuoi e desideri renderli partecipi della tua vita al 100%, senza giochetti o imbrogli vari, accettando anche le conseguenze...vedrai che tua madre capirà!

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SaintJust

In realtà c'è una cosa che non capisco... Perché dovresti perdere la loro fiducia (dei tuo genitori) facendo CO? Cioè perché hai paura di perdere la fiducia... Non capisco, io non vedo come un genitore possa fidarsi meno di un figlio che gli dice di essere gay, può reagire male, quello si, ma la fiducia si perde per altre cose... Quindi a meno che tu non gli abbia ripetutamente mentito perché dovrebbero?

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Potresti scriverglielo. Perché dici che non sai se leggerebbe una tua lettera? Clredo che la stragrande maggioranza delle madri leggerebbero subito qualsiasi lettera scritta dal figlio...

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secondo me anche potresti semplicemente scrivere una lettera, vedrai che già dopo averla scritta di sentirai meglio (anch'io ho scelto la lettera)...però fai in modo che dopo che l'abbiano letta tu sia presente a breve a casa; cioè non credo sia corretto lasciare la lettera e poi sparire per tipo una settimana. Oppure un'altra soluzione, che io effettivamente non ho preso in considerazione ma che potrebbe non essere malaccio per chi ha un po' di timore, potrebbe essere quella di seminare degli indizi intendo proprio materiali...chessò un libro che parla di omosessualità nascosto maldestramenteXD

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SaintJust

Secondo me lettere e altri mezzucci (lasciare roba in giro) sono un pessimo modo di fare CO con la famiglia. Ma è una mia personale opinione...

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Io penso che nella maggior parte dei casi il problema che ci si fa è solo il proprio.

 

Nella mia famiglia ho un padre di principi del Cenozoico del tipo: uomo, donna, huga huga; una madre piuttosto intollerante verso tutto quello che non capisce e poi tre sorelle maggiori che invece non sono assolutamente discriminanti.

 

Nel mio caso dunque col cappero che farei coming out coi miei genitori, ma in ogni caso, anche se lo facessi, immagino che inizialmente resterebbero sconvolti, volerebbe qualche accetta, ma poi sarebbero costretti a capirmi perché infondo sono i miei genitori e mi vogliono bene.

 

Ovviamente detta così sembra facile ma, ripeto, io stesso col diavolo che lo dico a qualcuno, e questo è più un blocco mio perché l' omosessualità è qualcosa che ci viene fin da piccoli imposta come cosa "innaturale" ma, visto che esiste, non lo è affatto. Credo quindi che si tenda a fare molti più problemi di quanti non ce ne siano in realtà!

 

Se posso darti un consiglio dovresti prenderti il tempo che ti serve, magari far intraprendere ai tuoi un percorso che li porti, come è successo con te, a comprendere quello che sei.

 

Non è affatto una cosa facile però :S

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SaintJust

La domanda vera è... Quanto deve durare questo percorso? Non per essere fatalista, ma gli esseri umani hanno la tendenza a morire... Io credo che avrei rimpianto per tutta la vita il non aver detto ai miei che sono lesbica, il non avergli presentato la mia ragazza e il non aver vissuto alla luce del sole con loro.

So di essere molto categorica in questo, ma per me il CO è una cosa che va fatta, il prima possibile appena si è accettata la propria omosessualità, e non per gli altri, ché con chi vai a letto sono fatti tuoi, ma sei il primo che vive male se passi tutta la vita a nasconderti anche dalla famiglia...

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Io penso sia la cosa piu difficile da fare. la famiglia è cmq un punto di riferimento e non vorremmo mai che cambiasse. Il CO è sempre un cambiamento nel bene o nel male. Bisogna fidarsi dei proprio genitori e sperare tanto. io per esempio vedo il mio outing con i miei genitori come la fine della nostra relazione. conoscendoli, sopratutto mia madre che pensa SOLO alle opinioni altrui, sarà un colpo davvero duro, non mi sorprenderei se per qualche tempo facessero finta di niente o mi ignorassero... anch'io, come te, aspetto di traferirmi per avere una via di fuga. purtroppo suona molto da codardi ma è l'unica soluzione che mi convince.

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SaintJust

Ripeto tanto per essere noiosa... outing è quando qualcuno dice che tu sei gay ad un terzo, cioè ti sputtana. Coming out è quando tu dici a qualcuno di essere gay.

 

Che sia difficile è ovvio... che non vada fatto non tanto per me.

Che non vada fatto immediatamente lo posso capire... però poi, dopo anni che magari menti e ti nascondi coi tuoi, loro per primi, probabilmente, la prenderanno peggio... insomma li hai anche presi in giro per anni...

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Ciao, Lions.

Dunque, vediamo. Io dico, con una certa banalità (ma rende), " ognuno conosce i fatti di casa propria". Mi spiego meglio: è ovvio che fare coming out, nel bene e nel male, porterebbe comunque alla cessazione di un comportamento sempre accorto e misurato per non far trapelare anche solo l'idea di essere gay, il che comporterebbe certamente un innalzamento della propria serenità e, in parte, un abbassamento della linea di stress, stress legato ai crucci inutili, alle paranoie, a tutti quei pensieri che magari uno si fa per paura di essere stato "troppo sè stesso" in determinate circostanze e che gli altri possano essersi fatti strane idee o possano aver capito. È altresì vero, comunque, che il CO ha sempre il rovescio della medaglia, nel senso che non sai mai quale reazione vai a scaturire o quale rapporto vai ad incrinare, a rafforzare o a lasciare imuutato né con chi, ma su quest'ultima cosa sta poi alla maturità della gente capirti e "accettarti" (non mi piace 'sta parola, sembra che si "accetti" qualcosa di difettoso che è lì e ormai ce lo teniamo così com'è. Che schifo, scusate lo sfogo).

Dal canto mio, penso che porterò la mia omosessualità fin nella tomba senza mai rivelarla ad alcuno. Triste, ma inevitabile, dal momento che credo che mio padre mi condannerebbe all'ipiccagione e mia madre mi vedrebbe come una sorta di pianta cresciuta storta, senza considerare poi la gente rozza, ottusa, ignorante e superficiale di cui il puosto in cui abito tracima.

Comunque, se tu ritieni che tua madre possa avere un atteggiamento di apertura o, quantomeno, di comprensione verso il tuo status (se così non fosse, non penso avresti mai considerato l'idea di dirglielo) allora è tutto di guadagnato. Ad ogni modo, prenditi tutto il tempo che vuoi, non hai un timer sopra alla testa. cerca di valutare bene le situazioni e i piccoli momenti che si vengono a creare e di cogliere l'attimo eventualmente. Quando io mi trovo in condizioni di voler dire qualcosa di difficile e aseguito di cui non so quale potrà essere la reazione, prendo un bel respiro e dico tutto in un istante, così dopo non posso tornare indietro (un po' come quando si va in piscina e l'acqua sembra troppo fredda per potervi entrare; un bel tuffo netto e non ci pensi più); dopo sto meglio, anche se valuto sempre il tipo di persona con la quale mi trovo a discorrere in quel momento. Certo, se so di andare a sctaenare un'ecatombe, mi guardo bene dal pronunciare certe cose.

Ovviamente, qui, ognuno ti da la propria versione, ma nessuno meglio di sè stessi è in grado di cogliere tutti i "se", i "ma", le occasioni, i momenti in cui è meglio evitare o è meglio lanciarsi. Vedi tu. Quando sarai pronto, ma pronto davvero, ammesso che tu un giorno lo sia, fallo senza ripensamenti, e quale che sia la reazione, tieni comunque la testa alta, perché ricorda che non hai fatto del male a nessuno, ma che eventuali reazioni negative sono solo il frutto di come la mente di un singolo individuo ha elaborato e assimilato e si è lasciato plagiare dai canoni, le forme di pensiero, la morale comune e i luoghi comuni che la società ha costruito nel tempo. Sono convinto, infatti, che quanto più una persona sia matura e intelligente, tanto più sia in grado di distaccarsi e vedere le cose da un'altra prospettiva, di risalire la corrente a prescindere dalle considerazioni o dai mormorii di un piccolo paesino di campagna.

Facci sapere!! ;)

 

Hugs

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Ragazzi, penso che oggi o domani parlo con mia madre... sono sceso nella mia città anche per questo motivo... poi vi farò sapere. Ciao :)

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Ciao a tutti,

ho parlato con i miei genitori oggi, e non lo hanno preso tanto bene... ma almeno mi sono liberato di un peso che portavo da troppo tempo. Poi magari un giorno ne parlo con + precisione e con più calma.

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Ciao ragazzi,

in breve vi dico che prima ho parlato con mia madre e non l'ha presa bene, anzi è rimasta fin troppo turbata.

Lei mi ha fatto tante domande ed io risposto sempre in maniera precisa e rigida in quanto mia madre è convinta di una fase temporanea. Però ha voluto per forza parlare con mio padre.

Mio padre è stato un poco peggio perché non voleva entrare in casa all'inizio ma dopo un po' mi chiama per dirmi che devo parlare con il medico di famiglia.

Parlo anche con il medico e lui si è congratulato con me per aver detto la verità ai miei genitori e che ci pensava lui a parlare con i miei.

Attualmente mio padre è convinto che ho delle turbe psichiche e mia madre è convinta che sia una fase di passaggio.

Non vedo l'ora che parlano con il medico di famiglia

 

Questa è la storia molto in breve.

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