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Portarlo (inconsciamente) a lasciarti ma poi non farsene una ragione...


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Buonasera a tutti, vorrei raccontarvi la mia storia, perchè non ci capisco nulla e vorrei che qualcuno, magari con più esperienza di me o che abbia passato la stessa situazione, mi desse una mano, anche solo per poter vederci più chiaro.

Una settimana fa è terminata la relazione di due anni col mio ragazzo, io 26 anni, lui 24, io più scafato alla prima storia "vera", lui più timido alla prima storia "assoluta". Provo a riassumere al massimo le vicende per cercare di darvi un quadro esaustivo senza sproloquiare :) Vi ringrazierò calorosamente se vogliate arrivare fino alla fine!

 

Settembre 2009, mi contatta lui su un sito di profili, usciamo, ragazzo interessante ma alle prime esperienze, prevalentemente di sex e poco soddisfacenti, a me non dispiace, ci frequentiamo per un mese, lo vedo interessato, io non lo so, e lo scopro quando arriviamo ad un confronto sul da farsi e non prende posizione: dal mio pianto successivo in casa capisco che qualcosa sotto c'era. Cerco di rifarmi avanti ma nulla, finchè a dicembre, sentendomi con una persona, scopro che questa persona esce con lui come amico e inizia a frequentare le discoteche gay, e io inizio a dargli la caccia, per fortuna mi inserisco nelle sue amicizie, che diventano anche mie. Proviamo a rifrequentarci, io inizio ad essere geloso e capisce che non funziona, ma continuiamo ad uscire assieme, pure a ballare, e da scemo mi urta che si strusci con nostre amiche frociare. Io non demordo, cerco di avvicinarmi più da amico, lui nel frattempo ha fatto qualche altra esperienza, marginale ma che, una volta scoperta, mi ferisce, ma capisce che ci tengo molto a lui, e proprio il parere di un estraneo lo convince a provare a stare con me. Lui, tipo molto chiuso, emotivamente imperturbabile, mi confessa di volerci provare. E' aprile 2011 e ci fidanziamo, prima vacanza insieme e a giugno ci confessiamo il nostro amore. E' il paradiso.

 

La storia va bene per un anno: usciamo sempre in compagnia degli stessi amici, pochi: una coppia di ragazzi e 3 ragazze, abbiamo pochi screzi (accadono quando, da stronzi orgogliosi ci aspettiamo dall'altro ciò che sembra non darci, quindi partono i musi quando si avverte mancanze di attenzioni) e, nonostante la sua algidità (non si mostra mai geloso, dice di dare fiducia alle persone senza problemi salvo toglierla appena scopre qualcosa di brutto, non piange mai) riesco a farlo sorridere e io a stare davvero bene.

Fino a giugno 2011 va tutto bene, finché io inizio a sentirmi meno coinvolto, rispondo distrattamente alle sue domande se lo amassi, mi dimostro meno coccoloso, quasi mi dà fastidio quando mi bacia. Forse inizio a sentirmi stanco di una relazione che stava diventando un'abitudine, che si era ormai stabilizzata e non evolveva, forse ero stanco di fare le stesse cose e di vedere gli stessi limiti insuperati. Lui mostrava sempre di amarmi e starmi vicino, io invece iniziavo a sentirmi meno attratto fisicamente, situazione che lo ha sempre buttato un po' giù. Finchè a settembre per caso conosco un ragazzo che rischia di farmi capitolare, capisco che con il mio ragazzo la situazione non è più come prima e, avendo preso una sbandata ma per fortuna superata con successo, me ne preoccupo. Il mio ragazzo, che non lo ha mai saputo, fiuta il mio malessere e mi riconquista con una serata perfetta, forse la migliore che io abbia mai passato. Ma nonostante il riavvicinamento, sentivo che mi mancava qualcosa, specialmente dal punto di vista sessuale: facevamo l'amore, sempre di rado, e non riuscivo a sentirmi soddisfatto.

 

Arriviamo a marzo 2012 quasi per inerzia, lui sempre presente con affetto, chiamate e sms, io storicamente meno "compulsivo" perchè purtroppo fin dall'inizio aspettavo che fosse lui a farsi sotto, perchè ogni sua mossa era per me motivo del suo interesse e mi faceva stare bene, mentre io ho sempre faticato ad esprimere le mie emozioni, anche quando ero "più" innamorato. Ma soprattutto confesso ad un mio amico che non provo più i sentimenti di prima, ma che sentivo lui molto coinvolto e avevo paura di ferirlo se lo avessi lasciato, ma sapevo che non ne avrei avuto il coraggio e, in quel momento, avrei preferito portarlo a lasciarmi.

A marzo, appunto, lui si fa avanti, rendendosi conto delle difficoltà, capiamo che entrambi siamo cambiati e che non sappiamo più cosa proviamo l'un l'altro, pensiamo a come potrebbe essere l'estate senza stare insieme, ma decidiamo di provarci e continuare, e la situazione sembra migliorare: io mi rendo conto di star bene con lui e di volergli bene, non so se sono più innamorato ma so di tenerci un sacco, ci sentiamo normalmente e ci cerchiamo in maniera più propositiva.

Arriviamo al nostro anniversario, dei due anni, ad inizio aprile, cena perfetta e scambio di regali: io un semplice orologio, lui un dvd con il montaggio delle nostre foto più belle, dvd fatto sfidando il sonno. Da tempo non organizzavo più nulla: una cena, un evento a sorpresa, un regalo, ho vivacchiato ma non mi rendevo conto di quanto lo facessi soffrire non riuscendo a ricambiare perfettamente ciò che mi dava col cuore, e questo semplice dvd ne era la prova, che ho brutalmente sottovalutato. Il suo disagio viene fuori con atteggiamenti aggressivi che prima non aveva, con scleri improvvisi mai visti prima e una indifferenza che gela il rapporto per una settimana che ero via per lavoro: lui mi spiega che il disagio quando stiamo insieme è evidente, che si aspetta cose che non faccio e ci sta male, che non è più felice come prima e che non faccio nulla per tentare di risolvere il problema. Ci ripromettiamo di parlarne, provo durante la mia assenza a riavvicinarmi umilmente ma finisco per suscitare compassione: questo purtroppo è un mio punto debole.

Al mio ritorno, sono molto giù, mi aspetto che si faccia sentire per parlarne, mi contatta su msn ma non gli rispondo, perchè da idiota penso che dovrebbe chiamarmi o venire da me per discuterne faccia a faccia e preferisco passeggiare al mare pensando al peggio e iniziando a struggermene. Di sera, non vedendo alcuna sua mossa, decido di incontrarlo personalmente nel posto in cui si sarebbe incontrato con i nostri amici per fare serata: entrambi nervosi, ci isoliamo e ci rinfacciamo le cose: io lo accuso di avere atteggiamenti aggressivi e di non avermi mostrato interesse quando raccontavo le mie cose, lui si lamentava del mio essere distaccato, del suo essere in disagio insieme e ci constatare che questa mancanza di aspettative centrate è il punto debole. Non lo dice esplicitamente, lo dirà ai nostri amici una volta in macchina, ma è finita: va in auto e parte, lasciandomi come un cane da solo nel parcheggio.

Io purtroppo sono fatto male: non consideravo questa mossa, pensavo di poterne discutere più civilmente ma eravamo entrambi tesi, e mi prende lo sconforto: lo aspetto sottocasa alle 4 di notte per riparlarne, lui accetta e facciamo le 6, lui è risoluto, dice di non amarmi più come prima, certo prova ancora qualcosa ma non è più felice e preferisce chiudere. Io provo a fargli capire che ultimamente, da quando avevamo deciso di continuare la storia, ero meno presente perchè iniziavo a temere la fine e, da buon idiota, non ho fatto nulla per evitarlo, se non aumentare la distanza per colpa di una testardaggine che mi ha rovinato. Arrivo a piangere come un esagitato addosso a lui, lui non fa una piega e mi confesserà di aver trovato questa reazione ingiusta e pesante, ed in effetti, implorandolo di non lasciarmi e di non buttare via due anni di storia, ho riconosciuto quanto sia stato penoso questo atto. Ci diciamo di dormirci su.

 

Il giorno dopo mi chiede come sto, è il 1° maggio, ci sono i nostri amici in mezzo ma non mi va di vedere nessuno, io dopo questo confronto duro capisco di aver fatto un sacco di errori e di voler rimediare, perchè ho capito di essere stato spesso assente, di non aver ricambiato il suo affetto forse perchè non ci credevo troppo e la relazione l'avevo assodata come tranquilla, imperturbabile, tanto da non volermi curare di eventuali problemi perchè pensavo che il suo amore per me fosse ancora forte. E invece ho capito che lui soffriva, anche se in silenzio, fino probabilmente a non farcela più e ad esplodere, con questa decisione che ha preso in autonomia.

Il primo maggio, di pomeriggio, lo passiamo con i nostri amici tutti insieme, riusciamo a parlare normalmente ma il rapporto è chiaramente incrinato, io cerco timidamente di farmi avanti con qualche carezza, lui sorride ed incassa, la sera stiamo bene, lui è contento di essere stati tutti insieme e ci risentiamo per vedersi una sera per parlarne con più calma.

Non avevo considerato il ritorno prepotente della mia gelosia, proprio come all'inizio quando non riuscivo a vederlo strusciarsi con nostre amiche. Quella gelosia, nel corso della storia, si era affievolita, tanto da arrivare a mandarlo a ballare senza di me, convinto del suo amore, e mi ero fatto delle domande su questa minore gelosia: pensavo fosse normale, una volta capito che la relazione fosse tranquilla. E invece la gelosia, la possessione?, è tornata quando la sera successiva, non vedendolo su msn a tarda sera e mancando di rispondermi ai miei sms, inizio ad andare nel panico: temo che non sia in famiglia ma in giro, con qualcuno e ancor peggio a fare roba. Così, orribilmente, lo tempesto di sms e lo chiamo 10 volte ma senza risposta. So che non si fa, e infatti la mattina dopo l'ho chiamato per scusarsi. Poi quella sera mi richiamò preoccupato dicendo che era andato al bar coi cugini e che dovevo stare tranquillo.

La sera successiva ci vediamo per cena, lo porto nel ristorante e nel posto in cui lui mi portò quando ero giù, facendomi passare quella serata più bella della mia vita. Ma capisco che, nonostante fossi speranzoso, sarebbe stato difficile sia fargli cambiare idea che strappargli una pausa di riflessione. Lui a fine serata mi ribadisce, con il solito distacco, che l'opinione non sarebbe cambiata, che non c'è giusto o sbagliato ma semplicemente è finita, sente di non amarmi più, le spiegazioni sono poche perchè non è mai stato troppo espansivo e i miei dubbi e i miei complessi aumentano. Incasso ma dentro sto malissimo perché capisco di averlo perso per sempre.

Ci si rivede, con i miei amici, la sera dopo: parliamo di rado, ma ancor peggio andiamo a ballare: pensavo di essere forte e invece no. In disco mi ignora, in pista guarda sempre in giro e arriva gente che ci prova con lui, qualcuno lo manda via, qualcuno lo lascia fare, davanti ai miei occhi, ma senza che accada nulla di più (episodi che erano capitati anche di recente, mentre stavamo insieme, ma non ero mai intervenuto). Ovviamente non ci vedo più e scappo fuori piangendo, la sua freddezza mi è micidiale, provo a parlarci, ma mi ribadisce che è finita del tutto, che la sua indifferenza è figlia dell'incapacità di comportarsi con me per non darmi false speranze, dice che non si sente con nessuno ma capisco che l'invito, della sera prima, a cambiare pagina e a costruire un rapporto come amico, perché per me dice che ci sarebbe sempre stato, naufraga subito. Un ragazzo mi si avvicina e mi consola, non so se lui si accorge, i miei amici sì, ma non avevo alcuna volontà di farlo ingelosire, considerando come non lo fosse mai stato, e tantomeno ora. Io mi stupisco negativamente del suo muro, dell'avermi considerato un perfetto estraneo che lo infastidisce e ci rimango ovviamente malissimo.

Da quel giorno non lo sento più, su msn non lo vedo più online (temo che mi abbia cancellato), se ci penso mi sparerei pensando che possa uscire con qualcuno e fare cose. Gli amici, in comune e un po' imbarazzati da questa situazione, mi hanno sempre portato, nel corso dell'ultima settimana di crisi, a farmi da parte e a capire che sarebbe finita, tanto che mi sono un po' incavolato con loro, perchè forse egoisticamente pensavo mi aiutassero a ricucire. Perchè una spaccatura così netta non c'era mai stata e la decisione non era stata concertata insieme.

Ora non so che fare. In questi giorni non ho fame, mi sento tristissimo, ripenso ai momenti passati insieme e alla mia incapacità di essergli stati vicino, di non aver capito le sue esigenze, ho tentato umilmente di riavvicinarmi ammettendo le mie colpe, ma nulla. Io non so cosa provo, per lui, dopo la grande passione del primo anno: ora sto malissimo e vorrei stare con lui, ma non capisco se sia per soddisfare un attaccamento e non voler stare solo, morso dai sensi di colpa, o perchè realmente lo amo, non so se posso parlare di amore ma di certo mi manca, risento lo stimolo sessuale che prima era sopito: forse mi serviva questa scossa così brutale per rendermi conto delle cose e reagire. Peccato che ora sia troppo tardi. Ho cercato di fargli capire che siamo alla prima esperienza, che in queste situazioni gli errori sono immancabili e che spesso si sbaglia: cerco una seconda possibilità che però non vuole assolutamente cogliere. E a giudicare dal muro e dalla freddezza esibita, credo che il rapporto si sia definitivamente incrinato: la sua risolutezza è storica e difficilmente cambierà idea, anche se all'inizio di tutto fu il passare il tempo insieme a fargli cambiare idea e frequentarmi per bene.

 

Al momento non ci capisco nulla. Ci tengo ma non so se sia un sentimento vero o altro, mi struggo all'idea di pensarlo così menefreghista, essendoci sentiti sempre tutti i giorni, ma capisco che non è essendo pressante (perchè lo infastidisco) che posso risolvere le cose. Il comportamento in disco mi ha stupito: lo ho visto come una mancanza di rispetto nei miei confronti (forse perchè non mi aspettavo questo "libertinismo" così presto) e ho colto la sua voglia di libertà: ha perso 12 chili, forse si sente più attraente (anche se ha negato fosse questo il motivo dell'addio), e vuole farsi le sue esperienze. Io credo di averlo portato allo stremo e di aver cancellato il suo amore, che forse ora si è trasformato da sofferenza in odio.

Vorrei chiedergli se e perchè mi abbia bloccato su MSN, non voglio farlo ora perché vorrei lasciarlo un po' tranquillo e non essere pressante, ma tengo comunque a lui come persona: buona, educata, gentile, con tanti interessi in comune: una persona direi perfetta che ho trovato dopo tanta fatica e che ho faticato tanto per conquistare. Ora ho capito che l'ho allontanato da me e vorrei far di tutto per riconquistarlo.

Qualcuno mi dice di lasciare perdere e farmi una nuova vita, io non voglio buttare 2 anni via così, lui dice di non amarmi più ma credo che senta ancora qualcosa, ma che non voglia impegnarsi di nuovo per non soffrire ancora. Altri mi dicono di starmene in disparte ed aspettare e vedere come evolvono le cose. Ma so che il distacco prolungato porterebbe all'allontanamento definitivo. Così pensavo comunque di uscire con lui e gli altri amici, magari dopo qualche giorno per metabolizzare il momento, e cercare di ripartire con una frequentazione da amico come all'inizio, cercando di riconquistarlo o, senza riuscirci, di costruire comunque un rapporto da amico perchè di lui, come persona, ho bisogno e ci sto bene. Ma l'idea che mi abbia voluto totalmente eliminare mi fa pensare male, e di certo ora non servirebbe a nulla chiedere un ulteriore confronto...

 

Voi avete vissuto una situazione analoga? O potete aiutarmi a capirne di più, magari avendo più esperienza di me? Che si fa in questi casi? So che la soluzione più ovvia sarebbe: ok, chiudi tutto e vai avanti con la tua vita. Ma abbiamo amici in comune, non ne ho altri, non voglio perdere loro e neppure lui, ma so che per un po' non andrò più a ballare tutti insieme perchè altrimenti farei una strage... Ma il fatto che non mi consideri più la vedo dura per la mia volontà di ricucire, pian piano, perchè dovesse escludersi da noi sarebbe di nuovo la fine.

Vi chiedo aiuto, e vi dico grazie se siete riusciti ad arrivare fin qui...

ho letto tutto e ti esprimo un mio dubbio di fondo: se lui ti desse la possibilità di esaudire un desiderio, cosa gli chiederesti?

vorresti semplicemente far tornare indietro le lancette dell'orologio? e questo ti basterebbe?

perché la mia sensazione è che in questa storia hai espresso in più occasioni e modi diversi una certa insoddisfazione verso di lui, tu stesso ne parli ma forse non ne sei davvero consapevole (lo dici anche nel titolo del thread)

dal tuo racconto mi sembra che manchi un'immagine affettiva del tuo partner, come se egli fosse in realtà fuori dal tuo cerchio interiore

forse mi sbaglio, ma questa è la mia sensazione :look:

Addie Pray

Sono d'accordo con conrad65.

E' sempre doloroso lasciar andare via le persone. Mi sembra che la vostra storia sia veramente finita, c'erano le ragioni perché vi siete lasciati. Sinceramente mi hai ricordato un po' il personaggio di Lope de Vega dal Cane dell'Ortolano:-), la famosa Diana che appena si rende conto di non poter avere Teodoro diventa incredibilmente gelosa, invece quando lui si interessa a lei, Diana subito si raffredda

.

Anche tu, quando il tuo ex ragazzo faceva sforzi per migliorare la vostra relazione, ti "raffreddavi", appena lui finalmente ha deciso di "tagliare la corda" ecco che in te si sono risvegliati i sentimenti per lui. Rifletti: se ti comportavi in questo modo, quando eri sicuro del suo affetto , significa che non eri veramente soddisfatto del vostro rapporto, quindi che senso c'è di cercare di rianimare qualcosa che poi non funzionerà comunque. Magari non siete proprio compatibili come caratteri. Mi sembri una persona che per mantenere "viva la fiamma" ha bisogno di essere "stuzzicata" di continuo invece lui potrebbe essere un tipo più tranquillo.

Adesso hai bisogno del tempo per superare l'intera faccenda, potrebbe essere la strategia buona non vedervi per un periodo, non frequentare gli stessi ambienti, dovete chiudere con il passato.

Edited by Addie Pray
Cassiopea81

Sarò dura, ma in tutta questa storia vedo una serie di strategie di potere e dominio e non amore. Tutto è stato centrato su allontanamenti e riconquiste, sul bisogno del distacco per alimentare una fiamma esistente poi davvero? Non mi permetto di dare giudizi ma forse dovreste crescere entrambi e capire cosa sono la vera vicinianza e l'intimità. Non riesco a leggerci amore, in tutta questa storia, mi dispiace.

Sì, è decisamente finita.

Non lo dico per buttarti ulteriormente giù, ma esclusivamente perché non tutte le storie che finiscono hanno la possibilità di essere nuovamente impugnate: la vostra strada si è interrotta, si è persa.

Credo che per ora non riuscirai a cercare di trovare una nuova strada, perché sei ancora dolorante dalle ferite della vostra rottura e hai bisogno di ristabilizzarti un po' prima di cercare ancora.

 

Prova a coltivare i tuoi interessi o aggiungerne di nuovi. Avrai modo di svagarti e di conoscere nuove persone, approfondendo eventualmente quando ne avrai voglia e ti sentirai pronto.

E' doloroso chiudere una storia di due anni con un ragazzo che hai sempre amato (ma che, nel periodo in cui ti sentivi distaccato, hai sottovalutato convinto che morisse ai tuoi piedi) ma che ora ti ha voltato le spalle, ma è giusto che tu ne prenda atto e che non tenti a tutti i costi di rimarginare uno squarcio così grande: è quasi impossibile.

 

Cerca di ritrovare un po' di quell'orgoglio che tanto ti è costato caro durante questi due anni, è ora che ti serve per risollevarti. L'hai usato troppo prima, e ora non te ne rimane più.

GreenLamb

Non credo ci sia la possibilità di ricucire il raporto ormai troppo compromesso. Capisco sia doloroso pensare di mettere da parte una storia importante di due anni, ma devi accettarlo. Non vorrei avere poco tatto ma ritengo che tu abbia vissuto questa storia in maniera egoistica desiderandolo quando non eravate insieme, desiderandolo ora che non state più insieme, e sottovalutando i suoi sentimenti quando invece era il momento di ricambiarli in maniera sincera... Ora per qualche tempo ci starai male, ma poi troverai il coraggio di andare avanti e vivere di nuovo una storia consapevole degli errori passati con la determinazione di non commetterli nuovamente.

Probabilmente sei un tipo possessivo e come hai detto anche tu questa è la tua vera prima storia d'amore,

il fatto che la persona che per la prima ha occupato il tuo cuore possa vedersi con altri ti fa letteralmente

andare in bestia perché vorresti che rimanesse intatta così com'é. In verità l'unica soluzione sarebbe rimettersi

una seconda volta, risperimentare tutto il percorso che hai provato la prima volta e capire definitivamente

che è chiusa.

L'unica distrazione che puoi cercare probabilmente è nelle amicizie, frequentare altri ragazzi non ti porterà

a nulla, s enon ad un atteggiamento ambiguo, vedrai che la cosa è temporanea ; )

Grazie a tutti coloro che hanno detto la propria.

Naturalmente ho concentrato quasi due anni e mezzo di "peripezie" per darvi un'idea ma, anche se sono alla prima vera storia e posso capirne tranquillamente zero, non parlerei di "dominio" e "potere". Questi giorni sto riflettendo a lungo, soprattutto su me stesso, su quello che è stato e su quello che sono stato. Parlando con altre persone esterne spesso percepisco visioni nettamente diverse da quelle che avevo, capaci di mettere in luce comportamenti sospetti a cui davo diversa importanza. Continuano comunque i momenti di pensieri uguali ed opposti, ma mi sento un po' più positivo e propositivo, in generale. E' scomparsa un po' la voglia di piangersi addosso, anche se mi rendo sempre più conto come abbia sbagliato a forzare le cose dopo il primo confronto duro, quello del parcheggio. Ho riletto bene i messaggi che ci eravamo scambiati e penso di aver capito che con le mie mosse piene di commiserazione ho favorito questo distaccamento forse già in essere, ma di certo non c'erano i segnali di una "cancellazione" come quella del post-disco, forse figlia di una esasperazione da lui subita.

Non so ancora cosa stia provando: son passati quasi 10 giorni e la sua presenza mi manca, tra l'altro è risalito l'ormone verso di lui e spesso mi balena il pensiero di una mossa "selvaggia" che lo colga impreparato, ma sicuramente non sarebbe una scelta saggia "giocare" questa carta... è che, sarà la lontananza forzata da lui, sarà la voglia in generale, mi manca dal punto di vista sessuale, che per un po' disprezzavo...

Da quel sabato sera non ci siamo più sentiti, su msn non s'è più visto quindi il fatto che sia stato bloccato è più che una certezza. Non so se provo le stesse sensazioni di quando ero innamorato, dovrei tornare con lui e riprovare come suggerisce Dogville per capire che è davvero finita, forse il disagio sta nell'aver subito la sua decisione senza un confronto tranquillo, dove forse saremmo giunti alla stessa conclusione. Ma questa è solo dietrologia.

Mi rimane la voglia di rimettermi in gioco, con lui, cercando un rapporto diverso. Come scrivevo, mi mancano i momenti passati insieme, anche insieme agli amici, so quanto vale e com'è e ci sto bene, per cui vorrei recuperare almeno questo rapporto. Certo, mi piacerebbe cancellare tutto, le ultime due folli settimane, e il mio distacco inconsapevole, o forse no, che ha finito per decretare la fine della storia,

Solo che ho paura di fare qualsiasi mossa. Non so se mandargli un messaggio innocente, o chiamarlo per sapere semplicemente come sta. Ma non voglio disturbarlo o infastidirlo. Per cui, anche se mi ritrovo più speranzoso e con la voglia di fare, anche nei suoi confronti, e iniziando lentamente a capire i miei sbagli (sia di relazione che a livello personale) grazie al tempo trascorso in solitudine, mi sento un paralizzato che vorrebbe fare tanti passi ma non riesce a farli...

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