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Istat: Italiani favorevoli a unioni gay


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Italiani favorevoli a matrimoni e unioni gay

ma uno su cinque dice sì alle adozioni

 

Indagine dell'Istituto di statistica sull'atteggiamento dei cittadini nei confronti delle relazioni omosessuali: diffuso appoggio nei confronti del riconoscimento giuridico. Bersani: "Subito legge che garantisca pari diritti e dignità"

 

ROMA - Sì ai matrimoni tra le coppie dello stesso sesso, no all'adozione dei figli. Circa il 43,9% degli italiani è d'accordo sul fatto che una coppia di conviventi omosessuali possa avere, per legge, gli stessi diritti di una coppia sposata. E la percentuale sale al 62,8% quando si parla di unioni di fatto. Maggiore è invece la contrarietà nei confronti dell'adozione dei figli: solo il 20% si dice favorevole. Un'indagine Istat sulla popolazione omosessuale in Italia, resa nota oggi a Montecitorio in occasione della giornata internazionale contro l'omofobia.

 

I numeri. Circa un milione di persone si è dichiarato omosessuale o bisessuale. La maggior parte è di sesso maschile, è giovane e vive nel centro Italia. Sarebbero 2 milioni gli italiani che invece hanno sperimentato nella propria vita l'innamoramento o i rapporti sessuali o l'attrazione sessuale per persone dello stesso sesso. Chi fa coming out, rivelando la propria omosessualità, preferisce farlo con amici e colleghi di lavoro, piuttosto che in famiglia. I dati, ricorda l'istituto, "si riferiscono solo alla parte della popolazione che ha deciso di dichiararsi".

 

Le discriminazioni. Gli italiani esprimono una sensibilità spiccata nei confronti dei disagi del mondo gay. Nonostante ripetuti episodi di cronaca che sembrerebbero indicare il contrario, l'omofobia sembra un atteggiamento molto limitato: il 74,8% della popolazione tra i 18 e i 74 anni non considera l'omosessualitàuna malattia, per il 73% non è immorale, per il 74,8% non è una minaccia per la famiglia. E il 65,8% pensa che si possa amare chiunque, l'importante è volersi bene. Il 61,3% dei cittadini ritiene che nel nostro Paese, i gay siano "molto o abbastanza discriminati". L'80,3% pensa invece che lo siano le persone transessuali. Generale è poi la condanna per i comportamenti discriminatori: ad esempio il 73% degli italiani è contrario alla mancata assegnazione di un posto di lavoro basata sull'orientamento sessuale.

 

Le reazioni. "Nessuna ragazza, nessun ragazzo dovrà più crescere nel nostro paese pensando che subirà un diverso trattamento a causa del suo orientamento sessuale o della sua identità di genere", ha dichiarato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani commentando i dati Istat. "Il Parlamento ora deve fare la sua parte per allineare l'Italia agli altri paesi europei nel riconoscimento di uguali diritti e pari dignità per tutti. Serve quindi una buona legge contro l'omofobia", ha aggiunto Bersani, "come richiesto al Parlamento dalla Corte costituzionale con la sentenza del 2010, facendo ottenere alle persone dello stesso sesso il riconoscimento giuridico di vivere liberamente una condizione di coppia".

 

Sul tema è intervenuto anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini che ha lanciato un monito alle istituzioni locali affinché vigilino su ogni tipo di discriminazione. "In Italia, il cammino per superare i pregiudizi è ancora lungo e difficile. L'azione contro l'omofobia deve tradursi nella condanna di ogni forma di violenza fisica e di ogni provocazione capace di alimentare la cultura dell'intolleranza", ha commentato Fini. "Per questa ragione - conclude il presidente - le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di rivestire un ruolo cruciale nella difesa dei principi di libertà e di uguaglianza tra i cittadini, indipendentemente dalla loro identità sessuale".

 

Ai commenti si è aggiunto anche il deputato del Pd, Paola Concia: "Il rapporto presentato oggi dall'Istat rappresenta un megafono che non sarà possibile non ascoltare. Mi aspetto ora un'assunzione di responsabilità con la discussione e l'approvazione delle leggi sul reato di omofobia e sulle unioni civili che in questo momento giacciono in commissione Giustizia".

 

(17 maggio 2012)

 

Link to comment
https://www.gay-forum.it/topic/20262-istat-italiani-favorevoli-a-unioni-gay/
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Beh non c'è niente che mi stupisca leggendo questo articolo. Mi sembra uno scenario abbastanza reale quello proposto dall'istat. Nonostante quello che si sente sempre più spesso in tv (cioè solo le cose negative) si intuisce che il livello di tolleranza nei confronti dei gay si sta alzando un po' alla volta. C'è ancora molta strada da fare, ma almeno qualcosa si sta muovendo. Avevo anche la sensazione che molti non fossero ancora d'accordo con le adozioni.

Ilromantico

Solo io penso che ci siano dei dati scioccanti e agghiaccianti?L'unico dato interessante sono quei 2 milioni di omosessuali. Si lo so in realtà dice che sono un milione e che un altro milione ha sperimentato almeno una volta nella vita e blah blah, ma sappiamo benissimo che quel dato è relativo ai gay repressi o ai bisessuali che si privano di vivere storie omosessuali. Inoltre azzerderei benissimo un raddoppio della cifra, da 2 milioni a 4 milioni, in quanto molti gay sono giovani e da ciò se ne deduce che i gay anziani esistono, ma sono dei gay repressi (ci berremo mica la storia del divario generazionale?Ma va!). Arriviamo a un 5% della popolazione, no?Sarebbe una percentuale interessante credo.

 

Comunque ho ben ragione di credere che le cose si stia smuovendo. Incrociate le dita italiani ;)!

sì però:

 

"Secondo i risultati della rilevazione, circa un milione di persone2 si è dichiarato omosessuale o

bisessuale (pari al 2,4% della popolazione residente), il 77% dei rispondenti si definisce

eterosessuale, lo 0,1% transessuale. Il 15,6% non ha risposto al quesito, mentre il 5% ha scelto la

modalità “altro”, senza altra specificazione. I dati raccolti, quindi, non possono essere considerati

come indicativi della effettiva consistenza della popolazione omosessuale nel nostro Paese, ma

solo di quella che ha deciso di dichiararsi, rispondendo ad un quesito così delicato e sensibile,

nonostante l’utilizzo di una tecnica che rispettava appieno la privacy dei rispondenti (busta chiusa

e sigillata e impossibilità per l’intervistatore di verificare le risposte).

Si dichiarano più gli uomini (2,6%) che le donne (2,2%), più nel Nord (3,1%) che nel Centro (2,1%)

o nel Mezzogiorno (1,6%). Tra i giovani la percentuale arriva al 3,2% ed è del 2,7% per le persone

di 35-44 anni e di 55-64 anni. Tra gli anziani la percentuale scende allo 0,7%."

 

Lo 0,7% di anziani è significativo, specialmente considerando che gli anziani contano in percentuale più dei giovani, poi c'è quella percentuale di "altro" che comprende anche quelli che che qui nel forum dicono cose tipo "ma la sessualità è fluida non ci si può etichettare..." e sappiamo benissimo che sono gay.

Oh, ma non avevo letto i dati completi!

Sono davvero interessantissimi.

 

L'idea che si definiscano "eterosessuali" solo tre italiani su quattro

è davvero molto divertente; peccato che anche mia nonna non avrebbe risposto:

non metterebbe mai la crocetta su qualcosa di "sessuale" (ammesso che sappia di essere "etero")

 

Vorrei sapere qualcosa di più su quel 5% di "altro".

Probabilmente sono ragazze bisessuali

e uomini che amano le transessuali....

Mi sono stupito di questi risultati, facevo l'Italia molto più arretrata e conservatrice da questo punto di vista, invece siamo a percentuali più simili all'Europa centrale ed "evoluta" rispetto a quelle dell'Europa orientale. Dire che mi fa piacere è poco ;) , un po come quando ho letto i dati del numero di italiani che va ogni domenica a messa : 45% totale e meno del 30% sotto i 35 anni, facevo percentuali molto più alte.

Bene, ora aspettiamo la prossima legislatura che si renda conto dell'evoluzione della nostra società ed ascolti un po meno la chiesa, che ormai è seguita da sempre meno persone.

Ridondante dire che sono felice di questi nuovi dati. Pensavo che l'Italia fosse più indietro sinceramente, quindi ne sono rimasto leggermente sorpreso. Certo, ci sono ancora molti angoli da smussare e molto lavoro da fare per sensibilizzare i nostri connazionali, ma c'è speranza.

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