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Manipolazione collettiva e libertà individuale


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viviamo in una società piena di tentazioni

è possibile ubriacarsi senza alcun limite

avere droghe a prezzi relativamente popolari in grado di indurre qualsivoglia stato mentale

farmaci eccitanti o calmanti, alcuni anche passati dallo Stato

qualsiasi tipo di cibo per solleticare le voglie più improbabili

gioco d'azzardo

sesso facile con chiunque e in qualunque momento

pornografia gratis e senza limiti di ogni genere, anche il più turpe

ogni tipo di spazzatura mentale trasmessa h24 dalla televisione

e potrei continuare

 

ora, mi chiedo se tutto questo non finirà col distruggerci

ognuno è libero di usufruire di queste possibilità o meno, quindi ci si salva dicendo che è un libera scelta del singolo

ma non è vero: molti, sia per età (i bambini) sia per scarsa consapevolezza o preparazione culturale, sia per debolezza caratteriale,

sia anche per predisposizione fisica, non possono che soccombere a queste tentazioni e "farsi del male"

insomma certe tentazioni vanno ben oltre le capacità di ognuno di difendersene

se io piazzo una trappola per topi con il formaggio poi è davvero colpa del topo se rimane intrappolato?

era una sua libera scelta?

 

a me sembra che stiano facendo a noi quello che a suo tempo hanno fatto con gli indiani d'America o gli aborigeni

società e popolazioni svuotate "dall'interno" mediante l'alcolismo

quello che voglio dire, lo so che è un discorso complicato, è che a livello sociale non esiste nessun anticorpo a queste cose

 

come difendere i singoli ma anche la società da un'offerta sempre più ampia e fondamentalmente nefanda, nefanda perché studiata in modo scientifico e "maligno", per tentare l'uomo nelle sue debolezze?

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  • conrad65

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  • Isher

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  • Almadel

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  • Hinzelmann

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a me sembra che stiano facendo a noi

 

siamo noi che lo facciamo a noi stessi

 

come difendere i singoli ma anche la società da un'offerta sempre più ampia e fondamentalmente nefanda, nefanda perché studiata in modo scientifico e "maligno", per tentare l'uomo nelle sue debolezze?

 

semplice, non c'è un modo per farlo

l'unico sarebbe offrire loro gli strumenti per difendersi e contare sul fatto che riescano a farlo, ma come hai detto tu ci sono varie problematiche dietro come il carattere debole ecc...

alla fine, secondo me, si riduce tutto alla scelta di ''cascarci'' o meno

Francesco*.*

il tuo discorso mi ha veramente colpito..comunque è inutile provare a dare una risposta;

è ormai da moltissimo tempo che l'uomo si pone simili domande senza trovare una minima risposta,persino le menti più eccelse non riescono a capacitarsi di questa nostra situazione e non riescono a trovare una soluzione.

Io mi sento solo di dirti: continua a pensarla così,troppe persone in questo mondo sono superficiali ed attente alle cose effimere......se ognuno di noi inziasse a pensare come fai tu,chi lo sa?! forse un giorno potremo trovare una soluzione....... prima di diventare (si spera) "homo Homini lupus"....

Icoldibarin

I nativi americani sono dediti all'alcolismo perché fino agli anni '70 venivano legalmente rapiti dalle loro famiglie ed educati a forza nelle scuole cattoliche americane con il divieto di parlare le loro lingue e rispettare le loro usanze. Quello che abbiamo adesso è un popolo che si barcamena alla ricerca di un passato che gli è stato strappato, uno dei più grandi omicidi culturali della storia. Non è stata proprio una scelta.

 

Né in realtà c'è stata una grande scelta per chi si è visto la sua casa distrutta da una diga in Sud America, per chi si è visto perdere la possibilità di mantenersi a causa delle estrazioni petrolifere, a causa degli eserciti di mercenari che struprano e distruggono per compiacere le esigenze delle multizionali con cui facciamo la spesa.

 

Questa ahimé è una storia vecchia come il mondo, la nostra civiltà ha scelto di svilupparsi tecnologicamente dando ben poca importanza allo sviluppo umano. Fin quando avevamo pietre e bastoni ci si faceva poco male ma ora sfortunatamente non è più così.

Chi aveva intrapreso scelte diverse è stato annientato o si trova nell'impossibilità di decidere della sua vita.

 

Se avremo qualche speranza è perché ci fermereno un momento ad imparare ad usare gli strumeni che abbiamo.

come difendere i singoli ma anche la società da un'offerta sempre più ampia e fondamentalmente nefanda,

nefanda perché studiata in modo scientifico e "maligno", per tentare l'uomo nelle sue debolezze?

 

Conrad, tutto quello che dici sul decadimento del vivere contemporaneo è vero, e si potrebbero fare anche esempi di genere

diverso da quelli che hai fatto tu, per sostenerlo, ma non c'è nessuna Mente Nascosta che studia di fare il male agli uomini, di

indurlo in tentazione per uno scopo. Il meccanismo è autoreferenziale e pervasivo, è un esito, e ha a che fare con la cosiddetta

biopolitica.

 

In questo senso do ragione a @bradipo

 

Come difendersi? La difesa è possibile singolarmente, credo, e tramite aggregazione di simili, con cui stabilire una comunanza

di vita, di scambi culturali e umani. Le principali difese sono la cultura; inoltre la forza, indispensabile per far perno su sé stessi;

l'amore, l'amicizia, e in generale il sentimento, per poter entrare in relazione con altri esseri umani a livello umano, e in funzione

di difesa da questo quadro generale un po' insensato; e infine l'intelligenza, che ti permette di capire dove e cosa cercare nella vita.

 

Per tutto il resto, per tutti i meccanismi d'ordine planetario-generale, si è a priori sconfitti o quantomeno emarginati.

Edited by Isher

non c'è nessuna Mente Nascosta che studia di fare il male agli uomini, di

indurlo in tentazione per uno scopo. Il meccanismo è autoreferenziale e pervasivo, è un esito, e ha a che fare con la cosiddetta

biopolitica.

 

 

mi fa piacere che hai colto proprio il punto essenziale del mio messaggio: effettivamente anch'io la pensavo così fino a non molto tempo fa,

eppure adesso comincio a credere (spero senza cadere vittima di deliri di persecuzione :sisi: )

che, se non c'è una mente nascosta, c'è comunque una logica, pervasiva, che assomiglia pericolosamente a una mente nascosta

apparentemente la nostra società ha cura dei singoli, della loro salute fisica e mentale e del loro benessere, ma in realtà è pura apparenza

la verità è proprio all'opposto, ovvero le strutture economiche e sociali "occidentali", ormai imposte al mondo come pensiero unico, non hanno in nessuna considerazione il benessere del singolo

vengono condotte delle campagne anche feroci contro alcuni feticci, vedi il fumo delle sigarette, ma poi non si tiene conto che, come hanno messo il teschio sul pacchetto di sigarette, lo dovrebbero mettere anche sulla merendina, sulla bevanda gassata ricca di zuccheri, sul superalcolico, sulla home page dei siti pornografici di internet e nei titoli di testa dei programmi televisivi o dei giornali

certo, non tutte queste cose uccidono (per quanto non ne sono così sicuro, almeno sulle merendine :pausa: ), ma in fondo anche le sigarette non uccidono: al limite avvelenano lentamente

 

ora mi domando, ma tutto questo è solo un "esito"? è un esito di cosa esattamente? per quale motivo non solo non viene ostacolato ma viene facilitato in tutti i modi possibili l'accesso a oggetti, cibi, pensieri omologanti e deresponsabilizzanti, contenuti pericolosi?

io non dico di "vietare", dico di "ostacolare" o rendere difficile tale accesso

 

per dirne una: la pornografia è sempre esistita ma era frenata da due forze: il costo del giornaletto e la vergogna di doverci mettere la faccia per comprarlo in edicola

adesso hanno rimosso questi ostacoli: è gratis e ci puoi accedere in forma anonima

siamo sicuri che tutto questo è solo un esito? e un esito di cosa, visto che non comporta apparentemente un vantaggio economico per nessuno?

per dirne una: la pornografia è sempre esistita ma era frenata da due forze: il costo del giornaletto e la vergogna di doverci mettere la faccia per comprarlo in edicola

adesso hanno rimosso questi ostacoli: è gratis e ci puoi accedere in forma anonima

siamo sicuri che tutto questo è solo un esito? e un esito di cosa, visto che non comporta apparentemente un vantaggio economico per nessuno?

 

Era frenata anche da leggi, credo, che la vietavano, o la multavano. Il progresso le ha rimosse e ora paghiamo questo scotto. Se vuoi che non ci siano divieti, che ci sia più libertà ed emancipazione, devi accettare di pagare lo scotto, che è difficile riassumere in un solo concetto, ma, intanto, si può indicare in questo: un brulicare e replicarsi di desideri e richieste estemporanei i quali si soddisfano sul momento. Il Potere era anche rassicurante, adempieva a una funzione regolatrice e portatrice di senso; il brulicare di poteri è il regno della libertà, ma anche di una certa insensatezza, perché niente è passato a un filtro.

 

Nessuno ne parla: ma il fatto di poter ricostruire, e dare la vita, a un essere umano, bisognoso di un organo, è la libertà di squartare, dissolvere l'unità dell'essere umano, ridurlo a pezzettini, considerarlo come somma di pezzi sostituibili e intercambiabili ad libitum. Si può rifiutare questo stato di cose? Impossibile, perché lo viviamo tutti come una possibilità di vivere, anziché morire, e tale di fatto é: ma il rovescio della medaglia è quella concezione, direi pratica, dell'uomo.

 

Inoltre, noi siamo passati, e si discute su quando ciò sia cominciato, ma certo un'accelerazione l'ha data il progresso tecnologico, da un vivere retto da un Potere normativo sovrano (potere di vita o di morte, essenzialmente, che è appunto il potere del Sovrano assoluto), a un vivere retto da una somma di poteri diversi, che non è più il potere di vita e di morte (quindi, il potere di dare la morte, al fondo), ma al contrario il potere di dare la vita, di lasciar vivere. Questo potere coincide con la (presunta) libertà, nel senso che è avvertito come libertà, fin quando non ti accorgi che è un potere che ha giurisdizione essenzialmente sulla tua vita.

 

Tutte le cose negative che tu elenchi, potrebbero essere infatti presentate come positive.

 

La Mente Occulta non soltanto è un fantasma o desiderio di un Padre Sovrano responsabile così del bene come, appunto, del male, ma in realtà, anche

accettando l'ipotesi, non potrebbe realizzare questi effetti ed esiti così pervasivi, se ci rifletti: essi son realizzabili sono da un esercito di soldatini liberi, di soggetti liberi. Ma la libertà di per sé non garantisce la qualità della cosa realizzata per sé: per ottenere un buon risultato ci vogliono almeno due altre condizioni, in negativo e in positivo

 

1 mancanza di paura: è la paura la molla che conduce a vivere una vita insensata, oppure una vita stupida, oppure anche a non vivere.

2 sviluppo della complessità dell'uomo, in varie direzioni, in modo da costruirsi una coscienza.

 

Queste due condizioni, e certo anche altre, sono essenziali, nello stesso tempo, per transitare dallo stadio di "essere lasciato libero" (nel senso della biopolitica) ad "essere libero", essere una coscienza.

Edited by Isher
Loup-garou

Io non ho mica capito qual è lo scotto di cui parlate. A me sembra che oggi stiamo meglio rispetto a ieri e ancora meglio rispetto all'altro ieri, qualunque punto di vista uno voglia prendere.

Possiamo andare sul concreto?

@Isher

 

azz post complesso :uhsi:

vediamo se posso riassumerlo così: qualcosa (diciamo il progresso tecnologico) ha trasformato un potere esterno, paterno, benevolo ma coercitivo, che era una somma di divieti ed era in ultima analisi un potere di vita o di morte, in un'amplissima libertà di scelta tra varie opzioni, un potere di scelta esercitata dal singolo ma non meno micidiale perché è sempre scelta sulla propria vita e sulla propria morte

con la non piccola differenza che un potere esterno, se si arroga il diritto di "darti la morte", si deve in ugual misura assumere il dovere di "garantirti la vita"

se però tale potere esterno scompare e viene addossato al singolo come autonoma responsabilità delle sue scelte, nessuno più garantisce la sussistenza delle due opzioni

resta solo lo strapotere della tentazione, che deve aumentare a dismisura la propria desiderabilità in modo che il singolo stesso la scelga

però questa rischia di non essere più una scelta libera, se la tentazione supera di gran lunga la capacità di resistenza umana

e allora il meccanismo, pur non essendo frutto di una "mente", agisce comunque in modo malvagio, come se lo fosse

 

 

Io non ho mica capito qual è lo scotto di cui parlate. A me sembra che oggi stiamo meglio rispetto a ieri e ancora meglio rispetto all'altro ieri, qualunque punto di vista uno voglia prendere.

Possiamo andare sul concreto?

 

Loup-garou, se tu non "vedi" il senso del mio post, è difficile illustratelo perché, come diceva giustamente Isher, ogni mia affermazione può anche essere vista in positivo

Edited by Loup-garou
Unito post doppio

La libertà è una grande conquista, ma può essere pericolosa se non è accompagnata da una buona dose di consapevolezza e responsabilità. Ce lo insegnano fin da bambini.

 

Sì, certo, Wasabi. Ma questo è vero da sempre. Quello che segna il vivere contemporaneo, non è tanto il problema del buon uso della libertà (che comunque è un tema serio e sempre presente), ma la difficoltà a distinguere tra libertà da agire, perché così comanda il meccanismo biopolitico panetario, "comandata", quindi non-libertà, e una libertà molto personale e determinata, che spesso invece non può funzionare ed esercitarsi, e che guarda caso è proprio la "mia" personale libertà, cioè ciò che io vorrei fare in un dato contesto, sociale, storico, istituzionale.

 

 

vediamo se posso riassumerlo così: qualcosa (diciamo il progresso tecnologico) ha trasformato un potere esterno, paterno, benevolo ma coercitivo, che era una somma di divieti ed era in ultima analisi un potere di vita o di morte, in un'amplissima libertà di scelta tra varie opzioni, un potere di scelta esercitata dal singolo ma non meno micidiale perché è sempre scelta sulla propria vita e sulla propria morte

 

Sono d'accordo con lo sviluppo che hai dato a questa premessa nel tuo post, in sostanza con la parte che non ho quotato. Su questa, io metto in realtà l'accento su un altro punto: sul potere di lasciar vivere, sul potere di far vivere, cioè, visto dalla prospettiva inversa, su questo, che il mero fatto di vivere e di vivere liberamente è oggetto di un potere, in realtà - che poi è un modo succinto e sobrio di riassumere l'essenziale del tuo post d'apertura. Questo spiega l'assoggettamento degli individui a livello planetario.

il mero fatto di vivere e di vivere liberamente è oggetto di un potere

 

quando dici "vivere liberamente è oggetto di un potere", che è una notevole sintesi, io vedo due possibili esiti

il primo esito è il potere che può esercita il singolo, che diventa essenzialmente un potere consapevole di scelta o di rifiuto nel caso la libertà (o volendo la tentazione) superi quanto egli ritenga tollerabile o metta a rischio la sua integrità personale (che però esiste solo nel coltivare la propria complessità e nel percepirla, non è data a priori)

il secondo esito è il caso speculare al precedente, in cui tale potere viene esercitato dalla tentazione stessa, dal quale il singolo non può sfuggire se non ha coltivato una corretta percezione di se stesso, delle sue aspirazioni reali e dei suoi desideri; in tal caso il singolo ne subisce il danno, e il danno sarà tanto maggiore quanto meno ne sarà consapevole

il problema è che non tutti hanno gli strumenti per coltivare e raggiungere tale corretta percezione di sé stessi e quindi una larga fetta di umanità non potrà che restare vittima inconsapevole dei suoi stessi desideri, provocati e diretti allo scopo

Edited by conrad65

Quello che segna il vivere contemporaneo, non è tanto il problema del buon uso della libertà (che comunque è un tema serio e sempre presente), ma la difficoltà a distinguere tra libertà da agire, perché così comanda il meccanismo biopolitico panetario, "comandata", quindi non-libertà, e una libertà molto personale e determinata, che spesso invece non può funzionare ed esercitarsi, e che guarda caso è proprio la "mia" personale libertà, cioè ciò che io vorrei fare in un dato contesto, sociale, storico, istituzionale.

 

Consapevolezza è un po' anche saper discernere tra queste due cose, no? Saper capire che cosa mi viene suggerito che io debba volere e che cosa, invece, viene dal mio io profondo.

Addie Pray

@@conrad65 Scusami ma non riesco a capirti, quindi tu il pericolo lo vedi nel fatto che qualunque tipo di piacere sia disponibile per chiunque 24 su 7, e secondo te questa disponibilità dei piaceri anche "spinti" e certe volte pericolosi per la salute "vizia" l'essere umano occidentale? Se è cosi, anche io vedo il pericolo per "la civiltà" in questo, per una semplice ragione che più ne hai - più ne hai voglia, più ne hai voglia - più ti annoi facilmente, e tutto questo circolo vizioso del continua ricerca dei divertimenti e emozioni forti a tutti costi non determina solo la progressiva morte "intellettuale" di un singolo individuo, ma condiziona lo sviluppo di un intera società in una certa direzione. Però il problema che tale fenomeno non sia la causa ma è un sintomo, è la domanda che determina l'offerta, e se la domanda c'è, significa, che molte persone per sentirsi vive, appagate e per rilassarsi hanno davvero bisogno di questo tipo di stimoli, ne hanno la necessità. E' come fai a combattere la necessità: l'essere umano è un'animale e quindi spinto dal'istinto troverà il modo di soddisfare i propri bisogni primari, e secondo me, "stuzzicare" il proprio corpo e la propria mente di continuo è diventato il bisogno primario per noi occidentali. La ragione di ciò magari è il tipo di vita che la società "obbliga" a condurre: lo stress, la frenesia, l'assenza dei legami con gli altri esseri umani e in generale la vita solitaria, l'apatia e la rassegnazione come conseguenza della "imprevedibilità" della stessa società e le incertezze riguardo il futuro personale, la ricerca della bellezza fisica e di giovinezza eterna a tutti i costi (altrimenti non sarai quotato e popolare e le possibilità di raggiungere il successo professionale e trovare del/i partner sessuale/i diminuiranno drasticamente) eccetera.

Io sono a favore di tutto quello che tu chiami spazzatura XD

credo pienamente nel provare qualunque cosa tu possa reputare semplice curiosità senza cadere nella più assoluta dipendenza,

come non cadere in un tunnel è semplice: sta all'intelligenza della persona. Sono stato per due anni schiavo dei mmorpg, avevo

perso quasi tutte le amicizie, ma poi ne sono uscito, ancora ci gioco, ma pochissimo, mi annoio molto rapidamente e sono anche

molto consapevole a cosa porta il mondo virtuale.

Sperimentare è una cosa che ci arricchisce, d'altronde molte persone si iscrivono su questo forum proprio per affacciarsi sul mondo

LGBT di cui non sanno nulla, cercano di verificare alcune loro curiosità o idee.

Sono per la liberalizzazione della droga "leggera", sono a favore dell'alcol, della pornografia gratis ed altro ancora.......dare la colpa

alla società è troppo semplice, credo che gran parte derivi dall'educazione che hai ricevuto: io credo in tutto questo, ma so benissimo

qual é il limite oltre il quale non devo andare, direi che è essenziale.

(immagino sia questo che volevi intendere)

quando dici "vivere liberamente è oggetto di un potere", che è una notevole sintesi, io vedo due possibili esiti

 

Dal punto di vista teorico, a monte di qualunque altra considerazione, il problema è come si riconosce la libertà, nella situazione descritta. Per me una via d'uscita e una bussola ci sono: la libertà deve produrre accrescimento positivo e attivo di sé e della propria vita, l'assoggettamento si riconosce dal fatto che provoca effetti-droga, passività, incapacità di esprimersi e realizzarsi positivamente, incapacità di costruirsi, di provare emozioni e sentimenti.

 

Ce ne sono molti altri, e ci sono anche molte prove del nove. Io sono relativamente ottimista sulla possibilità che ciascuno ha di scegliere per il meglio; ma appunto «ciascuno», a seconda di quali sono i suoi strumenti, di quali sono le sue capacità reattive, del suo stesso quoziente d'intelligenza (e quoziente di sentimento); e di quello che per ciascuno è «il proprio meglio». Il biopotere aumenta le prestazioni di tutti noi, obbliga ad aumentarle, creando due umanità molto diverse, divaricate. Un problema sarebbe anche ricucirle, almeno in parte, e questo a volta nella vita può succedere, soprattutto se si ha una disposizione temperamentale, aperturistica, a farlo; ma in linea generale è proprio questa ricucitura che è avversata, resa difficile, dato che ciò che ora è oggetto del potere è proprio il vivere, il vivere qualificato, il bios.

 

Consapevolezza è un po' anche saper discernere tra queste due cose, no? Saper capire che cosa mi viene suggerito che io debba volere e che cosa, invece, viene dal mio io profondo.

 

Certo, sono del tutto d'accordo con te.

Icoldibarin
Loup-garou[/color]' timestamp='1338060811' post='570616']

A me sembra che oggi stiamo meglio rispetto a ieri e ancora meglio rispetto all'altro ieri, qualunque punto di vista uno voglia prendere.

Ah il solito dilemma del si stava meglio quando si stava peggio :-)

La vita è probabilmente troppo breve e troppo recente per poterlo dire, ma credo che non mi sarei trovato male qualche decina di migliaia di anni fa, se vivevamo pressapoco come vive un gruppo di Bonobo oggi, o come vivono i piccoli 100 gruppi di uomini incottati nel mondo.

Ma non sono cieco da non vedere i lati positivi dello sviluppo tecnologico, lo stesso internet è forse uno dei più belli strumenti culturali mai creati.

Ciò che ci manca è davvero la capacità di osservare dove ci stiamo muovendo e, se non abolire, almeno mettere in discussione alcuni assiomi che la società industrializzata ha eretto a stella polare.

 

Aumentare la speranza di vita oggigiorno ha un senso? E a scapito di cosa può essere fatto?

Aumentare il PIL di uno stato ha un senso? E a scapito di cosa può essere fatto?

La povertà economica va combattuta anche laddove le persone vivono ancora benissimo senza nessuna cosa fra quelle che chiamenremo denaro?

Dobbiamo davvero insegnare imporre a tutti il nostro modo di vivere?

Dobbiamo dedicare così tanto tempo della nostra vita al lavoro?

È obbligatorio seguire il paradigma del "mangia o sarai mangiato"?

 

Tutte queste domande sono prese come assunzioni da buona parte della popolazione occidentale.

 

 

@@Dogville tu affermi cose estremamente condivisibili ma se è vero che gran parte derivi dall'educazione chi è se non la società che ci educa?

Dite alla Mente Nascosta che potrebbe fare meglio.

Io non riesco assolutamente a drogarmi abbastanza;

in un giorno bevo un litro di Chianti, fumo mezza canna

e trenta sigarette; gioco a poker una volta ogni due settimane,

ma a possibilità di accesso a droghe pesanti proprio non ci siamo...

Con la pornografia direi invece che sono a posto.

 

Nonostante questo le persone che non cadono in questi stravizi

non mi paiono cerebralmente più vive di me

e questo vale in generale per tutte le epoche storiche.

Le persone caste e astemie, gli inetti al gioco o altri "astinenti"

non mi paiono né "più intelligenti" né "meno condizionati".

 

L'assoluta maggioranza delle persone problematiche che conosco

(gli omofobi e altri intolleranti, gli ansiosi e depressi, gli assetati di potere e gli svuotati di ambizione)

sono persone che mi paiono per natura resistenti a quasi ogni genere di tentazione.

 

Non solo i "viziosi" mi sembrano più sani delle persone integre;

ma persino le società umane mi sembrano tanto migliori

tanto più indulgono negli stravizi e li lasciano liberamente disponibili.

Anche per una persona sana è meglio vivere in Olanda che in Grecia

o in California rispetto alla Utah.

@@Icoldibarin io non mi sento assolutamente educato dalla società, non mi ci riconosco in gran parte e non mi sento rappresentato

dalla gran parte dei ragazzi miei coetanei, quindi fino a che non realizzerò il contrario sentirò di essere il prodotto dei miei genitori.

D'altronde la televisione non affronta temi importanti, gli insegnati sono assenti e gran parte di ciò che ci circonda riguarda il

superfluo, le vere domande, i veri dubbi, chi li risolve?

Non dico sia una cosa positiva, anzi mi piacerebbe che fosse la società ad essere il motore principale della nostra educazione,

però è pure vero che è un'utopia. Quello di cui mi lamento è che mancano dei punti di riferimento, una volta che si hanno

si sa perfettamente cosa puoi fare e cosa non puoi fare senza crearti troppi problemi: si è molto più equilibrati.

Nonostante questo le persone che non cadono in questi stravizi

non mi paiono cerebralmente più vive di me

e questo vale in generale per tutte le epoche storiche.

Le persone caste e astemie, gli inetti al gioco o altri "astinenti"

non mi paiono né "più intelligenti" né "meno condizionati".

 

 

Senza scomodare le epoche storiche, chi ha un atteggiamento esageratamente moralista poi finisce per cadere più in basso, perché ci sono esigenze umane che non svaniscono con questi discorsi.

E non ci vuole chissà quale analisi sociale, basta leggere ciò che viene scritto in tematiche etiche e certi commenti nella secret area...

Icoldibarin

@@Dogville: Ma anche se non ti riconosci in quello che la società ti ha insegnato non significa che essa non lo abbia fatto. Il lato positivo della vicenda è che quando una persona riceve diverse tipi di educazione come nel tuo caso è più libero di discernere. Ma se l'educazione che un individuo riceve dai genitori, dai coetanei, dalla colletività, dai media è monoimpostata sarà molto difficile ragionare secondo diversi termini.

Però il problema che tale fenomeno non sia la causa ma è un sintomo, è la domanda che determina l'offerta, e se la domanda c'è, significa, che molte persone per sentirsi vive, appagate e per rilassarsi hanno davvero bisogno di questo tipo di stimoli, ne hanno la necessità.

 

questo non è più vero, oggi: intendo non è più vero che la domanda determina l'offerta

come insegnano i "sacri" (ironico) testi di marketing, che sostanzialmente è la scienza di manipolare i bisogni ed è applicata da tutte le multinazionali di beni di largo consumo, il vero obiettivo è creare oggetti o "merci" che provochino il bisogno: è questo il vero modo per vincere la concorrenza e fare profitti

 

per quanto riguarda i molti altri interventi a favore della libertà di sperimentare: non volevo mettere in discussione questo aspetto

volevo proporre un discorso che è, o tenta di essere, più sottile: ed è quello di valutare consapevolmente il tipo di potere che si nasconde dietro l'apparente libertà illimitata lasciata alla scelta del singolo, libertà che esiste in quanto le sono date infinite possibilità che non rispettano spesso neanche i limiti più banali, come quelli di sopportazione fisiologica, e a volte violentano la stessa identità psicologica

in particolare quale sia la natura di questo potere, come venga esercitato, da chi venga esercitato e con quali finalità (ammesso che esistano)

questo potere si riconosce con difficoltà perché si esercita dall'interno della persona e si esprime come scelta, per cui noi tutti crediamo di esserne i totali padroni e di averlo disponibile in ogni momento, ma la scelta in realtà è facilmente manipolabile dalla controparte, apparentemente passiva, ovvero da ciò che può essere scelto

è semplicemente un "sapersi contenere"? come ben sapete uno dei modi più semplici per riconoscere in un altro una dipendenza è nel momento in cui quello dice di poter smettere in qualsiasi momento....

Edited by conrad65
Thelema 93

@Conrad65

Mi sembri Julius Evola!

Sono d'accordo con te quando dici che tutti questi vizi impediscono una presa di coscienza da parte degli uomini.

Sono meno d'accordo con te quando suggerisci che sarebbe molto meglio per gli uomini che questi vizi fossero meno accessibili. Chi sei tu per sapere cosa è meglio per gli altri uomini?

Non bisognerebbe mai spingersi a cercare il bene degli altri uomini, a provvedere per gli altri, perché dietro a questa spinta umanitaria c'è sempre, sempre, mascherato, un desiderio di controllo. Una persona sana, che ha a cura la propria libertà prima di tutto, non si preoccupa di procurare la libertà agli altri, perché è libera dalla loro influenza. Viceversa, chi cerca di imporre al mondo una libertà che intravede, manifesta la propria incapacità di agire su se stesso tentando di agire su un mondo che non risponde al proprio posto dei sogni!

Scusa se sono stato troppo diretto, è tardi e sono stanco!

privateuniverse

Come difendersi? La difesa è possibile singolarmente, credo, e tramite aggregazione di simili, con cui stabilire una comunanza

di vita, di scambi culturali e umani. Le principali difese sono la cultura; inoltre la forza, indispensabile per far perno su sé stessi;

l'amore, l'amicizia, e in generale il sentimento, per poter entrare in relazione con altri esseri umani a livello umano, e in funzione

di difesa da questo quadro generale un po' insensato; e infine l'intelligenza, che ti permette di capire dove e cosa cercare nella vita.

 

Per tutto il resto, per tutti i meccanismi d'ordine planetario-generale, si è a priori sconfitti o quantomeno emarginati.

 

E' una difesa disperata.

Hinzelmann

L'assoluta maggioranza delle persone problematiche che conosco

(gli omofobi e altri intolleranti, gli ansiosi e depressi, gli assetati di potere e gli svuotati di ambizione)

sono persone che mi paiono per natura resistenti a quasi ogni genere di tentazione.

 

Sono resistenti ad un certo tipo di tentazioni ( sesso, droga, "rock and roll" metto le virgolette

perchè non significa più letteralmente questo oggi ) ma forse cedono ad altre più istituzionalizzate

come il rimbecillimento televisivo, l'overdose di stimolazioni pubblicitarie, la real tv che è una estensione

del messaggio televisivo alla vita "reale" degli spettatori ( con una serie di simulazioni etc. )

Beh, allora "sesso droga & rock and roll" sono un vaccino,

perché a me i viziosi mi sembrano sempre meno rincoglioniti dei sani.

 

E non parlo dei "moralisti estremisti", sarebbe troppo facile dire

che Bush, Bin Laden e Ratzinger

(e pure Hitler e Stalin se fossero ancora vivi)

sono sobri, casti e contro droga e pornografia.

E non parlo nemmeno degli "immoralisti estremisti"

che sono il fiore d'arte e filosofia del nostro pianeta

e il motivo per cui sono orgoglioso di essere uomo.

 

Il mio voleva essere un discorso "più medio".

La mia professoressa di Greco dice sempre che la migliore arma è la cultura, sempre e comunque.

La società di oggi è, come dici tu, sicuramente piena zeppa di cose sbagliate, ma in fin dei conti sta al buon senso di ognuno imparare ad evitarle.

 

Quanto ai bambini e alle altre persone più "adescabili", credo che per loro si possa solo cercare di educarli come si deve e salvaguardarli, il che alla fine è un po' una responsabilità di tutti no?

 

Insomma dovremmo cercare di aiutarci a vicenda, evitare certe cose ed andare avanti, ma in fin dei conti credo che ognuno di noi sia succube di almeno uno dei milioni di input sbagliati che ormai ci arrivano da d' ovunque: quello beve, quello si blocca davanti alla tv e si inonda di cavolate, quello fuma, quello si droga etc...

Anche se magari si tratta di cose di poco conto, sempre succubi si è, e la cosa che trovo più divertente è che spesso nemmeno ce ne accorgiamo! Chissa quanti messaggi sbagliati capto ogni giorno e mi avvelenano la mente, ed io nemmeno lo so! o.ò

Credo che il punto sia proprio quest'ultimo che hai detto @Agron, la sfida sta nel cercare di rendersi conto quando si inizia ad essere succubi di qualcosa e nel decidere di non esserlo. In tutto ciò intelligenza e cultura aiutano in maniera qualificante, come dice la tua prof.

Cioè davvero pensate che tra un parrucchiere e uno studente di fisica

il primo dovrebbe essere più succube di alcol e droga del secondo?

Sarebbe una specie di classismo?

Anche considerando il fatto che per me è vero il contrario.

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