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Lavoro negato ai gay


Almadel

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BruisePristine

dipende sempre dal lavoro che si cerca...

in lavori in negozi non mi pare che c'è molta discriminazione, anzi il 95% sono froci :\

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Giusto... quindi se sei gay non puoi mirare in alto, devi accontentarti di lavorare nei negozi. Poi puoi sempre metterti una parrucca e andare a battere, è pur sempre un lavoro.

Dai Bruise, a parte gli scherzi, pensa a quanti laureati, con esperienza, professionalità e capacità vengono scartati ai colloqui perchè gay. Oltre a quelli che vengono licenziati perchè gay.

E' orrendo, ma a volte bisogna nascondere (per l'ennesima volta) il proprio orientamento sessuale per far carriera.

E' ingiusto.

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Come dimostra l'articolo, più il profilo è qualificato

più quello stage inventato all'ArciGay pesa negativamente

e quindi vengono penalizzati più gli ingegneri dei commessi.

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io conosco un avvocato che è stato licenziato perchè Gay... è una cosa ingiusta tutti hanno il diritto di lavorare indipendentemente dal loro orientamento sessuale

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Frattaglia

Domanda banale: come capivano che erano gay solo dalla foto?

 

Se leggi l'articolo lo spiega.

Per far capire che il candidato era gay, inserivano uno stage presso l'Arcigay o un'associazione simile...

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Icoldibarin

Devo riportare però che almeno in ambito universitario ci sia un buon numero di docenza omosessuale che non mi sembra sia soggetta a discriminazioni lavorative.

È fortemente probabile che in ambito privato dipenda tutto da chi seleziona il personale, se è omofobo è abbastanza consequenziale che discriminerà.

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Credo anch'io che il fenomeno colpisca maggiormente i privati, ma ciò non è una consolazione... se uno è gay non è che ciò lo rende inadatto a svolgere un lavoro!

Peccato che si facciano discriminazioni di questo genere... non solo dal punto di vista dei diritti civili (ciò è ovvio, o dovrebbe esserlo almeno!), ma anche dal punto di vista economico, visto che spesso si nega il lavoro a persone qualificatissime che avrebbero molto da dare. Ignoranza e cattiveria vanno spesso a braccetto... e chissà che la crisi tagli i rami secchi anche se può sembrare brutto da dire!

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Hinzelmann

Dall'articolo si desume che i profili professionali indagati erano sette:

impiegato amministrativo, impiegato contabile, operatore di call center,

receptionist, addetto alle vendite segretario e commesso.

 

E' probabile che il commesso sia meno danneggiato del segretario,

ma i profili sono abbastanza omogenei come livello di inquadramento

 

Peraltro non sarei neanche sicuro che un'alta percentuale di gay

in negozi "chic" sia positiva, se a questo corrispondesse una percentuale

bassa in negozi "medi".

 

Esiste una forte disomogeneità non solo fra ingegnere e commesso, ma fra

commesso e commesso ( per non parlar del fatto che certi negozi con certi

prezzi nel maschile vendono moltissimo a gay...quindi ci si vede molto per

ovvi motivi: saremmo impiegati in negozi targati su una clientela più gay )

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mah, ho idea che la realtà sia sempre molto più complessa di quanto la possano formalizzare sondaggi e paradigmi

la discriminazione contro gli omosessuali c'è, e negarlo sarebbe la cosa più stupida al mondo, ciò non toglie che nel mercato del lavoro - e ne sono convinto - non sia così frequente l'elemento ideologico: più spesso sono pregiudizi di altra natura

il frocio spesso e volentieri è visto come la sfranta-donna-mancata, figurarsi se il direttore del cantiere lo prenderebbe come manovale.. non ha la costituzione fisica adatta; che è poi la ragione che fomenta il fenomeno opposto, e cioè l'identificazione del gay con la figura professionale del commesso, in quanto smilzo, fashion e modaiolo

c'è anche un altra grande divergenza, tra le grandi imprese, poche in italia, e la piccola e media impresa che produce la stragrande maggioranza del nostro pil.. ovviamente l'ikea avrà delle linee di condotta diverse dalla conceria di santa croce sull'arno, un'apertura diversa data forse da una forte impersonalità date le dimensioni, dei calcoli pratici diversi, pensiamo alla mobilità: altro pregiudizio è che le storie omosessuali non durino, o che comunque non costituiscano famiglia, il che a me imprenditore risulta fattore di rischio. Visto che tu frocio non hai legami, chi mi garantisce che tra dieci anni tu rimanga nella mia azienda a produrre? mentre se hai famiglia e legami, è molto più difficile pensare uno spostamento. Dall'altra parte l'ikea è va molto più sul sicuro: vuoi cambiare paese? bene, scegli una filiale, tanto noi siamo ovunque, in francia o in canada, basta che tu continui a portare profitto a noi

e poi ancora, nello specifico di questo periodo davvero disastroso per l'occupazione, ai datori di lavoro è possibile un grado di cernita altissimo, possono permettersi una selettività rigorosissima, tanto se non sei te quello che fa per noi ne trovo altri dieci; così com'è vero che in perdiodo di boom tutto l'ambaradan assumerebbe tendenza inversa, il limite, diciamo così, tenderebbe a zero: c'è troppo da fare e troppi pochi lavoratori, non mi interessa se sei frocio o chissà cos'altro, ci pensiamo dopo, adesso lavora

quindi è inutile additare gli italiani come omofobi solo sulla base dell'ideologia (e non sto dicendo che non succeda, lo ripeto), ci sono dietro anche calcoli ed esigenze produttive dettati dal periodo di recessione, dal grado di espansione dell'impresa, dal carattere specifico più conveniente che può offrire un lavoratore etero piuttosto che uno gaio (figli, coniugi e tutto il resto)

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...bè, è una cosa antipatica...

ritengo che sia più intellligente omettere certe cose da un curriculum destinato a certe aziende,

e viceversa...

Edited by schopy
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Pensare che qui la mia azienda preferisce promuovere un gay sposato soprattutto se il marito/moglie lavora con noi pure piuttosto me che sono single.. per motivi di stabilità a quanto pare..

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E' difficile entrare nella testa dei selezionatori del personale...

(se di grandi aziende si tratta intendo)

una volta erano gli psicologi a far questo mestiere, oggi spesso sono i laureati in filosofia meno creativi

(non credo sia proprio un lavoro molto appagante).

 

Forse le donne in genere avrebbero di che lamentarsi,

perché il fatto che siano assunte con più difficoltà non è solo un luogo comune...

 

Personalizzare i curricula nell'immediato è una mossa scaltra;

pure se si ha un titolo di studio troppo alto per il lavoro per cui ci si propone,

meglio ometterlo...

Naturalmente son piccole codardie;

nello specifico, forse è bene cercare di creare curricula il più possibile ad hoc a seconda del posto in cui ci si propone..

Dando maggior risalto ad alcune cose e meno ad altre.

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Fatto sta che non è che uno sul curriculum scrive che è gay. Quello fa parte della vita privata e non c'entra niente con le esperienze lavorative. Io ai colloqui non dico che sono gay, semmai se mi assumono lo dico ai colleghi col tempo perché non mi va di fare una vita falsa...

Purtroppo invece se sei donna (e soprattutto, una donna non fashion e non bellissima) si vede subito.

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Fatto sta che non è che uno sul curriculum scrive che è gay. Quello fa parte della vita privata e non c'entra niente con le esperienze lavorative. I

 

 

Dipende, c'è gente che gli si legge in faccia: ad una selezione di lavoro a cui partecipai anni fa uno fu scartato proprio perchè era molto effemminato, cosa sicuramente ingiusta, ma testimonianza del fatto che molti vengono sgamati anche senza scriverlo nel curriculum.

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Bè ma il punto è che la differenza riscontrata è enorme!!! E soprattutto se ci si pensa un tirocinio fatto ad Arcigay significa anche aver fatto un'esperienza di lavoro in una delle associazioni più grandi in Italia...quindi, evidentemente, la possibilità di assumere un ragazzo gay è davvero negativa per molti selezionatori se annulla anche le qualifiche a livello di titoli e di esperienze lavorative! Quindi la questione è di una gravità estrema!

 

Interessante che per le lesbiche la cosa sembra non valere...e anzi lo stereotipo della lesbica che sarà concentrata sul lavoro e non avrà figli (si tratta quindi di selezionatori che non hanno idea di cosa omogenitorialità significhi) possa essere d'aiuto nella ricerca di un lavoro. Ammesso e non concesso che sia vero...

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  • 2 weeks later...

per legge non possono nemmeno chiedere se sei sposato, se sei incinta.. per cui perchè dovrebbero sapere che sei gay? La vita privata non deve entrare in un colloquio lavorativo. Il colloqui dovrebbe essere il più asettico possibile.

 

Come dice @@araas poi ai colleghi tipicamente lo si dice per convivere in sincerità, ma se devo farmi valere in un colloquio, e l'esperienza fatta in un circolo arci non da valore aggiunto al lavoro... che senso ha metterlo? Mi sembra un po' pretestuoso.

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L'ho letto e l'avevo già letto a suo tempo. Proprio per questo dico... se devo fare un colloquio per un'azienda Informatica, dire che ho fatto uno stage all'Arcigay non da valore aggiunto.

Se devo fare un colloquio per una società di marketing, probabilmente potrebbe "fare curriculum" se in qualche modo collegato.

 

Visto che i dati privati non devono "inficiare" un colloquio, secondo me dirlo è necessario solo se propedeutico all'assunzione. Altrimenti, è pretestuoso.

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Ci sono moltissimi modi in cui un curriculum uno stage all'ArciGay

(o a Legambiente o alla Curia o all'Ambasciata del Cile)

possa essere collegato al lavoro di cui si fa richiesta.

 

Non credo proprio che chi ha fatto l'indagine

abbia messo "ho curato il sito di ArciGay Brescia"

in un curriculum destinato a un ristorante, no?

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Beh da come è posto il servizio è legittimo pensare che lo abbiano fatto inserire in tutti i CV per "testare" le reazioni. Chiaramente quindi un eccesso.

 

Se come dici tu, mando un CV ad un ristorante, non scrivo dell'arcigay proprio perchè non da valore aggiunto.

 

Per questo il "test", per come è stato fatto, mi lascia un po' perplesso. (Questo non vuol dire che nel mondo lavorativo italico non ci sia discriminazione...)

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Ma infatti non l'avranno fatto in questo modo, ché non avrebbe senso.

Non vai a inficiare un esperimento simile mettendo stage all'ArciGay "a caso";

anche perché dal barista all'informatico, dal comunicatore al selezionatore del personale

è sempre possibile mettere l'informazione "ho lavorato per l'ArciGay" in modo contestuale.

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Infatti.. sarebbe utile capire cosa hanno fatto di preciso.

Peccato che non abbiamo pubblicato un facsimile di CV per vedere come lo avevano impostato. Così è aperto a troppe interpretazioni...

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