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Si può scoprire di non essere gay?


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AndrejMolov89
L'orientamento sessuale preso in considerazione dall'uomo medio è facile da stereotipare. Se ti piacciono gli uomini e sei un uomo sei gay. Se ti piaceranno domani eri gay e non lo sapevi ma è possibile che passi anche attraverso un momento di confusione (bisessualità).

 

L'orientamento sessuale preso in considerazione dalla medicina dice: L'orientamento sessuale si forma ed è sensibile alla genetica e all'ambiente e alla commistione di entrambi in una creazione di stimoli risposta talmente infiniti da essere difficili da ritrovare. Omosessualità, eterosessualità e bisessualità sono varianti dell'orientamento sessuale e non tappe dell'evoluzione psicosessuale.

Secondo me questa definizione è contraddittoria(* incompleta, più che contradditoria) :

L'orientamento sessuale è la risultante di determinati processi: interazione tra persona e ambiente, interazione tra diverse persone, è qualcosa che secondo questa definizione è il prodotto della propria personalità con la "vita", cioè, gli eventi e i luoghi in cui la persona si trova e interagisce. Se l'orientamento sessuale è un prodotto, allora perché non può essere definita una tappa e solo una variante?

L'unica spiegazione che mi permette attualmente di spiegare questo concetto è che vi sia una "sessualità amorfa" dentro ognuno di noi, in cui l'orientamento ne rappresenta una modalità e che questa modalità è il prodotto di determinati fenomeni, e che non abbia senso di parlare di tappe, perché è un evoluzione continua. Cioè, la sessualità amorfa, di cui gli orientamenti sessuali sono soltanto delle modalità di esistere, non è "quantizzata". Secondo me, è un po' dubbia come definizione.

 

 

Di maschi che hanno avuto attenzioni verso il proprio sesso, che hanno pure avuto dei rapporti sessuali ma che hanno passato tale fase confermandosi eterosessuale è pieno il mondo. Il punto che vi manda in confusione è proprio la rigidità con la quale definite gli orientamenti. E' normale che un gay non possa diventare etero quando un gay è un uomo che è attratto da altri uomini e che con essi si dia appagamento stabilmente tale da indicarne l'orientamento. Allora tutte le esperienze omosessuali fatte tra i 14 e i 17 anni cosa sono? E chi sono coloro che le compiono?

Questo punto è interessante, perché mi pone un altra questione: la fluidità sessuale è un fenomeno dipendente dal tempo? Cioè, se io ho una persona con una fluidità sessuale X, questa rimane costante nel tempo? Se non rimane costante, è importante capire da dove parta l'evoluzione psicosessuale? Cioè, una persona che è attratta sessualmente dagli uomini da quando ha 11 anni, quante probabilità ha di variare il proprio orientamento dopo 10 anni, 20 anni, 30 anni?

 

Vorrei inoltre sottolineare che il post di Isher mette in luce altre problematiche, cioè, vi siete fissati un po' tutti sull'orientamento, ma non sulle condizioni a contorno dell'orientamento, cioè, se in questo periodo è poco probabile che un determinato fenomeno accada, è possibile che tolte determinati fenomeni ritenuti causa di questo "smorzamento", vi sia una situazione simmetrica tra etero-gay gay-etero? :D

Inoltre, rimane il fatto delle terapie riparative: il fallimento delle terapie non esclude di fatto che l'orientamento sessuale cambi. E' la prova che l'evoluzione psicosessuale è qualcosa che accade indipendentemente dalla volontà ^^

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Loup-garou
Se accettiamo che essere gay corrisponda a

"provare desiderio sessuale verso persone dello stesso sesso"

e "non provarlo per persone di sesso opposto"

dubito che di punto in bianco possa mutare l'oggetto del suddetto desiderio...

Questo è il punto che ci tenevo a precisare nei miei interventi, ma che temo di non aver messo abbastanza in chiaro.

 

Ovviamente la parola "gay" ha significati molteplici. Se un ragazzo mi dice di essere gay, io automaticamente penso che, oltre a piacergli i ragazzi, non gli piaceranno le ragazze. Altrimenti si sarebbe definito "bisex".

O perlomeno che le ragazze non lo interessano, dato che abbiamo visto che molti bisex alla fine optano per definirsi gay o etero, prendendo una scelta sul loro stile di vita futuro. In questo contesto infatti definirsi gay, etero, bisex ha una valenza sociale, io voglio comunicare qualcosa al resto della società definendomi in un certo modo.

 

Ma se parliamo di orientamenti e non di categorie, io "gay" non lo considero contrapposto a "etero". Il bisessuale non è un terzo orientamento distinto da gay e etero, ma è una persona che è sia gay sia etero.

Quindi per me la definizione di gay, quando si fanno questo tipo di discorsi, si ferma a "attrazione per lo stesso sesso". L'attrazione per il sesso opposto può esserci o non esserci, ma va valutata indipendentemente.

 

Invece noi, condizionati dall'uso che di questi termini facciamo in società, automaticamente assumiamo che una cosa escluda l'altra.

Il risultato è che se un gay scopre di essere attratto anche dalle donne, considerata la pressione sociale e interiore che subisce verso la "normalità", inizierà a considerarsi solo etero e "rinsavito".

@Loup-garoup

Non mi hai convinto.

Continuo a credere che gay ed etero si chiamino così proprio perché la definizione del loro orientamento sessuale presuppone, o implica, un'esclusione.

 

Se abbiam sentito la voglia di dichiararci come gay, se pensiamo a noi stessi come persone omosessuali, non è solo qualcosa di "positivo" (l'attrazione per persone del nostro sesso) a definirci...c'è sempre un negativo, un ritaglio delle cose che ci fa dire "io sono gay"...es. il fatto che non proviamo un desiderio erotico per le donne paragonabile a quello che proviamo per gli uomini...

Loup-garou

Ma infatti forse ti è sfuggita la distinzione che ho fatto tra categoria (o etichetta, se preferisci) e orientamento.

 

L'etichetta è una cosa che ti dai tu, quindi ovvio che se scegli di definirti gay è perché non solo affermi di essere attratto dal tuo stesso sesso, ma anche di non esserlo da quello opposto.

 

Ma l'orientamento, quello che non scegli tu ma che scopri in te stesso (indipendentemente da come si sia formato, innato o ambientale non è rilevante), quello non va a esclusione. Contrapporre gay a etero non ha nessun senso qui.

E visto che stavamo parlando di fantomatici gay che si scoprono etero, è di questo secondo aspetto che dobbiamo parlare.

 

Quello che posso concepire sono persone che si sono definite gay (etichetta), ma che hanno scoperto più avanti nel tempo di essere attratte anche dalle donne, quindi di essere bisex (orientamento). Questo può portare a definirsi etero (sempre etichetta) spinti dalla pressione sociale, così come può anche determinare nessun cambiamento di definizione oppure un cambiamento in bisex.

(Anche se diciamocelo, anche questa situazione non si verifica quasi mai).

Schopy, non sono d'accordo. L'etichetta dipende molto dall'orientamento "momentaneo" che un individuo vive. Se in questo momento sto in relazione o cerco prevalentemente una relazione omosessuale, è naturale che mi identifichi come gay, se invece sto in relazione o cerco prevalentemente una relazione con persone dell'altro sesso, mi fa comodo etichettarmi come etero.

L'orientamento però non è esclusivo, dato che in generale può cambiare nel tempo. Sono molte le storie di persone che hanno avuto esperienze significative con entrambi i sessi, senza che per questo si siano automaticamente identificati e certificati come bisessuali.

 

L'etichetta poi bisex non è affatto funzionale. Solo in rarissimi casi uno vive duplici relazioni contemporanee con entrambi i sessi. In tutti gli altri casi, la tua "zona di caccia" (per usare un termine brutale) è o gay o etero, andare a dire a un partner potenziale che sei bisex serve a poco e spesso è anche controproducente (causa pregiudizi su cui non entriamo), e quando hai una relazione sei individuato rispetto al tipo di relazione, e non è che vai in giro con l'elenco delle relazioni o con un marchio per dire che "oggi sono con un uomo ma l'anno scorso di questi tempi stavo con una donna".

 

L'esperienza nelle zone dove il problema della discriminazione sessuale si è molto diradato, è che in pochi sentono la necessità di identificarsi come "full gay". La maggioranza delle persone vive le loro relazioni attuali indipendentemente dal fatto che in precedenza siano stati etero o gay, e senza il bisogno di andare a certificarsi come bisex.

Un fantasma si aggira per il topic (invece che per l'Europa): e cioè che ammettere che un gay possa "diventare" eterosessuale, nel senso, per esempio, di avere una o più relazioni con donne che consideri appaganti e non cercare più relazioni con maschi (idem per le donne) significhi legittimare le "terapie riparative".

 

 

Penso che private abbia centrato il punto in pieno. Qualasiasi affermazione si faccia viene rigirata in chiave omofoba/bigotta come se stessimo alludendo a terapie riparative. Penso sia una battaglia persa.

Mah, comprendo il panico "istituzionale" di definire un passaggio ad una relazione soddisfacente etere come un disastro per l'immagine del gay furbo e soddisfatto che, forte della stimolazione prostatica, non torna indietro.

 

Però non è così. Da un punto di vista "funzionale" è chiaramente piacevole il sesso eterosessuale, sia pur con dinamiche diffferenti da quello omosessuale. Da un punto di vista emotivo, è una questione che cambia di persona in persona.

 

Certamente, il processo di accettazione della propria omosessualità, totale o "bisessuale", è talmente forte e richiede un tal abbattimento di barriere che lo si sente difficile tornare sui propri passi, come fosse una sconfitta. Un mio amico gay mi tacciava di "incoerenza", per la mia bisessualità.

 

Tuttavia, se nella mente della persona si sviluppa completamente l'abbattimento dei paletti mentali che uno si fa, e si libera finalmente di qualunque etichetta autoimposta, allora si rende conto che tutte ste discussioni di incoerenza e di terapie riparative son tutte sciocchezze.

 

Il vero passo di crescita di un individuo e contestualmente della società è l'accettazione del seguente principio:

Una persona si innamora e ama qualcun altro, con cui in quel momento si trova in sintonia mentale e possibilmente fisica. Che sia stesso o altro sesso, cosa conta?

Io non credo che si diventi gay e quindi non credo neanche che si possa diventare etero.

Credo che si possa incontrare una persona, ed innamorarsi di lei, a prescindere dal sesso biologico di appartenenza.

Per cui ti rispondo: no, per me non si può diventare etero, ma non escluderei che dopo aver amato persone dello stesso sesso ci si possa innamorare di una persona del sesso opposto. A me è successo.

[ anche se il discorso sesso nel mio caso è un attimino più complesso, ma per facilitare la cosa dirò che sto parlando di sesso biologico ]

Ma nessuno pensa che sia "sbagliato" per un gay mettersi domani con una donna :D

Nella ipotetica "società aperta" a nessuno sembrerà di aver ceduto all'omofobia istituzionalizzata

se da un momento all'altro si innamora di una bella cinquantenne invece di un ventenne punk...

Sarebbe anzi un mondo molto divertente che - se fosse possibile - anche ci auspicheremmo.

 

A me farebbe ridere anche una persona a cui sono piaciuti i Bear tutta la vita

che mi dicesse: "E se da domani i Bear non mi piacessero più?"

Al massimo potrà capitare che gli piaccia un singolo ragazzo magro,

come a un gay potrà succedere che gli piaccia una singola donna.

Come direbbe Tom Robinson: "Non sono un bisex, sono un gay a cui piace una donna"

 

Non è mica che si va all'Inferno Gay se capita!

E' chiaro a tutti se l'episodio di eterosessualità è una involuzione

(smetto di avere amici gay, smetto di andare al Pride, smetto di fare la drag queen)

o se invece è un episodio nuovo nella propria storia personale.

"Nessuno" è una parola grossa.

Essere bisex è per la maggiorparte della gente gay "sospetto" a prescindere come già altrove si è evinto, figuriamoci se uno all'improvviso dopo una sana militanza gay si va a scegliere un partner dell'altro sesso. Conosco lelle che per questo potrebbero anche arrivare alla lapidazione pubblica..

 

Diciamo che nel mondo ideale, si capisce quando una relazione etero dopo una gay è un nuovo capitolo della propria vita oppure una resa alle pressioni esterne.

Certo che è "sospetto"; lo è proprio perché non siamo nel "mondo ideale"

e nel "mondo reale" se il ragazzo che ti faceva pompini si trova la ragazza

improvvisamente smetterà di parlarti...

 

"Il militante gay che si sceglie un partner di un altro sesso"

è un'ipotesi troppo remota per essere presa in considerazione.

Ho però un'opinione dei gay molto alta in tale senso:

il mio ultimo rapporto con una donna risale a 4 anni fa (con una militante lesbica)

e nessuno dei miei compagni di militanza ha fatto una piega;

perché ci vuole molta fantasia per immaginare che io ceda a "pressione omofobe".

E certo non ho le paure di Flacomagico sullo "scoprirmi non gay" :D

 

Rassicurati i gay che non si tratta di una "coltellata alla schiena"

e dimostrato loro che non si aspira affatto a una "vita normale";

non c'è nulla da temere dalle loro reazioni

(non so come funzioni per lesbiche, ma al Pride di Viareggio

nessuno ha preso a calci il ragazzo di Alex.)

@ molto bella la tua riflessione.

L'orientamento sessuale essendo connaturato alla fisiologia umana non è possibile definirlo esattamente un suo prodotto poichè è destino dell'uomo costruire un rapporto neurofisiologico fra stimoli e risposte che a prescindere da tutto verrà comunque a costituirsi. Però essendo soggetto a delle sensibili variazioni ed essendo "pilotato" da numerose dinamiche diciamo che l'orientamento sessuale è analizzabile fisiologicamente come innato (il fatto che appaia) e psicologicamente come appreso (cognitivamente parlando, la presa coscienza di ciò che ci attrae). Una terza natura dell'orientamento è quella sociale (cioè quello che essere attratti da.. significa per gli altri e come questa percezione influenza la nostra percezione.

 

Io ritengo che l'approccio spontaneo privo di ogni influenza personale sia il migliore in ogni campo. Ci permette di non cadere in trappole mentali, pregiudizi e profezie autoavverantesi. Questo non vuol dire che io non abbia idee fisse su niente ma, in un certo senso, preferisco metterle in discussione come se non mi aspettassi la risposta che verrà. Per cui se l'orientamento si fosse scoperto essere "forzato" con le terapie riparative non avrei detto essere una bugia solo per la paura di come questa scoperta potesse essere usata. Ci sono ben altre cose da considerare oltre la natura dei fenomeni, a cominciare dall'etica. Il fatto che al mondo nascono più donne ci autorizza questo a farle fuori alla nascita?

 

Ora, considerando quello che mi dice la scienza e cioè che natura sessuale non corrisponde per forza a genere sessuale (alex docet) e che natura sessuale non corrisponde per forza ad orientamento sessuale mi chiedo come mai queste varianti si mescolino e come.

Fermo restando che questa variazione sia parte della natura umana, perchè in essa è manifesta ed innegabile, perchè un uomo che ha il pene, anatomicamente e geneticamente selezionato per penetrare la vagina preferisce penetrare l'ano di un altro uomo? Perchè nutrire dei sentimenti quali amore, gioia, ecc per una persona del proprio sesso al punto da costituire una famiglia quando è comune il fatto che ciò accada con l'altro sesso?

Perchè reazioni psicofisiologiche mediamente presenti per un sesso si manifestano per l'altro?

 

Il perchè ce lo dice sempre la scienza e la medicina.

L'essere umano è fatto da e di selezioni genetiche, ambientali e un mix tra i due.

Così come la lingua, l'intelligenza, l'emotività anche l'orientamento sessuale è soggetto al proprio corpo e all'ambiente e su di noi entrambi scrivono il nostro presente e futuro cognitivo al punto da formare un complesso essere umano con una personalità ed un'orientamento sessuale defnito.

L'uomo non ha solo processi cognitivi innati. Molte cose di ciò che siamo vengono scritte col tempo e su fogli geneticamente precompilati.

La presenza di determinati ormoni mi rendono uomo ma non è detto che io finissi col sentirmici (ma la genetica gioca un ruolo determinante tant'è che le confusioni di genere sono rare). La presenza di determinati tratti fisici, ormonali e neuronali e ambientali mi hanno reso un uomo gay (ma non è detto che lo fossi, sarei potuto essere etero o bisessuale o pansessuale se determinati incontri si fossero verificati)..

 

E via discorrendo..

 

(non so come funzioni per lesbiche, ma al Pride di Viareggio

nessuno ha preso a calci il ragazzo di Alex.)

 

Infatti secondo me il punto sta proprio lì.. nel dimostrare che non è una scelta, è semplicemente amore, e non per questo tutto ciò che c'è stato prima viene cancellato. Se un ragazzo che si è dichiarato gay improvvisamente si mette con una ragazza ed inizia a negare qualsiasi precedente relazione omosessuale io penso che si stia rinnegando, non certo che sia "rinsavito", ma se quello stesso ragazzo riesce a dichiararsi come tale e non diventa improvvisamente insensibile ai temi LGBTQ allora penso che ha semplicemente seguito il suo cuore. E questo è stato il mio caso.

@Alex.

Mi auguro infatti che nessuno ti abbia mai fatto storie.

Al già citato Sciltian Gastaldi io mi sono sempre rapportato con molta simpatia;

con molta più simpatia rispetto anche ai bisessuali del forum che

- tranne eccezioni o per sprazzi - mi paiono ancora problematici.

 

"Essere orgogliosamente omosessuali" è una tappa esistenziale troppo importante:

raggiunto questo traguardo è assolutamente irrilevante la vita sentimentale concreta.

 

Se la pietra di paragone della bisessualità fosse Robinson o Sciltian Gastaldi;

se le coppie come quella di Alex. venissero al Pride a manifestare

quanto meschini dovrebbero essere i gay e le lesbiche per dire una sola parola contro?

Questa meschinità gay e lesbica - a conti fatti - direi che non esiste affatto

(e se ci fosse e non me ne sono accorto, mi scuso anche a nome loro).

 

La situazione miserabile che abbiamo - per ora - sono i bisessuali

che si sprecano in distinguo sulla "provocazione" o sul "sessocentrismo"

o difendono il diritto di dichiararsi eterosessuali di fronte ai suoceri quando si sposeranno.

Questo è proprio il contrario di quella "società aperta" che i gay e le lesbiche vogliono

e che i bisessuali fingono di volere quando credono di doversi difendere

da ostilità gay e lesbiche inventate e che dimenticano improvvisamente

quando devono difendersi da ostilità eterosessuali reali.

 

Per noi non è un tradimento se ti trovi una persona di un altro sesso come partner;

per noi è un tradimento quando ti andiamo bene solo per i locali e non per le manifestazioni;

solo per i siti di incontri e non per il coming out in famiglia.

 

Mai avuto dubbi sulle ragazze, anche prima di vedere Alex. a un Gay Pride.

Mai su Ariel, Divine o Frattaglia; perché non hanno mai detto una parola contro le lesbiche.

Quasi tutti i maschietti invece stanno ancora sulla Montagna del Sapone

e ragionano per compartimenti così stagni che il giorno che ci scenderanno

saranno più gay della marmellata di ciliegie sulle fragole.

AndrejMolov89

@@Aquarivs : Grazie Aqvuarius per il tuo contributo :D, in ogni caso si parla di orientamento "dato", cioè, qualcosa che comunque essendo un, permettemi il termine, prodotto, è qualcosa che è "quasi" necessaria date il tuo vissuto e il tuo essere ^^ in quest'ottica le teorie riparative non possono essere utili, per il semplice fatto che sarebbero funzionanti solo se l'orientamento non fosse necessario. Scusa il linguaggio ma non so come esprimere i concetti

Ilromantico

La bisessualità non è un orientamento? Il bisessuale non ha utilità nel dire che è bisessuale?bsx= "anch'io ho fatto sesso con una donna"(ma che c'entra?)?I bsx del forum sono "problematici"(ma da che pulpito!)??

 

Ragazzi, con tutta la simpatia del mondo, ma che state a dire?

 

La bisessualità si che è un orientamento. Ti senti accomunato, ma non rappresentato totalmente né dagli etero né dai gay. Ci sono cose di questi orientamenti che detesti e cose che stimi, ma di fatto questo gusto e mescolanza tra i 2 orientamenti ne costruisce uno differente.

 

Il bisessuale si che ha il dovere, l'utilità e l'onestà di dire che è bisessuale. È la sua identità, non può nasconderla al partner nè ai suoi affetti più cari e, piaccia o non piaccia, un bsx non è un gay né un etero(per i motivi citati sopra). Se il mio compagno vede che alcune cose etero mi sembrano troppo dementi e altre gay mi sembrano troppo gaye o frivole, almeno sa già che è perché sono bisex. Se il solito etero si mette a fare paragoni tra amori etero e gay io da bsx posso smentirlo con totale obiettività. Se un gay invece deve convincermi che con le donne io ho solo "sperimentato" come ha fatto lui, io posso rispondere con totale onestà che ho amato alla follia molte donne che mi hanno insegnato cosa l'amore e il sesso è.

 

Un gay che fa sesso con una donna fa solo 'sperimentazioni' o sesso, ma non fa di lui una persona capace di provare piacere e attrazione puro per una donna, desiderarla o amarla. Risulta poco credibile nel voler mettersi nello stesso piano di un bisex o etero. Sarebbe come se un etero lo facesse nei confronti di un gay.

 

Non parlerai di soggetti "problematici", quando sfugge all'accusatore il senso più elementare della parola amare.

 

 

 

 

 

 

 

freud_sucks

Se il mio compagno vede che alcune cose etero mi sembrano troppo dementi e altre gay mi sembrano troppo gaye o frivole, almeno sa già che è perché sono bisex. Se il solito etero si mette a fare paragoni tra amori etero e gay io da bsx posso smentirlo con totale obiettività.

 

 

se essere bisex è questo allora io, che sono gay, in realtà sono etero.

@@Aquarivs : Grazie Aqvuarius per il tuo contributo :D, in ogni caso si parla di orientamento "dato", cioè, qualcosa che comunque essendo un, permettemi il termine, prodotto, è qualcosa che è "quasi" necessaria date il tuo vissuto e il tuo essere ^^ in quest'ottica le teorie riparative non possono essere utili, per il semplice fatto che sarebbero funzionanti solo se l'orientamento non fosse necessario. Scusa il linguaggio ma non so come esprimere i concetti

Infatti le terapie riparative non lo sono proprio per la natura dell'orientamento sessuale che è di per sè immutabile.

Quello che forse confonde in tutto questo è la coesistenza di un ossimoro evidente: l'immutabilità dell'orientamento e la possibilità che questo cambi.

Non è l'unica legge esistente in natura che, nonostante la sua manifestazione univoca, si manifesti con le dovute eccezioni. Resta fermo comunque il punto che l'uomo non possa manipolare queste eccezioni fino al punto di farle manifestare.

Nonostante la mancata presenza di una figura paterna possa portare all'omosessualità di un figlio maschio, questo non è detto che avvenga. Questo perchè non è il dato evento a condizionare l'orientamento ma è una concatenazione di stimoli-risposte genetico-ambientali nella quale gli eventi giocano da co-piloti.

Quindi se andassi da padre coppola a farmi fare due o tre sedute di elettrobibloshock non potrei certo aspettarmi che queste cambino lo stato della mia natura sessuale..

Edited by Aquarivs
  • 4 weeks later...

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