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Ciao , non so se è la sessione giusta , spero di non combinare macelli ;) volevo porre all'attenzione del forum un pensiero ....come si può essere gay ed essere felici o perlomeno trovare una serenità , o meglio stabilità interiore ? o almeno in cosa consiste la vostra serenità in rapporto all'essere gay ?

 

Personalmente :

- dichiararmi , e quindi accettarmi io prima di tutto per quello che sono ( manca )

- trovare la persona giusta con la quale condividere la vita , o un pezzo importante di vita ( manca )

- essere accettati , realmente , da famiglia e amici ( manca )

- vivere in un contesto sociale che mi permetta di esprimere quello che sono liberamente ( manca )

 

Per voi è così ? Mirate a questo ? ad altro ?

 

E ancora : pretendo troppo ? c'è qualcuno in questo forum che possa dire di aver raggiunto questi 4 traguardi e di aver trovato una stabilità ...datemi un po' di speranza ...

Edited by Spike88
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https://www.gay-forum.it/topic/20830-destinati-allinfelicit%C3%A0/
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- dichiararmi , e quindi accettarmi io prima di tutto per quello che sono ( manca )

be' accettarsi e dichiararsi sono due cose diverse e distinte.

manca l'accettazione o manca il dichiararsi?

finché non ti accetti non puoi dichiararti.

Le altre cose vengono di conseguenza.

Ciao Spike ! Io ho raggiunto solo il 1 obiettivo, da premettere che sono molto giovane. Si, è vero che un omosessuale non ha certo una vita facilissima, ma non devi demoralizzarti fino a questo punto. Anche io sono stato male perchè quì non riesco a trovare un altro gay, una persona con cui rappartarmi. Poi ho pensato che stessi correndo troppo. Il mare è pieno di pesci. Quindi la persona giusta per te la conoscerai ;) Poi perchè destinati all'infelicità? I problemi si affrontano e sirisolvono. Se 4 obiettivi, perfettamente realizzabili e non rappresentanti un qualcosa di inragiungibile, ti fanno stare bene, perchè non li realizzi?

Francamente la serenità interiore non dipende da fattori esterni ma dalla accettazione di te, della tua vita e della bellezza e della straordinarietà del mondo intorno e dentro di te.

Rispetto ai fattori che hai detto:

1) dichiararti è un fattore consequenziale alla tua volontà di mettere a posto i pezzi della tua vita. Se parti dal concetto che essere gay è una caratteristica, non un male, allora a un certo punto arriverai a comprendere che le persone care intorno a te non smetteranno di volerti bene perchè a te piacciono quelli del tuo stesso sesso. Certo, ci vorrà tempo, ma è tempo ben speso.

2) trovare la persona giusta è qualcosa che non è automatica anche per la persona più serena del mondo. Tuttavia vedere il mondo con l'anima libera ti consente di accettare meglio l'amore di qualcuno e di trovare la tua strada.

3) essere accettati realmente da chi ti circonda segue il coming out. Se leggi la sezione dei c.o. scoprirai che il percorso è stato fatto da molti e che per la maggiorparte di loro è stato un processo di liberazione e non certo una fustigazione continua. E' una scelta che viene con la crescita interiore.

4) il contesto sociale italiano non consente di vivere liberamente al 100% la propria omosessualità, però c'è un giusto compromesso fra privacy e libertà di espressione che consente a chiunque di vivere la propria vita tranquillamente, a parte qualche caso isolato, aldilà di diritti essenziali di coppia ancora da raggiungere, ma non credo che parlavi di questo. Ancora qui, è la propria serenità interiore che ti consente di vivere liberamente. Non è certo il mondo esterno a decidere come esprimerti.

 

Io come molti altri abbiamo raggiunto almeno 3 di questi 4 punti. Trovare la persona giusta è un capitolo a parte credo no? però ci si prova questo si.

 

La chiave è però accettare dentro di te che essere gay non è un male, non è qualcosa per cui essere rimproverati, o isolati o disprezzati. Può capitare che qualcuno ti disprezzerà e ti isolerà, ma se questo qualcuno ti vuole bene, prima o poi capirà, e se invece non ti vuole bene, ma che ti frega? lascialo fuori dalla tua vita.

 

Forza e coraggio spike88, nel 2012 essere gay non è così complicato in Italia almeno. Basta accettare qualche sguardo torvo e qualche voce dietro la schiena, ma sticazzi no?

Ciao , non so se è la sessione giusta , spero di non combinare macelli ;) volevo porre all'attenzione del forum un pensiero ....come si può essere gay ed essere felici o perlomeno trovare una serenità , o meglio stabilità interiore ? o almeno in cosa consiste la vostra serenità in rapporto all'essere gay ?

 

Personalmente :

- dichiararmi , e quindi accettarmi io prima di tutto per quello che sono ( manca )

- trovare la persona giusta con la quale condividere la vita , o un pezzo importante di vita ( manca )

- essere accettati , realmente , da famiglia e amici ( manca )

- vivere in un contesto sociale che mi permetta di esprimere quello che sono liberamente ( manca )

 

 

Le voci in mezzo non sono indispensabili per essere felici..

So che può essere difficile essere felici prescindendo da queste due cose ma nella vita si ci può sentire realizzati da soli e anche sapendo che come siamo non piace a molta gente.

Il discorso cambia leggermente a seconda delle età ma in linea di massima funziona..

Lo so ..avete tutti ragione in un modo o nell'altro ...solo non riesco a comprendere come si possa trovare una serenità in una società che ti considera "altro" , "diverso" , che ti obbliga al segreto , alla bugia ...come possiamo semplicemente fregarcene ? alla fine facciamo parte di una società , e ad essa dobbiamo rispondere in un modo o nell'altro ...non so...

Edited by Spike88

io sono sereno in quanto vivo la mia omosessualità in maniera del tutto 'neutra'

non ha alcun riflesso nella mia vita sociale, esco con etero, gay, bisex, senza problemi di nessuna natura (e sono out con tutti).

non è stato facile, ho avuto paura, ma non ho mai voluto celarmi per sottostare all'ignoranza della gente, anche a costo di prendermi batoste emotive (mi son dichiarato a partire dai 16 anni).

io sono sereno in quanto vivo la mia omosessualità in maniera del tutto 'neutra'

non ha alcun riflesso nella mia vita sociale, esco con etero, gay, bisex, senza problemi di nessuna natura (e sono out con tutti).

non è stato facile, ho avuto paura, ma non ho mai voluto celarmi per sottostare all'ignoranza della gente, anche a costo di prendermi batoste emotive (mi son dichiarato a partire dai 16 anni).

 

Ma ti senti accettato nel contesto sociale ? cioè provo a spiegarmi meglio : sei insieme al tuo ragazzo in pubblico...il "pubblico" condiziona il tuo comportamento ? ti limita ?

attenzione : non intendo tu personalmente se ti fai condizionare o meno ( quello riguarda il carattere di una persona ) , ma se avverti comunque un giudizio ( al quale poi puoi rispondere in vari modi ...) ; se non avverti nessun giudizio esterno significa che il contesto sociale non ti considera "diverso" ( il mio 4° traguardo ) , altrimenti si , e questo sentirti "diverso" ti fa stare ugualmente sereno ?

Non so se mi sono spiegato bene...

Hai bisogno di esprimerti in quanto gay e riprenderti quel ruolo vitale che ti appartiene che finora hai messo da parte.

L'accettazione da parte dei familiari e amici è importante per la propria crescita e per la formazione del proprio carattere.

Procedi un po' per volta, prima hai bisogno di accettarti pienamente da solo, avere più informazioni e più fiducia sul mondo gay, fare CO con gli amici, il resto viene da solo.

Per il punto 4 dimentica la voglia di essere accettato da tutto il mondo, ci saranno sempre persone ignoranti contro l'omosessualità, che dobbiamo solamente ignorare.

Non puoi avere il nulla osta dalla "massa" per essere giudicato OK con il tuo ragazzo, è qui che sbagli. Tu cerchi un "giudizio" positivo dalla massa, ma la massa non è la verità assoluta, è un insieme di persone, tra cui molti emeriti imbecilli, ignoranti, omobofi...

Edited by Fantom

Hai bisogno di esprimerti in quanto gay e riprenderti quel ruolo vitale che ti appartiene che fin ora hai messo da parte.

 

bravo , hai centrato il problema , solo che il "ruolo vitale" non l'ho messo da parte , non l'ho proprio mai espresso ....da anni ormai non faccio altro che "annientare" ogni cosa che penso e sono per gli altri ....lo so che è molto stupido ...ma è così ...ho bisogno fortemente di esprimere quello che sono ....e soprattutto non avere più paura ..

grazie per il consiglio :)

Lo so ..avete tutti ragione in un modo o nell'altro ...solo non riesco a comprendere come si possa trovare una serenità in una società che ti considera "altro" , "diverso" , che ti obbliga al segreto , alla bugia ...come possiamo semplicemente fregarcene ? alla fine facciamo parte di una società , e ad essa dobbiamo rispondere in un modo o nell'altro ...non so...

 

Quando avrai raggiunto i primi tre obiettivi, o anche solo i primi due eventualmente, ma ti auguro tutti e tre (se i vecchi amici non ti accetteranno te ne farai di nuovi e decisamente migliori), del quarto ti importerà molto meno.

Se tu sei sereno con te stesso e con le persone (anche poche, all'inizio) che ti vogliono davvero bene e ti sostengono, il fatto che la società ti consideri "diverso" ti scivola addosso come l'acqua sull'impermeabile. E' ovvio che tutti auspichiamo che la situazione in Italia possa migliorare, anche attraverso il riconoscimento della parità dei diritti civili per gli omosessuali, ma questo non è determinante per la tua felicità, neanche per la tua serenità.

Il fatto di essere obbligati al segreto e alla bugia semplicemente ... non è vero. Siamo in Italia, non in Iran, se a 24 anni vuoi vivere la tua omosessualità in modo totalmente nascosto è anche una tua scelta. Non so se tu vivi in un paesino, nel caso, trasferirsi in una città di medie o grandi dimensioni può essere un buon inizio.

Essere considerati "diversi" dalla società non può essere considerato un dramma

o una condanna all'infelicità.

 

E' certamente un ostacolo, soprattutto durante l'adolescenza in cui si vorrebbe

essere "uguali" al gruppo etero etc. c'è un desiderio fisiologico di uguaglianza

che è psicologico e non politico

 

Questo secondo aspetto, comune a tutti gli adolescenti, si viene a cumulare con

il primo, specifico per i gay

 

Se ne esce valorizzando la propria omosessualità così:

 

Hai bisogno di esprimerti in quanto gay e riprenderti quel ruolo vitale che ti appartiene che finora hai messo da parte.

Ciao spike88, il primo passo, come hanno detto un po' tutti, e' accettarsi. Puo' essere difficile (per me lo e' stato, non lo nego) ma poi si sta decisamente molto, molto meglio...Poi, superata questa fase, magari potresti parlarne con qualche amico fidato. Anche questo fa stare molto bene. Il fatto che alcune persone sanno di te e con loro puoi parlare liberamente e' una bella sensazione..E te lo dice un "vecchio" di 30 anni che ha fatto CO pochi giorni fa.La prima cosa, tuttavia, rimane accettarti e vivere la tua omosessualita' senza sensi di colpa. Certo, come dici, sicuramente abbiamo qualche difficolta' in piu' rispetto agli etero,ma questo non deve essere un motivo per isolarci dai altri e da noi stessi :)

Q

"La prima cosa, tuttavia, rimane accettarti e vivere la tua omosessualita' senza sensi di colpa. Certo, come dici, sicuramente abbiamo qualche difficolta' in piu' rispetto agli etero,ma questo non deve essere un motivo per isolarci dai altri e da noi stessi :)

Quando io parlo di "accettarmi" , non parlo della mia condizione di gay ( che non rinnego assolutamente ) , ma della mia condizione di "uomo che si deve realizzare" e lo deve fare in relazione al suo "essere diverso" ...capire come intendo vivere , cosa cercare , come condizionare e pilotare la mia vita ...ora sono in un periodo di "stallo" completo , dove non vedo né un futuro ( perché non so cosa vorrò essere ) nè un passato ( perché n quel passato il mio essere non lo riconosco più ) ...sono fermo ...ad aspettare ....

non so se qualcuno si trova nella stessa situazione ?

Edited by Spike88

Spike88, beh anch'io mi trovo nella tua situazione. L'importante però è guardare al futuro con più fiducia ed ottimismo. Anch'io sto cercando di realizzarmi e di costruire una vita. Non è facile, ti capisco. È normale e legittimo voler vivere serenamente. Io sto cercando di uscire, di conoscere nuove persone, di parlare di me agli amici più cari in modo da poter cominciare a vivere con più tranquillità.

io mi son trovato nella tua situazione ed ero in stallo per anni O.O

Mi sentivo diverso, fuori dal mondo, sbagliato, non vedevo un futuro per me.Senza amici, senza una famiglia.Non sapevo cosa volevo fare da grande, eppure non ero inferiore a nessuno questo lo sapevo.Mi ponevo troppe domande che mi impedivano di vivere felice come tutti i ragazzi.

Poi ho avuto una reazione e piano piano molte paranoie le ho abbattute rendendomi conto di aver sprecato tempo prezioso.

Diverso da cosa ragazzi?? da chi? molti dei miei amici li ho abbandonati perche erano persone false, altri han preso strade di droga e alcool.Son fortunato ad esser diverso. Non esistono barriere che ti impediscano di avere un futuro o realizzarti. ok la gente non ci accetta, non sei sempre libero di vivere come vorresti ovunque tu voglia, ma cosi come non esiste la famiglia del mulino bianco dove tutto è perfetto, anche chi ci giudica ha segreti, manie, perversioni che non mostra a per paura di non esser accettato e di sentirsi diverso.

Purtroppo ci son dei contesti lavorativi in cui fare CO porterebbe a degli svantaggi come nel mio caso.Ma sinceramente anche se fossi etero non andrei a raccontare la mia vita privata a colleghi o estranei.

Forza e coraggio ;) rialzati e inizia a costruire passo dopo passo il tuo futuro.Non hai niente in meno degli altri!!!

SilverKitsune

Da premettere che non sono omosessuale ma asessuale, quindi forse la mia risposta non è propriamente attinente, ma comunque ho un orientamento non canonico (pur essendo romanticamente etero) e ci terrei a dire la mia in merito.

Innanzitutto, dal punto di vista sociale parto avvantaggiata: vivo nella capitale, dove di apertura mentale tutto sommato ce n'è abbastanza. Ho fatto coming out sia in famiglia che agli amici e ai conoscenti, e a parte i familiari l'hanno presa quasi tutti benissimo, tranne qualche bigotto/a che non merita neanche menzione del resto. Per quanto riguarda la famiglia penso sia più che altro disappunto per la consapevolezza che, da asessuale, avrò non poche difficoltà a trovare un ipotetico partner, visto che ci tengo che rispetti il mio orientamento e non mi chieda di fare cose che non voglio fare (ossia portarmelo a letto); ed è questo il nodo principale della questione, penso, perché per il resto sono a postissimo con me stessa, ho una vita piena e serena, non posso davvero chiedere di meglio.

 

Il discorso del partner è praticamente a parte... non mi va di stare con una persona eterosessuale perché sarebbe solo un sacrificio per l'individuo in questione, quindi accetterei di stare semmai con un asessuale, non mi va proprio di arrivare a compromessi e snaturarmi per una persona (né mi va che una persona si snaturi per me). So benissimo che gli asessuali sono pochi e sarà difficile trovarne uno adatto a me, ma è una questione di cui mi preoccupo relativamente poco, almeno al momento: ho poco meno di vent'anni e ci sono tante cose nella vita, ora come ora di andare a caccia di un ragazzo non ho proprio voglia. :P

messermanny

I traguardi da raggiungere variano da persona a persona e da età ad età.

 

Accettarti, come ti hanno detto, non è dichiararti.

Prendere considerazione di se stessi è utile, direi indispensabile; devi sapere cosa sei, se no impazzisci. In definitiva lascia perdere quello che la gente pensa di te, fosse stato per tutti io ora avrei una sfera sessuale troppo confusa, forse mi sarei già sparato.

Quel che mi fa essere sicuro nonostante tutti mi diano dell'etero e mi dicano ogni volta "non si vede", "non sembra", "Non lo avrei mai detto", "Aò, ma tu non ci sei" (Ed è più demoralizzante di quanto non sembri) è proprio il fatto di sapere chi sono e cosa sono, nonché cosa muovo.

 

E poi se vuoi ti dichiari, cosa che a me capita spesso con chi conosco, talvolta per mettere le carte in chiaro (Ragazze).

 

Per la persona giusta; idealizzata e come la vorresti te non lo troverai mai. Condividere la vita, o una parte importante, devi sperare che la parte importante della tua vita avvenga nel periodo in cui sei fidanzato, se no il gioco non vale la candela.

 

Essere accettati, se riescono e se ne hanno voglia, l'importante è accettarsi.

 

Il contesto sociale; Dipende anche da come vivi il posto in cui stai, ma ti capisco.

Pretendi troppo? No, pretendi il giusto, ma non tutti avranno la fortuna di soddisfare, come si dice; non tutti possono fare il senatore, qualcuno deve pure fare il muratore.

 

Però insomma, non demordere; personalmente, accettati e gran parte delle cose verranno da sé.

privateuniverse

Francamente la serenità interiore non dipende da fattori esterni ma dalla accettazione di te, della tua vita e della bellezza e della straordinarietà del mondo intorno e dentro di te.

 

Insomma korio...sì e no, dài.

Se la tua vita ti nega ciò che ritieni importante, accettarla significa, sostanzialmente, fare di necessità virtù.

Non mi pare una gran ricetta.

@privateuniverse

Il percorso di crescita personale è la cosa più importante. Forse sembra un luogo comune, ma veramente ciò che in un dato momento sembra così importante poi si scopre che in effetti non lo è. Spesso cerchiamo di ottenere stereotipi che gli altri ci attribuiscono, schemi di "soddisfazione" che sono posti come standard dalla mediocrità e dal livellamento della maggioranza che ci circonda, ma non è detto che questi siano risultati importanti.

 

Potrà non essere una grande ricetta, però lavorando su me stesso nel mio piccolo seguendola oggi io sono più grande, più felice, più completo rispetto ai miei 33 anni. Pur con le difficoltà e con i molti fallimenti, che ci stanno, a passo di gambero mi sono permesso di introdurre a 39 anni una bisessualità e un compagno maschio a fianco a me senza isolarmi nello stretto perimetro degli ambienti gay, di rivoluzionare il mio lavoro perchè non mi dava soddisfazione, di tentare quanto meno di costruire qualcosa che sia un futuro più interessante secondo i miei parametri.

 

Per carità, nessuno è perfetto e ognuno vive la propria vita e le proprie situazioni.

Certamente bisogna adattarsi agli eventi momentanei. Certamente bisogna abbozzare tante e tante volte. Ma nella vita le cose accadono, è il bello se vuoi dell'esistenza. Ci sono vacche grasse e vacche magre, e quello che si apprende però è che molto dipende da noi, da come approcciamo alla vita, di cosa impariamo.

 

Puoi vivere come se fosse questa la tua unica vita, e stare li a lamentarti perchè le carte che hai avuto non sono le stesse di altri che apparentemente fanno una vita migliore della tua o comunque fanno la vita che tu vorresti vivere.

 

Oppure puoi vivere per apprendere, e migliorare e dando un valore più profondo, spirituale, multidimensionale alla tua esistenza, valutando le cose in senso di etica, di crescita, di autosoddisfazione, di bellezza e di armonia. E in questo caso, la tua concentrazione è su come puoi lavorare su te stesso, e sulla tua felicità complessiva, se vuoi perdendoci tempo, lottando, facendo scelte forse non competitive rispetto all'ottenimento immediato di piacere, mettendo su la possibilità non certo scarsa che sia tutto tempo sprecato perchè poi quando si muore del bel castello che ti sei creato probabilmente non rimane nulla.

 

@@privateuniverse è una scelta decidere di accontentarsi, ripiegarsi all'infelicità dell'accettazione dei vincoli circostanti, e alla tristezza o alla frustrazione. Non entro nel merito delle tue scelte, o delle scelte di altri. Ma visto che si chiede un consiglio, questo è il mio consiglio, liberi tutti di accettarlo o di rifiutarlo.

Edited by Loup-garou
Eliminato quote del post precedente

Mi hai anticipato, volevo scrivere un topic simile in questi giorni.

 

Io ancora oggi nonostante mi accetti perfettamente e tutti i miei amici sappiano di me, alle volte mi sento come se non potrò mai essere "felice" come un eterosessuale. Ovviamente mancano ancora tante cose: coming out con famiglia e una relazione stabile.

 

Però, voglio dire, non vi sentite stanchi di dover combattere per potervi sposare o combattere perché qualcuno non venga accoltellato in quanto gay?

Io sono gay e sono felice così, ma il problema è il resto della società che ti fa sentire anormale.

Io sono gay e sono felice così, ma il problema è il resto della società che ti fa sentire anormale.

 

sì ma sei tu che non ti ci devi sentire, anormale. Il problema di chi non ti accetta è il loro, non il tuo. Sono loro ad essere ignoranti, non tu ad essere sbagliato.

 

Però, voglio dire, non vi sentite stanchi di dover combattere per potervi sposare o combattere perché qualcuno non venga accoltellato in quanto gay?
sì quello sì senza'altro, ma senza qualcuno che lotta non cambierà mai nulla. almeno per i nostri figli, nipoti ecc. spero che potremo dare un mondo migliore.

Destinati all'infelicità? Dipende.

 

Io di sicuro sì. Ma non perchè mi ritenga sfigato o credo di essere speciale.

Semplicemente perchè ho sbagliato tutto nella mia vita. Mi sono lasciato dominare dalla Paura e ho combinato un gran casino.

 

Cresciuto in un contesto abbastanza omofobo (amici, parenti... non si salvava nessuno) e avendo sempre saputo cosa ero, sono 'corso ai ripari'.

Da quando avevo 12 anni ho iniziato un percorso di repressione spietato. Ho distrutto la mia emotività pur di non mostrare quanto fossi fragile, pur di non soffrire ogni volta che il mio migliore amico, mio fratello o i miei parenti che tanto stimavo si lasciavano andare in discorsi omofobi, definendo quelli come me anormali, usando i termini 'ricchione' e 'finocchio' come l'insulto più disonorevole.

Ho preso le distanze dalla mia umanità.

 

Non ho mai finto di essere etero, non fraintendetemi.

Semplicemente, sono diventato una specie di mostro. Inespressivo, indolente, indifferente, incapace di esprimere emozioni e affetto, incapace di far sentire amate le persone attorno a me.

Ho sublimato il tutto con l'umorismo. E nessuno ha mai sospettato nulla.

Ogni giorno ricordo al mondo quanto lo disprezzi, parlo usando termini duri, sono capace di dire cose orribili col sorriso sulle labbra.

E la gente ride. Ride con me, il grande umorista. Si diverte ad ammirare il personaggio che sono diventato, mi stima.

 

Ma non mi ama. Non sono il genere di persona di cui ci si può innamorare, non più.

Sono il tizio in nero che mette soggezione, un essere completamente fuori dal mondo, alieno. Stare tra la gente mi irrita, osservarne i comportamenti, la 'normalità', la naturalezza con cui vivono le loro vite socialmente accettabili mi stomaca, mi provoca rabbia.

 

Ovviamente ho incontrato amici, recentemente, che sanno di me. Ma ferisco anche loro, quotidianamente. Il mio affetto ha sempre una grande riserva, ci sono giorni in cui disprezzo segretamente anche loro, senza un reale motivo.

 

Questa è la mia vita da 24 anni e non vedo cambiamenti in vista.

E la colpa non è degli altri (troppo facile!) è mia. Perchè non sono l'unico gay sulla faccia della terra e so che ce ne sono altri che hanno subìto vere e proprie violenze (a differenza mia che, invece, nascondendomi, avevo un sacco di falsi amici) ma hanno mantenuto la propria personalità e la propria emotività integre e lottano per vivere serenamente.

Io ho scelto la via del codardo e mi sono anestetizzato per non sentire dolore.

 

Ed è giusto che sia destinato all'infelicità.

Icoldibarin

Parole difficili e dure.

Le esperienze spiacevoli cambiano tutti in un modo o nell'altro. Non ci sono eroi e codardi, solo persone umane che reagiscono in modi diversi alle storture della società.

Prendi coscienza dei 24 anni passati e dei 24 che dovranno ancora venire, hai gli strumenti per poter cambiare le cose ne sono sicuro, anche se non sarà dall'oggi al domani.

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