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Sorprese al coming out?


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Spero che questo post non spaventi tutti quelli che (vedo adesso nel topic di @@Fabiofax sui co in famiglia) hanno intenzione di fare coming out con uno piuttosto che un altro membro della famiglia dicendo: non ha mai detto nulla contro i (o addirittura ha fatto discorsi a favore dei) gay.

O, viceversa: è omofobo / profondamente religioso / non capirebbe / mentalità chiusa...

 

Avete avuto reazioni sorprendenti (in positivo o in negativo) durante i vostri coming out?

Edited by scorza
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(e sapere che hai mangiato XD)

 

E soprattutto sapere che hai mangiato direi! XD

 

Comunque la reazione più bella che ho ricevuto è stata quella del mio migliore amico:

 

"Dato che siamo in vena di rivelazioni: anche io ho avuto un po' di dubbi su di me in questi ultimi anni"

Edited by Agron
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Diciamo che il mio CO in famiglia è stato quasi una formalità: dissi a mia mamma che volevo parlarle, lei in un primo momento si preoccupa temendo il peggio, poi peró quando accenno al mio 'migliore amico' si illumina, capii che sapeva tutto, e chiuse con "disegni modelli di leggings mille volte migliori della Tally Weijl" XD Mia sorella non riuscì ad assimilare subito, ma poco dopo era già un'altra persona :)

 

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Ne racconto uno in negativo:

 

Facevo parte di questa associazione di giochi di ruolo (eravamo negli anni 90) e anche se nessuno di loro era "un vero amico" era gente che vedevo tutte le settimane per giocare.

 

A un cero punto all' afterline di milano vedo un ragazzo che era del gruppo. "quindi vuol dire che tu..." "certo e qundi anche tu..." "ma Sai che anche " V. R. e L: sono..." ; In pratica scopro che cerano due coppie una di gay e una di lesbiche nel gruppo e io non avevo mai sospettato di nulla.

Loro erano particolarmete nascosti e adirittura erano ufficialmente "Accoppiati" gay - lesbica per nascondere meglio il tutto.

A parte una uscita tutti insieme all' after però non iniziamo a frequentarci

Alcuni mesi dopo io faccio il CO a tutto il gruppo e da quella volta loro lo abbandonano completamente.

Anno detto "sta cambiando casa, il nuovo lavoro" ma in realtà non si sono piu visti e io credo che il problema sia stato il mio essere gay visibile.

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Eravamo nel 96/97 e i due uomini 35/45 le due ragazze mi sembra 30/35.

 

Non erano proprio milanesi e vivevano a Pavia e Piacenza

 

Invece a me in quegli anni qualche "astio" per una mia eccessiva visibilità è arrivato. e in qualche caso piu da gay che da altri.

 

 

Loro erano veramente esagerati, avevano un altro gruppo di dungeons & dragons e giocavano in 6

Tre uomini e tre ragazze l'altra coppia era etero.

Con questi ci andavano anche in vacanza e si scambiano la camera d'albergo di notte e poi di nuovo la mattina.

Edited by icefall
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L'unico CO con sorpresa, e purtroppo in negativo, è stato quello con una cugina alla quale ero molto legato, e che mi sembrava "aperta" di fronte a certi argomenti. Quando glielo dissi cominciò a tenere un comportamento un po' strano, stralunato, finse di accettare ma poi da lì comincio a farsi negare...e da lì non sono più riuscito a recuperare il rapporto. Allora ci rimasi molto male...fu proprio con lei che decisi di chiudere la stagione dei CO (che dovrei riaprire...).

Edited by Fred
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Non credo che farò mai coming out, i miei amici non avrebbero problemi e ne sono sicuro perché ho diversi amici gay e lesbiche dichiarati apertamente e non. Tuttavia aprendomi totalmente non credo che otterrei qualche beneficio, non vedo nessuna cosa positiva al momento... Complimenti a chi ha fatto coming out però!!

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No, non mi abbatto! Quando dico che non credo che farò mai coming out non lo dico con tristezza, è solo che ho imparato a mascherare bene questa parte di me, sia con gli amici che con i parenti e nessuno ha mai avuto modo di dubitare della mia sessualità. Questa cosa non mi pesa e so che tutti, anche chi lo potrebbe accettare, mi vedrebbero con occhi diversi e per questo preferisco far conoscere agli altri solo quello che vogliono vedere.

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Redcold, facevo il tuo medesimo ragionamento pensando che non mi pesasse... finché indossare quella maschera era diventato un elemento molto fastidioso della mia vita. Gli occhi diversi con i quali le altre persone ti vedrebbero sarebbero gli occhi della realtà. Far vedere agli altri quello che voglio vedere equivale a dire una grande bugia. Ma finché a te sta bene...

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No non siate negativi. nonostante alcune reazioni strane non mi sono mai pentito di nessun CO per quanto difficoltoso o strano sia stato.

E a 40 anni sono contento di averli fatti tutti, anche quelli in cui è andata male o non mi hanno piu parlato. Per ogni persona che non mi ha accettato ce ne sono 10 che mi sono state piu vicine, Fanculo a loro, credo di averci guadagnato io a non averli piu tra i piedi. Anzi mi sono sempre rimproverato a me stesso di non averlo fatto prima!

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Quando lo dissi ad una mia compagna di università due mesetti fa lei si illuminò, mi abbracciò e poi si lanciò in un invettiva contro l'omofobia! E'stata la reazione più bella perchè lei sente davvero tanto il problema, ama noi gay, ci ritiene quasi una specie superioreXD

Dopo le sue invettive (ne fa spesso) mi fa sempre:" Oh, ma quando fanno un pride qui vicino che vengo con il mio ragazzo così dimostro che anche noi etero vogliamo lottare per voi gay?"

Io la trovo davvero straordinariaXD

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  • 2 weeks later...

I miei genitori reagirono molto, molto male quando scoprirono della mia omosessualità, nonostante siano schierati fortemente a sinistra, mia madre aveva un collega gay con cui aveva un ottimo rapporto e si dichiaravano a favore sia di matrimonio che di adozione. Credo non mi abbiano cacciato di casa solo perchè avevo 17 anni...

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Ma infatti alle volte non vuol dire proprio nulla che una persona si esprima favorevolmente...E' il caso di dirlo E' PROPRIO FACILE FARE IL FROCIO COL CULO DEGLI ALTRI. Diversamente ci sono persone che per una vita hanno fatto battute omofobe, storcevano il naso quando sentivano parlare di gay e poi al coming out di amici (mia esperienza personale), figli ecc. hanno cambiato totalmente modo di pensare.

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ci sono persone che per una vita hanno fatto battute omofobe, storcevano il naso quando sentivano parlare di gay e poi al coming out di amici (mia esperienza personale), figli ecc. hanno cambiato totalmente modo di pensare.

 

Esatto. C'è un mio amico del gruppo universitario di Pisa che faceva di continuo battute "A chi arriva per ultimo la pizza è un gay! Se un gay!" e così via.. battute per (credo) esprimere l'inferiorità degli omosessuali (presunta da lui). A lungo andare io e il mio ragazzo siamo sbottati e gliel'abbiamo detto: da quella sera è cambiato completamente, non pensava che certe battute potessero dare fastidio.

 

Per i genitori io dico una sola cosa: non puoi conoscerli mai bene e sapere cosa ne pensano fino a che non hai fatto coming out e loro di te. I miei sono di stampo cattolico.. ma a parte questo sembrava che fossero un po' aperti su alcune cose, o meglio menefreghisti. Tutt'altro.. mio padre quando lo seppe, andò avanti a insulti (i peggiori che abbia mai sentito) e siamoa rrivati a non parlarci anche per un anno e mezzo.. ora facciamo battute perché siamo costretti a vivere insieme ma non si parla mai dell'argomento. Mia madre invece ha il difetto di essere succube di mio padre e di seguirlo qualunque idea abbia, ma mi disse comunque che non le cambiava niente.

 

La sorpresa fu una collega che ci provava palesemente con me e quindi decisi di stopparla parlandole di un Lui, del mio Lui. Lì per lì ci rimase di merda e frignò un po' facendo invettive del tipo "Che siete tutti ghei??" ç_ç

Poi l'amicizia si ruppe per altri motivi che non hanno a che vedere con la dichiarazione.. anzi è quella che mi chiedeva pareri sui suoi vestiti "stile tovaglia o tende del bagno".. non essendo per nulla pratico di moda, diceva che ero un gay inutile e atipico :D

 

@Redcold: anche io la pensavo come te fino a 4 anni fa, ma poi è subentrato l'istinto di sopravvivenza. Mia madre che continuava a parlare di matrimoni, confetti, di ragazze (visto che alle medie mi piaceva una.. si era fissata che quella potesse essere la mia ragazza).. ciò è stato uno degli imput che mi hanno spinto a rivelarmi.. per deludere gli altri (sperando per poco), ma per far cambiare gli altri. Per valutare le nuove amicizie e quelle vecchie se erano vere o meno e anche per evitare situazioni spiacevoli.

Far credere agli altri quello che vogliono non sempre va bene: se una ragazza ci prova con te e tu vai a letto con lei, tu ci perdi la dignità e lei arriverebbe all'odio perché non l'ameresti veramente.

Ognuno ha i suoi tempi.. ma man mano che si fanno nuove conoscenze ci sarà sempre un qualcosa che spingerà a farlo.

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A me hanno stupito le mie amiche del liceo.

 

Ho fatto il liceo in una cittadina che ho sempre creduto omofoba e ho sentito spesso fare battutine su persone omosessuali o presunte tali.

 

Le mie stesse amiche/compagne di classe avevano spesso fatto battutine un po' acide sulla presunta relazione tra la mia insegnate di matematica e quella di chimica.

 

Volevo dire di me a loro, sapevo il bene che mi vogliono ma ero convinta che ci avrebbero messo un po' ad accettarlo del tutto.

Invece l'hanno presa subito bene, benissimo direi. Per non dire di come sono state felici per me dopo che ho cominciato una relazione con la ragazza che amo.

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Mia madre (che ha appena 19 anni più di me), da sempre possessiva fino al midollo e incapace di distinguere il limite tra la propria vita e quella altrui (lei sa sempre che cosa è meglio per gli altri, e quindi lei DEVE organizzare le vite altrui "per il meglio") in un primo momento fece la scena d'essere delusa per non averglielo detto prima (è stato un CO dovuto alla necessità pratica del momento, più che alla voglia di farlo), quindi alla mia domanda "Per te è un problema?" mi rispose che io restavo suo figlio che lei mi voleva bene a prescindere da tutto, dunque da quel giorno in poi, via via con più veemenza, cerco di farmi pesare la cosa, sino a dichiarare apertamente che non avevo idea di che cosa stessi facendo, e del casino che stavo combinando, e che a causa mia mia sorella (unica e più piccola di 3 anni e mezzo) non avrebbe potuto vedere suo fratello che portava a pranzo una ragazza e capire come funzionano certe cose.

All'epoca avevo 19 anni se ricordo bene, e l'assalto fu talmente ridicolo e assurdo che risposi con tutta la fredda violenza di cui ero capace, dicendole chiaramente che le sue erano idiozie che sussistevano unicamente nella sua testa, e che doveva tenere le mani fuori dalla mia vita, e soprattutto, chiarendole che mai più avrebbe dovuto permettersi di dirmi cose del genere.

In parte sorpresa dalla fermezza e dalla schiettezza della mia risposta, in parte temendo di perdermi, da quel giorno non ha più provato a tornare sull'argomento, e col passare degli anni sembra aver iniziato a metabolizzarlo, forse. Buon per lei.

A mio padre l'ho detto di recente, in una situazione decisamente anomala e di forte stress e rabbia in tutta la famiglia. Da un lato ho volutamente colto la palla al balzo, sfruttando il fatto che il momento di crisi ed estrema emotività mi risparmiava la fatica di rompere la membrana del quieto vivere, da un altro lato affrontare la crisi in famiglia era stata un'impresa che m'aveva richiesto un tale coraggio e una tale energia che sinceramente non avevo più ragione, né forza mentale e fisica, per continuare a temere le eventuali ripercussioni economiche e fisiche di un coming out. Questo avendo perfettamente presente il fatto d'essere uno studente fuorisede mantenuto dai propri genitori, e il fatto che, fin da ragazzino, ho vissuto nel terrore di un eventuale violenza fisica da parte di mio padre alla scoperta del mio orientamento sessuale. Non perché mio padre mi abbia mai picchiato, ma semplicemente perché è giovane, massiccio, e quando ero un ragazzino fece, ridacchiando, alcune osservazioni sull'eventualità di avere un figlio frocio che mi segnarono profondamente.

Detto questo, credo di aver fatto uno dei coming out più pragmatici della storia, utilizzando volutamente la dicitura "omosessuale", proprio al fine di renderla scientifica e impossibile da sorvolare, e chiarendo che se per lui non andava bene rinunciavo da subito ad ogni beneficio economico, e non gli avrei più chiesto una lira.

Non c'è stata reazione violenta, ma solo qualche sparata omofoba di sfogo sul momento. Il giorno dopo mi ha detto che mi voleva bene, e da quel giorno mi tratta bene come mi ha sempre trattato, forse anche con più rispetto.

Le sorprese, belle o brutte, ci possono essere. Personalmente credo che si tratti solo e unicamente di vincere la paura, ogni sorta di paura, dalla paura di una violenza fisica, a quella di non essere accettati dalla persone che dicono di volerci bene, a quella di essere scacciati, abbandonati, disconosciuti, alla paura di vedere infranti i propri progetti di vita per la mancanza di una stabilità economica alle spalle, alla semplice paura di ritrovarsi soli.

Tutte le altre scuse che ci raccontiamo per non fare coming out credo siano solo e unicamente scuse. Scuse sterili e labili.

E anche se mio padre m'avesse riservato una brutta sorpresa, anche se l'avessero fatto tutti quanti gli altri a cui ho svelato o semplicemente chiarito d'essere gay, niente potrà mai valere il senso di benessere e pace e fermezza che mi da lo scegliere quotidianamente di vivere senza paura, e son d'accordo con chi afferma che il coming out si inizia soltanto, ma non si finisce mai, perché credo debba essere, prima ancora che una dichiarazione di orientamento sessuale, una dichiarazione di esistenza senza compromessi, un dire "io esisto in questa forma, che vi piaccia o meno".

Edited by Woland_88
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