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Detenuto non può laurearsi


Marcolino2

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Una ennesima storia di inefficienza e lentezza della giustizia, nonchè della possibilità negata di un riscatto ad una persona che ha sbagliato ma che ha deciso di ricominciare.

 

http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/07/28/news/detenuto_non_pu_laurearsi_permesso_negato_a_regina_coeli-39905130/?ref=HREC1-4

 

 

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Certamente, è ovvio che debbano pagare per i reati commessi però non avere la possibilità di andare a discutere una tesi di laurea mi è apparso un po' eccessivo.

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Infatti Loup-garou, il percorso riabilitativo è importante. Ho un amico educatore che lavora proprio nelle carceri e mi racconta e descrive diverse realtà. Mio zio ha insegnato per molti anni in una sede carceraria e mi ha raccontato storie molto significative ed è per questo motivo che alla fine ho trovato questa decisione probabilmente eccessiva.

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Se dobbiamo togliere ai detenuti tutti i diritti fondamentali tanto vale mettere la pena di morte per ogni reato.

Vergognoso comunicare la decisione a poche ore dalla tesi, indipendentemente da quanto la decisione stessa fosse di per sé discutibile; e lo era, visto che un quarantenne che fa venti esami in tre anni mentre è in carcere la laurea la dovrebbe ricevere honoris causa per l'impegno.

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Icoldibarin

In teoria (molto in teoria) i detenuti dovrebbero essere rieducati, non pagare per le loro malefatte.

Anche perché non è marcendo in una cella che ripagherai la società per i tuoi torti.

Trattare dignitosamente i detenuti e rieducarli è lo strumento migliore per diminuire i reati, dargli delle possibilità di crescita è il modo migliore per prevenire la recidiva. Dove la tua teoria, Loup, viene applicata i risultati di vedono.

Impedire ad una persona di portare a termine un obiettivo così ambizioso come la laurea è terribilmente diseducativo, un altro fallimento del ruolo dello stato.

 

In alcune carceri italiane i detenuti hanno 1,5mq a testa, la soglia internazionale per non ricadere nella tortura è di 7mq. Se dovessi essere "rieducato" in quelle condizioni giuro che appena esco faccio fuori qualcuno...

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In alcune carceri italiane i detenuti hanno 1,5mq a testa, la soglia internazionale per non ricadere nella tortura è di 7mq. Se dovessi essere "rieducato" in quelle condizioni giuro che appena esco faccio fuori qualcuno...

 

Bravo...

 

Vergognoso comunque è dire poco: se bisogna incentivare il progresso della persona in sé, se bisogna far si che si migliori, qual è allora il senso di questa sentenza?

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No aspetta dipende che diritti.

 

Cazzo se mi dici che hanno tv e videogames allora si: tanto vale che li metti a casa tanto si passano il tempo!

 

 

Ma in questo caso si sta parlando di rieducazione, il che secondo me

sta alla base di una reintroduzione del soggetto in un ambiente civile

verso il quale bisognerebbe predisporlo per quanto riguarda la convivenza

con le altre persone in generale, la moralità, l'importanza dello studio, del lavoro,

della legalità, insomma queste cose!

 

Che senso ha che gli dici: non lavorare, non studiare, stai fermo a fissare il muro, poi fra due anni quando sarai pazzo e con rabbia repressa potrai riabbracciare i tuoi bambini.

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Massì, eticamente e moralmente avrai anche ragione, ma io la vedo in modo diverso.

Per me il carcere non deve rieducare, io ragiono così: chi sbaglia paga. Con ciò non intendo adottare i metodi iraniani in cui i carcerati cessano di essere persone e vengono trattati come animali, ma pretendo solo che passino quel tempo che hanno da scontare venendo privati di tutto ciò che avevano nel mondo esterno, soffrendo quel tanto che basta ma senza essere privati dei diritti fondamentali che ha o dovrebbe avere qualunque essere umano.

Insomma, non mi va proprio di sentire che un tizio commente un crimine, entra in carcere ed esce con una laurea.

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Ma come no?

 

Cioè secondo te uno ti entra come pluriomicida e poi esce come laureato in ingegneria chimica e secondo te non è un progresso?

Si vede che ha usato quei quarant'anni in modo educativo!

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Beh, sarà che sono gay, sarà che sono stato vittima dei pregiudizi della gente, sarà che non riesco a sopportare le discriminazioni, ma sinceramente non trovo nulla di scandaloso se una persona che ha sbagliato e sta scontando la pena in carcere possa uscire con una laurea. Anzi, vuol dire che il percorso educativo e riabilitativo, che poi dovrebbe essere la cosa più importante della vita carceraria, ha funzionato.

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Icoldibarin

Per me il carcere non deve rieducare, io ragiono così: chi sbaglia paga.

Ma paga che cosa scusa?

Hai ammazzato qualcuno? Stando in carcere 30 anni quel qualcuno ritornerà in vita? La sua famiglia colmerà la sua mancanza?

Hai rubato? Stando in carcere restituirai il tolto ai legittimi proprietari o verrai mantenuto a spese dello stato?

 

Quando una persona commette un reato il dovere dello stato è impedire a quella persona di commetterne altri e questo si fa in primo luogo con la carcerazione preventiva di nuovi crimini e in secondo con la riabilitazione. E penso che se durante quest'ultima viene svolto del lavoro socialmente utile tutta la società ne possa giovare oltre che il detenuto stesso.

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C'è anche da dire che il carcere è il carcere per tutti. Più o meno la stessa situazione per chi è un killer o per chi ruba un po' di pane per mangiare.

Stesse celle, stessi ambienti... cambia solo la durata. E nel primo caso sì, bisogna far "pagare"...e sembrerebbe ingiusto una tv o delle attività... ma per gli altri...

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Ciò che va messo in conto è la produttività del carcere. E solo un peso per la societa.. gli individui all'interno continuano ad essere un male come lo sono stati quando hanno commesso il reato. Ma con la riabilitazione e la rieducazione il carcere acquisisce un valore completamente diverso.

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Al carcerato hai già tolto la libertà personale, che è uno dei "diritti fondamentali che ha o dovrebbe avere qualunque essere umano". In più, sarà oggetto dello stigma sociale probabilmente per il resto della sua vita, dentro e fuori dal carcere.

 

Cos'altro gli vuoi togliere? In che altro modo vuoi farlo soffrire? E a che serve?

A chi serve?

 

Istintivamente mi verrebbe da dire che chi dice che il carcere è un albergo e che i detenuti vanno fatti soffrire è un sadico. Ma i sadici devono essere molto empatici per trarre piacere dalla sofferenza dell'altro, e se non si vede quanto il carcere sia già orribile vuol dire che di empatia se ne possiede ben poca.

 

Lo Stato non ha acquistato il monopolio della forza per poi assecondare le rabbiose seti di vendetta dei singoli.

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sicilian_killer

Il magistrato che ha negato il permesso aveva delle ragioni, solo che gli avvocati sono stati bravi a creare uno scandalo sui giornali.

Per avere dei permessi d'uscita dal carcere servono delle regole, altrimenti non avrebbe senso tenere i delinquenti in prigione.

Sottolineo che in carcere ci stanno dei criminali.

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Non diciamo ovvietà suvvia.. Chi è il mentecatto che dimentica il fatto che in carcere ci stiano dei criminali?

Questo non toglie giustezza alla motivazione per la quale usciva. Un conto è il permesso per andare a vedere il matrimonio del fratello, un altro quello di laurearsi..

Edited by Aquarivs
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In ogni caso, tornato dalla discussione, se ne sarebbe tornato in carcere. Per cui vorrei comprendere la reale motivazione per la quale una simile concessione sarebbe inproduttiva..

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Per me il carcere non deve rieducare, io ragiono così: chi sbaglia paga.

Scusami ma la funzione rieducativa della pena per prima cosa giova alla società (ed anche a te personalmente) non al detenuto, essendo che permette il reinserimento del condannato nel mondo del lavoro, dopo che quest'ultimo ha scontato la pena. In caso contrario si potrebbe verificarsi una recidiva, dovuta al disagio sociale dell'individuo, tale circostanza è ovviamente un male non solo perchè un reato rappresenta una minaccia per la sicurezza pubblica ma perché il perseguimento giudiziario di un reato ha un costo abbastanza alto. Prevenire sicuramente costa meno.

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sicilian_killer

@Aquarivs

Il detenuto in questione - sottolineo detenuto :) - aveva già chiesto e ottenuto numerosi permessi per motivi di studio negli ultimi mesi. Leggo che "alla base del diniego vi sarebbero motivi di legittimità visto che, secondo il magistrato, sarebbe in attesa dell'esito dell'impugnazione del rigetto di un permesso richiesto lo scorso gennaio".

E' normale che la magistratura proceda con cautela quando si tratta di far uscire qualcuno dal carcere anche se per qualche ora, considerando anche il fatto che molti furbetti approfittano dello studio o di altre scuse per godere di una libertà che giustamente è stata loro sottratta dopo un processo.

 

 

 

Una laurea che forse, e dico forse, gli avrebbe permesso di trovare un lavoro

 

Da quando in Italia la laurea serve a trovare un lavoro? Ormai succede sempre più di rado...

Edited by sicilian_killer
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Icoldibarin

Sottolineo che in carcere ci stanno dei criminali.

 

Sottolineo che in carcere non ci stanno sono dei criminali. Nelle carceri italiane la metà dei detenuti è ancora in attesa di giudizio. Su un totale di 63.587 reclusi nel 2009, 30.436 erano in carcere in qualità di imputati, e quindi in via cautelare in attesa del processo. Gli internati per motivi psichici erano 1.820. La posizione di altri 139 detenuti, infine, risultava ancora da classificare. (Dati del Corriere della sera)

Tantissimi condannati sono dentro per merito della bossi-fini e affini. Un altra immensità è dentro per non aver ottemperato all'obbligo di espulsione, cioè sono stranieri senza permesso di soggiorno. Il tasso di suicidi è 20 volte sopra la media nazionale, non solo per i detenuti ma è anche alto per chi in carcere ci lavora.

 

Ma forse un video è più significativo.

Fortunatamente non tutte le realtà sono così, poche fortunate eccezioni ci sono nel nostro paese e che dovrebbero diventare l'ordinario in un paese che quantomeno vuole avere la pretesa di chiamarsi civilizzato.

Poi si discuta sul fatto della laurea in carcere che probabilmente sarebbe solo un piccolissimo simbolo di rivincita a fronte di una situazione francamente degradante per l'animo di chi è in carcere e di chi non lo è.

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sicilian_killer

Nelle carceri italiane la metà dei detenuti è ancora in attesa di giudizio. Su un totale di 63.587 reclusi nel 2009, 30.436 erano in carcere in qualità di imputati

 

I dati del 2012 sono diversi, su 67 mila reclusi, 27 mila circa sono in attesa di giudizio, lo ha recentemente dichiarato il ministro. In ogni caso il dato dipende dalla lunghezza dei processi.

E' chiaro comunque che non mettono i bravi ragazzi in prigione come misura cautelare...

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Il discorso trascende il fatto che il carcerato sia colpevole o meno. Stiamo discutendo di una persona con un capo d'accusa già consolidato da una condanna, no?

 

E anche se non fosse resta in piedi la domanda: E' leggittimo che un detenuto si laurei? Se sì lo è anche la discussione di una tesi. Se no occorrerebbe capire se questo leda o meno i principi fondamentali dell'uomo in ogni caso inviolabili anche come detenuti.

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sicilian_killer

Discuterà la tesi alla prossima sessione, se potrà uscire. Non è un dramma, se voleva laurearsi con diligenza e in tempi ben prestabiliti, doveva pensarci prima di fare qualsiasi cosa abbia fatto e finire in galera.

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Questo vale per qualsiasi aspetto della vita, compresa la costituzione della famiglia e dell'avere figli..

Che ci guadagni in un simile rigido modo di guardare alle cose?

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