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Amore, Chat e Monogamia Gay


GianGian

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C'è una discussione che faccio da lungo tempo con i miei pochi veri amici gay da lunga data (20 anni e più):

Ma i gay sono più liberi (di andare a zoccolegg..... in giro) perchè sono gay e quindi è una questione di 'natura' o semplicemente perchè sono più liberi ed anche gli etero potendo farebbero lo stesso?

 

Mi spiego e spero anche di essere contraddetto perchè mi farebbe piacere: di una decina di amici che ho e di molte centinaia che nel tempo sono passati tra conoscenze estemporaneee e non tra chat, amici e conoscenti io di coppie gay che da tempo stanno felicemente e stabilmente insieme e che non si cornificano volutamente o anche in accordo ne conosco solo due .. come mai ?

 

Eppure tutti in Chat che cercano il grande Amore, il non solo sex, il rispetto, le unioni civili ... etc. etc. etc.

 

Vi giro la domanda e attendo lumi e il vostro modo di vedere la cosa...

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Scusa non ho ben capito che domanda ci rigiri XD cioè se la domanda è la solita, banale e insussistente domanda "perchè i gay non sono monogami", non voglio nemmeno risponderti.

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Ne conosci un altra :) io fidanzato da 3 anni e convivo...per ora tutti felici e contenti..

Io credo che dipenda dalle persone il fatto di vivere liberamente o fare coppia fissa, ovvio poi la mancanza di riconoscimento da parte dello stato fa si che si abbiano pochi numeri su quante coppie fisse gay ci siano in giro.

Conosco molti etero che si sposano senza neppur sapere cosa voglia dire star assieme e nemmeno son sicuri di esser innamorati, spesso son i figli che tengono in piedi il matrimonio che se per tutti non fosse riconosciuto e vissuto come un obbligo o una tappa da fare prima o poi nella vita, credo che anche loro verrebbero catalogati erroneamente cosi.

Mi risulta sia anche altissima la media dei divorzi e delle scappatelle tra etero, magari alle spalle della moglie ;) e a sto punto preferisco un ragazzo che si diverte senza pensieri a uno sposato che si sente in trappola per scelte sbagliate..

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questo mi rincuora e no Fra93 non era retorica, perchè ho già sentito troppe risposte idiote su gay e coppie gay e il fatto che i gay sono tutte puttane xchè sono liberi e menate del genere (o tipo il mio amico psicologo che spiega la faccenda con un rapporto comunque conflittuale perchè si tratta in ogni caso di un rapporto tra due uomini e quindi con tendenza dominante)

....era proprio per sapere di come vengono vissute le relazioni monogame visto che io ne conosco davvero poche !

E sinceramente guardando in giro l'andazzo delle chat, dicoteche ritrovi e varie mi viene spesso da pensare che davvero (e in percentale maggiore degli etero) i gay sembrano (e SOTTOLINEO sembrano e non generalizzo assolutamente) più .. superficiali ..mettiamola così e anzi ben venga conoscer persone che così non sono e proprio per questo mi sono iscritto qui ..

 

In realtà Almadel anche io di gay monogami ne conosco parecchi ma sono tutti single e mi chiedo come mai se sono monogami non hanno trovato il partner giusto con cui costruire qualcosa (la qual domanda dovrei farla anche a me stesso...)

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Io rispetto alle spiegazioni "di natura" sono diffidente.

 

Ciò che manca ai gay oggi è l'omogenitorialità cioè

il fatto di essere responsabili di una terza persona,

mentre al fatto di essere responsabili l'uno per l'altro

direi che ci siamo arrivati.

 

Ovviamente stabilità e felicità non significano necessariamente

"finché morte non ci separi", ma questo direi valga oramai per tutti

la monogamia è poi un altro discorso ancora etc.

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A no, io mi riferisco a coppie monogame.

Le persone al massimo possono esserlo "tendenzialmente".

 

La cosa peggiore degli amici monogami è che spariscono dalla circolazione.

Mentre gli etero fidanzati hanno ancora bisogno di amici per fare "cose da maschi",

sembra quasi che il gay fidanzato svanisca proprio

(salvo poi risaltare fuori non appena la storia finisce :D).

 

I single fissati con la monogamia hanno di solito un cattivo carattere,

quindi non è strano che rimangano single.

Tutti i miei amici in coppia monogama

quando erano single non mi hanno mai detto "Sono monogamo!"

semplicemente l'ho scoperto dopo che si erano fidanzati.

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@GianGian

 

Puoi contare anche noi: 14 anni insieme e nemmeno sappiamo cosa sia una chat o uno di quei siti d'incontri gay che vengono spesso citati nei post.

 

Al massimo ci trovi in un forum come questo, e nemmeno tutti e due, perché al mio compagno non interessano nemmeno questi.

Edited by THX1138
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Credo che la situazione che tu descrivi sia principalmente dovuta alle maggiori difficoltà che i gay incontrano nell'essere coppia a tutti gli effetti.

Difficoltà dovute alla scarsa accettazione sociale, alla scarsa interazione con le rispettive famiglie d'origine, all'impossibilità di crescere insieme dei figli, al mancato riconoscimento, insomma, come coppia con pari dignità rispetto a quelle etero. Ci sono comunque numerosi esempi, come hai letto, di persone che superano tranquillamente questi problemi, grazie alla forza e alla profondità della loro relazione.

 

Io credo che la situazione stia lentamente migliorando e sono convinto che questo porterà ad una maggior stabilità delle coppie gay nelle generazioni future, rendendola perlomeno paragonabile a quella delle coppie etero

Edited by wasabi
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Ognuno reagisce alle pressioni in modo differente, temo. La nostra condizione è delicata e non tutti la vivono nello stesso modo.

C'è chi pensa 'se per gli altri non esisto, faccio quello che mi pare!', chi dice 'tanto non posso sposarmi, a che serve farsi problemi di fedeltà?' e chi è completamente disilluso e non crede nell'amore e quindi 'ramazza' a destra e a sinistra limitandosi a seguire l'istinto del momento.

 

Concordo sul fatto che dipende dalle persone. Ma aggiungo che dipende anche dall'esistenza e dal vissuto di ogni singola persona.

 

Perchè, non prendiamoci in giro, la nostra è una brutta condizione, socialmente parlando. E non tutti sono abbastanza forti da mantenere saldi i propri principi e la propria integrità davanti alle avversità che presenta.

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Non è che state confondendo monogamia, stabilità e felicità di una coppia?

Io non sono in coppia monogama, ma convivo da anni e stiamo molto bene.

Ci sono coppie monogame per nulla stabili che durano pochi mesi

o che durano anni lasciandosi e riprendendosi.

E ancora ci sono coppie infelici, ma cementate dai figli

e monogame semplicemente perché si lavora troppo per cercare avventure insieme.

 

Io non invidio tutte le coppie monogame dei miei amici...

E non è neanche vero il contrario: non basta essere in coppia aperta per durare anni

e conosco coppie aperte che litigano in continuazione...

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E io ci metto il carico:

ma quante coppie etero monogame conosci?

Le coppie etero che fanno scambismo te lo vengono a dire?

Le coppie etero che fanno roba a tre te lo vengono a dire?

Le coppie etero che si mettono le corna, con il partner consenziente o ignaro, te lo vengono a dire? ^^

I gay sono più tranquilli nel parlare di come funziona la loro relazione sessuale, gli etero molto meno. Ma secondo me le coppie etero non monogame sono mooolte di più di quelle che ci immaginiamo ^^

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Che bellini 14 anni :giveheart:.

Io anni fa, quando pensavo di esser unico al mondo, mi sentivo sperduto.Non avendo amici gay con cui parlare ne degli esempi da seguire, non avevo idea di cosa ne sarebbe stato di me.Credo che questo sia successo e succeda a tutti noi.

Un etero invece sa ( almeno nella maggior parte dei casi ) che prima o poi arriverà un matrimonio piu o meno felice e una famiglia con dei figli, ha un idea almeno di cosa gli riserverà il futuro, tutte cose a cui noi non abbiam accesso.

Crescendo mi son reso conto che non esiste una famiglia ideale o normale e che tutti han i loro problemi.

Son arrivato alla conclusione che siamo noi a decidere cosa sia normale e che non dovevo avere il consenso o il benestare di nessuno per farlo, per cui ho cercato di realizzare ciò che volevo.

Ci vuole tanta fortuna, nel mio caso ha aiutato l'allontanarmi da casa per lavoro e uno stipendio fisso con cui poter convivere, oltre ad aver trovato il ragazzo giusto :blush: .

Ovviamente chi non ha stabilità economica e dipende dai genitori che magari non son felici dell'identità sessuale del figlio crea un ostacolo sia morale che economico, in quanto un figlio etero che va con la ragazza a convivere ha molte piu possibilita di avere aiuto economico.

Va da se che non è cosi intuitivo pensare ad un compagno che ci stia vicino sino alla vecchiaia, ma se ne sente l'esigenza piu tardi, tanto prima ci si puo divertire, lo fanno tutti no?? invece non sempre è cosi.Ci si diverte anche in due, crescendo e scoprendo il mondo assieme, accompagnati da amici, non per forza isolati.

Vedo comunque le nuove generazioni piu romantiche e in cerca di fidanzato fisso rispetto a prima, vanno incoraggiati perche si crei un po la cultura della coppia fissa che non sempre emerge, proprio perche le coppie mica lo sbandierano in giro e non tutte sono aperte e presente nei siti...

Io personalmente ho sempre cercato un ragazzo fisso, con cui costruire una bella storia, a volte va bene altre va male, basta non scoraggiarsi.

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Questa discussione (con l''aiuto di un po' d'erba :preved:) mi ha illuminato!!!! Ora capisco cosa intende dire quando mi ha lasciato...... lui dice che sta bene con me e non vuole che io me ne vada..... nn vuole stare insieme ma vuole vivere solo una bella amicizia...... dove sia uno che l'altro possono cmq divertirsi con altri..

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Io ti rigiro la domanda:

 

Perchè i gay hanno quest'impressione che gli omosessuali saltino da un letto ad un altro?

 

Capirei ce l'avessero gli etero con i loro pregiudizi.. ma come mai un gay giunge a questa conclusione?

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Mooncat Bluerose

Io non mi starei a preoccupare del numero di coppie gay monogame quanto del numero di persone che hanno problemi a rapportarsi con la propria sessualità, il che rende difficile non solo avere un rapporto di coppia (se è quello che desiderano) ma anche esprimere la semplice attrazione verso un altro soggetto.

Arrivare ad accettarsi è un percorso diverso per ognuno, c'è chi riesce ad intraprenderlo in maniera più serena e chi nemmeno ci prova, per cui l'uso di una chat per conoscere gente non mi sembra poi una cosa così scontata anche se si tratta di un ambiente virtuale relativamente anonimo.

Anche poi chi arriva ad usare le chat non è detto che abbia già le idee chiare, magari parte cercando un certo tipo di interazione per poi rendersi conto con il tempo e le esperienze che in realtà i suoi veri desideri sono altri, non è importante attenersi ad uno schema quanto l'essere sereni e rispettosi di se stessi e degli altri.

La libertà più che legata all'orientamente sessuale mi sembra connessa al carattere della persona, e comunque più che avere o meno la possibilità di fare del sesso occasionale penso sia questione di poter fare delle scelte: c'è chi all'interno di un rapporto di coppia si sente intrappolato e chi si sente libero così come c'è chi si sente libero quando fa del sesso occasionale e chi invece se ne sente intrappolato perchè crede di non avere alternative.

Un paragone statistico non lo trovo indicativo anche perchè bisognerebbe sapere cosa ciascuno nasconde realmente dietro le apparenze, io personalmente più che della durata dello stare insieme mi interesso della qualità del rapporto, se essa viene a decadere è inutile trascinare una relazione solo per far crescere il numero degli anniversari, non è una gara di resistenza, dall'altra parte ovviamente mi impegno per mantenere vivo il sentimento quando c'è, viene naturale fare degli sforzi per prendersi cura di ciò a cui si tiene ma senza bisogno di arrivare all'accanimento terapeutico quando la situazione è chiaramente arrivata al termine.

In conclusione credo che ciò che conta sia la maturità sentimentale, sia per rimanere legati che per lasciarsi, molti purtroppo sembrano non averla e puntano i piedi come bambini capricciosi prendendosela con il resto del mondo se i loro desideri non vengono esauditi, altri diversamente si rifugiano nell'abitudine e invece di sentirsi vivere e crescere grazie allo stare insieme lo subiscono passivamente divisi tra la nostalgia dei primi tempi ed il fastidio del presente, fortunatamente spesso il vissuto con i suoi vari incidenti di percorso aiutano a vedere più chiaramente la realtà e ciò che sul momento può essere considerato un grosso sbaglio magari è proprio quello che ci insegna di più su noi stessi e su come porci nei confronti degli altri.

Meglio fare attenzione ai passi da compiere sulla strada che porta alla propria realizzazione che inciampare per guardare le scene di un matrimonio altrui, no?

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@@Mooncat Bluerose,

io non credo che il problema sia la repressione sessuale.

Quanto piuttosto il fatto di non essere dichiarati con amici e famiglia

che rende di fatto impossibile una normale relazione e una convivenza.

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Mooncat Bluerose

@Almadel

Non penso si possa arrivare a dichiararsi se prima non si è affrontato un processo di liberazione dalla repressione, sia che essa sia autoimposta sia che provenga da fattori esterni.

La famiglia e gli amici possono essere un bene o un male a seconda del loro atteggiamento, quello che per me conta di più è la convinzione personale. Se uno è sereno con se stesso, e sicuro di essere nel giusto diritto di vivere la vita e modo suo e non secondo desideri che non gli appartengono, quello che il resto del mondo sa o pensa di lui può farlo soffrire ma non gli impedirà di andare dritto per la sua strada sostenuto dalla forza interiore che deriva da una piena accettazione della propria natura.

Chi gestisce la sessualità come fosse un segreto di stato mi sembra evidente che abbia ancora dei problemi a rapportarsi con essa anche se magari scopa come un riccio, si possono non avere esitazioni in merito all'orientamento ma può mancare il coraggio di opporsi al pregiudizio, però così ci si lascia schiacciare ritrovandosi ad avere una vita soffocata da pareti invisibili che ne precludono lo sviluppo, forse non sarà una repressione totale ma è comunque una limitazione invalidante che indica a mio parere una mancanza di sicurezza nelle proprie ragioni, dei dubbi che non si sono ancora risolti.

Nel momento in cui si rimuove del tutto la repressione e si accetta la sessualità come un aspetto della vita che ha l'assoluto diritto di essere vissuto credo che si abbia anche la forza per cercare di educare le persone a cui teniamo sostituendo ai vari "sentito dire" un esempio di vita vera che non ha niente di morboso o di alieno, diversamente si proseguirà a fingere col rischio di continuare a farlo fino alla fine, da questo punto di vista il sostegno reciproco e la critica costruttiva sono molto importanti e a mio giudizio andrebbero favoriti maggiormente rispetto ad un certo gusto per la polemica pronta a puntare il dito accusatore che a volte prende il sopravvento (e qui di esempi ce ne sarebbero tanti tra tv, giornali, internet, ecc...).

Spero di essere stato utile e pertinente :)):

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Non metto in dubbio l'importanza di avere una buona percezione

del proprio corpo e della propria sessualità per avere una relazione stabile.

Volevo solo dire che fintanto che si vive una "doppia vita"

è in pratica impossibile sia essere disponibili per una relazione seria

sia trovare una persona seria disposta a una relazione con noi.

 

E neppure ti contraddico sul fatto che la liberazione sessuale

sia il primo motore della propria emancipazione sentimentale.

Però a me suona un po' stravagante, tipo così:

- I ragazzi fumano perché vogliono sembrare grandi

- Il fumo provoca il cancro

- Voler sembrare grandi provoca il cancro :D

 

Alcune volte accade il contrario rispetto a quanto ho scritto

e invece capita esattamente come lo descrivi tu:

una relazione sentimentale diventa la causa di emancipazione sociale.

Però quando questo non avviene le difficoltà diventano insuperabili.

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io personalmente più che della durata dello stare insieme mi interesso della qualità del rapporto, se essa viene a decadere è inutile trascinare una relazione solo per far crescere il numero degli anniversari, non è una gara di resistenza

 

Ciò è sicuramente valido per le coppie etero, che spesso trascinano le relazioni per le pressioni sociali cui sono sottoposte: figli, famiglie, amici, ecc. Per le coppie gay direi che è esattamente il contrario: stanno insieme perché lo vogliono nonostante le pressioni sociali negative cui sono sottoposte. Per me, quindi, una relazione gay stabile ha un valore decisamente superiore alla maggior parte delle relazioni etero.

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privateuniverse

Credo sia lo stesso motivo per il quale

le donne pensano che i maschi pensino solo al sesso :)

 

Beh, ma è vero. :D

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Mooncat Bluerose

@THX1138

 

A me sembra che le pressioni sociali negative non riguardino in particolare le relazioni stabili ma quelle gay in generale indipendentemente dalla durata, cioè quello che viene osteggiato non è tanto il fatto che ci sia un sentimento quanto il semplice essere omosessuali, sia che ci si dedichi ad avventure di una notte sia che si abbia un progetto per la vita.

Concordo sicuramente che per una coppia gay sia altamente improbabile che ci siano parenti, amici o figli (per esempio avuti biologicamente, nel caso in cui ci sia stato un passato da eterosessuale per almeno uno dei due, o acquisiti tramite matrimoni di copertura o altro, visto che le adozioni per noi sono ancora un miraggio) che spingano per evitare a tutti i costi una separazione, già è tanto se arrivano ad avere un atteggiamento di accettazione evitando intromissioni in senso dispregiativo, però penso che anche per alcune coppie gay come per alcune di quelle etero ci possa essere una tendenza ad adagiarsi nel rapporto vivendolo come una situazione di comodo invece che come qualcosa di veramente sentito.

Ci sono sicuramente molte persone che non stanno insieme solo per convenienza e che devono difendere le loro decisioni in campo sentimentale dagli attacchi di gente che magari non c'entra nulla ma che si arroga comunque il diritto di salire in cattedra ad impartire lezioni non richieste sul loro concetto di moralità, però credo che capiti anche il rischio di scivolare nell'abitudine, di trovare scontato il fatto di avere una persona accanto finendo per non sentirla più come una scelta a confronto di altre possibilità ma come un'utilità a cui non si vuole rinunciare per ragioni di egoismo.

Per me il valore di una coppia sta nel mettersi in discussione, nell'evitare di usarla come un vincolo ma nel far sì che sia un'affermazione della libertà di vivere l'amore, troppo spesso ho l'impressione che lo stare insieme venga usato a mo' di guinzaglio indiscriminatamente sia da gay che da etero, vuoi per ragioni di sesso, per motivi economici o per mantenere una certa apparenza.

Alla fine credo che la qualità di un rapporto dipenda dalle persone che ne hanno parte, la serietà e l'impegno mi sembrano fattori che esulano dall'orientamento sessuale, ci sono migliori e peggiori in entrambi gli schieramenti, la superficialità è un male sempre in agguato ed è facile cascarci anche per chi abitualmente invece cerca di evitarla, preferisco sforzarmi di stare in guardia personalmente piuttosto che considerarne la distribuzione numerica, dopo tutto il difetto degli altri non è un mio merito.

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Alla fine credo che la qualità di un rapporto dipenda dalle persone che ne hanno parte, la serietà e l'impegno mi sembrano fattori che esulano dall'orientamento sessuale, ci sono migliori e peggiori in entrambi gli schieramenti,

 

Indubbiamente questo è vero. Io credo, però, che formare una coppia stabile, duratura, con un progetto di vita comune, oltre ad essere una delle più appaganti soddisfazioni della vita, sia anche un impegno notevole, che richiede serietà, dedizione e, a volte, fatica.

Gli etero crescono, di solito, con un immaginario di riferimento chiaro e più o meno universalmente accettato per quanto riguarda la formazione di una famiglia propria, hanno un percorso abbastanza definito da seguire (a volte questo può diventare una costrizione, ma spesso è semplicemente un'evoluzione naturale).

Noi gay non abbiamo uno schema di riferimento altrettanto chiaro, anzi, i nostri progetti di vita di coppia sono di solito osteggiati sia dalla società che (spesso) dalle famiglie d'origine. Formare una famiglia (anche solo in due, non per forza con dei figli) diventa una scelta che richiede molta volontà, coraggio e determinazione, percui, forse, è più probabile cedere nei momenti di difficoltà, mollare tutto e pensare che sia più semplice divertirsi e basta, senza impegni o legami troppo vincolanti.

 

In ogni caso, come già dicevo, io noto tra i gay della mia età (tra i ventenni) un grande desiderio di stabilità e di "normalità" e una maggior naturalezza nel vivere la vita di coppia, probabilmente grazie anche alla sempre maggior accettazione che pian piano stiamo ottenendo.

Edited by wasabi
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Indubbiamente questo è vero. Io credo, però, che formare una coppia stabile, duratura, con un progetto di vita comune, oltre ad essere una delle più appaganti soddisfazioni della vita, sia anche un impegno notevole, che richiede serietà, dedizione e, a volte, fatica.

 

Non ho capito...

Richiede impegno, serietà, dedizione e fatica rispetto a cosa?

Rispetto a rimanere a vivere con i genitori o rispetto a vivere da soli?

Per me convivere col mio ragazzo è una passeggiata

rispetto a vivere ancora coi miei o a vivere da solo...

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Anch'io sono felicissimo di vivere con il mio ragazzo, rifarei la stessa scelta mille volte.

 

Però sono consapevole che vivere insieme richiede impegno, serietà e fatica perchè bisogna tener conto delle esigenze dell'altro e non solo delle proprie, bisogna saper mediare, bisogna rispettare i rispettivi spazi.

Io sono figlio unico e a casa dei miei ero trattato come un principino, adesso se non voglio vedere la polvere per terra, la devo togliere io, se alla sera sono stanco devo comunque lavare i piatti.

C'è la questione della suddivisione dei compiti in casa, che può essere fonte di tensione (questo tocca a te, io l'ho fatto ieri etc ...). E' necessario scendere a compromessi, per esempio, se si hanno ritmi diversi (se io voglio leggere a letto fino alle 3 del mattino e lui vuole dormire, dato che condividiamo il letto, dovrò tener conto che lo potrei disturbare).

 

E' inutile che adesso ti faccia mille esempi perchè chiunque conviva conosce bene tutte le situazioni in cui si può "cozzare".

 

Io credo che valga assolutamente la pena di investire energie e impegno nella direzione della convivenza stabile, ma c'è anche da dire che noi siamo ancora in una fase di idillio, in cui niente ci sembra un peso. Mi rendo conto che, negli anni, potrebbero sopraggiungere momenti di maggior "stanca", nei quali potrebbe essere necessario uno sforzo di volontà in più.

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Quindi i "sacrifici e l'impegno" per la convivenza

li vedi paragonando la tua vita da principino a quella di coppia?

 

Io adesso se non voglio vedere la polvere per terra, smetto di guardarla.

A casa dei miei se facevo finta di niente, avevo un'aquila che mi urlava nelle orecchie.

Quando vivo da solo prendo dieci chili (mangio meglio e sono meno stressato),

per poi riperderli se torno a stare dai miei per sei mesi.

 

Ognuno ha la sua esperienza, questo è chiaro.

Ma per me "tener conto delle esigenze dell'altro"

con i miei genitori che litigano sempre o tra loro o con me o coi vicini

e dover spegnere la luce se lui vuole dormire... non c'è paragone...

 

Una volta ci si sposava proprio per andare via di casa,

ora tu mi descrivi una situazione in cui non ci si sposa per rimanere in famiglia.

Sarà vero che cambiano i tempi.... :)

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Adesso è inutile che stiamo a confrontare le nostre situazioni famigliari, che credo non interessino a nessuno :roll2:

 

Ciò che volevo evidenziare è che quella di vivere in una relazione stabile, in particolare in una convivenza di lungo termine, è una scelta impegnativa, per un gay non scontata e non incentivata.

Non è naturalmente solo questione di "dove si sta più comodi", ma della disponibilità all'impegno reciproco, a starsi vicini nel momento del bisogno, a sostenersi "nella buona e nella cattiva sorte" (nonostante ciò non sia scritto in alcun contratto).

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Abbiamo semplicemente due esperienze radicalmente diverse

che probabilmente ci portano a immaginare diverse generalizzazioni.

 

Ad esempio la mia prima convivenza è partita dopo tre mesi di conoscenza:

un tempo veramente breve per una coppia etero.

E poi c'è da dire che abito in una città universitaria

(anche se in realtà non ho mai convissuto con uno studente...)

quindi è probabile che a Padova le convivenze omo siano più facili.

Mentre i poveri etero sono sottoposti a uno stress familiare più elevato,

del tipo: "Ma quando vi sposate? Ma convivete senza sposarvi?"

E cose del genere...

 

Sarà che "i sacrifici e gli impegni della convivenza" non mi pesano proprio,

sarà che li paragono con quelli che dell'abitare da solo o dell'abitare coi miei;

sarà che conosco molte più coppie gay conviventi di coppie etero tali;

perché per un etero convivere equivale spesso a sposarsi

e questo è un impegno spesso troppo oneroso.

 

Per me i gay non convivono perché non sono dichiarati.

Per te i gay non convivono perché non sono incentivati dalla Società.

Sono due possibilità sulle quali non è semplice discutere.

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Per me i gay non convivono perché non sono dichiarati.

Per te i gay non convivono perché non sono incentivati dalla Società.

 

In realtà sono d'accordissimo con te che uno dei principali problemi per le coppie gay sia quello di non essere dichiarati.

Includevo questo fatto tra le conseguenze della scarsa accettazione sociale (e familiare).

Edited by wasabi
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