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Venduta sposa per 3.000 euro, 13enne scappa dopo le violenze


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Marghera. Arrestato il futuro sposo 17enne e la madre di lui. La ragazzina è stata segregata e torturata con bagni in vasca e fili elettrici. Ora è sotto protezione

 

VENEZIA - Una 13enne venduta per 3.000 euro come promessa sposa a una famiglia macedone che l'ha poi violentata, segregata e torturata con un filo elettrico è stata messa sotto protezione dalla squadra mobile di Venezia, che ha arrestato il futuro sposo 17enne e la madre di quest'ultimo. Le indagini della squadra mobile lagunare sono iniziate il 2 agosto scorso, quando gli agenti sono intervenuti a Marghera (Venezia) dove alcuni cittadini avevano segnalato la presenza di una ragazzina che chiedeva aiuto e con il volto completamente tumefatto. La giovane è stata portata in ospedale: i medici hanno riscontrato traumi e bruciature sulle gambe e hanno disposto il ricovero con una prognosi di circa un mese.

 

 

La ragazzina ha raccontato di essere stata venduta per 3.000 euro in Macedonia dalla propria famiglia a un'altra del suo Paese, ma residente a Venezia, come promessa sposa per il loro figlio 17enne. Arrivata in Italia assieme alla futura suocera, la 13enne ha tentato di ribellarsi, subendo però violenza sessuale completa da parte del ragazzo. Questi è stato aiutato dalla madre, che immobilizzava la giovane e incitava il figlio a compiere il suo «dovere». Per il tentativo di fuga, tra l'altro, la 13enne è stata segregata in casa, sistematicamente picchiata e punita immergendola nella vasca da bagno, dove le sono state procurate delle bruciature alle gambe utilizzando un filo elettrico. Sulla base degli accertamenti svolti la polizia ha dapprima sottoposto a fermo di polizia giudiziaria il 17enne macedone e poi ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti della madre del giovane. Questa nel frattempo era fuggita, nascondendosi a Napoli, dove è stata rintracciata con il sostegno della squadra mobile partenopea. Madre e figlio sono accusati di violenza sessuale aggravata ai danni di minore, maltrattamenti aggravati, lesioni aggravate.

 

Secondo gli inquirenti la ragazzina sarebbe stata violentata per dimostrare la sua illibatezza ai familiari. Dopo due giorni di viaggio dalla Macedonia a Venezia in pullman, l'adolescente è stata segregata in casa, sottoposta ad angherie e brutalità, e una decina di giorni più tardi violentata sessualmente dal ragazzo. La «suocera», Jasar Nermin, 34 anni, ha organizzato una festa chiamando i parenti ai quali il ragazzo doveva mostrare il lenzuolo che testimoniava la verginità della «sposa». Che al ragazzo nemmeno piaceva, tanto da rifiutarla dopo averla conosciuta. Ma spinto dal dovere non ha esitato a dar sfogo agli istinti più bassi, lasciando la piccola poi a piangere sola in una stanza, mentre lui, madre e parenti festeggiavano in un'altra parte della casa. Il capofamiglia, un operaio che vive a Marghera da circa sei anni, era all'oscuro di tutto e una volta ha preso le difese della 13enne, vedendole dei lividi sulle braccia, rompendo sulla schiena del figlio tre sedie di legno e ammonendolo di non permettersi più di picchiarla. Nemmeno le sorelle del 17enne sapevano, perché la ragazzina era stata minacciata di non parlare con nessuno. Le violenze avvenivano sempre durante il giorno, quando in casa c'erano solo suocera e sposo che obbligava la 13enne a stare di notte in piedi con il volto rivolto alla finestra. E di giorno picchiandola, seviziandola anche immergendola, vestita, nella vasca colma d'acqua calda e sale per poi procedere a darle delle scariche elettriche col filo del computer su varie parti del corpo perché aveva osato a tentare la fuga.

(Ansa)

 

 

 

Notizia circolante da oggi sui principali quotidiani, e riportata poco fa anche dal tg1.

Spero che la giustizia ci vada giu' dura, è inaccettabile che certa gente pensi di poter attuare nel nostro paese le barbare usanze praticate nel paese di origine.

Sicuramente pessime persone...la cosa che piu' sconvolge è però che si sentano liberi di fregarsene del fatto che il paese che li ospiti vieti certe barbarie.

Spero che vengano espulsi e che la ragazza possa rimanere a vivere in mezzo alla civiltà.

io sono del parere "occhio per occhio, dente per dente" ma qui secondo me non basterà gli dovrebbero fare come a quello del film "il miglio verde", fatto bruciare dalla corrente elettrica, logicamente dopo aver rispettato la frase sopra citata

Edited by mitomane2

ma io dico... che diavolo hanno in testa queste persone?! Pigne??!!

spero che la giustizia faccia il suo lavoro e dia una pena severa ad entrambi, almeno 10 anni di galera.

comunque mi sembra strano che il capo famiglia e le sorelle non sapessero nulla...

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